AIAC/ Cronaca di una giornata particolare con Di Carlo. Gli allenatori polesani in visita al CHIEVO, a "Casa Veronello"


Perché la formazione è nel suo dna. Ricordate gli incontri con Zaccheroni, Maniero & Fiorin?
Quante volte ho incontrato ed intervistato Beppe Nasti, presidente degli Allenatori Polesani?
E abbiamo parlato a margine di ‘serate a tema’, come è stato con Luca Gotti. Oppure siamo stati ‘vicini di banco’ al …tavolo dei relatori, come nella giornata in cui il Coni di Beppe Osti ha festeggiato i ‘Campioni Polesani’ che avevano giocato in serie A. Ne ho fatto articoli di cronaca per diversi ‘media’. Stavolta gli Allenatori Polesani ci hanno trasmesso la ‘cronaca di una visita particolare’. Quella che l’Aiac di Rovigo ha fatto, nella prima decade di maggio, in casa del Chievo incontrando anche Domenico Di Carlo, l’allenatore dei ‘mussi volanti’.

Noi ci permettiamo di ‘aggiungere’ in sequenza la cronaca di un’altra serata particolare (avvenuta ai primi di novembre del 2007) quando a Rovigo l’AIAC polesana ha incontrato Valeriano Fiorin & Pippo Maniero, allora tandem tecnico alla Piovese, ma con un pedigree a livello nazionale.
Proprio a dimostrazione che la ‘preparazione e l’informazione’ è una esigenza ricorrente in casa Aiac, ieri come oggi.

PRIMA NEWS by AIAC/ LA VISITA A VERONELLO, IN CASA CHIEVO E CON DI CARLO

<< L’Aiac Rovigo a lezione da Domenico Di Carlo, allenatore del Chievo Verona. Il mister dei gialloblù, assieme allo staff tecnico, al team manager Marco Pacione (ex Juve e Verona) e al responsabile tecnico del settore giovanile Maurizio Costanzi, ha ospitato presso il centro sportivo di Veronello, una delegazione, composta da oltre trenta allenatori, dell’Aiac Rovigo. “E’ stata una bella esperienza vissuta dal nostro gruppo ospite della società scaligera militante in serie A, dice il segretario dell’Aiac Rovigo Roberto Bacchiega, che nonostante il tempo inclemente ci ha consentito di effettuare questa visita tecnica accogliendoci con disponibilità e cordialità”. Marco Pacione e Maurizio Costanzi hanno spiegato che i loro obiettivi sono quelli di avere un buon rapporto con le altre società e che puntano sulla specializzazione degli allenatori per categorie. “Con noi, ci sono allenatori che collaborano da oltre dieci anni, dice Costanzi. Abbiamo una programmazione suddivisa per le varie categorie, e stiamo portando avanti un progetto, per giovani dai 6 agli 8 anni, in collaborazione con l’università degli studi di Scienze Motorie di Verona, per l’avviamento allo sport in generale”.

Prima di visionare l’allenamento del Chievo, mister Di Carlo ha risposto ad alcune domande dei mister polesani (c’erano anche una quindicina di allenatore dell’Aiac di Milano). “La squadra quest’anno non è giovane per scelta della società che aveva posto come obiettivo primario la salvezza, ma tra qualche anno visto, l’ottimo lavoro del settore giovanile, arriveranno nuove forze fresche”. Ma come si allena il Chievo? “Il primo allenamento della settimana di solito uso meno la palla, ha detto Di Carlo, perché si rischia di caricare troppo ed avere infortuni che fino a 35 punti non ho mai avuto. Poi, quando siamo arrivati a quota 35, nella testa dei giocatori è scattato qualcosa che li ha fatti un po’ bloccare, perché sentivano la salvezza a portata di mano per cui c'è stato un calo con 3 sconfitte consecutive ed infortuni più frequenti”.

Gli allenatori polesani hanno potuto osservare la pratica di un allenamento di serie A che è consistito in qualche movimento di skip, esercizi di equilibrio, aperture e chiusure per scaldarsi con stretching dinamico, alcune partitine per il possesso palla con 11 contro 11 senza porte a 2 tocchi e recupero palla sull’intercetto e non sull’anticipo per evitare poi durante il campionato di commettere troppi falli. Poi divisione in due gruppi, dove uno faceva un percorso tecnico sui 4 lati di una metà capo e l’altro gruppo faceva tattica applicata, il tutto per un’ora e un quarto circa.

Sicuramente una bella esperienza per i tecnici polesani, che hanno potuto vedere e ascoltare i consigli e le tecniche di gioco del “mondo” della serie A. Un’esperienza che l’Aiac polesana ha intenzione di ripetere con altri club della massima serie di calcio.>>

SECONDA NEWS by Sottovia/ AIAC ROVIGO incontra Fiorin Maniero – Zecca , troika tecnica (novembre 2007)

<<Nella cornice dell’hotel Petrarca, a Boara Pisani, presentato da Roberto Bacchiega revisore dei conti Aiac di Rovigo, è stato Valeriano Fiorin a raccontare le sue esperienze calcistiche, in particolare i suoi metodi di allenamento. Come può calarsi un professionista del calibro di Fiorin nel mondo dilettantistico? Lui lo ha fatto da giocatore arrivando al Rovigo, un trascinatore come capitano vincente. Valeriano lo ha fatto poi, sempre da giocatore, nella Piovese in Eccellenza passando poi da allenatore in campo alla panchina, sul finire della passata stagione. E martedì sera Fiorin si è raccontato alla sua maniera, praticamente un intervento ‘alla pari’, quasi glissando su un curriculum di lungo corso professionistico.
Sì, il padovano Fiorin ha ricordato le giovanili del Cesena e 18 anni il suo arrivo al Parma , dove è rimasto 4 anni, imparando tanto sia dal punto di vista tecnico che umano, dagli allenatori Sacchi e Zeman. Certo, Fiorin non ha gonfiato il petto ricordando i suoi ben 17 anni giocati tra i professionisti, citando anche come maestri, tra gli altri, il professor Scoglio e Bagnoli importante anche sul piano umano.

Ma vale la pena di ricordare il suo lungo viaggio da centrocampista in tante squadre blasonate della serie A e della serie B, giocando molto. A partire dalle tre annate in serie B col Parma ( dall’86/87 all’88/89 compreso), quindi tre stagioni speciali in serie A col Genoa ( dall’89/90 al 91/92 compreso), passando le successive due stagioni nel Palermo , quindi di annata in annata, nel Venezia 95/96, Torino 96/97 e Foggia 97/98. Insomma quand’è arrivato al Rovigo aveva davvero un bel pedigree. Come altrettanto speciale è il pedigree di Filippo Maniero il bomber. Pensate, in A con l’Ascoli 91/92,  quindi Padova in B e in A, poi Sampdoria 95/96 in A, come in A col Verona 96/97, Parma 97/98, Venezia 98/99 e 99/2000 in A più 2000/01 in B e l’anno dopo ancora in A. per andare poi al Palermo 2002/03 inj B e nel 2003-4 in A col Brescia, prima di provare l’Inghilterra e il Torino ‘problematico’. Personalmente ricordo il suo ‘ritorno a casa’ nella Piovese e il match d’esordio ad Ariano. Quel giorno segnò Fiorin su punizione e Maniero che sfiorò ( o toccò di testa?) poi portò le ‘paste’ come avesse segnato lui.  Evidentemente era giusto che fossero in tandem alla Piovese del Terzo Millennio.
Ma Fiorin è entrato presto nel ‘taglio’ della serata, agganciandosi al suo arrivo a Rovigo, quando ha lasciato il professionismo:<< A Rovigo sono arrivato in Eccellenza, tra i Dilettanti, ma in una società organizzata e allenata da Rocchi da cui ho imparato moltissimo>>. E poi due stagioni in serie D:<< Al mister ho anche detto direttamente ‘alcune cose’ che non condividevo, perché questo è sempre stato il mio modo di dire le cose, direttamente. Come allenatore Rocchi era uno che faceva allenamenti lunghi, ci teneva in campo dalle 3 alle 6 e mezza del pomeriggio. Ripeto, a Rovigo, c’era la mentalità da professionisti, sia come società che come staff e come ambiente>>.
Praticamente, tra i Dilettanti nel vero senso della parola, Fiorin ha detto di esserci da quando è passato alla Piovese, 3 anni da giocatore e questo da allenatore.

<< A Rovigo in Eccellenza nessuno lavorava e gli allenamenti erano pomeridiani. Invece alla Piovese c’erano tanti che lavoravano e gli allenamenti noi facevamo alle 7 e mezza di sera. Trovai gente che lavorava 8 – 10 ore e che aveva comunque voglia di andare in campo. Davvero da elogiare quei giocatori – ha spiegato Fiorin – , e questo mi ha fatto aprire gli occhi per trovare la giusta sintonia con Pippo Maniero che mi fa da vice, col ds Mauro Benetollo , col preparatore dei portieri Vittorio De Marchi e con Lorenzo Zecca preparatore atletico>> .
E’ importantissimo per Fiorin feeling coi giocatori:<< Al secondo anno, quando è arrivato Pippo Maniero abbiamo vinto il campionato, poi in serie D hanno impostato gli allenamenti al pomeriggio cambiando tanto la rosa e siamo retrocessi. Quest’anno in Eccellenza ho riportato diversi allenatori che conoscevo e da allenatore, allenandoci alla sera, devo capire quando c’è da lavorare e quando c’è da lavorare di meno>>. Insomma Fiorin , allenatore tra i Dilettanti della Piovese, dice che è prioritario avere un buon rapporto coi giocatori, altrimenti ‘rosicano’. Ne sa qualcosa lui che quando si è ‘beccato’, poi è andato via. Poi Fiorin ha parlato degli attuali quattro allenamenti (martedì, mercoledì, venerdì e sabato mattina) e del fatto che andando verso l’inverno ne farà tre (martedì, giovedì e venerdì). Ha detto di preferire i vecchi e che certi giovani giocano in serie D solo perché la regola ne prevede 4 in campo e 4 in panchina. Poi ha parlato del 4-4-2 come modulo più semplice, ma ha detto che adesso nella sua Piovese applica il 4-3-3, perché in attacco non ha due ‘grandi attaccanti’. Poi ha parlato di come negli allenamenti cura la parte difensiva , mentre lascia a Pippo Maniero la preparazione della fase offensiva. Poi , disegnando la sua Piovese, alla lavagna, Fiorin ha parlato dei centrali difensivi come Agostino Siviero e dell’importanza di avere a metà campo un centrocampista esperto affiancati da due ‘cani’ cioè due mastini che facciano bene la fase aggressiva. Ha anche risposto alle domande fatte dagli allenatori ( tra cui Frasson, Stocco, Mauro Pezzolato, Tessarin) , sottolineando come tutto questo abbia fatto sì che la sua Piovese abbia vinto 3-0 sull’Albignasego e poi 3-2 sulla Vigontina, anche se i valori tecnici delle avversarie erano superiori. Anche Lorenzo Zecca, il professore che cura la preparazione atletica della Piovese, ha poi relazionato sulle varie tipologie di allenamento applicate a quel tipo di ‘giocatori dilettanti’ che ha la Piovese. Ed ha spiegato come deve essere funzionale la preparazione , dalla fase del precampionato a quella attuale, per riuscire a mantenere ai massimi livelli la ‘resistenza generale’ , lavorando sulla potenza esplosiva e sulla potenza aerobica, sulla forza eccentrica e sulla velocità, con allenamenti mirati anche a sviluppare quella psico.-cinetica che abbia la capacità di adattarsi velocemente alle tante variabili che ogni partita propone in modo diverso.  Al termine Giuseppe Nasti, presidente dell’Aiac, ha ringraziato gli ospiti , ai quali Giacomo Finotti (gran segretario fin dal 1976 anno della fondazione) ha consegnato alcuni omaggi. Insomma, per i circa 50 allenatori in sala ( presenti anche Clelio Mazzo e Luca Pastorello della Figc) la serata è stata un aggiornamento utile per gestire meglio le problematiche che incontrano da ‘Dilettanti’ ogni domenica sui campi del Polesine e del Veneto. Anche perché, al di là del risultato, oltre che maestri di calcio, sono in qualche modo ‘maestri di vita’ per i giovani nella loro fase più evolutiva della personalità e della maturazione>>.

EXTRATIME/ Segnaliamo che nella fotogallery inserite, potete vedere il team degli allenatori polesani assieme a Domenico Di Carlo. Una ospitalità familiare che tra l’altro ha permesso a Nicola Tosini e a Gianni Taschin di farsi fotografare assieme al mister del Chievo, di cui si vedono anche alcune fasi di allenamento a Veronello, col
colored Luciano a ‘tirare’ il gruppo. Nient’affatto cattedratico mister Di Carlo, anche al microfono assieme a Costanzi. Per quanto riguarda i riferimenti storici, Vi abbiamo inserito le foto di Beppe Nasti con Zaccheroni ad Adria (  da sx, Olivo Frizzarin presidente Adriese, Zaccheroni, Nasti, Levisaro e Cattozzi assessori allo sport, Silvano Tumiatti e Mauro Manfron organizzatori) e con il tandem Piovese a Rovigo ( da sx, Lorenzo Zecca allora preparatore atletico della Piovese, Maniero, Nasti, Fiorin e Finotti allora segretario Aiac).>>

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it