“Alla ricerca dell’altra metà delle mie radici”, il Libro di Angelo Dall’Aglio, in viaggio sull’Albero... coi Veneti emigranti/ CAP 16, in visita ai parenti a Casalduni, Pontelandolfo: scoprendo foto americane e ...la “Bossa”
Parliamo adesso di ‘visite italiane’ in Sud Italia ( a Casalduni e Pontelandolfo), ma con indagini anche ‘americane’ partendo dalle tante ‘foto storiche’ che hanno portato a conoscenza di identità personali finora rimaste sconosciute, grazia anche ai racconti dei ‘discendenti’ delle famiglie Guerrero, Spirandello, Perugini.
Praticamente indagini dal basso per risalire in cima all’Albero genealogico che sta tentando di scalare “Alla ricerca dell’altra metà delle mie radici” ( come il titolo del suo libro) il polesano Angelo Dall’Aglio, come succede in questo CAP 16, andando in visita nel 2006 con sua moglie Santina , dai suoi parenti ‘scoperti’ a Casalduni e Pontelandolfo, due paesi in provincia di Benevento.
Peraltro storie di emigrazione prototipo, come quelle dei Veneti emigranti per cercare fortuna ‘americana’ e soprattutto sfuggire dalla loro ‘miseria’ italiana.
Trovando anche documentazione e ‘relazioni istituzionali e private’ che hanno ‘caratterizzato ‘ quelle storie di emigrazione, e che Angelo Dall’Aglio, professore di musica ma anche allenatore di calcio, con tanta passione ha voluto ...trasmettere al mondo perché giustamente non sono solo fatti personali, ma possono aiutare altre sensibilità familiari , nel ricordo di...chi siamo e da dove veniamo.
CAPITOLO SEDICESIMO ( di Angelo Dall’Aglio) / ALLA RICERCA DI PROBABILI DISCENDENTI DI FAUSTA ED EUGENIA SPIRONELLO
Entrare in contatto con i discendenti di Michelina Guerrera e Giuseppe Perugini fu facile.
Consultai l’elenco telefonico del comune di Casalduni in provincia di Benevento, e trovai diversi abbonati Perugini. Telefonai per primo a un certo Giuseppe, mi rispose una donna dal tono garbato e gentile, spiegai alla stessa lo scopo della mia telefonata e guarda caso, al primo tentativo ero entrato in contatto proprio con i discendenti di Eugenia e Giovanni, i quali come me, avevano fatto delle ricerche su Eugenia, che secondo loro doveva essere una ballerina brasiliana che nonno Giovanni aveva conosciuto e sposato quando emigrò in Brasile:
“ CHE FANTASIOSA ENFASI ! “
La scoperta e il contatto con i diretti discendenti di Eugenia fu un momento molto emozionante, la Signora con cui parlai al telefono disse di essere la moglie di Giuseppe, l’unico figlio maschio di Salvatore nipote di Eugenia, il quale aveva anche due sorelle: Giuseppina e Michela .
In seguito continuai ad avere contatti telefonici con tutta la famiglia, parlai alcune volte anche con il cugino Salvatore, già ottantenne e con problemi di salute, il quale durante una delle nostre chiacchierate mi invitò a Casalduni per trascorrere alcuni giorni con lui e la sua famiglia,
Successivamente parlai al telefono anche con le due sorelle di Giuseppe: Giuseppina detta Pina e Michela , entrambe laureate, la prima sposata con un maresciallo dell’aviazione, istruttore e pilota di elicotteri, abita in Sardegna, e la seconda sposata con un medico e abita a Firenze.
Verso la metà del mese di aprile 2006, mia moglie ed io abbiamo avuto una graditissima sorpresa: la visita inaspettata di Giuseppina Perugini e suo marito Nino. Per l’occasione abbiamo festeggiato a base di salame casereccio, accompagnato da un vino rosso caratteristico del Veneto.
Ai primi di agosto dello stesso anno, io e Santina andammo a conoscere personalmente il cugino Salvatore e la sua famiglia.
Arrivammo verso l’una, erano tutti ad attenderci davanti al cancello d’ingresso del loro podere, dove ci accolsero con grande calore e cortesia. Appena scesi dall’auto, cercai con lo sguardo il cugino Salvatore, lo scorsi sulla sinistra del passo carraio, seduto su una poltrona in un giardinetto fiorito all’ombra di alcune frondose piante. Alzandosi a stento aiutandosi con due bastoni, con andatura lenta e incerta, mi venne incontro e mi abbracciò; per alcuni istanti rimanemmo entrambi muti per la troppa emozione e soltanto dopo il lungo abbraccio passammo alle presentazioni, al termine delle quali, fummo accompagnati in casa, dove per il pranzo ci aspettava una tavola imbandita di ogni ben di Dio .
I giorni trascorsi in compagnia di Salvatore e suoi familiari, furono molto piacevoli, sia per me che per mia moglie Santina.
Per l’occasione, da Firenze arrivarono sua figlia Michela e sua nipote Alessia.
Nei giorni che seguirono, parlai a lungo con Salvatore, mi confidò di avere avuto grande desiderio di incontrarmi e conoscermi. La mia presenza nella sua casa, la considerava un dono di sua mamma Michelina.
Da me, si aspettava notizie e foto di sua nonna Eugenia, mai vista ne conosciuta, e della quale sua mamma Michelina, a causa della prematura morte, avvenuta quando lui era ancora in tenera età, non aveva avuto il tempo di parlargliene.
Veramente, anch’io ero andato a Casalduni non solo per conoscere Salvatore e la sua Famiglia, ma anche per avere notizie sui suoi genitori, sui suoi nonni e in particolare su Eugenia.
In ogni caso, le mie aspettative non andarono deluse, perché Salvatore mi raccontò molti fatti e avvenimenti piuttosto interessanti.
________________________________________________________________________
DAL RACCONTO DI SALVATORE :
Dopo la nascita di sua mamma Michelina a San Carlos del Brasile, i suoi nonni Giovanni ed Eugenia tornarono in Italia a Pontelandolfo perché alla nonna non conferiva il clima di quel paese.
A Pontelandolfo, i nonni ebbero un figlio maschio, Alessandro, il quale morì poco dopo la nascita.
L’anno dopo, e precisamente nel 1905, a causa di problemi cardiaci morì anche Eugenia .
Trascorsi alcuni anni dalla morte della moglie, il nonno Giovanni si risposò con Maria Guerrera detta saltimbanca del luogo, di molti anni più giovane , che pur portando lo stesso cognome del nonno, non aveva nessun vincolo di parentela con lui.
Maria Guerrera, in seguito per il suo atteggiamento superbo e altezzoso, fu sopranominata la BOSSA . Giovanni dopo il matrimonio con Maria, affidò la piccola Michelina a suo fratello Donato e a sua cognata Giovanna Longo, ed emigrò negli Stati Uniti d’America nella città di WATERBURY; dove anni dopo si recarono pure i fratelli Nicola e Giuseppe Perugini.
Questi ultimi, dopo aver lavorato sodo, grazie ad una buona e attenta amministrazione non priva di molti sacrifici, misero da parte un bel gruzzolo di danaro e fecero ritorno al paese.
Giovanni, saputo del ritorno in Italia dei fratelli Perugini, chiamò Giuseppe, e mostrandoli una foto che teneva fra le mani come fosse una reliquia disse : << questa è mia figlia Michelina, ciò che ho di più caro al mondo ,quando sarai in Italia sposala >>, Giuseppe rimase in silenzio alquanto perplesso e dubbioso, poi rivolgendosi a Giovanni disse:” ma Michelina gradirà la vostra scelta ? ”
Giovanni lo rassicurò informandolo che tutto era a posto e che lei lo aspettava con ansia, in quanto da tempo ne era segretamente innamorata , rassicurandolo circa la dote, alla quale lui aveva già provveduto.
Dal matrimonio fra Michelina e Giuseppe nacque Salvatore, successivamente tutta la famiglia si trasferì nella vicina Casalduni, dove i fratelli Perugini, Nicola e Giuseppe, acquistarono un podere con casa e dieci ettari di terreno, coltivabili per la maggior parte a vigna e ulivi.
All’atto del rogito, la mamma dei Perugini pretese, che il figlio minore, fosse cointestato nella proprietà, anche se non aveva partecipato in alcun modo al guadagno del danaro che sarebbe servito all’acquisto del podere.
Pur di non scontentare la loro madre, Nicola e Giuseppe acconsentirono che il fratello fosse inserito nell’atto di proprietà .
In seguito ciò peserà non poco sulle spalle di Salvatore, il quale subirà la stessa sorte di sua mamma Michelina, in quanto rimarrà orfano per la prematura morte della stessa, e sarà affidato allo zio Nicola che lo crescerà, perché il padre Giuseppe, rimasto vedovo si risposerà, e dal secondo matrimonio nascerà una figlia,
Successivamente, Giuseppe con tutta la famiglia emigrerà negli Stati Uniti e lascerà come già detto il proprio figlio Salvatore al fratello Nicola.
La cointestazione dello zio minore nella proprietà del podere e la nascita di una sorellastra, saranno per Salvatore un serio problema alla morte del proprio padre e dello zio Nicola, in quanto non potrà disporre dell’intera proprietà, visto che di una parte risulteranno proprietari lo zio e la sorellastra.
Salvatore però non si perse d’animo, e cosa fece? Negli anni cinquanta lascia la famiglia a Casalduni e parte per gli Stati Uniti, tratta con i coeredi, il prezzo per rilevare la parte di podere di loro proprietà; si ferma negli USA a lavorare un paio d’anni per guadagnare il danaro sufficiente a liquidarli, e torna al paese con i documenti attestanti la piena e completa proprietà di casa e terreno
Ora Salvatore vive con la sua famiglia in quel meraviglioso podere, situato in Contrada Santa Maria a Casalduni.
IL PODERE PERUGINI
Salvatore nei suoi racconti era come un fiume in piena, mi parlò della sua vita come volesse farmi partecipe dei momenti più significativi della sua esistenza, tutti momenti che ricordava con fiero orgoglio.
Raccontò della sua infanzia vissuta in modo sereno ed intenso sotto l’attenta ed affettuosa guida dello zio Nicola, del quale parlava con grande rispetto ed ammirazione, dicendo che era stato come un buon padre, che grazie a lui non soffrì la mancanza dei genitori e che la sua adolescenza e giovinezza le visse da benestante.
E aggiunse : << Ero un bel giovane, molto corteggiato dalle ragazze giravo per i paesi vicini a cavallo della mia giumenta bianca, una puledra di razza, destando ammirazione, rispetto e…….anche un po’.. d’invidia >>.
Ascoltai i racconti di Salvatore con molto interesse e partecipazione, ciò che più mi colpì, fu la stima e l’affetto che egli manifestò nei miei confronti, tanto da indurmi a pensare che vedesse in me il fratello che non ebbe mai e che avrebbe tanto desiderato avere.
Dopo gli interessanti racconti di Salvatore, con lui e i suoi familiari visionammo vecchie foto di famiglia, fra queste trovammo quelle di Giovanni Guerrera, della figlia Michelina e di suo marito Giuseppe .
Indescrivibile fu lo stupore e la gioia che provammo nel vedere i volti di Giovanni e Giuseppe, ma quello che più ci entusiasmò, fu vedere Michelina ritratta in costume tradizionale del luogo. Nonostante ciò, in tutti rimaneva un po’ di rammarico e un filo di delusione per non aver trovato nessuna foto di Eugenia.
Non trovammo nulla di lei, trovammo invece una foto di Maria, la seconda moglie di Giovanni ritratta con un amico .
E’ vero, che di fronte a certe scoperte non si smette mai di stupirsi e di emozionarsi, ma la scoperta fatta durante la visione delle vecchie foto di famiglia, superava per stupore ed emozione tutte quelle provate fino a quel momento, anche se rimaneva come già detto, un po’ di rammarico e un filo di delusione per l’assenza dell’immagine di Eugenia.
MICHELINA in costume tradizionale Gruppo di ragazze in costume tradizionale
Oltre a questa bella ed unica foto di Michelina in costume tradizionale, ne trovai altre raffiguranti vecchi costumi e tradizioni, nonché vari aspetti di PONTELANDOLFO VECCHIA , addirittura una foto raffigurante tre famosi briganti del luogo e l’arrivo dei bersaglieri per combattere il brigantaggio.
PONTELANDOLFO: I tre briganti ; un giorno di mercato ; L’arrivo dei bersaglieri
Alcuni giorni prima della partenza da Casalduni, io, Santina, Salvatore e suo figlio Giuseppe, andammo a Pontelandolfo in località - Case Russo – in visita a Cicci, una cugina di Salvatore nipote di Donato Guerrera e Giovanna Longo, i quali crebbero Michelina assieme alla loro figlia .
Cicci visse per molto tempo a contatto della propria nonna Giovanna, la quale raccontava spesso di Michelina e dei suoi genitori Giovanni ed Eugenia .
Molto di quanto udii quel giorno mi era già stato raccontato da Salvatore, quello che mi giunse nuovo e interessante invece, fu quando Cicci parlò di Maria Guerrera detta la “Bossa “ , seconda moglie di Giovanni.
Cicci, sostenne che la caduta dal poggiolo che causò la morte di Giovanni non fu accidentale, ma voluta da qualcuno.
Secondo la cugina di Salvatore, ci fu chi vide e giurò che il povero Giovanni fu preso per i piedi e fatto volare giù dal poggiolo della sua abitazione di Waterbury dall’amante della moglie Maria” .
Ma la versione ufficiale, fu che Giovanni in balia dell’alcol, si sia sporto eccessivamente per guardare verso il basso cadendo rovinosamente sul sottostante selciato .
Dopo la morte di Giovanni, la Bossa tornò a Pontelandolfo carica di gioielli e grandi valigie piene di ogni ben di Dio, ostentando con esuberante tracotanza una ricchezza che in realtà non esisteva.
Gli abitanti del rione Case Russo vennero a conoscenza delle malefatte e dei molti debiti lasciati a Waterbury da Maria La Bossa , quando altri colà emigrati fecero ritorno a Pontelandolfo.
Di fronte a questo racconto rimasi esterrefatto, ma nonostante ciò, tirai un sospiro di sollievo.
La moglie altezzosa di cui mi aveva parlato Giuseppina nipote di Antonietta Albino, non era Eugenia, ma Maria Guerrera detta La Bossa . Meno male !
Prima di lasciare Case Russo, chiesi a Cicci se del caso avesse qualche foto di Eugenia, rispose di averne viste diverse ma di non sapere dove fossero finite, anche perché Maria la Bossa si disfò di tutto ciò che riguardava Eugenia e Giovanni.
La casa che fu di Giovanni Cicci con Santina Salvatore, Cicci e Santina
Località case Russo vista dal satellite
Prima di lasciare Casalduni, io e Santina andammo all’ufficio anagrafe di Pontelandolfo, per visionare e ritirare documenti inerenti alla ricerca su Giovanni ed Eugenia e lì conoscemmo personalmente la responsabile dell’Ufficio, Signora Michelina Polletta, la quale aveva già collaborato con me al reperimento di informazioni e documenti sulle famiglie Guerrera Perugini.
Usciti dall’Ufficio, facemmo una passeggiata e visitammo gli angoli più significativi del paese, dove incontrammo personaggi caratteristici del luogo che ci parlarono della storia e degli usi e costumi del territorio di Ponte Landolfo.
IO E SANTINA ALL’UFFICIO ANAGRAFE di PONTELANDOLFO con la Signora MICHELINA POLLETTA
Certificato di morte di EUGENIA SPIRONELLO in GUERRERA
Quel giorno, era il sette di agosto, ricorreva la festa del patrono, sulla via che porta dal centro del paese alla chiesa madre incontrammo la processione con le statue dei santi Rocco e Donato portate a spalla, precedute dalla banda musicale e da ragazze in costume tradizionale, alcune delle quali portavano ceste ricolme di fiori e prodotti locali . Una vera meraviglia !
Per un attimo pensando al passato, fra quelle ragazze mi sembrò di vedere Michelina .
La processione con i santi Rocco e Donato Veduta del castello di Pontelandolfo
RIVISITAZIONE DELLE VECHIE FOTO di FAMIGLIA , ALLA RICERCA DEL VOLTO DI EUGENIA
Ormai era giunto il momento di accomiatarsi da Salvatore e dai suoi familiari, ma prima di partire volli fare un ultimo tentativo per vedere se del caso trovavo qualche foto di Eugenia.
Ripassai ad una ad una con particolare attenzione tutte le foto già viste, e nel corso di questa nuova rivisitazione mi capitò fra le mani una foto di Giovanni Guerrera a fianco di una distinta signora. Chiesi ai presenti se qualcuno riconosceva la donna ritratta con Giovanni, ma né Salvatore, né i suoi familiari seppero dare una risposta.
Feci passare di mano in mano la foto affinché tutti la osservassero attentamente, dopodiché con un certo stupore ci chiedemmo da dove potesse essere uscita, visto che tutte erano state visionate precedentemente con particolare cura e attenzione. Che ci fosse sfuggita ? Ma !
Comunque, visto che qualcuno dei presenti avanzò il dubbio che la signora ritratta con Giovanni potesse essere la sua seconda moglie Maria la Bossa, confrontammo la foto di lei ritratta con un amico, con quella di Giovanni ritratto con la signora, e costatammo che fra le due donne non vi era alcuna somiglianza. Pertanto la donna ritratta con Giovanni non poteva essere la sua seconda moglie ma un’altra persona. E allora… ? Se non era Maria la Bossa, chi era… ?
Fra i presenti, seguì un attimo di silenzio, rotto da Giuseppe, il figlio di Salvatore, il quale propose di far vedere la foto alla cugina Cicci, dicendo che la stessa sarebbe stata sicuramente in grado di identificare la signora sconosciuta a fianco di Giovanni.
GIOVANNI GUERRERA E LA SIGNORA SCONOSCIUTA
( NDR: LA RELATIVA FOTO LA ABBIAMO PROPOSTA COME IMMAGINE DI COPERTINA )
CICCI (cugina di SALVATORE )
LE DUE FOTO A CONFRONTO
Come si può notare le due donne sono due persone ben distinte l’una dall’altra. Infatti, Cicci non appena vide la foto confermò senza esitazione alcuna che la signora ritratta con Giovanni era la sua prima moglie Eugenia e non la Bossa.
La notizia mi riempì di gioia ; “ finalmente avevo il volto di Eugenia ” .
IL mio lavoro era stato largamente compensato, avevo ricomposto cinque generazioni, e la tecnica raggiunta nel corso della ricerca mi aveva dato la possibilità di scoprire sempre nuovi e interessanti elementi. Trovai diversi siti dove attingere notizie e documenti sull’emigrazione; procurai i certificati di sbarco negli Usa di Giovanni e della sua seconda moglie Maria, più diverse foto di luoghi e personaggi legati alla ricerca.
WOTERBURY : aspetti di vita, luoghi caratteristici e processione per la ricorrenza di San Donato
FOTO PANORAMICA DI WOTERBURY CONNECTICUT ( USA )
CERTIFICATO DI SBARCO NEGLI USA DI GIOVANNI e MARIA GUERRERA ( la Bossa )
________________________________________________________________________
Dopo aver completato la ricerca di Giovanni ed Eugenia, ripresi a ricercare su FAUSTA SPIRONELLO e FRANCESCO SCUTARO. Ricerche a suo tempo sospese in attesa delle notizie promesse da Giuseppe Contri , l’italo brasiliano che mi contattò per conto di un discendente di Agostino Bossolani e Giovanna Spironello che aveva bisogno dei documenti per chiedere la cittadinanza italiana.
EXTRATIME by Sergio Sottovia / In cover Giovanni e la sua prima moglie Eugenia Spironello, ...finalmente identificata in questa puntata dall’irriducibile Angelo Dall’Aglio , appassionato ricercatore quanto sua moglie Santina, pronti a... viaggiare sia cronologicamente nel tempo che geograficamente.
Come hanno fatto in questa puntata dai ‘parenti’ a Casalduni e Pontelandolfo, da dove vi proponiamo tutta una serie di immagini ( compreso ‘documenti’ ) che non hanno bisogno di specifiche didascalie, perché le stesse sono incorporate nelle stesse immagini proposte.
Fermo restando che tutte le immagini proposte sono ‘visibili’ a risoluzione massima ( basta fare ‘salva immagine’ ) perché ...rivelano informazioni ‘oggettive e prototipo’ per quant’altri volessero intraprendere altrettanti viaggi...sull’Albero genealogico, su orme-strade che , grazie ad Angelo Dall’Aglio, sicuramente risulterebbero più facili.
Angelo Dall’Aglio