Arrigo Sacchi e Germano Bovolenta al Panathlon Adria. Raccontando Baggio & Italia, Van Basten & Milan


26/04/2011

Questa è un’altra di quelle storie che, ampliata, abbiamo inserito tra gli “Avvenimenti” pubblicati sul libro “Polesine Gol 2” che guarda caso ha avuto la fortuna di avere la presentazione proprio di Germano Bovolenta e la copertina di Silvano Cestar in ‘acrobatica spaccata-gol’. Per quanto riguarda la serata – evento aggiungo soltanto che nelle pareti del paddock, all’International Raceway di Adria, sono state mostrate in foto-sequenza tante immagini di mister Arrigo Sacchi, sia coi suoi tanti campioni che in occasione di incontri con altri personaggi polesani.
Ma fermiamoci qui, e raccontiamo la serata Sacchi & Boloventa datata primavera 2006, tra l’altro pochissimo prima che scoppiasse il caso Moggi & dintorni arbitrali, con relativi scudetti tolti alla Juve.
ARRIGO SACCHI & GERMANO BOVOLENTA, IL GRANDE CALCIO RACCONTATO AD ADRIA  
<<Non ci sarebbe stato Sacchi, al Panathlon di Adria, se Germano Bovolenta non fosse nato nel Polesine. Classe 1948 il Germano da Porto Tolle meriterebbe un Made in Ro tutto da solo. Perché è una Penna Nobile de La Gazzetta dello Sport, perché vi è arrivato facendo la gavetta nel bassopolesine, quando era meticoloso nel raccontare le cronache sportive delle maggiori squadre del Delta del Po: da Cà Venier al Porto Tolle, all'Adriese in serie D, prima di approdare al Resto del Carlino a Rovigo. Non ha giocato a calcio, ma lo ha raccontato con passione. Spiega il suo amico Sergio Cester, all'epoca giocatore del Cà Venier:" Sapeva raccontare ma sapeva anche trovare spunti per accendere le discussioni". Ha confidenza Sergio e perciò scherza sul giornalista-amico:" Chissà quante panchine ha fatto saltare Germano, sarà stato lui che ha fatto saltare Camuffo a Rovigo…"

A Rovigo si è fatto strada Germano all'epoca di Don Mario Bisaglia, che lo ha preso a ben volere. E di Cester in Cester, ecco il pensiero di Silvano, il bomber bassopolesano che all'epoca ha giocato nel Rovigo:" Era grande la passione di Germano giornalista per il calcio. Credeva in sé stesso e se è arrivato alla Gazzetta dello Sport è stato grazia alla sua pazienza, determinazione voglia di migliorarsi. Tanto che è stato un anno a Trento e poi al Mattino di Padova, dove si è guadagnato la stima di Lazzaro come trampolino di lancio per la Gazzetta".
Ecco perché ha funzionato il gancio Cester. Spiega Sergio:" Quando a fine marzo Germano per la Gazzetta dello Sport è andato in Romagna ad intervistare Sacchi, alla fine …la disponibilità di Arrigo è diventata un 'regalo' per il Panathlon di Adria, che lo ha avuto come ospite prestigioso".
E così venerdì sera Sacchi è partito da Fusignano (Ravenna) coi suoi due amici Italo Graziani (suo preparatore atletico all'Atletico Madrid) e l'ingegnere Alberto Valenti. Amici d'infanzia e di verve romagnola, tanto che Graziani suona anche in una orchestra da 'musica anni '60'. Ad attenderlo davanti a Palazzo Tassoni, municipio di Adria, c'era l'assessore allo sport Cristian Levisaro, Flavio Zampieri presidente Panathlon, coi soci Sandro Santin, Giovanni Orlandi e il sottoscritto. E abbiamo accompagnato la troupe Sacchi - Bovolenta-Cester dal sindaco Antonio Lodo per la firma come ospite illustre cui è stato consegnato il sigillo della Città di Adria.

Ecco a questo punto sono sfumate presto tutte le paure di 'disturbare un Sacchi stressato', il direttore tecnico che aveva lasciato il Real Madrid per rintanarsi nella sua casa di Fusignano, tra gli affetti familiari ( la moglie Giovanna e i suoi cani, perché le due figlie Simona e Federica lavorano a Milano).   
Arrigo si è sciolto in confidenze come tra amici, lui che ha avuto spesso a che fare con giornalisti pronti a strumentalizzarle.
Nasceva una battuta e Sacchi la completava con analisi tecniche e aneddoti vissuti da lui, nel Grande Milan, in Nazionale, in Spagna all'Atletico e al Real Madrid .
"Mitico Real, una società leggendaria - ha iniziato largo l'Arrigo - Pensa che anche quando ci sono andato io e si andava in Cina, venivano i primi ministri a riceverci. Ho detto al presidente Perez che se in una altra vita nascessi spagnolo vorrei stare tutta la vita al Real Madrid".

Poi ha parlato del Berlusconi prima dei grandi match, come quelli col Real Madrid, e di quando è andato a pregare nella chiesetta a fianco del Camp Nou. Ma era un Milan forte, era quello che a Barcellona ha vinto la Coppa Campioni 88/89, sullo Steaua Bucarest per 4-0 doppiette di Gullit e Van Basten. Era iniziata l'anno primo, con lo scudetto, la carriere del Sacchi al Milan, arrivando dal Parma (due stagioni in serie B) dove aveva messo in atto le sue idee rivoluzionarie del calcio totale, con la zona e il 4-4-2, quelle che aveva applicato anche da dilettante, da Fusignano, Alfonsine, Bellaria, Rimini C1, giovanili Cesena e Fiorentina. Ha parlato in pillole dell'umanità dei suoi campioni, da Gullit a Franco Baresi, di Virdis (col suo solito libro) e il Tassotti di una famosa battuta.
Insomma un Sacchi estremamente disponibile, come quando l'assessore Levisaro gli ha fatto da cicerone per le strade di Adria e quando ha accettato di far visita improvvisa a Massimo Moschini, presidente del Bottrighe. Poi della serata al Panathlon, diciamo solo che sulle pareti dell'International Raceway (l'autodromo di patron Altoé) scorrevano le immagini e le foto del Grande Milan e della Nazionale di Sacchi , compresa la delusione per la sconfitta ai rigori col Brasile ai Mondiali del 1994 negli Stati Uniti.

E Sacchi ha risposto alle tante domande degli ospiti, tra i quali Maurizio Moneto vicepresidente del Panathlon International,  il dottor Luigi Cremonini, Viscidi già allenatore del Vicenza, Sandro Fioravanti di fede viola, Francesco Zambelli, Sergio Cester, ma soprattutto dei tifosi rossoneri, su Van Basten e Gullit, Baresi, Maldini e Berlusconi.
Risposte spesso in mix ironia-messaggio, anche quando qualcuno gli ha ricordato il famoso slogan 'occ. pazienza, bus de cul'. Ribadendo la sua filosofia sul calcio:" Anche a Rimini si facevano 300 allenamenti all'anno; solo il lavoro per grandi obiettivi paga. Io ho solo avuto la presunzione di sperimentare quello che pensavo, poi la fortuna può diventare un merito se si fa di tutto per ottenerla".
Gli è stato anche chiesto se era meglio il calcio dei Sivori e dei Boniperti, cioè quello dei fantasisti alla Baggio, e il dottor Sacchi (honoris causa ad Urbino) ha parlato di 'velocità, movimento, iniziativa a tutto campo, gruppo e individualismo' ribadendo che è l'obiettivo principe è la 'funzione collettiva',

Poi tra schegge e blob, Sacchi ha detto della diversità tra allenatore di club e selezionatore della Nazionale, del suo intervento per la cessione di Adriano dal Parma ( in difficoltà) all'Inter piuttosto che al Chelsea. Tornerà ancora il pista ? Sacchi ha detto che attualmente non ha 'quei grandi stimoli che occorrono per cercare grandi obiettivi'. Quando ha ricevuto una telefonata e ha riferito che …Ancelotti 'vuole vincere tutte e tre le partite, ma …lui non è un veggente'.
Germano Bovolenta invece sì, perché …sarà part time tra il Mondo e il  Bassopolesine dopo aver seguito i Mondiali in Germania per la Gazzetta dello Sport, combinando la passione per i musei della moglie Mirella>>.

EXTRATIME/ La cover è per Arrigo Sacchi premiato dal presidente Flavio Zampieri. Quindi la fotogallery mostra una delle rare immagini di Arrigo Sacchi in versione calciatore. Magari lui, con la sua consueta ironia, ci scherzerebbe sopra mettendo a confronto “pelota & pelata”, ma gli va sicuramente riconosciuto, a mister Sacchi, di aver inventato la ‘zona’ e conseguentemente il new deal del calcio moderno ‘a prescindere’ dai campioni a disposizione. E che l’Arrigo ha promosso ‘raccontandolo e spiegandolo ‘ in tour agli addetti ai lavori, come ha fatto anche in casa Spal, come documenta la foto che lo ritrae assieme a Luciano Cazzanti il ‘talent scout’ del settore giovanile creato dal Commendator Paolo Mazza.

Invece per quanto riguarda l’evento adriese, lo mostriamo in municipio mentre firma l’albo d’onore Sacchi con, da sx, il sindaco Lodo, Boarini e Flavio Zampieri. E poi in una ‘fermata’ durante la passeggiata sul corso, nella foto che mostra da sx il sottoscritto Sergio Sottovia, Massimo Moschini presidente del Bottrighe, Arrigo Sacchi, l’assessore Lovisaro e qel Germano Bovolenta che poi mostriamo nella TOP 11 in un’altra conviviale in cui ci siamo ritrovati assieme ai suoi ‘storici’ amici del Delta del Po tra i quali Negri , i fratelli Cester e i portieroni Gino Bovolenta e Ottorino Veronese. A chiudere la fotogallery in casa Panathlon Adria, mostriamo il “campione & Signore” Germano Bovolenta premiato tra Flavio Zampieri e Valmore Rossi, ed infine la foto ricordo col sottoscritto a sx, al fianco di Valenti, Sacchi, Guido Fraccon de IL Gazzettino, e Graziani. Giusto per onorare il trio Sacchi, Valenti, Graziani, lo storico staff tecnico Made in Romagna. Mentre va ricordato che successivamente Germano Bovolenta è stato premiato col Leone d’Argento, sempre dal Panathlon Club di Adria



01.05.2006



Sergio Sottovia
www.polesinesport.it