AZZURRI made in Panathlon RO by SS/ Lauro Bordin vincente 3 tappe nel Giro d’Italia (a Rovigo dopo 419 km) + Giro di Lombardia 1914 e GP Roma/ Corse 11 Giri + 2 Tour de France e …fotografo a Lascia e Raddoppia con Mike Bongiorno


Epopea del ciclismo , agganciata ai primi Giri d’Italia e al Tour de France addirittura del secolo scorso.  Tutto questo vi raccontiamo nel con questa nostra Lauro Bordin Story , come l’abbiamo raccontato nel libro story “60 Anni di Panathlon Rovigo 1959-2019” ovviamente in versione “Azzurro” , praticamente il 6° in scia a quelli già raccontati dal sottoscritto sempre qui su questa rubrica, dove pubblicheremo subito a seguire quelli raccontati in modo speciale da Ivan Malfatto, l mio compagno di viaggio nel citato libro Panathlon Rovigo raccontando anche gli “Olimpici e Paralimpici” che vi proporremo anche qui sempre in sequenza.
Per un viaggio da ‘antologia’ , tanto più che poi Ivan Malfatto, il giornalista de Il Gazzettino è entrato a far parte dei componenti della Giuria per il Premio Bancarella 2020, giusto per valutare i sei noti finalisti.

Tutto questo in omaggio al Panathlon Rovigo che perciò citiamo nel titolo, e perché con Raffaello Salvan abbiamo anche raccontato nella rubrica Polesani nel Mondo tutto il lungo viaggio di ciascuno dei Dodici Presidenti che si sono succeduti , a partire da Eugenio Zuolo fino all’attuale Gianpaolo Milan che ha avuto l’orgoglio e la pensata di coinvolgermi nella pubblicazione del citato Libro Story.
Detto questo , ecco a voi Lauro Bordin, rimandandovi all’Extratime e in aggancio alla fotogallery per ulteriori brevi commenti dedicati al seguente nostro ‘corridore-artista’  partito da Fetonte City per essere bravo in volata …tra due secoli.

 

 

 

06_SESTO  “AZZURRO” PRO PANATHON RO - by SS / LAURO BORDIN - CICLISMO
Avevo incontrato Riccardo Bacchelli mentre Sandro Bolchi girava ‘Il Molino sul Po’ , poi mi sono capitate tra le mani le fotografie ‘scattate’ da Lauro Bordin ai corridori dei primi Giri d’Italia, da Ganna a Galetti, Binda, Guerra, Girardengo e poi Bartali e Coppi…
All’epoca in cui stavo scrivendo la storia di Tullio Biscuola per il 50° del Panathlon Rovigo mi è venuto incontro la storia di Lauro Bordin, che mi ha fatto andare a ritroso fino a Luigi Masetti.

 

 

 

Il cicloturista originario di Trecenta , nato 28 dicembre 1864, ed emigrato all’età di 20 anni prima a Milano e poi in Svizzera e che col suo ‘bicicletto’ ha girato il mondo da beniamino di Eugenio Torelli Violler, fondatore e direttore del Corriere della Sera. Infatti Masetti nel 1892 compie un giro cicloturistico d‘Europa (Milano-Parigi-Berlino-Vienna-Milano), nel 1893 Milano-Londra-New York-Chicago (dove incontrò il presidente Grover Cleveland) e ritorno a Milano.
Poi altri ‘viaggissimi’ come Alpi-Piramidi-Milano, Ceuta – Capo Nord - Bosforo …dove ha incontrato anche Tolstoj.

 

 

 

Due personaggi , Masetti e Bordin, che si sono poi ‘affiancati in bici’ sulle strade polverose del Polesine , come ad ottobre del 1904 quando il cicloturista con la mantellina accompagnò dal Passo di Pontecchio fino a Rovigo il giovane Lauro-studente.
Praticamente Masetti, il cicloturista ottimamente raccontato nel libro di Luigi Rossi , originario di Grignano  e filologo-professore di italiano a Bochum in Germania, ha ‘tirato la volata’ per la carriera del giovane Lauro e per questa Storytelling dedicata al corridore-artista Bordin tra gli sportivi Top of the Tops Made in Polesine.

 

 

 

Personaggi universali quindi, peraltro entrati nella leggenda, come appunto Lauro Bordin, tant’è che quanto raccontato su di Lui dal sottoscritto più volte su www.polesinesport,it è stato  intercettato e riproposto non solo da wikipedia, ma anche da ‘museociclismo’ e da “Paolo Furnò & Ass. Culturale 28 maggio 1914” che hanno riproposto con vestiti e bici d’epoca  “la più lunga fuga solitaria nel mondo” , appunto quella fatta da Lauro Bordin ben 100 anni prima nella massacrante tappa Lucca –Roma.

 

 

 

Una fuga impensabile e impossibile e che vi proponiamo ‘vissuta dal di dentro’ perché raccontata così dallo stesso Lauro Bordin:” …Nella terza tappa, la Lucca- Roma di 430 chilometri, ci trovammo costretti ad alzarci prima di mezzanotte… …ad Altopascio, ad un passaggio a livello chiuso, il casellante non volle sentire ragioni e, aiutato dai familiari, cominciò a distribuire botte a quanti tentavano di scavalcare lo sbarramento di ferro. A me fu però possibile buttare la bicicletta oltre l’ostacolo…Mi trovai così in fuga… quasi senza volerlo, e sarebbe stata una pazzia sperare in un risultato positivo, in quanto al traguardo mancavano ancora 400 chilometri. Solo, al buio come mi trovavo… Dalla macchina cominciarono ad accompagnare il ritmo delle mi pedalate cantando, così come si usa fare per i marciatori delle 100 chilometri affinché non si addormentino”.

 

 

 

Poi il vantaggio  Firenze era di 7 minuti, ad Arezzo di 17 , a Perugia di 28…e c’era vento contrario…
Ha scritto infine Lauro nel suo libro:” Ed avvenne l’inevitabile: a 50 chilometri da Roma fui raggiunto dai primi sette ed a me non restò altro che la soddisfazione di aver compiuto la più lunga fuga solitaria che mai si sia registrata nel mondo in quanto protrattasi per qualcosa come 360 chilometri. Ero accecato dalla fame…Finì che, scorta un’osteria, mi arrestai e perdetti non poco tempo per farmi dare pane, salame e formaggio. Sempre da solo ripresi poi l’inseguimento e giunsi a Roma due minuti dopo Girardengo che vinse davanti ai sei rimasti con lui.>>.

 

 

 

 
Anche per questo ogni volta che il Giro d’Italia passa per Rovigo il sottoscritto ha sempre pensato a Lauro Bordin, perché è nato a Crespino il 7 luglio 1890 ed è morto a Milano il 19 maggio 1963, perché è stato un ottimo corridore su strada, fotografo e giornalista italiano.
Epopea del ciclismo, quella con Lauro Bordin professionista dal 1910 al 1924, protagonista in diversi Giri d’Italia e che si è meritato , praticamente ad un secolo dal suo esordio questa speciale Storytelling già pensata 21 maggio 2010 quando titolai “Bordin Lauro, lascia Selva, vince al Giro d'Italia e raddoppia con Mike Bongiorno”.
Questo è stato “Bordin Lauro winner Giro Lombardia, Milano-Torino + 3 tappe Giro d'Italia”, prima di passare dalla cronaca alla storia come corridore-artista.

 

 

 

Per la cronaca Lauro Bordin sul traguardo della Milano – Torino , nel 1913, è stato sprinter vincente nel 1913, dopo ben 216 km , corsi in ore 7 8’ 24 ‘’, alla media di 30, 252 km orari.
Poi Bordin è entrato nella storia del Giro d’Italia vincendo la tappa Ascoli – Rovigo,
rimasta nella storia del ciclismo epico. Pensate: quella tappa era lunga ben 419 chilometri. Massacrante! E pensare che in precedenza Bordin nel corso della Napoli – Bari si era preso una insolazione e, a causa di una forte emorragia, i medici gli avevano consigliato addirittura il ritiro.

 

 

 

Ma come poteva scontentare i tanti amici polesani? E allora Lauro farà quello che cercherà di fare durante la sua lunga vita da ‘ Corridore artista’.
Cioè correre e…vincere. E’ stato così sul traguardo di Rovigo, come sulle strade del Giro del Tour de France e delle varie corse in linea, finanche da ‘veterano’  e sulle strade dell’amato Polesine, dov’è ritornato a ‘correre’ per gli amici e nelle sere d’estate.

 

 

 

Certo, spesse volte il Giro è come la vita: passa, ti fa festa , ti fa gioire , ma poi …non ti guarda più quando non sei più sul palcoscenico. Ma chissà che il Panathlon non riesca a far dedicare a Lauro Bordin una prossima tappa del Giro d’Italia con arrivo a Rovigo!
Come lo scrissi peraltro nel prologo l’ultima volta che il Giro passò da Rovigo , quando pubblicai su www.polesinesport.it  questa Lauro Bordin Story che vi ripropongo pro corridore-artista, rappresentante di un ciclismo Made in Polesine onorato poi dai successi di Benito Pigato e Massimo Ghirotto passati dalla Mantovani al Mondo professionistico.

 

 

 

LAURO BORDIN IL CORRIDORE – ARTISTA …LA SUA STORIA , PASSANDO DALLA CRONACA ALLA LEGGENDA CON UNA STRAORDINARIA LUNGHISSIMA FUGA “IN SOLITARIA” AL GIRO D’ITALIA !NIL GIRO SUO GIRO .
 “ Ecco, oggi passa il Giro (ndr, 21.05.2010) , e allora noi onoriamo Lauro Bordin, anzi dedichiamo la tappa di Rovigo a Lauro Bordin raccontandone la Storia, perché troppo spesso anche i Grandi Campioni hanno bisogno di non sentirsi soli.
Come purtroppo è successo a Lauro Bordin, che è stato un Grande e che la morte ha colto , una mattina del maggio 1963 nella Grande ( e a volte vuota) Milano, in una stanza dell'ospizio dov'era ricoverato da qualche tempo. Aveva in mano una radiolina: voleva sentire la cronaca della partenza del suo Giro d'Italia.

 

 

 

Lui Bordin, che era stato un asso del ciclismo eroico dei tempi di Ganna , Galetti, Girardengo, Bottecchia, Pavesi. Lui che era nato a Selva di Crespino nel 1890 frequentò le Scuole tecniche a Rovigo ( poi Di Rorai) andandoci in bicicletta
La storia racconta che poi Lauro Bordin partecipò nel 1907 alla Milano - Desio e ritorno, dove arrivò terzo solo perché erroneamente allungò il percorso di ben 10 km. Lauro fu presto un nome del ciclismo italiano. Infatti nel 1911 partecipò al Giro d'Italia e vinse la tappa Bologna - Ancona battendo in volata il leggendario Pètit Brèton.

 

 

 

L'anno dopo vinse la tappa a Genova e nel 1913, sempre al Giro d'Italia, vinse appunto la massacrante tappa Ascoli - Rovigo ( di ben 419 km), un trionfo in Polesine. Nel campionato italiano arrivò secondo alle spalle del grande Girardengo sempre tricolore dal 1913 al 1925. Nel 1914 , dopo essere passato alla storia per una fuga solitaria lunghissima al Giro d'Italia ( ben 350 km e fu raggiunto a 30 dall'arrivo), Lauro si aggiudicò il Giro di Lombardia alla media record di 32,900 km ora , sulle 'strade di allora'. Arrivò terzo nella Milano - Torino del 1915, lo stesso anno in cui vinse la Milano - Brinzo - Milano e il Gran Premio d'Autunno.

 

 

 

Poi tutto si fermò per la Grande Guerra Mondiale, ma lui Bordin ha ripreso a correre fino al 1924, facendo registrare nel 1922 un'altra partecipazione al Tour de France ( la prima nel 1910, abbandonando in entrambe). E soprattutto tornando a vincere come nel Gran Premio di Roma ( 1918), la Milano Varese ( 1918), la Torino - Arquata a cronometro e la Monza - Erba - Montevecchia sempre nello stesso anno.  
Avendo respirato aria d'artista dallo zio materno Stefano Gobatti ( grande compositore polesano sui palcoscenici storici, dal Regio di Parma alla Scala di Milano , dal Regio di Torino al Carlo Felice di Genova), il ciclista Lauro Bordin si trasformò a Milano in fotografo tra grandi personaggi ( Amedeo Nazzari, Orson Welles, Maurice Chevalier) e grandi palcoscenici.

 

 

 

Tant’é che con la sua 'zazzera bianca' era inconfondibile tra i fotoreporter della popolare trasmissione televisiva 'Lascia o Raddoppia' ( fine anni '50), tra Mike Buongiorno presentatore e la valletta Edy Campagnoli.
Una vita che Bordin aveva raccontato in un libretto dal titolo "Carriera di un corridore- artista; 50 anni di vita ciclistica - da pittore a corridore - da fotoreporter a …Lascia o Raddoppia?".
Da fotografo al seguito del giro - racconta La Repubblica - chiedeva spesso 'passaggio' alle macchine al seguito.

 

 

 

Purtroppo, nell'eclissi della vita, per Lauro Bordin da Selva di Crespino, corridore professionista con le case ciclistiche Legnano, Stucchi, Maino, Bianchi, ci fu anche la cecità e la povertà, finché, come abbiamo detto, la morte lo colse in quell'ospizio di Milano,  quella mattina di maggio con la radiolina in mano, mentre il Giro d'Italia partiva senza aspettarlo.
Ma oggi il Giro, partendo da Ferrara, passa per Rovigo, proprio dove vinse Bordin, alla maniera che lui da ‘maturo’ ha raccontato più volte d’estate, quando si divertiva ad  arrivare in bicicletta da Selva fino in Piazza Fetonte, a Crespino.

 

 

 

FLASH AMARCORD: LAURO BORDIN HA DESCRITTO COSI’ LA SUA VITTORIA “CASALINGA” NELLA TAPPA ASCOLI – ROVIGO 
 
Una vittoria, quella della tappa Ascoli – Rovigo che lo stesso Lauro Bordin ha raccontato per filo e per segno nel suo libro “Corridore-Artista” da cui estrapoliamo i seguenti fatti significativi da Lui sottolineati:…
E cioè che da Ascoli il via avvenne all’una dopo mezzanotte. Che vento e grandine’investirono’ i corridori verso Ancona, poi …sole e polvere a rendere asfissiante la traversata della Romagna….

 

 

 

Che Oriani, il suo capitano e primo in classifica davanti a Pavesi, cadde e …addio Giro d’Italia ( …pensava Bordin ) ; ma Oriani poi si riprese e ‘la sua squadra’ dopo essere rientrata sui primi a Bologna, a 15 km dall’arrivo prese la testa e …non la mollò più.
Finché è arrivato lo straordinario successo di Lauro Bordin , da lui stesso raccontato così nel suo libro:” Malgrado l’emorragia al naso, quando imboccammo l’anello dell’Ippodromo (ndr, lo stadio di Via Tre Martiri ora dedicato a Gabrielli) … le forze si moltiplicarono alle grida dei 30.000 spettatori che in coro mi incitavano a vincere…A 400 metri dall’arrivo un urlo solo:” Forza Lauro” .

 

 

 

E Lauro raccontò poi che …gli parse di aver volato sin sul traguardo. Aveva vinto lui. Fu portato in trionfo , vittorioso tra i suoi polesani. E la soprano Gargiulo gli offrì la palma della vittoria.
Ecco , questa è la musica che ‘suona e canta’ tutt’ora il Giro ogni volta che attraversa il Polesine o il Delta del Po, habitat cicloturistico patrimonio dell’Unesco e …nel ricordo di Lauro Bordin corridore-artista.

 

 

 

APPENDICE FLASH STORY ( by wikipedia ) PALMARES DI LAURO BORDIN

1911
Circuito Euganeo
8ª tappa Giro d'Italia (Bologna-Ancona)
1912
Giro del Polesine
6ª tappa Giro d'Italia (Firenze-Genova)
1913
Giro del Polesine
8ª tappa Giro d'Italia (Ascoli Piceno-Rovigo)

1914
Giro di Lombardia

 

 

 

1915
Coppa d'Inverno
Coppa Lugano
Gran Premio d'Autunno
Milano-Brinzio-Milano
1918
Criterium Reale di Chiusura
Monza-Erba-Montevecchia
Milano-Varese
Gran Premio di Roma

ALTRI SUCCESSI
1918
Criterium Reale di Chiusura
Torino-Arquata (cronometro a squadre)

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover in trio da sx Dario Mantovani, Fausto Coppi , Lauro Bordin, anche perché ci permette di ricordare che a Rovigo , il 25 ottobre 1949 è stata organizzata la “Grande Riunione degli Assi” , con Montepremi addirittura di 1.000.000. di lire ( già raccontato in altra sede sempre qui su www.polesinesport.it ) ,come altre Story con relativa ampia fotogallery dedicata al corridore-artista polesano).
Al quale dedichiamo in fotogallery una serie di altre immagini , che ne testimoniano la sua carriera sia da ciclista che da fotoreporter.
Partendo dal giovane Lauro Bordin, , in bici a fianco della sua Ammiraglia, winner 1910 del Circuito Euganeo poi vinto tre volte e che gli ha permesso di incassare un premio complessivo di eccezionale valore per quei tempi e rapportato ai giorni d’oggi.
Per una bravura poi certificata anche da una carriera di prestigio, di cui vi diamo certificazioni anche con le Classifiche , performance e vittorie di tappa, sia al Giro d’Italia ( vedi by Gazzetta dello Sport 10.06.2010, con l’ottavo posto finale ‘pur con qualche problema fisico) che al Tour de Francia ( vedi datata 6 luglio 1910 , cronaca e classifica Roubaix - Metz, seconda tappa) .
Per una carriera che ha visto Bordin nell’edizione 1911 ( terzo posto finale a squadre) vincere la tappa Firenze – Genova, la prima delle sue tre tappe al Giro d’Italia vinte in carriera, peraltro con diverse ‘maglie’ e in squadra con grandi campioni:

 

 

 

 

Come documentiamo proponendovi Lauro Bordin nel sestetto del team griffato “Senior Pollack” al Giro del 1911 e poi con la maglia della Gerbi, stavolta in foto poker, al Giro d’Italia 1912, mentre al Giro d’Italia 1913 ha corso con la maglia della Maino insieme al supervincitore Girardengo & company ( vedi didascalia incorporata).
Anche per questo eccovi ancora Lauro Bordin insieme a  Costante Girardengo, rispettivamente secondo e primo classificato nella corsa valida per il titolo di Campione d’Italia 1913 ( la prima delle sue 9 vittorie consecutive) , oltre che Lauro Bordin festeggiato da Carlo Oriani che si congratula col polesano dopo la vittoria sul traguardo di Rovigo , nella tappa lunga 419 km perché partita da Ancona, di fronte a tanti spettatori entusiasti ( vedi foto a Rovigo) .
A questo punto vi proponiamo lo sprint, col terzo posto di Bordin all’arrivo della Milano –Torino, mentre con riferimento alla straordinaria annata 1914, vi proponiamo subito due immagini della  sua storica lunga fuga , durante la tappa del Giro d’Italia da Lucca a Roma ( certificata anche da un ‘disegno’ su La Gazzetta dello Sport ) .
Con a seguire due immagini relative alla sua vittoria nel Giro di Lombardia 1914 ( sprint in kit festeggiamenti coi tifosi e poi Lauro smile griffato Bianchi).
Altrettanto felice come nella successiva immagine, stavolta targato Dei , e winner Coppa d’Inverno 1915.

 

 

 

 

Poi c’è stata la Prima Guerra Mondiale, che lo stesso Lauro Bordin ha raccontato così nel suo libro “Carriera di un Corridore artista”  : << All’inizio del 1915, dopo un ottavo posto in una sfortunata Milano –Sanremo ed un terzo nella Milano – Torino , venni richiamato alle armi come caporale presso l’8° Reggimento Fanteria di stanza a Monza. Potei ugualmente partecipare a qualche corsa, vincendo ad esempio la Milano – Varese – Brinziolo – Milano di 150 chilometri e la sfida tra dilettanti e professionisti dopo il polemico Giro di Lombardia 1914, sfida vinta da Belloni. Questo Belloni veniva ad aggiungersi a Giradengo rallentando lo sviluppo della mia carriera che, in ogni caso , avrebbe potuto darmi ben maggiori soddisfazioni se negli anni migliori per un corridore, e cioè dai 24 ai 29 anni, non fossi stato costretto a restrizioni dagli obblighi militari che gli stessi Girardengo e Belloni, ad esempio, ebbero modo di schivare per una serie di circostanze fortunate>>.
Fatto questo focus a certificare il valore storico del ciclista Lauro Bordin, ve ne diamo ancora certificazione poste bellica con due ‘crop’ by Gazzetta dello Sport  , la prima datata 26 agosto 1920 relativa ai primi 10 iscritti alla Milano –Torino , la seconda datata 26 maggio 19121 con Lauro Bordin arrivato settimo alla prima tappa del Giro d’Italia , quando imperava ancora Girardengo.
Per un Lauro Bordin che a conclusione della sua carriera lo proponiamo in versione poster datato 1924 al centro della scena insieme a tutti i corridori targati ‘Bordin’ , cioè la sua scuderia/squadra.
A completamento di una carriera che documentiamo con Lauro Bordin in tandem kit con sé stesso e la certificazione di tutte le maglie/squadre dallo stesso indossate durante la sua lunga carriera ( dal 1909 al 1924) nel Grande Ciclismo del secolo scorso.

 

 

 

 

Poi per Lauro Bordin , appassionato di fotografia, c’è stato ..la sua passione in corsa al Giro d’Italia, che documentiamo sull’Ammiraglia della Bianchi e anche con la sua bici nella neve per seguire luna corsa campestre ( come documentato in flash anche in altre sue Story raccontate sempre qui su www.polesinesport.it in altre precedenti rubriche).
Lui che comunque ha corso ancora tra gli Amatori ( eccolo in foto all’Idroscalo di Milano nel 1945, oltre che essere stato fotografo protagonista durante tante tappe da LUI seguite al Giro d’Italia , d cui proponiamo alcune immagini coi noti campioni dell’epoca.
Come in trio Bordin, Girardengo, Belloni e poi al Giro d’Italia 1955 suo targuardo a Genova insieme ai mitici Guerra, Bartali, Belloni.

Lui Lauro Bordin originario di quella sua Crespino dove ogni tanto lo incrociavo e che Lui ha ‘promosso’ anche sostenendo varie corse relative ai Dilettanti ; come quella che vi proponiamo in flash con sfondo ‘campanile’ del paese che ha certificato il “Mito di Fetonte col suo carro” nello stemma del Comune.

 

 

 

Lui Lauro Bordin che è stato grande sia corridore che come artista ( aveva anche la passione per la pittura… vedi foto) e che è stato il fotografo ‘preferito’ di Mike Bongiorno durante lo storico programma televisivo “Lascia o Raddoppia” ( eccolo tra Mike e l’annunciatrice Edy Campagnoli, moglie del portiere Lorenzo Buffon ).

Ecco allora, che, per tutto quanto sopra, sarebbe normale pensare che a Rovigo, nel prossimo passaggio del Giro d’Italia 2020, il traguardo volante nel capoluogo polesano venisse dedicato a Lauro Bordin, così come al suo paese natale, il Comune di Crespino, gli intitolasse una via ( ma non è stato fatto neppure per i ‘carbonari’ Felice Foresti e Giovanni Bacchiega che furono in carcere allo Spielberg con Silvio Pellico come il Maroncelli da Fratta Polesine).
Perché questo nostro sollecito ai Sindaci e alle Istituzioni? Semplicemente perché tutto questo sarebbe nuova cosa buona e giusta, e orgoglio anche per questa Storytelling & Polesinesport.it International;  ma…il nostro amore per Memoria storica e Cultura da tramandare non appartiene al cielo, là sopra le nuvole dove c’è il sereno e l’orgoglio di una ‘Città Unica’ che onora i suoi padri migliori, per far maturare i suoi figli in  terra.

 …

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it