”Beata” Maria Bolognesi by suo Diario story e omelie di padre Tito Sartori (PARTE SECONDA)/ La Vita come problema, dal Battesimo alla sua ‘Comunione’ condividendo la crocifissione di Cristo, con fede per perdonare e salvare l’Uomo


Dopo avervi già proposto sia la Beata Maria Bolognesi Story che le prime 15 Omelie di Padre Tito Maria Sartori, postulatore della causa di Beatificazione di Maria Bolognesi, partiamo anche con le successive sue ‘Omelie’ sottolineando da subito che, seppur in tempi successivi, molte sono state declamate nella Chiesa di San Francesco e Santa Giustina a Rovigo e anche nella Chiesa di San Sebastiano a Bosano.
Evidenziando che ciò fa pensare a minor numero di ‘ripetizioni’ storiche sulla Beata Maria Bolognesi mentre gli approfondimenti spirituali assumono uno sviluppo integrativo ed evolutivo step by step, con riferimento sia al “Diario” di Maria Bolognesi che alle ‘testimonianze’ di cui è venuto a conoscenza Padre Tito Sartori, postulatore della stessa ‘causa di beatificazione’.
Proponendovi peraltro in “Prologo alle Omelie” la spiegazione che lo stesso Libro scritto da Padre Tito Maria Sartori sulla Beata Maria Bolognesi propone in retrocover, perché evidenzia incroci mistici e fatti di vita quotidiana ‘certificati’ sia dal Diario di Maria che da altre testimonianze.
Fermo restando che alcune testimoniane le aggiungiamo ‘brevemente’ anche noi perché segnalateci direttamente da Personaggi che hanno ‘incrociato’ tra Bosaro, Crespino, Rovigo la stessa vita quotidiana e familiare di Maria Bolognesi, fatta di miseria, devozione e servizio ai poveri.
Un viaggio, il nostro sulla vita della Beata Maria Bolognesi, che prima pensavamo di proporvi in Sue Puntate, poi in Tre Puntate e adesso… vi rimandiamo alla Prossima quarta e ultima puntata.
Anche perché …era giusto così, visto che siamo venuti a conoscenza di qualche altra testimonianza diretta e che riteniamo ( come abbiamo fatto in questa Seconda Puntata delle Omelie) sia giusto consegnare alla storia e alla conoscenza, sia dei nostri lettori che dei devoti della stessa Beata Maria Bolognesi, alcuni dei quali hanno lasciato ‘testimonianza scritta’ anche nel ‘memoriale’ a disposizioni di tutti nelle Chiesa di Bosaro, dove Maria viene venerata da tanti visitatori.

 

 

 

PROLOGO ALLE OMELIE -  FLASH STORY ( testo by retrocover – Libro di Tito M. Sartori, Editrice VELAR, giugno 2017) / LA POVERTA’ TERRENO DI INCONTRO DELLA BEATA MARIA BOLOGNESI CON GESU’
La caratteristica delle 30 omelie qui presentate è data dalla visione simultanea della dimensione biografica con quella ascetica e mistica della Beata Maria Bolognesi.
E’ preoccupazione costante dell’autore di unire l’aspetto individuale dell’esperienza vissuta dalla protagonista con quella attinente alla vita di ciascuno di noi, con le difficoltà che talvolta si incontrano nella vita di fede, nell’esercizio delle virtù cardinali e morali annesse, nello svilupparsi e talora nel rattrappirsi del proprio amore nel Signore.
E non solo.  Il tutto di una persona, nel caso della Beata Maria Bolognesi, è intrecciato con il tutto della società nella quale siamo chiamati a vivere. E’ il mondo delle relazioni sociali nel quale si concentra il rapporto tra Dio e l’uomo, e tra l’uomo e Dio.
In questo inevitabile rapporto viene a delinearsi la fisionomia vera delle persone. Nelle trenta omelie, partendo dalla esperienza della Bolognesi, si entra nell’esame diretto delle modalità attraverso le quali Dio entra nella vita di lei e lei risponde alla divina chiamata. In controluce, noi pure, attraverso il filtro della sua risposta, siamo indotti a riesaminare, come in un prisma, la modalità delle nostre stesse risposte all’invito divino.
La storia della Bolognesi, malgrado la distanza abissale con la quale lei, diversamente da noi, entrò in intimità con Dio, per molti versi rappresenta anche la nostra storia. La sua povertà, la sua generosità, la sua capacità di perdonare e di amare il prossimo a cominciare soprattutto da coloro che mai l’amarono, anzi la oltraggiarono e umiliarono, rispecchia quanto sia vero che l’amore supera tutte le difficoltà, riesce a pacificare il cuore e a seminare, lungo il sentiero talvolta scabroso dell’esistere, la bellezza di Dio nascosto anche nelle lacrime e nelle tristi situazioni della vita.
Il mondo della famiglia, della società della Chiesa con le luci altalenati del bene e del male viene affrontato nelle trenta riflessioni con l’intento di offrire una parola di conforto, di speranza, di luce.
E Dio sa quanto abbiamo tutti bisogno di ritrovare nella parola del Vangelo e nell’esempio offertoci dalla vita dei santi, la risposta al travaglio che noi pure, come accadde alla Bolognesi, siamo chiamati ad affrontate anche oggi, per rispondere all’invito divino.

 

 

 

ECCO CON RIFERIMENTO ALLE 30 OMELIE   - DAL LIBRO DI TITO M. SARTORI –- TUTTI I TITOLI, CON RELATIVE DATE, CHIESE E SPECIFICI RIFERIMENTI GEOGRAFICI & MISTICI  SULLA BEATA MARIA BOLOGNESI ( SECONDA PARTE “OMELIE DA 16 a 23”)
16_ L’eucarestia nella nostra vita ( 29 gennaio 2005) / Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
Il tema biblico domenicale ( sulla fede e su Abramo che obbedisce a Dio) diventa punto di partenza perché Padre Tito Sartori intrattenga sul “rapporto spirituale della Serva di Dio con Gesù eucaristico” e quelle parole divine “Fate questo in memoria di me”.
E con riferimento a Maria Bolognesi negli anni della sua fanciullezza e all’Eucarestia il viaggio della Omelia diventa un trittico sulla Prima Comunione: La Preparazione, La Celebrazione, L’Insegnamento.
Per parte nostra, con riferimento a LA PREPARAZIONE diventano significativi i seguenti pensieri della Beata Maria Bolognesi così testualmente scritti nel suo Diario.
<< Ogni domenica andavo alla Santa Messa e alla dottrina, ma non riuscivo ad imparare l’Ave Maria, la mia testa era dura, dura, pregavo così in silenzio:” Gesù Bambino, ti dono tutto il mio cuore, voglio crescere buona, pazienza se sono ignorante, ma tu vuoi bene a tutti, vero?” Questa è la preghiera di ogni giorno…
 E poi:<< Al mattino andavo a scuola, appena arrivata in paese compivo il mio primo dovere: entravo in chiesa davanti all’altare, non sapevo pregare, ma guardavo il tabernacolo e formulavo la mia preghiera in tanti pensierini d’amore per Gesù, poi passavo dalla Madonna del buon consiglio>>.
Quindi:<< Gesù Bambino, ti dono il mio cuore, voglio crescere buona, pazienza se sono ignorante, ma tu vuoi bene a tutti, vero?”.
Infine, sempre in uno speciale rapporto diretto quando chiese la guarigione della mamma:<<  Tu puoi, Gesù, guarire mamma, vero? Tu sei grande, hai resuscitato i morti, aiuta anche la mamma. Grazie , Gesù, aspetto la guarigione, me la darai vero? Io sarò sempre buona in cambio, te lo prometto>>.
Invece con riferimento a LA CELEBRAZIONE preparata dall’insegnamento delle Suore Canossiane, la piccola Maria quando domenica 22 maggio accede al Sacramento Eucaristico della Prima Comunione, scrive così sul suo Diario:<< Vedermi ai piedi del confessore e nel recitare l’atto di dolore piansi, offrendo il mio piccolo cuore a Gesù per l’indomani>>.

 

 

 

Tra tanta miseria in casa, tant’è che Maria racconta che “per passare la Santa Comunione …in casa c’erano due colombini. Con uno hanno comperato il vestitino bianco, con l’altro hanno dovuto pagare la sarta. Nessuno ci aiutava, nessuno ti guardava. Quanto desideravo di ricevere Gesù nel mio cuore, non sapevo contare i giorni e ne mancavano 12 per la grande festa. Su un pezzo di carta ho fatto n. 12 aste, ogni giorno ne toglievo una. Il nostro parroco era tanto buono, Monsignor Porta, credo di aver saputo solo l’atto di dolore, il catechismo per me era arabo”.
Aveva 7 anni la ‘povera’ Maria che affidava così i suoi pensierini al suo Diario:<< Avevo un mazzo di fiori, di tutti i colori. La strada era lunga, il tempo non passava mai, ero quasi impaziente. In Chiesa, ero la bambina più povera, ma anch’io avevo il cuore pieno di gioia come tutti i bambini. La Santa Messa: quanto ero emozionata! Non sapevo niente, ma sempre attenta. Alla S. Comunione piansi dalla gioia, finalmente anche il mio piccolo cuore portava Gesù Eucarestia e chiesi tante, tante grazie, di amare tutti, anche i nemici>>.
Poi ritornata a casa, Maria scrive:<< Arrivai a casa, tutti avevano pranzo nelle loro case, da noi nulla, ma ero tanto felice. La zia mi dava un po' d’acqua per rompere il digiuno. Sono corsa nell’orto dal caro nonno Luigi a dargli un bacetto…   Il nonno mi disse “ Mariolina, questo bel giorno non te lo dimenticherai mai, neppure un piattino di minestra per te”… Nonno, la minestra non c’è per nessuno , ma ho Gesù nel mio cuoricino… Povero vecchietto, mi ha fatto tanta pena.>>
Infine, con riferimento a L’INSEGNAMENTO, con riferimento a Maria e al suo correre festoso, padre Tito Sartori sottolinea che “La fede salva dal sentirsi una nullità, conferisce il senso della preziosità della propria vita, il valore inestimabile delle nostre azioni positive”.

 

 

 

17_ La vocazione ( 25 aprile 2005) / Chiesa Cattedrale dei santi Pietro e Paolo apostoli – Adria
Si parte dal peccato originale, con l’Uomo che viene liberato mediante il Cristo che muore e poi risorge. Spiega padre Tito Sartori che così il Signore  ci ha tolto la ‘colpa originale’ ma non ci ha sottratti alle conseguenze di quella colpa, cioè alle malattie, sofferenze, morte, fragilità che permangono. Questo è il nostro ‘calvario’ bisogna risalire il Golgota per raggiungere Cristo risorto. E allora qui si innesca la vocazione di ognuno. Non una, ma le molte vocazioni della vita per essere uomini, da sposati, da celibi, da vedovi, e la ‘chiamata’ ad essere sacerdoti Spiega Frate Tito:<< Ed allora, in questa salita del Golgota verso di Lui vedo la vita della Bolognesi. Chiamata alla povertà più spaventosa, più umiliante, e chiamata ad amare i poveri come lei, ad aiutarli perché lei, ricevendo aiuto, doveva trasmettere quell’aiuto agli altri>>.
Di questa ‘estrema povertà di Maria Bolognesi, qui il sottoscritto crespinese , come testimonianza diretta, potrebbe raccontarvi di ciò che mi ha detto prima di questo Natale 2020 l’ottuagenario B.C. ( abitava alla ‘Banchina’ di San Cassiano e sua mamma andava a domandare la carità come faceva la Beppa Samiolo mamma di Maria Bolognesi) , ricordando ancora lo ‘scopazlon' (scappellotto) ricevuto da Maria Bolognesi , da cui andava 'a scuola' in località Cavazze e di cui ha poi conservato religiosamente nel suo portafoglio il ‘santino’ della beatificazione.
Ebbene dico solo che poi il signor Tessarin da Porto Viro, già devoto di Maria Bolognesi in vita, gli ordinò una ‘stufa’ per regalarla a Maria Bolognesi ormai abitante a Rovigo dalla famiglia Mantovani e lui B.C. gliela portò volentieri ( vide anche Maria, ma non ebbe occasione di parlarle perché la consegna doveva essere gratuita e veloce).

18_ La vita come problema ( 21 ottobre 2005 ) / Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo apostolo – Rovigo
E’ questa la prima volta che Padre Tito Sartori celebra la messa nella chiesa della parrocchia di Maria Bolognesi.
E a proposito della “vita come problema” durante l’omelia il Padre Tito legge due ‘passi’ dal Diario di Maria datati maggio 1975.
Nel primo Maria scrive:<< Cerco di fare solo del bene alla spicciolata, non mando mai via un povero senza la bustarella, senza il vestitino; a volte, se non ho il rifornimento di indumenti, vado comperarglieli, e mi si accusa che sono pazza, o isterica. In fondo, questi superiori, non anno cosa ho passato io, loro non di certo hanno avuto la miseria che avevo in casa io,; non hanno ricevuto un cognome come è costato a me, senza colpa. Tutto questo patire mi è costato tante lacrime. In più, sempre malvista, per la tanta povertà; non capita, perché andavo in chiesa nei giorni feriali, solo i signori potevano andare in chiesa.    Questo nome di “sc-entrata” vale tutt’oggi. Tanti sacerdoti, suore, escono dal loro ministero : quattro chiacchiere e tutto finisce; sono dei bravi. Piuttosto che essere cattivo sacerdote, meglio che se ne vada a formarsi una famiglia… Se guardassimo quello che capita nel mondo e si pregasse di più, Gesù sarebbe più contento di noi, invece siamo egli egoisti, mangiare e bere e soldi in tasca, mormorando di chi può fare un po' di bene attraverso dei sacrifici>>.
Ecco perché Maria Bolognesi pregava tanto il suo Gesù e si sacrificava per ottenere qualcosa per gli altri, i poveri,, i bisognosi ma anche per i sacerdoti che rappresentando la Chiesa dovevano essere migliori di quello che erano…

 

 

 

Come spiega la stessa Maria anche nella lettera sempre datata maggio 1975 spedita a Monsignor Balduin, suo padre spirituale e che recita testualmente:<< In questo periodo, vediamo dei disastri tanto dolorosi, e questo ancora non è nulla, il peggio lo avremo fra non molto. Gesù non sbaglia, non mentisce. Padre, di questo dobbiamo preoccuparci, mi perdoni se la disturbo, ma da sola non ho mai camminato, sono piccola e tanto miserabile, i binari sono lunghi, per arrivare alla vetta ci vuole tanto tempo e questo tempo è prezioso, non voglio perderlo inutilmente ma dare a Gesù del bene più che posso >>.
E ad un prete che le portava la Comunione in casa, Beata Maria si confessa così nel suo Diario:<< Vengo a ringraziarla del bene fattomi, il lungo inverno chiusa in casa, anche se pioveva, quando arrivava lei con Gesù, vedevo il sole. Non c’è nessun cibo così gustoso e profumato: che gioia senza fine. Grazie, grazie! Cerchiamo di essere buoni senza perdere tempo; cerchiamo di amare tutti fino in fondo, senza sosta; facciamo sì che la nostra vita sia spesa sempre e solo per Gesù e la Mamma Celeste>>.
19 _ Il dono del Battesimo ( 26 dicembre 2005) /  Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
Ha detto subito nell’omelia Padre Tito:<<In questa chiesa, 81 anni fa, Maria Bolognesi fu “battezzata” nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo>>.
Praticamente col Battesimo viene ‘ricostituito’ quell’ordine che era stato ‘disordinato’ dal peccato originale. E così col Battesimo siamo tutti consacrati a Dio, destinati a Dio, compito della Maria Bolognesi per tutta la vita fu quello di realizzare “innocenza-espiazione”. E a capire noi tutti che la nostra vocazione cristiana è di rispondere all’amore del Signore come ha risposto lei, senza cercare notorietà alcuna.

 

 

 

20_ Capacità di perdonare ( 30 gennaio 2006 ) / Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
Nel vangelo di parla di un indemoniato come lo fu Maria Bolognesi . E nell’omelia Padre Tito Sartori parla del perdono, raccontando di quanto abbia ‘perdonato’ la Beata Maria in vita, anche i suoi nemici.
Ed ha citato la morte di don Bassiano Paiato , a settembre 1961, all’età di 95 anni e ‘padre spirituale’ di Maria Bolognesi che nel suo Diario ne ricorda così l’importanza:<< Quel vecchietto mi ha diretto per molto tempo,  enei momenti più difficili più duri e difficili rammento che era calmo e mi diceva sempre:” Figliola, ti raccomando l’obbedienza, e sii generosa, anche per tante lotte, ama tanto i tuoi nemici”.  Quelle parole mi allargavano il cuore e nei momenti di tante calunnie mi sentivo fiera, come tutto fosse nulla. A momenti però mi chiedevo: Ma che abbia ragione la gente a dire che sono una scema? Che sono una indemoniata? Meditai:”No, sento proprio di amare Gesù, profondamente£, e tra tanti pianti e dolori andavo in cerca solo di Lui, Padre di tutti.>>.
Ma parlando del perdono e di Maria Bolognesi dobbiamo ricordare anche don Sante Magro, perché i comportamenti del curato di San Cassiano che nel periodo in cui Maria era ‘indemoniata’ ebbe atteggiamenti aggressivi e alle volte cattivi anche rimproverandola direttamente dal pulpito durante le prediche. Ma quando don Sante nel luglio del 1955 era all’Ospedale di Rovigo sul letto di morte, non esitò Maria ad andarlo a salutare, mentre già in data 30 aprile 1948 FU PROPRIO GESU’ AD APPARIRE a Maria e dirle…quello che la stessa Maria ha poi scritto così sul suo Diario:<<  Maria, tu devi pregare tanto, tanto per don Sante, per tante cose. Dimmi Maria, qual è il tuo cibo che prendi al giorno?” “ Gesù, sono dieci giorni che vivo con acqua e zucchero, tra la scuola, perché non voglio che i bambini siano sacrificati per me, tra queste cose, mi dispiace molto per la famiglia dei Piva”. “Maria, la famiglia dei Piva sopportano come lo fai tu”. “Sai, Gesù, la carne sente i rimproveri, la bocca la posso tenere chiusa e far silenzio; quello che ci atterra è dovere dimostrare di accettare tutto con grande disinvoltura; riesco bene anche a questo, ma quando mi trovo sola, piango”.  “ Maria, avrai ancora molti dispiaceri, sei stanca?” . “No, Gesù, per amore Tuo dammi quanto vuoi; chiedo tanto il TYUo aiuto per attraversare ogni ostacolo, voglio vivere sono per amarTi”. “Maria, vuoi bene a don Sante?” . “Sì, Gesù, tanto, tanto, come se tutto quello che ha fatto fosse una carezza” >>.

Poi nell’omelia sul ‘perdono’ Padre Tito Sartori racconta di quando Maria Bolognesi abitava negli anni 1943-1947 al centro di Crespino in quella che sul suo libro vien definita ‘colonia agricola’ e che un mio amico crespinese (A.F. ottuagenario) che giocava assieme ai fratellini di Maria la ricorda bene col nome  ‘LArena’. E che ai sassi delle finestre di casa Bolognesi c’era una anche una donna che poi andrà a chiedere aiuto alla stessa Maria quanto abitava con la famiglia Mantovani a Rovigo e , sempre Maria la aiutò donando un pacco per i suoi tre piccoli bambini poveri.

 

 

 

 

21_ La spiritualità di Maria Bolognesi ( 21 ottobre 2006) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
Partendo da come è costituito il ’corpo’ della Chiesa, al servio di Cristo che ne è il suo capo, Padre Tito Sartori si domanda “ A quale speranza Egli chiamò Maria Bolognesi? Come inserì Maria Bolognesi nel corpo mistico di Cristo?”. E a tal proposito cita le seguenti parole che proponiamo in fotogallery fotografate al sottoscritto a Bosaro e che  - anticipava così Padre Tito – “troverete scritte sul marmo, quando sarà benedetta la piazza dedicata, per decisione delle autorità civili, a Maria Bolognesi che disse:<< Voglio lavorare sempre per il bene delle anime, lavorare per i poveri, cercando l’ufficio che più pesa per farne un fioretto ed offrirlo a Gesù in riparazione per tutta l’umanità>>.
Parole già scritte da Maria nel suo Diario il 16 ottobre 1952 con riferimento alla Alluvione del novembre 1951 con le campagne del Polesine ritornate per un certo verso alla normalità appunto alcuni mesi dopo.
Per una spiritualità che aveva visto Maria dare la sua totale disponibilità, compresa la morte, a Gesù, di fronte a tante disgrazie (alluvione/famiglia Piva, setticemia/ Wanda Guerrato, paralisi/monsignor Rodolfo Barbieri) per le quali aveva chiesto la intercessione del Signore.
Però… Gesù in terra aveva bisogno del suo aiuto come dono della sofferenza.

22_ Condividere la crocifissione di Cristo ( 26 dicembre 2006 ) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
Nell’omelia Padre Tito Sartori parte ricordando che l’82° anniversario della nascita di Maria Bolognesi ricordando quanto scrisse la stessa Maria nel suo Diario perché glielo disse Gesù nella sua apparizione, in particolare quando le dissi “…il mio occhio ha posato su di te, i tuoi dolori saranno anche i tuoi, le mie agonie pure saranno tue, Maria prega tanto per la conversione delle anime, e per i sacerdoti”.

Questo , nella omelia di Padre Tito , significava appunto “Condividere la crocifissione di Cristo”; tant’è che la Bolognesi ha detto …di sì, ed è diventata stigmatizzata, quando Gesù le ha detto “Maria, ti do le stimmate aperte per portare quel sacerdote al mio cuore, per la sua conversione”.

 

 

 

23_  Necessità della fede ( 30 gennaio 2007 ) /  Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
Per parlare della ‘necessità della fede’ stavolta Padre Tito Sartori parte nell’omelia riportando il dialogo che avvenne il Venerdì Santo del 27 marzo 1959 tra la Bolognesi e Gesù che appare e le dice :” Maria, i miei dolori sono i tuoi. Il mio cuore sanguina dal dolore pe ri molti peccati. L Madre di tutti piange, piange per i figli senza fede, piange per i molti peccati contro la purità, il mondo è pieno di corruzione e non si ravvedono; i castighi non mancheranno”.
Nelle sue visioni Maria Bolognesi si offrì sempre al Signore dicendo:” Non mandare castighi sull’umanità; i castighi mandali su di me, fammi soffrire a beneficio degli altri”.
Che Maria Bolognesi fosse anima spalancata sull’orizzonte di Dio e dell’umanità lo dimostra anche quando ha riportato così sul suo Diario il dialogo avuto con Gesù durante una visione:<< Gesù, ti raccomando tutti i peccatori del mondo, oltre a quelli che conosco; ti raccomando per la santificazione dei sacerdoti, per le anime del purgatorio, ti raccomando per tutti gli ordini religiosi e religiose e per i bambini orfani, per i bambini abbandonati negli orfanatrofi, ancora ti raccomando tanto tuti i miei benefattori>>.

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover, insieme ad una sua amica, la Beata Maria Bolognesi mentre diligentemente ‘annota’ come ha fatto anche col suo Diario.
Quindi in fotogallery con riferimento al suo viaggio di Vita tra miseria e misticismo, partiamo da… bambina nata a Bosaro in braccio a mamma Beppina Samiolo.
Il paese, Bosaro, da cui proponiamo la Piazza con busto di Don Nicola Zambello e sullo sfondo la Chiesa parrocchiale di San Sebastiano, con la foto della Beata Maria sulla facciata.
Quindi proponiamo l’interno della chiesa con l’altare e il quadro di San Sebastiano, poi una veduta interna panoramica, dove sul lato destro si intravvede l’altare dov’è la tomba della Beata Maria Bolognesi, mentre a completamento pro location Bosaro proponiamo la ‘lapide’ posizionata su lato destro della Piazza in cui si legge il ‘pensiero’ della stessa Beata citato peraltro da Padre Tito Sartori nella specifica omelia sopracitata.
E proseguendo col viaggio – vita nei paesi vissuti da Maria Bolognesi, eccovi da Crespino la nota Piazza Fetonte con relativa Chiesa Parrocchiale e Municipio, mentre da San Cassiano vi proponiamo la Chiesa dal cui altare don Sante Magro lanciò i suoi ‘strali’ contro la Beata all’epoca della sua ‘possessione satanica’ e anche delle sue ‘visioni’ con Gesù.
A seguire da Rovigo la “Casa della Beata Bolognesi” fotografata dal sottoscritto (visibile riflesso sulla vetrata) e da Bosaro la tomba della Beata Maria con gli omaggi floreali dei suoi devoti.

Sergio Sottovia
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