Boxe Noble art/ Grazie libro “L’avventura”/ L’incredibile storia di Umberto Branchini, il Manager dei Record” a cura di Mario Bruno - EDB


21/08/2020  

Il libro l’ho letto quasi subito, grazie a Franco Avanzi che me l’ha portato a casa Fetonte City,  di passaggio un ‘attimo’ prima del blocco per Covid-19, perché la Boxe per il ‘gran commissario di riunione’ non è soltanto Noble Art ma anche sinonimo di Fair Play. D’altra parte Franco aveva una considerazione immensa di Umberto Branchini, tant’è che mi ha portato anche alcune foto in cui erano assieme e gli faceva piacere che le pubblicassi a completamento della Franco Avanzi Story appena pubblicata su questo sito www.polesinesport.it e che …vale la pena di leggere e assaporare.
Un libro che mi è rimasto sul tavolo a fianco del computer, finché adesso riesco a promuoverlo finalmente in questa rubrica “Mail & Fair Play” ad onore e gloria proprio di Umberto Branchini & Noble perché raccontata in modo speciale da Mario Bruno nel Libro story titolato “L’avventura” e sottotitolato “L’incredibile storia di Umberto Branchini, il Manager dei Record” ( Edizioni “EDB LIBRI – Milano “ , dicembre 1988 ) .
Storie soprattutto di Uomini e di passione per la Noble Art e soprattutto tanti Campioni & Signori che sono diventati ‘grandi’ partendo dal basso senza mai mettersi in ginocchio davanti al …Dio Denaro.
Per questo onoriamo sia Umberto Bianchini che l’autore del libro Bruno Mario presentandovi tout court in sequenza le loro Schede Biografiche , le relative Introduzioni e Prefazione del Libro, rimandandovi in calce all’Extratime per ulteriori brevi considerazioni che però ritengo significative.

01_INTRODUZIONE DI UMBERTO BRANCHINI
Non essendomi presentata l’occasione attraverso le domande rivoletemi di parlare di alcuni importanti personaggi, ho il dovere e il piacere di citarli, quasi come premessa a quanto leggerete.
Se mi fosse stato chiesto, quale fosse o fesso stato il mio più prezioso collaboratore, avrei fatto un nome indiscutibile, quello di Salvatore Cerchi che da 15 anni mi è al fianco, rivestendo tante parti nella mia commedia, che nemmeno Fregoli …
Cerchi è un collaboratore altamente prezioso non solo per la sua ineguagliabile laboriosità  e per la sua inattaccabile fedeltà, ma anche per il sacrificio, che spesso si assume accettando i ruoli più antipatici.

 

 

 

E’ anche un tecnico di provato valore,  oltre che di provata fedeltà, un elemento che non ha solo il merito, assieme a Egidio Tana e a mio figlio Giovanni, di aver ridato vita alla O.P.I. , ma anche quello di assumersi da anni le più delicate responsabilità. Poiché gli sono sinceramente molto riconoscente e affezionato, non meritava un sia pur involontario affronto.
Mi sono poi accorto di aver parlato di Ottavio Tazzi, solo per rimproverargli la mancata della sua opera in quel di Garbagnate, durante gli anni in cui quel centro ha funzionato.
Tazzi è con me da molto tempo e ha dato prova della sua amicizia troppe volte, perché ci possa essere qualche ombra nel nostro rapporto, ma voglio soprattutto sottolineare   
che ne ho la massima stima; è l’insegnante che ha curato Rocky Mattioli e lo ha portato alla maturità , esplosa nella conquista del titolo mondiale; a lui vanno aggiunti Joe Gibilisco, Germano Valsecchi ( creato dal bravissim insegnante della “Sparacus”, Curti, ma poi da lui costantemente assistito ), Lorenzo Zanon ( formato da Luigi Casati , ma preparato da lui nei momenti più salienti della carriera)  fino all’attuale De Cecilia, passando per Franco Cherchi ( altro prodotto di Curti) , per Carlos Santos e per tantissimi altri , ultimo Kamel Bou-Alì.
Ho avuto occasione di dilungarmi sui più importanti organizzatori, ma non ho mai dato peso a un impresario che è sempre stato soprattutto un grande amico, è questi Giuseppe Ragni di Forlì, concittadino del più tecnico dei nostri attuali dirigenti Bruno Boari, amico da quarant’anni. Se ho avuto due “nemici” , uno dei quali ricordo con affetto, nonostante gli screzi, e alludo a Rodolfo Sabbatini, voglio anche citare gli amici del mondo della boxe: Egidio Tana, Vittorio Strumolo, Pasquale Jovinelli, Giordano Rota ( prezioso e carissimo ) , Antonio Picciau, incancellabile dal mio cuore, Gino Officio, Gianni Scuri, Fulvio Ortu ( prezioso nella sua opera di ripresa in Sardegna dopo la scomparsa di Piacciau ) e un grande insegnante e amico Lello Scano di Cagliari.

 

 

 

02_UMBERTO BRANCHINI – SCHEDA BIOGRAFICA

E’ nato il 17 luglio 1914 a Modena , in una famiglia che ha scritto pagine capitali nella storia del trotto italiano.
Dedicatosi al pugilato prestissimo, vanta oggi un record ineguagliabile di vittorie, oltre 4000 in campo professionistico, primato mondiale assoluto. Sposato con Elena, è padre di tre figli, Giovanni, top manager sportivo, Adriano, manager di boxe e Marco, driver di trotto e oggi dirigenti al fianco, della Organizzazioni Pugilistiche Italiano.

03_PREFAZIONE DELL’AUTORE MARIO BRUNO
Ho conosciuto Umberto Branchini in età giovane, quando lui era già personaggio del pugilato mondiale, alfiere di una famiglia, che si è affermata nella società, facendosi scudo dei problemi professionali dello sport , paladino di una filosofia di vita che mi permetto di considerare eccezionale. Lui era già il “cardinale” , io ero invece un ragazzo di bottega che scriveva le prime cronache di pugilato ed i ippica, proprio gli sport sui quali i Bianchini seminano da quasi un secolo. E’ giusto dire che questa colli manza di passioni ha reso il nostro rapporto piacevole, a tratti appassionato , sicuramente divertente , ed anche affettuoso.
Il pugilato era – ed è – il lavoro, ma l’ippica riusciva – e riesce  - sempre ad entrare nel bel mezzo del discorso, come, digestivo, come via di fuga sdrammatizzante, una sorta di tazza di caffè bevuta al bar, capace di cambiare colore emotivo ad ogni valutazione , rendendo il tutto più amichevole , più gustoso , più simpatico.

Per uscire dalla metafora e per rendere più concreto il pensiero, non ho mai capito se fosse più profonda l’intensità dei discorsi di Umberto sull’uomo o sul trottatore, neanche quando sul banco delle discussioni è finito il pugile capolavoro della propria esistenza di manager di boxe, Francesco Damiani. Ma al jab sinistro di “Cecco” si contrapponeva la travolgente velocità di Host of Waverly. Agli arabeschi pugilistici di Maurizio Stecca o ai ricordi sugli otto campioni del mondo, si affiancava rapinoso ed insinuante il pensiero di una puledra figlia di chissachi, che faceva sognare, forse per questo , continuiamo a discutere…

 

 

 

04_INTRODUZIONE DELL’AUTORE MARIO BRUNO
Ci sono famiglie che hanno fatt0 la storia dello sport italiano. E’ il classico caso in cui basta la parola, un cognome cioè vale più di ogni aggettivo, trasmette forza ed immagine. E’ il caso di D’Inzeo, legati, vincolati all’equitazione, dei Panatta del tennis, dei Sentimenti nel calcio, dei Dennnerlein nel nuoto, dei Moser nel ciclismo…
Nomi splendidi, da antologia. Ma c’è addirittura un gruppo che ha scolpito il proprio nome sulle pietre miliari di due sport, record eccezionale.
La famiglia è quella dei Branchini, in eterno pendolo tra ippica e pugilato. Nello, il capostipite di questa favola contemporanea, fu il pioniere del trotto, ma nell’immediata discendenza  ci fu subito una scissione, con Fausto bravissimo driver e con Umberto, manager di boxe.

E ancora, ecco il figlio di Fausto, Bruno, industriale, appassionato di pugilato al punto di diventare organizzatore, ma pure proprietario pretenziosissimo di trotto e ha posseduto, possiede e possiederà sempre tanti, tantissimi numeri uno.
A loro volta  i tre figli di Umberto hanno scelto strade diverse: Marco è stato un ottimo driver, ma ora svolge attività dirigenziale nel settore del pugilato. Giovanni, uomo importante nelle strategie del pugilato italiano, ha ora aperto la famiglia ad un nuovo contatto sportivo, quello del calcio, diventando procuratore di atleti di grido come Careca , Matteoli, Mauro, Donadoni e Bivi.

E infine Adriano , l’ultimo genito , si è invece rivolto alla boxe, seguendo l’esempio del padre, come manager.
In questo libro ci dedichiamo alla scoperta e all’analisi del personaggio più importante del gruppo, a quell’Umberto Branchini che opera nel settore della boxe come manager dal 1932 e che va considerato come uno tra gli uomini più importanti del pugilato mondiale.
La sua storia inizia il 17 luglio 1914 a Modena , città natale.

 

 

 

Dato il carisma irripetibile di quest’uomo che ha vissuto molte vite, girando i continenti a cavallo dell’occasione per sfruttarla nel modo migliore, mi è parso legittimo impostare questo libro sulla sua vita non, come tradizione vorrebbe, con lo schema del racconto, ma affidandomi invece alla domanda, alle tante domande, per sapere.
L’avventura che si concretizza è di conseguenza in presa diretta, più giornalistica che letteraria, ma Umberto Branchini merita di essere vissuto con diritto di cronaca, perché è un personaggio che non ha età.

05_MARIO BRUNO – SCHEDA BIOGRAFICA

E’ nato a Torino il 6 febbraio 1946. Ha iniziato la carriera di giornalista di giornalista presso il quotidiano sportivo torinese a “Tuttosport” nelle cui redazione  lavora ormai da più di vent’anni, con la carica di redattore capo.
In gioventù sportivo praticante, ha scelto la professione per vocazione. Si occupa principalmente di pugilato e ippica, ma il suo amore per lo sport è totale. Sposato con Paola , è padre di due figli, Ilaria e Dario.

 

 

 

EXTRATIME by SS/ Sempre by contro cover del libro “L’avventura” /L’incredibile storia di Umberto Branchini, il Manager dei Record” a cura di Mario Bruno – EDB Milano, dicembre 1988.
Un lungo viaggio nel mondo della boxe di Umbertto Branchini che è stato raccontato ‘insieme’ a Mario Bruno, che vi proponiamo a questo punto insieme al manager  , scritto/raccolto dall’autorevole giornalista Mario Bruno.
Praticamente partendo da “L’inizio dell’avventura” con “Quello Storico 1962” , parlando della Branchini Family , delle sue condizioni di vita e delle sue passioni in un periodo pre Seconda Guerra Mondialie  e post bellico , con tutti i problemi di una Italia povera ma con tanta voglia di ripartire.
Incrociando nomi che hanno fatto la storia del Pugilato in Itala, raccontati direttamente da Umberto Branchini , dai Sabbatini a Jovinelli, a Rino Tommasi e i grandi organizzatori del passato, fino a Strumolo che ha avuto il fiuto di individuerei il “pugile di cassetta” come Duilio Loi e Sandro Mazzinghi , scomparso in questo agosto 2020 e che tutti i giornali onorano anche nell’elogio funebre per aver battuto Ki-Soo Kim nella sera del 26 giugno 1968 a San Siro, riportando in Italia un titolo mondiale che era appartenuto al suo amico-nemico Nino Benvenuti.
Un libro in cui l’autore Mario Bruno stimola Umberto Branchini a raccontare pugili e organizzatori di livello mondiale e che lui ha ‘incrociato’ da protagonista tra ring e mondo boxe fatto di tante sfaccettature raccontate quasi a ..ruota libera.
Da Rocky Marciano a Ray Sugar Robinson, senza mai mandare allo ‘sbaraglio’ i suoi pugili ci quali ha sviluppato rapporti intensi anche familiari, senza puntare a ‘guadagnarci ‘ , visto che a volte ci ha anche …rimesso.
Protagonista e manager sia in Thailandia dove ha ‘curato’ il campione del mondo Chartchai Chinoi che in America ( al Madison Square Garden di New York ma anche al Cesar Palace a Las Vegas ) , e poi in Australia con i suoi pugili Salvatore Burruni e Rocky Mattioli campioni del mondo.
Ognuno con la sua storia personale in evoluzione , come  Kalambay che con Branchini conquistò il titolo mondiale, o sfide impossibili come Lorenzo Zanon ( a Las Vegas vs Quarry, organizzato con Don King) , come Francesco Damiani, e tanti altri.
Raccontati in un libro story che ha visto Umberto Branchini raccontarsi a “Cinque Domande degli Amici Giornalisti” ( Rino Tommasi, Teo Betti, Dario Torromeo, Roberto Fazi, Gianni Pignata, Mario Gherarducci, Franco Daniele, Maurizio Mosca, Giuseppe Signori, ) .
E poi Branchini ha spiegato nel citato libro “I Dieci Minuti più importanti della mia vita” oltre a “ I Dieci più grandi d’Europa” categoria per categoria,  a modo suo con motivazioni oltre le apparenze, fino alle ‘sue’ Classifiche Pugili Italiani” ( di tutti i tempi) e poi “I Dieci Matches della mia vita” , passando a “I Matches che vorrei cancellare dal mio ricordo”.

 

 

 

 

Un viaggio nelle sue emozioni e nelle sua considerazioni, che peraltro Umberto Branchini in sintonia con Mario Bruno sviluppa proponendoci ‘classifiche’ speciali, come quando ci racconto i suoi pensieri/valutazioni su “I Dieci Pugili più emozionanti”, quindi “I Dieci Uomini d’angolo più Bravi” , poi “I Miei grandi Nemici” e “ I Miei Grandi Amici” .
Con escursioni tra Pugilato & Dintorni, come quando Branchini fa le classifiche de Le Dieci auto più belle che ho avuto e  I Dieci regali più belli che ho fatto a mia moglie.
Poi “I dieci pugili che non ho mai voluto affrontare”  e I dieci arbitri più bravi del mondo, fino a “ I Dieci Pugili più grandi di tutti i tempi ( sul podio Ray Sugar Robinson, Joe Louis, Henry Armstrong, Manuel Ortiz, Sandy Saddler, Willie Pepp, Carlos Ortiz, Archie MOor, Ruben Olivares).
Ma ci piace segnalare che Umberto Branchini ha raccontato con affetto “I Miei Sette Campioni del Mondo” , parlando in ordine cronologico di Salvatore Burruni, Chartchai Chionoi, Pedro Carrasco, Franco Udella, Miguel Angel Cuello, Rocky Mattioli, infine Loris Stecca.
Ferma restando che in conclusione il libro story snocciola anno per anno , dal 1934 fino al 1988, il numero delle “Quattromila Vittorie” che hanno caratterizzato il lungo viaggio di Umberto Branchini ( un traguardo unico nella storia della boxe), vogliamo onorare la grandezza del manager Branchini proponendovi il seguente suo flash di chiusura libro-story: << A conclusione di questa ingrata impresa di compilare una classifica di tutti i tempi, voglio citare alcuni grandi atleti, che hanno altamente onorato lo sport nazionale e che, per motivi diversi, non sono apparsi. Primo fra tutti Sandro Mazzinghi, che fu campione del mondo dei superwelters, categoria che non ho preso in esame. Mazzinghi non era potenzialmente superiore del fratello Guido ma fece molto di più. Non is possono dimenticare i suoi duelli all’arma bianca con il “divino” Nino Benvenuti e se questi si dimostrò il migliore, la differenza, nella rivincita, fu minima.
Altro pugile che divenne campione del mondo delle 154 libbre fu Carmelo Bossi, che riuscì nella clamorosa impresa di battere Freddie Little. Bossi è stato il Rosi dei tempi nostri ( anni ’80, mentre redigo queste note) . Difficilissimo , intelligentissimo, abilissimo. Rocky Mattioli è stato uno dei più grandi pugili da me diretti, ma non era italiano. Anche lui era un super-welters>>.
Detto questo e ricordato che il sottoscritto ha viaggiato in macchina con Rocky Mattioli a Sequals ( quel giorno ho incontrato 5 Campioni del Mondo) , e che ho incontrato più volte anche Nino Benvenuti grazie all’amico Franco Avanzi, gran giudice di riunione con oltre mille ‘presenze’ a bordo ring in Italia ( vedi sua Story sempre qui su www.polesinesport.it) , mi piace onorarlo ancora proponendolo in tandem col dottor Francesco Cassari, medico F.P.I.
Ma soprattutto onorare Umberto Branchini insieme a Franco Avanzi , come da flash dulcis in fundo perché scattata nella serata”Galà dello Sport 2000” nel ferrarese a Berra, e che vi proponiamo con da sx i noti  Pietro Avanzi ( maestro della Pugilistica Callegari di Ariano nel Polesine) , Agostino Siviero ( giocatore del Padova in Serie B) , Franco Avanzi ( fondatore della Pugilistica Callegari ad Ariano ) , De Molinari ( manager boxe), ‘il grande’ Umberto Branchini , Alessandro Duran, Nicola Fontolan, lo speaker che annuncia gli ospiti, Daniele Zappaterra e l’assessore allo sport del paese ferrarese.
E poiché questa Umberto Branchini  – libro story non l’avrei mai raccontata se non ci fosse stato il fair play di Franco Avanzo, eccovi il suo pensiero consegnatomi addirittura in forma scritta : << …Ricordando Umberto Branchini il più grande manager di tutti i tempi , italiano ed europeo, padre di Giovanni manager di calcio. Un rapporto sportivo che va dagli anni ’80 agli anni ’90, all’epoca dei pugili professionisti Luigi Tessarin e Daniele Zapparterra. Ricordo che mi diceva “Franco, se hai bisogno puoi chiamarmi anche alle 5 del mattino…”. Quando andava in America coi suoi pugili , Branchini mi scriveva delle cartoline che conservo ancora con orgoglio… Quando venne al Galà Sportivo si Serravalle/Berra e siamo stati assieme, gli chiesi di suo figlio Giovanni e del perché fosse passato dal pugilato al Calcio e Umberto mi rispose  che …”nel calcio c’erano più risorse”.
Insomma incroci di vita , da Umberto Branchini a Franco Avanzi, tra noble art e fairplay.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it