Calcio “VALORE SOCIALE” by Pasquin, le “SENSAZIONI DEL PALLONE” by Giacomin. E Dino Gotti e Gigi Pasetti...


05/05/2010  

Rincorrendo un sogno con G & G Friends, tanto …sia il Po che il Piave entrano nell’Adriatic Sea of Football

La vittoria dell’Inter di Mourinho sul Barca vale per l’amico Giovanni Pasquin , un viaggio per la finale col Bayern Monaco, sul neutro di Madrid. Così come una vita da mediano ( come calciatore del  Messina fine anni ’60 inizio anni ’70) vale un pamphlet tecnico- filosofico da parte di quel Gigi Giacomin che ho incontrato 3 anni fa a Jesolo assieme alla Gotti Family ( papà Dino e figlio Luca). Allora era Natale e ci siamo conosciuti una settimana prima che lui Giacomin , con la passione per la poesia, si ritrovasse allenatore della prima squadra. << Allora accettai per amore della società – mi ha spiegato recentemente Gigi Giacomin – Ma la mia anima è il settore giovanile>>. Quello che adesso Gigi sta ‘curando’ in casa USD Opitergina, come responsabile del Settore Giovanile. E recentemente significa febbraio, a Sirmione, dove abbiamo passato una giornata speciale a casa Dino Gotti, parlando ci calcio, del giovani , del mondo e della poesia, assieme a Gigi Pasetti ( una vita nella Spal, nel Palermo e anche un passaggio importante nella Juve) e appunto Gigi Giacomin, un appassionatissimo del calcio. Quel giorno sul lungolago Gigi mi ha anche parlato dei ‘giovani moderni’ e del suo scrivere ‘pensieri sul calcio’ con quella serie di sfaccettature che sfiorano la poesia, e che lui ha travasato in un libro guarda caso titolato: “ Le sensazioni dl Pallone” . Basti pensare che nella PREFAZIONE Gigi Giacomin ha scritto poi ‘qualcosa di formativo/educatico” citando frasi celebri ma sopra tutto , e che nell’INTRODUZIONE ha presentato step by step le sue idee maturate ed evolute nel tempo.  Giusto prima di sviluppare la sua  ‘lunga storia d’amore’ , trascrivendo mese per mese, le sue sensazioni in un ‘mondopallone’ dove gli aneddoti fanno spesso lievitare i desideri.

E così Luigi Giacomin, classe 1949, ex calciatore professionista, poi bancario ed ora pensionato, quindi allenatore di calcio dilettanti con cartellino di Terza categoria, si presenta così:<< … Vergine sia di segno zodiacale che come esperienza di scrittura.>>.
Poi ecco il relativo viaggio tra i vari capitoli con titoli e aforismi scalettati mese per mese.
Senza dimenticare che Gigi Giacomin, nato a Mestre 15.09.1949, da mediano è emigrato al Sud, come tanti allora. Ed ha fatto il suo esordio in Serie B (07.07.68) nello spareggio salvezza Genoa – Messina 3-0. Per un curriculum messinese che registra il suo primo gol (11.03.1972, Serie C) in Messina – Potenza 3-1 e il suo ultimo ( 17.02.72, sempre Serie C) in Matera – Messina 2-2. Come direbbe la voce rock di Guglielmo Mariotto, “per un totale di” 123 presenze ( l’ultima l’11.03.73 in Messina – Frosinone 0-1) e 6 reti segnate, appunto col Messina in Serie C.


PRIMA NEWS by GIACOMIN/ LE SENSAZIONI DEL PALLONE: PREFAZIONE
( Lo sport non fanno il carattere, lo rivelano ( H.H. Browm).

Ho sentito il desiderio di parlare di certe sensazioni legate al mondo sportivo, nello specifico al gioco del calcio.
Sensazioni che avevo percepito in tempi lontani, quando facevo il calciatore a tempo pieno, ero giovane e certi organi recettivi erano particolarmente stimolanti.
Difficilmente analizzabili nella loro percezione, ed anche dimenticate con la stessa facilità con cui erano sorte.
Che sono le stesse che riscontro ancora adesso nei comportamenti dei ragazzi, degli adulti, su cui non mi sono soffermato molto a riflettere allora, ma che mi stanno incuriosendo ora.
SECONDA NEWS by GIACOMIN/ LE SENSAZIONI DEL PALLONE: INTRODUZIONE
(Non esiste effettivo successo se non ci si attiene ai propri valori fondamentali. ( A. Robbins).

Queste sono le sensazioni che ha vissuto un ragazzo, salito su un treno diretto verso un mondo sconosciuto, quello del pallone.
Un treno, perennemente in movimento, su cui salivano tanti giovani pieni di speranza ed i sogni. Tutti volevano arrivare a destinazione, ma il treno era così affollato che ad ogni stazione qualcuno doveva scendere.
Scendevano quelli che lottavano di meno per conservarsi il posto, quelli meno forti, ma anche qualcuno che non sopportava tutta quella folla.
Nessuno potrà mai sapere quanti sogni sono stati realizzati e quanti infranti.
Ho colto l’occasione per cercare di ricordarmi qualche episodio, un aneddoto o forse avevo semplicemente il desiderio di parlare un po’ della mia breve storia calcistica.
In fondo è nato tutto per ‘gioco’.
TERZA NEWS by GIACOMIN/ DAL GIGI GIOCATORE AL GIGI ALLENATORE
( Quando arrivi alla fine, allora puoi …ripartire dall’inizio. Anonimo Polesano)
All’Istituto Salesiano Don Bosco si studiava e si giocava a calcio.
La mia abitazione era situata proprio dietro ad una grande costruzione adibita a scuola elementare. Mio padre, come il nonno ancor prima di lui, era il bidello di questa scuola.
Lo spazio che andava da una porta all’altra era di una decina di metri di lunghezza per cinque o sei di larghezza, chiuso dal cortile da una parte e da un muro dall’altra.
Il tocco morbido dei miei piedi nei confronti della palla è nato lì, contro quel MURO.
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QUARTA NEWS by GIACOMIN/ SENSAZIONI DEL PALLONE:TITOLI E AFORISMI
Tra la prima e la seconda parte dei libretto by Gigi Giacomin c’è questa poesia “ Calciatori” a cementare il passato col presente e, perché no, col futuro.
CALCIATORI/ Quando finisce una stagione / le partenze si intrecciano/ ognuno ritorna alla propria regione/ la mente diventa leggera/ ci si tuffa nell’estate/ per affogare in ogni calda sera/// Nell’aria c’è odore di vacanza/ ed i giovani amori/ moto perpetuo dei calciatori/ che nella loro voglia di vivere/ rischiano di perdere/ sentimenti e amicizie vere/// Quando il sole / abbandonerà la partita/ la memoria accompagnerà la vita/ tra tanta gente sola/ si ricorderanno della loro amicizia/ in un tempo che troppo in fretta vola///

TITOLINI E RIGA-PENSIERO FINALE, POI LA STAGIONE 2009 DI MESE IN MESE
LE SENSAZIONI DEL PALLONE/ PARTE PRIMA ( 1965 – 1973)
…Quel muro, ritornandomi sempre il pallone come lo richiedevo, in fondo era anche il mio primo e diligente compagno di squadra, ma la mia conoscenza delle dinamiche di squadra era ancora molto relativa.
SCUOLA, CALCIO E…/ Gli avvenimenti di quella estate erano stati così repentini, che il susseguirsi di emozioni aveva già ingolfato il mio giovane motore.
IL RITIRO/ E pensare che fino all’età dei dieci anni non avevo fatto altro che nutrirmi di caffelatte!
TRASFERIMENTO/ Ero molto innamorato, e quel dono mi faceva gustare anche tutto il resto e mi aiutava a lottare per farmi valere.
AFFINITA’ E AMICIZIE/ Proprio per questo avevo dovuto correre e lavorare molto per riuscire ad ottenere qualche decente risultato, in campo e fuori.
L’AMORE/ Qualcuna in effetti è stata veramente duratura nel tempo, che qualche vecchio compagno di squadra ancora assieme alla moglie mi conferma.
AVER RAGIONE/ La sensazione era comunque di vivere con un equilibrio instabile.
GLI ALLENATORI/  Ma era nell’ordine delle giorno passare da momenti demoralizzanti ad altri entusiasmanti sia per i giocatori che per gli allenatori, anche se questi ultimi stavano molto attenti a non farli trasparire.
TALENTO/ Ne ho conosciuti diversi, alcuni simpatici, altri antipatici, in una via di mezzo non ne ricordo alcuno.
RIDERE/ Ho sempre avuto la sensazione, per non dire la certezza, che l’ironia non sia mai stata ben accettata nell’ambiente calcistico.
GOL O …GOAL/ Avevo avuto per un periodo la sensazione di essere sulla strada della demenza senile, perché non mi ricordavo più le reti che avevo realizzato nella mia attività di calciatore, poi però ripensandoci bene e non essendo numerose mi sono ritornate in mente.
LA PREPARAZIONE DELLA GARA/ Ho la netta sensazione che qualcosa di quel modo di fare calcio non esista più, e che l’evoluzione tattica moderna abbia cambiato molte cose, tranne le parolacce fra compagni di squadra nel momento di una rete subita.
LA NOTTE PRIMA …DELLA PARTITA/ L’adrenalina che saliva, in prossimità della partita, era una sensazione contraddittoria, che disturbava a volte quando ne sentivi troppa e ti mancava immensamente quando tardava ad arrivare. 
LA NOTTE DOPO …LA PARTITA/ Al risveglio del mattino successivo la fortuna mi aveva sempre dato una mano, facendomi recuperare fisicamente e mentalmente, forze e spirito. Il ricordo di quelle sensazioni non è delle migliori.
…PUR DI GIOCARE/ Solo per il fatto che a me nessuno lo aveva mai chiesto. Dalle loro risposte e dal riscontro del campo, a volte ho la sensazione che mi prendano in giro. 
FUORI POSTO/ Nel mondo del calcio c’era un perenne spostamento di confini, ciò che sembrava invalicabile il giorno prima poco dopo era già superato. Così quel ragazzino…anche se non poteva dichiararlo, aveva sempre una leggera sensazione di essere fuori posto. 
PENSIERO-CONCLUSIONE PRIMA PARTE/ Concludo questa breve esposizione con la netta sensazione di aver dedicato molto a questa mia passione, trascurando tanto e di più, pagando sulla propria pelle qualche prezzo salato, ma senza rimorsi, con qualche rimpianto.

LE SENSAZIONI DEL PALLONE PARTE SECONDA/ INTRODUZIONE by GIACOMIN
Con queste osservazioni ho voluto collegare un po’ di presente al passato.
Le distinzioni sono certamente d’obbligo fra il calcio professionistico e quello dilettantistico, ancor più con quello giovanile, soprattutto fra realtà così lontane nel tempo.
M ail cervello, il cuore e l’istinto, che fanno scaturire il giusto equilibrio, la forza di continuare e di non mollare mai, sono ancora i requisiti indispensabili per raggiungere certi traguardi adesso come allora.
Ho la netta sensazione che certe ‘sensazioni’ comuni resistano all’infinito!
SETTEMBRE/ Se la vita non ti offre un gioco che valga la pena di giocare, inventane tu uno di nuovo ( Anonimo)/ , Ritorna poi l’allenatore che interrompe subito il gioco, intristendo contemporaneamente tutti i contendenti. Riporta in campo le sue regole, il suo modo di fare ‘calcio’ , mentre l’espressione felice del volto dei ragazzi sparisce automaticamente.
La sensazione è proprio quella che qualcosa non vada per il verso giusto.
OTTOBRE / I bambini hanno più bisogno di modelli, che di critiche ( J. Joubert)/ …Ma che poi si ammorbidisce quando intelligentemente il Mister, salutando, si avvia verso la sua auto, mentre il genitore ‘particolarmente vivace’ rivolge un’osservazione tecnica e tattica al figlio che nel frattempo si è avvicinato a lui, ma di cui non s’era accorto intento a controllare le mosse dell’allenatore.
NOVEMBRE/  Pensare è il lavoro più difficile che esiste ed è per questo che forse sono pochi a farlo ( H. Ford) / Riscontro che le mamme, percentualmente sono le persone più scontrose, anche perché i padri che vengono a prendere i figli non sono poi tanti, e la sensazione che mi ritorna è quella che alle donne non piaccia molto il gioco del calcio.
FEBBRAIO/ Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare ( Seneca) /Il gruppo giallo arancio non riesce ad imbastire un tentativo di verosimile palleggio facendo imbestialire il Mister, che interrompe l’esercizio indirizzandoli verso l’esterno del campo in una corsa castigante. … Passando vicino all’altra squadra, tutti indistintamente volgono lo sguardo da quella parte, compreso il Mister, che sta correndo al loro fianco.
Ho la sensazione che in questo campo ci sia una squadra di troppo.
MARZO/ Non trovare la colpa, trova il rimedio ( H.Ford) / “Muovetevi a fare la doccia che il pulmino parte!”, e gira loro le spalle ritornando verso il campo. .. Andrea coi suoi compagni ritardatari ..salgono sul pulmino continuando a ridere. Ho la sensazione che rivedrò questa stessa scena, al prossimo allenamento, con gli altri tre ragazzi che avranno il compito di recuperare il materiale sportivo.
TORNEO INTERNAZIONALE DI PASQUA/ “ Ho visto più lontano degli altri perché stavo sulle spalle dei giganti” ( Isaac Asimov) / La squadra ei Giovanissimi è impegnata in un confronto contro una squadra straniera. … all’improvviso lo rivedo, seduto in disparte che osserva la partita. Mi avvicino e salutandolo gli dico:<< Devo darle proprio ragione su ciò che ieri mi ha detto. Però mi scusi, ma lei chi è? >> sorridendo lui mi risponde:<< Ma non l’ha capito, sono il gioco del calcio!>>. 



IL PO & FETONTE, ODERZO & VENDRAME, GIGI & GIOVANNI & SERGIO

Da piccolo ho passato un’estate a Faè di Oderzo, e sono andato in bicicletta fino a Motta di Livenza al Santuario della Madonna Nera, come sono andato in bicicletta a vedere sul Piave il muro con la scritta “ Meglio vivere un giorno da leoni che 100 da pecore” Perché nella vita ci sono le Guerre e le battaglie anche se qualcuna non vorresti che ci fosse.
Da alcuni anni conosco Gigi Giacomin, grazie alla amicizia comune con Dino Gotti, col quale mi ritrovo ogni tanto a ‘filosofare’ ( io ascolto) , sia con suo figlio Luca che con i suoi FRIENDS del CALCIO. E così ci siamo visti a Jesolo dove Dino era ds, e ci siamo visti a Sirmione quest’anno ( c’era anche Gigi Pasetti, dl quale in settimana avevo messo la sua storia ‘Spal – Juve-Palermo’ su questo wwwpolesinesport.it nella rubrica Campioni & Signori) dove Dino ha pensato bene di andare a …osservare quel ramo del Lago di Garda che gli è tanto familiare. Ecco allora che al Gigi Giacomin ( speciali le sue confidenze su Vendrame artista nel pallone all’epoca della Mestrina giovanili), giro la mail – contributo di GIOVANNI PASQUIN, che di esperienze di vita ne ha di altrettanto significative, anche se minori calcisticamente. Però da buon portiere e da ottimo dirigente della Fulgor Crespino, e sopra tutto da intenditore dell’Inter e del calcio- passione, il Vangelo di Giovanni, diventa PENSIERO – MOSAICO con quello …lagunare. Tanto più che stasera ( 5 maggio 2010, di manzoniana memoria) ci sarà la finale di Coppa Italia tra Roma e Inter, con tutte le sue implicazioni sul calcio di oggi, dentro e fuori campo, come appunto hanno ben approfondito i DUE FRIENDS sopra citati.

INTER FINALISTA IN CHAMPIONS / IL “MONDOPALLONE” by GIOVANNI PASQUIN

Caro Sergio,
all'indomani dell'"entrapresa" della mia Beneamata neroazzurra al Camp Nou, voglio renderti partecipe di alcune considerazioni, forse retoriche, ma sincere e spontanee.

Lasciando perdere, per ora, la tempesta mediatica, la dietrologia ed alcuni altri squallidi luoghi comuni legati a "Calciopoli atto secondo", voglio rimarcare il lato sportivo, tecnico e passionale del gioco del calcio, ossia del più bel gioco del mondo.
Le due partite di semifinale giocate dall'Inter hanno espresso, a mio avviso, gli aspetti migliori del calcio inteso come gioco di squadra, variazione degli assetti tattici in relazione al tipo di partita, rigore comportamentale, partecipazione emotiva dei giocatori e stimolo indotto dal tecnico (che non è un pirla, ma tutt'altro).
L'abnegazione e la concentrazione espressa nei 180 minuti dall'Inter è la manifestazione eloquente ed inequivoca che la vittoria ( e, correlativamente, la sconfitta) non è mai ascrivibile solo ad un singolo, ma risulta dall'apporto di tutti, indistintamente, dedicati a perseguire, con disciplina e serietà, un preciso obiettivo.
Ritengo, anche, che la visione di queste due partite abbia anche una valenza sociale in quanto è stato lanciato un messaggio universale che evidenzia come, lo spirito di sacrificio, la serietà e la concentrazione rendano possibile il raggiungimento di traguardi importanti e prestigiosi, nello sport e nella vita di tutti i giorni.
Non sarebbe male che qualcuno dei "potenti", reggitori delle sorti economico- politiche e culturali del nostro Paese, facesse una riflessione sul punto.
Forse assomiglio al filosofo Tommaso Moro, autore dell'"Utopia"?
Se anche fosse così, la speranza di un miglioramento globale non verrebbe meno

Un abbraccio
Giovanni
P.S: adesso, con un Collega, ci mettiamo alla ricerca dei biglietti per
Madrid. Hai visto mai che.......

EXTRATIME/ Nella fotogallery, oltre al tandem “Pasquin & Giacomin” rispettivamente portiere nella Fulgor Crespino 86/87 ( con a dx, il sottoscritto ds al fianco del presidente Paolo Guidorzi) e mediano ‘baffuto e accosciato’ 71-72 allenato da quell’Oscar Massei che è stato compagno di Gigi Pasetti nella Spal)  ho inserito altri miei FRIENDS agganciati al tema approfondito. E cioè l’interista Thiago Motta in quanto Made in Polesine ( originario da Polesella) , quindi papà Dino e figlio Luca Gotti, che ho fotografato alla Nativity Sand di Jesolo, infine Gigi Pasetti (in maglia Bologna) che ho fotografato insieme a Dario Lazzarin e Piero Carnacina durante uno stage a Porto Tolle organizzato dal Delta 2000.

 

Sergio Sottovia

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