Correggioli Enzo ‘allievo’ del maestro Strozzi come Ferracin e Rubello. Campione d’Italia e winner su Romero


17/01/2011

Il pugile Enzo Correggioli è definito “L’ultimo Gladiatore”. Titola così Raffaello Franco la sua ‘story’. E poi spiega così come abbia potuto volare alto la ‘piuma Enzo'.
<< La Rovigo sportiva piange oggi un altro suo grande campione del passato, un uomo che segnò un’epoca nel periodo d’oro del pugilato italiano. Se n’è andato infatti Enzo Correggioli, campione italiano dei pesi piuma nel 1946 e straordinario protagonista sui ring di tutta Europa. Elegante interprete della “noble art” del primo dopoguerra, seppe infiammare l’entusiasmo degli sportivi polesani che in quegli anni venivano esaltati dalle formidabili prestazioni ottenute dai pugili usciti dalla scuola del maestro ferrarese Nando Strozzi: Guido Ferracin, Giulio Rubello, Vittorio Costa e molti altri pugili che formarono una colonia di boxeur capaci di dettare legge combattendo a tutte le latitudini in un’epoca nella quale la boxe era ancora uno sport serio. Con tutto il rispetto dovuto per chi oggi sacrifica ore ed ore della propria giornata in una palestra per poi affrontare un avversario quasi mai di buon livello, possiamo affermare che non stiamo certo vivendo un momento felice per una boxe frazionata in una miriade di sigle, titoli e categorie di peso e che ormai da molti anni, salvo pochissime eccezioni, non riesce a trovare anche a livello mondiale protagonisti degni di questo nome.

 

 

 

Ai tempi di Correggioli era diverso! C’erano molti pugili di valore, atleti che cercavano un riscatto sociale in uno sport duro e nobile, gente che combatteva con lo spirito del guerriero antico alla ricerca di gloria eterna. Anche Rovigo aveva la sua scuola “gladiatoria”, guidata dall’indimenticato maestro Strozzi e che oggi vive ancora in quella vecchia e piccola palestra che sorge all’imbocco di Viale Trieste tenuta in piedi, tra mille sacrifici, dal maestro Silvano Modena e dal fido assistente Bruno Cominato. Da lì uscirono tutti gli straordinari campioni che Rovigo seppe dare al pugilato, ma anche tutti quei boxeur che non vinsero mai nulla d’importante e che comunque, grazie anche a quanto appreso nella palestra di Strozzi,  risultarono vincenti nella vita. Proprio così, perché quella piccola e, ancor’oggi, fatiscente palestra è da sempre “Scuola di Sport e Palestra di Vita” tanto che, qualche anno fa, anche lo scrittore Alessandro Baricco volle cimentarsi nella “noble art” per ispirarsi alla stesura di una sua nuova opera e scelse proprio la palestra del maestro Modena dal quale poi trasse spunto anche per creare uno dei personaggi del libro al quale stava lavorando.

 

 

La stessa palestra fece anche da scenografia al giornalista scrittore Ivan Malfatto nella realizzazione del dvd celebrativo per il centenario della nascita del campionissimo Primo Carnera a conferma che, proprio lì in Viale Trieste, si è scritta una fetta della grande storia di questo sport.
Nella storia della boxe è entrato di diritto anche Enzo Correggioli, nato nel capoluogo polesano il 27 Febbraio del 1922 ed iniziato alla “nobile arte” giovanissimo nei primi anni ’30 del secolo scorso.  Era un pugile coraggioso dotato di classe cristallina. La sua boxe era bella a vedersi, una scherma, una danza sui piedi ed una precisione dei colpi impressionante capace di mettere in difficoltà gli avversari. Da dilettante combatté più di cento incontri e nel 1945, in piena guerra, a Novara si regalò il titolo nazionale dilettanti.

 

 

Alla fine del secondo tragico conflitto mondiale passò professionista affrontando, sul ring di Rovigo, l’emiliano Gino Bondavalli più volte campione regionale ed italiano dilettanti dei pesi gallo e, successivamente una volta passato professionista, campione d’Europa in due diverse categorie. Era il 19 Settembre 1945 e nella riunione era appunto in programma anche il debutto del giovanissimo Correggioli con il campione italiano in carica dei pesi gallo ed europeo  dei piuma Bondavalli. Un match previsto sulle sei riprese e probabilmente troppo impegnativo per un ragazzo privo d’esperienza contro un campione già affermato. La sorpresa però era in agguato dietro l’angolo! Il debuttante Enzo Correggioli vince ai punti l’incontro, senza titoli in palio, aggiudicandosi 4 riprese e pareggiando le altre 2! Un risultato incredibile che lancia la carriera professionistica del pugile rodigino. Passa infatti appena il tempo necessario per affrontare Alfredo Vivio in un altro match di contorno, vinto sempre ai punti dal rodigino, che gli viene offerta la chance di tentare la scalata al titolo italiano dei piuma. L’altro contendente è Dino Pasotti e l’incontro viene organizzato il giorno di Santo Stefano del 1946, a Ferrara, sulla distanza delle 12 riprese. E’ ancora Enzo Correggioli a spuntarla ai punti ed a conquistare il titolo lasciato vacante proprio da Bondavalli.

 

 

Nel giugno del 1947 ottiene a Barcellona quello che forse è il risultato più eclatante della sua carriera. Senza nessun titolo in palio, affronta il campione spagnolo dei piuma e dei gallo Luis Perez Romero. La vittoria ottenuta ai punti sulla distanza delle 10 riprese ha un valore d’importanza storica in quanto Romero fu pugile che chiuse una lunghissima carriera da professionista dopo 128 incontri dei quali 103 vinti (48 per KO), 5 pareggiati e solo 14 persi. Il campione spagnolo nel 1951 fu pure sfidante, per la corona mondiale dei pesi gallo, del “martello” sudafricano Vic Toweel il campione del mondo in carica della categoria, dal quale perse ai punti sul ring del Rand Stadium di Johannesburg dopo 15 riprese molto combattute. Luis Perez Romero però viene ricordato nella storia della boxe anche per essere stato il giustiziere dell’altro campione rodigino Guido Ferracin. Il catalano infatti, il 10 agosto del 1949 davanti a trentamila spettatori, strappò la corona europea dei Gallo al forte pugile rodigino. Ferracin andò KO nella settima ripresa e fu costretto a lasciare nelle mani del campione spagnolo quella corona che, un anno prima, aveva brillantemente conquistato sul ring di Manchester costringendo al ritiro, alla quinta ripresa, il fighter inglese Peter Kane detentore della cintura continentale. Per ancor meglio comprendere la valenza della vittoria ottenuta da Correggioli sul campione catalano, messo per ben tre volte al tappeto, basti ricordare che Luis Perez Romero difese vittoriosamente la cintura continentale per tre volte prima di essere spodestato, al Firhill Park di Glasgow, dallo scozzese Peter Keenan. Era il 5 settembre del 1951. Un’altra vittima illustre per il nostro Enzo Correggioli.

 

 

A novembre dello stesso anno il pugile rodigino subisce però la prima battuta d’arresto in carriera per mano del britannico Ronnie Clayton, futuro campione dell’Impero Britannico ed Europeo, che vince per KO tecnico all’ottava ripresa. Correggioli ha comunque classe da vendere. Archivia prontamente la sconfitta come una spiacevole parentesi nella sua carriera e si ritrova a difendere la cintura tricolore, ancora sul ring di Ferrara, contro il solito Bondavalli. Il fighter emiliano ha ancora il dente avvelenato e le prova tutte per spodestare il forte pugile polesano. Non c’è nulla da fare. Nella rivincita il rodigino s’impone prima del limite conservando il titolo italiano. Il 12 Febbraio 1948 arriva il secondo stop in carriera. In una riunione allestita a Roma è il laziale Alvaro Cerasani a vincere ai punti uno spettacolare match senza titolo in palio. Sarà, purtroppo, un triste segnale premonitore per Enzo Correggioli. Il 26 Maggio 1949 sarà proprio Cerasani infatti, vincendo ai punti un altro interessante e spettacolare incontro sulla distanza delle 12 riprese, a mettere fine al regno tricolore di Correggioli. Prima di questo però il forte pugile polesano ha il tempo di recarsi a Glasgow e mettere KO tecnico, alla sesta ripresa, Jim Kenny, un picchiatore che in carriera vanta un record di 23 KO nelle 39 vittorie ottenute; di perdere ai punti, in un match sulle 10 riprese disputato a Ginevra, con l’australiano naturalizzato austriaco Sigi Tennenbaum, sconfitta questa alquanto inaspettata vista la modesta carriera del “canguro” austriaco e finalmente difendere la cintura tricolore sul ring de L’Aquila.

 

 

Lo sfidante è l’abruzzese Alfredo Vivio che, ricorderete, Correggioli aveva già affrontato e battuto a Ferrara nel suo secondo match da professionista. Anche questa volta il pugile veneto ha la meglio e vince ai punti un incontro duro ma corretto. E’ il 26 Settembre 1948 e Rovigo può coccolarsi, ancora una volta, il suo campione Italiano. Purtroppo, come detto, il 26 Maggio successivo il figther polesano consegnò al romano Cerasani la cintura tricolore e per Correggioli, quel deludente risultato, quasi segnò la fine della sua brillante carriera. Passarono diciotto mesi prima di rivedere il campione polesano sul ring. Enzo Correggioli tornò a combattere nella sua città contro Silvano Locatelli, pugile di mediocre levatura che aveva un record fatto di 7 vittorie, 1 pareggio e 10 sconfitte, avversario ideale per provare a rilanciare le sue fiches. Otto riprese ben combattute riportano una vittoria nel suo record ed un’altra vittoria arriva, qualche mese dopo, a Ferrara con Antonio Ladisi. Tra Giugno e Luglio del 1952, combatté per due volte con Evo Savini, perdendo però in entrambe le occasioni. Anche il Savini non sarebbe stato un avversario impossibile da superare per il Correggioli dei tempi migliori, evidentemente però qualcosa, dopo la perdita del titolo italiano, si era irrimediabilmente incrinato nel meccanismo dell’ormai trentenne Correggioli. Non è però ancora giunto il momento di appendere i guantoni al fatidico chiodo. Eccolo allora affrontare e pareggiare con Luciano Giusti, nel mese di Agosto; perdere a Novembre sul ring di La Spezia con Bruno Visintin, un ventenne dalle belle speranze al suo terzo incontro da professionista e che chiuderà una brillante carriera nel 1966 dopo 90 incontri dei quali 78 vinti e 2 pareggiati, un titolo di campione europeo più volte vittoriosamente difeso dei pesi superwelters ed un titolo italiano nei welter. C’è ancora il tempo per vincere e la mitologica Nike torna finalmente, in quello stesso mese di Novembre del 1952, allo Stadio di Bari contro l’austriaco Franz Kochmanowitsch. Curioso notare come i destini dei due quasi coetanei, Correggioli e Kochmanowitsch, si incrociarono proprio in quella riunione pugliese. Le carriere di entrambi erano agli sgoccioli e per entrambi arrivarono, dopo quell’incontro, due sconfitte: con Antonini il 26 Dicembre e con Casellato nell’Agosto del 1953 per Correggioli; con i connazionali Steiner e Budinsky per il pugile viennese.

 

 

La sconfitta con il trevigiano Mario Casellato, segnò così la fine della carriera pugilistica di uno dei più forti pugili che siano mai usciti dalla scuola del maestro Nando Strozzi, ma non segnò però la fine definitiva del rapporto d’amore tra Enzo Correggioli e la “noble art” che l’ha accompagnato per tutti quegli anni di brillante ed onorata carriera. Poteva dare ancora molto alla boxe Enzo. Divenne allora maestro e successivamente “ereditò” la conduzione della palestra di viale Trieste dal suo maestro Strozzi, allevando molti di quei giovani rampolli che formeranno la seconda e la terza generazione di pugili polesani e, successivamente, anche quelli padovani visto che allenò diversi anni anche nella città del Santo.
Questa la carriera sportiva di un grande dello sport polesano che se n’è andato nel mese di Gennaio. Una coincidenza strana regolata da chissà quale alchimia sovrannaturale che lega il destino di tanti campioni che hanno fatto la storia del nostro sport. Il 1° gennaio di quarant’anni fa se ne andò Maci Battaglini; avevamo appena finito di ricordare, su queste pagine, il presidente Ercole Ponzetti e Dirk Naudè ed ecco andarsene anche Enzo Correggioli l’ultimo protagonista dell’epoca d’oro del pugilato rodigino che vide in quegli anni i vari Ferracin, Costa e Rubello dominare sui ring italiani e di mezz’Europa. Nel ricordo del maestro Silvano Modena, raccolto su “Il Gazzettino” del 14 gennaio scorso da quella gran penna di rugby e pugilato che è il giornalista e scrittore Ivan Malfatto, esce un Correggioli molto credente:«Che bell’esempio - come dice il maestro Modena – di uomo e cristiano, oltre che di pugile, mi dava Enzo Correggioli». E proprio Malfatto aggiunge che “Il mondo della boxe non finisce mai di stupire per quanto sotto la sua scorza ruvida sia tenero, dominato dai sentimenti prima che dai pugni”. Un mondo straordinario tante volte purtroppo non capito, anzi criticato, ma fatto da persone spesso straordinarie e nobili, com’era il buon Enzo Correggioli, interpreti di uno sport chiamato non a caso “noble art”. >>

 

 

EXTRATIME by Sergio Sottovia/ Questa è la storia di un “Campione” che i vari siti ‘tecnici’ come ‘boxering’ mostrano solo attraverso i numeri (di Correggioli si parla di 10 match vinti tra cui 1 per ko e di 9 match persi tra cui 1 per ko, su un totale di 20 incontri disputati).
Invece questa by Franco è una storia “cuore e testa” alla quale ho rinunciato ad inserirsi l’incipit di presentazione, perché era giusto che il racconto di Raffaello Franco fosse ‘totus suus’ .
Tanto più ‘friend’ Raffaello , per ambientare la sua storia ci ha pure trasmesso due foto storiche relative a Guido Ferracin, l’altro campione del maestro Strozzi la cui storia si è incrociata con quella di Enzo Correggioli. Qualcosa di simile ha fatto anche il sottoscritto aggiungendovi le foto di alcuni avversari storici di Enzo Correggioli.
Per la cronaca e per la storia aggiungo solo che lo scomparso Enzo lascia la moglie Anna e i figli Mauro e Daniela, ma anche gli amatissimi nipoti Alessandra, Francesca, Matteo e Michele, oltre ai fratelli Renato, Pietro Olindo e Corinna.
Tutto questo ricorda La Voce di Rovigo parlando dei funerali nella Chiesa di San Francesco, e della presenza di tanti amici del mondo del pugilato, con in prima fila Silvano Modena e quelli della Pugilistica Rodigina.
Passando alla fotogallery segnaliamo che la cover mostra la ‘testina’ di Enzo Correggioli. Quindi segue con “Campione Enzo” guardia sinistra in canotta’. Poi lo stesso pugile viene indicato dalla ‘freccia’ in una foto del 1940 che vede il ciclista Chinaglia vincitore di una corsa a Rovigo.
A documentare il periodo pugilistico di Enzo Correggioli mostriamo poi in sequenza nella fotogallery alcuni suoi avversari storici: innanzitutto Gino Bondavalli nel suo accappatoio, poi il romano Alvaro Cesaroni in guardia sul ring, infine lo spagnolo Luis Perez Romero. E proprio perché lo spagnolo ha perso da Correggioli e vinto con Ferracin mostriamo la ‘locandina-manifesto’ del match inglese tra Ferracin e Kane.
In chiusura mettiamo infine un fotogramma by Franco del match tra Enzo Correggioli e  il britannico Ronnie Clayton. E come liason tra ieri e oggi, la foto team attuale della Pugilistica Rodigina, tra i quali Modena e Cominato, ma anche Raffaello Franco assieme ai pugili di belle speranze.



Raffaello Franco & Sergio Sottovia
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