Crepaldi Filippo pitcher Europeo con l’Italia Juniores di baseball.
BONN ( GERMANIA ) – Uno stadio pieno in ogni ordine di posti già tre ore prima dell’inizio del match. Qua e là , sugli spalti, qualche punto colorato d’azzurro si perde in un mare d’arancione. Il colpo d’occhio, dal terreno di gioco, è impressionante e la tensione sale alle stelle tra i protagonisti di quella che sarà la finale del Campionato Europeo Juniores di baseball che vedrà affrontarsi le nazionali d’Italia e d’Olanda.
Gli azzurrini sono arrivati a questa partita vincendo il loro girone di qualificazione che li aveva visti superare i pari età di Spagna, Repubblica Ceca, Francia e Belgio. Poi la Russia in semifinale.
Gli olandesi, avevano invece incrociato le mazze con la Germania, Russia, Ucraina e Slovacchia nel girone di qualificazione e poi, in semifinale, con la sorpresa del torneo: la Francia.
“Dove c’è una grande volontà, non possono esserci grandi difficoltà – Italia 9 agosto 2009 “.
Scritto a mano, con un pennarello azzurro, da una mano anonima ed appeso al muro del dugout del ‘diamante’ tedesco di Bonn che ospitava gli azzurrini per quest’ennesima sfida agli orange, nell’infinita ‘battaglia sportiva’ per definire la supremazia continentale nel ‘batti e corri’ .
Quella frase, non passò inosservata. A tre ore dall’inizio del match decisivo, durante il riscaldamento, entrò nella testa e soprattutto nel cuore di colui che era stato al quale era stato affidato l’impegnativo compito di condurre la giovane formazione italiana alla conferma di quel titolo già conquistato due anni prima.
Per questo ‘condottiero’ non era stata una notte facile quella della vigilia, tormentata com’era stata da mille pensieri, da infiniti dubbi, da tante paure che non l’avevano fatto dormire. Eppure avrebbe dovuto essere preparato a quest’evento. Doveva lanciare nella semifinale giocata con i russi ed invece , per scelta tecnica gli era stato preferito Matteo Pizziconi del Nettuno. Non uno qualsiasi ma un pitcher molto esperto che ha iniziato il cammino nel mondo professionistico statunitense. Non era però una bocciatura per Crepaldi, anzi! In cuor suo sapeva che la scelta di mettere Pizziconi sul mound in semifinale avrebbe spalancato a lui le porte della finalissima.
E chi l’avrebbe mai detto, quel 28 lyglio, quando partì per il raduno di Tirrenia? Lui, Filippo Crepaldi, pitcher del Baseball Rovigo, lanciatore partente nella finale dell’Europeo Juniores. Incredibile! Un sogno si era finalmente avverato. Un sogno però difficile da gestire. Troppa pressione. Tantissima la responsabilità. Ma ‘Pippo’, classe novantadue, sapeva come gestire queste emozioni. D’altra paret erano passati solo quattro anni da quando guidò la ‘ piccola’ Rovigo a giocarsi il titolo tricolore della categoria Allievi contro la ‘corazzata’ Nettuno e, sempre nel 2005, arrivò anche la convocazione per il torneo internazionale di Boston dedicato a ‘Babe Ruth’, un vero e proprio campionato mondiale Under 16, lui ancora tredicenne! E poi era ancora fresco nel giovane Filipo Crepaldi il ricordo del mondiale canadese dell’anno scorso dove iniziò la sua avventura con la nazionale Juniores.
Il fratello minore di Enrico, lanciatore partente nell’Ilcea che quest’anno è in lotta per la promozione in A2, sa come gestire le emozioni, ma per questa finale la tensione è davvero alta in tutta la squadra. Quella frase scritta da una mano anonima però gli manda il cuore in gola e lo carica come una molla; le parole di Bill Holmberg poi gli danno le giuste energie ed il ‘Fratelli d’Italia’ , cantato a squarciagola, gli rilascia una scarica di adrenalina senza uguali. E’ pronto! In testa ha ancora le parole del pitching coach Holmberg:<< Quando ero un giocatore, sulle spalle portavo lo stesso numero (7) che ora porti sulla tua casacca. Dimostrami di meritare quel numero>>. E ancora:<< Filippo, sono ormai 10 anni che ti seguo, da quando hai iniziato a giocare a baseball! Oggi dovrai farmi capire il perché>>.
Tutto è pronto , ma poco prima del via , durante la fase di riscaldamento, il prima base azzurro prende una palla su un occhio e dev’essere sostituito. La finale sembra iniziare sotto una cattiva stella ma ‘Pippo’ non si scoraggia e si appresta a fare il suo primo lancio. Per la testa gli passano mille pensieri e la sua mente va in flash back a quel 28 luglio quando partì per il raduno d Tirrenia.
Quel raduno era solo l’ultimo steep di un percorso durato circa sei mesi. Un percorso fatto di convocazioni periodiche utili e necessarie per preparare al meglio questo campionato Europeo. Filippo aveva dovuto affrontare enormi sacrifici anche perché, durante il periodo invernale, era rimasto senza lanciare per tre lunghi mesi a causa di una grave infiammazione alla spalla destra. Furono giornate infinite, scandite da sedute di fisioterapia e da infiltrazioni di cortisone. Un calvario che non sembrava finire mai. Ed invece, pian piano, Pippo inizia a recuperare la forma migliore ed a primavera, per l’inizio del campionato, è finalmente pronto ad affrontare una nuova stagione e ad essere, ancora una volta, chiamato in maglia azzurra. Sei mesi di continui raduni aiutano certo a cementare una squadra. Si impara a pensare come un team, ci si prepara ad assumere una mentalità vincente e si cresce assieme giorno dopo giorno.
Gli azzurrini lasciarono il raduno di Tirrenia , in pullman, il 30 luglio. Il viaggio vero Bonn è sttao lungo e duro, ma l’accoglienza ricevuta in Germania ha notevolmente alleviato la stanchezza accumulata in tante ore di strada ed agevolato il riposo della squadra che già l’indomani avrebbe dovuto iniziare gli allenamenti in vista del debutto con la Spagna il successivo 3 agosto.
Debutta l’Italia ed entra anche Filippo Crepaldi. E’ il primo rilievo e lancia per tre inning nei quali prende solo una valida e contribuisce a mantenere gli spagnoli a debita distanza. Alla fine saranno tutti soddisfatti. Un tondo 10 a 1 archivia la pratica iberica e prepara gli azzurrini ad una piacevole giornata di riposo dedicata alla visita della città.
Ma incombe la sfida alla Repubblica Ceca e bisogna mantenere la concentrazione. I cechi, negli ultimi anni, sono molto cresciuti e bisogna tenerli particolarmente d’occhio. A condurre le danze ci pensa il nostro ‘condottiero’ nella quinta, sesta e settima ripresa: 4 strike out e vittoria nel match che consentono agli azzurri di chiudere con un altro tondo 10 a 1 e di portarsi in vetta al girone.
Il 6 agosto tocca alla Francia tentare di fermare la corsa dei nostri. I transalpini si confermano vera sorpresa del torneo tenendo testa alla forte compagine azzurra che concede al picche rodigino un turno di riposo. Con questa vittoria la testa del girone è assicurata.
Resta da disputare l’unitile match con il Belgio che si dovrà inchinare per manifesta inferiorità al 7° inning, come da pronostico, allo strapotere italiano. Filippo Crepaldi viene risparmiato anche in questa occasione. D’altronde i tecnici azzurri hanno in serbo per lui altri progetti e lui, in cuor suo, sa che la sua occasione sta per arrivare.
Filippo è solo sul monte. Concentrato come non mai. Attorno c’é un sacco di gente ma lui è solo, davanti al battitore con la casacca arancione che attende la chiamata del lancio dal suo ricevitore. Ha ancora il tempo di pensare alla riunione del sabato sera con squadra e tecnici, si erano riuniti. La vittoria in semifinale ai danni della Russia aveva permesso agli azzurrini di qualificarsi ai mondiali canadesi del 2010. Un altro obiettivo era stato raggiunto e Pippo poteva essere soddisfatto per quest’altro mondiale Juniores che l’aspetta nella prossima stagione. Ma in quella riunione non ci furono solo complimenti e pacche sulle spalle. C’era ancora da giocare una finale e l’avversaria di turno era davvero una brutta bestia, la rivale di sempre: l’Olanda! Tutti si trovavano d’accordo : nessuno doveva mollare proprio ad un passo dal prestigioso traguardo. Tutti avevano lavorato e sudato per lo stesso obiettivo: arrivare alla finale e confermare quel titolo conquistato solo due anni prima. La tensione era per tutti alle stelle. Erano solo tre i ‘veterani’ reduci dalla vittoria dell’Europeo del 2007, quando nelle fila azzurre c’era l’altro prodotto del vivaio rodigino Daniele Malengo, oggi a Godo in IBL. Erano tutti tesi e Filippo Crepaldi lo era più di tutti gli altri. Su di lui gravava la responsabilità della difesa. Chi conosce il,baseball sa quanto sia importante il ruolo del lanciatore, ma anche chi non lo conosce a fondo può intuire, guardando una partita, quanto il pitcher sia determinante nell’economia di gioco di una squadra. E Pippo sentiva tutto il carico di questa enorme responsabilità.
Il polesano è pronto ad effettuare il primo lancio. Inizia subito alla grande mettendo a segno due strike out veloci, veloci. Poi però arrivano due battute valide degli olandesi ed entra il primo punto avversario. Gli azzurrini in attacco non scherzano e riprendono immediatamente il controllo del match. Pippo da Rovigo, gioca fino alla quinta ripresa. Alla fine metterà a segno la bellezza di 4 strike out regalando agli olandesi solo 3 basi su ball e 2 punti. Il suo dovere l’ha fatto eccome. Ha tenuto a bada le temibilissime mazze Orange.
A Loardi ed al closer Simone spetta ora il compito di completare l’opera. Proprio Loardi del Piacenza sarà il protagonista del finale thrilling del match ( il solo Holmberg, in dugout, sembra tranquillo, come conoscesse già il finale del film) concedendo il punto del 3 a 3 ma riprendendosi immediatamente dopo, quando mette a segno la valida che porta a casa il punto del definitivo 4 a 3. Nell’ultimo attacco orange , Simone, non deve far altro che tenere a bada gli scatenati olandesi, cosa che gli riesce peraltro alla perfezione. E’ 4 a 3 per gli azzurri, ancora una volta campioni d’Europa!
Adesso Filippo Crepaldi si può davvero rilassare e può godersi un momento che rimarrà impresso per sempre nella sua mente ed in quella dei compagni. Non si contano i canti, i pianti, le urla, le pacche sulle spalle.
E’ festa grande in mezzo al diamante tedesco ed i colori d’Italia diventano ambiti gadget: tutti chiedono maglie, autografi e la gioia è incontenibile. Nessuno ha dormito in quella notte di follia che ha seguito la finale …nessuno voleva perdere una festa unica ed indimenticabile. Ma il sogno di Filippo Crepaldi non è ancora finito. Lo aspetta il Camp organizzato dalla Major League Baseball a Tirrenia. Così, con ancora nel cuore l’immensa felicità di un titolo conquistato grazie anche al suo talento, riparte per una nuova avventura che lo vede protagonista con altri otto ragazzi di scuola italiana, inseriti con un’altra sessantina di atleti d’Europa ed Africa, nel prestigioso progetto della lega professionistica statunitense sempre orientata alla ricerca di talenti da lanciare nel dorato mondo ‘Pro’ del ‘batti e corri’. Così il giovane pitcher rodigino, ha potuto vivere per altri 18 giorni in un sogno. Seguito da tanti grandi ex della MLB, lui, il pupillo di Robert Brandi che, con l’aiuto di Fidel Gutierrez Reinoso, ha fatto crescere in questi dieci anni d’attività preparandolo a questi prestigiosi traguardi, traguardi che gli hanno permesso di mettersi in luce con Bill Holmberg e con il suo staff. Nonostante questo sogno non sia ancora finito, Pippo mantiene l’umiltà di sempre. Il suo prossimo obiettivo è quello di poter contribuire a portare in A2 la sua squadra e di difendere il mound rossoblu in un campionato più prestigioso di quello attuale. A suo dire, la conquista del titolo europeo con la nazionale Juniores è solo un punto di partenza di un progetto che, in futuro, potrebbe portare a ben più alti risultati.
Raffaello Franco - Areasport 2009
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