Erio Iori, ex arbitro CAN e presidente Aia Parma, spiega a Rovigo la “formazione dei giovani” e i “100 anni dell’AIA nazionale


10/04/2011

Si potrebbe dire “Erio Iori in tour”. Basta leggere in internet tutte le Sezioni che Erio Iori ha visitato/incontrato da quando nel 2009 ha rilevato Martini nel gotha arbitrale italiano.
E così la recente visita alla Seziona Aia Rovigo del presidente Ivan Colopi, assume maggio valore e considerazione progettuale.
Perciò ci piace proporvi lo Erio Iori “passaggio in Polesine” così come lo racconta nella sua interpretazione autentica Samuel Vegro (sua la mail by Aia Rovigo del 9.4.2011) completandola con l’articolo/intervista  by La Gazzetta di Parma datata marzo 2009, giusto subito dopo l’incarico ‘nazionale’ assegnato all’ex presidente Aia Parma.



PRIMA NEWS (by Samuel Vegro, aprile 2009) / A.I.A. ROVIGO: LA VISITA DI ERIO IORI
"La Sezione come luogo di formazione dei giovani" - Presentato il gagliardetto celebrativo dei 100 anni dell' A.I.A.
<< L’ ultima riunione tecnica vissuta dalla Sezione di Rovigo ha visto protagonista in qualità di relatore il Componente del Comitato Nazionale dell' A.I.A. Erio Iori, appartenente alla Sezione di Parma.
Iori, già Presidente della Sezione di Parma e con un passato di arbitro alla Commissione Arbitri Nazionale negli anni ’90, ha innanzitutto presentato l’ attività del Comitato Nazionale, per poi offrire spunti di riflessione su tematiche associative e tecniche alla platea arbitrale rodigina. 
“La Sezione –ha esordito- è la casa di ogni arbitro”, con ciò evidenziando il ruolo fondamentale della cellula associativa nella  formazione  di ogni direttore di gara, specialmente quelli più giovani.
“E’ doveroso notare  –ha proseguito Iori-  come l’ attività dei cosiddetti ‘formatori sezionali’, cioè il Presidente, i suoi Consiglieri e gli Osservatori, spesso non ottenga il giusto riconoscimento che invece merita pienamente: l’ importanza di queste persone nell’ educare i giovani, prima di tutto a livello associativo e poi tecnico, è  davvero decisiva per costruire la loro carriera ”.  Secondo  Iori, si prefigura la necessità  di un “aggiornamento continuo dedicato ai formatori,  che allo stato attuale è carente, affinchè sia possibile crescere i giovani utilizzando metodologie il più possibili uniformi e adeguate.”.
Il talento di un arbitro, allo stato primordiale, è costituito essenzialmente da una buona dote di personalità e dalla propensione a capire di calcio. Su tutto il resto, dalla forma atletica, alla conoscenza approfondita del regolamento del gioco, fino alla motivazione, è possibile lavorare, seguendo appunto i consigli dei formatori sezionali.
L’ ingrediente essenziale per diventare un buon arbitro, secondo Iori? “Il sapersi divertire, che va a braccetto con la propria autostima: un arbitro deve sempre essere sereno quando va in campo, mentre qualche volta si nota, specialmente nei giovani, lo stress, che altro non è che dubitare delle proprie capacità”.
Il Presidente della Sezione di Rovigo Ivan Colopi ha concluso la serata presentando, insieme allo stesso Iori, il gagliardetto celebrativo dei cento anni della Associazione Italiana Arbitri: per l’ occasione gli arbitri potranno vestire una divisa speciale, che prossimamente arriverà in tutte le Sezioni d’ Italia.>>



SECONDA NEWS ( by Paolo Grossi, La Gazzetta di Parma, 9.3.2009)/ IORI RILEVA MARTINI NEL GOTHA ARBITRALE
<< Erio Iori, ex arbitro parmigiano (era arrivato nei ruoli della Can) ed ex presidente della sezione Aia di Parma, è stato eletto nel Comitato Nazionale dell'Associazione Arbitri «al seguito» di Marcello Nicchi, divenuto presidente. Il suo posto era espressione del Centro Italia e l'avversario della cordata-Apricena era Romano Martini, anche lui parmigiano, anche lui ex arbitro, ex presidente dell'Aia parmense e soprattutto grande amico di Iori.
«Con Romano e con Alberto Boschi - dice subito Iori - siamo «figli» degli insegnamenti e della guida di Orsi e Battilocchi, gente che prima di noi ha fatto crescere la sezione. La «sfida» tra me e Martini è stata vissuta dalla sezione con molta serenità. Prima vengono  l'amicizia e il fair play, poi le altre cose».

Fatto sta che Nicchi, che alla vigilia era dato per sfavorito, ha sovvertito i pronostici, fors'anche sfruttando bene una buona dose di malcontento nel settore.
«E' vero, c'era malcontento, ma è vecchio di anni, non di mesi. Fondamentalmente la base si è stancata di una dirigenza nazionale che era sempre la stessa da venti o trent'anni: ci si scambiava qualche poltrona ma gli uomini restavano quelli».

Nicchi che novità porterà?
«Innanzitutto un decentramento tecnico, operativo e finanziario a beneficio delle sedi regionali. L'Aia deve provvedere a 750.000 partite di calcio, è giusto far crescere, strutturare e delegare realtà periferiche. Dove però la nostra intenzione è far arrivare forte e costruttivo il segnale del settore tecnico, perché ci sia insegnamento e formazione già alla base. Con risorse finanziari e e supporto organizzativo, Anche il modo con cui Nicchi ha formato la sua cordata è nuovo: quasi tutti i suoi collaboratori sono stati l'espressione di una sorta di primarie nelle sezioni, votati dai presidenti e dai delegati. Una trasparenza che alla fine ha pagato. Tra gli altri punti la richiesta di una sempre maggior autonomia sul piano delle finanze e del marketing con la possibilità da parte dell'Aia di reperire e gestire in proprio le sponsorizzazioni. Infine una netta apertura verso i mezzi di comunicazione. Se ci sarà rispetto verso gli arbitri questi saranno più disponibili  a intervenire e spiegare».

Erio Iori che cosa porta in dote e in che campo spera di operare?
«Personalmente Calciopoli mi ha molto avvilito e credo che abbia anche ridotto ai minimi termini l'orgoglio della categoria e il senso di appartenenza. Inizio quest'avventura un po' come una missione nell'intento di far rifiorire l'autostima degli arbitri. In dote porto la passione e l'esperienza professionale e arbitrale. Conosco abbastanza bene i vari aspetti del movimento. Oltre che presidente di sezione da anni sono osservatore per la Can. L'importante secondo me è che svaniti i fumi delle elezioni si torni a lavorare tutti assieme nella stessa direzione. Per quanto mi riguarda l'auspicio è poter lavorare alla base, monitorare ad esempio il tempo-lavoro delle varie sezioni, individuare quelle che hanno metodologi efficaci e usarle a modello. Per aiutare a migliorare dal basso i nostri arbitri».

EXTRATIME by SS/ La cover mostra Erio Iori (cravatta rosa) e Ivan Colopi mentre presentano il gagliardetto celebrativo dei 100 anni dell' A.I.A.. Poi nella fotogallery le parti si invertono e mostriamo Ivan Colopi nel saluto conclusivo all’ospite ( seduto) e ai giovani arbitri in platea.



Samuel Vegro – Aia Rovigo
www.polesinesport.it