Finale Serie A Federale 2012/ Alla Palfinger le prime 2 vittorie ‘ipoteca scudetto’. Però Ilcea BSC RO sabato va a R.E. 'cercando miracolo'


13/09/2012

Era settembre 2009 e “Fratello Luciano” dall’Australia mi ha telefonato perché voleva gli spedissi lo “SCUDETTO TRICOLORE”, ma di quella dimensione (ricordo bene : cm 12). Ah l’indimenticata e indimenticabile ITALIA. A questo ho pensato quando, in fondo al seguente articolo by ultima sua Media Guide 2012, il ‘cuore grande’ di Raffaello Franco addetto stampa della Ilcea Baseball Rovigo ha parlato di quel ‘pezzettino di stoffa chiamato scudetto’.
Poi Luciano pochi giorni dopo è salito in cielo e ho pensato a … quanto amasse l’Italia, la sua Italia.
Adesso, il racconto di Raffaello Franco ha svelato tutto il suo immenso amore per la sua “Little Italy”, cioè ..la Baseball Ilcea Rovigo ‘forever’, quella dello Scudetto che verrà ma che è già nel cuore e nel …‘Taschin dei Lucio Boys’.
Ma lasciamo stare il fatto che …Luciano etimologicamente significa figlio di Lucio, e che conosco bene i “Fratelli Fetontei” della BSC Rovigo, cioè Filippo ed Enrico Crepaldi, altrimenti la partecipazione emotiva diventa troppo parziale senza avere quantomeno la adeguata preparazione professionale sulla disciplina in oggetto.
Cioè quel Baseball Made in Rovigo che quest’anno, secondo il vangelo di Raffaello, punta come segue all’ennesimo miracolo in casa della Palfinger sabato prossimo a Reggio Emilia.
Dove scenderanno in campo ‘heart & mind” produced by questo STAFF TECNICO DELLA ILCEA ROVIGO: Fidel Gutierrez Reinoso manager (CUBA), Maurizio Serra coach (ITA),
José Pèrez pitching coach (CUBA).
Contrapposto al seguente altrettanto H & M produced by questo STAFF TECNICO PALFINGER REGGIO EMILIA: Lionell Carrion manager (Venezuela), Pablo Abreu coach (CUBA), Giacomo Aldelgardi coach (ITA), Alberto Consolini coach (ITA), Stefano Palazzina coach (ITA).

FINALE SCUDETTO FEDERALE SERIE A 2012 ( by Raffaello Franco) / PALFINGER HA GIA’ VINTO IL MATCH D’ANDATA , PERCIO’… ILCEA RIPARTE DA REGGIO APPESA AD UN FILO DI SPERANZA

<<Questa volta servirà un miracolo! Bisognerà votarsi chissà a quale santo per riuscire ad espugnare tre volte, in due giorni, il “Caselli” di Reggio Emilia. Eppure l’impresa era praticamente fatta e se tutto fosse andato come sembrava fino all’8° inning di gara 1 e di gara 2, adesso saremo qui a parlare di come l’ILCEA BSC Rovigo avesse dovuto preparare una trasferta nella quale sarebbe bastato vincere 1 partita su 3 per festeggiare un insperato, quanto meritato, scudetto. Invece ci ritroviamo a recriminare su due sconfitte maturate all’ultimo inning di due match fotocopia che hanno visto prevalere la Palfinger di misura su un Rovigo che era stato rivoluzionato da Fidel Gutierrez Reinoso per far fronte all’emergenza di giocare senza l’esperienza di Weidner e dei due “desaparecidos” Mondino e Di Salle.
Come non bastasse domenica è arrivata un’altra tegola sulla testa del decimato team rossoblu ed a queste già pesanti assenze si è aggiunta quella del forte interbase Marco Sandalo infortunatosi in gara 1.
Così il tecnico cubano ha dovuto fare di necessità virtù spostando Nick Nosti in posizione di shortstop inserendo il giovane pitcher Filippo Crepaldi nell’inedita posizione di esterno centro.
Una situazione quasi paradossale che comunque sembrava non aver messo più di tanto in difficoltà una squadra che, nonostante le difficoltà, ha dimostrato di meritare di essere li a giocarsi una finale tricolore.
Difficile fare un’analisi di quanto di incredibile è accaduto nel “maledetto” week end rodigino. Si sa che lo sport a volte è crudele e non sempre vince chi ha, tutto sommato, giocato meglio.
Spesso sono i dettagli a fare la differenza, dettagli che man mano che il livello del gioco cresce diventano sempre più sottili e lasciano spazio ad un risibile margine d’errore.
In partite come queste, l’equilibrio che regna tra due squadre che si equivalgono, può essere in qualsiasi momento spezzato da un episodio o da un dettaglio e non è sempre detto poi che questo dettaglio sia solo ed esclusivamente dovuto ad un fattore tecnico.

In ogni partita e, soprattutto, in una finale scudetto conta infatti anche quel famigerato “fattore C” che non è indispensabile ma spesso e volentieri aiuta.
Certo è che l’ILCEA si è trovata a gestire in entrambi i match un vantaggio risicato e forse qui ha giocato molto l’inesperienza (l’età media del “nove” sceso sul diamante domenica in gara 2 era di 25,7 anni, n.d.r.), mentre gli emiliani possono contare su un roster collaudato nel quale figurano ancora sette elementi che nel 2010 vinsero lo scudetto federale, il primo dell’era IBL, completato quest’anno con altri giocatori di provata capacità ed esperienza.
In seconda battuta, purtroppo non ne avremo mai la controprova, nel momento clou della stagione sono venuti a mancare alcuni uomini nei ruoli chiave: la “fuga” di Mondino ha messo Reinoso nelle condizioni di dover schierare in terza base, in una zona del campo che non a caso gli americani chiamano “hot corner”, Mirko Ferrari; certo uno dei migliori elementi a disposizione del tecnico cubano, ma che da sempre trova una sua collocazione naturale negli schemi difensivi dei rossoblu nel campo esterno.
Scompensi hanno certamente creato anche l’infortunio di Marco Sandalo e l’assenza di Curtis Di Salle che hanno costretto Reinoso a reinventarsi la difesa avanzando all’interbase Nosti (un altro esterno, n.d.r.), inserire Niccolò Schibuola all’esterno sinistro, lasciando così il giovane cather Mattia Boldrin, costretto agli straordinari, senza il ricambio naturale in un ruolo che, chi conosce il gioco, sa quanto sia difficile, importante e fisicamente logorante, per inserire Filippo Crepaldi, uno dei protagonisti positivi di gara 1, all’esterno centro, ruolo che il buon “Pippo” ha comunque ben interpretato pur essendo un lanciatore puro, quindi non allenato a giocare in quella posizione difensiva e ad entrare nel box di battuta nelle fasi d’attacco.
Una coperta insomma diventata, per varie cause concomitanti, davvero troppo corta e che ha certamente creato qualche scompenso di troppo contribuendo a far maturare questi due risultati negativi per l’ILCEA.
La sensazione che tutti hanno avuto comunque è che le prime due sfide della serie siano state più regalate dall’ILCEA che vinte dalla Palfinger, come confermato alla fine di gara 2 anche dal pitching coach cubano del Reggio Emilia Pablo Miguel Abreu Cazanas, un tecnico che di baseball se ne intende essendo stato per molto tempo miglior pitcher di Cuba ed uno tra i migliori al mondo alla metà degli anni ’80 del secolo scorso.

Sconfitte così lasciano a lungo l’amaro in bocca e rischiano di minare il morale dei giocatori ma anche quello di tecnici, dirigenti e pubblico. A volte, forse, è meglio perdere un match per manifesta inferiorità piuttosto che vedersi “scippare”, più per propri demeriti che per meriti degli avversari, un risultato già di fatto acquisito.
Comunque sia nulla è ancora perduto. La storia dello sport, fortunatamente, è ricca di imprese che hanno del miracoloso e sarebbe ora che la ruota della fortuna iniziasse un po’ a girare anche dalla nostra parte e poi non dimentichiamo che i ragazzi di Fidel Gutierrez Reinoso ci hanno già abituati a clamorosi ribaltamenti di pronostico.
Sia quest’anno, quando hanno messo in atto la clamorosa rimonta che ha permesso all’ILCEA di entrare nei play off scudetto andando poi, nella semifinale, a ribaltare una serie che pareva già compromessa dopo gara 1, sia negli scorsi anni e proprio la Palfinger Reggio Emilia dovrebbe ricordarsene visto che esattamente un anno fa, era il 10 settembre 2011, vinse a Rovigo con un pesante 15 a 4, che non ammetteva repliche, la prima gara di semifinale per poi perdere l’indomani gara 2 e subire in gara 3 un clamoroso 17 a 0 che chiuse definitivamente la stagione dei reggiani lanciando i rodigini nella finalissima con l’Arezzo poi campione d’Italia.

Lo spirito con i quali i rossoblu partiranno per Reggio è quello giusto: quello di sapere che nonostante le tante difficoltà hanno saputo tenere in scacco la super corazzata emiliana per 16 inning sui 18 giocati nelle prime 2 gare di finale.
Per questo in settimana Reinoso ha curato più l’aspetto mentale che quello tecnico, un lavoro psicologico che alla vigilia di ogni match sportivo importante, soprattutto in uno sport come il baseball, riveste un’importanza vitale.
Come anche già detto la scorsa settimana, a questo punto e viste le evidenti difficoltà, ai rossoblu non resta che giocare con il cuore, quello stesso cuore che già tante volte ha fatto superare momenti difficili e fatto la differenza. Gara 3, riservata ai lanciatori italiani, accenderà la prima fiammella di speranza in un week end che ci si augura lungo ed indimenticabile.
Il partente Bertolini ed il rilievo Salsi affronteranno i fratelli Crepaldi che cercheranno di mettere a tacere quanto più possibile le pericolose mazze reggiane. Pronti ad intervenire a supporto anche Rondina ed il giovane Marangoni.
Se questa volta le cose andassero per il meglio, la sera verrà illuminata dalle stelle straniere Martinez e Salas, una sfida giocata a colpi di stike out dove il pitcher rossoblu, che con 13 eliminazioni al piatto è stato protagonista anche della sfortunata gara 2 di domenica scorsa, cercherà la rivincita sul connazionale.

Se Salas e il line up rossoblu riusciranno nell’impresa di pareggiare i conti con il Reggio Emilia, si spalancherebbero scenari oggi ancora inimmaginabili e che preparerebbero una notte agitata su entrambi i fronti in attesa della sfida decisiva della domenica pomeriggio dove, a quel punto in un match senza vincolo per l’utilizzo dei pitcher, vincerà chi sarà più lucido mentalmente e tatticamente, chi saprà sbagliare meno ed avrà nelle braccia e nelle gambe ancora un pizzico d’energia rimasto dopo una stagione molto difficile e logorante. Una situazione insomma dove il cuore conta davvero ed è quello, a conti fatti, che i nostri ragazzi hanno sempre dimostrato di avere.
Comunque andrà a finire l’ILCEA BSC Rovigo che si appresta a chiudere il suo terzo campionato di serie A Federale nell’anno del suo 40° compleanno, non avrà nulla da rimpiangere perché chi oggi è ancora li che combatte, magari anche “ferito” nel corpo e nell’anima, per quel triangolino tricolore sa che ha dato e darà ancora il 110%.
Chi invece ha fatto altre scelte ed ha abbandonato la nave sul più bello non merita nemmeno menzione e se poi alla fine a spuntarla sarà comunque la Palfinger Reggio Emilia, gloria a loro ed onore all’ILCEA BSC Rovigo alla quale bisognerà concedere almeno l’onore delle armi come accadde esattamente 70 anni orsono, su un altro fronte ben più cruento, dopo la Battaglia di El Alamein, una delle più aspre del secondo conflitto mondiale, dove ai nostri soldati: «Mancò la fortuna, non il valore».


EXTRATIME by Sergio Sottovia/ La cover è dedicata alla ‘palla baseball’ in kit scudetto Italia.
E ‘paritariamente’ in fotogallery proponiamo entrambi i Roster delle DUE FINALISTE, perché chiunque alla fine vincesse …chapeau, sarà Campione d’Italia 2012.
Anche se la foto finale by heart è dedicata alla BSC Rovigo per i suoi “40 anni” in ambito Fibs, perché quello è già di per sé un …miracoloso scudetto tricolore nato nella Città della Rotonda ‘ottagonale’.

 


Raffaello Franco
www.polesinesport.it