Giacciano bonificata nel 1625 dai Bentivoglio che nel 1669 costruirono chiesa Sant’Ippolito; poi Parrocchia dal 16.2.1677 sotto Diocesi di Ferrara e dal 1818 sotto Adria/ Con lapide della marchesa Foscarini su bozzetto Antonio Canova


La storia di Giacciano con Baruchella, comune tricefalo con Giacciano, Baruchella, Zevio l’abbiamo già raccontata anche per aver dato i natali ad alcuni Personaggi illustri, da El Camborio - ballerino, Guglielma Pasini-educatrice De Togni, e gli sportivi Josè Altafini, Dal Fiume fino a Giantomassi-olimpico e… Natale Pigaiani sindaco da 30 anni e tuttora.
Adesso però vogliamo proporvi il breve excursus storico trasmessoci dall’amico Franco Rizzi, cantastorie dell’enclave altopolesano, perché fa blow up sulla dinastia dei Bentivoglio , dopo che Giacciano e il suo territorio, al tempo della contessa Matilde era in parte <<Arimannia>> ed in parte <<Enfiteusi>> , con diritti non ben definiti del Papa e del Vecovo di Ferrara. Peraltro – raccontano P e G Braggion nel loro libro “Il sacro nel Polesine” – il Vescovo poi dal gran bosco di Giacciano ritraeva le parti davanti ei cinghiali cacciati “honoris causa” , né si tagliava legna senza il suo permesso.
Va ricordato altresì che Giacciano , prima della edificazione della chiesa di Sant’Ippolito Martire , dipendeva come Parrocchia originariamente da Trecenta, da cui fu ufficialmente smembrata il 233.1677.
Segnalato peraltro che nel 1699 il fiume Tartaro , passando alla storia per una rovinosa ‘rotta’,  inondò Giacciano, Zelo, Baruchella fino al passo di Trecenta, vi proponiamo tout court il seguente reportage trasmessoci by F.R. anche perché sottolinea come, adiacente alla pala d’altare dedicata a Sant’Ippolito Martire, a Giacciano come opera pregevole ( bassorilievo neo classico) c’è la tomba con lapide in memoria della Marchesa Foscarini Bentivoglio ( dolente seduta presso la tomba del figlioletto) su bozzetto di Antonio Canova, il  noto scultore del nobile,  giusto nell’anno in cui la Parrocchia passò sotto la Diocesi di Adria , per effetto del Congresso di Vienna e della nuova ripartizione territoriale attuata anche in Altopolesine.

 

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 12.05.2021)/ GIACCIANO: LA PARROCCHIALE DI S. IPPOLITO OSPITA UNA MISCONOSCIUTA LAPIDE FUNEBRE DI ANTONIO CANOVA (1818)
Nel Comune tricefalo di Giacciano con Baruchella ci sono da alcuni secoli tre parrocchie, la più piccola è quella di Giacciano a 1 km dalla sede comunale in direzione di Trecenta sulla provinciale arginale in destra della Fossa Maestra. La piccola località sino al 1815 dipese da Ferrara in temporale e al 1819 in spirituale.
Nei secoli bui solo umile gente di pescatori e cannaroli in luoghi umidi e ghiacciati d'inverno, da ciò il toponimo Jazzan (si dice ancora così in dialetto), Giacciano. Paludi, alluvioni, epidemie dipendenti dalla visconteria di Trecenta, una località dimenticata da Dio e dagli uomini.

Occorre arrivare al '600 per uno strategico balzo in avanti, quando i Bentivoglio bonificarono l'Alto Polesine, infeudandosi proprio a Giacciano.
Questa blasonata genealogia familiare emiliana pensò a costruire la prima chiesa. Il marchese Ippolito ricevuto l'ok del cardinal vicario arcivescovo di Ferrara Giovanni Donghi,  che governava questa dipendenza pontificia fece iniziare i lavori. Patrono fu scelto S. Ippolito Martire. Il 17 ottobre 1669 venne posta la prima pietra e l'8 ottobre 1672 l'arcidiacono Giovanni Ciavernella, vicario generale del cardinale legato ferrarese e arcivescovo ferrarese Carlo Cerri, benedì il nuovo tempio, quello attuale (FOTO ALLEGATA). L'erezione canonica della parrocchia avvenne "in data 23 marzo 1677: il marchese Bentivoglio aveva anche pensato alla dote per il mantenimento dei parroci". (A. GABRIELLI, Comunità e chiese nella diocesi di Adria Rovigo, Ciscra Edizioni, Roma 1993, p. 465.

 

La chiesa pur ai tempi nostri è un edificio decoroso, recentemente restaurato come la piazza antistante cui si accede dalla scalinata arginale dalla strada provinciale: armonioso lo stile neoclassico a tre navate, sobria la facciata, adornata da cinque cuspidi piramidali, come ha scritto più volte il compianto professor Ario G. Stevanin, noto studioso baruchellese. L'interno è adornato di altari marmorei, bella la pala d'altare effigiante il patrono S. Ippolito, opera di Cesare Gennari (1637-1688), che qui s'ispirò al Guercino. Detta parrocchiale fu sempre legata alla famiglia Bentivoglio finché papa Pio 7° con il Breve Apostolico Cum nos gravibus del 9 marzo 1819 aggregò definitivamente all'allora diocesi di Adria la S. Ippolito Martire.
Opera più pregevole misconosciuta vicino all'altare la stele eretta alla memoria della marchesa Adelaide Foscarini, una lapide sepolcrale (FOTO ALLEGATA ) con bassorilievo dedicata a detta nobildonna veneziana moglie del marchese Carlo Guido Bentivoglio, realizzata su bozzetto di Antonio Canova nel 1818, come ha scritto Giuseppe Fiocco nel saggio La rettoria Bentivogliesca di Giacciano, estratto dal Bollettino della P. Istruzione, Roma 1912



EXTRATIME by SS/ In cover e in apertura di fotogallery, in versione disaggregato per esigenza di risoluzione e visibilità, la lapide marmorea alla memoria della marchesa Adelaide Foscarini Bentivoglio, su bozzetto di Antonio Canova noto scultore neoclassico.
Che peraltro, dopo avervi proposto la facciata della Chiesa di Giacciano dedicata a Sant’Ippolito Martire, vi riproponiamo dulcis in fundo in edizione integrale.

Franco Rizzi & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it