Gli amici veri di Davide Santon sono ‘Quelli del Delta Po’


02/02/2010  

Ricordate la GRANDE Inter? Sarti etc etc. E il Dall’Ara? E Saul Malatrasi? Se non ci fossero stati loro non avrei scritto questo Fair Play, per non scomodare …Davide Santon e Germano Bovolenta. Invece una sera Renzo Sarti mi ha ‘convocato alla Baldissera’ , un’ora prima di cena , per dirmi che c’era Mirko Santon tra i suoi amici e mi invitava a portargli i miei ‘tre libri’ Polesine Gol. Detto fatto ed è stata Festa Grande con tanti amarcord, compreso il fatto che Mirko Santon da Padova ha giocato a Bosco Mesola con Maurizio Menegatti e che avrebbe potuto finire la sua carriera all’Arianese dove l’avrebbe voluto Piero Cavallari ( informazione da tempi non sospetti).

Di quella serata a base di pesce , con la partecipazione aggiunta di Massimo Bovolenta ds del Lapecer , ho tante tracce nella memoria del mio pc , ma certe cose fanno parte della privacy per cui le certificazione la affido soltanto alla foto –gruppo  di fine serata, col sottoscritto seduto sotto papà Mirko, e con ‘quelli di Bosco Mesola’ tra i sorrisi di Renzo Sarti, di Rizzato maitre della Baldissera e l’Edoardo Manzolli fine dicitore di cose calcistiche. Poi Dall’Ara, innanzitutto Matteo mio nipote, che vedete con la maglia della Spal assieme a Davide Santon ( in foto da sx, Matteo Andreose, Alessandro Pivelli, Giacomo Sorrentino, Matteo Dall’Ara, Davide Santon, Francesco Marani, Giacomo Bonazza Dario Saric, Matteo Ambrosini) , ha partecipato alla Gran Festa  del 9 luglio 2009, là a Bosco Mesola , il giorno prima che l’interista partisse per il raduno Inter, campionato 2009/10.


Quel giorno proprio Mattia segnò un gol all’occasionale portiere Davide Santon e subito dopo cominciò a correre a tutto campo per la gioia. Emozioni forti per un ragazzino che giocava con gli Esordienti 97 della Spal allenata da Gigi Pasetti, e che lo stesso Matteo Dall’Ara mi ha raccontato ancora una volta nel consueto saluto natalizio assieme a papà Graziano, veloce ala dei tempi della Gavellese nell’unico suo anno in Seconda categoria.
E allora ecco spiegato il perché di questa rubrica dedicata stavolta a Davide Santon e all’amicizia con ‘Quelli del Delta Po’ .
Tanto più che , tra le cose che posso dire ( quindi altre non si possono dire…) va ricordato l’incontro casuale di papà Mirko Santon con Saul Malatrasi, guarda caso nell’antistadio del dall’Ara di Bologna. Occasionale sì, mi ha detto Saul Malatrasi, ma la parlata di Mirko per lui era inconfondibilmente veneta e poi emiliana. Questo il loro viaggio –colloquio. Da dove sei? Sono del Delta Po, sono di Bosco Mesola. E dopo l’abbinamento ‘papà Santon’ e figlio Davide, il Grande Saul disse a Mirko:” Sembri suo fratello”. Tutti discorsi confermati da entrambi.
Era l’epoca in cui l’Inter non permetteva ai Santon di rilasciare interviste e la mamma di Santon era … alle prime armi. Per questo Vi proponiamo quanto scritto in precedenza sulla Gazzetta dello Sport in data 13 febbraio 2009, con la penna ‘fioretto- fantasia’ di Germano Bovolenta , uno che l’ambiente del Delta e del viaggio umano conosce mille sfaccettature. E guarda caso i suoi pensieri ‘articolati’ raccontano la storia de ‘Il Vecchio e il bambino’ , sul binario Paolo Maldini e Davide Santon nel loro primo e ultimo derby a San Siro.
Gustatevi le variazioni sul tema e poi a seguire Vi metto la prima parte del successivo articolo Made in Gazzetta , firmato dal tandem Andrea Elefante e Luca Taidelli, in quanto relativo alla prima intervista autorizzata dall’Inter a La Gazzetta dello Sport e che è avvenuta, guarda caso uno o due giorni dopo che avevo salutato papà Mirko alla Baldissera. Infine, a completamento del kit troverete l’articolo pubblicato su La Nuova Ferrara ( datato 2 aprile 2009 e dal taglio ‘indigeno’) e così faccio raccontare agli altri ,
qualcosa di quello che …  avevo scelto di non raccontarvi io.

LA GAZZETTA DELLO SPORT (13 febbraio 2009) / IL VECCHIO E IL BAMBINO
L' ultimo derby di Paolo, il primo di Davide. Il Vecchio e il Bambino, Maldini e Santon, entrano in San Siro in una notte speciale. Le luci, Mourinho, la gente, Beckham. La sfida, Inter-Milan, un sacco di discorsi e tensioni e pensieri. E al centro, stavolta, in una fredda domenica di febbraio, due belle facce: Paolo Maldini e Davide Santon. Il capitano di 40 anni, storia e bandiera di molti Milan. E un ragazzo di 18, terzino della nuova Inter, con un piede nel futuro. Segue a pagina 9 San Siro, incrocio di destini e di sentimenti. Entra Paolino, grandissimo, altissimo, bellissimo. In questo gran posto di calcio ha giocato (campionato) 41 derby. Il prossimo, dopodomani, è il numero 42. Fa impressione, vero piccolo (nel senso degli anni) Davide? Guardalo, sfioralo, annusalo: profuma di leggenda. Lui è Maldini, figlio di Cesare. Lui è Paolo e comincia quasi come Davide. Il primo derby lo gioca a 17 anni, 24 novembre 1985. É un buon anno, nasce il pilota Lewis Hamilton, al cinema danno Ritorno al futuro. Il Milan pareggia 2-2. Un altro Paolino (Rossi) segna i due gol. Quell' anno, in rossonero, ne fa due soli: all' Inter. Te capì, el Pablito? Il figlio di Cesare è un predestinato, avanza sulla fascia con il suo cognome ingombrante. E se non diventa come il suo papà? Cesare detto Cecè dice: non c' è problema, Paaaolino è più bravo di me. Paolomaldini, tutto attaccato, mette la freccia e sorpassa il mito. Cioè suo padre, capitano del Milan di Wembley 63. Davide Santon è figlio di Mirco. Non è un predestinato, ma comincia quasi come Paolo. Il suo primo derby, fra un po' di ore, lo gioca a 18 anni. Davide arriva dal parco del Delta del Po, da Bosco Mesola. Suo papà non ha bisogno di dire che Davide è più forte di lui. Quando Maldini esordisce nel derby, Mirco Santon ha vent' anni e gioca nel Bosco in Prima categoria dilettanti. Centravanti. «Era un prolifico bomber e con Mazzocco formava una spumeggiante coppia d' attacco», ricordano. Paolo, figlio dell' allenatore Cesare, comincia nei Pulcini del Milan. E sogna di diventare Bettega. Diventa Maldini. Davide nasce all' ospedale di Portomaggiore, ma - attenzione - è di Bosco Mesola. Da quelle parti c' è un castello e un boscone. É una terra sabbiosa, l' asparago verde ha trovato l' ambiente ideale. É una delle coltivazioni più diffuse e pregiate della zona. Santon cresce e cresce. Meglio degli asparagi. Comincia con l' Atletico Delta, la seconda squadra di Bosco Mesola. E sogna, come tutti i terzini del mondo, di diventare Paolomaldini. Va a Ravenna, torna a casa, poi a 14 anni all' Inter. É alto, forte e buono. Potrebbe farcela. E se non ce la fa? Può sempre lavorare nella piccola impresa edile di papà Mirco. Adesso costruisce con Mourinho. Domenica a San Siro è previsto un ingorgo di destini. Primo derby di Beckham, ultimo (pare) di Ancelotti. Presenti, fra gli altri, in tribuna la signora Renata, mamma di Davide. E la signora Victoria, moglie di David. Ma quei due, Maldini e Santon, entreranno con il cuore un po' gonfio. Ci piace accompagnarli con la musica e le parole di Francesco Guccini, del Vecchio e il Bambino. «I due camminavano, il giorno cadeva, il vecchio parlava e piano piangeva: con l' anima assente, con gli occhi bagnati, seguiva il ricordo di miti passati...». Grazie Paolo, benvenuto Davide. * * * BABY ESORDIENTI E' Corso il più giovane in un derby Mariolino Corso giocò il suo primo derby il 22 marzo 1959 a 17 anni e sette mesi Mario Balotelli ha giocato il suo primo derby il 4 maggio 2008, a 17 anni e 9 mesi (ANSA) Beppe Bergomi giocò il suo primo derby il 25-10-1981 a 17 anni e 10 mesi (DFP)
Bovolenta Germano
   

LA GAZZETTA DELLO SPORT

….MILANO, 28 marzo 2009 L'unica patente che manca a Davide Santon è quella per guidare. "Dovevo dare l'esame il 31, per la gioia di quelli che sono ancora costretti a scarrozzarmi su e giù alla Pinetina, ma adesso quel giorno ho un altro impegno...". Proprio martedì (Olanda B-Italia under 21, ndr), e poi dici il destino: perché fra le tante patenti già sue (ragazzo prodigio, nazionale per i prossimi 15 anni, erede di Facchetti), quella è la più ricorrente.
Santon, si sente davvero un predestinato?
"Diciamo che credo al destino e al fatto che ognuno di noi possa essere nato per fare qualcosa di specifico. E che mi sono capitate cose per cui mi sono detto: ma allora doveva proprio succedere".
Tipo?
"Partita con la Primavera, Filippini espulso, da esterno di centrocampo arretro a fare il laterale destro: non mi sono più mosso da lì. Bernazzani deve portare un terzino ad allenarsi con la prima squadra e sceglie me. Mourinho a destra ha Maicon e un giorno decide di provarmi a sinistra".
E' lui il suo uomo del destino?
"Quello che l'ha indirizzato di più, forse. Prima di lui mio padre, per quanto ha fatto per me fuori dal campo; e poi tutti gli uomini del settore giovanile dell'Inter: dev'essere destino anche che io sia qui, oggi".
Perché?
"Giocavo negli esordienti del Ravenna, a 10 anni feci un provino per l'Inter che poi, quando avevo 14 anni, scrisse: lo vogliamo. Due giorni dopo arrivò lo stesso foglio del Milan: allora avevo qualche simpatia rossonera, ma avevo già scelto l'Inter. Perché il cuore può cambiare e ora, per come mi sono trovato qui, non andrei mai dall'altra parte".
E uno sgarbo gliel'ha già fatto.
"L'anno scorso con gli Allievi: una doppietta giocando da punta. Niente di strano: quando ho iniziato facevo l'ala destra, l'ala sinistra e anche il centravanti".
E oggi si sente sempre un laterale destro?
"Il mio ruolo resta quello, ma ormai destra o sinistra non mi fa quasi più differenza. Anzi, se con l'Under 21 giocherò a destra mi farà quasi un po' strano, ma è come andare in bicicletta: non si disimpara".
E l'inno italiano l'ha imparato bene?
"Lo so e martedì lo canto anche. L'Under 21, porca miseria: il mio vero debutto azzurro, Mourinho direbbe "Fantastico"".
La prima cosa importante che le ha detto Mourinho?
"Il lunedì prima di Inter-Roma di Coppa Italia, io e lui soli nello spogliatoio: "Dopodomani sei titolare. E non dirlo a nessuno, neanche ai tuoi genitori".
E la cosa che le dice più spesso?
"Vai così, bambino". Mi piace quando mi chiama così, e in fondo anche quando mi fa una testa così sull'importanza delle diagonali.
Il suo complimento più bello?
"Quando in conferenza mi ha chiamato fenomeno: per me ha esagerato, ma sono cose che fanno piacere".
Santon e l'imprevedibile Balotelli: chi ha aiutato più chi?
…..
Andrea Elefante-Luca Taidelli 

PS by Sergio Sottovia: mi fermo qui, perché io non avrei mai scritto la risposta di Davide, perché … le confidenze dei giovani non vanno sempre rivelate. Insomma avrei fatto rewind e sarei rimasto ‘comunque’ nella privacy, con la presunzione di pensare che anche il ‘grande’ Germano Bovolenta avrebbe  accompagnato Davide come Admo fa …nel nome della rosa, written by Umberto Eco.

Invece eccoVi articolo ( 2 aprile 2009) de LA NUOVA FERRARA, titolato “BRILLA LA STELLA DI SANTON NELL’INTER E NELLA NAZIONALEnter e nella Nazionale”.

Ha cominciato a sgambettare nei campi di calcio praticamente appena nato. Suo padre è stato per tanti anni uno dei giocatori più apprezzati del calcio dilettantistico ferrarese. E ha trasmesso a a Davide la grande passione. Ora l'allievo ha superato il maestro. Santon è diventato punto di forza dell'Inter e ha già vestito la maglia azzurra dell'Under 21

Vent'anni di Nuova Ferrara, vent'anni di... Santon. Di padre in figlio. Appunto vent'anni fa i nostri titoli erano per Mirko, bomber del Bosco. Adesso le attenzioni sono tutte per Davide, l'uomo nuovo del calcio italiano.
O meglio, il »bambino«, come lo ha affettuosamente ribattezzato Josè Mourinho, l'allenatore dell'Inter che ha lanciato e sta valorizzando al massimo il 18enne talento di Bosco Mesola. Un giovane ferrarese alla ribalta nazionale, ogni giorno di più. Un giovane papà (appunto Mirko, classe 1965) che al figlio ha trasmesso passione e... geni calcistici. «Ma io - dice Mirko Santon - a Davide non ho mai imposto il pallone. E' lui che non ha visto altro fin dalla nascita! Pallone e bicicletta, con i soldatini non ha mai giocato. A dieci mesi camminava, a un anno veniva a vedere i miei allenamenti, a due o tre anni, quasi ogni venerdì, partecipava alle cene della squadra. Sono cose innate».
Da Santon e Mazzocco, cannonieri del Bosco, all'assedio mediatico per le imprese del figlio. Mirko misura il fossato che separa... le notizie: «Eh, noi eravamo i »gemelli del gol«, in chiave locale. Io non ho mai avuto opportunità di una certa carriera, sono sempre voluto restare a Bosco. Ma ho vinto qualche campionato e prima qui non era mai successo. Quanto a Davide, le cose stanno andando talmente veloci: è cambiato tutto, direi che gli è cambiata la vita, ormai non fa un passo senza essere riconosciuto. Così misuriamo l'impatto del grande calcio, di un club come l'Inter. Quando lo sono andato a prendere l'ultima volta, ci siamo fermati in autogrill ed ha subìto un mezzo assedio, l'ho visto un po' nel panico».
Davanti ad una simile, repentina ed immensa ondata di popolarità, ci si può chiedere se Mirko Santon vive più da padre o da ex giocatore le prove del figlio: «Davide ha visto l'esordio posticipato un paio di volte, poi ha giocato con la Roma in Coppa, quindi ci sono state le due gare col Manchester, il derby col Milan... Roba che spesso un giocatore non si sogna nemmeno a fine carriera. Che devo dire? Io la vivo serenamente, tranquillo, sono »normale«. Ma anche mio figlio. E' un bel momento, però lui è molto timido, davvero un bravo ragazzo, non dice mai una parola in più, lavora e sta zitto. Questo secondo me l'ha pure agevolato nel rapporto con tanti grandi giocatori. Quando sono stato ad Appiano Gentile ed ho conosciuto anche mister Mourinho, campioni come Cruz, Crespo, Ibrahimovic e Cambiasso mi hanno parlato benissimo di Davide. Come persona, intendo. Sono soddisfazioni che auguro ad ogni papà».
Nella recente intervista alla Gazzetta dello Sport, la sola concessagli dall'Inter e da Mourinho, Davide Santon ha ringraziato il papà soprattutto per quanto gli ha insegnato fuori dal campo. «Ogni giorno - sottolinea Mirko - gli dico di tenere i piedi per terra. Lui sta avendo fortuna, perché magari sei un attaccante bravissimo ma nell'Inter trovi Adriano, Ibra, Cruz, Balotelli, Crespo, e allora quando giochi? Davide è stato arretrato terzino, prima faceva l'ala e anche la punta, e forse è stata una fortuna, però di cose da imparare ne ha ancora tante: a 18 anni c'è da pedalare».
Mirko Santon ha gestito bene il distacco dal figlio, nel senso che la lontananza è stata vissuta con reciproca forza: «Magari mia moglie ha patito di più, io fin dalla mia infanzia sono stato abituato a stare fuori casa, in collegio. Davide è andato via a 14 anni, non ha accennato a disagi anche se le sue crisi le ha avute. Ho sempre pensato che, se fosse tornato indietro, il calcio non sarebbe stato il suo lavoro, in caso contrario avrebbe avuto una chance».
Mirko segue ogni gara del figlio: «A Milano tutte, in tv quella di ritorno col Manchester, o quella di martedì sera in Olanda con l'Under 21. Lo guardo col cuore in gola, ho paura dell'errore. Dopo no, dopo sto benissimo. E mi fa piacere anche l'affetto che lo circonda. Io lavoro a Goro, e la sera della gara col Manchester erano tutti al bar a vedere la partita. E qui a Bosco i giornali vengono »bruciati«, non si parla d'altro».
Bosco ha un nuovo eroe. Ma è sempre un Santon.

PENSIERINO FINALE BY ME/ Poi, l’abbiamo detto, c’è stata la GRANDE FESTA DI BOSCO MESOLA, quel 7 luglio 2009, dove avrei voluto andare a vedere finalmente giocare Andrea Dall’Ara, mio nipote. Purtroppo un contrattempo mi ha fatto arrivare a match quasi concluso e dopo che Andrea goleador era ‘schizzato via’ alla Tardelli ‘gol mondiale’. Così la serata a Bosco Mesola l’ho passata con Franco Avanzi ( vedi foto poi con papà Mirko) e con Ottimo Gelmini che avevo ‘preso su’ ad Ariano. E con tanti amici del Delta del Po, da Piero Carnacina a Lorenzo ‘Obe’ Maistro che aveva anche suo figlio in squadra con Andrea. E ci saranno state 2000 persone, c’era Soprani & Telestense ( vedi foto sul palco con Davide Santon che nella lotteria pro Bosco Mesola società sportiva ha messo in palio la sua maglia numero 2 che aveva indossata all’esordio con la Nazionale Italiana) . Davvero Davide è stato di una disponibilità immensa con la sue ‘Gente di Bosco Mesola’ , a partite dagli Amici del Bar Acli e fino a quelli arrivati da …Chioggia fino a Ravenna.

Avrei anche voluto andare a farmi fare l’autografo là sotto il gazebo ( e gli avrei detto di Thiago Motta originario da Polesella, e …di dirgli che avevo copia del certificato dei suoi bisnonni Fogagnolo-Culatti per il quale lui Thiago aveva ottenuto nel 2003 il passaporto italiano).
Ma la folla era davvero tanta e così mi sono gustato l’happening di una speciale serata di Fair Play e soprattutto di ringraziamento da parte di Davide Santon verso tutta Bosco Mesola e la sua prima società sportiva.
Ovviamente papà Mirko Santon era andato a prendere una ‘camionata di angurie’ da Franco Cimintini, proprio là dove in estate il piccolo Davide ravennate – interista era ancora di casa per essere quel bravo ragazzo che non si deve mai montare la testa. E devo dire che anche se era sul palco, quella sera a Bosco Mesola, il piccolo grande Davide ha saputo mantenere ben saldi i suoi piedi per terra.


Sergio Sottovia
www.polesinesport.it