Luca Stoppa “Campione d’Italia 2010”. Il suo podismo sui 100 km è da “110 e lode” a Caldogno. Ma la filosofia del bi-dottore è da …CABERNET RUNNERS


Altro che ‘leggenda del Santo Bevitore! Luca si è laureato Campione Italiano “Master 35 – Ultramarathon” correndo sulla pista di San Giovanni Lupatoto (VR) i 100 km in 13 ore e 26 minuti. Alle sue spalle …gli altri.
Ma qual’è la “storia e l’anima” di questo personaggio? Ve la racconta subito Raffaello Franco, che l’ha ascoltato in una recente ‘Domenica in …casa’ , e che conosce bene Luca Stoppa fin dai tempi in cui giocavano ad Hockey su prato, ‘precursori’ del primo tricolore a Rovigo, cioè con gli Allievi nella gloriosa stagione 1990/91.

<<LUCA STOPPA ED I “CABERNET RUNNERS”….UNA NUOVA FILOSOFIA SBARCA NEL MONDO DELL’ATLETICA



E’ possibile correre chilometri su chilometri, gare podistiche, maratone ed ultramaratone continuando ad amare il gusto della buona tavola senza compromettere il risultato sportivo?
Molti risponderanno ovvio che no! Per affrontare certe competizioni è assolutamente necessario seguire una dieta equilibrata, svolgere un’ottima preparazione atletica e mentale magari affidandosi alla sapienti mani di un preparatore atletico ed alle cure di un mental coach. Fare molti sacrifici, andare a letto presto ed avere una vita sociale vicina alla soglia dello zero. Tutto questo vale probabilmente per i grandi campioni, per coloro che puntano a vincere le grandi competizioni, ma per coloro che desiderano mantenersi semplicemente in forma, una vita così sacrificata, forse, non avrebbe molto senso!
Si è vero, potrebbe ribattere qualcuno! Però allora ti devi accontentare di correre qualche marcia non competitiva domenicale od al massimo partecipare ad una di quelle partite di pallone tra scapoli ed ammogliati che fino a qualche tempo fa andavano di gran moda. Se vuoi partecipare alle maratone le regole sono poche e molto rigide: preparazione, allenamento e sana alimentazione!
Se la pensate così, allora non conoscete i Cabernet Runners ed il loro presidente Luca Stoppa. Sia ben chiara fin da subito una cosa però; non è che i “corridori del Cabernet” non si allenino o non si preparino adeguatamente prima di affrontare un impegno fisico così importante. Si preparano eccome! Però applicano una filosofia tutta loro per farlo, una filosofia che permette di coniugare l’impresa sportiva, anche epica, come correre ultramaratone di 100 chilometri, con la vita di una persona normale non tralasciando, come ben evidenzia il nome del team podistico, nemmeno quelli che sono i piccoli piaceri del palato. Grazie al loro spirito particolare, i Cabernet Runners sono riusciti a sposare uno sport di “solitudine” com’è quello dell’atletica leggera, con quello che è lo spirito di squadra che viene cementato, anche a fine competizione, in una sorta di “terzo tempo” in stile puramente rugbistico.

Questa semplice ma efficace idea nacque nel 2009 grazie all’intuizione del rodigino Luca Stoppa e venne immediatamente sostenuta da alcuni amici che di diritto verranno ricordati come soci fondatori dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Cabernet Runners, società da quest’anno affiliata alla Libertas.
Deus ex machina Luca Stoppa: due lauree (una in Economia e Commercio ed una in Psicologia del Lavoro), un paio di Master (uno in Gestione Risorse Umane e l’altro in Project Management), un rispettabile lavoro d’impiegato in banca ed un buon passato sportivo tra le fila dell’Hockey Club Rovigo del presidente-allenatore Mario Steffenel.
E’ proprio nell’ambiente dell’hockey su prato rodigino che ci siamo conosciuti con Luca una trentina d’anni fa! Ancora adolescenti ci facemmo coinvolgere da questo sport, per noi nuovo, nel corso dell’animazione estiva svolta nella Parrocchia dei Santi Francesco e Giustina di Rovigo. Quanto ci divertimmo con l’hockey su prato! Erano gli anni nei quali l’Hockey Club Rovigo provava a rifondare il suo settore giovanile.

Erano anni in cui si giocava ancora sul prato fatto d’erba e non, come oggi, sul sintetico regolare come un tavolo da biliardo. Nessuno di noi aveva esperienza! Vincemmo pochissime partite in quegli anni. Anzi, a dire il vero, ricordo solo una vittoria con il Casale di Scodosia per 3 a 1: il primo gol fu realizzato dal sottoscritto, rete che anticipò quelle di Rossi e Mottaran. Nonostante gli scarsi risultati ottenuti aprimmo comunque una strada: i nostri successori, nella stagione 1990/91, conquistarono il tricolore Allievi il primo e, fin’ora, unico del club gialloverde. Giocai fino ai 14 anni, poi andai alla ricerca di “successi” nell’atletica leggera: lancio del disco. Luca invece continuò a giocare ancora ad hockey per diverse stagioni. Era un difensore duro Luca Stoppa, difficile da superare e nonostante l’ancor giovane età divenne molto utile anche in prima squadra nel campionato di  serie A2. Ma non solo nell’hockey su prato si incrociarono i nostri destini. Dopo qualche anno ci ritrovammo a lavorare nella stessa Filiale in quel di Porto Viro, all’epoca ancora Contarina, e ci incontrammo spesso anche sulle gradinate del “Battaglini” per seguire, da abbonati, le imprese dei “Bersaglieri”. Lo sport comunque ad accompagnarci sempre.

Ci rincontrammo anche, nel 2006, per il grande evento organizzato dall’H.C. Rovigo in occasione dei festeggiamenti per i 40 anni dell’hockey rodigino dove giocammo il torneo riservato alle “vecchie glorie” a dire il vero comportandoci ancor meglio nella gran grigliata finale condita da tanti bei ricordi e bicchieri! Era già qualche anno che Luca Stoppa aveva abbandonato lo sport agonistico. Studio, lavoro e amore, l’avevano allontanato da palle e bastoni. Sposato, residente a Padova, aveva da poco ripreso a frequentare l’ambiente dell’hockey su prato giocando per la squadra “amatori” del Cus Padova. La distanza ha diradato anche i nostri incontri a base sportiva, ma almeno un tre-quattro volte all’anno una birra al “Battaglini” nel dopo partita ci scappava comunque come ci scappava il tradizionale appuntamento pre natalizio alla “Cena dello Sportivo” organizzato dal nostro circolo ricreativo aziendale.

Questa volta però ho chiamato al telefono Luca invitandolo a casa mia in una domenica pomeriggio d’inizio autunno approfittando di una sua “visita parenti” a Rovigo. I giornali locali, qualche giorno prima, avevano pubblicato alcuni brevi articoli sulla sua ultimissima impresa podistica: la conquista del titolo di campione d’Italia Master 35 nel Campionato Italiano I.U.T.A. (Italian Ultramarathon and Trail Association) sulla distanza di 100 chilometri in pista! Si, avete capito bene: ben 250 giri corsi consecutivamente sull’anello della pista d’atletica leggera di San Giovanni Lupatoto. Tempo per compiere l’impresa: 13 ore e 26 minuti! Ma ci pensate? Centochilometri. Centochilometri percorsi in 250 giri d’anello in tartan rosso! Non facile, soprattutto psicologicamente. Conosco bene Luca e so che può arrivare ovunque lo porti la sua forza di volontà. Ma questo mi sembrava troppo anche per lui. Questa cosa mi incuriosì moltissimo. A questo punto era divenuto un caso sportivo da “studiare” accuratamente e divulgare con un pezzo giornalistico ben più corposo ed approfondito di una breve “velina” su un quotidiano.

Volevo prima di tutto capire da lui, che ne è presidente e fondatore, la filosofia dei “Cabernet Runners”. Eccovi allora lo Stoppa Luca pensiero. Il Presidente testualmente ha voluto sottolineare quanto lo spirito dei Cabernet Runners sia molto poco competitivo: «Mettiamo davanti a tutto l’impegno poi il risultato vien da sé. Nessuno di noi – ha proseguito poi nella sua analisi – è nato nel mondo dell’atletica leggera». Così il gruppo, grazie a questa filosofia semplice quanto efficace ed alla capacità di fare aggregazione magari anche attorno ad una bottiglia di Cabernet senza troppe pressioni addosso, è pian piano cresciuto negli anni tanto da raggiungere oggi una trentina di soci-praticanti.

E Luca Stoppa? Come ha iniziato a correre dopo tutti quegl’anni d’inattività seguiti al giorno nel quale appese la mazza da hockey al fatidico chiodo? Una carriera durata dieci anni esatti, dal 1984 al 1994, chiusa nella sua personalissima scatola dei ricordi. Da allora basta sport per Luca, nemmeno una corsetta dopo il lavoro. Nel 2007 però, richiamato più dai tortellini al ragù distribuiti a fine gara che dalla voglia di tornare a fare un po’ d’attività fisica, si iscrisse alla Marcia “dee Mastee” di Breganze, non competitiva di chilometri 6. Al quarto chilometro era già morto!
Quella pessima esperienza però gli riaccese comunque la voglia di mettersi in gioco e così riprese ad allenarsi. Seriamente ma senza manie particolari. Senza rinunciare alle sue abitudini, nemmeno a qualche sigaretta! Si iscrisse allora alla Sezione Atletica Leggera del Gruppo Ricreativo dei dipendenti della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, forte di una squadra podistica molto numerosa e competitiva, egregiamente coordinata da un sempre appassionato Maurizio Zilio.  L’anno successivo era già pronto per correre la sua prima maratona!

Nel frattempo iniziò a coinvolgere in questa sua nuova esperienza sportiva anche alcuni amici e contemporaneamente provò a diffondere il “verbo” di quelli che oggi sono i Cabernet Runners, nome che veniva usato fin dal 2008, non ufficialmente, dallo sparuto gruppetto podistico e che spesso veniva alternato a quello di “Podisti Masochisti” in onore dello stile tutto loro di affrontare le competizioni podistiche, stile che ahimè, spesso e volentieri, portava a soffrire in gara oltre il dovuto. Ovviamente pagavano lo scotto dell’inesperienza e sicuramente c’era qualcosa da affinare nel loro metodo di preparazione.

Con l’esperienza arrivarono i primi risultati e nonostante una ricostruzione dei legamenti di una caviglia ed una meniscopatia, il presidente Luca Stoppa aumenta sempre più la lunghezza delle gare alle quali partecipa. «Principalmente conta la capacità di gestione delle crisi», questo il suo credo che gli permette di superare le difficoltà nell’affrontare gare come le Ultramaratone. La “100 e Lode”, una delle più massacranti ultramaratone corse nel vicentino con partenza da Caldogno, verso Recoaro, su, su in cima fino a Passo Campo Grosso (mt. 1460 s.l.m.) per poi fare ritorno a Caldogno. L’edizione corsa quest’anno, la prima del Cabernet Runners-Presidente, era di ben 104 chilometri, centoquattrochilometri resi ancor più duri dalla pioggia fittissima caduta lo scorso 19 giugno e dai 5 gradi trovati in cima al “Campo Grosso”! Insomma, roba da Marines! Eppure il bi-dottore Luca Stoppa li ha corsi tutti! Uno dietro all’altro. Da non credere!

A suo dire, per preparare una gara come questa serve esercitarsi nella corsa su sentiero in salita, molto utile dal punto di vista del carico muscolare, mentre la successiva discesa aiuta il podista nello sviluppo dei muscoli stabilizzatori del tronco. Un po’ di palestra, che Luca frequenta regolarmente per quattro giorni alla settimana, in pausa pranzo, correndo una trentina di minuti sul tapis roulant. Il tutto va integrato da due uscite settimanali di fondo medio e da una di fondo lungo al sabato o alla domenica. Quindi bisogna allenarsi bene, molto di più di quel che si faceva quando nacquero i Cabernet Runners e probabilmente per affrontare le 100 chilometri bisogna allenarsi anche di più, ma il nostro ultramaratoneta ha voluto, giustamente, mantenere un po’ di riserbo sulle sue metodologie d’allenamento.

Comunque lo spirito iniziale è rimasto intatto: la sigaretta, decisamente più rara di prima, e la buona tavola non mancano mai nella tabella d’allenamento dell’ultramaratoneta Luca Stoppa. Questo è imprescindibile: è il suo personalissimo, passatemi il termine, “doping” che lo fa viaggiare a mille. Importante anche la colazione, sempre molto abbondante alla vigilia di una gara, ricca di proteine e omega tre: grana o bresaola, yogurt, fette biscottate, caffè, latte, succhi di frutta (½ arancia e ½ pompelmo) e qualche integratore multivitanimico. Questo prima della gara. E durante la gara? Beh può anche capitare che si reintegrino i liquidi persi con qualche bicchiere di vino, in pieno stile Cabernet Runners, come accaduto quest’anno alla “Trans Civetta”, da Alleghe a Listolade, una corsa non lunghissima (circa 23 km.) dislocati però su 2300 metri di dislivello (1950 di sola salita). Bene, a metà percorso circa si arriva al punto di ristoro posto al Rifugio Tissi (2250 s.l.m.). Una faticaccia! E i Cabernet Runners cosa fanno? Si fanno dare una bella bottiglia di vino rosso e ripartono per la loro corsa! Se non avessi visto le foto con i miei occhi non ci avrei mai creduto nemmeno io!

E’ sempre così: «Nel nostro gruppo – ha voluto concludere il nostro Cabernet Presidente – conta molto la corsa ma conta soprattutto la magia del “terzo tempo” che abbiamo voluto introdurre anche nel podismo. Basta con questi Gatorade, the, banane, biscotti e crostate offerti dall’organizzazione! Noi ci siamo attrezzati con i nostri ”integratori”: salami, fregolotta, panbiscotto, formaggi, mortadella a cubetti e qualche birra fresca che non guasta mai, birra in lattina che spesso carico nella mia “sacca trasporto bagagli” provocando le reazioni scomposte degli addetti che non capiscono mai del perché la mia borsa sia molto più pesante di tutte le altre!»
Così, alle gare dove i Cabernet Runners partecipano ufficialmente, montano il loro gazebo che fa da punto di ristoro e base logistica per l’organizzazione del “terzo tempo” in stile rugbistico. Ma i Cabernet Runners organizzano anche degli eventi a tema, magari gemellandosi con altri gruppi podistici, occasioni ufficiali per incontrasi sempre attorno ad una tavola imbandita bagnata da dell’ottimo Cabernet in edizione limitata con etichetta personalizzata Cabernet Runners.

Ed io che ho sempre pensato che per correre bisognasse rimanere costantemente a dieta! Evidentemente mi sbagliavo; o forse no, ma non avevo considerato che il mio amico Luca Stoppa è sempre stato una persona speciale: d’altra parte per correre duecentocinquanta, ripeto, duecentocinquanta giri di pista che uno dietro l’altro fanno la bellezza di cento chilometri, qualcosa di speciale bisognerà pur averlo no? >>.


EXTRATIME by SS/ La verità, anche etimologicamente è Filosofia.  “Passa una bandiera, forse è quella vera, vende la fortuna, vende anche la luna, quanto ti costerà? Perché non dormi , fratello, la notte è chiara” , Niente di mio, tutto di Sergio Endrigo. Una canzone, una poesia, una filosofia. Perciò onore in anteprima a Luca Stoppa e alla ‘sua’ bandiera tricolore. Frutto di una lunga corsa certificata nella fotogallery. Con Luca Stoppa ‘running’ sul tartan di San Giovanni Lupatoto.. fino alla meritata notte degli Oscar, con bi-dottore che si gode smile la sua golden medaglia, per un’impresa che poi i quotidiani veneti hanno ‘strillato’. Ma che per il ‘Cabernet Runner’ campione d’Italia 2010 …veniva da molto lontano. Dall’amicizia coi sui friends in ‘posa team’ al Prato della Valle a Padova.
Ricordo ancora la canzone sanremese che mio fratello Luciano , nato a Campodarsego –sulla strada di Sant’Antonio da Padova ed emigrato in Australia -,  cantava:<< Al Prato della Valle aspetto te. E guardo l’acqua con un fremito perché. …Come l’acqua del torrente …che trascina e se ne va…>>.  Buongiorno tristezza, …l’amica della mia malinconia…la strada la sai …è quella ch’era un dì dell’allegria. E allora …Forza Luca Stoppa, ma Forza anche Cabernet Runners. Quelli che poi si ritrovano sotto il gazebo ( vedi ancora fotogallery) sulle strade scoscese di montagna, tra i monti di Caldogno o i sentieri e i laghetti del Civetta. Insomma, ..Epo? cera? Steroidi? TRIPLO NO!!!! Urla il volantino by Cabernet Runners e per saperne di più … ‘seguiteli come un’Ombra e Vi invito a cliccare sul loro sito. Tanto Luca Stoppa lo ritroveremo ( spero) ai campionati Europei 2011, ovviamente sulla distanza dei 100 km, come fosse un …Passator Cortese.




Raffaello Franco
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