Lucio Dalla ‘artista bambino’ due volte al Teatro Comunale di Adria nel 1950 con l’Angelicum BO e nel 1951 con l’Antoniano-Bologna/ Tutto documentato e raccontato dal maestro Mosca al giornalista Guido Fraccon jazz-reporter
Storie di vita che si incrociano… come i cerchi nell’acqua della vita. E allora , grazie a Lucio Dalla per essere venuto a cantare da grande in Polesine ( ma questa è una storia che ho in sospeso da un anno, causa pandemia Covid … ) ,ma soprattutto grazie all’amico Guido Fraccon che ci ha regalato questo suo straordinario ‘focus-curiosità’ su Lucio Dalla bambini- cantante di operette al Teatro Comunale di Adria, pochi mesi prima della Grande Alluvione del Po a novembre 1951.
Un percorso di ‘vita’ , quello di Lucio Dalla artista, iniziato presto e quindi non occasionalmente in tour nei teatri prestigiosi, come lo era anche quello di Adria , da dove abbiamo già raccontato qui su www.polesinesport.it la ‘storia’ di Rosetta Pampanini, poi pubblicata nel recente libro scritto da suo nipote.
Ma restiamo in tema ‘Lucio Dalla raccontato da Guido Fraccon’ , storico giornalista de il Gazzettino con la passione musicale e jazz story, tant’è che vi proponiamo in fotogallery sue speciali escursioni da ‘conduttore’ di eventi che recentemente hanno onorato il Polesine con le loro performance di livello internazionale.
E allora eccovi il suo ‘reportage’ su Lucia Dalla ‘artista bambino’ ad Adria, partendo da una ‘chicca’ ( vedi copia articolo storico de Il Gazzettino) peraltro proposto nella speciale Mostra in corso a Bologna , che segnaliamo in prologo al citato reportage by Guido Fraccon completato anche dalla straordinaria fotogallery sull’evento “Lucio Dalla al Teatro Comunale di Adria” .
Fermo restando che per quanto riguarda lo stesso Lucio Dalla, visto la sua straordinaria notorietà, ci limitiamo a proporvi in Appendice News soltanto la sua ‘prima parte della sua vita artistica’ , giusto per capire quel bambino-artista che era già protagonista nelle ‘operette’ andate in scena proprio ad Adria , prima che esplodesse la sua passione per il jazz dopo l’incontro con quel Chet Baker che il sottoscritto nel 1975, a margine di una vacanza tra Gargano e le Tremiti … per vedere la casa di Lucio Dalla, ho avuto la fortuna di andare ad ascoltare nell’Umbria Jazz, non per mie conoscenze musicali ma per la mia solita voglia
di conoscere Personaggi-story di speciale impatto sociale.
PROLOGO ( by www.museidibologna.it ) / BOLOGNA & MOSTRA SU LUCIO DALLA
È stata inaugurata lo scorso 4 marzo, data del compleanno dell’artista, la mostra “Lucio Dalla. Anche se il tempo passa“.
Sarà visitabile, fino al 17 luglio 2022, presso gli spazi del Museo Civico Archeologico di Bologna.
Si tratta in assoluto della prima grande mostra dedicata a Lucio Dalla.
Offre “un percorso espositivo inedito che ne racconta la dimensione umana e artistica in tutte le sue espressioni ed emozioni più intime e personali”.
La mostra è curata da Alessandro Nicosia di C.O.R. e dalla Fondazione Lucio Dalla.
MAIN NEWS ( di Guido Fraccon, mail 02.04.2022)/ LUCIO DALLA BIMBO SUL PALCO AD ADRIA ( la ricostruzione del compianto maestro Mosca, il manifesto, le foto i ritagli di giornale ),
( La città, il suo teatro e il Gazzettino protagonisti nella mostra del musicista aperta il 4 marzo a Bologna.
A 7 e 8 anni in scena al Comunale nelle operette “Tre simpatici vagabondi” e “ La fanciulla del mulino”.
Adria in bella mostra a Bologna. C'è anche un pezzo della storia del teatro comunale della comunità del Groto sotto le luci dei riflettori a Bologna, al museo civico - archeologico, nell'esposizione "Lucio Dalla. Anche se il tempo passa", curata da Alessandro Nicosia e voluta dalla Fondazione Dalla, con il sostegno del Comune felsineo. Inaugurata il 4 marzo scorso, giorno del compleanno del cantautore morto dieci anni fa (Bologna, 4 marzo 1943 - Montreux, 1 marzo 2012), la mostra, si potrà visitare fino al 17 luglio e sarà poi esportata a Roma, all’Ara Pacis, dal 22 settembre, e successivamente a Napoli e Milano, è il frutto di una lunga ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta.
Si tratta di un percorso grazie al quale, partendo dall’infanzia, viene evidenziato come il rapporto con la musica di Dalla sia sempre stato centrale, un elemento continuativo che lo seguirà per tutta la vita. Dieci le sezioni in cui è suddivisa l’esposizione: Famiglia - Infanzia - Amicizie ed Inizi musicali, Dalla ci racconta, Il clarinetto, Il museo Dalla, Dalla e la sua musica, Dalla e il cinema, Dalla e il teatro, Dalla e la televisione, l’Universo Dalla, Dalla e Roversi, Dalla e la sua Bologna. Insieme ai documenti, foto, filmati, abiti di scena e altri oggetti che ci raccontano la vita, l’arte e le passioni dell'artista.
Nella sezione dedicata agli inizi musicali sono in bella mostra le locandine degli spettacoli della compagnia di operette "Primavera d'arte" diretta da Bruno Dellos che vide per la prima volta Dalla esibirsi sul palco quando aveva cinque - sei anni. Una di queste locandine riguarda proprio il Comunale di Adria che vide il il piccolo Dalla esibirsi il 24 giugno 1951, all'età di sette anni. In evidenza anche un articolo de Il Gazzettino di sabato 14 ottobre 1950 dove, con tanto di foto si annuncia la presenza di Dalla al comunale. La partecipazione del piccolissimo Dalla era stata segnalata in una ricerca sugli spettacoli andati in scena nei teatri adriesi a cura del compianto maestro Leopoldo Mosca, venuto a mancare quattro mesi fa. Mosca annota gli spettacoli del 14 e 15 ottobre 1950: " Al comunale - scrive - si esibì Il Complesso dell’Angelicum di Bologna con l’Operina in tre Atti Tre simpatici vagabondi. Fra gli interpreti Lucio Dalla, settenne, riconoscibilissimo nella foto di scena pubblicata da Il Gazzettino del 15 ottobre, con il commento applaudito più volte a scena aperta dal numeroso pubblico che occupava ogni ordine di posti”. Per quanto riguarda la data del 24 giugno 1951 invece precisa. "Il 24 giugno - annota - si esibì il complesso dell’Antoniano di Bologna con l’Operina in tre atti La fanciulla del mulino. Ci fu il ritorno di Lucio Dalla sul palcoscenico del Comunale, dove ha rinnovato il successo".
APPENDICE FLASH STORY( by wikipedia) / LUCIO DALLA - BIOGRAFIA
Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un cantautore, compositore, polistrumentista e attore italiano.
Musicista di formazione jazz,[5] è stato uno dei più innovativi e versatili cantautori della musica italiana.[4] Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato in vari generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale.[6] Autore inizialmente solo delle musiche, si è scoperto in una fase matura anche paroliere e autore dei suoi testi.[7] Nell'arco della sua carriera, che ha raggiunto i cinquant'anni di attività, ha sempre suonato il pianoforte[4], il sassofono e il clarinetto, strumenti, questi ultimi due, da lui praticati fin da giovanissimo.[8]
La sua produzione artistica ha attraversato più fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore[9]. Conosciuto anche all'estero, alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue.[10]
L'attività musicale di Dalla può essere racchiusa in quattro ampi periodi: "le origini jazz e le varie partecipazioni sanremesi" (tra il 1962 e il 1972), la "collaborazione con Roversi" (tra il 1973 e il 1976), la "maturità artistica" (tra il 1977 e il 1996) e la "fase pop" degli ultimi anni, alternata da varie incursioni nella musica colta e accademica.[11]
BIOGRAFIA / L'infanzia / Lucio Dalla nel 1949 all'età di 6 anni, durante una recita scolastica / Lucio Dalla e la madre Iole Melotti
Lucio Dalla nasce a Bologna il 4 marzo 1943. Figlio del bolognese Giuseppe Dalla (1896-1950), direttore in città del club di tiro a volo (sarà descritto in Come è profondo il mare: "Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani..."),[12] e della modista e casalinga bolognese Jole Melotti (1901-1976), che verrà ritratta nella copertina dell'album Cambio[13] [14], trascorre la prima parte dell'infanzia nella sua Bologna.[15][16] Quando, nel 1950, il padre muore stroncato da un tumore, la madre decide di istruirlo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso, dove trascorre le scuole elementari iniziando ad esibirsi in piccole recite scolastiche.[17] Dalla tornerà a parlare della morte del padre in alcune interviste rilasciate nei primi anni ottanta: «Avevo sette anni... Provai la sensazione struggente di una perdita che mi consentiva di dire a me stesso con pietà e tenerezza: da oggi sei solo come un cane».[18] Ancora: «Così ho imparato a fare della mia vita un modello di solitudine, cioè a cercarmela, a organizzarmela, a viverla, questa mia solitudine, come un momento di benessere profondo, necessario per una corretta lettura dell'esistenza».[18]
Suo zio Ariodante Dalla è stato un cantante melodico molto popolare negli anni quaranta e cinquanta[19]; proprio all'inizio di questi ultimi, il piccolo Lucio impara a suonare la fisarmonica.[20] Anche in merito a questo Dalla ha più volte ricordato come sua madre fosse convinta di avere un figlio geneticamente portato per lo spettacolo, non ostacolandolo mai nei suoi propositi di entrare nel mondo della musica: «Avevo undici anni quando mia madre, donna strana, una stilista che non sapeva mettere un bottone, mi portò in un istituto psicotecnico di Bologna per un test sulle mie attitudini: risultò che ero un mezzo deficiente». Ancora: «Mia madre sospettava fossi un genio, anche per questo mi lasciò partire a quindici anni per Roma».[21] Il percorso scolastico di Dalla non sarà mai lineare: terminate le scuole dell'obbligo inizia prima ragioneria, passando poi al liceo classico e infine al liceo linguistico. «A scuola andavo male – ricorderà l'artista – preferivo andare in giro a suonare. A diciassette anni ero già a Roma a fare musica».[18]
L'ADOLESCENZA E LA PASSIONE PER IL JAZZ / Il jazzista Chet Baker
Tornato adolescente a Bologna si appassiona alla musica jazz. Walter Fantuzzi, marito della socia nella sartoria della madre, per il suo decimo compleanno gli regala un clarinetto.[15] Così il giovane Lucio, da assoluto autodidatta, impara a suonare lo strumento, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città. In qualità di clarinettista diviene membro di un complesso jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, di cui fa parte anche il regista Pupi Avati il quale, sentendosi "chiuso" dal talento di Dalla, abbandona presto il gruppo, trovando in futuro la via del cinema.[22] Sempre a quel periodo risale l'incontro con CHET BAKER, leggendario trombettista statunitense. Lucio è poco più che un ragazzino e già virtuoso al clarinetto, viene invitato a suonare più volte con il grande jazzista, che all'epoca viveva a Bologna.[11] L'artista, in un intervento raccolto nel suo libro Gli occhi di Lucio, racconta come all'epoca guardasse in maniera un po' schizzinosa la musica leggera, «perché ero un jazzista sorprendentemente bravo già a quindici, sedici anni»,[23] ricordando, con affetto, proprio le jam session con il grande trombettista. Il giovane Dalla, in seguito, duetterà con altre importanti figure del jazz come Bud Powell, Charles Mingus ed Eric Dolphy[11].
Sempre a quel periodo risalgono le prime vacanze dell'artista nel sud dell'Italia, e precisamente in Puglia nella città di Manfredonia, dove la madre era solita recarsi per motivi di lavoro.[15] In aggiunta, come ricompensa per vari lavori di sartoria, alcuni clienti delle Tremiti regalano alla madre una casa nell'arcipelago.[24] Proprio a Manfredonia gli è stato intitolato, dopo la morte, il teatro cittadino, all'ingresso del quale vi è posta una gigantografia dello stesso Dalla con le parole da lui pronunciate nel corso dell'ultima visita alla città: «mi sento profondamente manfredoniano».[25] La dichiarata passione del musicista per il sud lo porterà non solo a trascorrere alle Tremiti tutte le estati ma anche ad aprirvi in loco uno studio di registrazione.[16] Dalle pagine de L'Europeo l'artista afferma: «È stato durante queste vacanze da emigrante alla rovescia che è avvenuta in me la spaccatura tra due diversi modi di vivere. Così oggi mi ritrovo con due anime: quella nordica (ordinata, efficiente, futuribile, perfezionista, esigente verso sé e verso gli altri) e quella meridionale (disordinata, brada, sensuale, onirica, mistica). È nel sud che sono diventato religioso, di una religiosità forsennata, irrazionale, pagana».[18]
GLI ANNI SESSANTA / L'esordio con i Flippers
Nel 1960 partecipa con la Rheno al Primo festival europeo del Jazz, ad Antibes, classificandosi, tra le varie "band tradizionali", al primo posto.[26]. In questo periodo inizia a scrivere le sue prime canzoni, recanti i titoli Il prode invertito e Avevo un cane... adesso non ce l'ho più[27]. Parimenti, si fa notare da un'orchestra di professionisti romani, la "Second Roman New Orleans Jazz Band", composta da Maurizio Majorana, Mario Cantini, Peppino De Luca, Roberto Podio e Piero Saraceni. Con il gruppo avrà, nel 1961, la prima esperienza in sala d'incisione, suonando il clarinetto nel brano strumentale Telstar, cover di un successo internazionale, pubblicato dalla RCA su 45 giri.[28]
Alla fine del 1962 entra a far parte dei Flippers, complesso composto da Franco Bracardi al piano, Massimo Catalano alla tromba, Romolo Forlai al vibrafono e alle percussioni e Fabrizio Zampa alla batteria, a cui Dalla si aggiunge quale voce solista, clarinetto e sax.[29] Più avanti partecipa ad alcune incisioni di Edoardo Vianello, che i Flippers erano soliti accompagnare, come gruppo di supporto, nelle varie rassegne canore. Come raccontato dallo stesso musicista a Torinosette (settimanale de La Stampa), proprio con i Flippers avrà la possibilità di firmare il suo primo contratto.[30] Nello stesso anno, suona per alcune sere nella sala Le Roi Lutrario di Torino, provocando numerose dispute con i padroni del locale che disapprovano la sua abitudine di esibirsi scalzo, affibbiandogli l'etichetta di "disadattato senza calzini". Nel merito ricorderà divertito l'artista: «una sera me li dimenticai e mi pitturai i piedi, così da farli sembrare dei calzini».[21] In quel periodo poteva capitare di incontrare il cantante, non ancora impostosi al grande pubblico, nei bar di via Po alla ricerca di cento lire per far suonare i suoi pezzi nei juke box.[31].
Contemporaneamente, in qualità di cantante dei Flippers, inizia a presentarsi al pubblico, rivelando i suoi estemporanei gorgheggi scat, che diverranno in seguito una sua caratteristica vocale. La sua prima incisione scat viene inserita nell'album dei Flippers At Full Tilt, nella canzone Hey You.[32] Coltivando l'ammirazione per lo stile vocale di James Brown, fa uso di una voce volutamente aspra e disarmonica, tesa a ricamare il canto con improvvise variazioni di tono, ai limiti delle più diffuse logiche musicali.[4] Così facendo, impone un proprio marchio di fabbrica, venendo notato da Gino Paoli che vede in lui il primo cantante soul italiano.[33]
Durante il Cantagiro del 1963 Gino Paoli lo persuade a tentare la carriera da solista, convincendo il giovane artista a lasciare il gruppo dei Flippers. La vicenda viene ricordata dal musicista Massimo Catalano con queste parole: «Lucio suonava con me nel complesso dei Flippers, partecipammo nel 1963 al Cantagiro con un brano intitolato I Watussi, insieme a Edoardo Vianello. A quella manifestazione partecipava anche Gino Paoli, che ci rubò letteralmente Lucio, facendolo diventare un cantante del suo clan. Noi ci incavolammo molto con Gino».[34]
La carriera da solista: il Cantagiro e gli esordi sanremesi (…. OMISSIS… Perché da Questo Momento in poi la Storia di Lucio Dalla è arcinota… ) .
EXTRATIME by SS/ In cover il manifesto completo della operetta in tre atti “la Fanciulla del Mulino” andata in scena il 24 giugno 1951 e che fa riferimento alla precedente performance della Compagnia d’Arte di Bologna sempre al Teatro Comunale di Adria quando andò in scena con la rappresentazione ”I Tre Simpatici Vagabondi ”
Di cui peraltro vi diamo conto in apertura di fotogallery proponendovi insieme a Marzia Vaccari il bambino Lucio Dalla , in una foto con didascalia by IL Gazzettino, in kit col manifesto della attuale Mostra a Bologna.
E con riferimento alla nostra copertina vi proponiamo, anche in modo disaggregato, per esigenze di risoluzione e visibilità, lo stesso manifesto del Teatro Comunale di Adria giusto per mandare a futura memora non solo il bambino Lucio Dalla, ma anche tutti gli altri Personaggi storici perché tra loro ci sono anche altri ‘noti artisti’ che hanno fatto strada nel Mondo dello Spettacolo.
E con riferimento alle ‘partecipazioni’ di Lucio Dalla al Teatro Comunale di Adria vi proponiamo anche alcune foto di ‘scena’ che il maestro adriese Leonardo Mosca ha conservato con cura e affetto , tanto da metterne anche in ‘cornice-quadro ’ alcune con Lucio Dalla nei ‘costumi di scena’.
E dopo la ‘pagina-cimelio’ de Il Gazzettino insieme alle foto del bambino Lucio Dalla ‘adriese, vogliamo onorare anche il giornalista Guido Fraccon in versione jazz – reporter, come l’ho già raccontato qui su questo sito l’estate 2021.
Proponendovi Guido Fraccon, come da manifesti al tavolo dei relatori, mentre intervista personaggi speciali come Lorenz Zadro ( a sx in trio con Bruno Malaspina del Comune organizzatore) e come Fabrizio Poggi ( in trio con sua moglie Angela Megassini scrittrice).
Ricordandovi infine ancora che la Mostra ‘bolognese’ su LUCIO DALLA sarà poi esportata a Roma , all’Ara Pacis dal 22 settembre , e poi anche a Napoli e Milano.
Guido Fraccon & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it