Ludovico Ariosto ‘rifiutò’ di seguire in Ungheria il cardinale Ippolito d’Este e nella SATIRA del 1516 scrisse: "A Filo, a Cento, In Ariano/a Calto arriverei ma non in Danubio"/ Così tra Ferrara e Calto rielaborò l’Orlando Furioso


03/08/2022

La prima edizione dell’Orlando Furioso scritta da Ludovico Ariosto era uscita nel 1516, ma poi l’Orlando Furioso fu corretto e ripubblicato nel 1521.
In mezzo ci sta quanto è successo a Ludovico Ariosto  e che la GE 20 , l’Enciclopedia edita dalla De Agostini recita così al riguardo: << Quando nel 1517 , il cardinale Ippolito partì per l’Ungheria , l’Ariosto , che già aveva avuto dei dissapori con lui, si rifiutò di seguirlo, e passò l’anno successivo al servizio del duca Alfonso ; situazione più tranquilla, che non metteva a rischio la sua salute precaria, e che gli permetteva di attendere , circondato dagli affetti familiari, alla rielaborazione dell’Orlando Furioso>>.
Tralasciando ogni altro aspetto storico e culturale legato alla vita di Ludovico Ariosto, vi proponiamo il seguente reportage ‘specifico’ su Calto, trasmessoci dal professor  Franco Rizzi cantastorie dell’enclave altopolesano , perché titola “ Calto, luogo di villeggiatura di Ludovico Ariosto nel più piccolo comune polesano”, peraltro citando quanto scritto dallo  stesso Ariosto con riferimento proprio a Calto nella sua prima “Satira”  ( ndr, in tutto furono sette, scritte tra il 1517 e il 1525) , quando rifiutò di seguire il Cardinale Ippolito in Ungheria ( dove vi erano affari da concludere e popolazioni da evangelizzare) concludendo il suo pensiero-satirico col noto “ch’io non ho pie gagliardo al sì gran salto”.
Null’altro da aggiungere in merito al paese di Calto, se non ricordare ancora una volta che tra i suoi natali annovera Saul Malatrasi, il calciatore “Campione dei Due Mondi” sia con l’Inter del mago Herrera che col Milan di paron Rocco, oltre a Rina Malatrasi una stella nel firmamento della lirica moglie del noto baritono Ferdinando Li Donni e che , dopo aver abbandonato la carriera artistica da soprano protagonista sui più grandi palcoscenici del mondo, si è poi dedicata all’insegnamento nei Conservatori di Rovigo e Verona.

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 03.08.2022)/ CALTO, LUOGO DI VILLEGGIATURA DI LUDOVICO ARIOSTO NEL PIU' PICCOLO COMUNE POLESANO
Allo scorso 1° agosto il Comune di Calto contava 661 residenti, risultando il più piccolo in Polesine. Dal 2014 è sindaco Michele Fioravanti. Calto raggiunse il picco di popolazione nel 1911 con 1875 abitanti, secondo il censimento Istat, poi una lenta continua emorragia demografica sino ad oggi, destinata a continuare nell'invecchiamento. Addossato all'argine sinistro del Po, vanta due strade  regionali, la 11 Eridania e la 482 altopolesana, possiede una grossa area produttiva e uno spiccato benessere; non esistono più scuole.
Molte le ipotesi sulla radice semantica del toponimo Calto, la cui origine pare essere longobarda (sec. 6°), il primo documento scritto noto risale al 754, poi la storia fa riferimento agli Estensi sino al 1595, quando Ferrara passa allo stato pontificio e ciò fino al 1815, poi gli austriaci dominano incontrastati al 1866, anno dell'annessione del Veneto all'Italia. Il dialetto ferrarese esprime ancora la sensibilità collettiva di Ferrara.
Nel 1596 Calto viene eretto a parrocchia dedicata a S. Rocco, festeggiato il 16 agosto. Il 20 novembre 1707 è benedetta la chiesa attuale.
Ci sono ancora evidenti tracce ferraresi e il paese è citato addirittura da Ludovico Ariosto, cui è dedicata una via urbana.
Nella Satira I, scritta nel 1516, (vv. 233-234) si legge: "A Filo, a Cento, In Ariano/, a Calto arriverei ma non in Danubio".
 Ludovico Ariosto è al servizio del potente cardinale d'Este Ippolito, fratello del duca Alfonso 1°, poi il licenziamento in tronco. Il motivo  sta nel rifiuto del poeta a seguire l'illustre prelato nominato vescovo di Angria nei pressi dell'odierna Budapest. Detta satira, versi di tono epistolare, é indirizzata al fratello Alessandro e all'amico Ludovico da Bagno, che, invece, seguiranno il nuovo vescovo. Lo scrittore si giustifica, sostenendo il suo amore per la libertà non cortigiana e il diritto ad una vita tranquilla. Egli non ama i viaggi e la lontananza da casa, al massimo si sposta nel ducato e ne indica i confini, "a Filo, a Cento, in Ariano/, a Calto ma non in Danubio". E' già un celebre scrittore, si può permettere il licenziamento, tanto che viene assunto dal duca Alfonso 1° come poeta aulico per cui si può dedicare a tempo pieno al completamento dell'Orlando Furioso, il primo best seller a stampa. Morirà nel 1532.
Evidente ancor oggi la presenza di Ferrara nella bella Villa Roveri, già Fioravanti (FOTO ALLEGATA IN UNA CARTOLINA DEL 1946, DA SALUTI DELL'ALTO POLESINE, PADUSIA 2020, P. 234).

Fu costruita nel 17° secolo per essere ancor oggi un bell'esempio di architettura nobiliare ferrarese. Notevole il corpo centrale affiancato lateralmente da due torri simmetriche che terminano con i caratteristici pinnacoli. Nella corte dell'elegante edificio, detto anche Villa Maria, erano presenti la casa del fattore, le scuderie, un forno e un caseificio; la villa aveva a nord un terreno coltivato a vigneto e a frutteto, a sud un ampio parco. Era circondata da un alto muro di cinta che presentava, nell'angolo verso la piazza, un capitello con la statua patronale di S. Rocco.

EXTRATIME by SS/ In cover onoriamo Ludovico Ariosto , di cui si nota il suo “ritratto nel frontespizio su pergamena dell’Orlando Furioso, con lo stemma del cardinale Ippolito d’Este”  ( Roma , Biblioteca Vaticana).
Mentre nella fotogallery onoriamo Calto e la Villa Roveri con relativa didascalia incorporata.

Franco Rizzi & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it