Manfrin Ugo Story "Parte Terza"/ Una vita... in bici! / Nel 1971 primo Presidente del Pedale Rodigino. E ora...


02/08/2011  

Dopo le prime due tappe della UGO MANFRIN STORY raccontate dal sottoscritto, ci piace raccontare la parte finale (cioè il Manfrin “cicloamatoriale”) lasciando spazio e campo a chi come Alessandro Cappellini l’ha conosciuto per tanto tempo sia come ciclista che come “Uomo & Presidente” del Pedale Rodigino fin dalla fondazione nel 1971.
Certo per buon parte sono le cose che mi ha raccontato Ugo Manfrin in quella serie di incontri che hanno fatto da collante alla sua lunga Intervista, nella quale mi pareva di essere Minoli e LUI Manfrin il Personaggio della Storia Siamo Noi.
Una cosa analoga mi è successo a Mestre con Franco De Piccoli , il pugile campione Olimpionico a Roma 1960, che ho incontrato assieme agli altri ORO DI ROMA ( da Benveuti a Musso etc) oltre che in pizzeria assieme a Valter Esposito il ‘suo scrittore-amico’ . ma questa è una storia che racconterò a parte.
Qui piuttosto voglio mixare le foto che mi ha dato Ugo Manfrin con le emozioni del racconto by Cappellini. Non c’è bisogno di aggiungere altro alla “lunga vita ciclistica del nostro personaggio piccolo-grande uomo alla Dustin Hoffmann.
Se non la consueta certificazione con le didascalie dentro il nostro consueto EXTRATIME ‘leggermente commentato’ in Appendice finale.  Perciò, tanto di …Cappellini a Ugo Manfrin, col quale peraltro ci siamo sentiti anche in questi giorni perché i suoi ricordi sono ‘infiniti’.

 

 

Di questi “ultimi” ricordi aggiunti by Manfrin ne segnalo qualcuno del “periodo bellico” .
Ad esempio il fatto che Ugo Manfrin abbia lavorato per qualche mese nella Tipografia De Giuli a Rovigo. <<Tra l’altro stampavamo anche un ‘giornalino’ per i Frati, un certo numero di copie che andavo a consegnare in bicicletta e che si chiamava “Roseto Serafico”>>
E per quanto riguarda la fine della Guerra vale la pena di ricordare quest’altro ricordo by Manfrin.
A proposito dei tedeschi della Vermack che avevano “requisito’ le persone abili di Rovigo e le portavano coi camion a Borgoforte, Oltradige verso Anguillara, per scavare fossi e lavorare per bloccare l’avanzata dei partigiani.
L’abbiamo già ricordato, era l’epoca della Repubblica di Salò e a Rovigo ormai da “requisire “ c’erano solo i vecchi , pensionati e commercianti, che avevano paura di ‘venire deportati in Germania.

 

 

Poi un giorno e per fortuna - spiega Ugo Manfrin – i tedeschi ci dissero:<< Raus pale, raus badili, tutti via>>.
Anche per i tedeschi era il tempo di “abbandonare Rovigo e scappare a casa”.
Altro flash sottolinearmi ancora da Ugo Manfrin, con riferimento al Giro delle Puglia già citato nelle due puntate precedenti:<< E’ stato un giro in 9 tappe, era una manifestazione tra Dilettanti, ma di rilievo nazionale negli anni ’50. Per parte mia è stata una bella esperienza, che si concluse però a Bari, praticamente a metà giro,  contento di essermi fatto onore, in una corsa dove c’erano i miglioro Dilettanti d’Italia>>.
A questo punto, e siamo a martedì 2 agosto 2011, mi piace ricordare che è in corso di svolgimento il GIRO DEL POLESINE “UDACE” a carattere amatoriale e che , soprattutto, è intitolato “Memorial Cappellini”. E che domenica a fine tappa lo speaker ha ricordato Sandro Cappellini e che presente alle premiazioni c’era la famiglia di Alessandro Cappellini, sponsor della collaudata manifestazione, nonché autore della Manfrin Story col nostro Ugo raccontato come segue, cioè come Personaggio “evergreen” amatoriale.

 

 

UGO MANFRIN UNA VITA… IN BICI/  NEL LONTANO 1971 FU IL PRIMO PRESIDENTE DEL PEDALE RODIGINO ( by Alessandro Cappellini, da I PERSONAGGI …LA NOSTRA STORIA, pubblicato sul LIBRO CONSUNTIVO 2010 DAL TITOLO “UDACE ROVIGO – UNITI SI CRESCE! – 2010” )
<< Ugo Manfrin nasce ad Este il 27 febbraio 1927.
“..... omissis..... si incontrava spesso fino a poco tempo fa sulle strade dei colli, della bassa padovana e del Polesine, un simpatico ciclista sportivo, attempato, dalla pedalata calma ma costante, e sempre disponibile a dare qualche consiglio e scambiare pareri sulla difficoltà della salita o sul percorso da seguire...(da Areasport dell'11.2.2004).

I ricordi, lontani nel tempo, ma nitidi nella mente, mi riportano indietro di 40 anni circa, quando una sera, quasi per scherzo Ugo Manfrin assieme ad un manipolo di amici appassionati, (che più avanti conosceremo, fra cui chi scrive), fondò l'embrione di quello che sarebbe poi stata la prima società Cicloamatoriale in Provincia di Rovigo; il Pedale Rodigino.

 

 

Ugo Manfrin fu eletto all'unanimità Presidente; il primo presidente della storia ciclistica amatoriale della provincia di Rovigo.
A quei tempi l'associazione sportiva che adesso funziona e si denomina come Audace/Csain si chiamava Enal/Dace, a Rovigo il “responsabile” era un Delegato provinciale che faceva le funzioni di segretario per le varie discipline sotto l'egida dell'Enal.
Stiamo parlando degli anni settanta, quando a Rovigo giungeva l'eco delle imprese che ciclisti ex professionisti o ex dilettanti assieme a neofiti delle due ruote compivano nelle gare per “Amatori” nelle provincie limitrofe di Padova e Ferrara.
Provincie, specialmente Ferrara più evolute e all'avanguardia di “quel ciclismo” che voleva abbinare lo sforzo fisico a l'educazione culturale.

 

 

Un “Ciclismo amatoriale” che oggi ha fatto passi da gigante seguendo le orme dei “Pionieri” nostrani e nazionali e che si pone come una realtà consolidata e in continua espansione fino a raggiungere a volte l'esasperazione!
Parlare di “Ugo”, perché così veniva, e viene ancora oggi chiamato dagli amici più stretti, vuol dire parlare di un vero appassionato della bici da corsa, con un passato da eccellente dilettante che iniziò prestissimo a cimentarsi e a confrontarsi a livelli interessanti, “Lui” dal fisico esile e di statura non proprio da gigante, sapeva con la tenacia che l'ha sempre contraddistinto, porsi in evidenza e vincere, tanto da essere segnalato nei giornali locali e nazionali come “elemento tenace e caparbio, che non dà mai tregua agli avversari” oppure sempre dal Gazzettino del '48 “il ventiduenne Ugo Manfrin, dilettante senior che ha cominciato a cimentarsi dal 1942 raggiungendo alla fine del 1947, 18 vittorie ed ha partecipato, nel 1948 a 36 competizioni ottenendo sempre ottimi piazzamenti!”

 

 

La Gazzetta dello Sport del 4 gennaio 1950, si accorge del valore del polesano e preconizza che “il ragazzo saprà ottenere nuove affermazioni, perché ha stoffa”.
Lo spunto per questa affermazione è dato dai risultati ottenuti e dalle vittorie di Manfrin dal 1943 al 1949. Prestigioso fu il secondo posto ottenuto nella Coppa Ceriz di Piombino Dese nel 1943 davanti ai migliori dilettanti di allora, oppure la vittoria a Valbona di Lozzo Atestino nella Coppa Bartali del '49, successo ottenuto davanti a Girotto e Boreggio.
Inenarrabili in quegli anni erano i sacrifici che doveva sopportare chi, come Ugo, voleva praticare del ciclismo, fuori da ogni paragoni con i tempi attuali, non c'erano mezzi di trasporto, c'erano poco e male da mangiare, chi praticava la passione del ciclista doveva “arrangiarsi” e per portarsi nelle località di partenza delle manifestazioni c'erano da superare mille peripezie.
Qui di seguito un breve “Diario di viaggio” che Ugo raccontò per partecipare al Campionato italiano di Prato nel '45:”...partenza da Rovigo l'ultimo sabato di settembre ed arrivo a Prato per partecipare al campionato nazionale Allievi. Risultato della gara un ottimo 17° posto tenendo conto del valore dei corridori alla partenza in rappresentanza di molte regioni italiane. Il premio finale in Amlire, la moneta di allora influenzata dalla occupazione alleata. Senza un punto di riferimento cui appoggiarsi per preparare il ritorno, (sempre in bici), alle 15.30 partenza verso Rovigo con davanti tanti chilometri e forse anzi senz'altro una notte da passare non si sapeva come! Dopo 60 chilometri, all'imbrunire, è in vista Bologna. Manfrin continua a pedalare con le insidie e l'incognita del buio finché quando è passata da un'ora la mezzanotte arriva a Pontelagoscuro, appena fuori Ferrara. Vinto dalla stanchezza e dal sonno, non trova di meglio che dormire in piedi fra due Chioschi di bibite e frutta che le faranno da riparo e da nascondiglio da eventuali malintenzionati. Alle prime luci dell'alba si rimette in sella e arrivato a Polesella già respirava aria di casa; Rovigo era vicina”.

 

 

Questo episodio vuole incentrare l'attenzione su che cosa porta a fare la passione per la bicicletta e l'adattamento ad ogni tipo di difficoltà.
D'accordo altri tempi, adesso tutto ciò sarebbe impensabile. Smessi i panni del dilettante Ugo non voleva rassegnarsi “alla pensione” in quanto la bici da corsa è nel suo DNA e tanta passione non poteva essere mortificata con l’appendere la bici al famoso chiodo; no assolutamente Ugo volle mettersi in gioco, e assieme ad un gruppo di appassionati fondò quella che poi sarebbe stata la più famosa e ancora oggi importante realtà ciclo amatoriale nella nostra provincia; il Pedale Rodigino.
Siamo nel dicembre del 1971 e il Gazzettino di allora intitola nella pagina sportiva “nominato Ugo Manfrin Presidente del Pedale Rodigino”.

 

 

Fu il primo Presidente, i colori scelti erano il Bianco.Azzurro che rappresentano i colori della città di Rovigo.
In quella famosa, e per certi versi “storica” riunione i suoi compagni di viaggio erano: Belli


nello Tino, Bellinello Mario, Cappellini Alessandro, Polato Mario, Tenuta Cesare, Catalini Alessandro, Chiesa Carlo.
Successivamente aderirono: Astolfi Pietro, Barion Pietro, Braggion Giulio, Braggion Lanfranco, Braggion Enrico, Farsora Luigi, Bagatin Silvano, Portesan Dante, Raimondi Carlo, Silvestrin Giacomo, Vallin Giovanni, Rossi Giancarlo, Rossi Luigi, Veronese Gabriele, Chinaglia Sergio, Ferro Lino, Rossi Luigi e Zanon Gino.
Nella prima assemblea, (dicembre 1971), il Pedale Rodigino nominò il primo Consiglio Direttivo che diede forma e legalità alla prima società polesana.
In un clima di grande euforia e di attese spasmodiche, vennero eletti, alla presenza del Diretore provinciale dell’Enal ettore Ermani e del Delegato provinciale della Dace Ezio ravarra: manfrin Ugo Presidente, vice presidenti Braggion Giulio e Bellinello Mario; Direttore Tecnico belli nello Tino,; segretario Silvestrini Giacomo: Cassiere Polato Mario; Consiglieri Tenuta Cesare, Cappellini Alessandro, Veronese Gabriele, Chinaglia Sergio, Ferro Lino e Rossi Luigi.

 


 

L’entusiasmo che si respirava ad ogni riunione settimanale era alle stelle e si incominciavano a programmare le prime uscite con le fiammanti divise bianco-azzurre che si indossavano con orgoglio, in quanto chi era già stato tra i Dilettanti e aveva ripreso la bici era per lui quasi una normalità fare parte di una “Squadra vera”, invece per chi si trovava per la prima volta, (chi vi scrive era fra quelli!), a indossare una divisa da ciclista si “sentiva” già corridore e ostentava sentimenti e atteggiamenti di orgoglio e vanto.
Manfrin Ugo, nella veste di presidente incominciò a tessere le relazioni con le autorità locali per mettere in cantiere la prima uscita ufficiale del Pedale Rodigino presumibilmente da programmare per la primavera dl ’72.
Domenica 16 aprile 1972, alle 8 del mattino fu stabilito il ritrovo al Centro addestramento San Giovanni Bosco, dove sarebbero stati distribuiti i numeri di gara!. Una passerella fra le vie del Centro cittadino portò la carovana (circa 50 aderenti al pedale Rodigino), in piazza XX Settembre davanti alla Chiesa della Rotonda per la benedizione impartita da Don Alfredo Pavan, presenti autorità militari e civili con in testa il Sindaco di allora Carlo Piombo.

 

 

Dopo il battesimo di quel 16 aprile, Manfrin e un gruppo ristretto di appassionati incominciarono a frequentare raduni nelle provincie limitrofe, in quanto Rovigo non era ancora attrezzata per organizzare qualche manifestazione. L partecipazioni furono sempre più assidue pe ri ciclisti in maglia Bianco-Azzurro, anche i giornali locali incominciavano a seguire con interesse i vari risultati e riscontravano che l’iniziativa di Manfrin e compagni poteva avere un seguito. Un’anticamera quella dei raduni che portò diritta alle competizioni, in quanto questo era la vera e tacita aspirazione che ognuno di noi aveva in mente.
In sostanza ci si voleva mettere in gioco e misurare con i più forti corridori “fuori provincia” specialmente quelli di Ferrara, notoriamente più evoluti e reputati da noi in base ai risultati che arrivavano i più forti!

 

 

Le manifestazioni a carattere agonistico impegnavano tutta la giornata in quanto al mattino era obbligatoria la partecipazione al Raduno che permetteva poi di partecipare alla gara vera e propria al pomeriggio.
Nelle gare pomeridiane emersero subito le doti di velocità di Manfrin Ugo e specificatamente di belli nello Tino che incominciarono fin da subito a portare al Pedale Rodigino le prime vittorie fra l’entusiasmo degli iscritti.
La partecipazione a gare o Raduni fecero da volano ed altre realtà incominciarono a formarsi, e gruppi di ciclisti si mettevano insieme per formare società o gruppi sportivi.
Questo avvenne in tempi rapidi, specialmente in basso Polesine, territorio di grandi tradizioni ciclistiche e sull’onda dei successi dei vari “ Manfrin e Bellinello” , si organizzarono e formarono alcune importanti società amatoriali, specialmente a Taglio di Po e Porto Tolle. Tuttora esistenti e punti di riferimento per il Basso Polesine.
Se oggi, anno 2010, siamo arrivati nella provincia di Rovigo ad avere oltre 20 società con quasi 1000 iscritti, il merito va ascritto ai “Pionieri” di quel tempo! 40 anni fa per merito di Manfrin Ugo e alcuni amici siamo qui a vivere “una stagione” importante nella storia del Cicloturismo.

 

 

Un ricordo particolare vada agli amici che contribuirono a far nascere il Cicloturismo in Polesine, che ci hanno lasciato, ma va dato merito e riconoscimento di essere stati anche loro attori e protagonisti di un “Ciclismo” embrionale, ma che ha aperto la strada fra mille difficoltà e diffidenze al Cicloturismo moderno ed esasperato dei nostri giorni. Tanti personaggi che a vario titolo hanno contribuito alla nascita e crescita di questa meravigliosa disciplina; Manfrin Ugo ha fatto la storia e, rimarrà nella storia come primo Presidente di una società rodigina che è stata, ed è ancora un esempio come inconsapevole interprete di un ciclismo che con gli anni e le stagioni vissute ha visto ottenere progressi ed espansione impensabili 40 anni fa.

 

 

A nome di tutto il “Movimento” Cicloamatoriale  polesano è giusto e doveroso riconoscere i meriti sportivi e formulare ammirazione e gratitudine per l’intuizione avuta 40 anni fa a questo funambolo della bici da corsa; ad un uomo, ad un innamorato del ciclismo che ha speso la sua vita per il ciclismo. Ugo , persona schiva, quasi timida, grande e sapiente interlocutore nella vita di tutti i giorni, ma che vedendolo nel “Suo ambito”, in sella ad una bici da corsa stenti quasi a riconoscerne i tratti e le sembianze per come “interpreta” la parte del ciclista; una persona a me cara e tanto amata che oggi non c’è più disse unavolta a “Ugo” mentre pedalavano al ritorno delle solite gite domenicali:”sa Ugo, non sembra che “Lei” ( mio figlio dava del Lei a Ugo) pedali, ma sembra quasi che accarezzi i pedali!”. Un riscontro, un complimento per il modo di pedalare che senz’altro evidenziava verso l’osservatore, classe e predisposizione innata per andare in bici da corsa!Grazie Ugo Manfrin a nome di tutti noi!!   >>

 

 

EXTRATIME by SS/ La cover è per Ugo Manfrin winner su Bevilacqua. Poi la fotpohallery si apre per onorare Manfrin (in maglione verde tra i suoi friends amatoriali) nel 1971, anno di fondazione del Pedale Rodigino. A seguire la foto ‘intera’ di Manfrin nel 1972 e poi ‘urlatore winner’ sul traguardo. A seguire Ugo Manfrin premiato da Roberto Magaraggia e poi a Porto Tolle premiato winner nel 1972, come dimostra la foto del nostro Ugo nel 2terzo tempo” in festa da winner del Giro del Delta 1972.
Un aattività intensa, quella amatoriale per Ugo Manfrin , che perciò mostriamo in tuta azzurra nell’aprile nel 1973 in allenamento sui Colli Euganei e mentre aggiusta una ‘gomma’ della bicicletta. Successivamente nel 1976 ecco Manfrin a dx di Caselli, nella volata del gruppo, a fianco di Lambertini e Alberghini.  Quindi Ugo Manfrin (maglia rossa) in piazza Vittorio a Rovigo assieme al veronese Cadore. Poi mostriamo due foto di Manfrin insieme a Beppe Osti presidente del Coni di allora.  A questo punto chiudiamo con Ugo Manfrin sul palco (targhe tra le mani) nelle premiazioni del Trofeo Bar Sport del 1995.
E infine con Ugo Manfrin (a sx) che ho fotografato durante la lunga intervista/story insieme all’amico Fabio Favalli, nel loro habitat naturale, cioè le biciclette.



Alessandro Cappellini & Sergio Sottovia
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