Marco Montagnoli Story “Parte Prima”/ Il PUMA Calciatore, tra Vicenza, Rovigo, Mestrina, Audace SME Adriese, Pescantina, Pollo Miglioranza, Olimpia Domiro…


Una lunghissima vita da “Puma” nella foresta del Calcio Italiano, dagli anni ’70 a …Tomorrow. Naturalmente la ‘prima parte’ da giocatore e la ‘seconda’ da allenatore (attualmente all’Ambrosiana in Eccellenza). Una lunga vita ‘double face’ quindi, quella di Marco Montagnoli, che perciò raccontiamo anche noi alla stessa maniera: prima parte da giocatore, poi a seguire prossimamente la ‘seconda parte’ col Puma allenatore.
Anche perché il PUMA è stato globetrotter sia da centrocampista che da ‘tesserato’ per una decina di società blasonate del Veneto, dal Mare Adriatico fino ai Monti Lessini, ma anche tra Po e Adige.
Un Personaggio a tutto tondo, come quel pallone per il quale Marco Montagnoli, da Verona come …Giulietta e Romeo, ha speso da innamorato-ricambiato, gli anni più belli della sua vita. Tant’è che per i tifosi di ieri e di oggi , ma anche per gli addetti ai lavori, Marco Montagnoli resta il PUMA forever. Per la sua falcata in campo, per il suo modo di muoversi da ‘coguaro’, per il suo ‘correre’ nelle praterie verdi dei campi di calcio come il Puma nel suo habitat naturale. Insomma il Puma è lui, Marco Montagnoli, un personaggio vincente da sempre , protagonista anche in zona gol sia in Serie D che in Serie C.
E che ha lasciato un ottimo ricordo nel Polesine, sia a Rovigo che ad Adria, dove ha vissuto la sua ‘meglio gioventù’ calcistica prima di fare la scelta di vita mixando calcio e lavoro tra Verona & Dintorni.
Sì, perché Marco è nato anagraficamente a Verona, precisamente il 1 aprile 1952, dove è esploso calcisticamente nelle giovanili del San Michele Extra, specificatamente negli Allievi dell’Audace, dov’è rimasto per due stagioni.

 


 

Erano i tempi in cui l’Audace , come il Valdagno, il Legnago, lo Schio e il Rovigo, era nell’orbita del L.R. Vicenza del presidente Giussy Farina dove appunto Montagnoli approdò nel 1969. Ragazzino dai polmoni d’acciaio e gran maratoneta.
Marco a Vicenza gioca da subito e per due stagioni da mezz’ala , nel campionato Primavera e poi con la De Martino.
Stagioni importanti anche perché allenato da personaggi che resteranno a lungo nel panorama calcistico del Vicenza e del Veneto.

Parliamo infatti di Albano Vicariotto ,  che poi il Puma ritroverà a Rovigo, e di Giulio Savoini  rimasto in casa Vicenza dopo esserne stato una bandiera da giocatore per ben 7 stagioni in Serie A.
Poi Montagnoli dallo stadio ai piedi della Madonna di Monte Berico passa al Tre Martiri di Rovigo, ceduto dal Vicenza ‘società sole’ al Rovigo 1971/72 di mister Romolo Camuffo sia perché ‘società satellite’ e sia perché nel campionato di Quarta Serie il giovane Marco poteva trovare la base di lancio per il suo futuro.

 

 

Infatti era il Rovigo che puntava sui rapporti privilegiarti col L.V. per salire di categoria. Chi non ricorda gli incontri tra l’avvocato Mantero/Rovigo e il commendator Campagnolo/Vicenza, con l’assistenza non soltanto spirituale di Don Bisaglia e del dottor Iro Di Brino da Castelmassa , Direttore Generale del Vicenza.
Personaggi speciali – come ricorda lo stesso Montagnoli – tanto più che  il Puma ha ‘vissuto’ da ospite nella Casa del Clero e che con don Bisaglia era in ottimi rapporti.

Personaggi dei quali abbiamo già raccontato le loro Story ( vedi anche Cester, Veronese, Brunello, Spolaore…) sia nella mia trilogia libraria Polesine Gol che su questo sito www.polesinesport.it , in maniera approfondita come vogliamo fare qui adesso col Puma Montagnoli, proponendone la sua Story in due puntate.
Partendo da questa “prima” dedicata al Puma calciatore, dalla fine degli anni ’60 fino alla sua ultima stagione con l’Olimpia Domiro quando da giocatore-allenatore il Puma iniziò la ‘fase due’ della sua vita calcistica.

 

 

Praticamente la storia di un lungo viaggio, che partito dai Lessini e ‘sorvolato’ i Monti Berici è planato praticamente per sempre tra Adige e Po, salvo una ‘escursione marittima e professionistica’ nelle Mestrina.
Una storia , quella  di Marco Montagnoli in casa Rovigo  71/72, Serie D Girone B,  peraltro partita subito col piede giusto. Quello del Puma che al 90’ della prima giornata di campionato, segnò la rete del 4-0 per il Rovigo casalingo e winner vs Meda , dopo le rete  di Cester subito al 3’ pt e la doppietta di Melloni (una per tempo).

Ma poi non è stato un ‘gran campionato’ la prima stagione ‘da adulto’ per Montagnoli, tant’è che il Puma la ricorda così: << Il Rovigo si salvò ma non fu un campionato esaltante, con grossissimi problemi, presidente era il sig. Ferrari che poi lasciò all’avvocato Mantero>>.
Tra l’altro per Marco è stato anche il tempo del servizio militare, così Montagnoli in servizio a Bolzano perde praticamente un anno di attività, anche se – lo precisa il Puma – da militare si è sempre allenato col Bolzano, anche nella stagione dell’approdò in Serie C .

 


 

Per la cronaca il capitano del Bolzano winner 72/3 era quel Guido Milani da Taglio di Po, di cui guarda caso ne abbiamo raccontato il Personaggio Story anche nel libro Polesine Gol 3.
Restando in tema Montagnoli possiamo però sottolineare che , al tirar delle somme furono comunque 25 ( tra campionato e coppa) le partite disputate dal Puma nel suo primo anno a Rovigo.

 

 

Una stagione che vide primeggiare il Vigevano sul Legnago, dopo spareggio per il primo posto vinto 1-0 sul neutro di Brescia. Per un girone prevalentemente’ lombardo tant’è che , in sequenza a scendere , sono queste la altre squadre classificatesi: Fanfulla Lodi, Crema, Audace S.M.E. ( la società dove è ‘nato’ il Puma), Melzo, Trevigliese, Pro Sesto ( ci sarebbe da raccontare un aneddoto tra Don Bisaglia e Meneghini, ma…quel giorno il Puma non era n campo) , Pergolettese Crema, Romanese, Guastalla, Pavia, Sassuolo, ROVIGO, MTC Meda, e le retrocesse Falk Vobarno, Suzzarese, Caratese.
In un campionato che , partito con Romolo Camuffo in panchina, si è concluso con l’esordio di Carlo Spolaore ( fresco di ‘patentino’ assieme al sottoscritto e ai “Grandi” Saul Malatrasi e Remo Frazzetto) subentrato a gennaio 1972 allo storico mister chioggiotto.

 

 

Per tutto quanto sopra , diventa quasi naturale per Marco ripartire nel Rovigo 73/74 allenato da mister Vicariotto e giocare nel girone lombardo. Buon campionato per il Rovigo, ottimo per Montagnoli che gioca 33 partite, segnando 6 gol ( Romanese, Meda, Pavia, Crema, Melzo, Trevigliese). Per la cronaca quel campionato lo vinse il Sant’Angelo Lodigiano, staccando nettamente Pro Patria, Adriese, Ignis Varese (allenata da Oscar Massei) , Romanese, ROVIGO, Pergolettese Crema, Legnago, Crema, Meda, Melzo, Fanfulla Lodi, Cantù, Audace San Michele Extra, Pro Sesto, e le retrocesse Pavia, Trevigliese, Verbania.

 

 

Aneddoti? Stuzzico Montagnoli dicendo che Ottorino Veronese, portiere del ‘suo’ Rovigo,  mi ha raccontato del movimentato parapiglia di fine partita a Verbania, con mister Vicariotto che si è ritrovato in carcere per tre giorni per offesa a pubblico ufficiale, ma il poliziotto accorso per riportare l’ordine non si era qualificato, anche se pare fosse il vicequestore…

E la risposta del Puma nasce spontanea e approfondita:<< La cosa era molto più complicata…; finimmo su tutti i giornali Nazionali!!!!! Il Verbania, appena retrocesso dalla C era invischiato nella zona calda, noi, forti di una buona classifica andammo a Verbania per vincere. Avevamo perso in casa con la ‘sorella’ Audace e lì a Verbania forse questa partita era stata intesa come “sospettosa”; accadde di tutto….finché l’arbitro decise di sospendere.
A quel punto ci fu invasione, poi al processo si venne a sapere che il Questore era anche un Dirigente…ci furono delle squalifiche a vita, giocatori, dirigenti ecc. per tentato illecito sportivo!!!!! >>

 

 

 
Ma di quella stagione 73/74 voglio segnalarvi anche una personale curiosità: nel match amichevole del Rovigo vs Bologna di mr Pesaola ( 0-5 in data 25 aprile 1974) ricordo una specialissima sostituzione.
Quella in casa Rovigo, col Puma Montagnoli che al 15’ st lasciava il posto a quel baby Norberto Colla (classe ’56 da Crespino, scomparso prematuramente)  che il sottoscritto aveva in precedenza consegnato al ‘cuore’ di Romolo Camuffo & Don Mario Bisaglia e che poi passò alle giovanili del Vicenza) .

 

 

Ma passando dalle confidenze e aneddoti al ‘calcio giocato’ , le buon prestazioni del Puma a Rovigo gli hanno aperto le porte del calcio professionistico.
Per questo vi proponiamo come PRIMA & SECONDA APPENDICE NEWS due flash by Il Gazzettino dell’epoca , che lo descrivono prima come “Carta Vincente”  e poi come indispensabile perché – ha sottolineato Iro Di Brino – “ Quando Montagnoli ha la luna …addio al gioco biancazzurro”.
Per questo il PUMA lo troviamo nella Mestrina 74/75 di mr Maté (ex difensore del grande Padova)  poi sostituito da mr Bozzato.

Per un campionato di Serie C alla grande per Marco  visto che è sempre in campo con ben 34 presenze, ma che è stato un campionato amaro per i lagunari, visto che per loro c’è stata la crudele retrocessione.
Però Montagnoli era del Vicenza che già ad aprile aveva riscattato Marco, anche perché richiesto dall’Audace.
Una destinazione che non soddisfa le aspettative di Montagnoli, tant’è che inizialmente oppone il gran rifiuto.

 

 

Che peraltro il Puma spiega così a …tutto campo:<< Avevo richieste da squadre superiori ( Modena, Ravenna, Pisa ), Iro Di Brino voleva mandarmi al Sud ( Cosenza, Reggina, dove giocò Balestro che hai conosciuto con il Gaia….) ma io non volevo scendere al sud per giocare in C, lo potevo fare benissimo in Veneto. Loro invece ci facevano girare nelle squadre affiliate!!!!! Un po’ a Rovigo, Legnago, Marzotto, Schio ecc.
Allora accettai l’Audace….(Farina all’epoca voleva acquistare il Verona ma Garonzi non accettò…), perché c’era un progetto per portare in alto l’Audace San Michele per fare concorrenza al Verona!!!! La finanziaria costituita da Farina fu un fallimento e dopo gli anni della C l’Audace si sciolse come neve al sole raggiungendo la …Seconda categoria.>>

 

 

In sostanza, alla fine Montagnoli, convinto dal progetto, accetta il trasferimento al SME 75/76 di mister Baruffi che lo impiega su quella fascia dove Marco diventa “Puma”, un animale dalla ‘cavalcata esplosiva’ piuttosto che ingabbiato in una vita da mediano …da interdizione.
Tutto questo nel campionato di Serie D 75/76 col SME quarto in classifica appaiato a Conegliano e Mestrina, appena sotto il Dolo e a -3 dall’Adriese, ma ben distante dalla Triestina dominatrice con ben 10 punti di vantaggio sui granata.
Evidentemente per il Puma & Audace S.M.E. è stata una stagione da “prove tecniche di laboratorio” se consideriamo che nella successiva stagione 76/77 l’Audace SME con Montagnoli protagonista ha centrato la promozione in Serie C.

 

 

E per la cronaca e la storia basta leggere i nomi in calce alla foto dei “Campioni 76/77” sottotitolata come segue: in piedi da sx Riccardi, Vanzo, Meroni, Montagnoli, Boschi, Frinzi, Stella, Formenti, Materassi, Malesani; accosciati: Carli (acc), Coati (mass), Zecchini, Manservigi, Gaiardoni, Valbusa, Maschi, Morandini, Masiero.
Personaggi speciali che poi saranno protagonisti a lungo anche nel mondo del Grande Calcio Italiano; basta pensare a Malesani ma potrei anche snocciolarvi il curriculum del “Gaia” perché con Gaiardoni ( stesso sorriso e stessi baffi anni ’70, quando fu match winner per il suo SME vs Rovigo di Montagnoli) abbiamo parlato a lungo di calcio anche quest’estate in Toscana …in vacanza al mare, assieme a Balestro dello staff Chievo e già compagno di Tivelli alla Reggina.

 


 

Insomma, ancora una volta per il Puma, il suo SME diventa la solita base di lancio, come dimostra la TERZA APPENDICE NEWS che vi proponiamo perché …quello era il Puma ‘secondo il vangelo’ dei Mass Media veronesi di allora.
E poi basta guardare la foto che lo ritrae e lo descrive assieme a Merlo del Bolzano (ex Mantova, Ternana) con sfondo Giovanni Sartori (ex Milan e adesso ds Chievo).
Spiega il Puma:<< Sì, eravamo in Coppa Italia a Bolzano , poi alla fine del girone eliminatorio passai all’Adriese ; era l’anno 77/78>>.
Furono gli anni dell’escalation dell’Adriese costruita dal ds Piero Cavallari e approdata in serie C2 per restarci.

 

 

Così allo stadio Bettinazzi di Adria divenne ‘grande’ la storia granata del tandem dirigenziale Folco & Martinelli, grazie ai veronesi Montagnoli & Manservigi, a fianco dei Bocchio e Rodighiero, dei Pasetti e Turolla, di Romani e Garbin, di Roma e Ballarin etc.
Così la storia del Puma diventa per “tre –anni –tre” parte integrante della Grande Storia dell’Adriese in Serie C, fino alla stagione 79/80 compresa, quando il Puma pensa che sia “venuto il tempo” di combinare Calcio & Lavoro in terra veronese, a due passi da casa.
Stagioni speciali quindi quelle di Montagnoli ad Adria, che il Puma a distanza di anni ricorda così:<< I tre anni ad Adria sono stati da protagonista con Mario Ardizzon ( è venuto a mancare poco tempo fa...), un grande allenatore, una gran persona. Peccato non essere riusciti a salire in C1 il secondo anno, per lo sciagurato pareggio con il Pergocrema al Bettinazzi ( eravamo in schedina quella domenica) : ci fischiarono un rigore contro per una ingenuità' di Mauro Marchetti a dieci minuti alla fine....fini 1-1 …e finirono anche i sogni di gloria...>>.

 

 

Una storia nella storia, quella del passaggio dall’Adriese a Pescantina 80/81di cui noi peraltro abbiamo deciso di darvene conto proponendovi come QUARTA APPENDICE NEWS la speciale intervista rilasciata proprio dal Puma a Giuseppe Seno, il noto giornalista de Il Gazzettino e penna storica del Calcio Adriese.
Ricordi, bei ricordi per il PUMA che oggi sottolinea:<< Nel 1980 andai a Pescantina in Promozione (c’era anche Manservigi…), l’anno successivo vincemmo il campionato e salimmo in Interregionale, dove rimasi fino all’86 per poi passare al Pollo Miglioranza e poi all’Olympia Domiro dove iniziai ad allenare…>>.
Detto così …il tempo vola, ma cinque anni in casa Pescantina non si dimenticano facilmente.

 

 

Anche per questo il Puma fa blow up tra …Calcio & Vita spiegando ulteriormente:<< Andai a Pescantina perché il Presidente Pasquali aveva il progetto di portare la squadra nei professionisti!!! Ero diventato il suo capitano e confidente ( vedi gli arrivi di Garbin e Bocchio ); tentò’ di tutto, in Interregionale passarono da Pescantina giocatori di nome come i Fratelli Skoglund ( Giorgio e Naka, figli di Evert indimenticato asso dell’Inter), poi Zanotti dal Piacenza, Rombolotto dal Treviso ecc. Ma alla fine la spuntò il Chievo….e Pasquali allora amareggiato diventò il presidente del Mantova in C1. Io all’epoca entrai in Banca, non potevo allenarmi di pomeriggio, di conseguenza accettai il Pollo Miglioranza…….MA ORMAI ERO ALLA FINE…>>
Tutto questo fa parte della Storia del calcio dei Mitici anni ’80, a partire dal Pescantina 80/81 che nel campionato di Promozione Veneto, Girone A, impattò 0-0 nel match d’andata col Rovigo di mr Spolaore poi winner davanti al Contarina,quindi Malo , poi Pescantina e Alpilatte Zanè appaiate, mentre SME fu terzultimo appena sopra Thiene e Legnago fanalino di coda.

 


Per la cronaca e per la storia, il 30 novembre 1980, ci fu lo scontro Pescantina – Rovigo che finì a reti bianche, con i veronesi che schierarono questa formazione: Mecchi, Peruzzi, Recchia, Bonafini, Pizzini, Costalunga, Manservigi, Montagnoli, Gazzani, Fraccaroli, Zanoni.
Tornando alla ‘chiosa’ del Puma ‘ a lettere maiuscole, beh noi le accettiamo così …soltanto per non finire ‘azzannati’.

 

 

D’altra parte …basta leggere i giornali dell’epoca. E allora diciamo innanzitutto che …cinque anni in casa Pescantina non si dimenticano facilmente, perché lì il Puma ha istaurato tante amicizie dentro e fuori campo.  Quindi …tanti nomi e cognomi di giocatori, allenatori e dirigenti che ci piace mostrarvi nelle fotogallery by Pescantina sottolineandone i nomi nell’Extratime citandoli nelle relative didascalie.
Ma poi per certificare che allora il Puma era ancora ‘graffiante’ , beh qui ci basta ricordare alcuni “Titoli” che ne dimostrano la importanza del Puma in casa Pescantina.
Innanzitutto quel titolo “ Montagnoli il Platini”, che dice tutto, anche perché il ‘sopratitolo’ recitava” Con lui in cabina di regia è un’altra cosa”.

 


 

D’altra parte, per la cronaca e per la storia, basta leggere anche le altre classifiche finali di tutti i campionati disputati dal Pescantina col Puma in campo.
Stagioni da protagonista, come sottolineato da Montagnoli di cui, ancora per la cronaca e per la storia, vi proponiamo la TOP 11 veronese schierata così a Pescantina nel campionato Interregionale  Girone D, in data 8 aprile 1984, nel match vs Rovigo ( 0-2): Di Lupo, Guglielmi, Guidotti, Bonafini, Pizzini, Fasoli, Quarella, Montagnoli, Zenorini, Pedrini, Skoglund.
Per una stagione in slalom parallelo fino alla fine, quando il Sassuolo mise in fila il Rovigo e appunto il Pescantina, poi, Carpi, Fiorenzuola, San Lazzaro, Contarin, Russi, Paluani Chievo, Monselice, Fortitudo Fidenza, Mirandolese, Sommacampagna, quindi le retrocesse Viadanese, Brescello, Alfonsine.
Stagioni da protagonista quindi, come per il Pescantina 84/85 sempre nel campionato Interregionale stavolta vinto dall’Orceana sul Rovigo di Tomeazzi, poi Carpi, Sant’Angelo e appunto Pescantina appaiato al Fiorenzuola e comunque davanti al Paluani Chievo, mentre a retrocedere furono Sommacampagna, Ponte San Pietro e Fortitudo Fidenza.

 

 

Una stagione che, l’ha sottolineato il Puma, ha visto giocare nel Pescantina di mister Fornasaro anche i polesani Garbin e Bocchio, come dimostra la seguente TOP 11 schierata in data 3 febbraio 1985 vs il Rovigo ( 0-1): Veneziani, Pizzini, Garbin, Zanotti, Prizzi, Pedrini, Rombolotto, Montagnoli, Bocchio, Quarella, Brentegani.
Insomma il PUMA , a dispetto della sua chiosa a lettere maiuscole, era ancora un ottimo giocatore, col suo gioco ancora tutto da ‘gustare’, come quei tortellini  “Rana” che venivano ricordati dalla scritta sulla maglia del Pescantina dei primi anni ’80.
Un Campione Evergreen , il Puma, altro che …pesce d’aprile, anche se Marco Montagnoli è nato proprio ‘quel giorno’, ma nel lontano 1952.

 

 

Questione di classe e di feeling col calcio giocato, quindi! Visto che il Puma , dopo la stagione nel Pollo Miglioranza 86/87 passò appunto all’Olimpia Domiro per fare gli ultimi miracoli da giocatore.
Praticamente fino all’88/89 quando il PUMA diventa double, cioè giocatore e allenatore dell’Olimpia Domiro, prima di dedicarsi totalmente alla ‘fase due’.
Ma questo è un discorso che faremo solo prossimamente nello seconda puntata.
Qui anticipiamo soltanto che da allenatore dell’Olimpia Domiro il PUMA volle come allenatore delle giovanili, alla Juniores, quel Malesani che ..tutti conoscono per essere stato allenatore per tanti anni e su tanti panchine della serie A.

 

 

PRIMA APPENDICE NEWS/ IL “PUMA” MONTAGNOLI A ROVIGO

ARTICOLO IL GAZZETTINO ( primo articolo) / A Sesto San Giovanni ( assenti Santagiuliana e Maruzzo)/ ROVIGO: MONTAGNOLI CARTA VINCENTE

A Cesare quel che è di Cesare. A Meda qualcuno obiettò a Vicariotto il mancato impiego di Santagiuliana come parziale scusante ad una quasi generale giornata-no.
Domenica scorsa, a Sesto San Giovanni, quando è stata annunciata la formazione, c’è stato ancora chi ha drizzato le orecchie: schierare due punte su campo avversario quando mancavano due titolari proprio all’attacco, sembrava avventatezza.
Invece Vicariotto ha avuto ragione ancora una volta, ha dimostrato che la miglior difesa è l’attacco. E rischiando la carta Montagnoli ha dato anche una bella dimostrazione di come si possa giocare un football decente anche fuori casa; pur non avendo nessuna intenzione di buscarle.
La trasferta di san Giovanni ha quindi dimostrato ( se ce n’era bisogno) che il momento di felice vena il Rovigo riesce a sopportare anche handicap pesanti come l’assenza contemporanea di Maruzzo e Santagiuliana e il giro di vite amministrativo, che ha costretto l’equipe biancazzurra a partire la domenica mattina, invece del sabato pomeriggio, come di consueto.

 

 

C’é però una ragione di fondo, a questa costante positività della squadra allenata da Vicariotto. Una struttura di gioco estremamente flessibile, ma nello stesso tempo tanto rigidamente programmata, che anche se cambia qualche elemento , se salta un ruolo o un giocatore viene spostato ad altri compiti tattici, chi subentra recepisce immediatamente i modi ed i tempi sui quali può …versi.
Ecco il perché della mancanza di sorprese, quest’anno. Della mancanza di sconfitte plateali. Meda, ad esempio è stata l’unica sconfitta che abbia fatto un po’ pensare.
Però anche Meda ha avuto una spiegazione logica nel mancato adattamento del centrocampo rodigino alle caratteristiche del terreno avversario.
Quindi nessun problema da risolvere, occhio limpido verso la tappa successiva.
Torniamo per un attimo  Meda. Primo tempo sonnolento, secondo 45 minuti più intensi.
Per esclusivo merito, …del Rovigo che è andato n gol con Crivellari (ottima partita) , che ha sciupato almeno un’altra mezza dozzina di palle gol, e che infine ha orchestrato (direttore Montagnoli)  il gioco come meglio gli è piaciuto.
Domenica il Rovigo va a Fanfulla, mentre l’Adriese riceve il Sant’angelo. Poi per i rodigini due incontri casalinghi ed infine il match dell’anno, a sant’angelo Lodigiano, in casa della capolista. E’ un mese di fuoco: se ce la fa, il Rovigo secondo in classifica diventa una realtà difficilmente contestabile.

 

 

ARTICOLO by IL GAZZETTINO (secondo articolo) / IL “PUMA” A ROVIGO/ IRO DI BRINO: QUANDO MONTAGNOLI HA LA LUNA ADDIO AL GIOCO BIANCAZZURRO!

Iro Di Brino, general manager del Lanerossi Vicenza, con incarichi speciali nel settore delle affiliate, era presente domenica al derby Rovigo-Legnago. Prima dell’inizio dell’incontro scambiando alcune chiacchiere, è saltato fuori anche la solita richiesta di un pronostico.
<<Come andrà oggi? – ha detto Di Brino – Il Rovigo è tranquillo, il Legnago deve salvarsi : non vedo perché tra <<cugini>> debbano sbranarsi>>.
Quindi pareggio, secondo il numero due laniero.  
Il responso del campo è stato guarda caso un idilliaco uno a uno. Che se da un lato ha favorito il Legnago, ancora invischiato nella lotta anti-retrocessione, dall’altro ha rallentato la marcia dei biancazzurri, portandoli a tu per tu con l’Adriese, che sta conducendo un forsennato inseguimento.
Con questo non vogliamo dire che il pareggio è stato accordato precedentemente, anche perché conosciamo bene ( vero Veronese?) la rivalità esistente tra i due club; anche a livello giocatori.

 

 

Però era logico attendersi da certi giocatori, particolarmente dal manipolo degli ex, più grinta e maggior dinamismo. Insomma, no si è voluto strafare, quasi non ne valesse la pena.
Invece ne valeva la pena, eccome!
Il secondo posto in classifica, in splendido isolamento, è andato a farsi benedire.
L’Adriese, che Simoncello sta caricando a mille, è andato a pigliarsi altri due punti in terra lombarda. E domani, a Cantù, con ogni probabilità concluderà il rush finale agganciandosi al Rovigo sulla seconda piazza. Più autolesionismo di così…
Ma la prova opaca di domenica investe anche un discorso formale. Che riguarda,esclusivamente, il ruolo di Montagnoli. Inutile ripetere cosa fa Montagnoli nel Rovigo. Lo sanno anche i sassi che è il perno di ogni manovra, che non filtra pallone da centrocampo che non passi attraverso la sua supervisione.
Però, quando Montagnoli, come domenica, non è in vena ( ed il motivo è misterioso, essendo in perfette condizioni fisiche) , chi lo sostituisce? Risposta: nessuno!
Con il Legnago, Montagnoli è rimasto latitante dalla manovra per 80 minuti. Ha giocato, sottostandard comunque, dieci minuti. Per il resto ci si è affidati alle invenzioni alla Facchetti di Brunello, al podismo encomiabile, ma alla fine abbruttito dalla fatica, di Rigo, al pendolo di Menegatti (unico <<ex>> con della birra in corpo) e di Maruzzo.

 

 

E’ completamente mancata la plastica manovra corale alla quale il Rovigo è abituato ad affidare le proprie ciance d’attacco. A Santagiuliana, abbastanza in vena come colpitore di testa, sono arrivati soltanto due cross competitivi: che non ha fallito.
Maruzzo ( non ci stancheremo mai di ripetere che è uomo da lanciare lungo, e non da togliere le castagne dal fuoco in dribbling) ha fatto quello che ha potuto, ma chi lo appoggiava?
Insomma, malgrado il buon finale di primo tempo che sembrava preannunciare vittoria, il Rovigo ha trovato  la maniera di regalare un punto al Legnago.
Vicariotto  a questo punto , deve tirare le somme e trarre anche la conclusione.
C’è un uomo fuori squadra, che può fare egregiamente da …tattico.
C’è infine tutto il tempo necessario per recepire la lezione e vedere di non ripetere i soliti errori.
A fianco ricordiamo che siamo a -4, nel conto alla rovescia che conduce al derby.
Veda, il Rovigo, arrivare totalmente concentrato all’appuntamento.  

 

 



SECONDA APPENDICE NEWS ( by ...)   / SME 75-76… / IL “PUMA” MONTAGNOLI NEL SAN MICHELE EXTRA ( poi winner 76/77)   .

Marco Montagnoli è nato a Verona il 1° aprile del 1952. ha iniziato la sua attività negli allievi dell’Audace rimanendo alla società sanmichelese per due stagioni.
Nel 1969 passa al Vicenza assieme a Cobelli, Meroni, Ambrosi e Facchinetti e fa subito parte della Primavera e De Martino biancorossa.
Gioca sempre come mezz’ala e nell’annata 71/72 è ceduto al Rovigo che disputa in quell’anno la quarta serie con un curriculum personale di 25 partite. Poi parte per militare a Bolzano e perde un anno  di attività. Nella stagione 73/74 rientra a Rovigo con il quale disputa il girone lombardo assieme all’Audace.
Nell’annata 74/75 passa alla Mestrina in serie C per un anno con trentaquattro presenze. E’ il momento di maggior <<splendore>> dell’atleta che spera in un salto di categoria.
La Mestrina retrocede e Montagnoli viene richiesto dall’Audace. Il giocatore che già in aprile dello stesso anno è riscattato per intero dal Vicenza rifiuta inizialmente il trasferimento. Poi pur deluso giunge a S. Michele: è la stagione 75/76. Nell’Audace è sempre impiegato come mediano e Baruffi spesso lo utilizza sulla fascia laterale che egli sa sfruttare come pochi.
Non è decisamente un mediano di interdizione e l’atleta per esprimesi su valori accettabili deve essere libero da marcature. Montagnoli comunque rimane nell’Audace uno degli atleti più positivi della formazione rossonera e possiamo definirlo a ragione il maratoneta per eccellenza.

 

 

 

QUARTA APPENDICE NEWS/ ( by Il Gazzettino, di Giuseppe Seno) / IL PUMA ADRIESE/
MARCO MONTAGNOLI HA DECISO DI ANDARSENE / (DOPO QUASI UN CENTINAIO DI PARTITE)

La colonia veronese dell’USA sembra avviarsi all’autoannientamento. Dopo la partenza ( lo scorso anno mai abbastanza rimpianta di Adriano Manservigi e il ritorno di Drezza al Verona per fine prestito, anche Marco Montagnoli sembra orientato a ritirarsi nelle sue terre.
Il <<puma>> , classe cinquantadue, un passato che si snoda tra l’Audace, il Rovigo, la Mestrina e l’Adriese , dopo quasi un centinaio di partite in maglia granata ed una decina di goal fatti, è stato colto dalla crisi peraltro comprensibile dei trent’anni che ha giustificato cosi:<< Ad una certa età bisogna magari a malincuore guardare in faccia il futuro. In questo , tra l’altro, Manservigi mi è stato da maestro. Mi piange il cuore nel prendere questa decisione anche perché fisicamente mi sento davvero <<forte>> e soprattutto perché ad Adria ho avuto delle soddisfazioni eccezionali. Ma di fronte a certe offerte non si può che dire di sì…>>
Di quali offerte in concreto si tratta?
<< Ecco, l’offerta di lavoro prevede una sistemazione abbastanza solida e poi continuerei a giocare a Pescantina con Manservigi…>>.
Che ti è mancato molto…
<<Sì, effettivamente Adriano mi è mancato molto in campo e anche fuori. Ed è mancato anche molto all’Adriese perché, senza nulla togliere ai meriti dei miei amici attaccanti, con Adriano là davanti senz’altro saremmo finiti tra i primi sei o sette>>.

 

 

E’ mancato solo un Manservigi all’Adriese?
<< Certamente no; purtroppo abbiamo avuto anche quell’incidente a Claudio Piemonte che ci ha portato ad avere un centrocampo abbastanza anomalo dato che io e Federici praticamente operiamo sulle fasce laterali. Ma, a proposito di centrocampo, ti devo confessare che la vicinanza di Lazzarin è stata per me traumatica nel senso che avere a fianco un ragazzo che ha diciassette anni ( undici meno di me…) mi ha fatto pensare…>>.
E come lo vedi questo Lazzarin…
<< Dal punto di vista dell’impostazione  tecnica non ci sono dubbi. Certo gli manca il passo, deve essere meno <<timido>> ma questo viene col tempo. Secondo me comunque con i ragazzi bisogna andare con i piedi di piombo anche perché non tutti hanno la stessa personalità. Un esempio è Leonetti che già si <<vede>> in campo e si fa anche vedere dai suoi compagni>>.

 

 

 
EXTRATIME by SS/ La cover è per Marco Montagnoli, il Capitan Puma griffato “Rana” in onore del suo habitat veronese e dei cinque lunghi anni passati da protagonista nel Pescantina.

Poi per quanto riguarda la fotogallery partiamo dalle origini di Marco Montagnoli, cioè dal Puma in palleggio in tuta griffata “Audace”.
Quindi sfogliando l’album dei ricordi, ecco il Puma datato 1967 in allenamento targato Lanerossi Vicenza come da relativo logo sulla maglietta e poi sulla maglia biancorossa della squadra Primavera 1969/70 ( il Puma è il secondo da dx, accosciato) e, sempre stessa annata, sulla maglia della Primavera con la TOP 11 tra i suoi noti allenatori/dirigenti.
A questo punto, dopo un flash del Puma in azione …nero su bianco, ecco il nostro Personaggio Story nella TOP 11 del Rovigo 70/71 in due immagini identiche ma in sequenza kit per darvi conto dei nomi dei giocatori grazie al loro autografo.
Seguendo l’album dei ricordi del Puma ecco altre due immagini del suo Rovigo, stavolta datato 1973/74 , con relativa didascalia incorporata dedicata al “Miglior Rovigo, ma scalognato”.
Poi è il tempo del Puma targato Mestrina 74/75, sia in azioni individuali, che in sestetto (il Puma è al centro in piedi, mentre primo accosciato da sx è il polesano Lauro Pomaro, ex Spal, Lecco…)
Quindi in foto team col Puma primo a sx a fianco di Alberto Reif, figlio del grande giornalista sportivo Gianni Reif, a seguire nel team TOP 11 con relativi autografici certificativi della loro identità.
Post stacchetto ‘falcata dl Puma’ ecco Marco Montagnoli di nuovo in versione TOP 11 nell’Audace SME 75/76 di cui diamo conto dei risultati stagionali by classifica finale.
Annata propedeutica alla salto di categoria by SME 76/77 di cui vi proponiamo l’intera ‘rosa’ col Puma tra players (al centro in basso il ‘Gaia’ smile coi baffi) e staff tecnico.
L’ultimo flash di Montagnoli in maglia SME è relativo alla successiva stagione in Serie C (Coppa Italia a Bolzano) , col Puma a fianco di Merlo (ex Mantova e Ternana) e alle loro spalle Giovanni Sartori , ex Milan e ai giorni nostri tuttora ds del Chievo.

Dal tandem SME al terzetto by Adriese ecco il Puma al Bettinazzi di Adria.
Quindi due azioni di Montagnoli palla al piede  in serie C ( nella seconda , con Cina Pezzato del Padova alle sue spalle), poi in sequenza poker di foto squadre col Puma Marco montagnoli in maglia granata.
Vale a dire Adriese serie C2 1978/79 con da sx in alto: Londei, Pravisani, Lusiardi, Montagnoli, Manservigi, De Martin, Bocchio, Romani; al centro: Roma, Turolla, Marchetti, Rodighiero, Campi, Pasetti; seduti: Pavan, Garbin, Ballarin, Donin, Crivellaro,Maranini (mass).
Quindi in foto bianconero la TOP 11 dell’Adriese 1979-80 serie C-2 con da sx in piedi Schugur - Garbin - Federici- Montagnoli- Toffano - Romani ; accosciati: Idolazzi - Drezza - Tumiatti - Rodighiero – Marchetto.
Invece nella successiva foto a colori ecco l’Adriese 1979/80 serie C2, (TOP 11 + riserve) con in piedi da sx, Schugur, Montagnoli, Garbin, Toffano, Marchini, Idolazzi, Londei, Romani; accosciati: Federici, Drezza, Rodighiero, Marchetti, Leonetti, Tumiatti.
Erano i tempi mitici dell’Adriese che festeggiava i suoi “Campioni” .come dimostrano le facce ‘smile’ sotto lo striscione “Alè Adriese” con , a partire da dx, Bocchio, Garbin…Montagnoli e…al centro il presidentissimo Folco tra fiori e trofei.
Quindi, con riferimento anche all’articolo dell’addio del Puma da Adria, eccolo in tandem con Dario Lazzarin, suo successore a centrocampo.
Per quanto riguarda il Puma e la sua scelta di vita, tra Sport e lavoro, eccolo in due team speciali, ecco Montagnoli griffato ‘Rana’ nel Pescantina 82/83, e poi nel Pescantina 83/84  sul campo tra …i tortellini Rana e gli amici by Adriese, cioè Bocchio e Garbin, nel team di mister Fornasaro e del presidente Pasquali.

E come dulcis in fundo della fotogallery ecco il Puma che ho fotografato premiato by Flavio Zampieri (alle sue spalle Valmore Rossi) del Panathlon di Adria per i festeggiamenti del Centenario dell’Adriese 1906/2006.


Sergio Sottovia
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