Marco Pastonesi, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ricorda Mirko Petternella, Rugby Seven & Mondo Ovalia con Maci & Doro


08/09/2016

E’ talmente noto Marco Pastonesi come giornalista e scrittore di Libri speciali sul Rugby e sul Ciclismo che  non è il caso si specificarne titoli e sottotitoli.
Basta ricordare che è di casa su questo sito www.polesinesport.it  ( prego chiedere a Google e vi rimanda alle pagine interessate) e così vi presentiamo tout court il reportage by Enrica Quaglio col suo speciale focus su Mirko Petternella & Rugby Seven femminile.
Oltre tutto con relativi amarcord grazie a Doro & Gisella Rugby Family, precursori del prossimo XX torneo in programma il 25 cm allo stadio Battaglini di Rovigo, la città dove ho ‘incrociato’ più volte lo stesso Marco Pastonesi tra libri e Giro d’Italia.

MAIN NEWS ( di Enrica Quaglio by Le Rose Rovigo, mail 08.09.2016) / INTERVISTA A MARCO PASTONESI, GIORNALISTA DE LA GAZZETTA  DELLO SPORT
Marco Pastonesi è uno degli ultimi poeti-giornalisti rimasti nel mondo dello sport. Grande appassionato di rugby e ciclismo, scrive sulle famosissime pagine rosa della Gazzetta dello Sport e collabora con il sito internet OnRugby.
Tra le sue pubblicazioni più conosciute figurano libri dedicati al rugby, dal Sei Nazioni agli
All Blacks, passando per quello che a Rovigo è considerato forse il suo capolavoro più autentico “La leggenda di Maci”, recentemente ristampato.

A lui abbiamo chiesto un ricordo personale di Mirko Petternella.
“Era una voce. Era la voce del rugby. Era il rugby fatto voce. Se Paolo Rosi  impersonificava il rugby televisivo, Mirko Petternella materializzava il rugby radiofonico. Le sue erano piccole incursioni da un altro pianeta, e ci gratificava con punteggi molto più rotondi - quasi un controsenso trattandosi di ovali - di quelli del calcio. In sottofondo si sentivano schiamazzi da gradinate ruspanti, s'immaginavano lotte fangose,

s'intuivano dialetti veneti, incoraggiamenti aquilani, esclamazioni frascatane. A suo modo, un piccolo mondo antico, orgoglioso, tradizionale. E lui, Petternella, in quei collegamenti sottratti al dio calcio, ci rappresentava tutti”.
Da vent’anni a quel nome è legato un importante torneo. Come l’hai conosciuto?
“Attraverso Doro Quaglio. Mi sembrava che, rispetto al rugby femminile, Doro fosse una sorta di San Paolo convertito sulla strada di Damasco. Peccatore, perché considerava il rugby uno sport riservato non alle donne e forse neanche agli uomini, ma esclusivamente a lottatori, combattenti, guerrieri, meglio se eroi.

Ma peccatore pentito, o forse represso, comunque ravveduto e disciplinato. E infine profeta, o forse evangelista, o almeno apostolo di un movimento che ha conquistato dignità e valore”.
Una strada per Damasco o per Ovalia che il rugby femminile percorre sempre più velocemente.
“È un movimento che sta crescendo, lentamente, e la crescita lenta è quella più certa, più sicura, più duratura. Il rugby possiede valori morali, educativi e sociali, oltre che sportivi, spettacolari e estetici, troppo importanti per poter essere riservato agli uomini, e le preoccupazioni fisiche per le donne sono più pregiudiziali che non reali. Il Campionato si consolida, le giovanili s'irrobustiscono, le nazionali s'impongono, il livello cresce. Il rugby femminile non è più una stranezza, ma la parte - indispensabile, direi - di Ovalia, e di
ogni rugby club”.

Il rugby a sette, di cui il Petternella è la voce principale in Italia, intanto ha fatto intrusione ai Giochi Olimpici, con tutta la sua festosità ed eleganza…
“Il Petternella ha anticipato i tempi. All'inizio dev'essere stato un atto di coraggio e fede, una dichiarazione di amore e passione, un inno e un elogio al rugby. Adesso è la stella cometa del rugby femminile: un appuntamento classico, che illumina e orienta. Come lo era, quarant'anni fa, l'Heineken Cup, il torneo a sette che si giocava ad Amsterdam. E l'olimpismo del rugby a sette porta ancora più luce al nostro torneo”.

Atto di coraggio e di fede i cui profeti hanno nomi e cognomi ben conosciuti.
“Gisella, Enrica, Marina: decisive. Ma il rugby italiano è ricco di tante Giselle, Enriche e Marine. Non ne può fare a meno. Vive sul volontariato, soprattutto su quello delle donne. Mamme, nonne, fidanzate, sorelle. Nei terzi tempi, nel servizio accompagnamento e in quello lavaggio, negli incoraggiamenti e negli esempi. E da anni anche come avanti e trequarti. Se nel Sei Nazioni gli italiani fossero forti come lo sono le italiane, non solo ci saremmo risparmiati tanti cucchiai di legno, ma avremmo affilato anche i coltelli di acciaio. Il rugby femminile sa essere perfino più bello di tanto rugby maschile: meno fisico, più tecnico, meno muscoloso, più strategico, meno autoscontri, più genialità”.

EXTRATIME by SS/ In cover Marco Pastonesi al microfono in Pizza Vittorio Emanuele a Rovigo,  mentre presenta il suo libro su Maci Battaglini e parla del Rugby ricordando Doro Quaglio & Rovigo Città in Mischia.
Poi in fotogallery partiamo proprio da Pastonesi ‘scrittore’ col Libro di Maci tra le mani ‘in poker’ all’interno della Libreria Mondadori a Rovigo.
Quindi Marco al microfono nel salone della Gran Guardia di Rovigo, mentre parla di Maci Battaglini, assistiti al tavolo da Ivan Malfatto & Vittorio Munari.
Gli stessi che poi troviamo nella foto poster che mostra da sx Carlo Cavriani ( resto del Carlino) , Marco Pastonesi, Zatta-Benetton. Zambelli – Rugby Rovigo Delta, Munari e Malfatto.

Per una giornata speciale in cui Marco Pastonesi ha parlato del Mondo Ovale di Maci, presente in sala la figlia Marisa Battaglini  che vi proponiamo insieme a Gisella Bellinello Quaglio fotografate a fianco di Luke Mahoney capitano storico dei Bersaglieri rodigini.
Infine , sempre con riferimento a Marco Pastonesi eccolo in Piazza a Rovigo impegnato tra Mondo Ovale e Ciclismo ( ma in maglia rossoblu by Rugby ).
Oltre che il last photo intervistato da Enrica Quaglio allora come oggi “ Campioni & Signori” by Rugby International nel nome della Rosa e de …Le Rose pro Rugby Seven Femminile & “Mirko Petternella” ombelico del Mondo Ovalia.

Enrica Quaglio & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it