Mario Scarpa “d’Goro” (Prima Parte-Story)/ Dai Tornei notturni al Baracca Lugo 1967 in D con mr Gino Pivatelli, poi in C a Jesi e 2 anni al Chieti. E bomber winner con L’Aquila Montevarchi di mr Balleri che lo porta al Perugia dove…


Quando a giugno 2010 ho raccontato qui su www.polesinesport.it la Mario Scarpa Story , l’avevo fatto nella rubrica Campioni & Signori titolando “Dal Delta Po al Grande Perugia di Castagner e Paolo dal Fiume”. Vale la pena di andare a rileggerla , quella Story anche perché è buona base di partenza per questo nostro nuovo ‘viaggio’ insieme a Mario Scarpa “Uomo & Calciatore” col quale mi sono ritrovato più volte ‘ascoltando’ le sue considerazioni, le sue confidenze, i suoi aneddoti di una vita vissuta nel Grande Calcio ma che non ha mai dimenticato il suo “Piccolo Mondo Antico”.
Quello di Goro dove tra l’altro mi ha fatto da ‘cicerone’ tra i pescherecci della Sacca e gli amici pescatori , in una mattinata da ‘fritto misto’ guardando insieme l’Orizzonte del Mare Adriatico e quello di Mario Scarpa “dGoro”,
Insomma –parafrasando Ligabue - , così come dieci anni fa ero passato “Da Mario”, in questo aprile 2016 sono ripassato “Da Mario” tra …un bicchier di vita ed un caffè, avendo sfogliato tutti gli album dei suoi ricordi che mi sono portato a casa per ‘rileggerli’ con calma e per questa nuova Mario Scarpa Story che vi voglio proporre in tre puntate.
La prima relativa al Mario che diventa maggiorenne a Goro e che poi esplode restando sul lungomare Adriatico al Baracca Lugo prima salire anche geo-morfologicamente tra Chieti, Jesi e l’Aquila Montevarchi.

 


 

Insomma in questa Prima Parte Story accompagniam Scarpa fino al Perugia in Serie B, dove Mario è stato portato a maturazione da Balleri, suo mister e pigmalione.
Già a Perugia , dove peraltro Mario Scarpa esploderà con Ilario Castagner che lo riconferma giocatore da Serie A , ma di cui vi racconteremo tutto e di più in quella che sarà la Mario Scarpa – Seconda Parte Story e che si concluderà a Modena per quanto riguarda il Grande Calcio targato Scarpa d’Goro.

Una Trilogy Story la nostra, anche perché dopo il Mario Scarpa calciatore in Due Puntate, vi proporremo a completamento nella Terza Parte il Mario Scarpa “Allenatore nel Delta del Po” , frutto di alcuni incontri tra …terra e mare, dove l’Orizzonte stempera i fatti della realtà quotidiana come i gabbiani sorvolano il Mare della Sacca dove il pesce è da sempre ‘fosforo’ per la Gente targata Delta del PO.

 

 

Anche per questo, adesso che abbiamo/avete riletto la precedente  Mario Scarpa Story pubblicata qui su www.polesinesport.it nella rubrica Campioni & Signori , vogliamo ripercorrere alcune tappe significative della sua vita calcistica proponendovi in sequenza Main News alcune testimonianze giornalistiche del Mario Scarpa calciatore all’esordio col Baracca Lugo e del Mario Scarpa bomber protagonista nell’Aquila Montevarchi.
Riproponendovi altresì in Anteprima quanto attualmente è ‘scritto’ su Mario Scarpa by wikipedia, anche perché evidentemente ‘aggiornato’ in conseguenza della nostra citata Story già pubblicata.

Così come in Anteprima vogliamo proporvi il reportage sulla Festa dello Sport che nel Terzo Millennio la Comunità di Goro ( società sportiva, Circolo Auser e Comune) ha voluto dedicare a Mario Scarpa e a tutti gli altri Campioni di Goro che hanno militato nei campionati professionistici ella Sere A, B, C, D.

Mentre come Appendice News & Flash story vi proponiamo in coda un’intervista storica fatta a Modena a Mario Scarpa nel 1982 , perché suo speciale focus di fine carriera e quindi ‘prologo’ alla nostra Mario Scarpa Seconda Parte Story che vi racconteremo prossimamente tra …Perugia & Mondo Prof  del Campione & Signore in trilogy , per la serie Memoria & Futuro con relativa ampia fotogallery giustificativa e commenti tra Extratime & dintorni.

 

 

FIRST ANTEPRIMA NEWS ( by wikipedia ) SCARPA MARIO – BIOGRAFIA –CARRIERA – PALMARES  / Mario Scarpa (Goro, 28 ottobre 1949) è un ex calciatore italiano, di ruolo di ala destra.
CARRIERA
Dopo una lunga gavetta tra Serie C e Serie D, in sequenza tra Baracca Lugo, Jesi, Chieti e Aquila Montevarchi, nell'estate 1973 viene acquistato dal Perugia all'epoca militante nel campionato di Serie B. Già nella prima stagione in Umbria risulta decisivo, con 8 reti in cui spicca la doppietta nella trasferta sul campo del Parma, che all'ultima giornata vale la salvezza in extremis dei biancorossi.[1]

Nella stagione 1974-1975 contribuisce con 6 reti alla vittoria del campionato con conseguente promozione in Serie A, la prima nella storia del Perugia. Scarpa si conferma su buoni livelli anche in massima serie: nel successivo campionato 1975-1976 realizza infatti 6 gol in 24 incontri, tra cui la rete decisiva nel successo casalingo sui futuri campioni d'Italia del Torino; pur non essendo una punta emerge inoltre quale miglior realizzatore della squadra, che all'esordio in A ottiene un sorprendente ottavo posto finale.

 

 

L'annata successiva il piazzamento in classifica degli umbri migliora fino al sesto posto, ma le marcature di Scarpa scendono a 3, mentre nella stagione 1977-1978 l'esplosione del giovane Salvatore Bagni relega spesso Scarpa in panchina (18 presenze, di cui solo 9 dal primo minuto, e 1 rete).
Scarpa accetta quindi di scendere nella neonata Serie C1 col Parma, con cui ottiene subito la promozione fra i cadetti. L'annata successiva tuttavia le reti all'attivo sono solamente 3 e gli emiliani concludono la stagione al penultimo posto, che significa retrocessione.

Dopo una stagione nel Livorno, Scarpa chiude l'attività professionistica al termine del campionato di Serie C1 1981-1982, in cui realizza 8 reti con la maglia del Modena, e continua a giocare nelle categorie minori del Polesine.
In carriera ha totalizzato complessivamente 63 presenze e 10 reti in A, e 96 presenze e 17 reti in B.

 

 

PALMARES
Competizioni nazionali[
Campionato italiano Serie D: 1
Aquila Montevarchi: 1971-1972 (girone E)
Campionato italiano di Serie B: 1
Perugia: 1974-1975
Competizioni internazionali
Coppa Piano Karl Rappan: 1
Perugia: 1978
Coppa Anglo-Italiana: 1
Modena: 1982

 

 

SECONDA ANTEPRIMA NEWS ( by La Nuova Ferrara, marzo …Terzo Millennio ) / GORO TORNA LA FESTA DELLO SPORT (  STASERA CELEBRA I SUOI CAMPIONI)
 (Rievocazione storica del calcio locale, premiati tutti gli ex professionisti del paese)
PREEVENTO/ l’appuntamento è in programma Sabato 10 marzo dalle ore 19.30 presoo il Circolo Auser “Mare Vivo” di Goro con l Festa dello sport organizzata dall’A.S.D. “F. Ricci” in collaborazione con il Circolo Auser e il Comune di Goro, che torna dopo diversi anni di silenzio. Una serata di gastronomia , musica e ballo ma soprattutto sarà lì occasione per premiare i calciatori in attività ed ex che hanno militato nei campionati professionistici della serie A, B, C e D.

 

 

Vediamo chi sono i calciatori goresi che hanno calcato i campi professionistici: naturalmente partiamo da Mario Scarpa ( Maruchelo) , tre stagioni e 9 reti in serie A con la maglia del Perugia del Presidentissimo Franco D’Attoma,  del DS Silvano Ramaccioni e dell’allenatore Ilario Castagner; poi Fabio ballarini, Daniele Barboni, Roma Giuliano ( Dune), Antonio Freguglia ( Tubi), Ferroni Giuseppe, Claudio Ricci ( Ciosa), Campi Maurizio (Icio), Fabio Gianella , Giovanni Fonso ( Giua), Amos Suncini, Mario Conventi, Salvatore Mantovani, Francesco ( Checco) Bellotti, Massimo Turra, Diego Turola ( Bega), Paolo Paesanti , Pino Turola, Emanuele Mantovani, Andrea Marandella, Conventi Giovanni ( Bonino), Roma Moies, Ugo ( Barone) Nalin, il compianto Sauro Biolcati, Arrigo Zucconelli,e il grande mister Giorgio Brugnoli.
Per la serata sono aperte le iscrizioni per coloro che vogliono partecipare alla cena: Auser di Goro Sig. Brugnoli Amedeo , negli spogliatoi del campo Sportivo martedì e giovdì dalle ore 15.30 alle 19.00 Sig. Riccardo Gianella.

 

 

 

POST EVENTO / PARATA DI CAMPIONI ALL’AUSER DI GORO
( Emozionante revival tra festa e ricordi del passato con tutti i giocatori che hanno dato lustro al calcio locale)

GORO/ C’erano proprio tutti nel parterre del Circolo Auser di Goro i campioni del passato che hanno dato lustro al calcio gorese.
U revival che ha ricalcato la storia del calcio locale, momenti di festa, ricordi del passato, ma anche di grande commozione quando alla premiazione di Mario Scarpa il pubblico presente in piedi ha tributato  all’ex giocatore del Perugia una standing ovation durata diversi minuti.

Altri tempi, altro calcio, altre passioni, si può riassumere così la memorabile serata organizzata dall’Asd “F. Ricci” di Goro: vedere gente come Scarpa, Paesanti, Fonso, Bellotti, Turola e tanti altri, e pensare all’attualità il rammarico è forte.
Sono cambiati i tempi, ci sono meno persone disposte a fare sacrifici però l’impegno che  ancora tante persone mettono per tenere vivo il calcio a Goro meriterebbe sicuramente di più.

 

 

 

Al di là di queste considerazioni, la gloriosa storia calcistica gorese rimane e serate come questa hanno anche lo scopo,non solo di ricordare, ma anche di spronare i giovani ad affacciarsi a questo meraviglioso sport che a Goro ha dato tante soddisfazioni.

Ed è stato solo per una serie di fatti non proprio fortunati che il solo Scarpa abbia raggiunto la serie A.
Il primo campionato dell’U.S. “F. Ricci” è datato 1946, praticamente a guerra appena conclusa, nel 2016 saranno settant’anni di storia, l’idea di quella data  è di raccogliere in un volume “La Storia del Goro”, lavoro non facile, anche se a Goro non mancano le potenzialità per riuscire nell’impresa visto che le memorie storiche sono pronte.

 

 

PRIMA MAIN NEWS – STORY ( ( di X Y , datato  …campionato 1967/68 ) / L’ALTRA NOTTE A CONSELICE/ PROMETTENTE ESORDIO DEL RINNOVATO<<BARACCA>> : 3 – 0
( Le magnifiche reti di Scarpa e di Caranti. Collaudo felicissimo di tutti i giovani. Domani una nuova amichevole a Gualdo Ferrarese.

L’altra sera , alle ore 21, nell’ospitale campo i Conselice il nuovo Baracca Lugo ha disputato la sua prima partita di preparazione al nuovo campionato della serie <<D>> , superando per tre reti a zero la rappresentativa locale che, nonostante il risultato, ha avuto il merito di battersi con esemplare generosità, con ritmo sostenuto e con molta correttezza.
A questa attesissima notturna è intervenuto un pubblico molto numeroso, composto in prevalenza di sportivi accorsi da Lugo per vedere per la prima volta all’opera la presumibile formazione del Baracca per il prossimo torneo.

 

 

Possiamo affermare on tutta tranquillità che la prima uscita sul pallone della squadra lughese è stata nettamente positiva, superando le speranze degli sportivi, dei dirigenti e dei tecnici.
Il Baracca ha allineato ( ad esclusione del ruolo di <<stopper>> che ancora attende una soluzione ma che in questa partita è stato sostenuto validamente dal migliorato e più maturo Rambelli e del portiere Gimelli che per una momentanea indisposizione ha lasciato il posto all’ottimo sostituto Mirri) la stessa collaudatissima estrema difesa dello scorso campionato, apparsa già in soddisfacente condizione tanto n Sistro ( già molto pronto ed efficace nelle sue frequenti proiezioni offensive) che nella <<torre>> Balbi e nello ottimo Valvassori.

 

 

A metà campo il regista e capitano Pollini ha dato spettacolo di gala, coadiuvato dal brillantissimo nuovo acquisto Bolognesi, un mediano d’appoggio che copre con grande autorità una vasta fascia di campo e che dispone all’occorrenza di una micidiale stangata che in questa partita ha sfoderato solo in un’occasione facendo la barba alla traversa.
In prima linea sono stati allineati il tandem diciottenne Scarpa-Spadoni , alternati nei ruoli di punta e mezza punta, il centro avanti puro Rambaldi che ha giocato solo un tempo senza troppo brillare per l’incompleta preparazione ma che possiede doti ideali per il ruolo, e infine il recuperato Fonso, ritornato al Baracca dopo il servizio militare e ansioso di ripetere le brillanti prove fornite nel vittorioso campionato che portò il Baracca in <<D>>,

 

 

Scarpa e Spadoni, ch egli sportivi considerano già i <<golden-boys>> del Baracca 67/68, hanno dimostrato di meritare la fiducia piena che viene riposta in loro.
L’intesa, già molto notevole, quasi istintiva, che deriva da una classe pura, ha dato vita spettacolari scambi in velocità che hanno travolto la pur vigorosa difesa conselicese, e Scarpa ha per di più confermato le doti di goleador, già apparse nei primi allenamenti, mettendo a segno , al 5’ e al 20’ , due saette contro le quali nulla ha potuto il non più giovane ma sempre valido portiere Martelli.

Nel complesso si è visto un gioco più sciolto , con manovre essenziali e a largo respiro che ripetono sostanzialmente , ma con forse maggior efficacia offe lo schema dello scorso campionato.
Il primo tempo chiuso sul 2-0 , ha pertanto fornito all’allenatore Pivatelli le utili indicazioni che attendeva.

 

 

 

Il Conselice, da parte sua, pure non riuscendo a impensierire la massiccia difesa lughese, ha tenuto l’iniziativa per alcuni tratti di gioco, mettendo in vetrina alcuni ottimi elementi, fra cui il terzino Fabbri, Martelli II e Martelli III e dimostrando di potersi battere molto decorosamente nel campionato dilettanti che si prepara ad affrontare.

Nella ripresa le due squadre, e soprattutto il Baracca hanno operato numerose sostituzioni; i lughese, oltre all’anziano ma stupefacente Fogli, hanno allineato in prima linea il ricuperato Caranti, e i giovanissimi Manganotti, Munari, Modonesi, i collaudati Guidi, Milani e Montanari, il terzino diciassettenne Maieron e il nuovo portiere Malaguti.
Il gioco, un po’ più equilibrato e naturalmente meno brillante del primo tempo, ha dato tuttavia modo di valutare molto positivamente tutti i giocatori vecchi e nuovi, con una particolare menzione per l’ala destra Manganotti e per il sorprendente Maieron.

 

 

 

Al primo minuto Martelli doveva deviare su palo una fucilata di Fogli ( distintosi poi anche nel ruolo inusitato di centrocampista lasciatogli da Pollini), ma al 10’ doveva cedere a Caranti , ch concludeva ottimamente una delle azioni migliori della ripresa.
Caranti ha poi banalmente sciupato da pochi passi altre due rei già fatte, ma il suo comportamento è da considerare altamente positivo.

Il Baracca dovrà indubbiamente lavorare ancora molto per raggiungere la sua miglior efficienza e dovrà curare la maturazione e l’inserimento dei molti giovanissimi che ha coraggiosamente incluso in prima squadra, ma in questa sua prima uscita ha indubbiamente convinto tutti delle sue notevoli possibilità.
NB/ Domani pomeriggio, domenica, la squadra disputerà una nuova amichevole a Gualdo di Ferrara e c’è da sperare che vengano confermate le incoraggianti risultanze dell’esordio conselicese.

 

 

SECONDA MAIN NEWS STORY ( di Enzo Cabella, data 10.gennaio … Campionato 1971-73… ) MONTEVARCHI DI MISURA SUL QUARRATA: 2-1

QUARRATA/ La vittoria dell’esperienza.  Il Montevarchi ha saputo sfruttare abilmente le poche occasioni da rete che gli sono capitate ed ha intascato altri due preziosi punti.
Che il successo non sia meritato proprio non si può dire, ché la squadra di Angelillo ha saputo costruir tre palle-gol nel primo tempo ( due gol e una traversa) e due nella ripresa , contro quattro del Quarrata, delle quali tre nel secondo tempo.
Ma bisogna anche dire che i suoi gol non hanno certo etichetta dell’irresistibilità; non sono scaturiti cioè da azioni manovrate, bensì da due grosse indecisioni della difesa quarratina, sinora considerata il reparto migliore della squadra. E ancora: il Quarrata, andato al riposo con due gol sul groppone, ha saputo reagire caparbiamente nella ripresa, riducendo lo svantaggio e sfiorando il pareggio in altre occasioni, frutto di una massiccia, costante, generosa controffensiva, che certo avrebbe meritato qualcosa di più…

Ma le partite si vincono con i gol e il Montevarchi è riuscito a segnarne uno più dell’avversario. E’ stato un Montevarchi marpione, che si è valso dell’esperienza dei singoli, che ha saputo controllare la carica agonistica dei giallorossi locali con fredda determinazione, avvalendosi di un Negrisolo sempre all’altezza della situazione, di due terzini forti nel contrasto, di un Giovannardi preciso, di un roccioso Raspanti, sempre efficace nonostante abbia dovuto soffrire parecchio contro Palmerani.

 

 

 

Il Montevarchi ha costruito il successo nella fascia centrale, dove il gran prodigarsi di Berrettini e Bencini metteva in difficoltà il centrocampo del Quarrata.

Valcareggi appariva troppo avulso dal vivo del gioco, mentre Sammartino( che sostituiva l’infortunato  Cecchi, un’assenza che si è fatta sentire) non era sempre preciso nel disimpegno. L’interno sinistro preso nel vortice Bencini-Berrettini-Pinna, ha offerto spazio agli inserimenti di Scarpa rivelatosi pedina veramente pericolosa, dotata di scatto e di tiro potente. Suo è stato il secondo gol , messo a segno con un diabolico pallonetto, suo ancora un tiro violento che si è stampato contro la traversa.    
Nel secondo tempo il Montevarchi ha dovuto tirar fuori le unghie per contenere la vivace reazione del Quarrata, peraltro sfiorando in contropiede il terzo gol con Trevisan ( salvataggio disperato di Cianciole sui piedi dell’ala) e con Bibi e Rasi, che no hanno saputo concludere una discesa del claudicante Bruni.

 

 

Il Quarrata aveva iniziato l’incontro on grande foga. Al 18’ ha avuto l’occasione per portarsi in vantaggio ( Vitale <<rubava>> la palla a Raspanti , la porgeva al centro dove Palmerani, tutto solo, al volo scagliava addosso a Negrisolo). Un’occasione che se fosse andata a segno avrebbe potuto dare all’incontro un andamento diverso. La squadra giallorossa, pur muovendosi con puntiglio, non riusciva a mascherare alcune pecche nel suo meccanismo di centrocampo.
Anche la difesa, venutole a mancare un efficace filtro davanti, ha mostrato segni di cedimento sotto l’incalzare delle puntate dei rossoblu, tanto da essere la causa diretta dei due gol del Montevarchi.

Solo nella ripresa si è visto il vero volto del Quarrata, quello aggressivo, combattivo, tipico ella squadra garibaldina. Una volta ridotte le distanze, Nesti e compagni hanno per lunghi tratti chiuso nella propria metà campo gli avversari, che hanno corso grossi rischi in dieci minuti di indiavolato tourbillon.

 

 

 

Il Montevarchi h tenuto duro, aiutato anche dalla buona sorte, conducendo in porto una vittoria preziosissima.
Lastrucci è stato il migliore del pacchetto difensivo giallorosso, mentre Vitale e Palmerani sono stati coloro che più egli altri si sono prodigati in fase offensiva.
Pollero e Nesti hanno riscattato nella ripresa le incertezze del primo tempo, così come Sammartino . non più sottoposto ad un controllo rigido – ha potuto inserirsi con maggior discernimento nelle manovre d’attacco.

TABELLINO DEL MATCH
QUARRATA: Cianciole, Pollero, Flachi, Nesti, Lastrucci, Valcareggi, (Balsatti , dal 75’) Zavagli, Vitale, Mancini, Sammartino, Palmerani.
MONTEVARCHI: Negrisolo, Bruni, Notari, Bencini ( Bibi dal 75’), Raspanti, Giovannardi, Scarpa, Pinna, Rasi, Berrettini, Trevisan.
ARBITRO: Selicorni di Novara.
MARCATORI : primo tempo, al 33’ Rasi, a 44’ Scarpa; secondo tempo , al 17’ Pollero.

 

 

TERZA MAIN NEWS STORY ( di Cesare Trentini e Fausto Fortuzzi, Campionato 1973/74) / PERUGIA : PER UNA SALVEZZA IN TRANQUILLITA’

Pronosticato come uno dei favoriti del campionato scorso, il Perugia ha invece corso un grosso rischio: quello di retrocedere nella terza divisione nazionale. L’undici umbro ha largamente  deluso la sua falange di tifosi e praticamente, soltanto nelle ultimissime battute del torneo ha potuto trarre un vero sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.
Basti dire che nelle prime diciassette giornate ( tante quante ne ha <<cintate>> l’allenatore Rbino poi sostituito dal <<secondo>> di turno Grassi)  il Perugia contava appena tredici punti. Eppure, ciononostante, il Perugia non ha cambiato molto rispetto alla formazione dell’ultima stagione, anzi , caso mai, ha sfoltito in maniera drastica cedendo ( necessità di bilancio?)  alcuni ei suoi migliori giocatori ultimo dei quali il terzino Casati che, dopo vari campionati giocati in maglia granata , ha chiesto – e ottenuto – di tornare a Brescia sua città di residenza.

 

 

Rientrato Melgrati al Como, ceduti Morello all’Ascli e Bonci all’Atalanta, il Perugia ha dapprima pensato a procurarsi un allenatore in grado di garantire alla squadra una conduzione efficiente.
La scelta è caduta su Costanzo Balleri , indimenticato giocatore del Livorno , della Spal e dell’Inter e già collaudato nelle funzioni di tecnico dopo alcune stagioni trascorse alla guida di varie squadre fra le quali il Livorno stesso e il Montevarchi.
Superata, inoltre, la crisi dirigenziale con la riconferma alla guida del sodalizio di Dino Fanini, il Perugia ha provveduto ad alcuni acquisti.
Pochi, ma sulla carta almeno indovinati e atti a chiudere quei <<buchi>> che il telaio granata aveva evidenziato nel campionato finito nel giugno scorso.

 

 

Al posto di Morello ( oltre a Perugia aveva trovato consensi ma anche molti dissensi) è arrivato da Bergamo Picella, mentre , sempre dall’Atalanta, è stato prelevato Maianti, un difensore che nelle file orobiche si è distinto per qualità di grinta e anche di classe. Dal Montevarchi ( certamente su suggerimento di Balleri che lo ha avuto alle dipendenze) è stato acquistato Scarpa, una punta di valore tanto che diverse società di Serie A hanno tentato di soffiarlo al club umbro.
Niente di trascendentale, comunque. Fanini e lo stesso Balleri, hanno preannunciato programmi di minima, cioè una salvezza tranquilla  e, possibilmente, anticipata.
Beninteso senza trascurare quello che potrebbe venire in più anche se , sulla carta, il Perugia non figura coma alla vigilia dell’ultimo campionato, fra le favorite del pronostico.

 

 

I QUADRI DEL PERUGIA 1973/74 ( colori sociali granata) /
Presidente: Dino Fanini; Allenatore Costanzo Balleri.
ACQUISTI: Maianti e Picella ( Atalanta) , Scarpa ( Montevarchi) Giubilei ( Città di Castello).
CESSIONI: Bonci ( Atalanta); Melgrati ( Conmo), Morello ( Ascoli).
ORGANICO : PORTIERI : Grosso ( 43), Vecchione ( 49); DIFENSORI: Casati ( 43), Gobbi ( 49), Maianti ( 51), Vanara (44), Zana ( 54), Petraz ( 49), Giubilei (54);
CENTROCAMPISTI: Picella ( 45), Lombardi ( 45), Tinaglia (49);
ATTACCANTI : Scarpa ( 49), Innocenti ( 43), Urban ( 49), Santiccioli (53), Lupini ( 54).
FORMAZIONE PROBABILE: Grosso, Maianti, Vanara, Zena, Petraz, Picella, Innocenti, Urban, Scarpa, Lombardi, Tinaglia.

 

 


APPENDICE FLASH – STORY ( di Claudio Romiti,  mercoledì 3 febbraio 1982) CRONACA DI MODENA: I SEGRETI DEI GIALLOBLU IN PANTOFOLE
SCARPA: “ SONO UN <<MAMMONE>> CHE FA IL TIFO PER PERTINI”
“ Non si arriva a 32 anni integri fisicamente, e non si fa vita seria in campo e fuori” /
“Credo di essermi guadagnato da solo tutto ciò che ho”/
“Sono figlio di un pescatore, quindi so cosa significa un mestiere più duro del mio”/
“ A loro modo i giornalisti sportivi sono obiettivi”/

 

 

MODENA/ Il suo compito è quello di mandare il maggior numero possibile di palloni in rete. Se non avesse fatto il calciatore, probabilmente si sarebbe occupato lo stesso di reti, anche se di tipo diverso. Mario Scarpa, 32 anni, nato a Goro di Ferrara, avrebbe fatto il pescatore, come suo padre e come tanti suoi coetanei del paese.
Invece, da parecchio tempo, fa il D’Artagnan ( i baffi sono quelli) sui campi di calcio, dove, giunto fin dalla licenza ( leggi:azione) tocca, cioè segna.
Dà l’impressione, confermata da lui stesso, di essere un uomo sereno, sia quando calza le scarpe bullonate, sia quando è n pantofole.
In quest’ultima versione, ad allietarlo, ha una bellissima famiglia, composta, oltre che dalla moglie Carla, di due bellissime figlie, Claudia di 5 anni e Sara di 2, che Mario considera giustamente i…più dei gol della sua carriera.
Una carriera, peraltro, piuttosto lunga ( è al quindicesimo anno di attività calcistica) che, però, non gli ha ingenerato la nausea del calcio.

 

 

 

“E’ molto tempo che faccio questa professione – confessa il giocatore -   ma continuo sempre con entusiasmo”.
Malgrado i sacrifici?
“Qualunque lavoro comporta i sacrifici”.
Quello che pesa maggiormente qual’é?
“Soprattutto i ritiri prepartita. Qui a Modena tuttavia, non li facciamo quindi non esiste il problema per me. Inoltre quest’anno non ci sono trasferte lontane e scomode ed in più sono vicine a casa mia”.
Allora non ha nessun’altar rinuncia da fare?
“Devo sacrificarmi un poco a tavola e come orari: mi piace la compagnia, la baldoria, ma devo trattenermi”.

 

 

Fino a quale età conta di giocare?
“Non metto mai limiti alla Provvidenza.  Anche perché,  arrivato a 32 anni, devo costruirmi annata per annata: in questa stagione ad esempio, sono al di sotto delle mie possibilità, per cui spero e credo che farò un gran finale di campionato”.
Cosa c’è per lei nel dopo calcio?
“Ho intenzione di aprire un negozio nel mio paese, un negozio di abbigliamento giovane. Mi sono costruito una casa il cui piano terra è adibito ad uso negozi e penso che sia questa la soluzione più probabile. Ho anche il patentino di allenatore di Dilettanti e potrei decidere di intraprendere pure tale attività, magari con squadre di giovani”.
Qual’é il primo dovere di un calciatore?
“La serietà, l’avere coscienza a posto in ogni momento. In campo si può anche giocare male, visto che il rendimento dipende da tanti e svariati fattori, ma l’essenziale è essere puliti dentro. Questo conta, secondo me”.

 

 

Lei pensa di avere sempre assolto questo dovere?
“Non si arriva integri fisicamente a 32 anni, se non si fa una vita seria in campo e fuori”.
Qual’é il più bell’insegnamento del calcio?
“Se non avessi fatto questa professione, sarei rimasto per sempre nel mio paesello. Invece il calcio mi ha permesso di viaggiare, di conoscere persone, città, ambienti, e modi di vita diversi dai miei. In parole povere il calcio mi ha dato delle lezioni di vita”.  
Cos’è a suo parere il successo?
“Mi riferisco all’ambiente in cui lavoro: il successo è arrivare in serie A e restarci. Oppure partire dalla gavetta come ho fatto io e fare una settantina di presenze nella massima categoria. Però a pensarci bene, il successo è anche giocare ancora, dopo 15 anni di attività”.

 

 

Allora, lei sente di averlo raggiunto?
“ Dipende sempre a quale livello di successo ci si riferisce. Il successo grande, la fama, comunque, penso di averla mai assaporata veramente”.
Perché?
“Per tante ragioni. Tanto per cominciare , ho iniziato dalla serie D a 18 anni e era già tardi.
Poi sono partito da casa ancor più tardi : mia madre non mi lasciava venir via e io che sono un <<mammone>> non mi decidevo mai”.
Ha dei rimpianti allora?
“Uno solo: l’ultimo anno, che ero a Perugia, nel 1978, quando mi è capitato l’occasione di rientrare in formazione, quindi anche di guadagnarmi  la conferma per l’anno seguente, mi sono fatto trovare impreparato mentalmente. Ero giù psicologicamente ed ho perso il treno che pi non è più passato”.

 

 

Per ciò che ha ottenuto, pensa di dover ringraziare più sé stesso o altre persone?
“Sono molto grato a Balleri, un allenatore che mi ha aiutato ad uscire dal <<minestrone della fatica>> , come io chiamo le categorie calcistiche inferiori. Dopo però, siccome nessuno regala niente, credo di essermi guadagnato da solo tutto quello ch ho avuto”.
Cosa rappresenta per lei il denaro?
“ Nella graduatoria delle cose  che contano nella vita, io metto al primo posto la salute. Al giorno d’oggi, però , ci vogliono anche i soldi. Inutile far finta di ignorarlo. I soldi sono ormai il metro della vita e ne occorrono sempre di più”.
Le sembra di avere guadagnato abbastanza?
“ Considerato che sono partito da zero, non poso lamentarmi”
Come li ha impegnati i suoi guadagni?
“Mi sono costruito una bella casa, quella di cui parlavo prima, e ho un gruzzoletto nell’angolino”.

 

 

Non le sembra che il calciatore sia strapagato?
“Credo che ognuno guadagni secondo quanto dà. Poi non si dimentichi che il calciatore vive sempre lontano da casa e che, a certi livelli, deve frequentare degli ambienti piuttosto spenderecci, dove i soldi volano letteralmente via”.
Non si sente mai a disagio di fronte a chi fa un mestiere più utile del suo, guadagnando meno di lei?
“Mi sento un privilegiato, perché ho avuto lì opportunità di fare il lavoro che mi piace, non tanto  e non solo per il denaro.  Sono figlio di un pescatore e amico di tanti coetanei che vivono della pesca, quindi so cosa significa fare un mestiere più durio del mio. E , a volte, vedendo mio padre che va ancora in mare, faccio questa considerazione”.
Tra le tante città nelle quali ha giocato, dove si è trovato meglio e perché?
“A Montevarchi, a Perugia, anche perché ci ho trascorso il periodo migliore dal punto di vista professionale e a Livorno. In quest’ultima città ho vissuto delle esperienze amare per quel che riguarda la società ma la città è stupenda: un clima favoloso e il mare di casa mia”.

 

 

I giornalisti sportivi sono sempre obiettivi?
“A loro modo sì. Voglio dire che hanno, come tutti d’altronde, la propria visione dei fatti, le proprie simpatie”.
Sono competenti?
“Alla loro maniera lo sono”.
Cos’è la Fede?
“Proprio non saprei rispondere, così su due piedi, a una domanda tanto impegnativa”.
Cambiamo la domanda: lei è religioso?
“Dentro di me sento di credere sinceramente anche se non lo esprimo andando in Chiesa, se non a Natale e a Pasqua”.
Qual’é la persona che ammira maggiormente?
“Sono un <<tifoso>> di Pertini: mi piace il suo modo di fare genuino,  da socialista vecchia maniera. Vorrei farci una chiacchierata”.

 

 

Lei si sent simpatico?
“ A giudicare dalle tante amicizie che ho e che conservo, direi di sì. A prima vista  sembro un po’ musone, ma non lo sono”.
Si ritiene bello?
“Il giusto…”
Ha degli hobby?
“La pesca, quella vera, non quella sportiva, la musica, la fotografia, il tennis”.
Cosa sono i figli per lei?
“Tutto, il massimo,  e potrei continuare così. Ma, poi, come si fa ad esprimere con le parole l’affetto che si prova per loro?”
Qual’é il pericolo che teme maggiormente per le sue bambine sia adesso che nel futuro?
“Spero solo che crescendo non imparino a percorrere strade sbagliate come quelle della droga”.

 

 

 

Dato che lei gioca al calcio, nessuno ha mai fatto ironia sul suo cognome?
“molto spesso. Ricordo ad esempio, che ci fu un periodo in cui ero diventato <<Scarpantibus>>”
Le dava fastidio?
“Per niente”.
Tornando indietro, quale cosa farebbe per prima?
“Mi risposerei, forse anche in età più giovane”.
Cosa invece non rifarebbe mai?
“Il servizio militare. Ma non dipenderebbe da me”.

 

 

 
EXTRATIME by SS/ In cover… ’tanto di cappello’ a Mario Scarpa decisivo per la promozione dell’Aquila Montevarchi e perciò portato in trionfo dalla sua tifoseria nel giorno della Festa su campo.
Poi nella fotogallery procediamo partendo da lontano, nel rispetto cronologico della carriera di Mario Scarpa ‘dGoro.
E perciò partiamo dal Goro, con Mario Scarpa nel Settore Giovanile, e la foto squadra con in piedi da sx il presidente e l’accompagnatore Mantovani, quindi Cattozzi, Ballerini, Turola, cap Vaine Benvenuti, il giovane Mario Scarpa, Vicentini e l’allenatore; accosciati da sx il portiere Brugnoli, Gianella, l’altro Benvenuti, Selvatico, Farinelli e il secondo portiere.
Tempi di grande calcio e di grandi tornei notturni nel Delta del Po come dimostra la successiva foto al Torneo di Codigoro, dove il GORO partecipò col giovane Mario Scarpa insieme ai ‘campioni’ di quel periodo, come Guido Milani ( in piedi terzo da sx) col mitico massaggiatore Junkerman da Contarina ( in piedi a dx) e con da sx come accosciati Fonso, Scarpa, Chinchio, e il portiere Otello Milan ( poi nel Vicenza vs Milan e Inter, oltre che personaggio dulcis in fundo nella mia trilogia libraria PolesineGol Campioni & Signori)
A questo punto seguiamo Mario Scarpa nel Baracca Lugo 67/68 di mr Gino Pivatelli, proponendo in piedi da sx (oltre al massaggiatore) i giocatori Spadoni, Baldi, Bolognesi, Vavassori, Valvassori, Sistro e mr Gino Pivatelli; accosciati da sx  Brighi (12°), Gimelli, Ferri , cap Pollini , Fonso, Scarpa
Un Baracca Lugo 67/68 di cui proponiamo altresì nella foto a colori l’intera rosa giocatori insieme al noto dirigente deus ex machina Gino Cavalcanti  ( a dx, con cravatta) e al vicepresidente ( al centro tra gli accosciati).

 

 

 

Per quanto riguarda la stagione di Mario Scarpa nella Jesina 68/69 che vi proponiamo in maglia rossa con in piedi da sx l’allenatore Zavazzi, il portiere Grassi, Alpini, cap Gazzoni, Mondini,  Bazzarini, Schicchi e il massaggiatore; accosciati da sx Mazzini (12°), Fagiotto col pallone, Scarpa, Paradiso, Cignani e …Y di Lugo
Con a seguire sempre in maglia rossa , sempre la Jesina 68/69 stavolta col massaggiatore a sx e con la mascotte a portare fortuna alla Top 11.
Invece nel cerimoniale dei saluti , vi proponiamo l’omaggio floreale di capitan Gazzoni col portiere Grassi e Mario Scarpa, nel pre match Jsina – Empoli terminato 0-0.
Passando al Chieti in maglia verde ecco in piedi da sx Ciravegna, X ex Vasto .., Gramoglia, Giovanardi, Campagnola e il portiere Rama; accosciati da sx, Paradiso, cap De Petri, Scarpa. Lancioni, Cassin.
E sempre con riferimento a Mario Scarpa nel Chieti 1969/71 vi proponiamo anche la foto team in bianconero che a questo punto non ha più bisogno di specifiche didascalie.
Come per la successiva foto dei giocatori del Chieti durante il loto classico raduno prepartita in Villa, davanti al busto del monumento. Idem Mario Scarpa in trio con De Petri e young player.

 

 

Per quanto riguarda invece l’Aquila Montevarchi vi proponiamo alcune foto team con alcuni allenatore che hanno accompagnato la carriera di Mario Sacrpa, partendo da Angelillo a mister Balleri.
E così ecco innanzitutto la foto in bianconero TOP 11 senza allenatore del Montevarchi 72/73 con in piedi da sx: Bencini, cap Bruni, Giovanardi, Onofri, Scarpa; accosciati da sx. Negrisolo, Notari, Cantelli, Trevisan, Donatello, Zattila.
A seguire il precedente Aquila Montevardi 71/72 di mr Angelillo, con in piedi da sx. il massaggiatore La Vecchia di Barletta, Rasi, Pin, Raspati, mr Valentin Angelilo, Martinello,  Giovanardi, Scarpa , 12° Y e poi l’allenatore in seconda: accosciati da sx il portiere Negrisolo, Bencini, Vecchiatini, Trevisan , Bibi, Brun, Notari , Pizzafuoco, Righi.
Quindi ritornando al Montevarchi 72/23 ecco la foto team con mister Costanzo Balleri a dx.
A questo punto senza necessità di proporvi la specifica didascalia.
Per una fotogallery che presenta altresì tante situazioni di gioco con Mario Scarpa protagonista.

 

 

E che vi sintetizziamo così in sequenza windows a scendere. E cioè  in occasione della inaugurazione del campo di calcio a Chieti Scalo col Milan in amichevole e con Maldera in marcatura contro Mario Scarpa.
Quindi con un giocatore della Rondinella (Firenze) che strattona Scarpa per la maglia, ma anche Mario Scarpa d’Goro contro Marchesi ( capitano col numero 6 e poi mister in Serie A tra Lazio etc), e poi contro la Spal di Mongardi ; oltre che in versione militare a Roma.
Poi la foto con i palloncini della festa per sottolineare il ritorno a giocare sul proprio campo da parte dell’Aquila Montevarchi contro l’Olbia ( dopo un anno di squalifica- ha sottolineato Mario nel commento a questa fotogallery).
E dopo Mario Scarpa in tandem con Spadoni, sono di per sé eloquenti le immagini della festa a Montevarchi per l’Aquila che è volata in alto , promossa anche grazie ai gol di Mario Scarpa …per questo messo in cover con tanto di cappello.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it