Melara story, dalla Gallia ai Longobardi, al Monastero benedettino di Santa Maria; dal 1196 parrocchia di Ferrara e riedificata nel 1404 come San Materno/ Poi sotto gli Estensi e dal 1598 fu “Governo” della Traspadana - Stato Pontificio


La storia di Melara parte dalla Gallia Transalpina e dai due Plinio , il vecchio e il giovane, che fanno derivare MELARA da 2 a melle colendo” ( “allevamento di api per la raccolta del miele”.
Ricordo bene una visita fatta a Melara, sostanzialmente al “Museo del Miele” assieme all’amico Franco Rizzi, il cantastorie dell’enclave altopolesano che adesso ci ha mandato questo suo speciale reportage storico che vi proponiamo come Main News dal titolo “ Melara , la storia locale ruota attorno all’arcipretale di San Materno Vescovo”.
Perciò , visto anche le tante pubblicazioni dello’ storico di Melara’ per antonomasia, cioè Raffaele Ridolfi ( più volte onorato qui su questo sito) , ma soprattutto considerato che Melara in quanto ‘terra di confine’ è stato anche ‘punto cardinale’ in tanti periodi storici, beh ..vi proponiamo in prologo questo breve focus.
Certificato peraltro dalla bibliografia pubblicata da P. e G. Braggion specificatamente dal volume “Il Sacro nel Polesine”.
Segnalando sinteticamente che “anche perché Melara è stata istituita come parrocchia del Vescovo di Ferrara nel 1196, dopo che nella zona della Rocca di Melara, sui ruderi del vecchio Castello, la sua storia era entrata nel sacro visto che già dal 774 esisteva la chiesa di Santa Maria dei Benedettini di Nonantola in Melara”.
Qui giova ricordare che il Monastero di Nonantola ( Modena) con l’Abbazia di San Silvestro. era stato fondato nel 972da Anselmo, figlio del Vettari potente feudatario veronese dopo l’invasione dei Longobardi e che a fine VIII secolo, possedeva grande estensione di terre, comprese tra il Tartaro, il PO, il Mincio e le Valli Venete .
Tra queste c’era appunto Melara dove ‘frate’ Anselmo mandò poi i Frati appunto nel Monastero di Santa Maria, che poi , una volta distrutto - come spiega Franco Rizzi –  fu riedificata nel 1404 col titolo di SAN MATERNO VESCOVO, rivolta ad est.
Poi però nl 1570 un altro terremoto colpì le 47 chiede del “Forese” e tra queste anche quella di san materno di Melara, poi rifatta e consacrata nel 1593 dal vescovo Fontana, col suo Cimitero attorno al campanile.
Scrivono ancora i Braggion:<< Ma non fu l’ultima volta ad essere rifatta la chiesa! Infatti nel 1705, l’Arciprete di Ficarolo, Don Ettore Bartolomeo, conte Mirogli di Ferrara, pose la prima pietra per la ricostruzione di S. Materno. La vecchia chiesa fu demolita nel 1732, circa 10 anni dopo il completamento di quella nuova, fatta dagli architetti Sante Vincenzo Santini; era rivolta a sud, come è oggi, e continuò ad abbellirsi, si può dire, per quasi tutto il secolo; era Arciprete Don Gio. Batta Montini. Ne risultò una costruzione magnifica, la più grande e forse la più bella tra quelle della Transpadana”.
Anche per questo voglio ripotare questo ultimo flash by Braggion:<< Quando la visitò il Vescovo Ravasi nel 1825, la trovò  atre navate, benedetta, e il Parroco protempore aveva il titolo di Arciprete ed era centro Vicariato Foraneo a memoria d’uomo, aveva alle dipendenze Bergantino. Aveva 10 altari: 1) SS.mo; 2) B. V. Rosario; 3) Natività di N.S.G.C.; 4) S. Gaetano; 5). S. Eurosia),; 6) S. Antonio PD; 7) S. Francesco; 8) Crocefisso; 9) B.V. del Lume 10) San Pietro ( in sagrestia). >>

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 09.05.2021)/ MELARA: LA STORIA LOCALE RUOTA ATTORNO ALL'ARCIPRETALE DI S. MATERNO VESCOVO,
MELARA: LA CHIESA DI SAN MATERNO VESCOVO ESPRESSIONE DELLA STORIA LOCALE
Ovviamente anche attorno alla parrocchiale di San Materno vescovo si è sviluppata nei millenni la storia di Melara, il cui toponimo deriva dal latino Mellaria (paese del miele o mellis), così si legge nell'Historia Naturalis di Plinio il Giovane.
Si parla di un monastero melarese già nel 981, poi nel 1054 il vescovo di Ferrara, tal Rolando, ha giurisdizione su un minuscolo monastero dedicato a S. Michele, poi ceduto ufficialmente il 25 novembre 1155; da allora e sino al 1815 la storia melarese si identifica con la città episcopale estense.
Il 14 ottobre 1294 Ferrara crea la visconteria di Trecenta da cui dipendono, fra l'altro, Melara, Bergantino e Bariano. Esisteva una chiesa dedicata a S. Maria ( ndr: elevata a pieve "PLEBS" nel 1306) ridotta a un rudere dopo il 1550. Intanto sin dal 1484 gli Estensi conquistano Melara e sarà così sino al 1598, quando Ferrara passerà al papa, retta da un cardinal vicario. La torre campanaria risale al '400.

 

 

 

Nella visita pastorale del 14 settembre 1574 di mons. Maremonti per la prima volta compare la dedicazione della chiesa a S. Materno vescovo, il patrono attuale, consacrata il 10 agosto 1593 e "costruita dall'arciprete don Giovanni Opeani, qui parroco dal 1591 al 1609" (A. GABRIELLI, Comunità e chiese nella diocesi di Adria-Rovigo, Ciscra Edizioni, Roma 1993, p. 581). Facciata rivolta a ponente, parallela all'attuale casa canonica, 9 altari, il cimitero gira attorno al campanile e alla chiesa, 800 gli abitanti.
Sulle ceneri della vecchia chiesa fu costruita quella attuale con l'inaugurazione del 1752: imponente, ricca di arte, sede vicariale, mentre Melara a livello amministrativo controllava la rivierasca sino a Calto. Solo con gli austriaci dopo il 1815 fu Castelmassa, allora Massa Superiore, a togliere a Melara la primazia civile e religiosa, certo dopo il 1818, quando anche la parrocchia melarese passò sotto Adria.
La notte tra il 15 e il 16 luglio 1851 uno spaventoso incendio ridusse la S. Materno in cenere ma fu ricostruita in un sessennio.

EXTRATIME by SS/ In cover e nella fotogallery alcune immagini della chiesa di San Materno, già Monastero e chiesa di Santa Maria di Melara.
Ma ad ulteriore completamento e per la serie ‘incroci storici’, voglio riproporvi quanto specifico focus sottolineato dai Braggion.
E cioè che, dopo il già citato passaggio del Ducato degli Estensi sotto la Santa Sede, l’importanza di Melara in quel periodo di potere temporale dei Papi, era davvero ‘tanta’ visto che “ Sotto Innocenzo X, la Transpadana fu divisa in 4 GOVERNI e due CASTALDERIE : Ariano,, Crespino, Trecenta e MELARA, Garofolo e Ficarolo le Castalderie.
Melara comprendeva: Bergantino , Bariano, Castelnuovo e S. Pietro in Valle. Le due ultime sorsero più tardi, dopo le guerre del 1306-1345. E Castelnuovo sorse nel territorio di Bariano, dopo la rotta del Po del 1471; pure S. Pietro, in territorio di Bariano, deve la sua origine alla Bonifica Bentivoglio, Nappi, etc, che iniziò nel 1609.
Per Melara , la bonifica fu completata, nel 1600, dal marchese Francesco Villa, mentre per Bergantino, dal conte Annibale Romei.>>
Passando ad alcuni ‘cenni stoici’ recenti, ricordiamo che nel 1851 la chiesa di Melara ha subito un, incendio ma i danni furono riparati in breve.
Quindi nel 1857 scompare la ROCCA per erosione. Nel 1871 la parte cupuliforme della torraccia, residuo del ‘400, fu tolta e rifatta la copertura come è oggi.
Infine nel 1910 il Comune di Melara fece minare le mura, ultimi resti della vecchia rocca e – ( parole riferite da Tinti, tratte dal Parroco Magro) – “così scomparve miseramente il più prezioso monumento che per più di nove secoli formò la gloria di questo Paese”.
Insomma una lunga e importante Storia quella ‘proposta’ by Franco Rizzi cantastorie dell’enclave altopolesano, per una MELARA STORY che cronologicamente potrebbe sintetizzarsi così in scaletta temporale:
752 -1155 / PERIODO BENEDETTINO, per oltre 400 anni fu alle dipendenze dei Monasteri di Nonantola e di Pavia.
1155-1393 / PERIODO DI GOVERNO VESCOVILE FERRARESE; per oltre 200 anni.
1393 – 1598 / PERIODO VESCOVILE E DEGLI ESTENSI , per oltre 200 anni.
1598 – 1796 / PERIODO DELLO STATO PONTIFICIO, per oltre 200 anni.
1796 – 1815 / PERIODO NAPOLEONICO, per quasi 20 anni.
1851 / POST CONGRESSO DI VIENNA Passaggio alla Diocesi di Adria.
1815 – 1866 / PERIODO AUSTRIACO, per oltre 50 anni.
1866…. / PERIODO ODIERNO/ sotto il Governo Italiano.
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Per quanto sopracitato si può ben capire l’importanza del reportage di Franco Rizzi, e degli ‘incroci’ legati alla chiesa Santa Maria poi diventata San Materno, visto che a Melara , oltre ai noti personaggi storici come Amos Bernini ( il fautore della Bonifica Padana in Polesine) e come Policronio Carletti ( un vita per l’arte) , merita segnalazione Giovanni da Gaibana, calligrafo del Duecento.

Mentre oggi potremmo parlare del Distretto della Giostra tra Melara, Bergantino & Dintorni.

Ma con riferimento al ‘calligrafo’ Giovanni Gaibana ( 1220 ca. – 27.12.1294)  ricordiamo che è stato autore di due Codici: l’epistolario del 1259 conservato a Padova ed il salterio del 1266 custodito alla Boleian Library di Oxford. Lui, Giovanni il calligrafo, che nel suo Testamento datato 1293 la lasciato alla pieve di San Michele di Melara “ubi fui clericus” cento soldi piccoli.
Insomma, si parlava di San Michele alla Mariconda la parrocchia fondata dal Vescovo i Ferrara e che nel 1196 fu poi trasportata in Santa Maria di Melara poi San Materno Vescovo … nell’enclave altopolesano.

 

Franco Rizzi & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it