Mirabiles/ Camillo Norbiato oltre 20 anni tra Panathlon e Coni Rovigo. E poi ben 12 da “Presidente” Coni Veneto


15/04/2011

Era d’estate , tanto tempo fa. Lo spunto era il problema doping. Ma chi meglio di lui, Camillo Norbiato presidente del Coni Veneto, avrebbe potuto parlare con cognizione di causa di “Sport e Salute”?
Richieste troppo morbide le mie e senza autorevolezza ovviamente. Ma per fortuna adesso c’è questa Camillo Norbiato Story by Mirabiles & Cristiano Aggio, così posso soprassedere dal raccontare i tanti flash raccolti in velocità, per una storia che affonderebbe le radici a quando – mi è stato raccontato – proprio Norbiato era un gran pallavolista oltre che in altre discipline.
Fermo restando qualche altro flash ‘concettuale diretto’ sia sul valore dello sport singolo che di gruppo, riteniamo che il Personaggio meriti la giusta collocazione ‘ufficiale’  collegata ai MIRABILES by Coni di Beppe Osti.  Alla quale peraltro riteniamo significativo
aggiungere un poker di certificazioni relative al suo ‘status’ di presidente Coni Veneto e che mettiamo in appendice e in sequenza.
Ma che, in quanto palesano il suo pensiero autenticamente sportivo e progettuale, sono essenziali per onorare degnamente il presidente/medico Norbiato, attento a quei valori Sport & Salute che, nel suo viaggio dentro le associazioni sportive, ha così a lungo promosso sia a livello veneto che nazionale. 

MIRABILES ( by Cristiano Aggio) / CAMILLO NORBIATO, PRESIDENTE CONI VENETO
STELLA LA MERITO SPORTIVO – DEDAGLIA D’ORO (Brevetto n. 2386 rif to anno 2003)


<< Camillo Norbiato, nato a Cervarese S.Croce, in provincia di Padova l’8 aprile 1934, è
stato insignito dell’onorificenza della stella d’oro e d’argento, rispettivamente nel 2006 e nel 2001.
Presidente del Comitato Provinciale di Rovigo dal 1976 al 1993, dal 1994 ha ricoperto poi l’incarico di presidente del Coni Veneto fino al 2005.
Attualmente è docente alla scuola regionale dei maestri di sci e guide alpine; è inoltre presidente della commissione regionale per i ricorsi all’idoneità sportiva.
Dal 1972 fino al 1978 ha ricoperto l’incarico di presidente del Panathlon di Rovigo. Dal 1980 al 1998 è stato presidente dei medici sportivi, direttore del centro di medicina sportiva di via Alfieri.
Dal 1963 al 1973 è stato medico sociale della Rugby Rovigo.
“Lo sport è cambiato molto, come è cambiato il modo di vivere, forse un po’ troppo veloce, forse un po’ troppo mordi e fuggi. L’obiettivo era ed è quello di avvicinare sempre più il cittadino allo sport, ed è giusto che sia così. E’ il modo con il quale lo si vuole ottenere che forse non è più come una volta”.
Nostalgia? “La gente credeva nello sport, gli stessi enti locali credevano ed investivano
nello sport, ora temo non sia così: la struttura sportiva è ora utopia”.
Nella sua presidenza al Coni rodigino, cosa ricorda con più piacere?
“L’aver dato un buon impulso ai giochi della gioventù, tanto da risultare la quarta
provincia italiana, grazie al lavoro del Prof. Enzo Vallini, o le due medaglie d’oro conquistate nello sci, tra lo stupore degli altri presidenti dei comitati che logicamente faticavano a capire come era stato possibile.
Un altro aspetto di non poco conto per la gestione del Comitato è l’aver creato un rapporto
sinergico tra le varie Federazioni, senza contrapposizioni che avrebbero ostacolato il lavoro e lo sviluppo del Comitato stesso”.
Ma è di quando parla dell’esperienza a livello regionale che Norbiato gonfia il petto.
 “Anni di importante crescita soprattutto a livello impiantistico, grazie agli ottimi rapporti con la Regione e con i vari sindaci del Veneto. Purtroppo pare che il tempo si sia fermato ed inevitabilmente lo sport ne risente. Non si deve credere e pensare che tutto sia riconducibile alla politica, perché per “fare” ci deve essere la volontà delle singole persone, a prescindere dal colore politico: solo così si cresce”.

Esperienze da ricordare?
“L’escalation dei Giochi del Veneto: partimmo nel 1996 a Bassano con 19 discipline, poi fu Caorle con 10 discipline in più e quasi 4mila giovani e nel 1999 toccammo le 7500 presenze coinvolgendo 43 discipline: indimenticabile la partecipazione della gente del posto e soprattutto dei pescatori di Caorle.
Ricordo le mogli, indaffarate piacevolmente, a preparare migliaia di panini, con i mariti che scaricavano il pescato. Sempre a Caorle, il primo raduno nazionale italiano degli sport della mente: dama, scacchi, bridge: le tre federazioni regionali fecero confluire oltre 500 giovani praticanti. Infine Feltre, dove abbiamo trasformato la cittadina bellunese in una passerella ideale dello sport giovanile regionale di base.
La denominazione era “Sport in piazza”, e le amministrazioni coinvolte, assieme logicamente alle federazioni, fecero di Feltre la capitale della promozione sportiva. Come
Coni cogliemmo subito le potenzialità delle proposte cittadine, per lo spirito di apertura verso le categorie giovanili, con una formula che coniugava agonismo, spettacolo, possibilità di partecipazione per tutti e divulgazione della pratica sportiva. Un tipo di attività sportiva che è, e fu, anche un grande volano per il turismo, perché oltre alle migliaia di
partecipanti che convogliava in città, creò un indotto almeno due volte più grande con la presenza dei famigliari”.
Una scommessa, quella di Caorle e di Feltre su un connubio turismo-cultura, con lo
sport come elemento trainante, vinta visto che a tutt’oggi i concentramenti Cas in quel di Feltre risultano una chicca.>>

PRIMA APPENDICE/ Il Gazzettino / Redazione/ 25.03.2001
<< Camillo Norbiato è stato rieletto presidente del Coni regionale con un risultato inequivocabile: 38 voti favorevoli su 39 elettori.
Le elezioni si sono svolte al palazzetto delle federazioni di Mestre, con il comitato regionale ospite del neoeletto presidente provinciale Coni Gianni Lavorato.
Soddisfatto e pronto a rimettersi al lavoro il confermato presidente regionale.
" Voglio costruire una giunta che possa impegnarsi bene sui temi che maggiormente ci stanno a cuore. Personaggi capaci e che abbiano quella disponibilità di tempo e quella voglia che sono indispensabili per risultare utili allo sport regionale".
Tanti i temi da trattare. " Indubbiamente la sanità intesa anche come lotta al doping, la promozione e i rapporti con gli enti locali sono alcuni dei punti più importanti del nostro programma. Ma dobbiamo anche avviare contatti con le realtà imprenditoriali della nostra zona al fine di ottenere quelle sponsorizzazioni che sono indispensabili per il sostentamento del <nuovo> Coni".
Mentre si attende la nuova sede di Padova. " Tra un mese, un mese e mezzo al massimo ci sarà il trasferimento definitivo: restano da sistemare alcune piccole questioni".>>

SECONDA APPENDICE ( marzo 2002) CONVEGNO “SPORT E’ SALUTE” ALL’AUDITORIUM FIDIA DI ABANO TERME
<< PRESENTAZIONE/ Rincorriamo il benessere ogni giorno, freneticamente come viviamo, spesso vittime della separazione tra mente e corpo impostaci dal continuo affaccendarci quotidiano.

Eppure disponiamo di un antidoto meraviglioso: lo sport è forse l’elemento più importante, certamente irrinunciabile, che sviluppa e mantiene la salute di ciascuno come armonia complessiva del nostro organismo, fino al grande atto atletico, umanissimo ed in quel momento espressione d’arte vera.

Prendersi un tempo di riflessione e concentrarci sui nostri valori più profondi ci permette di capire come il movimento, la pratica agonistica e la sana competizione siano connaturati all’essere uomini che vivono con altri uomini e con essi lealmente si misurano.

Questo convegno consentirà ai medici ed agli operatori dello sport di focalizzare l’attenzione sul profondo intreccio tra salute e pratica sportiva, sulla loro importanza nelle diverse età della vita, sull’impegno per una migliore conoscenza ed una maggiore diffusione.

Specialisti di alto livello e rappresentanti di enti ed istituzioni, in mirabile sintesi, illustreranno la situazione attuale e ci forniranno strumenti e stimoli per l’impegno di domani.
FIRMATO /
Il Sindaco del Comune di Albignasego Il Presidente della Provincia di Padova;  
L’Assessore allo Sport del Comune di Albignasego;  L’Assessore allo Sport
della Provincia di Padova>>




RELATORI E CHAIRMAN DEL CONVEGNO “SPORT E’ SALUTE”
<< Maria Elisabetta Alberti Casellati Senatrice della Repubblica;
Sebastiano Arcoraci Assessore allo Sport Provincia di Padova;
Costantino Balestra Professore alla Haute Ecole Paul Henri Spaak;
Responsabile del servizio Ricerca in Fisiologia Umana del Pôle Universitaire Bruxelles Wallonie – Belgio;
Daniele Beretta Specialista in Medicina dello Sport;
Daniele Bordin Dipartimento di Anatomia e Fisiologia Umana – Università degli Studi di Padova;
Michele Bucci Presidente Associazione Medico Sportiva – Treviso;
Susi Campi Presidente Associazione Medico Sportiva – Rovigo;
Stefano Caldoro Sottosegretario di Stato all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca scientifica;
Alberto Cattelan Istruttore I.S.E.F.;
Andrea Cavaggioni Direttore Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport - Università degli Studi di Padova;
Adriano Cestrone Direttore Generale Azienda Ospedaliera di Padova;
Alberto Ciacciarelli Presidente Associazione Medico Sportiva – Verona;
Carlotta Ciola Istruttore I.S.E.F.;
Paolo Cosci Dirigente Ufficio Progetti Europei – ULSS 16 Padova;
Francesco Costantin Direttore Complesso Socio-Sanitario dei Colli Azienda ULSS 16 Padova;
Alvise De Vidi Campione Para Olimpico;
Domenico Di Molfetta Docente Teoria e Metodologia dell’Allenamento – Corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive – Università di Foggia;
Jacques Duchateau Professore e Presidente dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica, Kinesiterapia e Riabilitazione – Libera Università di Bruxelles;
Andrea Ermolao Unità Operativa Autonoma di Medicina dello Sport – Azienda Ospedaliera Padova;
Bruno Fabbri Direttore del Centro di Medicina dello Sport CONI-FMSI di Padova;
Rossano Galtarossa Campione Olimpico;
Franco Giada Presidente Associazione Medico Sportiva – Venezia;
Angelo Giglio Vice Presidente Federazione Medico Sportiva Italiana – F.M.S.I.;
Gaetano Ingrosso Assessore allo Sport Comune di Abano Terme;
Vincenzo Lamberti Vice Presidente Comitato Regionale Veneto F.M.S.I.;
Matteo Marchiori Ingegnere Meccanico;
Giuseppe Marcolin Laurea in Scienze Motorie;
Valeria Marin Presidente Corso di Laurea in Scienze Motorie – Università degli Studi di Padova;
Flavio Martinello Docente Scienze e Tecniche delle attività motorie per anziani – Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Attività motoria Preventiva e Adattata - Università degli Studi di Padova;
Marta Molin Dietista;


CAMILLO NORBIATO Presidente C.O.N.I. Regionale Veneto;
Stefano Paiaro Coordinatore branca Medicina dello Sport ASL-16 – Padova;
Antonio Paoli Docente Teoria, tecnica e didattica del Fitness – Corso di Laurea in Scienze Motorie Università degli Studi di Padova;
Nicola Petrone Laboratorio di Biomeccanica sportiva – Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università degli Studi di Padova;
Gabriele Petrolito Consigliere Nazionale F.M.S.I.;
Michela Pisello Insegnante di sostegno – Scuola Leonardo da Vinci – Mestrino (PD)
Alessandro Pollina Insegnante di Educazione fisica – Istituto A. Magarotto – Padova;
Jacques R. Poortmans Professore emerito in Biochimica dell’esercizio e Nutrizione nello sport – Libera Università di Bruxelles ed Università di Bordeaux 2;
Orazio Previti Associazione Medico Sportiva Patavina;
Fortunato Rao Direttore Generale Azienda ULSS 16 di Padova;
Lorenzo Samà Laureando Ingegneria Meccanica – Università degli Studi di Padova;
Giorgio Santilli Presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana - F.M.S.I.;
Maurizio Schiavon Presidente Comitato Regionale Veneto Federazione Medico Sportiva Italiana - F.M.S.I.;
Claudio Schiraldi Docente Fisiopatologia Respiratoria – Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport – Università degli Studi di Padova;
Andrea Spagna Coordinatore Servizio 118 – Padova;
Lorenzo Spigolon Presidente Associazione Medico Sportiva Patavina;
Paolo Spinella Docente di Alimentazione e Nutrizione - Scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport dell’Università di Padova;
Giuseppe Travain Unità Operativa Autonoma di Medicina dello Sport – Azienda Ospedaliera Padova;
Robert Wood Professore Associato Dipartimento di Kiniesologia – Università Statale della Luisiana (USA);
Marco Zaccaria Direttore Unità Operativa Autonoma di Medicina dello Sport – Azienda Ospedaliera Padova;
Giorgio Zanarella Presidente Associazione Medico Sportiva – Vicenza >>

 


TERZA APPENDICE (by Camillo Norbiato,  novembre 2007)/ PERCHE’ LE VISITE DI IDONEITA’
( da www.regione.veneto.it /quivenetosport/ Giornale on line di cultura sportiva dell'Assessorato Regionale allo Sport)
<< Sull’argomento delle visite mediche di idoneità sportiva pubblichiamo il parere del Presidente della Commissione regionale d’appello- medicina dello sport agonistico del Veneto, Dott. Camillo Norbiato:
Da ormai molti anni mi sento rivolgere da parte di genitori o di altri familiari di atleti (soprattutto in occasione del loro primo tesseramento sportivo), per quale motivo si debba spendere tempo e denaro per consultare un medico per una persona che sta bene.
La risposta è forse banale, ma estremamente sincera; perché si vuole bene al ragazzo e non si vorrebbe che, per attuare uno  sport, andasse incontro a qualche problema fisico nel futuro.

La controdomanda: ma allora lo sport può far male?Prima di rispondere si deve fare opera di spiegazione e di tranquillizzazione. Penso che tutti i medici sportivi (soprattutto quelli che credono nel loro compito) si siano trovati spesso nelle condizioni in cui, a causa di varie incombenze, il sottoscritto si è trovato.
L’esperienza mi h fornito la convinzione che, il più delle volte, le persone non ritengono necessaria la visita di idoneità per pigrizia o per superficialità.
E’ indispensabile fissare subito alcuni punti certi.
E’ comprovato che l’attività fisica anche competitiva, è necessaria in quanto favorisce l’adeguamento dei vari apparati corporei, oltre che preparare alla vita. Facciamo una prima distinzione fra attività agonistica ed attività non agonistica. A parte che non esiste ancora una certezza nel definire lo sport agonistico rispetto allo sport non agonistico (diatriba che è iniziata ancora nel 1979, epoca della istituzione del servizio sanitario nazionale) perché nessun organismo ha ritenuto di fissare le fondamentali differenze esistenti, ritengo di poter affermare che vi sono numerose condizioni nelle quali lo sport attuato può portare a conseguenze negative. Vi è da aggiungere anche che la definizione di atleta, per un medico sportivo, non può avere alcun significato, ove non si aggiunga la specialità sportiva praticata, il livello di impegno, la periodicità, il ruolo, etc.

A fronte di quanto sopra, ritengo di poter affermare che fortunatamente viviamo in Italia, e soprattutto nel Veneto. Quando si legge  nei vari quotidiani di casi di atleti che durante una gara o un allenamento hanno presentato inconvenienti che a volte hanno portato alla morte, la prima cosa che sono portato a pensare è: questa persona, uomo e ragazzo, è stato valutato? quale risultato ha fornito l’accertamento medico?
In Italia, infatti, per praticare uno sport agonistico (e sono questi i casi che nella maggior parte dei casi vengono evidenziati dai mass-media), è obbligatoria la visita di idoneità allo sport che viene praticato.
Nella stragrande maggioranza dei controlli, il soggetto risulta esente da patologie; con sicurezza posso affermare che nella stragrande maggioranza dei casi, quando esistono, vengono individuate le alterazioni (cardiache, polmonari, neurologiche, renali, ossee) che possono sconsigliare o impedire l’attività agonistica. In una altrettanto stragrande maggioranza dei casi, l’atleta o i genitori dell’atleta o la società sportiva, seguono il consiglio del medico.
Questi può sbagliare? Certamente; nessuno è infallibile; ma se non altro la legge prevede la possibilità di ricorso ad una commissione regionale composta da cinque diversi specialisti, per cui il soggetto può contare su un giudizio molto accurato.
Quando invece si tratta di un atleta non agonista, provo sempre una grande paura.
Ricordo che nel lontano 1990, presso il mio centro venne una persona per ottenere un certificato di idoneità non agonistica; aveva 82 anni, era un imprenditore, era già stato colpito già da un infarto, era in terapia antiipertensiva ed altro, ma pretendeva il certificato in quanto non si sentiva inferiore ai suoi coetanei con i quali usciva in bicicletta tre volte la settimana.
Per mia fortuna, sono riuscito a convincerlo che l’attività agonistica non era indispensabile e che poteva continuare ad uscire con gli amici evitando solo di fare quelle garette di 5 km. finali, gare che permettevano lo sfottò fra di loro. E’ morto, felice se così si può dire, dopo tre anni, durante un’uscita in bicicletta.

A mio parere, perciò, i casi più seri per un medico o per i familiari sono proprio quelli in cui non si praticano quegli accertamenti specifici per garantire ad una persona la possibilità di sforzi,in rapporto al suo stato di salute.
Può sorgere allora la domanda: come mai per la scuola nuoto, per la palestra, per l’adesione ai corsi di danza, etc., viene richiesto un certificato medico? Quale il valore e la validità di tale certificato?
La risposta è purtroppo sconfortante; la validità è modestissima in quanto il certificato per attività non agonistica ha solo sostituito il vecchio certificato di sana e robusta costituzione che ha imperato fino al 1975.
Ma serve a qualcosa?
A mio parere no, visto che viene rilasciato sulla base diretta della conoscenza dell’individuo da parte del medico di famiglia (l’ho visto crescere…), visto che si limita a certificare la mancanza di controindicazioni in atto al momento del rilascio; visto che solo in casi eccezionali viene avvertita la necessità di un esame strumentale.
Perché allora viene richiesto? Forse per un facilmente spiegabile desiderio di evitare, da parte dei vari operatori tecnici, eventuali responsabilità nei confronti di esercizi o situazioni dannose per l’individuo. Salvo poi accorgersi, a posteriori, che il sanitario, proprio per quanto sopra, non può essere considerato responsabile di aver malcertificato.
Parlavo della regione del Veneto; questa, prima in Italia, ancora nei primi anni ’80, aveva legiferato che “tutti coloro che attuavano o intendevano attuare un’attività sportiva agonistica dovevano essere sottoposti ad accertamento medico specifico” (legge 25 del 1982).
Sempre nel 1982 troviamo il primo decreto nazionale che stabilisce la necessità dell’accertamento medico specifico; le cose sono cambiate poi anche causa l’indiscriminato aumento delle spese sanitarie; nel 1983, con decreto ministeriale 28/02/83, si istituiva la certificazione per attività non agonistica, affidandola ai medici di base ed ai pediatri; inizialmente tale certificazione era gratuita, ma poi, cessando la validità dell’accordo siglato in sede nazionale tra Ministero della Sanità e FIMMG, nonostante tutte le assicurazioni, è diventata a carico dell’interessato; e questo, anche se l’articolo 45 punto g) dell’accordo collettivo nazionale per la medicina generale (vedi supplemento Gazzetta Ufficiale n°134 del 12/06/06) prevede la gratuità della certificazione salvo che “per coloro ch svolgono attività organizzata dal Coni, dalle società sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e che non siano considerati atleti agonisti ai sensi del d.m. 18/02/82 (ossia sino ai 12 anni e over 60)”.
E’ evidente che questa indicazione è legata ad una previsione di spesa che lo stato non ritiene di poter sopportare.
Come si è arrivati a simili soluzioni? Fornendo un’ulteriore definizione dell’attività sportiva.
Coloro che si iscrivono ai corsi di nuoto, ginnastica per bambini, adulti o anziani, ginnastica aerobica, presciistica, corsi ballo/danza, escursionismo, etc., si valuta svolgano un’attività ginnico-motoria e, pertanto, si ritiene non abbiano nessun bisogno di certificazione sanitaria.
E’ evidente che per un medico sportivo questa definizione rappresenta solo un ulteriore rebus; ad esempio si parla di escursionismo senza specificare cosa si intende (in piano, in montagna, lungo gli argini di un fiume, o cos’altro?); si parla di corsi di ballo/danza senza valutare l’impegno profuso dalla persona, l’importanza di una preparazione graduale, soprattutto se ci si rivolge ad una persona matura o peggio se anziana; e così via…
Vorrei conoscere perché per un ragazzo che compete nei giochi sportivi studenteschi e partecipa alle fasi nazionali diventi obbligatoria la visita di idoneità specifica, mentre ciò non è richiesto per  le fasi regionali, provinciali o di istituto: si pensa che vi sia un impegno minore?
 foto bimbi
Se una tale posizione non viene a rappresentare o ad assumere il carattere di “scarico di responsabilità”, non saprei come altrimenti definirla.
Queste sono le ragioni per cui ho posto l’accento sul fatto che un genitore o un parente deve preoccuparsi per la salute del proprio figlio o congiunto, indipendentemente dai sottili distinguo che le varie disposizioni ed interpretazioni legislative forniscono in continuazione, sia pure legate alle difficoltà economiche dello stato.
Se crediamo, come ampiamente dimostrato, che il movimento sia un fondamentale fattore di crescita e che la sua mancanza provochi stati patologici, dobbiamo anche valutare che per un normale sviluppo psicofisico di un bambino, lo si può far rinunciare ad un dolce o ad un giocattolo.
Anche se quando si parla di prevenzione spesso si ricava l’impressione o la certezza di essere persona non gradita, credo, e soprattutto spero, che la classe medica sia sempre al fianco dei nostri giovani, specie per aiutarli a crescere bene. >>

QUARTA APPENDICE (novembre 2009, by libro “50 anni di Panathlon Rovigo / Olimpionici & Gentlemen” ) / IL “SALUTO” DI CAMILLO NORBIATO PRESIDENTE DAL 1974 AL 1977.
<< All’inizio degli anni ’70, su sollecitazione del dott. Davide Lanzoni, allora presidente provinciale della Federazione Italiana Medici Sportivi, mi veniva prospettata l’idea di far parte attiva di un Club che racchiudeva solo innamorati dlelo sport e che perseguivano lo scopo di diffondere ideali di correttezza e di gioia nel praticare qualsiasi tipo di sport.
Venivo presentato dai soci Aurelio Valchierotti, Cesare Zancanaro, dal segretario dell’epoca Giulio Milan e la mia richiesta venne accolta.
Mi colpiva fin dall’inizio la disponibilità, la dedizione, la convinzione che permeava tutti i Scoi nei riguardi degli ideali panathletici. Notavo anche, in negativo, che l’associazione era chiaramente… maschilista.
Nel 1974, con estrema sorpresa sono stato indicato dai soci ad accollarmi l’eredità della presidenza del Club, succedendo al com,. Attilio Fasolo.
Durante il quadriennio di presidenza la vita del Panathlon Rovigo si è svolta con il consueto entusiasmo e con la volontà comune di coinvolgere il più possibile tutto il territorio polesano nei nostri ideali.
A questo proposito, anche in considerazione del notevole numero di Soci nel Panathlon di Rovigo, poiché parecchi di loro risiedevano nelle località del basso polesine, ove avevano svolto e svolgevano attività dirigenziali sportive anche impegnative, si è cercato di attuare il sorgere di un Club panathletico nel basso polesine. Ricordo che primo Presidente di tale club è stato nominato il dott. Arnaldo Cavallari, persona che non abbisogna certamente di presentazione. 
La nascita dal nostro Club di un nuovo sodalizio si è rivelata quanto mai opportuna e tempestiva. Si è avuto infatti un costante aumento di Soci nei due Club per cui, anche per il nostro sodalizio, nonostante la diminuzione iniziale di circa venti Soci, si ritornava in breve tempo alla presenza numerica antecedente il distacco.
Tra le riunioni che venivano svolte regolarmente in quel periodo, con personaggi sempre di spessore sportivo elevato, mi fa piacere ricordare la conviviale sull’attività di scherma. Questa conviviale ha permesso di riunire attorno ai Panathleti rodigini ben 15 medaglie d’oro olimpiche. Erano i tempi dei fratelli Mangiarotti, di Delfino etc, e tutti hanno voluto partecipare ad una vera festa per il loro sport.
Nel 1977 ho ritenuto di non presentarmi in quanto ero stato scelto dal primo Presidente nazionale CONI, dott. Giulio Onesti, quale Presidente del comitato provinciale di Rovigo, dopo il decesso del dott. Eugenio Zuolo.
L’incarico era tale da assorbire completamente ogni attenzione ed energia, soprattutto per un quarantenne che, all’epoca, era il più giovane fra i Presidenti dei vari CONI.
Rimaneva e rimane tutt’ora l’orgoglio e la soddisfazione per aver contribuito al diffondersi delle idee panathletiche.>>.

EXTRATIME by SS)/ La cover è per Norbiato presidente Coni Veneto nel Terzo Millennio relatore dal palco. Poi la fotogallery ripercorre il suo viaggio sportivo, presentandolo ‘giovane presidente Panathlon’ supportato dalla bandiera tricolore. A seguire ecco Norbiato ( secondo da dx) nella foto ricordo tra i “Soci Fondatori” del Panathlon Adria nel 1977. Quindi da presidente Coni Rovigo mentre premia nel 1980 un pescasportivo winner Trofeo Tartaro. Per Norbiato erano tempi di tante presenze in qualità di presidente Coni Rovigo, perciò eccolo a Crespino ( secondo da sx) mentre osserva la consegna del diploma a Dentello da parte di Andreolli (presidente Fulgor) e Francato sindaco locale.
A seguire nella conviviale dell’Aia Rovigo, che vede da sx, Galuppo, Giuriola, Ricchieri, Norbiato, Stocco. Ritornando al Norbiato istituzionale , eccolo sul palco regionale nel 1987 e poi a Rovigo nel 1994 mentre premia Tiziano Trombetta pluricampione mondiale di motonautica. Alcuni anni dopo, eccolo nel 1998, mentre ( primo a dx, assieme a Beppe Osti) premia il professore ‘coi baffi’ Emidio Filipponi allenatore della “Scuola Media Carravieri” di Crespino  per aver conquistato nel calcio lo scudetto italiano 1997 ai Giochi della Gioventù di Cagliari. Infine entrando nel Terzo Millennio ecco la certificazione del citato Convegno “Sport é Salute” nel 2002 ad Abano , quindi al tavolo con Beppe Osti ad Adria nella Festa Coni che viene presentata dal sindaco Gino Spinello (al microfono e con gli occhiali).
Non a caso abbiamo lasciato per ultima la ‘unica’ foto in bianconero, non fosse altro perché mostra il giovane presidente Coni di Rovigo ‘operativo’ in piscina sorridente nell’osservare la sirena premiata.
A significare il suo lungo “giro del mondo” durato oltre 30 anni da presidente sportivo.

 

Cristiano Aggio & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it