OLIMPICI by SS made Panathlon RO/ Renzo Bulgarello, militare e ‘tricolore’ a Sabaudia nel canottaggio sia ‘4 con’ che ‘otto’/ Poi capovoga dell’Italia negli ‘otto con’ agli Europei, ai mondiali 1970 in Canada e Olimpiadi Monaco 1972

Quando ho raccontato queste Storie di Olimpici, nel libro “60 Anni di Panathlon Rovigo 1959 -2019” , l’amico Renzo Bulgarello era ancora tra noi, come sempre schivo e contento di una vita tranquilla, tra qualche ‘pescata’ con i vecchi amici di Guarda Veneta e quelle sculture in ferro battuto che erano la sua passione e il suo relax familiare.
E così questa storia ‘aggiornata’ qui su questo sito www.polesinesport.it che pensavo di regalargli , a Renzo come a tutti gli altri in modo enciclopedico con tutta la ampia fotogallery raccolta direttamente dai nostri ‘Olimpici made in Polesine’ , la dedico alla sua Famiglia. Cioè alle sue Tre Donne che ben conosco e che purtroppo ho salutato nel giorno dell’ultimo viaggio di Renzo ( prematuramente morto 8 giugno 2020) , quando c’era davvero tanta gente a rendere onore a quel ‘ragazzo’ che aveva rappresentato l’Italia nientemeno che come capovoga degli ‘otto con’ protagonista nel canottaggio alle Olimpiadi di Monaco 1972.
Perciò è con una speciale emozione che vi ripropongo qui sotto quanto ho scritto su Renzo Bulgarello, dopo avervi raccontato gli altri Olimpici precedenti e segnalarvi che dopo di Lui completerò l’opera raccontandovi la Storia di Benito Pigato ( ciclismo , Mexico 1968) e Tullio Biscuola ( maratoneta, Parigi 1924).

Tutto questo ad onore e gloria anche del Panathlon Rovigo del presidente Gianpaolo Milan ( peraltro già riconfermato) che per i citati “60 Anni” del Club ha fortemente voluto che raccontassi … questi Personaggi Story perché fanno onore al Polesine e allo Sport e ai suoi valori in the world.
Mentre per la cronaca e per la storia ricordo anche che l’ultimo libro si intitola “60 Anni di Panathlon Rovigo 1959-2019 / Olimpici, Azzurri e Campioni” , peraltro scritto a sei mani con Ivan Malfatto , storico giornalista de Il Gazzettino , e con Raffaello Salvan vicepresidente del Club Service di cui ha evidenziato tutta la parte statistica delle conviviali con relativi temi sviluppati dai prestigiosi personaggi invitati come relatori.

TERZO PERSONAGGIO “OLIMPICO” PRO PANATHLON RO ( by Sergio Sottovia) /– RENZO BULGARELLO – CANOTTAGGIO – MONACO 1972
Una storia da ‘capovoga’ nel canottaggio. Quella di Renzo Bulgarello , nato a Guarda Veneta il 31.3.1948, figlio di papà Alberto e mamma Elisa. Certo Guarda Veneta è sul Po. Il fiume dove ho incontrato il grande Riccardo Bacchelli mentre Sandro Bolchi girava per la tv la ‘saga’ tratta dal suo ‘Mulino del Po’. In un Polesine etimologicamente e morfologicamente ‘terra emersa dalle acque’, cui si sono ispirati registi del calibro di Bolchi, Comencini, Olmi, Antonioni, Mazzacurati e Neri Marcoré raccontando storie interpretate dai Raf Vallone e dalla Loren e Rick Battaglia, da Monica Vitti alla Ferilli, dalla Vanoni a Remo Girone, da Bisio alla Gravina, da Bencivenga alla Golino.

Storie di personaggi semplici e che poi hanno rappresentato e trovato una loro identità superiore. Per certi versi è quello che è successo a Renzo Bulgarello che alle Olimpiadi di Monaco ci è arrivato quasi per caso. Sì, perché lui Renzo a metà anni ’60 a Guarda Veneta la sua meglio gioventù l’ha passata come tanti altri ragazzi, giocando a calcio.

Ricorda Renzo:” Ho giocato da stopper per quasi tre anni in Terza categoria nel Guarda del dirigente factotum Antonio Brajato e di capitan Angelo Milan; con me giocava anche Franco Grandi, Giolo e i fratelli Ferrarollo”.
Erano i tempi in cui Renzo lavorava in una officina meccanica a Garofolo di Canaro, finché nel marzo del 1968 arrivò la chiamata alle armi da parte della Marina Militare, con Bulgarello che arriva al CAR di La Spezia.

Erano tutti sull’attenti quando….
Spiega Renzo:” Un bel dì che eravamo tutti in fila ci squadrò dall’alto in basso un graduato che ogni tanto diceva ‘ti, ti , ti’ . E fu così che ne selezionò una ventina, tra quelli più alti. Ci disse che a fine CAR chi voleva poteva andare a Sabaudia, vicino a Roma”.
Era Mario Bovo, era lui il responsabile a Sabaudia del Centro Remiero, e disse subito che ‘là alla scuola di canottaggio ci sarebbe stato da sudare e faticare’.
Continua Bulgarello:” Decisi che valeva la pena di provare e accettai” .

Furono in 6 quelli che accettarono, e andarono a Sabaudia per far parte del Centro Interforze, dove oltre alla Marina c’erano anche quelli dell’Esercito, dei carabinieri e aeronautica più la polizia ( Fiamme Oro).
Praticamente a Sabaudia ne arrivavano circa 20, due volte all’anno.
“Erano selezioni dure, la scrematura veniva decisa dai test fisici e dal cronometro – spiega Renzo – finché di quel pacchetto da 20 si rimase in cinque / sei”

E fu così che il neofita del canottaggio Renzo Bulgarello da Guarda Veneta, di strada in acqua ne farà parecchia , grazie soprattutto a sé stesso e alla guida di Felice Paoletta, l’allenatore della Marina che lo porterà fino ai Mondiali in Canada.
A Sabaudia gli allenamenti erano pesanti, ma Renzo li metteva a frutto facendo registrare ottimi tempi , fin dalle prime gare interne e dalle prime selezioni per il ‘due con’.

E per Bulgarello arrivarono anche i primi risultati a livello nazionale, come la vittoria nel campionato italiano disputato a Trieste nel 1968, quando era nel team del “Centro Remiero FF.AA. Sabaudia” che con l’otto vinse il titolo ‘Jole’ , una larga imbarcazione ‘scolastica’ .
A questo proposito è giusto anche ricordare che Sabaudia aveva incoronato campione d’Italia un altro polesano, l’allora ‘corazziere’ Doro Quaglio, poi un campionissimo del rugby sia nel Rovigo che in Nazionale.

Tornando a Bulgarello va ricordato che quel ‘tricolore’ del 1968 fu l’antipasto di ciò che avvenne nel 1969, quando Renzo sarà spesso sul podio per la sua società “C.R.M.FF.AA. Sabaudia” in tante gare nazionali ed internazionali, sia nella specialità ‘quattro con’ che nella specialità ‘otto’.
Straordinaria escalation per Bulgarello, se si pensa che di quella prima selezione, lui rimase l’unico di un centro remiero che a Sabaudia contava 40 atleti.

Una crescita speciale che Renzo racconta così:” Ci allenavamo sia la mattina che nel pomeriggio, quasi tutti i giorni, ma gareggiare a Milano (Idroscalo), a Napoli ( lago Patria), a Lucerna in Svizzera e ad Amsterdam in Olanda ci serviva a perfezionare ritmo, sincronismi e tattica, migliorando l’intesa con la squadra e con lo scafo”.
Tutte esperienze che combinate ai risultati ( speciale quel terzo posto in Olanda) fanno entrare Bulgarello nel giro della nazionale di canottaggio.

Decisiva in tale senso la stagione 1970, celebrata da risultati prestigiosi come il terzo posto a Duisburg in Germania nel ‘quattro con’ , il secondo in Olanda, e, sempre con la sua società di Sabaudia ( formazione mista Fiamme Gialle-Forze Armate) la vittoria da capovoga del ’quattro con’ all’Idroscalo di Milano nella selezione che servì da ‘pass’ per i mondiali.
Chiarisce Bulgarello:” A Milano vincemmo entrambe le gare, e così con quel team allenato da Paoletta andammo a rappresentare l’Italia ai mondiali di agosto 1970 in Canada”.

Tra l’altro il terzo posto a Duisburg, dove Renzo in barca era capovoga a poppa, faceva ben sperare. Lo si capisce anche mettendo a confronto i tempi dei vincitori ( i tedeschi) con quelli degli italiani, dagli intertempi nei vari passaggi fino all’arrivo. Ecco la sequenza tedesca: ai 500 metri 1’32’’20, ai 1000 metri 3’11’’42, ai 1500 metri 4’52’’37 e al traguardo dei 2000 metri 6’31’’05. Ecco invece la sequenza italiana: 1’36’50 (ai 500), 3’18’’21 (ai 1000), 5’00’’75 (ai 1500) e 6’41’’14 al traguardo. Un distacco di soli 10’’09 nei confronti dei futuri campioni del mondo in Canada.

“ Purtroppo a Montreal e a Saint Catharines, sul lago Ontario, non andammo con gli scafi nostri, ma trovammo là gli scafi nuovi dove però il timoniere era a prora – spiega Bulgarello – Probabilmente anche questo ‘bilanciamento’ particolare incise sulla nostra prestazione e sul risultato”.
Sta di fatto che l’armo italiano, composto anche da Carminati ( milanese), Ruggeri ( pesarese), Semenzato ( mestrino) e il timoniere Tramontano ( napoletano) , con Renzo capovoga a prora, fruttò solo il decimo posto, mentre divennero campioni del mondo i tedeschi Berger, Farber, Auer, Bierl e Voncken.

Ma il rammarico dura poco, perché ormai per Bulgarello parlano i test psico-fisici e i tempi registrati dalle …lancette dei cronometri. Anche per questo la Federazione Italiana Canottaggio punta su di lui, come capovoga, in quella specialità, l’otto, che darà a Bulgarello tante soddisfazioni e soprattutto la partecipazione alle Olimpiadi di Monaco.

Ma quanti sacrifici per arrivarci ! Un viaggio lungo due anni, che nel 1971 ha visto Bulgarello aggiudicarsi col team della Marina il titolo italiano negli ‘otto con’ a Castelgandolfo, sul Lago Albano, sede del Centro Federale. Poi a livello internazionale, Bulgarello sarà capovoga, sempre ‘negli otto con’, nelle manifestazioni di Berlino Est ( terzo posto) , quindi in Svizzera a Lucerna, a Parigi ( quarto posto, epoca in cui nel ‘due con’ c’era anche ‘bisteccone’ Galeazzi) .

La storia racconta poi che ai Campionati Europei l’armo di quell’Italia era composta, oltre che da Bulgarello prodiere ( col numero 8), anche da Menegotto, Battaglini, Riva, Danieli, Chiabai, Scarton capovoga, Semenzato, e il timoniere Cecchi. Ma fu soltanto 11esimo posto , per quell’Italia gestita da Orova , il CT ungaro - americano che però lasciò il suo incarico già al termine di quegli europei.
Infatti nell’annata olimpica 1972, la federazione chiamò come allenatore quel Pietro Galli che a Como aveva fatto bene con i canottieri prima della ‘Moto Guzzi’ e poi della ‘Falk Dongo’, storiche società lariane.

Anche per questo per Bulgarello, sergente della Marina, al di là del fatto di riaver vinto i campionati italiani dell’otto’ con la “CRM FF.AA: Sabaudia”, è stata una stagione tutta a disposizione della federazione, quindi poco a Sabaudia e tanto sul lago di Como.
“Fu una preparazione intensa –ricorda Renzo - ,perché Galli era di una severità ‘immensa’, del tipo ‘lavora e taci’ e mai un sorriso, alla ricerca di un risultato sempre da migliorare. D’inverno tanta palestra e pesi, poi in primavera al mattino in barca e nel pomeriggio palestra e corsa”.

E per Bulgarello la convocazione per Monaco 72 è stata la logica meritata conseguenza dei suoi ritmi, del fiato e di una forza che sviluppava anche quasi 50 colpi al minuto.
D’altra parte Renzo in palestra sapeva alzare pesi da 20 kg anche fino a 120/140 volte , mentre altri più muscolosi si fermavano a …metà percorso
Un capovoga forte sia le braccia che le gambe, ma anche ‘tattico’ , giusto per una Italia ‘otto con’ che alle Olimpiadi di Monaco puntava quantomeno alle finali.

Invece per l’Italia quelle Olimpiadi furono deludenti, perché su quattro equipaggi ( due con, quattro senza, quattro con e otto) neppure uno riuscì a centrare l’ingresso in finale.
Ma Bulgarello, per quanto riguarda il suo ‘otto’ , ha questa giustificazione ‘seria’:” Purtroppo prima delle qualificazioni, causa malessere abbiamo perso la terza voga Danielli, sostituito perciò da Semenzato che era riserva del quattro con”.
Così la cronaca di Monaco 72 racconta che nella batteria delle qualificazioni l’Italia di Bulgarello ( ma anche di Grasselli, Pigozzo, Galiazzo, Noal , Semenzato , Carminati, Rossi, Gottifredi timoniere) arrivò solo quarta col tempo di 6’21’’80.

Una gara che il capovoga Renzo ricorda così:” Purtroppo siamo stati superati in fotofinish dal ritorno dell’Australia, che guarda caso nella preolimpiche dei giorni precedenti avevamo sempre battuto”.
Per una Italia quindi eliminata, mentre fu oro olimpionico per la forte Nuova Zelanda col tempo di 6’08’’94.
In una Olimpiade di Monaco che peraltro passò alla storia per i noti fatti di quella mattina del 5 settembre 1972 quando ‘otto terroristi palestinesi fecero irruzione nel villaggio olimpico piombando nella residenza del team israeliano seminando morte’.
Una tragedia di cui però Renzo Bulgarello, pur essendo l’Italia confinante per ‘ordine alfabetico’ con Israele, non se ne accorse nemmeno:” Eravamo nello stesso villaggio olimpico, ma non abbiamo sentito niente e la notizia l’ho appresa dalla radio.

Posso dire che …di giorno i controlli erano severi, mentre la sera, dopo cena, gli atleti potevano entrare ed uscire scavalcando la rete di recinzione.
D’altra parte erano Olimpiadi d’altri tempi, non solo perché all’epoca gli starter al momento della partenza ‘usavano’ parole francesi , ma anche dal punto di vista dei compensi.
Ricorda Renzo:” Basti pensare che Federazione del canottaggio per i Mondiali in Canada del 1970 riconosceva agli atleti un ‘argent de poche’ di sole 2.000 lire giornaliere”.

E allora …nel dopo Olimpiadi Monaco 1972 il sergente capovoga Bulgarello conquista ancora il titolo italiano ‘otto con’ a Castelgandolfo, con i colori sociali del “CRM FF.AA” , ma , pur sollecitato a restare nella marina, farà la sua scelta di vita, scegliendo Bologna e accettando il posto ‘vinto’ nelle Ferrovie dello Stato
Insomma per Renzo il canottaggio non sarà più la sua ‘stella cometa’, anche se nei primi anni ’90 ci hanno provato quelli del neonato ‘Centro Canottieri di Villamarzana’ a sollecitare la sua passione.

Spiega Renzo Bulgarello:” Ci siamo allenati per due anni sul Canalbianco, dove la società del presidente Bruno Frigato aveva attrezzato pontile e quartier generale ( c’era a disposizione anche un motoscafo per seguire da vicino gli allenamenti) . C’era un gruppo di ragazzi per i quali preparavo anche degli schemi di allenamento , che facevamo due/tre volte la settimana”.

Un’esperienza , quella di Villamarzana, che ha prodotto anche qualche gara ( a Venezia) , ma che poi si è chiusa appunto per motivi di lavoro, anche se in amicizia Bulgarello nel Terzo Millennio si è ritrovato con ‘quelli dell’otto di Monaco ‘, sia a Sabaudia che a casa sua a Guarda Veneta.
Dove adesso Renzo, la sua calma olimpica l’ha spostata dal canottaggio alle sculture in rame o in ferro battuto. Una passione coltivata da tempo, lì nella sua ‘officina casalinga’. Pezzi unici, di una civiltà contadina con ‘figure’ che celebrano ‘arti e mestieri’, a fianco di alcune sculture simboliche come un arlecchino e un mappamondo ‘trafitto’da due ideologie contrapposte.

Insomma, Olimpionico a caso ma per sempre, Renzo Bulgarello, ora ‘capovoga’ nella sua officina e barca – famiglia, dove con lui hanno remato in ‘quattro…con passione’ anche sua moglie Patrizia e le due figlie Elisa e Giorgia.
Pezzi di storia ‘belli nell’anima’ come la ‘sua’ Olimpiadi di Monaco.

EXTRATIME by SS/ In cover Renzo Bulgarello ‘vogatore’ impegnato a Sabaudia.
Quindi seguendo Bulgarello nel suo viaggio sportivo e partendo da lontano lo proponiamo in versione calciatore nel Guarda Veneta 1967/68 con in piedi da sx, Fantinati, Romagnoli, Gionco, Bettonte, Turolla, Bulgarello; accosciati, Ferrarollo Federico, Negrello, Fanchini, Giolo, Biscaro
Poi inizia la storia di Bulgarello militare in Marina e come tale ve lo proponiamo nella Top five datata 1968 a Sabaudia.

E a questo punto partiamo col canottaggio di Renzo Bulgarello proponendolo sempre nel 1968 nel ‘Due Con’ in acqua a Sabaudia, una passione che ha regalato a Renzo subito successi importanti, come la successiva foto in team vincente il titolo di Campione d’Italia ( 15 settembre 1968) a Trieste nella categoria ‘Jole’.
Con riferimento alla successiva stagione agonistica 1969 , ecco Bulgarello impegnato col team ‘Otto’ a Castelgandolfo, poi vincente sul podio a Sabaudia nel trofeo Bertocco ed infine sempre a Sabaudia in gara con tre armi in acqua.
Per una annata che peraltro ha visto Renzo Bulgarello protagonista in azzurro con l’Italia anche all’estero, come dimostrano l successive tre immagini dalla Germania, specificatamente ad Heidelber prima con sfondo monumentale, poi in team azzurri festeggiati da alcuni connazionali italiani, infine nel suo habitat naturale , con i compagni degli “otto con” in acqua e in gara.

Ma è stato ancor più in escalation la successiva stagione 1970 maturata con tanti allenamenti atletici ( perciò ecco a febbraio 1970 primo classificato nella corsa sui 6 km col tempo 20’ 40’’) propedeutici alla sua partecipazione con l’Italia ai Campionati el Mondo in Canada che documentiamo con cinque immagini significative.
Dalla partenza degli azzurri sotto la scaletta dell’aereo Canadian Pacific al primo giro turistico di Renzo in divisa azzurra e in tandem a Toronto.
E ad onore e gloria del team Sabaudia eccolo in partenza col CT Paoletta e i suoi compagni per i Mondiali in Canada 1970, da dove proponiamo l’armo di Bulgarello ( stavolta con Tramontano, Semenzato, Ruggeri, Carminati, nel ‘quattro con’ ) anche …con tanto di impermeabili per ripararsi dall’acqua durante la visita alle Cascate del Niagara.

A seguire un poker di immagini che onorano Renzo Bulgarello in azzurro con l’Italia nel 1971 , praticamente in tour internazionale perché lo vedono prima in team “otto con” agli Europei di Copenaghen, poi in acqua con l’armo azzurro in allenamento a Como, quindi a Parigi con gli azzurri e sfondo Torre Eiffel (c'è anche GP 'bisteccone' Galeazzi con gli occhiali scuri, tra Spingardi e Danielli ) , infine capovoga in team azzurro e in acqua “otto con” a Lucerna.
A questo punto siamo arrivati all’apice della nostra Bulgarello story,cioè all’anno delle Olimpiadi, quelle di Monaco 1972, che Renzo ha preparato con tanto allenamento ( eccolo sul podio, vincente a Castelgandolfo) e attenzione anche all’armo ( perciò in foto con compagni) .
Perciò tutte meritate le Olimpiadi di Monaco 972 per Renzo Bulgarello e anche le relative immagini che vi proponiamo , documentando sia la partenza di tutti gli azzurri dell’Italia-canottaggio ( col CT Galli sotto la scalette dell’aereo Lufthansa) , quindi il Villaggio Olimpico, le bandiere internazionali, l’accensione della fiaccola olimpica, Renzo che firma gli autografi ( in kit con sé stesso ) e in team “otto con” , prologo all’azzurro Bulgarello con sfondo Villaggio Olimpico.

Per una intensa e straordinaria carriera sportiva per Renzo Bulgarello ‘capovoga’ dell’Italia anche sul podio a maggio 1972 , vincitore ai campionati militari internazionali, la stessa foto che guarda caso ho messo in alto nel banner di questo sito www.polesinesport.it fin dall’origine a fine 2009 ( è nato in concomitanza col primo Libro Panathlon Rovigo story) .
Ovviamente di colore azzurro come quel mare e quel cielo dove l’amico Renzo ha vissuto e vivrà da “Olimpico” per sempre.
Sergio Sottovia
www.polesinesport.it