OLIMPICI by SS made Panathlon RO/ Tullio Biscuola da giovane ufficiale dell’Esercito a 22° nella Maratona di Parigi 1924 vinta da Stenroos su Bertini; ma dominatore Maratona di Atene 1927 e … Rovigo gli ha dedicato il Campo Coni


Concludiamo con Tullio Biscuola “il Maratoneta di Parigi 1924” la nostra lunga carrellata tra i protagonisti del libro story intitolato “60 Anni di Panathlon Rovigo 1959 -2019 / Olimpici, Azzurri e Campioni” a cura di Sergio Sottovia, Ivan Malfatto , Raffaello Salvan.
Un libro peraltro fortemente voluto da Gianpaolo Milan , presidente del Club Service rodigino, dopo che peraltro il sottoscritto già nel 2009 avevo scritto analogo Panathlon Libro Story per i 50 del Club, raccontando la Top Ten degli Olimpici made in Polesine.
Così in una specie di …giro del mondo , visto che allora il primo Personaggio story è stato appunto Tullio Biscuola, adesso concludiamo proprio con “Il Maratoneta di Parigi 1924” la nostra lunga cavalcata enciclopedica sportiva.
Per la cronaca e per la storia voglio ricordare in sequenza tutti i personaggi già raccontati  partendo dagli Azzurri & Campioni, dai Paralimpici e dai più recenti Olimpici ( ormai diventati una Top 12). Perciò onore agli AZZURRI & CAMPIONI partendo da Maci Battaglini (rugby, raccontato da Ivan Malfatto) , Sail Malatrasi ( calcio), Lauro Bordin ( ciclismo) , Cesare Zancanaro ( calcio, rugby, pattinaggio), Giorgio Rosatti ( tiro a volo) , Enzo Correggioli ( pugilato, raccontato da Ivan Malfatto) , Marika Zanforlin ( pattinaggio artistico e rotelle su ghiaccio) , Filippo Crepaldi ( baseball).
Co riferimento invece ai Campioni “PARALIMPICI” il sottoscritto vi h raccontato le storie di Andrea Borgato, tennis tavolo) , Stefani Chiarioni ( nuoto) , infine Sara Zanca ( nuoto).
Detto che vi proporremo successivamente come ‘special guest’ Carwin Jams ( rugby) nel ricordo di Raffaello Salvan, passiamo a snocciolarvi in sequenza la TOP 12 degli OLIMPICI già raccontati, partendo da Alessia Maurelli (ginnastica ritmica, written by Ivan Malfatto)  e quindi tutti gli altri raccontati dal sottoscritto da Marta Menegatti ( beach volley) a Vigor Bovolenta ( pallavolo), Simona Gioli ( pallavolo), Jean Pierre De Vicenzi ( basket) , Cristian Giantomassi ( pugilato), Giovanna Psello ( tiro a volo double trap) , Antonio Ricchieri ( calcio) Laura Foralosso ( nuoto), Stefano Bulgarello ( canottaggio) , Benito Pigato ( ciclismo) e appunto last but not the last questo nostro  maratoneta Tullio Biscuola precursore degli Olimpici che andiamo subito a raccontare.

Ricordando le sue straordinarie vittorie a Colombes ( sui 30 km , nel 1923) e ad Atene ( maratona , nel 1927) , oltre al fatto che è stato ufficiale dell’esercito italiano sia nella Prima che nella Seconda Guerra Mondiale e che proprio  Tullio Biscuola è stato intitolato  Rovigo il “Campo Coni” di atletica

Anche per questo oltre al consueto nostro Personaggio Story, e rimandarvi al consueto Extratime per altri commenti agganciati alla fotogallery, vi proponiamo in Appendice come flash storico lo speciale articolo de IL Gazzettino in data 15 febbraio 1963, a testimonianza di quanto “TUTTA ROVIGO” amasse il suo Tullio Biscuola appena scomparso.

 

 

 

Un articolo redazionale ( non era firmato) e che vale la pena di proporvi per la sua valenza speciale, anche perché oltre ad essere una testimonianza dell’affetto nei confronti di Biscuola, ci permette di passare in rassegna e ‘mostrare’ quale fosse l’habitat associativo – istituzionale in cui si trovava ad operare allora il Panathlon di Rovigo, come Club Service nato da pochi anni.
Lo stesso habitat sociale del capoluogo polesano nel quale si era ‘ calato’ proprio Tullio Biscuola. Quello che alle 5 del mattino si toglieva gli abiti borghesi per mettersi la tuta sportiva e percorrere , un giorno sì e un giorno no, i suoi canonici 10 chilometri di corsa , seguito in bicicletta dai fratelli Fabbro, i suoi amici – preparatori atletici. Tessendo appunto, specie dopo il suo stop agonistico attorno al 1930, quelle relazioni che hanno fatto del 68enne Tullio Biscuola un personaggio davvero amato da tutti, come dimostrano le attestazioni di affetto che l’hanno accompagnato nella sua ultima corsa da maratoneta della vita.

Per questo, nel darne la notizia della sua scomparsa, il Gazzettino aveva titolato: UN GRAVE LUTTO PER IL MONDO SPORTIVO. E’ morto l’olimpionico Biscuola. Il grande maratoneta resta un simbolo del più puro spirito agonistico.

Per questo nel ricordo dell’estremo saluto all’atleta, il GAZZETTINO titolò “La salma dell’olimpionico Biscuola accompagnata da una folla commossa”.
Per questo noi quell’articolo lo riteniamo un omaggio speciale alla memoria di Tullio Biscuola e lo riproponiamo in calce come Appendice Flash story nel suo ‘racconto completo’ .

 

 

 

PRIMO  PERSONAGGIO  “OLIMPICO” PRO PANATHLON RO ( by Sergio Sottovia) / TULLIO BISCUOLA – MARATONA -  PARIGI 1924

La maratona, la quintessenza dello sport e della vita. E lui Tullio Biscuola il maratoneta alle Olimpiadi di Parigi 1924 e vincente la Maratona di Atene nel 1927 sotto l’acropoli ‘degli dei’ , ha vissuto appieno anche la lunga maratona della vita , da combattente sia nella Prima Guerra Mondiale che nella Seconda.
Anche per questo , e per il suo successivo impegno civile nell’associazionismo, la storia del ‘maratoneta’ Tullio Biscuola assume riverberi mitologici e straordinaria importanza sportiva da prossima Festa del Centenario.
Un condensato di Sport & Storia lunga più di un secolo , identificata da Tullio Biscuola e dalla sua ‘lunga maratona di vita’ in corsa tra due secoli, da combattente sia nella Prima Guerra Mondiale (o quarta Guerra d’Indipendenza?) e sia nella Seconda Guerra Mondiale.

 

 

 

Con Tullio Biscuola ‘il maratoneta’ che ci rimanda mitologicamente a Filippide con la sua corsa “extreme” da Maratona fino ad Atene, 42 km per morire e diventare eterni.
Due uomini nell’immensità della storia, Filippide e Biscuola. E per quanto riguarda il ‘nostro Tullio’ ci preme oltre tutto sottolineare che fa parte della storia ‘primaria’ delle Olimpiadi, nella quale le date e i luoghi citati (Atene, Londra, Parigi) sono gli elementi fondamentali e la esegesi della storia di Tullio Biscuola.
Perciò , quando lo misi per primo nella TOP TEN MADE IN POLESINE del libro sugli “Olimpionici & Gentlemen” lo catalogai subito come “il nostro maratoneta e capostipite ‘Olimpionico Polesano’, il nostro uomo –copertina al quale fare accendere, con la fiaccola, il nostro ideale braciere olimpico”.
Una storia quella di Tullio Biscuola, nato a Verona 12 luglio 1894, che peraltro sviluppa flash paralleli con Dorando Pietri, nella leggenda come vincitore ‘barcollante’ della Olimpiade di Londra 1908.

 

 

 

Un personaggio, Tullio Biscuola, che trascende il lato sportivo,  per affondare le radici nella ‘gioventù’ dell’Italia Unita, quella …dell’Italia bambina nata nel 1870, quando l’atletica e la ginnastica erano ancora ‘parte integrante’ dell’italiano combattente.
Finché finalmente nel 1896 Pierre De Coubertin ha finalmente riproposto i ‘valori primari dello sport’ con la prima edizione dei Giochi Olimpici Moderni, ad Atene la città simbolo delle Olimpiadi.
Tutto questo fa parte della storia ‘primaria’ delle Olimpiadi, ma se guardiamo le date e i luoghi citati (Atene, Londra, Parigi) sono gli stessi elementi fondamentali della esegesi della storia della nostra ‘bandiera’ Tullio Biscuola.
Un ‘corridore nato’ , il Biscuola trasferitosi giovanissimo da Verona a Rovigo, dove iniziò presto a gareggiare, tant’è che a 12 anni correva già su delle distanze dove il fiato e la resistenza contavano molto.

 

 

 

Ma la corsa allora non era solo sport, e la ‘passione’ di Biscuola era talmente tanta che ha pensato bene di capitalizzarla andando ( assieme al veneto Donà) ad indossare la ‘maglietta’ ferrarese della S.P.A.L. , dal significativo acronimo Società Polisportiva Ars et Labor.
La storica società che vedrà Tullio protagonista anche sulle distanze dei 10.000 e dei 15.000 metri. Chi fosse forte Tullio lo dimostrano i suoi 15 titoli veneti consecutivi, ma anche le corse da protagonista in una Italia settentrionale che proponeva campioni come il bergamasco Alfonso Orlando (5° alle Olimpiadi di Stoccolma) , Carlo Speroni (Busto Arsizio) , Becattini e Veroni ( entrambi della Italia FI), il modenese Adelmo Rossi, il laziale Braga e il bolognese Fava.
E’ costante e metodico negli allenamenti, Biscuola, ma oltre che sportivo, il nostro Tullio fa parte della Storia dell’Italia.
Certo nel 1912 verrà assegnata a Berlino l’organizzazione delle Olimpiadi 1916. Ma poco dopo ci sarà l’attentato di Sarajevo e ci sarà la conseguente Prima Guerra Mondiale.

 

 


 

E sarà guerra totale, vengono annullate le Olimpiadi di Berlino, e non si parlerà più di Biscuola come atleta e podista, ma nel periodo 1915/18 si parlerà di Tullio soltanto come ufficiale dell’esercito.
Poi, per fortuna, anche le guerre finiscono, e così il podista Biscuola come portacolori della Rhodigium Sport si consolida nella hit parade su distanze sempre più lunghe.
Così vince il prestigioso “Premio di Natale” a Bologna e nel 1923, anno preolimpico,  addirittura vince la gara Parigi – Corbeille sulla distanza dei 30 chilometri.
Pensate un rodigino in trionfo a Parigi!
Là dove l’anno dopo correrà la leggendaria maratona ai Giochi Olimpici, nella afosa domenica del 14 luglio 1924, dallo stadio di Colombes fino a Pintoise attraverso la foresta di St. Germain.
Già, la maratona lunga km 42,195, la quintessenza dello sport! Con 58 maratoneti alla partenza, a vincere fu il taglialegna finlandese Albin Oskar  Stenroos con il tempo di 2h 41’ 22’’ 6, secondo fu il contadino Romeo Bertini, da Gessate Milanese, terzo lo statunitense Clarence DeMar.

 

 

 

E il nostro Tullio? Strepitoso al 22esimo posto, col tempo di 3h19’05’’0 ; strepitoso se consideriamo che all’arrivo furono solo in 30 ad arrivare. Strepitoso se pensiamo che tra gli italiani solo lui e Bertini arrivarono all’arrivo, mentre si ritirarono Ernesto Alciati, Ettore Blasi, Alberto Cavallero e Angelo Malvicini.
Così lo ‘stoico’ Tullio Biscuola ( 68 kg su 1, 70 di altezza) entrò nella storia di quelle Olimpiadi di Parigi, entrando altresì nella leggenda quando nella primavera del 1927
è entrato nella leggenda dalla porta principale.
Pensate! E’ andato a vincere la maratona là proprio dove la maratona ha il suo significato più profondo: ad Atene, sotto l’acropoli. Ai famosi Giochi dell’Averoffa perché organizzati da quel magnate di Averoff , una specie di Onassis ante litteram.  
E che trionfo al suo ritorno a Rovigo, per il leggendario Biscuola e i suoi due preparatori atletici ( i fratelli Fabbro, i barbieri – ciclisti che accompagnavano Tullio nei quotidiani 10/20 chilometri di allenamento!

 

 

 

Intanto la storia poliedrica di Biscuola ce lo propone anche in ‘maglietta’ della società Viscosa Padova e sul podio di Bologna , terzo nei 10000 alle spalle del veneziano Attilio Conton e del piacentino Chiusa, prima di travasare la sua esperienza come allenatore di atletica per tanti allievi, tra cui il saltatore Pacchioni.

Tutto questo mentre la vita presentava il conto alla storia e a Tullio Biscuola la ‘sua’ Seconda Guerra Mondiale, visto che farà parte del “5° Reggimento Artiglieria da Montagna” , quello che dal 19 ottobre 1941 fino ad agosto 1942 viene impiegato sul fronte greco – albanese. Quel ‘Reggimento’ che tra i suoi comandanti , nel periodo 1936-43, annovera in sequenza come comandanti Mazzini, Norcen, Molinari, appunto il nostro Biscuola , e Bizzarri.
Ed è là nel Montenegro che Tullio Biscuola viene ferito.

 

 

 

Una ferita che lascia il segno, e che vedrà poi , a partire dal 1944, l’ex maratoneta Biscuola sempre attivo nel suo negozio di abbigliamento di Rovigo, un luogo che diventa uno dei punti di incontro degli aderenti al movimento clandestino antifascista.
Poi Tullio ‘sportivamente’ sarà punto di riferimento nel capoluogo, dove sarà tra i
fondatori nel 1959 del Panathlon Club Rovigo, di cui è stato primo presidente Eugenio Zuolo. Colui che è stato anche presidente del Coni Rovigo, colui che ha inaugurato a Rovigo lo stadio di atletica giustamente intitolato a ‘Tullio Biscuola’.
Il maratoneta che era scomparso a febbraio del 1963, dopo essere rimasto un punto di riferimento associativo/istituzionale, ma che resterà ‘OLIMPIONICO’ per sempre , per aver partecipato alla Olimpiadi di Parigi 1924, per aver ‘aiutato’ anche economicamente l’amico Dorando Pietri  e per aver vinto la Maratona di Atene nel 1927.
E che oltre tutto , merita il nostro tricolore per aver ‘militato e servito l’Italia dei 150 anni” in entrambe le Due Guerre Mondiali.

 

 

 

APPENDICE FLASH STORY  ( by Redazione de Il Gazzettino , 15.02.1963 ) / L’ESTREMO SALUTO ALL’ATLETA RODIGINO / LA SALMA DELL’OLIMPIONICO BISCUOLA ACCOMPAGATA DA UNA FOLLA COMMOSSA

Si sono svolti ieri con immenso concorso di popolo commosso i funerali dell’olimpionico Tullio Biscuola la cui salma è stata tumulata nel camposanto cittadino.
E’ stata una vera testimonianza di affetto perché tutti gli strati sociali erano rappresentati: E hanno seguito la bara fino al cimitero.
La federazione provinciale del Partito repubblicano ha fatto affliggere ieri un commosso salto al fedele militante mazziniano. Anche le associazioni sportive hanno fatto affliggere un reverente saluto al grande atleta scomparso.
Davanti alla casa di via Balzan prestava gli onori un picchetto militare del V e VII Gruppo mortai. Il corteo si è composto alle ore 16,15 preceduto dalle bandiere del Coni, portate dal nazionale di rugby Zuin, dall’antica bandiera repubblicana polesana con berretto frigio che ricoprì il feretro di Alberto Mario, dalla fiamma dell’Istituto De Amicis con una rappresentanza degli studenti, dal vessillo dell’Associazione del fante con il capitano Castellani.

 

 

 

Seguivano la bara i familiari: la figlia Edera, la sorella Giuseppina, il fratello Piero con la moglie, il cognato Andreazza e la famiglia Lunari.
Reggevano i cordoni d’onore l’amico e suo allenatore Umberto Fabbro, il dott. Zuolo delegato provinciale del Coni, il dott. Ambrosi consigliere comunale e il signor Valentino Cocchi.
Il rito funebre è stato celebrato nella cripta della chiesa della Commenda e quindi il corteo si è mosso lentamente attraverso la città fino a raggiungere il camposanto.
Il Partito repubblicano era rappresentato dal decano dott. Ivan Bernini , dal segretario provinciale della federazione cav. Cesare Zen, dai vicesegretari Beltrame e Borin.
Presenti le rappresentanze sportive: la Società rugby con il consigliere nazionale Valchierotti, il capitano dei ‘bersaglieri’ Bettarello, atleti ed dirigenti; l’associazione calcio Rovigo con lo avv. Mantero; la società di atletica leggera con il signor Salini, la bocciofila Juventus con Bruno Cavallaro, la federazione provinciale della caccia con il rag. Brigo, il Panathlon con il segretario geom. Gallo e altri dirigenti, le società ciclistiche con Beppe Mantovani, la pesca sportiva con il rag. Fiocchi.

 

 

 

Rappresentavano l’Associazione nazionale combattenti e reduci il maggiore Tesini e l’avv. Tullo Fabbron, l’Unuci il colonnello Bombonato, la Cassa Mutua commercianti  il dott. Fogagnolo e il geom. Previatello. Era presente nella qualità di presidente della Società Polisportiva di atletica Panaro di Modena il dott. Fausto Arata. C’era una rappresentanza polesana con il suo presidente giornalista Adolfo Tonizzo. L’Amministrazione provinciale oltre che dal presidente avv. Francesco Guindani era rappresentata anche dal consigliere Emilio Bonatti; l’Amministrazione comunale dal vice sindaco dott. Pietropoli, dall’assessore Baruchello, dal consigliere Fante. Era presenta anche l’ex sindaco Andreotti. Per l’Istituto Venezze – come è noto lo estinto era un cultore della musica – il rag. Bruno Marzolla e per il teatro Sociale il signor  Carlin. L’Enal di cui Tullio Biscuola era stato presidente per cinque anni, era rappresentato dal maestro Bruno Scottini.

 

 

 

Seguivano inoltre il feretro il presidente della Cassa di Risparmio avv. Zanella e gli avvocati Degan, Merlin, Bruno Padoan, Marotta, Ranzato, Altieri, il maggiore di vigili urbani Vincenzi, l’amico geom. Tubinga, il direttore della Cassa di Risparmio comm. Strazzabosco, il presidente dell’Ordine dei veterinari dott. Zanella, gli ingegneri Mori, Colognesi, Casellato, Gennari, Bedendo, Pasqualini, il direttore amministrativo dell’Ospedale civile rag. Nino Angeli, il direttore sanitario dell’Ospedale civile dott. Patergnani, il prof. Chendi, Mario Baldo, il cav. Baratella per l’associazione artigiani, il cav. Marino Suriani, il dott. Romanato, il geom. Osti, gli amici dott. Sandro Milani, Virgilio Zen, Mario Santarato, Francesco Luce, Ferruccio Tenuta, Ugo Borgato, Remo Donegà.
Abbiamo notato inoltre i signori Fiore, Palù, Berltrame , Aldo Patergnani  e molti altri.
Rinnoviamo ai familiari le nostre vivissime condoglianze.

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover la caratteristica corsa del maratoneta Tullio Biscuola, protagonista in maglia bianca con scudetto tricolore alla Olimpiadi di Parigi 1924, dove l’Italia ha conquistato la medaglia d’argento con Romeo Bertini..
Una specialità, la maratona , nella quale peraltro l’Italia aveva già primeggiato alle Olimpiadi di Londra 1908 con Dorando Pietri, arrivato traballante e ‘aiutato’ anche da Conan Doyle ( il cantastorie di Sherlock Holmes) per tagliare il traguardo da vincitore. Motivo perciò della sua squalifica e così Dorando Pietri ( vedi foto epoi …aiutato anche economicamente da Tullio Biscuola) si è dovuto accontentare di uno ‘straordinario trofeo’ consegnatogli poi dalla Regina Alexandra con speciale fair play.
Tornando alla Maratona di Parigi 1924, ecco l’arrivo del vincitore , il finlandese Albin Stenroos.
A seguire in coppia Tullio Biscuola ( n4) e Romeo Bertini ( argento alle Olimpiadi e in foto griffato Agamennone Milano) ) prima gi una gara podistica italiana.
Con riferimento ancora alla Maratona delle Olimpiadi di Parigi 1924 vi proponiamo in kit la relativa Classifica finale fino al 22à classificato, cioè il polesano Tullio Biscuola in foto a fianco.
Per una Olimpiade di Parigi che documentiamo ‘raccontata’ anche dalle prime pagine de La Gazzetta dello Sport (datata 14 luglio, Festa nazionale per i francesi) di cui vi proponiamo due emblematici ‘crop’ certificativi, pe runa Italia orgogliosa della vittoria del podista Ugo Frigerio, oltre che dell’argento di Romeo Bertini e della partecipazione dei sei maratoneti italiani tra cui è citato anche il nostro Tullio Biscuola.

 

 

 

 

Un maratoneta epico, quindi il nostro BIscuola, rimasto perciò nel cuore e nella storia del Polesine, come certifica la foto che lo vede al centro del trio con Maci Battaglini ( sx, rugby) e Giuseppe Mantovani ( dx, moto e ciclismo) .
Oltre che nella foto trio su Il Gazzettino datato 1952, a fianco del mitico Fausto Coppi e del suo amico Giuseppe Mantovani e ‘gancio’ per la partecipazione del ‘Campionissimo’ al speciale corsa sulla pista dello stadio Tre Martiri a Rovigo.
E con riferimento a Tullio BIscuola ‘socio fondatore’ del Panathlon Rovigo, eccolo premiato dal primo presidente Eugenio Zuolo ( 1959/69) , in un periodo come gli Anni Sessanta i grande promozione sportiva per il Club Service da parte del presidente Zuolo e del suo Consiglio Direttivo, che perciò ‘documentiamo’ in alcune speciali foto premiazioni ( vedi la schermitrice Antonella Ragno , aprile 1967 col prefetto Pandozy, e cerimoniali Coni con gli atleti sia in versione premiazioni ( con primo a sx con gli occhiali il prof. Luciano Zanella) che sul campo di atletica sempre a fianco di Eugenio Zuolo.
Lo stesso presidente del Coni Rovigo che nella foto finale proponiamo nel cerimoniale della intitolazione del cosi detto Campo Coni , che tutto il mondo sportivo polesano ha voluto dedicare a Tullio Biscuola, l’indimenticabile maratoneta delle Olimpiadi di Parigi 1924 e vincitore della Maratona di Atene appena tre anni dopo.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it