Olocausto & Shoah, Gino Bartali & Giusti di Israele/ E Irena Sendler che dal Ghetto di Varsavia salvò 2500 ebrei bambini è da Premio Nobel!


25/01/2019  

Ingiustizia, titola la mail trasmessami oggi by Wattsapp e che , dedicata a Irena Sendler la volontaria che durante la 2^ Guerra Mondiale ,portandoli fuori dal Ghetto di Varsavia salvò 2500 bambini ebrei, ho pensato di pubblicare per non Dimenticare l’Olocausto e per ‘far girare’ come richiesto da D.G.S. che avevo incontrato in mattinata.
Per la verità non avevo memorizzato il suo numero di cellulare, e al di là della Statua della Madonna che indirizzava comunque il mio pensiero-ricerca, ho subito risposto che condividevo tutto e avrei condiviso al meglio il fatto che …siamo tutti fratelli.
Per la verità mi era subito venuto in mente il professor Francesco Verza , perché qualche anno fa mi aveva mandato la storia di ‘cartavelina’ , per il quale nella rubrica Tommy datata marzo 2013 avevo titolato “Matthias Sindelar, Evviva “Cartavelina - Der Papierene”. Ebreo e capitano della FK Austria Vienna. Quel 3 aprile 1938 l’Austria ‘annessa’ batté la Germania e LUI non alzò il braccio per salutare i tedeschi. Poi una morte misteriosa… “.

Perciò eccovi tutto quanto trasmessomi, documentando sia la INGIUSTIZIA perpetrata durante la Seconda Guerra Mondiale dai nazisti nei confronti degli Ebrei che la INGIUSTIZIA per un Premio Nobel rifiutato recentemente a Irena Sendler, che durante la 2^ Guerra Mondiale dal Ghetto di Varsavia salvò 2500 bambini ebrei.

 

 

 

Ma al di là del Premio Nobel non assegnato , riteniamo doveroso partire dalla stessa Irena Sendler per ricordare che la vera INGIUSTIZIA è soprattutto l’Olocausto e la Shoah, una ingiustizia da non dimenticare ogni giorno e non soltanto nella ricorrenza attuale del …Giorno della Memoria.
Anche per questo , mentre ho appena visto in TV durante la trasmissione “La vita in diretta” ricordare il campione di ciclismo Gino Bartali come ‘Giusto tra i giusti’ per aver salvato tanti ebrei consegnando ‘lasciapassare’ nascosti nel tubo della sua bicicletta di allenamento, ho pensato che collegare Sport e Giorno della Memoria fosse …Cosa Buona e Giusta.
Anche per rispetto a D.G:S. e per fare passare un messaggio di cui avevo parlato direttamente con Andrea Bartali a Rovigo, nel ricordo di papà Gino, quando a Rovigo venne con Faustino Coppi  come ‘guest star’ alla Festa del Panathlon Club e in Comune di Rovigo anche per presentare il libro per i 50 anni del Club , dal titolo “Olimpionici & Gentlemen” dove il sottoscritto ha raccontato la Storia della Top Ten Made in Polesine perché erano stati protagonisti nella Grande Storia delle Olimpiadi.

 

 

 

Ma per ricordare anche al Mondo Sportivo l’importanza del ricordo dell’Olocausto, segnalo che il mio primo libro ‘letto per intero’ in un ..letto d’ospedale è stato il “Diario di Anna Frank” e che qui su www.polesinesport.it , giusto per non dimenticare la Shoah, vi voglio riproporre in Anteprima alla Storia di IRENA SENDLER il seguente prologo sempre significativo:<< “Cartavelina 2011” titola la mail by Francesco Verza, un insegnante di calcio e ‘maestro nella vita’ , anzi nel paese che Sergio Zavoli descrive nelle prime pagine del suo romanzo ‘Socialista di Dio’.. “Cartavelina” era Matthias Sindelar , colui che il CT Hugo Meisl, chiamava “Il Mozart del calcio” e che Francesco Verza ‘ maestro di vita’ ci racconta come segue. Mentre tra i miei ricordi affiora il primo libro ricevuto in omaggio dai miei professori dell’ITC De Amicis, quando mi fecero visita all’Ospedale di Rovigo: Era il “Diario di Anna Frank”. E poi, con riferimento alla Storia degli Ebrei, il libro base d’esame (era di Colorni) a Ferrara , Università di Giurisprudenza. E la visita al Cimitero Ebraico di Praga ( vedi foto ‘esterna’) con tutti quei nomi ‘scritti’ sui muri-museo. E i film “Il Giardino dei Finzi Contini” ( by Antonioni) e “La lunga notte del ’43) by Lizzani e con GM Salerno: storie che nei romanzi del ferrarese Giorgio Bassani etc etc.  >>.

Mentre in fotogallery , pur mostrandovi tutte le foto storiche che dimostrano l’Olocausto, ho preferito saltare la citata vignetta ( un po’ per non rischiare questione di diritti d’autore e un po’ perché…non mi piacciono le vignette sui morti) inserita nella Storia di Irene Sendler segnalando soltanto che vuole far ricordare da parte del Nonno alla sia Bambina, il significato storico e di vita vissuta che viene da “quel numero che ha segnato in modo indelebile il suo braccio” ma anche la sua vita.

 

 

 

MAIN NEWS ( by D.G.S. , mail 25.01.2019) /  INGIUSTIZIA/ IRENA SENDLER / L’OLOCAUSTO / LA SHOAH, IL GIORNO DELLA MEMORIA …E POI  IL PREMIO NOBEL NON LO RICEVE SEMPRE CHI SE LO MERITA DI PIU’ …
Irena Sendler
Il premio non lo riceve sempre chi se lo merita di più
Una signora di 98 anni che si chiama Irena Sendler, è deceduta.
Durante la 2ª Guerra Mondiale, Irena ebbe un permesso per lavorare nel Ghetto di Varsavia come specialista di fogne e tubature.
Però i suoi progetti andavano oltre...
Sapeva quali erano i piani dei nazisti per gli ebrei (essendo tedesca).
Irena portava fuori dal Ghetto i bambini nascosti nel fondo della sua cassa degli attrezzi e portava un sacco di tela grezza nella parte posteriore del suo camioncino (per bambini più grandi).

 

 

 

Inoltre dietro aveva un cane a cui insegnò ad abbaiare ai soldati nazisti quando usciva e entrava nel Ghetto.
Ovviamente, i soldati non volevano avere niente a che fare con il cane e i latrati coprivano
i rumori dei bambini.
Con questo stratagemma, riuscì a portare fuori dal Ghetto e a salvare 2500 bambini.
Quando i nazisti la presero, le ruppero entrambe le gambe, le braccia e la picchiarono brutalmente.
Irena teneva un registro dei nomi di tutti i bambini che salvò e lo conservava in un
barattolo di vetro sepolto ai piedi di un albero nel suo giardino.

 

 

 

Dopo la guerra, tentò di trovare i genitori sopravvissuti per riunire le famiglie.
La maggioranza erano stati portati alle camere a gas.
Quei bambini che aiutò, trovarono case di accoglienza o furono adottati.

L'anno scorso Irena fu proposta per ricevere il Premio Nóbel per la pace...
Ma non fu selezionata
Alcuni di coloro che hanno ricevuto questo premio sono, per esempio:
I quaccheri americani e britannici, Henry a. Kissinger , Lech Walesa, Jimmy Carter, Al Gore, Barack Obama, Il dissidente cinese, Liu Xiaobo, tra gli altri…

 

 

 

PENSIERO FINALE Senza commenti.
Grande messaggio, specialmente nella vignetta che segue.  Non permettiamo che si dimentichi mai! Per favore, leggete attentamente la vignetta, è impressionante.
Poi leggete i commenti finali.
Sto portando il mio piccolo contributo inoltrando questo messaggio.
Spero che vogliate fare lo stesso.

 

 

Questo e‐mail si sta diffondendo come una catena commemorativa, in memoria dei 6 milioni di ebrei, 20 milioni di russi, 10 milioni di cristiani e 1.900 sacerdoti cattolici che furono assassinati, massacrati, violati, uccisi dalla fame e umiliati mentre il popolo tedesco guardava da un'altra parte.
Ora, più che mai, con alcuni che proclamano che l'olocausto è un mito, è imperativo assicurarsi che il mondo non dimentichi mai.
L'intenzione di questo e‐mail è di arrivare a 40 milioni di persone in tutto il mondo.
Unisciti a noi e sii un anello di questa catena commemorativa aiutandoci a distribuirlo in tutto il mondo.
Per favore, invia questo e‐mail alle persone che conosci e chiedi loro che continuino la catena.
Per favore, non cancellarlo. Ti ci vorrà un minuto per inoltrarlo ad altri.
Grazie

 

 

 

 

SECONDA MAIN NEWS ( di Manuel Gardin, by Famiglia Cristiana.it, 02/05/2018 ) / GINO BARTALI NELLE PAROLE DEL FIGLIO: << MIO PADRE, UN GIUSTO>>.

 

Il 2 maggio Israele ha dato la cittadinanza al grande ciclista toscano, che salvò dal lager centinaia di ebrei. Finché visse, il campione non ne parlò mai. In questa intervista il figlio Andrea, recentemente scomparso, ricordava il padre in occasione della sua nomina a Giusto tra le nazioni conferitagli dallo Yad Vashem, il Memoriale delle vittime dell’Olocausto.

 

 

 

 

È il caso di dire: è tutto Giusto, non c’è nulla da rifare! Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le nazioni dallo Yad Vashem, il Memoriale delle vittime dell’Olocausto. E il figlio Andrea ci guida in una Firenze assediata da appassionati del ciclismo provenienti da tutto il mondo per assistere alla corsa iridata. «La comunità ebraica ha detto che se mio padre avesse parlato prima, il riconoscimento sarebbe arrivato molto tempo fa». Ma Gino Bartali era fatto così.
Andrea Bartali ha una grande voglia di mostrarci la Firenze più intima, quella dove il papà s’incontrava con una giovane ragazza, Adriana, che poi avrebbe sposato, racconta quel carattere all’apparenza spigoloso e ruvido ma che nascondeva angoli di bontà e generosità.

 

 

 

«Non disse nulla fino a pochi anni prima di morire. Quando gli chiesi perché fosse stato zitto tutto quel tempo, mi rispose come solo lui sapeva fare: “Perché il bene si fa e non si dice. Quando fai l’amore lo racconti, forse?”. Tacque anche a noi, mamma e tre figli, che aveva nascosto una famiglia ebrea in una cantina della casa accanto a quella dove abitavamo. Diceva che erano suoi amici, che li ospitava per un po’ ma non sapevamo nulla della realtà».
Un aiuto nella ricostruzione delle vicende di guerra è arrivato anche da Laura Guerra, giornalista appassionata di ciclismo, nel comitato direttivo della Fondazione Bartali (www.fondazionebartali.it), e ricercatrice infaticabile di documenti e persone che potessero confermare quanto il campione toscano si sia adoperato per una causa giusta.
I Goldenberg. Una famiglia di quattro persone che Bartali nascose durante la Seconda guerra mondiale, per salvarli dal nazifascismo. Il campione non fece solo questo: fu il cardinale di Firenze, Elia Dalla Costa, anch’egli Giusto tra le nazioni dal 2012, a coinvolgerlo nel salvataggio di circa 800 ebrei.

 

 

 

«Papà disse sì, nonostante i pericoli. Era un uomo coraggioso. Prendeva i documenti dalla Curia, li nascondeva nel telaio della bici e li portava ad Assisi, in un convento, o a Roma, in Vaticano».
Un rischio enorme, pedalando da Firenze a Roma, in piena guerra, con strade distrutte e controllate dai militari: «E tutto in giornata, così nessuno poteva sospettare. Papà veniva fermato dalle pattuglie ma era Bartali e si stava allenando, no?», sorride Andrea, sguardo sornione e orgoglioso.
Firenze-Roma in giornata? «Era abituato, si allenava andando in bici da Firenze a Milano. Ho provato a calcolare con lui quanti chilometri abbia percorso nella sua carriera. Gli dissi che potevano essere più di un milione di chilometri pedalando. Disse solo: “Facciamo 700 mila, così non se ne parla più”».

 

 

 

E pensare, invece, che di Ginettaccio si parla ancora, e non solo per il ciclismo. Anche Andrea ha avuto la bicicletta come passione? «Per carità. Quando la Legnano, la casa per cui correva mio padre, mi regalò una bicicletta su misura – avrò avuto sei o sette anni – lui non voleva che uscissi dal cancello. Poi, un giorno, la bici sparì. E lui riuscì a convincermi che era colpa mia: “Vedi Andrea, la bicicletta non ti piace, altrimenti non l’avresti persa. Guarda me, che me la porto in camera, ci parlo, l’accarezzo. Tu, invece, chissà dove l’hai lasciata”. In realtà, temeva che uscendo diventasse pericolosa e la sequestrò».
Sapeva, Gino, che di bicicletta si può anche morire, come capitò a suo fratello Giulio, di due anni più giovane, investito durante una gara di dilettanti. E come, anni dopo, capiterà al fratello di Fausto Coppi, Serse. E forse è per questo che quella di Gino, di bicicletta, ha avuto il compito di salvare dalla morte 800 persone. Ma in silenzio, perché «il bene si fa, non si dice».

 

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover l'emblematica entrata del campo di concentramento di Auschwitz, con la famigerata scritta in alto sul cancello.

Poi con riferimento a Gino Bartali, segnalando che ho parlato con suo figlio Andrea nel giorno della presentazione del libro per i "50 del Panathlon Rovigo" nel quale ho raccontato la storia degli "Olimpionici & Gentlemen" , praticamente la Top Ten Made in Polesine che partecipò alle varie Olimpiadi, ecco in Municipio da sx Giovanni Cattozzi, Faustino Coppi, Andrea Bartali e il sottoscritto Serrgio Sottovia.

Quindi la foto con da sx Faustino Coppi ( al quale ho donato uno speciale DVD edito dalla De Agostini sul Ciclismo dei Grandi Coppi & Bartali per farne una copia per Andrea) , Bruno Piva Presidente Panathlon, Andrea Bartali, Fausto Merchiori sindaco di Rovigo, Giovanni Cattozzi, Leonardo Raito, Silvio Martinello.

A seguire le immagini trasmessemi insieme alla Irena Sendler Story e che mostrano quanto tragica fosse la situazione degli internati nei campi di concentramento di Auschwitz; immagini che non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni visto anche le didascalie incorporate.

 

 

 

 

 

 


Per quanto riguarda invece la News che abbiamo riportato dalla Famiglia Cristiana e che parlano dei fatti per i quali Gino Bartali fu dichiarato 'Giusto d'Israele', vi proponiamo ...il ricordo odierno del 'Campione' visto in TV dove sua figlia l'ha ricordato e si è commossa durante la trasmissione de "La Vita in diretta" quando ha parlato anche della testimonianza diretta di Giorgio Godemberg e del fatto, confermatomi dallo stesso Andrea nel 2009, che 'nessuno' in famiglia aveva mai saputo fino ...ad allora, dei 'lasciapassare' portati da papà Gino da Roma ad Assisi, durante la guerra.

Fermo restando che in chiusura onoriamo in sequenza le donne della Shoah , partendo dalla sopravvissuta Andra Bucci fino a Irena Sendler ...Premio Nobel mancato , ma che salvò circa 2500 bambini Ebrei da volontaria nel Ghetto di Varsavia.

 

Don G. S. & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it