Papa Wojtyla “Portiere” del Giubileo degli Sportivi 2000/ All’Olimpico di Roma for CSI & Sacro Cuore di Rovigo e…
Era domenica 29 ottobre 2000 … tanto tempo fa, anzi it was tomorrow! E all’Olimpico di Roma c’era il Papa.
Colui che “as Karol” ha giocato in porta ed è stato attore di teatro. E che poi partendo cardinale da Cracovia si è ritrovato (ricordate il suo “se sbaglio mi corrigerete…, ma anche “Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo”…) sul trono di Pietro a Roma col nome di Papa Giovanni Paolo II°.
Una Lunga Vita da “papa in cammino” tra i Giovani e la Sofferenza della Chiesa e dell’Uomo.
Non ho detto che Papa Wojtyla è ‘diventato’ Santo, semplicemente perché lui , più che Sua Santità è SEMPRE stato SANTO, anche se la Chiesa lo ha nominato dopo ‘questa nostra storia datata agosto 2007.
Certo potrei aggiungere altre cose rispetto a quanto già raccontato.
Anche al riguardo di “quella mattina” in Piazza San Pietro dove “Karol il portiere abituato a volare tra i pali” ha stravolto il cerimoniale, è sceso dalla Papa Mobile e si è avvicinato ai malati ‘festanti’ sulla scalinata della Basilica, abbracciandoli come ha subito (straordinaria sorpresa) coi ‘dirimpettai bambini del Sacro Cuore di Rovigo ‘capitanati’ da Suor Laura…
Per parte mia, aggiungo solo che il sottoscritto era lì ‘da genitore’ e che straordinariamente quel mercoledì in Piazza San Pietro si è ritrovato i figli Alberto e Stefano tra le braccia del Papa Santo ( con successiva relativa documentazione fotografica, come peraltro per altri bambini del sacro Cuore di Rovigo) .
Fermo restando che con l’occasione vi propongo anche ( ma solo alcune) altre ‘significative visite’ di Sportivi Polesani, benedette sia da Papa Wojtyla che da altri Papi precedenti.
Anche per questo ri-pubblico volentieri, datata 20.08.2007 e in sequenza cronologica su questa rubrica, quelle sensazioni ‘sportive e morali’ che non possono prescindere dal GIUBILEO DEGLI SPORTIVI e da Papa Wojtyla ( ex portiere e ottimo sciatore) sul ‘prato verde della speranza’ all’Olimpici di Roma in data 29 ottobre 2000, una domenica cui hanno partecipato anche amici e istituzioni sportive e religiose polesane.
Aggiungendo in Appendice News quanto è stato scritto a proposito del Giubileo degli Sportivi sul sito polesano della società Villa Azzurra attenta al Settore Giovanile ( cioè dal sito www.villaazzurra.it , ma ricordiamo per tutti l’impegno pluriennale e appassionato del ‘gran dirigente’ Riberto).
PAPA WOJTYLA “PORTIERE” DEL GIUBILEO DEGLI SPORTIVI ALL’OLIMPICO DI ROMA ( Era domenica 29 ottobre 2000 … tanto tempo fa, anzi oggi…)
<< Il Papa all'Olimpico, domenica 29 ottobre 2000, momento culmine del Giubileo degli sportivi. Il giorno prima al simposio "Nel tempo del Giubileo, il volto e l'anima dello sport" , Candido Cannavò della Gazzetta dello Sport, Xavier Jacobelli di Tuttosport, Mario Sconcerti del Corriere dello Sport hanno argomentato sull'importanza e la trasparenza dello sport, davanti a 6000 tute. C'erano i campioni, ma c'erano anche propagandisti semplici di sport, come i ragazzi del CSI arrivati con 80 pullman da ogni parte d'Italia. Tra loro anche quelli del Comitato di Rovigo del presidente Giovanni Cattozzi e don Giulio Bernardinello, presidente nazionale dell'Anspi. " Un 'emozione forte - mi ha raccontato Massimo Cattozzo, uno del gruppo, uno che ha masticato calcio soltanto a livello di Terza categoria nel Sant'Apollinare degli anni '70 e un anno in Seconda con la Bosarese".
A loro e al mondo cattolico radunato nella sala Nervi, il Papa nel suo discorso aveva detto: " Le esigenze del giusto e meritato svago non possono portare detrimento all'obbligo del fedele di santificare la festa, al contrario nel giorno del Signore l'attività sportiva va inserita in un contesto di serena distensione che favorisca lo stare insieme e la crescita nella comunione, specialmente familiare".
Un discorso mirato, certo, per migliaia di pellegrini sportivi corsi a Roma per segnare il proprio ' gol ', varcare cioè la Porta Santa, che significa Giubileo.
All'Olimpico , appunto domenica 29 ottobre 2000, il Papa ha fatto gol per tutti. E' bastata la sua presenza , emblema di un messaggio da interiorizzare, per migliorare lo sport.
Bisognava scomodare un Papa per riuscirci . Una domenica unica: nessun ferito, nessun coro razzista, zero espulsi. Quel giorno la Nazionale Italiana e il Resto del Mondo hanno pareggiato a reti bianche. Sul campo spettacolo senza isterismi, ma tanta emozione e sentimenti. Una partita "condizionata dalla splendida presenza di un insolito spettatore".
Per un mondo sportivo migliore, dove chi deve cambiare è comunque l'uomo, quindi siamo noi. E domenica 29 ottobre ha segnato un confine, un punto di non ritorno. E noi siamo cambiati, nel senso che la tolleranza è finita. Noi che abbiamo stampato le foto di chi si è inginocchiato davanti al Papa, di chi ha letto i bei messaggi di speranza, di chi ha fatto a gara per non mancare.
A tal proposito, propone una grande rivoluzione morale il giornalista Alberto Caprotti che ha commentato:" Belle frasi, grandi afflati, tutti buoni, tutti perfetti. Ma abbiamo le foto e quelle sventoleremo loro in faccia in futuro se e quando sbaglieranno ancora, se e quando continueranno a tradire lo sport come se nulla fosse. Finora sono stati offerti altri modelli, altri ideali, ma col fatalista disimpegno, siamo andati a comprarci quattro decoder digitali per non perdere "l'altro" sport. Dal Papa del Giubileo è arrivata la forza nuova da più in alto e le settantamila anime dell'Olimpico non stavano recitando".
Certo un'onda difficile da dimenticare. Per questo bisognerà aggiornare il calendario, cerchiare di rosso quel 29 ottobre scivolato via come un torrentello in secca sulla coscienza di molti. Ma per chi sa che l'acqua è vita, il GIUBILEO DEGLI SPORTIVI è stato un mare in tempesta. Appunto un'onda che sarà difficile da dimenticare.
Agli sportivi del Terzo Millennio, come un quadro senza titolo, avrei potuto dedicare la foto del Giubileo, segnalando due bianchi richiami. Quello del Papa in macchina sulla pista dell'Olimpico e sullo sfondo quello delineato dai pali della porta. Oppure avrei potuto dedicare la foto pubblicata dal settimanale Gente col neo Papa Ratzinger (il 24 aprile in Piazza San Pietro dopo aver celebrato la messa, il giorno stesso del suo insediamento) e con Massimo Cattozzo in primo piano tra la folla festante. Come dire ' la fede nel segno della continuità' da Papa Woityla a Papa Ratzinger, non solo per il buon Massimo Cattozzo 'sempre presente'. Però preferisco pubblicare una foto specialissima, quella di Papa Wojtyla che nell'aprile del 1987 in Piazza San Pietro abbraccia quel bambino vestito di giallo (Alberto) con alle spalle suo fratello Stefano (maglietta a strisce rosse ) e suo padre Sergio (col fazzoletto giallo al collo ). Quel giorno i bambini del Sacro Cuore di Rovigo e i loro genitori ( in foto, con a sx l'occhialuto Dario Curtarello, procuratore di Rovigo) avevano assistito ad uno strabiliante stravolgimento del cerimoniale, se pensiamo che la Sicurezza del Vaticano aveva poco tempo prima dovuto fare i conti con l'attentato di Alì Agca. Ebbene, quel giorno, il Papa fermo la sua papa-mobile per scendere e salutare di portatori di handicap, proprio dirimpettai al 'Gruppo di Rovigo'. Ebbene le Suore del Cuore Sacro e i festosi saluti dei bambini di Rovigo hanno fatto il miracolo: il Papa ha attraversato 'la strada' ed è andato ad abbracciare il 'mondo dei bambini'. Ecco il messaggio che ha testimoniato tante volte in 'giro per il mondo' : non bisogna aver paura, per andare verso il futuro bisogna andare con la gente e coi bambini in modo particolare. Come ha fatto quel giorno del Giubileo con gli sportivi dell'Olimpico di Roma. Quel giorno tra di loro e attorno a loro, c'era tanta gente in festa e il verde del campo.
Ecco quello che dovrebbe essere il calcio, cioè quello che il sottoscritto, al di là della sua evoluzione ‘anagrammatica’ da Sergio Sottovia a Giotto Verossia o Risotto Segovia, vorrebbe continuare a raccontare anche in questa nuova stagione, tra Made in Ro e Polesine Gol.>>
APPENDICE NEWS (by www.usvillaazzurra.it ) / GRAZIE GRANDE KAROL / "UN GRANDE UOMO DEL NOSTRO TEMPO" /
<< Un uomo che ha aperto, anzi spalancato le porte a Cristo, nella sua vita e ciò lo ha reso testimone “con una forza da gigante”. Capace di spendersi e di amare, di ascoltare e giudicare, di offrire e di pellegrinare. Fino a diventare protagonista della storia, perché ha incarnato e segnato il Novecento, e fino a rendersi, nei lunghi anni della malattia, totalmente trasparente dell’Amore di cui era innamorato.È diventato famoso con i viaggi nel mondo, 104 (e 146 in Italia), ma quei viaggi erano un vorticoso incrociare sguardi e stringere mani, a milioni, quasi volesse incontrare gli uomini uno a uno, avere qualche minuto per ciascuna persona, poterla abbracciare dicendole “non avere paura!”. Uno slancio, uno struggimento che ha accettato il rischio della controversia e dell’inquieto vivere: ricordiamo bene l’ostilità con cui tanti media e tanta opinione pubblica, inclusa parte di quella cattolica, hanno accompagnato per parecchi anni il pontificato - per poi quasi “arrendersi” a lui, riconoscendolo come padre o almeno come “grande della nostra epoca”, massimo titolo che la modernità è disposta a concedere.
In realtà la sua fede “forte, generosa, apostolica” si è imposta nel tempo davanti a tutti. Nelle parole di Benedetto XVI (“insieme per 23 anni”) si coglie appieno la personalità di Giovanni Paolo II: attratto da Cristo con tutto il suo essere (“si immergeva nell’incontro con Lui”), è “rimasto sempre una roccia”, “ci ha aiutato a non avere paura della verità che è garanzia della libertà”. E così ha saputo sfidare il potere del mondo, pagando anche un prezzo di sangue, restituendo al cristianesimo (e cioè all’uomo cristiano) la dimensione della speranza che era stata “ceduta” al marxismo e all’ideologia del progresso.
In questo modo Giovanni Paolo II, il papa “venuto da lontano” secondo il bel titolo del film di Krysztof Zanussi, ha introdotto la Chiesa nel Terzo Millennio, che era il “compito” che gli aveva affidato il cardinale Wyszynski. Cioè ha potuto riscuotere la fede dalla tentazione del declino, dell’inerzia, del sentimentalismo, riproponendo l’attualità incendiaria della persona vivente del Cristo.
"OGGI PER NOI E' SANTO"
Da bambino ha giocato a calcio con il ruolo di portiere. Per 27 anni è stato il Papa di tutta l'umanità senza nessuna distinzione, ha dialogato con tutti, dai credenti e non, dagli ultimi ai grandi potenti della terra senza paura.
Cosi sul diario della nostra società U.S. Villa Azzurra ho scritto:
"Sabato 02 aprile 2005" alle ore 15,30. Spasima l’allegra combriccola dei Pulcini in attesa della gara in programma, mentre un’inquieta apprensione s’impone tra gli adulti. Un grande uomo sta spegnendosi; prima lavoratore e sportivo, poi successore di Pietro. E' riuscito a parlare al cuore di tutti gli uomini. I "Bambini e giovani" sono stati i suoi prediletti “perché loro saranno il bene futuro del mondo”. Ore 21,37 Wojtyla ci lascia: “GRAZIE GRANDE KAROL” oggi tutto il mondo si sveglia orfano della Tua presenza ma ricco della "TUA GRANDE LEZIONE DI VITA". La Redazione>>
EXTRATIME by SS/ La cover è per Papa Wojtyla che ad aprile 1987 abbraccia Aby & i bambini di Rovigo.
Poi nella fotogallery ripartiamo dal ‘Papa/portiere” , cioè da Papa Wojtylia che apre al “Porta del Giubileo del Terzo Millennio”.
Per quanto riguarda alcune altre ‘visite’ polesane nella Città del Vaticano, vi proponiamo innanzitutto quella di Giovanni Cattozzo (quarto da sx, calciatore in serie A), in visita a Papa Giovanni XXIII’.
A seguire la visita ‘rugbystica’ della Sanson Rovigo ‘accompagnata’ da Don Mario Bisaglia da Papa Wojtyla, poi il calciatore Massimo Albiero (in visita da’ azzurro Italia’) tra Papa Wojtyla e Giovanni Leone presidente della Repubblica Italiana, quindi la foto panoramica dell’abbraccio in cover di Papa Wojtyla nel 1987 al gruppo bambini /genitori della Scuola Sacro Cuore.di Rovigo (i prima fila i baby Alberto e Stefano con papà Sergio alle loro spalle)
Con riferimento al Giubileo degli Sportivi e a Papa Wojtyla “TRA I GIOVANI DI TUTTO IL MONDO” in quell’evento straordinario datato anno 2000, ma anche all’amico Massimo Cattozzo prematuramente scomparso, eccovi la ‘sua’ foto panoramica della partita della Nazionale Italiana nel saluto ‘papale’ da centrocampo.
A seguire la ‘sua’ foto del saluto di Papa Wojtyla nel giro dell’Olimpico sulla papa/mobile scoperta.
Quindi, con riferimento allo stesso Massimo Cattozzo, vi proponiamo la sua presenza (al centro con gli occhiali scuri sulla fronte) in Piazza San Pietro nella prima ‘uscita ufficiale’ tra i fedeli del neo Papa Ratzinger / Benedetto XVI ( trattasi della prima pagina del settimanale ‘Gente’).
Infine, ben sapendo che in data 13 aprile 2011 alle ore 10.30 ( come da lettera in nostre mani) nel Corso della Udienza Generale del Santo Padre, una giovane polesana ha avuto la fortuna di ‘incontrare’ Papa Ratzinger, ecco che vi proponiamo come last photo ( e proprio perché siamo in Extratime) la straordinaria coppia di santi formata da Maria Teresa di Calcutta e Papa Wojtyla.
20.08.2007
Sergio Sottovia
www.polesinesport.it