PIETRO CAVALLARI / Globetrotter al Sud, poi come DS ha fatto ‘grandi’ Adriese, Rovigo e Arianese


31/05/2010

E Albiero, Tivelli, Malaman etc etc.... Con Pietro Cavallari, classe 1931, si entra direttamente nelle pieghe del calcio e del suo sottobosco organizzato. Quasi libero calciatore nel 1950, attaccante velocissimo e maligno, dopo l’Arianese approda alla Mestrina di Giacomo Blason; breve parentesi in prestito all’Adriese, dove gioca alla grande un’Adriese - Cremonese vista da tanti osservatori. Alla Spal di Mazza farebbe comodo, ma spendendo poco: ci pensi Cavallari a liberarsi dalla Mestrina.
Pietro Cavallari ci prova, col segretario che lo presenta al nuovo allenatore mestrino Guido Testolina. Questi si ricorda di quella partita Adriese - Cremonese e domanda: “Che numero avevi ?”. Risposta obbligata di Piero Cavallari: “L’11”.
Apriti cielo, quel giorno aveva fatto mirabilie. Così s’illumina Testolina: “ Finché ci sarò io mai e poi mai andrai via dalla Mestrina”. Valeva tanta stima, ricambiata perché la Mestrina sale in C1.
Poi Cavallari fa il giramondo, nelle quarte Serie, quella D, nel Meridione: 1955/56 la Juventina di Palermo, e in sequenza Modica (Ragusa), Vigor Nicastro (Catanzaro) con una trentina di goal fatti. Nel 58/59 lo acquista il Crotone e la Gazzetta del Sud ne esalta qualità e le gesta.
Come di quel goal da cineteca: lancio lungo, di Volpi (ex Brescia), grande scatto di Cavallari e sul pallone che lo scavalca va a battere di controbalzo insaccando un missile.

Cavallari trova il tempo per delle variazioni sul tema e lo troviamo a Losanna in prova, poi in Spagna per divertimento estivo. Gioca due anni con l’Acireale, un anno ad Arcore nel 1961/62.  Sui trent’anni cerca assestamento dalle sue parti, per due anni a Contarina, poi da allenatore - giocatore sta cinque – anni - cinque con l’Arianese portando la squadra in prima Categoria.
Successe nel 66/67, quando l’Arianese con Piero Cavallari allenatore-giocatore vinse il campionato di Seconda categoria battendo 1 a 0 il Grignano, nello spareggio sul neutro di Adria, dopo i tempi supplementari. Fu match winner Zorzan lo specialista dei calci piazzati, mentre il Grignano aveva sprecato due rigori.

I pronostici davano favorite Grignano, Adriese, Ficarolo e solo outsider l’Arianese. Ma l’esperienza del 36enne Cavallari aveva fatto da collante alla rosa composta da Cavecchia, Denti, Zorzan,Cesarotto, Pomaro, Cavallari, Tivelli Walter, Fonso, Trentin, Cavalieri,  Mazzucco, di fronte ai quali si è dovuto arrendere il Grignano allenato da Minozzi e che contava su Rigobello in porta, Peveratti, Gomiero, Milan, Barison, Granziero, Cappello, Andrioli, Astolfi, Tartari e Milani. Giusto l’anno del Loreo allenato da Costante Mantoan, che faceva ancora apparizioni come giocatore.

Era un calciatore opportunista a tutto tondo Cavallari. Come quando, a Mestre, qualcuno gli dava 100 lire per giro di campo. Ebbene Pietro era instancabile, perciò il committente revocò quell’incarico troppo oneroso. Una volta, Piero, a Crotone era stato imposto dal presidente all’allenatore che lo voleva scaricare; per questo l’allenatore voleva fargliela pagare, ma lui Cavallari non aveva architettato niente. Poi sul campo si meritò anche la conferma dall’allenatore.
Pietro Cavallari ha sempre giocato da furbo. Fintava di non pressare il difensore, poi voilà una piroetta e rubava la palla che magari stava uscendo sul fondo. Ha fatto pazzie per il calcio, anche a 37 anni quando gestiva un bar ad Ariano e lo chiudeva prima del tempo per andare a vincere il Tavolini al Mazza di Ferrara, col Serravalle o col Copparo. Fece anche finta di zoppicare per favorirsi un’occasione da sfruttare. Cosa che poi rimarcò in campionato al suo diretto marcatore, quando col Contarina segnarono sia lui che Scabin contro una squadra molto più forte, che però  aveva il cattivo gusto di  sfottere i tifosi polesani.

“Gli feci pagare la scarsa sportività – precisa con grinta Cavallari – e gli ricordai anche che ...ero sempre  quello del famoso torneo notturno”.
Oltre 200 reti ha segnato il Cavallari calciatore. Ha fatto anche l’allenatore Pietro Cavallari e spesso a tempo pieno con le squadre del settore giovanile.
Per questo si spostava anche con la famiglia, com’è stato a Cavarzere nel 71/72, poi nel periodo dal ’72 al ’92 con i granata dell’Adriese al tempo dei presidenti Folco e Arnaldo Cavallari, il padre padrone della Ciabatta Italia Adriese.
E’ lì che ha plasmato bravi giocatori e qualche gioiello.
Poi la sua voglia di proporre, di vendere il proprio prodotto,  cioè i suoi calciatori, gli ha fatto guadagnare la stima di Paolo Mazza e della Spal, e di altri potenti del calcio maggiore.

Tra i primi che fece approdare alla Spal, furono Giovanni Zagati e Claudio Cacciatori, però è soprattutto Massimo Albiero quello che, oltre alle proprie doti, deve ringraziare anche la faccia tosta e la cocciutaggine di Pietro Cavallari.
Lo ricorda anche la Gazzetta dello Sport - Illustrata, del 26.4.80, con un servizio a due pagine su Massimo Albiero.
Questo l’incipit:” Non lo volle l’Inter, non lo voleva neppure la Spal.” E poi:” Cavallari tanto fece, tanto insistette che, per levarsi di torno quello che ormai era diventato uno scocciatore, lo accontentarono. Dopo la nuova prova però gli strinsero la mano, l’affare era concluso.” Così fu lanciato da Caciagli in Serie C. Poi, tutti sanno, per Albiero arrivò la Serie B e la Serie A.

Cavallari precisa:” Era stata solo l’emozione a bloccare Albiero. Lo conoscevo troppo bene, sapevo che valeva tanto e per questo insistetti con Mazza direttamente. Per fortuna Mazza acconsentì senza che Ottavio Ferraresi, che aveva stilato il precedente rapporto si sentisse tagliata la faccia.”
Anche le conoscenze fatte al Sud servirono a Cavallari per lanciare i suoi ragazzi. E’ capitato così anche quando dal ’78 all’81 passò un triennio al Rovigo dei presidenti Tosi e Pavanini. Fece approdare Lazzarini al Brescia di mister Lamberti, quello che era a Nola quando Cavallari giocava a Crotone. Spesso ha fatto da tutor ad allenatori emergenti. A Rovigo ha avuto Spolaore, ad Adria Carnacina, Manfrini e Garbin.  Qualche volta ha finito la stagione in panchina, al posto dell’allenatore esonerato: era il pass par tout per l’emergenza. Ha fatto anche due stagioni con il Villadose, vittoria e salto in Seconda con Menegatti giocatore-allenatore e alcuni ragazzi della sua ex Adriese: Talpo, Benetti, Gorda e qualche altro.
Poi Piero ha fatto ritorno all’Arianese, dal 95/96, sino al giorno d’oggi, col presidente Lodovico Avanzi.

Il primo anno con Mario Manfrini per la rifondazione, poi con Maurizio Menegatti per un ciclo storico. Quello del mosaico rossonero della doppia scalata dalla Seconda alla Promozione,  passando attraverso la vittoria della Coppa Veneto.
E all’ Arianese il “vecchio” Cavallari ha fatto di tutto e di più.
Ciccio Siligardi, il suo allenatore in Serie D al Nicastro lo definì:<<Opportunista del gol, ala tipica, geniale nella varietà del gioco, freddo>>.
Ebbene,Piero “camaleonte” Cavallari, quelle doti le porta tuttora con sé. Nel 98/99 è stato il ds dell’Arianese progettata per vincere. Aveva scelto come allenatore Carlo Spolaore sua vecchia conoscenza, ma i risultati non sono arrivati e l ’ Arianese si è riaffidata a Menegatti finendo sullo stesso trend di un’incompiuta. In estate il ds Piero Cavallari ha rifatto il look alla sua Arianese, secondo il vangelo dello zonaiolo Menegatti.

E quell’Arianese rinnovata ha sfiorato il salto in Eccellenza, perché a Mogliano Veneto ha perso lo spareggio col Fossalta. Ma l’Eccellenza é arrivata l’anno dopo con Garbin. Poi c’é stato Cavallari-Cleto, Cavallari-Menegatti, adesso c’è Cavallari-Lugarini, con Piero contento di decidere.
C’è una cosa che non sopporta il flemmatico Piero ?
“ Le espulsioni per inutili proteste. A cosa serve, a cosa serve – è l’intercalare del buon Piero – Glielo dico sempre ai giocatori”. Quante volte il navigato Cavallari mi ha ripetuto questo refrain mentre l’accompagno a casa dopo ogni partita casalinga. Sarà un caso, ma quest’anno che sulla panchina dell’Arianese 2004-05 protagonista in Eccellenza pesano le scelte di Cavallari, il problema Modena-espulsioni non esiste più e poi...il pigmalione Piero, come fece per Albiero, ha lanciato Mirko Chiarion (classe ’88), per la serie saranno famosi.
Un personaggio speciale l’evergreen Piero Cavallari. Potrebbe raccontare aneddoti su tutto: dal caso Sacchi-Van Basten-Berlusconi al caso Parmalat, al rumeno Stoikovic. Nessuno come lui ha vissuto dentro il calcio e dentro la vita.

EXTRATIME/ Signori, quella sopra è la Cavallari Pietro Story pubblicata nel mio primo libro Polesine Gol. Questo mio inserimento su “Polesani nel Mondo’ vuole essere il mio ‘Leone d’Oro’ alla carriera. Se poi Ariano nel Polesine volesse premiare i suoi tanti “Campioni & Signori” in modo istituzionale ( ma il discorso vale anche per Porto Viro, Porto Tolle, Lendinara, Badia etc etc come hanno già fatto istituzionalmente Rovigo, Adria, Taglio di Po, Crespino, Giacciano con Baruchella, Castelmassa) allora il sottoscritto sarebbe felice ( per loro) di registrare un’altra ‘stellina’ nel firmamento dei Comuni della Provincia di Rovigo.
Per intanto segnalo che nella fotogallery della Cavallari Story ho messo Piero l’evergreen  in apertura assieme ad Avanzi, quindi il Piero primo allenatore dell’Arianese 1969, quindi ds del Rovigo 1979 ( assieme a Castagner & Company del Perugia) e ds con l’Adriese 1980 di Mario Scarpa il baffo da Goro e con l’Adriese 1991 di mister Mario Manfrini. Per quanto riguarda la ‘sua’ Arianese a cavallo del Terzo Millenio, eccolo con l’Arianese 1991 della troika Lodovico Avanzi, Piero Cavallari e Maurizio Menegatti. Poi dirigente assieme agli storici polesani Toni Scabin, Bonandini e Rosestolato dello Scardovari e il presidente Avanzi dell’Arianese. Quindi con l’Arianese winner 2001-02 di Fabio Garbin,ed infine con la sua ultima Grande Arianese 2005 in Eccellenza ( festeggiato dai nipotini) e poi da mister assieme a Biasiolo, per un previsto 'traghettata a scendere' dall'Eccellenza alla Prima categoria.



Sergio Sottovia
www.polesinesport.it.