Ponzetti Ercole “Ovale in Paradiso” con Papa Wojtyla, Maci Battaglini, Carwyn James, Julien Saby, Doro Quaglio e 3 scudetti "Bersaglieri"


06/01/2011

Padre di tanti "Bersaglieri" e di Skating Club Boys. Questa è la storia di un “Signore” che ci lascia e fa da apripista a quella di Dirk Naudè già programmata by Raffaello Franco e che perciò ‘seguirà’ subito in sequenza. E per entrambi vi propongo un minuto di silenzio, poi ...c'é la 'storia'.
ERCOLE PONZETTI STORY – IL PARADISO OVALE (by Raffaello Franco)
<<Gennaio piange un altro grande personaggio della Rugby Rovigo. Il secondo giorno del 2011 ha salutato la vita terrena dell’avvocato Ercole Ponzetti, ex giocatore ed ex presidente della Grande Rugby Rovigo. L’anno scorso, sempre in una fredda domenica di Gennaio, se n’era andato un altro grande ed indimenticato campione del rugby, il sudafricano Dirk Naudé, un altro che scrisse pagine epiche della storia dei “Bersaglieri”. Aveva solo 57 anni il gigante Dirk ed è stato tradito dal cuore, lo stesso grande cuore che aveva sempre gettato oltre l’ostacolo; 84 ne aveva l’avvocato Ponzetti e se n’è andato in silenzio, com’era nel suo stile, dignitoso e sereno a conclusione di una lunga e sofferta malattia. Entrambi erano accomunati dalla grande passione per il rugby in generale e per i colori rossoblu in particolare ed entrambi avevano vissuto, pur in ruoli diversi, l’epoca d’oro dei “Bersaglieri” sul finire degli anni ’70 del secolo scorso, l’epoca nella quale la Sanson Rovigo era conosciuta e temuta da tutti. Se ne sono andati in punta di piedi, a distanza di dodici mesi l’uno dall’altro, in una fredda domenica all’alba del nuovo anno. Ci hanno salutato per sempre, ma quel che hanno fatto rimarrà scritto a caratteri d’oro nel libro dei “Bersaglieri”. Per questo vogliamo ricordare queste due straordinarie figure dello sport polesano, due uomini che hanno dato molto ad uno sport straordinario com’è il rugby e che hanno contribuito a portare lustro alla città di Rovigo attraverso quella palla ovale che oggi è un po’ più sola.

 

 

LAW & RUGBY
“Uomo di legge ed uomo di sport”. Con questa frase si può sintetizzare la figura dell’avvocato Ercole Ponzetti, morto all’età di ottantaquattro anni ben vissuti e per la gran parte dei quali dedicati alla professione ed al rugby. L’Avvocato ci teneva a sottolineare questo suo profilo: «Non mi sono mai occupato di politica ma nella mia vita ho sempre messo al primo posto la famiglia e poi le mie due grandi passioni: il lavoro ed il rugby», tutte cose che hanno portato grosse soddisfazioni a Ponzetti. Non molto tempo fa fu premiato dall’Ordine degli Avvocati della Provincia di Rovigo con un distintivo d’oro raffigurante l’effige della bilancia, simbolo di giustizia, per i 50 anni di attività. Ercole Ponzetti infatti, si era laureato in giurisprudenza all'Università di Ferrara il 17 novembre del 1950 ed era iscritto all'albo degli avvocati dal 5 luglio del 1952 ed ancora fino a poco tempo fa, se transitavate la mattina di buon’ora per il Corso del Popolo, lo potevate vedere entrare nell’androne di Palazzo INA dove ha sede il suo studio, pronto ad iniziare una nuova lunghissima giornata lavorativa, immerso tra  faldoni di carte processuali e sentenze.
Ma l’avvocato Ponzetti, in oltre cinquant’anni di onorata carriera, non vantava solo chissà quante vittorie nei processi, ma poteva fregiarsi anche di un paio di tricolori guadagnati grazie all’altra sua grande passione: il rugby.
A dire il vero, i tricolori conquistati dall’Avvocato sarebbero stati tre (due da giocatore ed uno da presidente) e se la fortuna avesse girato in maniera diversa, forse, anche qualcuno in più.

 

 

Gli inizi, nel primo dopoguerra, sono nella L.A.U.R. (Libera Associazione Universitari Rodigini) che come attività sportivo-ricreativa praticava il gioco del rugby. Molti di quegli studenti, man mano che maturavano tecnicamente, si trasferivano nella prima squadra della Rugby Rovigo. Tra di loro c’era anche il nostro Ercole Ponzetti che fece il suo debutto, nel ruolo di trequarti centro, con gli uomini di “Maci” Battaglini nel campionato 1946 – 1947. E’ un campionato che risente ancora degli strascichi della guerra ma il rugby, a Rovigo, è già una realtà affermata. In quella stagione si laurea campione d’Italia la Ginnastica Torino, mentre i “Bersaglieri” si arrendono in semifinale. Da quel campionato, Rovigo, non scenderà più dal podio e finalmente, nella stagione 1950 – 1951, conquista il primo tricolore della sua storia grazie ad una squadra che negli anni a venire verrà considerata la più forte d’Italia e verrà guardata con grande rispetto anche all’estero.
L’anno successivo è ancora tricolore per il Rovigo ma ad Ercole Ponzetti non viene riconosciuto il titolo di campione d’Italia. La Federazione Italiana Rugby, infatti, riconosce campione nazionale consegnando un diploma celebrativo, solo chi è sceso in campo per almeno cinque incontri nel corso del torneo. Troppo poche le quattro giornate totalizzate da Ponzetti che aveva terminato la sua breve carriera da giocatore alla 4ª di campionato, contro il Petrarca Padova:«Giornata da lupi – ricordava l’Avvocato – faceva molto freddo. La pioggia ed il vento sferzavano il campo e noi giocatori. Mi ammalai piuttosto seriamente e da allora mio padre mi impose di smettere con il rugby e di orientare tutte le mie energie solo sullo studio». “Col rugby non te magni” gli ripeteva sovente l’avvocato Arturo! La passione però non si poteva cancellare così facilmente.

 

 

Ercole Ponzetti allora si laurea brillantemente in giurisprudenza e pian piano matura la decisione di dare il suo contributo alla Rugby Rovigo come dirigente. Rovigo vive l’era del presidente Lino Rizzieri e l’avvocato Ponzetti diventa uno dei suoi principali collaboratori. Suo il merito di aver riportato a Rovigo Isidoro Quaglio, seconda linea che nel 1967 si era distinto giocando nel campionato francese. Si impegnò in maniera ossessiva per far tornare in Italia una seconda linea del calibro di “Doro” Quaglio che giocando con il Bourgoin si era costruito la fama di ottimo giocatore e dovette lavorare parecchio per riuscire a strapparlo ai francesi. Il ritorno in Polesine di Quaglio cementerà, tra i due, un’amicizia durata fino al giorno nel quale il grande “Doro” salutò per sempre tutti.
Nel 1976 poi, Ercole Ponzetti venne eletto presidente della Rugby Rovigo e resterà in carica fino al 1980. Quel quadriennio fu uno dei più splendenti e straordinari della storia dei “Bersaglieri”: uno scudetto, uno perso discutibilmente nello spareggio di Udine contro il Petrarca Padova ed altri due mancati per un’inezia (2 punti in meno del Treviso nel 1978 ed uno in meno del Petrarca nel 1980, n.d.r.). Erano gli anni dei grandi campioni, dei grandi allenatori e del munifico sponsor Sanson, anni d’oro che sono ancora ben impressi nella mente e nel cuore degli sportivi rodigini.
Conclusa quell’esaltante esperienza da presidente, per l’avvocato Ercole Ponzetti arriva il momento di dedicarsi solo al ruolo di tifoso, anche se tifoso d.o.c. tanto da seguire i rossoblu in tutte le trasferte. Come riconoscimento alla sua fede ed assiduità, i giocatori gli dedicarono una medaglia d’oro che ancora oggi fa bella mostra di se nello studio di Corso del Popolo.
Per un biennio mise inoltre a disposizione di un altro glorioso sodalizio sportivo rodigino l’enorme esperienza accumulata negli anni da dirigente nella Rugby Rovigo. L’allenatore Cesare Zancanaro ed il consigliere Vignaga infatti, gli proposero la presidenza dello Skating Club Rovigo, incarico che l’Avvocato portò a termine con il consueto entusiasmo.

 

 

Ma è con la Rugby Rovigo che Ponzetti passerà alla storia della città. Fortunatamente, durante la sua presidenza, i rossoblu non ebbero mai problemi economici. Grazie anche all’interessamento dell’avvocato Cogo, riuscì ad ottenere la sponsorizzazione dalla Sanson. Teofilo Sanson era una persona squisita e di una signorilità incredibile e non fece mai mancare nemmeno un centesimo ai “Bersaglieri”. Erano stagioni straordinarie, i tifosi erano entusiasti e riempivano lo stadio producendo grossi incassi al botteghino. Negli anni della presidenza Ponzetti inoltre, la Rugby Rovigo ebbe la grande fortuna di avere a disposizione grandissimi collaboratori, persone straordinarie che dedicavano moltissimo del loro tempo libero alla causa rossoblu, senza chiedere nulla in cambio. E l’avvocato è sempre stato riconoscente con tutti i suoi collaboratori, in particolare con Franco Olivieri il quale, oltre ad essere stato un grande giocatore, fu il suo braccio destro negli anni della presidenza. In quegli anni straordinari l’unico grosso problema era quello di riuscire a sistemare i giocatori. Non c’era professionismo nel rugby di allora e la priorità della Società era quella che gli atleti rossoblu trovassero un’occupazione stabile. «Fortunatamente – ricordava l’Avvocato in una recente intervista -  abbiamo raggiunto il nostro obiettivo con tutti, soprattutto grazie agli Istituti di credito ai quali, ancora oggi, sono riconoscente. Tutti i nostri atleti hanno ricambiato i nostri sforzi con l’impegno in campo ma anche nel lavoro. Tutti sono stati degli ottimi sportivi e dei dipendenti efficienti. Con orgoglio posso dire che abbiamo contribuito a farli diventare degli uomini». 

 

 

L’era Ponzetti fu anche caratterizzata dalla presenza di allenatori straordinari! Come non ricordare Julien Saby e Carwyn James, due tecnici di valore assoluto, i migliori allenatori di rugby dell’epoca. Purtroppo Saby non riuscì a portare quel tricolore che Rovigo ha ancora sul gozzo. Vinse solo moralmente quello scudetto! Ricordate il 1977? Quello dello spareggio perso ad Udine per 10 a 9 contro il Petrarca a causa di una meta totalmente irregolare segnata da Dino De Anna che correndo era uscito con un piede, cosa non ravvisata da arbitro e segnalinee? Quello scudetto sarebbe stato rossoblu ed invece il destino lo cucì sul petto dei patavini. I due grandi tecnici erano molto diversi tra di loro. Julien Saby era un grande preparatore atletico mentre Carwyn James fu il più grande tecnico di tutti i tempi. Era capace di leggere subito la partita, prendere decisioni ed apportare le soluzioni necessarie dopo neanche mezzora di gioco. Saby era un uomo preciso in tutte le sue cose mentre James era imprevedibile. E’ sempre il presidente Ponzetti nell’intervista a ricordare  alcuni aneddoti sui due allenatori:«Ricordo ancora che Saby puntualmente tutti i fine mese veniva in sede a ritirare il suo stipendio. Al contrario invece, consegnare l’assegno a James, era sempre un’impresa….dovevo rincorrerlo per settimane. E poi – raccontava sorridendo – Julien non tollerava l’acqua gasata in tavola mentre Carwyn non tollerava l’acqua!»
Non solo tecnici straordinari in quegli anni. La gestione Ponzetti può vantare la presenza in squadra di giocatori indimenticabili. Gente del calibro di Nino Rossi, dei Visentin, dei Zanella, dei Ferracin e poi ancora i grandi stranieri come Thomas, Coetzer, Wiese e Naudé. Quest’ultimo poteva cambiare il risultato di un match in qualsiasi istante. «Una domenica, a Roma - ricordava l’Avvocato - stavamo gettando via una partita da noi dominata fin dalle prime battute; dal punteggio di 13 a 0 a nostro favore, in pochi minuti, ci trovammo sul 13 a 9 e la pressione dell’Algida si faceva sempre più forte. Dirk, quel giorno, era in panchina perché infortunato ad un occhio. Carwyn James intuì che era giunto comunque il suo momento e lo mandò in campo. Bastò il tempo di vincere due touche per trasformarle in altrettante mete e chiudere definitivamente l’incontro a nostro favore grazie a questa fenomenale seconda linea sudafricana».

 

 

Adorava quei ragazzi il grande presidente, ne era letteralmente estasiato. Ricordo come nell’intervista che mi concesse gentilmente per il mensile Area Sport, nel 2006, non fosse in grado di stilare un XV ideale. Insistei con il buon Ercole e allora, a malincuore perchè non avrebbe mai voluto far torto a qualcuno, si espose e snocciolò la formazione ideale del suo periodo da presidente vincente:«Estremo Alessandro “Nane” Zanella, nei tre-quarti metto Nino Rossi ed Alberto “Lola” Osti alle ali e Loredano Zuin e Raffaello Salvan ai centri, mediano d’apertura Stefano Bettarello e mediano di mischia Angelo “Banana” Visentin; in terza linea meritano un posto il sudafricano Andries Coetzer, Narciso Zanella ed Elio De Anna che era anche un ottimo tre-quarti ala; immancabili in seconda linea Giuseppe Favaretto ed il gigante Dirk Naudé, tallonatore senza dubbio Paolo Ferracin e come piloni Luciano Borsetto e Vanzyl “Oss” Wiese. A questi devo anche assolutamente aggiungere il 16°, l’uomo simbolo: “Doro” Quaglio. Grande giocatore ed uomo di una lealtà ed onestà incredibili. Atleta molto forte ma anche molto corretto ed ancora oggi, per me, costituisce un personaggio sportivo da imitare e da prendere come esempio». Allenatore di quel XV straordinario il gallese Carwyn James. A questo XV stellare mancava solo un elemento, un uomo per il quale Ercole Ponzetti nutriva una particolare ammirazione, tanto da considerarlo “la Callas” del rugby ed al quale era legato da una profonda amicizia: Mario “Maci” Battaglini.

 

 

Comunque una grande squadra che è sempre stata motivo d’orgoglio per il Presidente Ponzetti che si è sempre dichiarato onorato del privilegio che ebbe ad essere il presidente della Sanson Rugby Rovigo. In quegli anni le soddisfazioni fioccavano tanto che i sudafricani dicevano che dell’Italia conoscevano solo due città: Roma e Rovigo! Senza dimenticare poi la gioia dello scudetto e l’emozione dell’udienza privata da Papa Giovanni Paolo II, il grande Woitila al quale, proprio il presidente Ponzetti, regalò la maglia rossoblu con il tricolore cucito sul petto. L’Avvocato ebbe anche l’onore di presentare al Pontefice, ad uno ad uno, tutti i suoi campioni. Questo ha voluto dire essere il presidente di quella squadra una delle migliori, forse paragonabile solo a quella dei quattro scudetti consecutivi vinti nei primi anni ‘50. In quella squadra del primo scudetto della storia dei “Bersaglieri” fu protagonista anche Ercole Ponzetti, l’avvocato con i grandi dell’epoca come “Maci” Battaglini; i quattro padovani che con orgoglio indossarono il rossoblu in quel periodo: Stievano, Favaretto, Ferrari e Spagna. Senza dimenticare poi lo straordinario mediano di mischia Aldo Cecchetto detto il “Topa” (Milani, ndr) dotato di una furbizia fuori del comune ed ancora i vari Vicariotto, Gastone Cecchetto, Santopadre, Borsetto, Guandalini, il giovanissimo Navarrini e Battista Sartori che era dotato di grande velocità, tutti grandi protagonisti in quegli anni. E poi, come dimenticare Romano Bettarello? Era famosissimo per le sue finte. E proprio Ercole, giocando nel ruolo di tre-quarti centro, ebbe modo di vedere spesso da vicino le sue formidabili giocate. Abilissimo nelle finte, Romano Bettarello una volta fintando su un’ala avversaria che correva ai limiti della campo, trasse in inganno anche l’arbitro Marascalchi che, solo in un secondo momento, riconobbe il suo errore e si complimentò con Romano per lo straordinario gesto atletico e pensare che aveva un ginocchio malandato che lo tormentò per tutta la vita. Romano era anche un ottimo calciatore ed era dotato di un calcio molto preciso. Uno squadrone indimenticabile capace anche di intimorire le squadre più forti d’Europa tanto che il Rovigo del primo tricolore giocò anche un incontro in Francia contro il Tolone che era campione nazionale e non sfigurò affatto perdendo solamente per 17 a 11. Successivamente il Tolone ricambiò la visita e questa volta furono i “Bersaglieri” ad imporsi sui campioni di Francia! Proprio a quella trasferta francese è legato uno degli episodi più divertenti della pur breve carriera di giocatore del presidente Ercole Ponzetti, uno di quei mille aneddoti che ogni tanto spuntavano tra le amabili conversazioni che tutti i santi giorni si tenevano d’avanti allo Studio Associato Ponzetti e Capellini tra gli inseparabili Ercole Ponzetti, Guido Favaron e Doro Quaglio. Per esigenze di formazione, proprio la domenica prima di partire per Tolone, contro il Milano Ercole Ponzetti giocò nel ruolo di pilone. Così, alla conferenza stampa di presentazione del match con  francesi, i giornalisti transalpini gli chiesero in che ruolo giocasse abitualmente. Sicuro di se rispose che giocava pilone! In un primo momento rimasero tutti attoniti e poi si scatenarono in una sonora risata: cosa volete…non aveva proprio il fisico del pilone il caro Avvocato. Non avrà mai posseduto il fisico del pilone, ma grazie alla sua grande passione ed alla sua enorme disponibilità sviluppò comunque una forza da prima linea, un’energia che fu il motore di un progetto che si rivelò presto vincente.

 

 

EXTRATIME by SS/ La cover è per Ercole Ponzetti ‘campione di rugby, con la tuta del Rovigo Rugby. Poi la fotogallery si apre con la Rovigo Rugby di Maci Battaglini scudettata 1951 e sempre la Rovigo Rugby “Campione d’Italia 1953” di Maci Battaglini allo Stadio dall’Ara di Bologna. Quindi ancora la foto ‘storica’ di Ercole Ponzetti presidente della Rugby Rovigo con i ‘Bersaglieri’ in Vaticano in visita privata da Sua Santità Papa Giovanni Paolo II. Per ricordare il ‘passaggio’ di Ercole Ponzetti in casa Skating Club Rovigo e per ricordare chi l’ha ‘chiamato e coinvolto’ come presidente proponiamo Cesare Zancanaro ‘ancora pattinatore’ (è stato anche allenatore del Calcio Rovigo). E di padre in figlio, presentiamo altre due foto targate ‘today’ Skating Club Rovigo: la prima con gli Allievi e i Maestri e poi con tutti gli ‘attuali’ allievi dello Skating Serramenti Pavanello in posa poster al nuovo pattinodromo intestato guarda caso ad Arturo Ponzetti e che come vice presidente annovera Paolo Ponzetti, storico giornalista de Il Gazzettino.

 

 

Infine per onorare il ‘tifoso rossoblù e padre presidente’ Ercole Ponzetti concludiamo la fotogallery con due foto moderne da Terzo Millennio mostrando alcuni personaggi –figli che lo ricorderanno per sempre. Da Giovanni Raisi ai Checchinato, da Luciano Ravagnani a Ivan Malfatto (nella foto Rugby alla Romanina) e la foto alla stadio Battaglini col quintetto ‘moderno’ Milto Baratella, Ivan Malfatto, Tito Lupini, Carletto Checchinato, Vittorio Cogo. Ma la fotogallery dovrebbe essere infinita, anche pensando ai racconti che mi ha fatto Doro Quaglio, che perciò inseriremo nella storia di Dirk Naudè (sempre by Franco) che pubblicheremo in sequenza a stretto giro di mail.
Perciò chiudiamo salutando Ercole Ponzetti, avvocato in Paradiso, …con un fiore.



Raffaello Franco
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