Premiati by Società Dante Alighieri e Adriatic LNG gli studenti Polesani del concorso letterario “Leggere la Commedia”/ Ha vinto Jacopo Guidorzi (Liceo Classico Rovigo) , 2° posto Andrea De Giuli, 3° Marco Cappato

I Giovani, la Scuola e la Società in generale quest’anno hanno festeggiato il 700° anniversario della morte del ‘sommo poeta’ Dante Alighieri. Con modalità diversi, a partire da eventi culturali fino ad eventi sportivi e musicali.
Anche in questi giorni abbiamo ricevuto segnalazioni specifiche da diverse parti d’Italia, sia a livello di Grandi Università dove sono stati coinvolti tanti prossimi ‘dottori’ , che a livello di personaggi più maturi, come è appena successo all'Università Città di Somma Lombardo per Adulti e Terza Età, per un pomeriggio di grande Teatro con l'attrice e regista Silvia Priori, protagonisti di una "Lezione spettacolo su Dante Alighieri".
Restando in tema ‘hight quality’ , ecco che ci fa piacere segnalare in the world quanto organizzato da chi ha una speciale autorevolezza in merito alla “Storia del Sommo Poeta”, vale a dire la Società Dante Alighieri che in Polesine rappresentata dalla presidente Mirella Rigobello, col sostegno della Adriatic Lng, ha appena portato a termine la speciale iniziativa legata al concorso letterario “Leggere la Commedia” tra gli studenti del Polesine.
E allora visto che parliamo già dei ‘premiati’ , ci piace darvene conto sostanzialmente grazie alle mail trasmesseci da Francesco Astolfi – puntuale addetto stampa della Adriatic Lng – , giusto per partire dalla mission iniziale e citare anche i nomi della ‘giuria’ e arrivare a tutti gli studenti premiati alla fine di un lungo viaggio che , valorizzando il pensiero di Dante, potrà aiutare anche la crescita della società attuale.
Anche per questo, per quanto riguarda il vincitore Jacopo Guidorzi, che oltretutto conosco personalmente perchè by Fetonte city, abbiamo pensato di proporvi in calce come Appendice Flash Story il suo speciale ‘elaborato’ che gli è valso il primo posto meritatamente.
E rimandandovi altresì in calce alla tradizionale Extratime per ulteriori commenti agganciati anche alla fotogallery, eccovi tout court in sequenza anche le due mail trasmesseci by F.A. col quale mi sono sentito anche stamattina.
PRIMA MAIN NEWS ( di Francesco Astolfi, by Adriatic Lng mail 24.06.2021)/ CONCLUSE LE ISCRIZIONI DEGLI STUDENTI PER IL CONCORSO LETTERARIO “LEGGERE LA COMMEDIA OGGI” LANCIATO DALLA SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI COL SOSTEGNO DI ADRIATIC LNG
Si sono chiuse lo scorso 31 maggio le iscrizioni al concorso letterario “Leggere la Commedia oggi”, iniziativa lanciata quest’anno dal Comitato della Società Dante Alighieri di Rovigo grazie al sostegno di Adriatic LNG, in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri.
A contendersi la vittoria saranno 35 studenti delle classi terze e quarte delle seguenti scuole secondarie di secondo grado della provincia di Rovigo: Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo, Liceo Celio-Roccati di Rovigo, IIS Viola Marchesini di Rovigo, Liceo Bocchi-Galilei di Adria, IIS Polo Tecnico di Adria e IIS Primo Levi di Badia Polesine.
Gli elaborati saranno valutati da una commissione giudicatrice presieduta dal Prof. Antonio Lodo, già dirigente del Liceo Bocchi e Sindaco della città di Adria e composta dal Prof. Matteo Santipolo, Ordinario di didattica delle lingue moderne presso l’Università di Padova, dal Prof. Antonio Gardin, già Dirigente di vari istituti scolastici di Adria, dal giovane poeta e scrittore Alessio Arena laureato in lettere classiche, Presidente onorario del Gruppo Giovani del Comitato La Dante di Rovigo e Dottorando presso l’Università di Verona, e da Mariaelena Talin, laureata in lettere classiche e Dottoranda presso l’Università di Lovanio (Belgio) e l’Università degli Studi di Padova.
La cerimonia di premiazione si terrà a settembre, in concomitanza dell’avvio del nuovo anno scolastico.
SECONDA MAIN NEWS ( di Francesco Astolfi, by Adriatic Lng mail 30.09.2021)/ ALTEATRO DON BOSCO DI ROVIGO PREMIATI I VINCITORI DEL CONCORSO LANCIATO DALLA SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI E ADRIATIC LNG NELLE SCUOLE DEL POLESINE
Si è tenuta ieri pomeriggio presso Il Teatro del Centro Don Bosco di Rovigo la cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso letterario “Leggere la Commedia oggi”, iniziativa lanciata lo scorso marzo dal Comitato della Società Dante Alighieri di Rovigo grazie al sostegno di Adriatic LNG, in occasione del 700° anniversario della morte del Somma Poeta.
Il concorso ha visto la partecipazione di 33 studenti delle classi terze e quarte di diverse scuole secondarie di secondo grado della provincia di Rovigo (Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo, Liceo Celio-Roccati di Rovigo, IIS Viola Marchesini di Rovigo, Liceo Bocchi-Galilei di Adria, IIS Polo Tecnico di Adria e IIS Primo Levi di Badia Polesine), che si sono cimentati nell’elaborazione di un testo con l’obiettivo di evidenziare la modernità della Divina Commedia e del pensiero dantesco.

APPENDICE FLASH STORY ( written by Jacopo Guidorzi)/ ECCO IL TESTO DELL’ELABORATO “ 9 OTTOBBRE 1963 : L’INFERNO A LONGARONE “ , PRIMO PREMIO DEL CONCORSO “LEGGERE LA COMMEDIA” SCRITTO DA JACOPO GUIDORZI ( LICEO CLASSICO CELIO-ROCCATI DI ROVIGO) /
<< Qualcuno reputa che la letteratura sia inutile, distante dalla realtà e dal nostro vivere. Falso: essa è un viaggio sconfinato nella realtà più vasta e dibattuta che esista, la realtà umana; è riflettere sul nostro vivere, partendo dalle considerazioni di chi ha già vissuto. Non riguarda l’uomo di ieri, riguarda l’uomo di oggi, perché le ansie esistenziali di ieri non sono diverse da quelle di oggi.
I libri parlano di noi, parlano a noi. Chi legge si imbatte in frasi che sembrano siano state scritte per lui, che lo toccano e lo accompagnano nel quotidiano. Otium sine litteris mors est et hominis vivi sepultura, scrisse Seneca; tradotta alla lettera, significa che Il tempo libero, senza studio e cultura, è morte, un sepolcro con dentro un vivo. Ha ragione: la letteratura ci costringe a interrogarci: non ci lascia indifferenti, ci rende vivi.
Ho deciso di diventare prof di italiano col sogno e l’ambizione di trasmettere ai miei studenti il mio amore per la letteratura. Mi sono laureato in lettere col massimo dei voti, e la mia prima cattedra l’ho ottenuta quest’anno alla scuola media di Longarone, un ridente paesotto nel bellunese di cui non conoscevo neppure l’esistenza.
Il primo ottobre è iniziato l’anno scolastico e ho conosciuto la mia prima classe: venticinque ragazzi vestiti con abiti semplici, che parlano con uno stretto accento di montagna. Sono entrato in aula emozionato, quasi tremante, conscio che mi sarei ricordato quel giorno per tutta la vita.
- Buongiorno ragazzi. Sono il professor Bardi, il vostro docente di italiano. Quest’anno studieremo insieme la Divina Commedia: un’opera straordinaria, che vi consentirà di riflettere su voi stessi, di immedesimarvi nei personaggi, di…
Un ragazzotto muscoloso mi ha subito interrotto, scoppiando a ridere sguaiatamente e rispondendo:
- Ma vah! Non me ne faccio nulla di Dante!
La sua voce era presuntuosa, gli occhi fissi su di me. Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione così ostica già dieci secondi dopo l’inizio della mia carriera d’insegnante. L’ho scrutato in silenzio, ho soppesato ogni parola, poi gli ho risposto.
- Come ti chiami?
- Bruno
- Salve Bruno, sono felice di averti conosciuto e di essere tuo insegnante per quest’anno. Ci tengo a dirti una cosa sola: Dante non ha scritto la Commedia per gli sconosciuti vissuti secoli fa, ma per te, per me, per tutti noi, uomini di oggi. La storia di ogni personaggio potrebbe essere la tua storia. L’unico modo per amare Dante è iniziare a leggerlo. Alla prossima lezione inizieremo il primo canto dell’Inferno, e vedrai che ti piacerà. Abbi fiducia, in me e in Dante.
Bruno non pareva convinto, ma non ha replicato nulla. E due giorni dopo, alla prima lezione dedicata alla Commedia, ho chiesto proprio a lui di leggere le prime celeberrime terzine.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita.
- Sai cos’è una selva, Bruno? – gli ho chiesto io.
- No.
- La selva è una foresta fitta fitta. Dante si è perso in un bosco e non sa come venirne fuori. Ti sei mai perso in un bosco?
- Sì, ed è stato bruttissimo. Avevo sette anni, ero andato a far legna con mio padre e ad un tal punto non l’ho più visto, e sono scoppiato a piangere.
- Ecco, Bruno, allora puoi capire come si sentisse Dante in quella selva oscura: spaventato, impaurito, incapace di ritrovare il sentiero. Proprio come te quando ti sei perso nel bosco.
E ho proseguito la lezione cercando di usare un lessico semplice e colloquiale, per coinvolgere i miei ragazzi. Bruno mi stava ascoltando, e mi sono sentito apprezzato e felice.
Le lezioni si sono susseguite per tutta la prima settimana: ho spiegato alcune regole di grammatica e chiesto ai ragazzi di scrivere un tema in cui si presentassero: ciò che più mi ha colpito dei loro testi è che quasi tutti hanno sottolineato la bellezza del luogo in cui sono nati, mettendo in risalto la sublimità della vita in quota. Non posso biasimarli: alloggio in montagna da appena qualche giorno e ho già capito quanto sia metafisico camminare sui prati e tra i boschi, mirare cime maestose, immergersi nella natura per ore.

Mi ha poi colpito un tema in particolare, quello di Pietro, un ragazzotto alto e robusto. Ha scritto che non lascerà mai questa valle, perché ci è troppo legato, è nato qua e qua vuole morire. Non so perché, ma le sue parole si sono subito scolpite nella mia mente.
Alla domenica, primo giorno di pausa dalle lezioni, ho imbucato una lettera per la mia fidanzata. Si chiama Vittoria, l’ho conosciuta tra una lezione e l’altra all’università: capelli biondi e dolcemente ondulati, occhi cerulei, sguardo ammiccante; me ne sono subito infatuato. L’ho desiderata per mesi, giorno dopo giorno, fino a quando ho vinto l’imbarazzo e le ho dedicato due versi del mio sonetto preferito, scritto da Dante ovviamente: dà per li occhi una dolcezza al core, / che 'ntender no la può chi no la prova. Ero a caccia di parole per parlarle, e Dante mi ha soccorso, proprio come Virgilio aveva soccorso lui nella selva. Quel giorno io e Vittoria ci siamo fidanzati; appena terminerà l’anno scolastico ci sposeremo, e fremo solo all’idea.
La cassetta delle poste si trova poco distante dalla stanzetta in cui alloggio, ma ho voluto godermi il tiepido sole d’ottobre passeggiando fino al lago. È stato creato artificialmente pochi anni fa in seguito alla costruzione di una diga per la produzione di energia elettrica. Un’opera imponente, mastodontica, che ha radicalmente sconvolto la morfologia della valle. Il giorno dopo ho chiesto ai miei studenti cosa ne pensassero: alcuni hanno risposto che quella diga sia uno scandalo, altri che sia necessaria, per portare un po’ di floridezza economica nella zona.
Non sapevano ancora che quella diga, due giorni dopo, sarebbe diventata scenario di un‘immane catastrofe. E non lo sapevo neppure io, che infatti, la sera del nove ottobre 1963, ero tranquillamente seduto allo scrittoio del mio alloggio, mentre preparavo la lezione dell’indomani, sul secondo canto della Divina Commedia. Stavo rileggendo i versi in cui Dante, all’inizio del suo viaggio infernale, ritiene di non esser degno di compiere una catabasi; e allo stesso modo, pure io non mi sentivo degno di far conoscere ai miei studenti i versi della più grande opera mai realizzata dall’umanità.
...Ma io perché venirvi? o chi 'l concede?
Io non Enea, io non Paulo sono;
me degno a ciò, né io né altri 'l crede..."
Stavo leggendo ad alta voce quando all’improvviso ho sentito levarsi una folata di vento che pareva non finir mai; subito dopo è avvenuto un enorme boato e la casa ha cominciato a tremare. Non ho capito nulla di cosa stesse accadendo, so solo che ad un tal momento mi sono ritrovato sotto alcune macerie: ero cento metri più a valle, bloccato da una trave, e non riuscivo a muovere né le mani né le gambe. Avevo solo la bocca libera, e continuavo a implorare aiuto, gridando. Dopo un paio d’ore i soccorritori mi hanno liberato da quell’inferno di buio, macerie e paura; sono stato medicato sul posto e poi trasferito all’ospedale di Pieve di Cadore.
Stavo bene, e a metà ottobre sono stato dimesso e sono tornato a casa, dai miei genitori. Non sapevo molto di cosa fosse successo, perché le notizie in ospedale arrivavano frammentariamente, e spesso non erano neppure esatte. Certo, non avrei mai potuto immaginare che tutto fosse partito dalla diga, che una frana fosse precipitata nel lago dal pendio del Monte Toc generando un’inondazione devastante. Nessuno all’inizio poteva conoscere il numero preciso delle vittime: i giornali ne contavano migliaia e io, tremendamente afflitto, ho iniziato a sentirmi un miracolato: perché sono sopravvissuto? Cosa ho di diverso da chi non ce l’ha fatta? È possibile che sia stato solo il destino a donarmi decenni ancora di vita?
Non avevo nessuna notizia dei miei studenti, ma mi sono aggrappato a quel barlume di fede che mi era rimasta e ho pregato incessantemente per loro, nella speranza che fossero sopravvissuti. E quando la scuola ha riaperto dopo il disastro ci sono fermamente voluto andare. Tornare a Longarone è stato straziante: il paese era raso al suolo, il mio alloggio totalmente distrutto. E distrutto ero io interiormente, pieno di rabbia e di sgomento.
Mi aggiravo in quella valle di fango e di macerie quando, a un certo punto, ho visto un ragazzotto camminare in lontananza, e l’ho subito riconosciuto: era Bruno! Gli sono corso incontro per chiedergli quale fosse stato il destino dei suoi compagni. La risposta è stata agghiacciante. Oltre a lui, erano sopravvissuti soltanto in tre, che si trovavano però ancora ricoverati in diversi ospedali del bellunese.
Ho salutato Bruno: quel giorno era palese che non si sarebbe potuto far scuola. Ho ripensato a Pietro, il ragazzo che aveva scritto nel tema che non avrebbe mai lasciato questa valle, perché ci è troppo legato, perché qua è nato e qua vuole morire. E qua è morto davvero, una manciata di giorni dopo. Col senno di poi, parole profetiche.
E mi sono sentito all’Inferno, questo è il mio Inferno! E più ci penso, più mi torna in mente un’immagine usata da Dante per descrivere ciò che ha visto, all’Inferno. Nell’ultimo cerchio, dopo aver raggiunto il Cocito, il lago ghiacciato in cui sono puniti i traditori, il Sommo Poeta scrive:
Per ch’io mi volsi, e vidimi davante
e sotto i piedi un lago che per gelo
avea di vetro e non d’acqua sembiante.
[…] che se Tambernicchi
vi fosse sù caduto, o Pietrapana,
non avria pur da l’orlo fatto cricchi.
Tambernicchi e Pietrapana sono due montagne delle Alpi Apuane, di cui probabilmente Dante era rimasto impressionato a causa della loro maestosità. Il Sommo poeta scrive che, se i due monti fossero caduti nel Cocito, non ne avrebbero minimamente intaccato la spessissima superficie del ghiaccio.
Beh, magari fosse stato così anche a Longarone. Quel giorno ci fu più inferno sulla terra che nel regno di Lucifero. >>

EXTRATIME by SS/ In cover i Tre Studenti che hanno occupato il 'podio' del Concorso organizzato dalla Dante Alighieri col supporto della Adriatic Lng.
Quindi in apertura di fotogallery la professoressa Mirella Rigobello nel suo habitat naturale: i libri... che ci rendono liberi e meglio preparati ad affrontare la nostra vita attuale e quella dei nostri discendenti coltivando 'Memoria & Futuro", meglio se nel segno di Dante Alighieri nel solco della Divina Commedia e dei suoi insegnamenti da tramandare.
Come ha fatto Jacopo Guidorzi nel suo elaborato che - parole della Giuria riportate dal Diploma che ha tra le mani - "immagina l'esperienza di un giovane docente che inizia a leggere la Divina Commedia con i propri studenti e rievoca la tragedia del Vajont, esemplificando con note sobrie la tremenda attualità dell'Inferno dantesco, metaforicamente tradotto nell'inferno terrestre... 'valorizzando' l'umanità di Longarone e di tragedie simili".
Una su tutte la Grande Alluvione del Polesine del 1951 che tante volte abbiamo raccontato qui su www.polesinesport.it ( ndr, vedi anche questa settimana sulla rubrica Eventi), con ricordi di Polesani emigrati in Lombardia e che 'amano' tuttora la loro terra di origine, tanto da fondare "Polesani LIbera Associazione Culturale" ; sì, culturale, come ci ha inseganto a pensare il "Sommo Poeta Dante", perchè cultura é ...futuro.
Insomma, un elaborato da concorso al quale Jacopo Guidorzi - parole di Chi lo conosce bene - "ha partecipato con entusiasmo...ma voleva metterci del suo, rimarcare l'attualità degli scrittori antichi".
Però con una speciale 'personalizzazione' tanto classica quanto naturaliter, by Jacopo Guidorzi, fermo restando che se è vero che ognuno è 'faber' della sua Fortuna, è altrettanto vero che lo stesso Jacopo - parole sempre di ...padre in figlio - ha avuto la Fortuna di trovare nel suo percorso di studi, fin dalla primaria, ottimi insegnanti , amanti del loro lavoro, che volevano trasferire ai propri alunni valori sacri e intramontabili, sempre attuali della letteratura italiana, greca e latina".
Per la cronaca e per la storia del citato concorso , ricordiamo che il secondo posto e 200 € se lo è aggiudicato Andrea De Giuli ( istituto Viola - Marchesini di Rovigo) raccontando nel suo elaborato dal titolo "Il giunco" il valore simbolico dell'umiltà presente nel I° canto del Purgatorio; sottolineando l'importanza attuale della moderazione della sobrietà nei comportamenti umani in ambito sociale e in rapporto con la natura.
Con riferimento invece al terzo classificato, cioè Marco Cappato del Liceo Roccati di Rovigo, il suo elaborato ha richiamato il 'valore anticipatore' della Commedia richiamandone gli elementi giuridici e legali , per far riflettere sui temi di forte attualità.
Con riferimento invece ai quattro premiati con "Menzione Speciale" sono stati segnalati Sara Crepaldi ( Polo tecnico di Adria), Vittoria Moda ( istituto Primo Levi di Badia Polesine), Eleonora Sebenski ( linguistico Celio- Roccati) e Alessandro Zago ( liceo scientifico Galilei di Adria).
A completamento segnaliamo il particolare encomio 'fuori concorso' al bambino Tommaso Coatti, di soli 6 anni, che ha partecipato all'iniziativa della "Dante Alighieri" fornendo disegni e anche una breve poesia.
Per un evento che ha visto anche il 'saluto' da parte di Roberto Tovo , vice sindaco di Rovigo, e i commenti soddisfatti sia di Giorgia Fonsatti ( in rappresentanza Adriatic Lng) che di Mirella Rigobello.
Presentii peraltro anche nella fotogallery dei gruppi premiati, come da didascalie segnalateci sempre by F.A. premurosamente come segue:
Foto 1 – da sx: Giorgia Fonsatti (Adriatic LNG), Marco Cappato (Terzo classificato), Andrea De Giuli (Secondo classificato), Jacopo Guidorzi (Primo classificato), Mirella Rigobello (Comitato della Società Dante Alighieri di Rovigo)
Foto 2 – da sx: Giorgia Fonsatti (Adriatic LNG), Alessandro Zago, Eleonora Serbenski, Vittoria Mora (studenti premiati con Menzione), Mirella Rigobello (Comitato della Società Dante Alighieri di Rovigo).

Per un evento -story che meritava questo focus speciale, in linea con la mission di questo sito www.poleseinesport.it che , proprio soprattutto grazie alle tante Storie e Personaggi-story pubblicate senza la 'promozione' dei vari social ( nè facebook, nè twwitter , instagram e altri social) ha comunque superato 750/mila contatti e le oltre 1milione/200_mila pagine viste, per la serie 'ideali dalla fondamenta solide', come insegnerà sempre Dante Alighieri grazie anche ai tanti ...Jacopo Friends in the world, tanto classici quanto moderni.
Francesco Astolfi & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it