Proposto ”Giorno della Memoria per il Grande Torino”/ Pensando a Chioggia & Fratelli Aldo & Dino Ballarin ecco …Iginio Ballarin Story, presidente del Clodia e segretario del Venezia


Ho appena letto la notizia che 13 deputati capitanati dal torinese Stefano Allasia hanno presentato la proposta di legge per fare del 4 maggio il “Giorno della memoria dei caduti del Grande Torino”. Anche per questo, e a maggior ragione, noi facciamo seguito a quanto già scritto per seguire il nostro filo d’Arianna, che avevamo promesso a Davide Bovolenta e Nicoletta Perini ( nipoti di Dino Ballarin) quando nella nostra “Prima Puntata” datata 14 agosto 2013 avevamo titolato quanto segue:<< Caro sindaco di Chioggia, “we have a dream”!!!/ Il Museum “Aldo & Dino Ballarin”, come Santuario di Storia ‘mondiale’. Intanto i nipoti Nicoletta Perini & Davide Bovolenta… >>.

Perciò sulla strada che porta ...dal Museo al Giorno della Memoria, eccovi questa Fratelli Ballarin Story / Seconda Parte dedicata al fratello più vecchio dei mitici Aldo e Dino, cioè a Iginio che è stato uno sportivo a ’tutto tondo’ visto il suo pluriennale impegno da presidente dell’Us Clodia ( per quasi una decina d’anni, a partire da metà anni ’50) e poi addirittura gran segretario per 7 anni del Venezia Calcio .
E poi …la storia racconta che Iginio Ballarin, solo perché non era in possesso del passaporto, scampò alla tragedia di Superga nella quale morirono i mitici fratelli Aldo e Dino Ballarin e tutta la squadra del Grande Torino.
Così, prima di raccontarvi la Ballarin Story / Terza parte dedicata ad Aldo e poi la Ballarin Story/ Quarta parte dedicata a Dino eccoci qui a proporvi nella sua interpretazione più autentica la Iginio Ballarin Story , così come l’ha raccontata Angelo Padoan nel famoso libro “Quel Leggendario Clodia … e gli anni ruggenti del Sottomarina.
Ma prima , in premessa, voglio proporvi la “presentazione”  fatta dai citati Davide Bovolenta & Nicoletta Perini pubblicata in apertura del già citato Libro Story sul Clodia/Sottomarina ( peraltro scritto con l’amico Gabriele Crocco, Angelo Padoan, Marco Lanza e Adolfo Pagan , oltre alla collaborazione di Paolo Frezzato e l’evergreen Alessandro Boscolo Pevare che …ho conosciuto in un amarcord ad Ariano Polesine dove è stato allenatore).
Ma per la serie “memoria & Futuro” voglio altresì riproporvi questo mio testuale significativo sollecito by precedente ‘puntata’, quando scrissi:<< Ecco, perché “we have a dream” e quel NOI riguarda non solo i nipoti dei Fratelli d’Italia, ma anche il Sindaco e la Città di Chioggia dove la Famiglia dei Ballarin ha prodotto altresì personaggi di spessore nazionale come il “loro” fratello Iginio che è stato per 7 anni segretario del Venezia calcio oppure come suo fratello Renato peraltro sindaco di Chioggia e parlamentare a Montecitorio>>.

 

 

Ecco adesso, ancora una volta, il mio invito va al Sindaco di Chioggia, affinché 'consideri adeguatamente' che in Italia è stata presentata la citata “proposta di legge” per istituire “Il Giorno della memoria dei caduti del Grande Torino”  e la Città di Chioggia non merita di essere ‘baipassata’ senza esserne coinvolta e parteciparvi a pieno titolo. Questo perchè “patria” dei mitici fratelli Aldo & Dino Ballarin, ma anche del ‘caposaldo sportivo’ Iginio e del ‘caposaldo istituzionale’ Renato tra l’altro parlamentare di quel ‘parlamento’ dove sarà presentata la citata ‘proposta di legge’ by Allasia & Company parlamentari.

Fermo restando che non è una risposta da dare a www.polesinesport.it ma a tutta la Gente di Chioggia e a quell’Italia Sportiva che non dimenticherà mai …Quel Grande Torino che a causa di quella tragedia datata 4 maggio 1949 entrò nella Leggenda.
Tutta colpa dello schianto del Fiat G 212 sulla collina di Superga che cancellò 31 vite e mise fine per sempre ad un capitolo fondamentale della storia del calcio italiano e internazionale.

Ma di questo parleremo nelle puntate successive quando vi proporremo in sequenza le Story di Aldo e Dino Ballarin, sempre utilizzando fonti autentiche nella interpretazione dell’affetto familiare by Nicoletta Perini & Davide Bovolenta come peraltro Ballarin Maria Pia & Aldo Cappon, perché li abbiamo conosciuti direttamente e sappiamo quanto abbiamo fatto e stiano facendo in favore della memoria e della storia di Aldo e Dino Ballarin, giustamente per non farli dimenticare (vedere a tal proposito i loro sit web che poi citiamo) .

 


 

Per quanto riguarda invece la ‘proposta’ della Giornata della Memoria voglio riproporvi le motivazioni che lo stesso Allasia ha così espresso ai Mass Media:<< Fino ad oggi la memoria di quegli eroi è stata onorata solo in occasione di cerimonie organizzate grazie allo zelo encomiabile dei familiari, delle associazioni, dei tifosi, ma sempre a livello locale e talvolta senza soluzione di continuità. Secondo noi, invece, è giusto istituire una specifica ricorrenza per la squadra che è stata il simbolo di appartenenza ad un territorio ed i un’intera nazione, esempio da raccontare anche nelle scuole a tutti i giovani che si affacciano al mondo dello sport”.

Tanto più che poi lo stesso ‘proponente’ Allasia ha evidenziato quanto segue: << Dopo il riconoscimento della Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, del Giorno della memoria, della Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel Mondo, della Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare e del Giorno del ricorso, appare doveroso celebrare anche l’impegno di uomini che hanno riportato grandissimi successi sportivi in Italia e all’estero. L’esigenza di istituire il “Giorno della Memoria dei caduti del Grande Torino” scaturisce dalla necessità imprescindibile di ‘non dimenticare’ al di là di qualsiasi appartenenza politica o fede sportiva, e di unire tutto il popolo sportivo e civile”.

 

 

Insomma, sarebbe un meritato riconoscimento a che come “Quelli del Grande Torino” sono passati dalla Storia alla Leggenda.
E per quanto riguarda l’impegno a “Non Dimenticare” ci piace riportare il pensiero che a tal proposito il grande e libero giornalista-scrittore Indro Montanelli scrisse così:<< Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta”.

Invece, per quanto riguarda specificatamente la Iginio Ballarin Story,  oltre alla Main News scritta da Angelo Padoan nel sopracitato libro, vi proponiamo altresì in sequenza Appendici News quanto scritto , prima da Adolfo Pagan su la Nuova Scintilla e poi dalla Nuova Venezia nei giorni della scomparsa di Iginio, i cui ebbero luogo quel 29 marzo 2011, alle 15.30 nella basilica di San Giacomo Apostolo a Chioggia.
Tanto più che sul sito de La Nuova Venezia viene oltretutto riproposta una lunga intervista a Iginio proprio sul Grande Torino e su quella tragedia di Superga alla quale lui fuggì per pura fatalità, visto che era già salito su quell’aereo ma dovette scendere perché non aveva fatto in tempo a portare con sé il necessario passaporto.



ANTEPRIMA NEWS ( di Davide Bovolenta e Nicoletta Perini ) / INTRODUZIONE AL LIBRO LIBRO “QUEL LEGGENDARIO CLODIA… E GLI ANNI RUGGENTI DEL SOTTOMARINA
(Storie di calcio chioggiotto dalla nascita alla fusione). Edizione La Scintilla, pubblicato nel 2010///)
<< La nostra passione per il calcio d’epoca è nata nel periodo del 50esimo anniversario della tragedia di Superga, nella quale perirono i giocatori del Grande Torino, tra i quali Dino & Aldo Ballarin ( rispettivamente nonno e zio di Nicoletta).
Abbiamo partecipato per la prima volta alla celebrazione dell’anniversario a Torino, abbiamo visitato una bellissima mostra che conteneva oggetti originali e filmati d’epoca, è stato davvero emozionante. C’era una pioggia incessante, vento e nebbia, proprio come “quel giorno” e, per chi c’era cinquant’anni prima, sembrava di rivivere la tragedia. Grazie a nonna Dina, ai suoi racconti e al materiale raccolto durante questi anni (foto, giornali d’epoca, cimeli storici…) , ci siamo appassionati tanto a quella magica squadra e abbiamo pensato di allestire un sito internet dedicato ai nostri cari ( www.aldodinoballarin.net) , e successivamente un secondo sito con informazioni su tutto il Grande Torino ( www.ilgrandetorino.net).

 

 

 

Attraverso i messaggio arrivati ai siti web, abbiamo constatato che la storia del Grande Torino ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi di tutto il mondo; inoltre abbiamo avuto l’onore di conoscere persone meravigliose che da anni si impegnano e lavorano alla stessa nostra “missione”: non dimenticare.
Quindi abbiamo pubblicato due libretti su Aldo e Dino Ballarin, nel 2004 la prima edizione della mostra sul Grande Torino a Chioggia, con fotografie e cimeli storici dell’epoca, ripetuta gli anni successivi e accompagnata nel 2005 dall’uscita del libro “Aldo e Dino Ballarin uniti per sempre”.

Grazie alle mostre abbiamo conosciuto tantissime persone legate alla storia del calcio della nostra città, molti ex giocatori ci hanno raccontato i loro ricordi e le loro sensazioni… quello era il vero calcio… la squadra era composta di tutti giocatori chioggiotti quindi vincere una partita era come portare alla vittoria tutta la città.
Così nel 2007 abbiamo allestito una mostra e pubblicato un nuovo libretto dal titolo “Aldo e Dino Ballarin e il calcio chioggiotto”.

 

 

Da questa esperienza si è innescata in Davide la scintilla di realizzare un vero libro sul leggendario Clodia e sul Sottomarina, un’opera per ricordare tutti i calciatori di quell’epoca.

Abbiamo contattato Angelo Padoan, giornalista, il quale ha avuto la fortuna di intervistare molti di quei pionieri e l’onore di raccontare le loro imprese, tenendo vivo il ricordo di quella squadra in tutti questi anni.
La provvidenza ci ha fatto conoscere Gabriele Crocco, importantissimo per la realizzazione di questo libro, stranamente non molto conosciuto a Chioggia, ma per noi il migliore conoscitore di statistiche calcistiche; ha collaborato con altri moltissimi club per la realizzazione di libri sul Padova, Rovigo, Monselice, ecc.
Grazie a lui abbiano trovato molti dati utili negli archivi storici.

 

 

Hanno collaborato con noi altre persone preziose come Adolfo Pagan, Paolo frezzato, Alessandro Boscolo Pevare e Marco Lanza …così il puzzle è stato composto, ed ecco l’opera completata. Ringraziamo l’editrice Nuova Scintilla per aver creduto nel nostro progetto. E’ stato molto impegnativo raccogliere tutte le notizie e coordinare tutti i collaboratori, ma allo stesso tempo è stata una esperienza unica! Ci sembra di aver ridato vita a quella leggendaria squadra e alla nascita dello sport chioggiotto.
Siamo certi che nonno Dino e zio Aldo, orgogliosi del nostro impegno, ci abbiano guidati alla realizzazione di questo progetto; il nostro più grande ringraziamento va a loro.
Dedichiamo questo libro a nostro figlio Luca, cercheremo di trasmettergli il vero significato dello sport e del calcio, e speriamo che lui possa continuare questa missione in futuro.>>


MAIN NEWS ( di Angelo Padoan, coautore del libro” Quel leggendario Clodia… E Gli anni ruggenti del Sottomarina / storia del calcio chioggiotto dalla nascita alla fusione) / I PERSONAGGI: BALLARIN IGINIO STORY
<< Anche se andrebbe inserito nel capitolo dedicato ai presidenti, tuttavia lo inseriamo fra i “personaggi”, perché Iginio Ballarin è stato un vero e proprio “personaggio” con la P maiuscola nel vero significato della parola bell’ambito del Clodia, sia come giocatore sia come dirigente sia come appassionato sia come fratello dei grandi Aldo e Dino Ballarin.
93 anni suonati ( ma non li dimostra) , mente lucida, spirito battagliero, Iginio Ballarin è l’ultimo vivente dei quattro fratelli (maschi) Ballarin , perciò fratello maggiore dei due grandi Aldo e Dino, i giocatori del Torino periti nella tragedia di Superga, anche se egli si dichiara stranamente ( e da sempre) tifoso della Juventus ( conserva ancora le tessere di abbonamento annuali allo stadio per le partite in casa della squadra bianconera).

 

 

 

“Tifosi della Juve erano anche i miei due fratelli e mio padre Antonio – tiene a dirmi il sig. Iginio - . Fu lui a condurmi ancora ragazzino al vecchio stadio Appiani i Padova a vedere la partita della Juve, quando il Padova giocava in Serie A,  e poi al Valmaura di Trieste, quando Aldo fu acquistato dalla Triestina”.
Irriducibile tifoso di calcio, il sig. Iginio si vanta di aver assistito nella sua lunga vita a quasi un milione di partite! Un record! Ricorda di aver visto giocare la grande Juventus del 1932 e mi snocciola a memoria la formazione: Combi - Rosetta e Calligaris – Varglien, Monti e Bertolini – Sernagiotto, Cesarini, Borel, Ferrari e Orsi.

 

 

Ma il ricordo che egli tuttora conserva indelebile nella sua memoria è il giorno in cui apprese dalla radio la notizia della tragedia di Superga, alla quale egli scampò per puro caso e per vero miracolo, poiché non era in possesso del passaporto allora necessario per recarsi in Portogallo.
“Non potevo credere all’incredibile notizia – ricorda il sig. Iginio – e mi affrettai a partire subito alla volta di Torino con due valigette, l’una contenente gli abiti personali di Aldo e l’altra quelli di Dino. Mia madre era impietrita dal dolore, mio padre farneticava. Ci andai in treno con due amici e quando fui condotto nella camera ardente assistita nella basilica riconobbi subito i miei due fratelli. Aldo era quasi intatto, aveva solo una ferita sulla fronte; Dino, pure lui riconoscibile, aveva invece diverse fratture. Li rivestii con le mie mani – continua il sig. Iginio – in una atmosfera quasi irreale.”

 

 

Li aveva visti crescere entrambi nel campo dell’U.S. Clodia; con loro aveva anche giocato qualche partita insieme all’altro fratello Renato, che anni dopo sarebbe diventato prima sindaco di Chioggia e poi parlamentare a Montecitorio.
“Mio fratello Aldo, contrariamente a quanto molti dicono,  non era un giocatore falloso – mi dice - . Era un giocatore grintoso, ed entrava deciso sull’uomo, marcato strettamente come prescriveva allora il ‘sistema’. Fu squalificato solo una volta perché reagì… a modo suo ad un fallo su di lui compiuto dal giocatore del Napoli Pesaola, che l’aveva anche offeso”.
Il signor Iginio assume la presidenza dell’U.S. Clodia dopo il ritiro di Angi Camuffo. Siamo all’incirca alla metà degli anni ’50:”La sede della squadra era situata in un piccolo locale a pianoterra dell’ex Monte di Pietà, e la dotazione – ricorda – consisteva in un paio di scarpe da calcio e un pesante pallone di cuoio. Il terreno di gioco era simile quasi ad un campo di patate. Furono due contadini a sistemare con vanghe e badili il terreno e ricordo che spesi 105 lire. Provvidi a farlo recintare con una corda sostenuta da paletti. Poi telefonai a mio fratello Aldo a Torino per chiedere un aiuto: mi inviò prontamente 14 paia di scarpe e 11 magliette nuove fiammanti”.

 

 

Il signor Iginio tiene la carica presidenziale della società, piuttosto onerosa, con molto entusiasmo fino al 1965, anno in cui gli subentra l’ing. Bruno Sartore.
Il signor Iginio è un fiume di ricordi. E ci tiene a ricordare che fu lui a far costruire la prima tribunetta dello stadio:<<Io e un certo Gino Spanio acquistammo – mi dice – nel 1952 le pietre necessarie dalla ditta Cester, pagandole 5 centesimi l’una. Ci aiutò anche mio fratello Renato, allora consigliere comunale ( e poi parlamentare, ndr) , che ci fece ottenere un piccolo finanziamento. Inaugurammo la tribunetta nel corso di una partita amichevole con la Triestina”. 
E ricorda i nomi degli allenatori, che si alternarono durante la sua presidenza dell’U.S. Clodia: Tito Tortora, ex giocatore del Venezia; Ruggero Salar, ex giocatore della Triestina, Roma, Lucchese. Taranto, Venezia e Prato; Duilio Rallo , ex giocatore di serie A nella Fiorentina e poi nel Rovigo, Venezia, Padova, Ponziana, Spezia, Fanfulla; Nane De Pità, esperto allenatore anche se ormai avanti con gli anni, e tanti altri…
“Dopo l’esperienza dirigenziale con il Clodia - ricorda ancora – svolsi le funzioni di segretario del Venezia Calcio per sette anni, dal 1978 al 1985. Poi mi trasferii al Lido di Venezia in una bellissima casa , che dovetti a malincuore lasciare per traslocare a Mira, dove tuttora risiedo”.>>

 

 

PRIMA APPENDICE NEWS ( di Adolfo Pagan, by www.nuovascintilla.com , 29.03.2011) / E’ DECEDUTO IGINIO BALLARIN
<<  Domenica 27 marzo è deceduto Iginio Ballarin. Aveva 94 anni. Era il maggiore dei fratelli Ballarin: Aldo e Dino, scomparsi nella sciagura di Superga, e  Renato, che fu per due legislature (1968 e 1972) deputato a Montecitorio nonché sindaco di Chioggia (1976) e con il quale giocò nelle file del vecchio Clodia dal 1938 al 1941.
Poi entrò nello staff dirigenziale e tecnico della squadra sostituendo anche l’allora presidente Ferruccio Duò dal 1947-48 al 1950-51, lasciando poi la carica ad Emilio Penzo seguito da Giuseppe Ferruccio Duò.
Fu anche segretario dal 1978 al 1985 del Venezia Calcio e artefice della prima tribunetta realizzata allo stadio ora intitolato ai suoi due fratelli.
Era un accanito tifoso della Juventus e fu il primo ad accorrere incredulo a Torino, chiamato a riconoscere le salme dei due fratelli periti a Superga il 4 maggio 1949. 

 

 

Iginio raccontava spesso un particolare piuttosto singolare: doveva salire anche lui sull’aereo diretto a Lisbona insieme ai due fratelli e agli altri giocatori del grande Torino, sennonché si era dimenticato di portare con sé il passaporto.
E poi il fratello Dino gli aveva detto: “No, Iginio, non salire: questo rottame ci porterà a Lisbona e non ci riporterà più a casa!” Purtroppo la profezia si avverò!
Una delle sue ultime presenze a Chioggia fu nel maggio dello scorso anno, quando presenziò alla Messa in suffragio dei fratelli e intervenne alla presentazione del volume “Quel leggendario Clodia... e gli anni ruggenti del Sottomarina”, edito da Nuova Scintilla.
La presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, in un comunicato stampa, ha ricordato la figura di Iginio Ballarin, “un uomo – si legge - che al calcio e allo sport in genere ha dato tanto: dal Clodia alla rinascita del Venezia, contribuendo al rilancio di due squadre che avevano passato momenti tormentati. Da amministratore, da cittadina e da mamma – conclude la Zaccariotto – mi viene spontaneo dire: «Ce ne vorrebbero tanti di Iginio Ballarin!» Ma era unico!”
Ai familiari tutti giungano le più sentite condoglianze da parte della redazione del nostro giornale. 

 

 

SECONDA APPENDICE NEWS (by www.nuovavenezia.it, 29.03.2011)/ E’ MORTO IGINIO BALLARIN, MEMORIA DEL GRANDE TORINO E DI SUPERGA
<< E' morto, all'età di 94 anni, Iginio Ballarin: nel disastro di Superga, il 4 maggio 1949, perse con il Grande Torino, i suoi due fratelli: Aldo, terzino, e Dino, riserva nel ruolo di portiere. Sull'aereo doveva esserci anche lui.
CHIOGGIA. A 94 anni è morto Iginio Ballarin: era la memoria storica della famiglia chioggiotta che al disastro di Superga, dove il 4 maggio 1949 morì tutta la squadra del Grande Torino con i dirigenti e tre giornalisti al seguito, ha pagato il tributo più alto con la morte di due fratelli: Aldo, il terzino che vestiva anche la maglia azzurra e che aveva 27 anni, e Dino, che aveva 25 anni e giocava come seconda riserva nel ruolo di portiere.
Iginio Ballarin doveva partire con loro ed era già a bordo: scese all'ultimo perché un doganiere si accorse che non aveva i documenti validi per l'espatrio.
Ha vissuto una vita lunghissima, portando avanti le attività di famiglia e seguendo, sempre, il calcio: come dirigente a Chioggia e come grande tifoso della Juventus.

 

 

Così, nel 2006, si raccontava in una lunga intervista alla Nuova Venezia.
Iginio  Ballarin, la tragedia di Superga non ha voluto portarsi via anche il suo destino
"Si è portata via un pezzo di me, i miei fratelli Aldo e Dino, ma mi ha lasciato tanti anni da vivere. Su quell'aereo ero salito anch'io e avevo già le cinture allacciate".

Aldo l'aveva convinta a partire con loro.
"Io non giocavo a calcio. Avevo dieci anni esatti più di Aldo, siamo nati tutti e due il 10 gennaio, e 12 più di Dino. Ma il calcio era la mia grande passione, e seguivo da vicino i miei fratelli, stavo a Trieste con Aldo e poi quanto più possibile a Torino, quando lui era stato preso dai granata. Ero andato a vedere la partita di campionato il 30 aprile, a San Siro: 0-0 con l'Inter. La mattina dopo li avevo accompagnati a Linate: andavano a Lisbona a giocare per l'addio al calcio del grande Ferreira. Aldo mi aveva convinto a partire con loro. Avevo telefonato a mio padre, che aveva il Caffè Roma a Chioggia, per avvisarlo: "fiol d'un can", mi aveva detto. Ancora una volta, lo lasciavo solo dietro il banco".

Partire non era il suo destino.
"Avevamo già tutti le cinture allacciate quando è salito un doganiere. Qui ne ho segnati 31, dice guardando una lista, ma siete in 32. Chi è di troppo? Io alzo la mano, lui dice che non c'è problema, gli basta vedere il passaporto. Mostro la mia tessera postale: mi dice che non è valida per l'espatrio e che devo scendere. Ridiamo tutti. Mi alzo, dò una pacca sulla spalla ai miei fratelli e scendo".

Finì 3 a 2 per il Lisbona.
"Li aspettavamo per il pomeriggio del 4 maggio. Era una giornata tremenda. Io ero tornato a Chioggia, ero al Caffè Roma. Le mogli a Torino, i miei genitori a casa. La notizia arrivò dalla radio, stava su una mensola proprio sopra la mia testa. Sono morti tutti, dicevano. Corsi a casa: volevo arrivare prima di ogni altro.

 

 

E invece?
"E invece la radio l'avevano sentita anche loro. Mia madre stava su una sedia, impietrita. E mio padre: quell'uomo severo, che aveva mandato Aldo in collegio perché era troppo vivace, così duro che ancora oggi che ho novant'anni se qualcuno mi chiama rispondo "comandi" perché così ho imparato da piccolo, quell'uomo rideva, saltava sopra la tavola apparecchiata con piatti e bicchieri e quasi cantando gridava"sono morti tutti, sono morti tutti". Era impazzito per il dolore".

 Lei, il fratello maggiore, il punto di riferimento: fu lei a partire subito.
"Chiamai il padre di Miretta e quello di Dina, le mogli di Aldo e Dino. In taxi andammo fino a Piazzale Roma, e all'alba salimmo su un treno per Torino. Andammo subito in via Torricelle, da Miretta: abitava all'ultimo piano di un palazzo altissimo. La dirigenza sceglieva apposta quelle case, facendo le scale a piedi i giocatori si allenavano. Al penultimo piano stava Mazzola, a Menti era andata meglio perché stava al primo. Miretta mi diede una valigia, con i vestiti per Aldo. Poi andammo a casa di Dina. In ingresso c'erano i pezzi di un uovo di Pasqua che Dino aveva vinto alla lotteria. Infine, andammo all'obitorio".

Trentuno morti.
"C'era una fila a destra, quelli che si potevano riconoscere, e una a sinistra, quelli di cui non restava più nulla. Di Maroso c'era solo la fede. Mazzola non volevano farlo vedere alla moglie, che sulla porta urlava e si dibatteva. Io ero accompagnato dall'industriale Viberti, conosceva bene Aldo che aveva fatto assumere nelle sue fabbriche 70 bravi ragazzi. Aldo era intatto, aveva solo il labbro inferiore e il lobo di un orecchio un po' bruciato; Dino aveva le gambe spappolate. Con le mie mani li ho vestiti e messi nella bara. Furono funerali immensi: prima a Torino, poi a Chioggia. Li portarono in corteo fino a Sottomarina".

I suoi genitori si sono mai ripresi?
"Fino in fondo, mai. In casa per fortuna c'erano le mie due sorelline, Liana e Annamaria, molto piccole all'epoca. Ma il Caffè Roma l'abbiamo dato in gestione: la gente veniva e ci guadava come bestie rare".

 

 

Del Grande Torino le restano anche tanti bei ricordi.
"Era un calcio fatto di passione. Il vero guadagno era la vittoria sul campo, per premio partita magari ti davano un chilo di cioccolato. Una volta, quella di Aldo me la sono mangiata tutta guardando la partita. Era un calcio di uomini che avevano fatto o visto la guerra, che sapevano il valore delle cose. Gran signori, come il giornalista Tosatti, e veri padri di famiglia, come Vittorio Pozzo che aveva voluto Aldo in Nazionale e quando era il momento di decidere le formazioni chiamava lui e il suo possibile sostituto: "tu metticela tutta" diceva a Aldo"e tu mettiti la tuta" diceva all'altro".

Il destino salvò lei ma volle a tutti i costi Dino.
"«Era il terzo portiere, non doveva partire. Aldo aveva insistito. Si dice, ma non ho mai saputo se sia vero, che come lui voleva partire anche Gandolfi, e che lanciarono la moneta".

Tutti voi, però, eravate tifosi della Juventus.
"«Mio padre ci aveva portato nel' 32 allo stadio, a vedere Padova-Juventus, finita 0-5. Siamo diventati bianconeri quel giorno e lo siamo rimasti per sempre".

Anche negli anni della gloria granata?
"«La Juventus è nel cuore. Ho consumato 19 macchine, da uno stadio all'altro".

E'  mai tornato a Superga?
"Ci torno e ogni volta guardo: dieci metri, solo dieci metri più in là e l'aereo passava, si salvavano tutti".

Le rimane un rimpianto?
"Quello mi è stato risparmiato. Aldo mi chiamava Maiuna, perché a ogni partita trovavo un qualcosa su cui criticarlo."Te va ben maiuna" diceva; l'ultima sera, quella di Inter Torino, mi chiamò a bordo campo: ehi, maiuna, come è andata? Sei stato perfetto, Aldo. Lui si mise a piangere, e io ringrazio Dio ancora oggi per avergli detto la verità". >>



EXTRATIME by SS/ La cover è per Aldo Ballarin griffato “Italia” con Lady & fratello Iginio. Quindi nella fotogallery partiamo dal Grande Torino come da sito www.aldodinoballarin.net by Davide Bovolenta & Nicoletta Perini , coi quali peraltro il sottoscritto è sempre rimasto in contatto anche dopo alcune visite fatte a Chioggia, giusto per ... non dimenticare tutta la Famiglia Ballarin.
Perciò vi proponiamo a seguire tutto il poker d’assi Ballarin in versione calciatori chioggiotti, con da sx Iginio, Dino, Renato, Aldo.
Poi ognuno trovò la propria strada ma sempre da protagonista, come Dino che proponiamo portiere nel Clodia; oppure come Aldo il ‘Campionisssimo’ della famiglia , ma che era solito stare sulla spiaggia di Sottomarina assieme ai suoi fratelli e alle loro famiglie.
Praticamente una famiglia unita per sempre, anche se presto Aldo ‘calcisticamente’volò più in alto di tutti.
E noi che l’abbiamo seguito tra Adriese e Rovigo ( ne parleremo prossimamente) vi proponiamo Aldo Ballarin in escalation professionistico prima in team Triestina 41-42 e pi in team Venezia 1944, con tanto di didascalie incorporate come peraltro nel poster dedicato al Grande Torino.

 

 


Tutte location nelle quali anche suo fratello Iginio ( vedi foto con Aldo Ballarin ’scudettato’ col Torino) andava spesso e volentieri a seguire le prestazioni del ‘fratello-campione’, anche se Iginio ‘Maiuna’ Ballarin aveva sempre ‘bonariamente’ qualcosa da ridire anche quando Aldo aveva giocato una ‘partita perfetta’.
D’altra parte , vedi successiva foto in maglia azzurra vs Ungheria come da didascalia, lo stesso Aldo era diventato un difensore inamovibile nell’Italia del Ct Pozzo.
Ma in questa rubrica abbiamo voluto prendere spunto dalla ‘proposta di legge’ by Allasia per il “Giorno della Memoria per il Grande Torino” , per cui a seguire vogliamo onorare in toto la tragedia di Superga proponendovi una serie di immagine che hanno parte della straordinaria raccolta dei nipoti di Ballarin per i quali appunto nella prima nostra puntata abbiamo sollecitato le massime istituzioni di Chioggia perché possano far nascere il Museo dei Fratelli Ballarin.

 



Così vi proponiamo innanzitutto la foto gruppo di Ballarin & Company davanti all’aereo prima della partenza per Lisbona.
Purtroppo nel ritorno è successo la tragedia che tutti sappiamo sulla collina di Superga proprio ai piedi della Basilica.
Perciò ve ne diamo certificazione con una speciale foto-cartolina che onora tutti gli sfortunati protagonisti di quel Grande Torino prematuramente scomparso e poi con l’immagine della Basilica col cippo ‘cerchiato’ a documentare il luogo dell’impatto.
Una disgrazia che sconvolse tutta l’Italia e il Mondo intero e che ha visto una grandissima partecipazione di folla presente sia a Torino ( vedi le massime autorità in prima fila) e sia a Chioggia di cui vi proponiamo un passaggio dei funerali verso Sottomarina e un passaggio sulla ‘strada granda’ prima della  immagine che mostra lo sconvolto Iginio seduto e stravolto vicino alle bare dei fratelli Aldo e Dino.

 

 

 

 

Dicevamo che la tragedia di Superga è rimasta per sempre nei cuori della gente di Chioggia e degli Sportivi nel Mondo, per cui ve ne diamo certificazione con la foto vista all’alto dello stadio di Chioggia intitolato proprio ai fratelli Aldo e Dino Ballarin, quindi col plexiglas dello stadio Olimpico di Torino a onorare Aldo Ballarin nel Centenario della società granata.
Come peraltro hanno fatto i loro nipoti pubblicando diversi libri sulla Storia dei fratelli Aldo e Dino o Ballarin , come lo dimostrano le foto che troverete anche sul sito specifico e che noi vi proponiamo.
Vedi l’immagine di Iginio fotografato a Chioggia nel giorno appunto di una speciale ‘presentazione’ libro.
Ma noi vogliamo ricordare ancora una volta tutto il poker d’assi della famiglia Ballarin che stavolta vi proponiamo in abiti ‘civili’, con da sx il nostro attuale personaggio Iginio, poi Renato, Aldo e Dino.
Quindi, a sollecitare la ‘proposta di legge’ per il “Giorno della Memoria per il Grande Torino”, vi proponiamo prima il flash con tanto di striscione orgogliosamente mostrato da parte del nipote Aldo Cappon ( a dx) & Toro Club Aldo Dino Ballarin Veneto Granata, durante la visita del 15.10 2006 allo stadio Filadelfia.
Onorando ancora una volta, proprio per non dimenticare , tutti gli sfortunati protagonisti del Grande Torino con tanto di autografi incorporati, e la certificazione dei loro straordinari “Cinque Scudetti” vinti prima di passare dalla Storia alla Leggenda.



Nicoletta Perini & Davide Bovolenta & Sergio Sottovia   
www.polesinesport.it