Vincenzo Masotti Story “3^ Parte” / Dal Bar Cuba in D con Trento e Oristano, poi Badia, Stientese e …S.Maria


02/05/2016

Ci eravamo lasciati con ‘Cino’ Masotti in Svizzera con la Spal, ora lo ritroviamo in summertime coi ‘blancos’ del Bar Cuba nei mitici tornei estivi degli anni ’70. Una storia nella storia , quella di Vincenzo Masotti, tanto più che lo ‘vede’ Celestino Celio, e lo ‘vuole’ al suo Trento in Serie D.
Potrei aprire un capitolo  a parte su Celestino Celio, perché ne ho raccontato il suo Personaggio Story sia nella mia trilogia libraria “POLESINE GOL - Campioni & Signori”  e sia qui su www.polesinesport.it
Senza dimenticare altre storie incrociate, come quella di Azzolino Verzola nel Bolzano ( l’ho incontrato pochi giorni fa a Crespino) e come quella di Sandro Zamboni , classe 1946 e altro polesano che seguì Celestino Celio nel Trento.
E poi … Boetto gran campione tra Monselice e Padova e con Cino nel Trento, ma anche i vari Taschin & Dolcetto, e poi Beciani e quel Cugola portiere del Rovigo cui Cino Masotti ‘stoppò’ il record di imbattibilità in Serie D segnando proprio col Trento vs Rovigo.
Ma questo sono soltanto gli hilits di questa Terza Parte Story che Riccardo Masotti racconta by heart e mind sul papà bomber sia in Trentino che in Sardegna , prima di chiudere la sua carriera in Polesine tra il Badia del presidente Rizzi, la Stientese del presidente Boccato, l’Occhiobello del presidente Piccinini e la sua Santa Maria Maddalena come …aveva promesso a Don Aldo.
Senza contare gli ‘incroci’ col Cagliari di Gigi Riva e di quell’Eraldo Mancin che oltre a vincerlo col Cagliari di mr Scopigno aveva già vinto l’anno prima lo storico scudetto con la Fiorentina 1969 di mr Pesaola, l’indimenticabile Petisso che fece grande anche il Napoli.

 

 

Ma …siamo alla fine della nostra trilogia dedicata a Vincenzo Masotti e allora come  posso concludere?
Semplice; basta riproporre le parole di Riccardo che mi ha critto così: << Che aggiungere… la mia cavalcata personale nei ricordi di quell’epoca irripetibile è finita e in fondo mi dispiace>>
Che poi Riccardo abbia saputo rendere l’atmosfera dell’epoca, beh questo sicuramente sì, tanto più che ripensando a quel periodo vien proprio da pensare che “si stava davvero meglio quando si stava peggio, come certe foto sembrano testimoniare”.

 

 

Come i tantissimi spettatori a bordo campo anche nelle partite di Terza, Seconda e Prima categoria, quando si giocava per passione e per il ‘campanile’ come ha fatto infine Vincenzo ‘Cino’ Masotti ricordando la promessa fatta a Don Aldo, quando ancora si era ‘poveri ma belli’ e si giocava sui campi dell’oratorio talmente in tanti che NOI ragazzi  ‘eravamo contenti di …giocare a bordo campo e aspettare di giocare qualche volta negli allenamenti contro i titolari’

Anche per questo …Grazie Masotti, inteso anche come plurale di Cino e Riccardo; valeva davvero raccontarla questa Storia nata sul Lungo Po , a …due passi dalla Spal ma
vissuta tra lo jodel e lo strudel del Trentino oltre che tra i Nuraghi della Sardegna , prima di rientrare a casa-lavora tra Santa Maria Maddalena e Ferrara dove la Montedison ha insegnato a Cono la ‘chimica’ della vita.

 

 

MAIN NEWS (di Riccardo Masotti, mail 26.04.2016 ) / VINCENZO MASOTTI STORY "TERZA PARTE” / DAI “BLANCOS” DEL BAR CUBA ALLA SERIE D CON MR CELESTINO CELIO NEL TRENTO E POI NEL THARROS DI ORISTANO/ QUINDI RIENTRO IN POLESINE COL BADIA DEL PRESIDENTE RIZZI, POI STIENTESE, OCCHIOBELLO E ‘CASA” SANTA MARIA MADDALENA
Nell’estate del 1967 era ancora viva la delusione per non aver potuto mostrare appieno le proprie doti nel test con la Spal, ma l’imminente impegno nei vari tornei serali non concedeva tempo ai rimpianti. Proprio in quelle stagioni si costituiva la squadra del bar Cuba di Santa Maria Maddalena, una specie di “all star” dei ragazzi cresciuti anni addietro nella Vittoriosa in seguito dispersi calcisticamente per inseguire una carriera calcistica.

In un’epoca in cui non esisteva Sky, la platea di quei tornei partite era molto numerosa e campanilisticamente partecipe all’esito dei confronti con altre compagini in un tourbillon infarcite di calciatori professionisti come quella del bar Luce di Rovigo o del bar Trieste di Badia.
Ad Argenta, Cino partecipò con una squadra che schierava Lucio Mongardi ed alcuni suoi compagni di squadra della Mestrina.

 

 

Tra gli spettatori interessati c’era Celestino Celio, grande ex giocatore del Padova di Nereo Rocco e del Milan, ora in veste di allenatore osservatore del Calcio Trento. Il mattino dopo Celio suona alla porta di casa Masotti e gli propone la serie D. Cino accetta perché conosce già la categoria e soprattutto perché le ambizioni della società sono di vincere il campionato.

Le concorrenti dirette si chiamano Sottomarina, Rovigo, Rovereto, Pordenone, Portogruaro e Vittorio Veneto. La rosa a disposizione di Celio è competitiva, vede tra gli altri la mezzala Scali del Pescara, De Marchi ex-libero del Vicenza in serie A, Rinaldo e Boetto dal Padova, Turinelli e Pennati dal Brescia. Inoltre a Trento ritrova il portiere Guarnieri ex-compagno alla Portuense.
La stagione inizia sotto buoni auspici; nelle amichevoli di settembre il Trento rifila una goleada 7-1 alla Prima categoria del Levico ed un buon pareggio 1-1, con gol di Masotti, contro i forti cugini del Rovereto.

 

 

 
Celio è allenatore esperto che tiene alta la tensione degli atleti; spesso in allenamento gioca lui stesso in partitella e non di rado volano colpi al limite dell’amichevole. Ma la squadra reagisce bene e staziona stabilmente nelle zone alte della classifica, grazie ad alcune vittorie importanti contro dirette avversarie come il Rovereto, ancora una volta punito da una rete di Masotti di fronte a ben cinquemila spettatori per una partita di quarta serie!

 Un evento dai molteplici contenuti è poi quello che va in scena alla vigilia natalizia, il 10 Dicembre 1967, con un Rovigo-Trento in una cornice di pubblico da grandi occasioni. Il Rovigo è secondo in classifica, il Trento terzo e la partita è un match dai molteplici risvolti; un derby personale per Masotti ma anche per Celio, che qualche anno prima era stato tecnico proprio del Rovigo. Nel Rovigo milita poi l’esperto Beciani, vecchia conoscenza nella Vittoriosa di Santa Maria Maddalena. Ed infine ad aggiungere pepe al match c’è da battere anche il record di imbattibilità del portiere del Rovigo Cugola, giunto a ben 833 minuti.

 

 

In una giornata di freddo polare, come ricordano i quotidiani, a riscaldare gli animi ci pensa prima proprio Cino Masotti ( vedi perciò specifica Appendice Flash Story) , che infrange il record di Cugola, e Beciani a pareggiare le sorti. L’incontro termina con un’equa divisione della posta che consente ad entrambe le compagini di restare in zona alta classifica, pur senza staccare il gruppo delle inseguitrici.
 
Nel seguito del campionato per Masotti c’è da segnalare purtroppo un infortunio alla caviglia nella trasferta di Belluno; si procura una distorsione nel primo tempo, ma deve restare in campo fino al 90° perché all’epoca non esistono le sostituzioni. Il successivo recupero è lento, ma ciononostante la squadra riesce a concludere il campionato 1967/68 al quarto posto a quota 41 punti, solo 7 dietro al Sottomarina vincitore e davanti al Rovigo quinto classificato. Il miglior risultato per Cino da semiprofessionista.

 

 

 
Nell’estate del 1968 Masotti è oggetto di scambio con la Tharros di Oristano, una delle società più vecchie della Sardegna, che ha disputato un solo campionato di serie D ma che ha l’obiettivo di confermarsi in serie D con una salvezza tranquilla.
Ma Oristano dov’è?!
Quando Cino arriva alla stazione ferroviaria, dopo il suo primo viaggio aereo sulla tratta Roma-Cagliari, gli sembra il far-west! Per fortuna le apparenze ingannano; si troverà molto bene in quella parte un po’dimenticata e selvaggia della Sardegna, i tifosi sono orgogliosissimi dei loro beniamini, li trattano quasi come idoli e li supportano con grande entusiasmo.
Il girone è sardo-laziale, ci giocano Latina e Frosinone, oggi salite alla ribalta del professionismo. Poi tra le altre: Viterbese, Alghero, Calangianus, Nuorese, Civitavecchia, Tevere Roma e Romulea nella capitale. Tra i sardi allenati dal bresciano Perati ci sono giocatori esperti come il capitano savonese Persenda e giovani promettenti. E’ un campionato impegnativo e le trasferte in “continente” si affrontano in aereo. Molte volte la comitiva oristanese incrocia in aeroporto varie personalità dell’epoca e colleghi illustri come il Cagliari di Gigi Riva, inavvicinabile divinità, prossimo alla vittoria dello storico scudetto. Cagliari che incrociò i tacchetti in amichevole proprio con la Tharros durante la stagione.

 

 

 
Nel girone di andata segna ben 12 gol e su di lui c’è l’interesse del Bari, serie B, ma nel girone di ritorno qualcosa va storto e a Roma sul campo della Romulea si riacutizza l’infortunio alla coscia sinistra. Da lì in poi il suo rendimento ne risente e le presenze sono col contagocce.
Finita la stagione con un onorevole nono posto, uno dei punti più alti raggiunti dal sodalizio sardo, ci si rituffa nella parentesi dei tornei estivi con i “blancos” del bar Cuba a cui si aggrega anche Marini, recente avversario nel campionato sardo tra le file del Calangianus, e con il bar Trieste di Badia Polesine. Il presidente di quest’ultimo cav. Rizzi è anche patron del Badia e propone a Cino di aggregarsi alla squadra neo-promossa in Prima categoria, ma con idee in grande e la prospettiva personale di smettere i panni del giramondo.

Cino accetta e si ricongiunge al fratello Bruno già capitano di quel Badia. Il girone è di quelli di ferro: Adriese, Monselice, Rosolina, Abano, Montegrotto, Contarina, Arianese, Cavarzere, Lendinarese e Tagliolese a contendersi i primi sette posti che a fine stagione garantiscono la salita nel nuovo campionato di Promozione.

 

 

L’inizio del campionato è promettente, la differenza di livello rispetto all’anno precedente consente a Cino di giocare quasi con una gamba sola, ma la sfortuna è ancora una volta dietro l’angolo, un contrasto di gioco con il portiere della Villanovese Milani gli procura una forte distorsione ai legamenti crociati e deve portare un tutore metallico per il resto della stagione. Il Badia chiude undicesimo e l’anno seguente si riscrive alla Prima categoria, questa volta però un gradino sotto rispetto al campionato precedente perché nel frattempo è nato il campionato di Promozione.
Dopo lo stop prolungato fatica a riprendere la forma fisica, nel frattempo ha trovato anche lavoro alla Montedison. Solamente verso fine stagione ritorna a calcare i campi e alcuni amici lo convincono a ricominciare dalla Terza categoria di Stienta.
La Stientese del dottor Boccato è nata da pochi anni ma punta con entusiasmo alla vittoria del campionato 1971-72. Tra i suoi ranghi ci sono alcune presenze di lusso: bomber Dolcetto e Taschin, Piacentini ex compagno di squadra alla Spal nella Coppa dell’Amicizia. Ed infatti il campionato è vinto a mani basse. Nella successiva stagione 1972-73 si prova a vincere la Seconda categoria, ma quell’anno è da ricordare perché a febbraio Cino si sposa.
Basta un importante innesto per ritentare il salto nella stagione 1973/74, è la mezzala Viviani dalla Sampietrese e a fine stagione per la squadra di mister Vecchi è finalmente una storica Prima categoria!

 

 

Dopo una campionato di conferma in Prima categoria Cino decide di passare all’Occhiobello di patron Piccinini in Seconda categoria che gli consente di conciliare gli impegni familiari e lavorativi. Sono anni di presenze discontinue, spesso salendo dalla panchina per raddrizzare un risultato avverso grazie alla potenza dei bomber Alessi e Peverati.
Prima di finire la carriera si ricorda di una vecchia promessa a Don Aldo, quella di chiudere dove era partito ed è così che sul finire degli anni settanta Cino ritorna per un ultima stagione al Santa Maria Maddalena nella doppia veste di giocatore e di allenatore della squadra giovanile allievi.
Squadra che si toglie la soddisfazione di vincere un paio di campionati e di mettere in evidenza giovani promettenti come Daniele Bovo e Massimo Girotti. Conclusa quest’ultima esperienza decide di appendere definitivamente le scarpe al chiodo e dedicarsi alla famiglia e al lavoro.

 

 

 
APPENDICE FLASH STORY ( di ( Dino Vandon, Campionato Serie D 1967/1968) /  / PARI TRA TRENTO E ROVIGO/ NEGATO DA MASOTTI  IL RECORD A CUGOLA

( Il portiere veneto era imbattuto da ben 869 minuti quando l’interno trentino ha messo in rete la palla del momentaneo vantaggio. Il pareggio , opera di Beciani, è arrivato allo scadere della prima parte della gara. Evidenti segni di ripresa nella squadra aquilotta)

TRENTO : Spaggiari, Faes, Sartori, Turinelli, Fabbro, Girelli, Boetto, Scali, Gennari, Masotti, Pennati ( portiere riserva Lanza).
ROVIGO: Cugola, Boni, Scucciari, Bertollo, Carletti, Spolaore, Campolonghi, Frazzetto I°, Beciani, Bertuzzi, Frazzetto II° ( portiere riserva Gianesella).
ARBITRO: Zecchini
MARCATORI: al 35’ Masotti, al 45’ Beciani
NOTE: terreno scivoloso, temperatura polare; pubblico numerosissimo con larga rappresentanza trentina munita di stendardi.

 

 

ROVIGO, 10 / Solitamente il pareggio che sancisce il risultato di una partita di calcio soddisfa un po’ tutti, ma a proposito della gara Rovigo – Trento, terminata con il risultato di 1-1, quelli che devono essere più soddisfatti sono i rodigini.
D’accordo, il risultato è giusto, ma premia un tantino di più i locali , i quali sono risultati inferiori agli ospiti sul piano atletico. Il Trento saliva in cattedra fin dall’inizio della gara e dopo pochi minuti colpiva la traversa.
La girandola delle sue azioni ficcanti impostata su saggi criteri tecnici frastornava il Rovigo che non riusciva a trovare la giusta carburazione. Il primo tempo quindi si può ritenere praticamente tutto del Trento.
Nella ripresa dopo aver segnato il gol del pareggio, il Rovigo appariva un po’ rinfrancato e le sue trame di gioco si dimostravano più veloci, più pericolose.

 

 

La gara era attesissima in Polesine e le discussioni che si erano fatte intorno ad essa avevano assunto anche il tono polemico da parte di certuni per via del campionato sfortunato che disputò qualche anno fa il Rovigo allora militante nel campionato dilettanti  di Prima categoria ed allenato da Celio.

Ma a rendere calda l’atmosfera ( ed il comportamento degli atleti in campo) c’era un motivo d’orgoglio , al quale ambedue le squadre tenevano grandemente. Mentre il Rovigo doveva dimostrarsi degno di occupare il secondo posto in classifica, il Trento doveva mettere in luce che la terza poltrona che occupa in graduatoria non rispecchia fedelmente il proprio valore. Orbene , alla luce della partita di oggi, nella quale tra l’altro il portiere Cugola del Rovigo era avviato a raggiungere il record di imbattibilità in tale campionato, che prima della gara era di 833’ , dobbiamo  scrivere che, mentre il Rovigo è una squadra di un certo valore,il Trento non gli è sicuramente da meno…

 

 

La squadra di Celio annovera tra le sue file atleti di buona levatura tecnica ed agonistica che praticano un futt-ball di pregevole fattura. In difesa Faes e Sartori rappresentano un vero baluardo , nella zona di centrocampo ove Girelli , Scali e Masotti costituiscono una forte cerniera.

La squadra di Celio pecca un po’ in fase offensiva , dove il gioco portato fino al limite dell’area avversaria con buona intesa tra i reparti , diventa a volte farraginoso , poco incisivo. Il bravo allenatore trentino aveva impostato la squadra secondo uno schema prudenzialmente difensivo, come del resto la circostanza imponeva. Aveva affidati il ruolo di libero a Fabbro, mentre Girelli doveva svolgere il gioco di mediano di impostazione. Leggermente arretrato giocava il centravanti , mentre vera punta erano Boetto, Pennati ed a volte Gennari e Masotti.

 

 

Sull’altro fronte il trainer Testolina aveva disposto affinché giocasse mediano Spolaore coadiuvato a centrocampo da Frazzetto I e Bertuzzi.In sostanza le vere punte erano Campolonghi, Beciani, Frazzetto II ed in alcune circostanze il fartelo maggiore di quest’ultimo. Una buona disposizione tattica quella di Celio che mirava alla divisione della posta in palio e particolarmente al risultato ad occhiali , mentre quello di Testolina ambiva alla vittoria attraverso una partita d’attacco, badando però a non scoprirsi alle spalle, favorendo così il classico gioco di contropiede da parte del Trento.
La gara risultata bella ed interessante : è stata giocata con ritmo sostenutissimo senza risparmio di energie. Il Rovigo ha svolto nel secondo tempo un maggior volume di gioco , è vero, ma è altrettanto vero che di tiri in porta tanto difficili da impensierire l’estremo difensore aquilotto ne sono scoccati ben pochi.
E la levatura tecnica di una squadra  di calcio si misura in buona parte anche dalla sua forza di penetrazione in fase d’attacco. 
La squadra di Testolina poggia più che altro le proprie <<chances>> offensive sull’estro e sulla svolta di Beciani, di Campolonghi, di Frazzetto II ed a volte di qualche attaccante, non tanto sulla capacità di sfondamento dell’intero quintetto di punta. C’è poi da sottolineare il fatto che quello di oggi era il Trento da trasferta, mentre la squadra appare sotto un’altra luce quando gioca in casa.

 

 

ALCUNI CENNI DI CRONACA
Il Trento ingrana subito la quarta, ad al 3’ Boetto colpisce il palo sinistro della porta rodigina. Il Rovigo appare trasformato dal ritmo vertiginoso con il quale gioca il Trento i cui atleti appaiono superiori agli avversari soprattutto sul piano atletico. I trentini si dimostrano infatti più grintosi superando i locali in fase di anticipo, la squadra di Testolina si fa viva al 20’ quando Spolaore scende aprendo a Frazzetto I che tira sul portiere. Al 22’ Boetto tira nuovamente , ma Cugola devia con bravura in angolo.
Al 29’ risponde Beciani , il quale respinge di testa raccogliendo un corner, ma la palla esce di poco.
Al 35’ il Trento va in vantaggio; Masotti fulmina in rete raccogliendo un cross da sinistra. Crolla così l’imbattibilità del portiere rodigino Cugola durata ben 869.

 

 

Al 45’ il Rovigo pareggia con Beciani , il quale insacca di testa prevenendo Spaggiari in uscita.
La ripresa presenta un Rovigo in vesti migliori , meglio organizzato soprattutto all’attacco e più grintoso. Il Trento cala leggermente di tono avendo speso troppe energie nel primo tempo .
Al 30’ Campolonghi  tira fuori e 4’ dopo Bertuzzi ci prova anche lui ma Spaggiari para. Il Rovigo si distende ora con belle trame offensive , ma il Trento argina egregiamente gli attacchi rodigini.
Non si deve comunque ritenere che il Trento si sia soltanto difeso nella seconda parte della gara.
Ha usato soltanto maggior  prudenza , non disdegnando però di portarsi e all’attacco portando ancora seri pericoli alla porta di Cugola.
L’arbitro ben coadiuvato dai due segnalinee ha diretto egregiamente la gara apparendo sicuro ed oculato.

 

 

EXTRATIME by SS/ La cover è per Vincenzo ‘Cino’ Masotti targato Trento ‘Serio D”.
Poi per quanto riguarda la fotogallery vi porponiamo in sequenza tutte le immagini trasmesseci , quasi tutte con relative complete didascalie incorporate.

Unico flash senza didascalie mostra Cino Masotti in palleggio “Riscaldamento prepartita a Oristano”, mentre nel flash con Trofeo vinto dalla Stientese Campionato Seconda categoria 73/74 bomber Masotti è in tandem kit con sfondo campo stientese.

Con riferimento al Trento dei bei tempi e alla Masotti Family vi propongo …alcuni flash attuali tra il Briamasco – impianti e la Top Five family con Cino & Signora, e coi figli Riccardo, Marcello, Edorado …raccontati così praticamente un mese fa dallo stesso Marcello:<< Emblematico; proprio ieri il babbo di ritorno dalle nevi trentine ha deciso di fermarsi in città Trento.

Giusto  per cercare vecchi conoscenti dell’entourage del Calcio Trento, come il sig. Vittorio Coin titolare degli omonimi magazzini, o un altro compagno di squadra che aveva avviato un'attività commerciale nei pressi dello stadio, ma purtroppo gli anni hanno cancellato le ormai flebili tracce e alla fine bisogna accontentarsi della visita e della suggestione di quello che é ancora un bello stadio, il Briamasco, e di una porta che evoca un gol memorabile. Un cordiale Saluto e ...>>

Con riferimento ai figli vi propongo soltanto un flash storico anche se purtroppo visto da lontano; peraltro by Riccardo descritto così: <<…si vede Edoardo Masotti a centrocampo di un Fluminense-Adriese 0-4 nel campionato di Promozione 2004-2005 dominato proprio dall’Adriese>>.

Con riferimento alla Foto-Figura 12 ( per esigenze tecniche con didascalia incompiuta) vi proponiamo subito la relativa didascalia completa.
Cioè Figura 12 - Bar Cuba, Torneo di Canaro 1971; da sinistra in piedi: Bruno Masotti, Bassi, Tieghi, Vaccarini, Luppi, ..., Vendemmiati; accosciati da sinistra: Cimarelli, Ferrari, Sprocati, Cino Masotti.

 


Fermo restando che sono davvero tanti gli ‘incroci’ che potrete trovare anche su questo sito con riferimento ai tanti Personaggi che hanno vissuto Calcio & Passione a fianco di Vincenzo Masotti,  da Bassi a Visentini e a tanti altri che ho trovato anche recentemente su vari campi di calcio, da Taschin a Brognara,  fino a Cristian Masotti figlio di quel Bruno che trovate spesso in foto come ‘ Signore coi Baffi” anche tra i ‘blancos’ del mitico Bar Cuba e della Stientese del mitico Dottor Boccato, indimenticabile promoter sportivo come pure il presidente Rizzi che ha fatto diventare grande il Badia anche con …Cino protagonista.

 

Ovviamente come flash finali , dopo la sfida di suo figlio Edoardo in campo con la sua Fluminense contro i granata al Bettinazzi di Adria, vi propongo le foto stile 'riflessioni' amarcord' by Cino Masotti scattate al Briamasco di Trento, tra vista stadio e monti a far da sfondo.

E dulcis in fundo la Cino Masotti Falily, con Cino & Signora e il trio brothers che ...hanno voluto fare qui su www.polesinesport.it questa speciale sorpresa Story a papà Vincenzo , quello che ha potuto 'cantare' in campo a Sanremo e sfidare le montagne del Trentino prima di volare in Sardegna e planare infine a casa sua , da Don Aldo a Santa Maria Maddalena & Life Montedison estense.

Riccardo Masotti & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it