“La sommossa di Crespino” /Episodio Storico della Dominazione Napoleonica in Italia ( SECONDA PARTE) / Napoleone solo dopo la fucilazione di Giovanni Albieri “detto Veneri” decretò da Varsavia (11 gennaio 1807) la GRAZIA al Comune di Crespino


Praticamente un anno dopo la “Sommossa” datata 14 ottobre 1806 il giorno stesso in cui Napoleone vinceva la famosa battaglia di Jena, la storia racconta che il ‘misero pescivendolo’ Giovanni Albieri ( detto “Veneri” appunto perché pescivendolo) fu decapitato sulla piazza del mercato dinnanzi al palazzo municipale, dopo essere stato condannato a morte ‘per delitto di ribellione al Governo francese’ .

Ma andiamo con ordine e con riferimento al Libro Story pubblicato nel 1906 ( in occasione del Centenario per i Festeggiamenti patriottici ) e dedicato alla “Dominazione Napoleonica in Italia” , adesso vi proponiamo la SECONDA PARTE di quel significativo “Episodio Storico” che passò alla Storia come “La Sommossa di Crespino” del 20 ottobre 1805.
E per la quale a‘carico’degli abitanti di Crespino proprio Napoleone decretò ‘straordinarie punizioni’ sia economiche che legislative, fino al famoso “punto primo” per il quale fu decretato che “Gli abitanti di Crespino sono privati dei diritti di cittadinanza”.
Potrei anche raccontarvi che giovedì scorso sono stato a …casa del Lupo, e che a tal proposito ho ascoltato gli ‘speciali duetti storici’ tra Gianni Sparapan ed Elios Andreini, col quale poi abbiamo ‘ricordato’ …fatti e misfatti di quel periodo napoleonico in Polesine.

 

 

D’altra parte Elios Andreini da Bagnacavallo ma sempre più ‘icona’ della Storia del Polesine, è un ‘grande’ sia quando lo ascolti che quando lo leggi; perciò vi invito a leggere il suo libro “Crimini e Storia tra Po e Adige” ( pag 730) di cui però vi parleremo a parte.
Per la cronaca segnalo che Elios Andreini nel suo Libro Story ha dedicato 4  pagine ( da 367 a 370) alla “Sommossa di Crespino “ titolando “Eroe o non eroe?” e chiosando così” Ripetiamone almeno il nome: Giovanni Albieri detto Venerio”, dopo che qualche righe prima lo stesso Andreini , cantastorie abituato ai …paralleli, aveva scritto quanto segue sulle ‘coincidenze’ napoleoniche:<<  Per Bonaparte, in fondo, Crespino portava fortuna. Il giorno della sommossa aveva vinto ad Ulma, il giorno della decapitazione di Venerio si era ripetuto a Jena.>> .

 

 

Ma ritornando alla “Sommossa di Crespino” facciamo un piccolo flash giusto per agganciarci alla prima parte della nostra Story.
Ricordate? Vi avevamo lasciato a fine “Prima Parte” di questo significativo Episodio Storico della Dominazione Napoleonica in Italia, con quella domanda dove le speranze dei ‘poveri’ Crespinesi dipendevano non tanto da sé stessi quanto da un Napoleone più sensibile alle umane necessità di quanto avesse fino allora dimostrato l’Imperatore dei Francesi e Re d’Italia.

 

 

“Che rimaneva ai poveri Crespinesi da tentare presso l’onnipotente Sire?” .
Questa la ‘grande domanda’ cui la Storia ha dato la sua risposta registrando i fatti che proprio il Libro Story by M°. S. G. vi risponderà direttamente,  in quella che qui abbiamo definito “Seconda Parte” e che vi proponiamo in toto perché vi racconta il ‘completamento’ della Story partendo appunto dai primi atti dell’Aldini segretario di Stato.

 

 

SECONDA PARTE DEL LIBRETTO STORY / LA SOMMOSSA DI CRESPINO DEL 20 OTTOBRE 1805 ( Pubblicato “ In occasione dei Festeggiamenti Patriottici del VII Ottobre MCMVI).

L’Aldini nella sopracitata lettera all’Isolani così suggeriva:<< Esorto di fare un ultimo tentativo, mandando qui la Deputazione per implorare la mediazione dell’Imperatrice, onde ottenere dall’Imperatore grazia e perdono. Questo, a parer mio, è il solo mezzo che resta a tentare a quegli infelici…>>.

 

 

Non si pose indugio a sognare a seguire il consiglio e la deputazione partì per Parigi, e l’Aldini li presentò all’Imperatrice e Regina. Nuovo allo sfarzo ed alle cerimonie della Corte Imperiale rimasero confusi e impauriti.
Giuseppina, dotata di ottimo cuore,  sentì compassione della sventura ond’erano colpiti, li confortò e promise di intercedere grazia pel loro paese. Ma l’inflessibile Sire le rispose che l’avrebbe accordata soltanto dopo aver conosciuto l’esito del processo.

 

 

Tra i molti arrestati però si riconobbe non esservi alcuno dei capi, che con mezzi potenti erano riusciti a mettersi in salvo, e la Commissione militare non poteva emanare la sentenza di morte voluta da Napoleone. Le Autorità italiane riuscirono, col tacito assenso del Vice-re, a tirare in lungo il processo, nella lusinga non infondata, che il tempo mitigherebbe lira dell’Imperatore. Intanto egli partiva per la nuova guerra contro la Prussia.

 

 

Non riuscendo a colpire i veri capi della sommossa, la Commissione militare aveva raccolti indizi contro il pescivendolo Giovanni Altieri d’anni 45, detto Veneri, come quegli che aveva calpestata la bandiera francese nella giornata del 20 ottobre, e perciò si era messo in maggior evidenza agli occhi del volgo; questi si ritenne per capo principale della sollevazione, e non era vero, ed egli, capo espiatorio peri veri sobillatori ed autori della sommossa, dovette pagare con la vita la minima parte che aveva presa nel fatto, <<tanto è vero, esclama il Bullo, che son sempre gli stracci che vanno all’aria.>>

 

 

Nascostosi nelle valli di Ca-Repetto, sotto Rovigo, l’Albieri si credeva sicuro, forse protetto oltre che dai Redetti, anche da altri patrizi Veneziani che colà avevano i loro  vasti possessi. Ebbe però l’imprudenza di mantenersi in rapporto con un pescatore di Crespino, suo compare al quale vendeva il pesce che pigliava in quelle valli. La moglie di costui, donna forestiera  soprannominata Blatona, forse per gelosia di mestiere, questione di interesse od avidità di guadagnare la taglia messa sul capo dell’Albieri, lo denunziò alla giustizia, e anzi, vuole una tradizione, essa stessa condusse a Ca-Redetto i gendarmi che arrestato l’Albieri, lo ridussero il dì stesso a Crespino.

 

 

Per giudizio statario fu condannato a morte per delitto di ribellione al Governo francese e la mattina seguente, il 14 ottobre 1806, il giorno stesso in cui Napoleone vinceva la famosa battaglia di Jena, il misero Albieri fu decapitato alle ore 10 antimeridiane sulla piazza del mercato dinnanzi al palazzo municipale.

 

 

Osserva il Bullo che <<il sangue sparso a Crespino fu una delle macchie del Regno di Napoleone in Italia. Il povero pescatore Giovanni Albieri era un ribelle, è vero, del Regno d’Italia, e con lui gli altri rivoltosi, m quel Regno d’allora non era uno stato nostro indipendente, bensì vassallo, anzi schiavo di Francia, e chiunque combatta per la propria patria contro qualsiasi potenza straniera è sempre un patriota, ed altamente patriottico fu il moto di Crespino>>.
L’annunzio che la   rivolta di Crespino era espiata col supplizio di uno de’ capi, i meravigliosi trionfi delle sue armi, la smisurata potenza cui era alito, placarono l’ira del grande Imperatore che finalmente s’indusse a perdonare.

 

 

L’11 gennaio 1807 emanò il seguente decreto, che annullava il primo, cotanto ingiusto e crudele:
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<< Visto il rapporto del Gran Giudice Ministro della Giustizia del nostro Regno d’Italia, dal quale  risulta che il capo della rivolta accaduta lo scorso anno nel Comune di Crespino è stato capitalmente punito;
Viste le replicate suppliche presentateci dagli abitanti di quel Comune;
Volendo verso loro usare della Sovrana nostra clemenza;
ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO QUANTO SEGUE:
Art.1/ E’ fatta la grazia al Comune di Crespino. Cessano dal giorno d’oggi le disposizioni portate dal nostro Decreto 11 febbraio scorso, e gli abitanti di Crespino sono ripristinati ai diritti di cittadinanza; trattati e amministrati come gli altri cittadini del Regno.
I Ministri della Giustizia, dell’Interno e delle Finanze del nostro Regno d’Italia, per ciò che rispettivamente li concerne, sono incaricati dell’esecuzione del presente decreto, che sarà stampato, pubblicato ed inserito nel Bollettino delle Leggi.
<< Dato dal nostro Quartiere Imperiale di Varsavia, questo dì 11 gennaio 1807.
                                                                                         <<NAPOLEONE>>

 

 

Sollevati gli avi nostri della barbara condanna, rimase nell’animo loro il compianto per la fine miseranda di Giovanni Albieri, ed il ricordo della generosa offerta dei dodici giovani loro concittadini, ai quali con animo riconoscente siamo ben lieti di tributare oggi un ricordanza tanto doverosa.
Non sarà discaro ai nostri concittadini ripeterne qui la lista, colle professioni a cui si diedero, cresciuti negli anni:

1 –  Colla Francesco                                - Flebotomo
2 –  Zampieri Antonio                               - Possidente
3 –  Gardellini Giuseppe                           - Impiegato di Pretura
4 -   Cagnoni Antonio                                - Possidente
5 -   Bolognesi Bellino                               - Falegname
6 -  Baruffi Vincenzo                                 - Farmacista
7 –  Carravieri Vincenzo                           -  Dottore in medicina 
8 –  Peverati Giovanni                                 - Esattore Comunale
9 –  Baruffi Giovanni                                  - Possidente
10 – Marzolla Angelo                                 - Scrittore Municipale
11 – Zanforlini Tommaso                           - Sarto
12 – Magnanini  ( forse Giuseppe )            - Fabbro

    

APPENDICE NEWS FLASH STORY ( di Giotto Verossia/ Sergio Sottovia , by La Voce di Rovigo 16.10.2006)/ CRESPINO: LO STORICO GIORGIO RIZZI HA INQUADRATO L’ASPETTO LOCALE DELLA STORIA AL CONVEGNO DEL COMUNE/ “IL DRAMMA DI ALBIERI DUE SECOLI DOPO” /
( In tanti all’incontro per l’anniversario dell’uccisione, avvenuta il 14.10.1806)
<< CRESPINO/ come tutte le terre di confine, Crespino all’epoca della ‘storia’ post rivoluzione francese ha vissute le angherie dei passaggi di dominazione, nell’epoca degli estensi e dello stato pontificio, degli austriaci e dei francesi di Napoleone.
Ma nell’ambito di un contesto generale, Crespino all’epoca aveva una sua valenza speciale, per la sua attività commerciale e per le azioni politiche e popolari che ha messo in atto, soprattutto contro Napoleone.
Una valenza specifica per la quale il Comune di Crespino ha promosso un convegno per commemorare il “200esimo anniversario della capitazione di Giovanni Albieri”.
Per questo il sindaco, nel convegno di sabato in municipio, presenti alcune scolaresche e relativi insegnanti, ha introdotto i relatori che hanno dato una collocazione generale e particolare a quell’avvenimento del 14.10.1806 quando Giovanni Albieri, fu decapitato come capro espiatorio di una manifestazione durante la quale era stato bruciato l’elbero della libertà, simbolo dei francesi.

Ad inquadrare quel periodo storico, dalla rivoluzione francese alla pace di Campoformio fino ai primi sussulti della Carboneria cui hanno partecipato i crespinesi Carravieri e Foresti, ci ha pensato Mario Cavriani, direttore della Minelliana.
E dell’avvenimento specifico, che ha portato Napoleone ad emanare un editto per il quale gli abitanti di Crespino venivano privati della cittadinanza e gravati di sanzioni pesanti, ha parlato lo storico Giorgio Rizzi che ha inquadrato l’aspetto ‘locale’ della decapitazione dell’Albieri e della conseguente ‘clemenza’ di Napoleone col nuovo editto datato solo 1807.
Peraltro il professor Rizzi, appassionato e professionale, ha segnalato anche il contesto socio-politico locale, per effetto del quale le attività preminenti erano collegate alla vita delle “Ville” che i signori della corte estense ( come i Turchi poi Principe Pio) avevano costruito a Crespino, ma segnalando l’importanza elle attività commerciali esistenti, tanto che c’erano addirittura rapporti correnti con gli abitanti di Rovigno, sull’altra sponda dell’Adriatico ( per canapa e cappelli di feltro) oltre che con l’altra sponda del Po.
Un convegno quasi lezione, su quella Crespino napoleonica che aveva allora oltre 4000 abitanti , in cui la pesca ( e Albieri era un pescatore) com el’agricoltura erano il collante della vita economica locale.
Un convegno peraltro che affonda le radici nelel ricerche e nella documentazione edita già d Monsignor Mario Qualdi nei suoi due libri storici su Crespino, ma anche su quelle più recenti, cioè sulla base anche degli atti che il ricercatore Guido Ronconi ha rinvenuto nel vecchio archivio comunale.
Una rivisitazione storica che nelle intenzioni del sindaco meriterebbe una sua evoluzione attualizzata, tant’é che ha parlato della possibilità di una ‘rappresentazione storica’ che potrebbe realizzarsi fra un anno.

EXTRATIME by SS/ La cover è per il kit che mette insieme la Rivoluzione Francese, Napoleone Bonaparte e ‘la targa ricordo ’ dedicata a Giovanni Albieri ‘detto Veneri’.
Poi per quanto riguarda la fotogalery partiamo col proporvi la specifica ‘location’ nella quale è ambientata la nostra storia: cioè il Dipartimento del Basso Po come da relativa cartina ufficiale dei francesi. Là dove s’è verificato quello che il nostro Libro Story ha raccontato titolando “ Crespino 1805/1807 Episodio storico della dominazione napoleonica in Italia”.
Anche per questo vi proponiamo in sequenza alcune immagini crespinesi collegate a fatti raccontati. Dalla Piazza del Mercato al cancello d’ingresso della adiacente “Villa del Principe Pio”, poi una ‘cartolina dedicata alla Casa Carravieri e alla Sala del Consiglio comunale, quindi un fronte –chiesa parrocchiale datato 1951 perché, oltre a documentare il dramma  della Grande Alluvione in Piazza Fetonte, mostra in primo piano a sx ancora la “Casa del Carravieri”. Quindi facendo focus sulla parte destra della Piazza Fetonte eccovi il Municipio con tanto di ‘bandiere’ perché nel giorno di un Consiglio comunale e poi ‘due particolari’ della Chiesa Parrocchiale intitolata a San Martino e Severo , tra cui il quadro alla Madonna dipinto da quel Benvenuto Tisi da Garofolo che certifica ulteriormente il ‘rapporto’ di Crespino con i Ferraresi e lo stato Pontificio.
Ma trattandosi di paese tra “Po e Adige” ecco che il Polesine era ‘appetito’ sia dagli Austriaci che dai Francesi; da qui la decapitazione di Giovanni Albieri detto “Veneri” di cui vi proponiamo la lapide a ricordo, con a fianco una ‘Madonna con bambino’ d’epoca successiva.

Ma come ogni Storytelling che si rispetti , e per quando riguarda il periodo del passaggio da Napoleone agli Austriaci nei primi anni dell’Ottocento, ecco il flash che ho scattato  Grenoble dove Napoleone entrò in cittò in data 7 marzo 1815 dopo i giorni tristi all’Isola d’Elba. Ma ormai Napoleone ha chiuso il suo ‘ciclo storico’ , quello che ( vedi foto kit) l’aveva visto ‘protagonista’ anche nei quadri d’autore, sia come Re d’Italia che come …imperatore dei Francesi “a cavallo sulle Alpi” .
Si chiude quindi così la Storia di napoleone in Polesine ed è il tempo dei Francesi per effetto del Congresso di Vienna datato 1815 che ( vedi mappa) mostra Crespino e il “Polesine tutto” ormai parte definitivamente del Regno Lombardo- Veneto.
E per Crespino la già vista Piazza del Mercato diventa a questo punto la Pretura dove Foresti sarà il protagonista degli albori della Carboneria in Polesine , quelle che vide tanti carbonari incarcerati allo Spielberg e a Lubjana. Per un’altra Storytelling di cui vi parleremo prossimamente  ancora grazie al Libro Story già citato.
Per adesso chiudiamo qui la nostra  “Rivoluzione francese in Polesine 1797 -1814), segnalando la importante Mostra Documentaria che ( vedi depliant) è stata in tour tra tante Biblioteche & Comuni polesani.
Infine , per non dimenticare la “Sommossa di Crespino” e il ‘ricordo’ di Giovanni Albieri ‘detto Veneri’, ci piace segnalare anche i promotori del sopracitato Convegno del “Bicentenario” raccontato in Appendice News.

E che propongo nel flash che ho scattato in Municipio a Crespino ad ottobre 2006, cioè da sx Luigi Ziviani, Mario Cavriani, Giorgio Rizzi, Guido Ronconi.
Però voglio proporvi anche Don Mario Qualdi , non tanto perché mi ha dato la fotocopia del ‘certificato parrocchiale’ di “Veneri” ( che spero di ritrovare e mostrarvi) , ma perché ha scritto la Storia di Crespino, il Libro Story di cui abbiamo già dato conto qui su www.polesinesport.it (basta chiedere a Google…).
Un Personaggio Story anche Don Mario, che vi propongo tra “Quelli del Passetto” anche perché”Veneri” era un pescatore e il Passetto è da sempre la località crespinese dei ‘pescatori’ sul Po, come nella significativa foto in bianconero.
Tutto questo perché qui siamo nella rubrica  “Memoria & Futuro” , vale a dire ..indimenticabile il futuro se ci insegna qualcosa per il domani.
E poi ci sono le coincidenze! Come il fatto che proprio questa sera ( vedi flash certificativo) questo sito www.polesinesport.it nato per raccontare Story in the world ha la pretesa di ‘sperare’ che queste testimonianze di vita vissuta, insegnino almeno qualcosa anche nel futuro, visto che il Vostro Sito ha già superato le 600.000 / Seicentomila pagine viste,  oltre che gli oltre i 360/mila contatti certificati.

Anche per questo, dedicando questa story a Giorgio Rizzi e agli ‘storici’ come lui, vi diamo appuntamento alla prossima Storytelling dedicata appunto alla Carboneria in Polesine, nata a Crespino con Foresti ma che ha avuto risonanza nazionale ed internazionale , visto anche l’incontro tra lo stesso Foresti e Garibaldi negli States.


M.° S. G. & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it