“Alla ricerca dell’altra metà delle mie radici”, il Libro di Angelo Dall’Aglio, in viaggio sull’Albero... coi Veneti emigranti/ CAP 12, in Brasile nel 2005, da Bauru a Piracicaba e Limeira, dai tanti Spironello... e rientro Italia


Si conclude con questa puntata dedicata al Capitolo 12 ( dei 22...) la visita di Angelo Dall’Aglio e sua moglie Santina, nel 2005 in Brasile, raccontata nel suoi Libro dal titolo “ “Alla ricerca dell’altra metà delle mie radici”, praticamente un viaggio alla ricerca del suo lungo Albero genealogico, sulle orme dei suoi lontani parenti emigrati in SudAmerica , a partire dal capostipite nel 1888.

Una lunga storia d’amore con le proprie origini, praticamente ‘prototipo’ di tante altre storie di Emigrazione , come quelle che hanno coinvolti tanti Veneti emigrati sia i Brasiel eceh in Argentina, ma anche negli Stati Uniti e più tardi anche in Canada e  nei tempi più recenti anche in Australia ( come è successo anche a mio fratello Luciano Sottovia , già raccontata qui su www.polesinesport.it anche perché ha fatto il record Mondiale nel Ten Pin Bowling col ‘perfect game’ già nel 1965).

Ma restiamo in tema , sulle orme della visita di Angelo Dall’Aglio & Donna Santina,  & Santina praticamente in visita tra i tanti parenti Spironello, la in Brasile nelle città di Baurù, Piraricaba ( ndr, dove è nato anche l’oriundo calciatore Josè Altafini figlio di emigrati da Baruchella...)  e Limeira, in tour tra i tanti discendenti degli Spironello emigrati dall’Italia ( e dall’Austria...) post Prima Guerra Mondiale, a cercare quella ‘fortuna’ che l’Italia non sapeva dare loro in quei tempi di tanta miseria.

CAPITOLO   DODICESIMO /  ( dal libro di Angelo Dall’Aglio ) / IN  BRASILE NEL 2005.... IN VISITA AI DISCENDENTI DI LUIGI SPIRONELLO ...

 ....DA   BAURU’ a  PIRACICABA  e  LIMEIRA ( e... RIENTRO IN ITALIA) 

 

L’indomani dopo aver salutato i parenti e ringraziato Nilza per la cortese ospitalità, lasciammo Baurù e partimmo alla volta di Piracicaba per visitare e conoscere gli Spironello là residenti, tutti discendenti di Luigi, il fratello minore di mio bisnonno Antonio. 

Di loro mi aveva parlato molto bene Mario, il più anziano della famiglia, pertanto ero animato dal desiderio di conoscerli personalmente 

Arrivati a Piracicaba ci sistemammo al Princeton Hotel vicino a piazza “Josè’ Bonifacio”, nei pressi della cattedrale, e da subito ci mettemmo in contatto con Mario Spironello, il quale si scusò di non poter dedicarsi a noi a causa della sua vegliarda età . (novant’anni )   

Nell’impossibilità di incontrare Mario, io e mia moglie facemmo un giro per la città e nel continuo girovagare arrivammo al mercato municipale, entrammo a visitarlo e ci imbattemmo nel “ Market  Spironello “ gestito da Lorival, uno dei figli di Mario. Approfittammo dell’occasione  ed entrammo  per fare la sua conoscenza, ma Lorival intento com’era alla gestione della clientela neanche ci considerò, mentre sua moglie, pur essendo seduta alla cassa impegnata a battere scontrini, ci accolse con un certo garbo, lieta e compiaciuta di fare la nostra conoscenza.  

Ci fermammo con lei giusto il tempo di fare due chiacchere,  poi salutammo e ce ne andammo.

Continuando la nostra passeggiata, giungemmo alla libreria di Alcides, l’altro figlio di Mario, il quale fu il primo Spironello di Piracicaba che intercettai e contattai.

Di Alcides, conservavo il ricordo di una cortese e calorosa disponibilità, manifestatemi nel corso di alcune conversazioni telefoniche avute con lui dall’Italia prima della partenza per il Brasile.

Di tutt’altro tenore invece fu il suo atteggiamento nella telefonata che gli feci al mio arrivo in Brasile.  Si comportò in modo evasivo ed ambiguo, in netto contrasto con l’atteggiamento delle  precedenti telefonate.  ( vedi pagina 66 )  

Nonostante ciò, io e mia moglie decidemmo ugualmente di andare a conoscerlo. 

Lo incontrammo sulla porta della libreria, ci accolse con distacco e freddezza manifestando attraverso poche parole il timore di doverci ospitare, cosa da noi mai chiesta né pretesa, anche perché tutte le volte che ci siamo recati in Brasile, ci siamo sempre mossi in modo autonomo, sia per spostarsi da una località all’altra che per alloggiare.  

Tuttavia, Alcides alla fine della breve e fredda conversazione salvò la faccia dicendo:

(  bem vindos ao Brasil ) ” ben venuti in Brasile “. 

A quel punto, piuttosto sconsolati e delusi per il trattamento ricevuto dai fratelli Lorival e Alcides, tornammo in albergo .

Per alcuni giorni nessuno dei molti Spironello di Piracicaba ci cercò, che inaspettatamente  ci cercò invece fu  Grazia, la figlia della cugina Nair di Baurù . Che strano !..

Forse voleva farsi perdonare il comportamento poco eclatante e alquanto  sospettoso, avuto nei nostri confronti davanti al cancello della sua  abitazione.

Be ! In ogni caso, il fatto che ci avesse cercati fu…” una bella e gradita sorpresa “.   

 A LIMEIRA  ( SP ) : CON GRAZIA e JULIO IN VISITA  a  MARCO ANTONIO  RIGO CAMPOS

 

 

 

 

Alla reception dell’Hotel  fummo informati che  Grazia aveva telefonato più volte lasciando detto di contattarla. La chiamai al telefono, disse di averci cercati per proporci di trascorrere un giorno in nostra compagnia, facendo una capatina nella vicina città di Limeira,  per andare a visitare e conoscere il cugino  Marco Antonio  Rigo Campos,  figlio di Luisa Spironello . 

Ci accordammo e fissammo l’incontro per il giorno seguente, e come da accordo, puntualmente  l’indomani verso mezzogiorno, Grazia accompagnata dal marito Julio, si presentò davanti al nostro Hotel e tutti insieme partimmo con destinazione Limiera. 

Marco Antonio sapeva della nostra presenza in Brasile, perché era stato informato dal cugino Zito, con il quale era spesso in contatto. 

Quindi, per lui non fummo una sorpresa, anche perché la nostra visita era stata preannunciata da Grazia.

Io non avevo mai visto Marco Antonio nemmeno in fotografia, però un poco lo conoscevo  dalla descrizione che Zito mi fece di lui . Sapevo che era il figlio unico di Luisa Spironello, la ragazza della foto che Giuseppina Guerrera mi inviò dagli Stati Uniti a inizio ricerca 

 

 

 

Luisa Spironello, una delle figlie di Ferdinando si è sposata con Rigo Campos e ha avuto un unico figlio,  Marco Antonio a sua volta sposato con due figli, un maschio e una femmina.

Pur convalescente a causa di un’ intervento al cuore, Marco Antonio ci accolse con molto calore, dimostrandosi premuroso, ospitale  e molto interessato al lavoro che stavo facendo. 

Mi parlò dei suoi genitori e di suo nonno Ferdinando, ma non mi seppe dire assolutamente nulla delle prozie Luigia Fausta ed Eugenia,  e tanto meno della bisnonna Teresa  . 

Anche lui come gli altri parenti brasiliani, non sapeva della nostra esistenza , mai aveva sentito  parlare di noi e tantomeno di nonna Maria Antonia, sorella primogenita di suo nonno Ferdinando  

Marco Antonio e i suoi famigliari vollero sapere di noi parenti italiani, della nostra vita , delle nostre tradizioni usi e costumi, dei luoghi d’origine e di provenienza della famiglia Spironello e in particolare della  regione, della provincia e del comune di nascita di nonno Ferdinando. 

E’ stato un bel pomeriggio trascorso in allegra compagnia di Grazia, Julio, Marco Antonio e la sua famiglia.  Abbiamo mangiato bevuto riso e cantato, tanto che a un certo punto spinti da mia moglie hanno insistito perché cantassi “ O sole mio “ e “ Nessun Dorma “, e io, non facendomi pregare due volte, mi cimentai cantando i brani da loro richiesti ricevendo calorosi applausi che riempirono d’orgoglio e soddisfazione  mia moglie . Il tempo volò e in un battibaleno scese la notte, pertanto dovemmo lasciare Marco Antonio e la città di Limeira per far ritorno a Piracicaba. 

 

 

 

 

                PIACEVOLE  SORPESA  NELL’ INCONTRO  CON  ALTRI  SPIRONELLO 

                   DI  PIRACICABA , TUTTI   DISCENDENTI  DI LUIGI E GIUSTINA  

IL mattino seguente il ritorno da Limeira fummo svegliati da una telefonata di Mario Spironello, il quale ci invitava a recarci al supermercato del figlio Lorival per presentarci a un suo nipote che ci avrebbe accompagnati a visitare i luoghi che furono dimora dei suoi nonni  Luigi e Giustina. 

Si trattava di Walter Spironello figlio d Dirceou fratello di Mario. 

Come da invito, ci recammo al Supermercato e dopo le presentazioni di rito, con Walter e sua moglie Wilma partimmo alla  volta del vecchio sitio ( podere ) Spironello che si trova a una decina di chilometri fuori Piracicaba .

Durante il percorso ci fermammo a visitare la tomba di Giuseppe Spironello e di sua moglie Aquilina , genitori di Mario e Dirceou, tombe che si trovano in un vecchio cimitero alla periferia della città, dove sono sepolti anche i bisnonni Luigi e Giustina .  

Dopodiché, proseguimmo il nostro viaggio alla volta del vecchio podere e chiacchierando del più e del meno, Walter ci parlò della grande festa che fecero nel 1991 in occasione del centenario dell’emigrazione in Brasile di suo bisnonno Luigi ; dell’emozione provata in quella circostanza,  incontrando per la prima volta parenti residenti in Brasile mai conosciuti  prima  e aggiunse : “oggi però ho provato una emozione ancor più grande nell’incontrare e conoscere voi parenti italiani, dei quali nulla sapevo, mai mi sarei aspettato che dall’Italia arrivassero visite così gradite”. 

Le parole di Walter mi lusingarono e  mi emozionarono, dandomi rinnovata fiducia, risvegliando in me il sopito desiderio di conoscere la grande famiglia degli Spironello di Piracicaba, tutti discendenti di Luigi, fratello di mio bisnonno Antonio .

Ringraziai Walter per le belle parole e nel contempo gli raccontai dell’incontro avvenuto con i suoi cugini Lorival e Alcides ; della delusione e dello sconforto che io e Santina provammo nel ricevere da parte loro tanta indifferenza .

Walter ci consolò dicendo che per quella gente era normale tale comportamento, e si affrettò ad aggiungere : “ purtroppo vi siete rivolti agli Spironello sbagliati, dovevate mettervi subito in contatto con noi o con altri parenti maggiormente disponibili e ospitali “.  

Udite tali parole rivolsi lo sguardo a mia moglie lasciando trasparire il mio compiacimento, e lei accennando un sorriso annuì, e commentando le parole di Walter disse : “finalmente abbiamo incontrato i parenti che da sempre in cuor nostro speravamo di trovare”. 

Nel frattempo arrivammo al vecchio sitio ( podere )  dimora di Luigi e Giustina negli anni della loro vecchiaia, fummo accolti con cortesia e cordialità da entrambi i genitori di Walter, con i quali instaurammo da subito un rapporto di reciproca stima e simpatia.

In quel luogo tutto era permeato di italianità ; la casa di abitazione ad un solo piano ricalcava in tutto e per tutto le caratteristiche della casa colonica italiana di fine ‘800  primo ‘900: rivolta a sud, da dove si accede all’ingresso principale che porta a un corridoio che si protrae fino al lato nord, con porte laterali che danno accesso al reparto giorno, composto da sala e cucina e al reparto notte formato da camere da letto e un bagno; i battenti delle finestre sono in legno, composti di quattro parti pieghevoli ; tutta la struttura è in muratura, cosa non usuale a quell’epoca in Brasile, in quanto le case di quel periodo venivano costruite per lo più in legno o miste legno e muratura;  all’esterno lungo il muro perimetrale, si arrampicano roseti e altre piante da fiore; davanti all’ingresso c’è l’aia e il cortile; in fondo al cortile si trova una specie di brolo con diverse piante di banane e altri alberi da frutta; lungo un lato della casa c’è una barchessa per il ricovero del trattore e altri attrezzi meccanici per il lavoro dei campi; al lato opposto c’è un recinto coperto  per il ricovero del bestiame durante la notte o in caso di pioggia e cattivo tempo”. Inoltre, come in ogni podere agricolo che si rispetti piccolo o grande che sia , non potevano mancare le galline, i tacchini, le oche, le anatre, le faraone, i conigli e il cane, lo storico e fedele amico dell’uomo . 

Quel podere mi sembrò un piccolo paradiso terrestre, una piccola arca di Noè. 

Osservando tutto ciò, andai con il pensiero a ritroso nel tempo, rievocando i momenti della mia infanzia e giovinezza trascorsi nella azienda agricola di Cambio di Villadose, dove vissi e lavorai fino al ventiseiesimo anno di età.

 

 

 

 

Entrando in casa, notai  vecchie foto appese alle pareti e  pensai :“ Anche questa è un’usanza tutta italiana: “ ossia il voler raccontare attraverso le foto il cammino e la storia della famiglia “.

Dirceu come un buon Cicerone mi, presentò le persone dei ritratti e mi raccontò la loro storia.

Disse che ci fu un tempo in cui gli Spironello a Piracicaba potevano comperare terreni a piacimento, in quanto la loro disponibilità economica, grazie alla capacità lavorativa ed imprenditoriale di tutta la famiglia, sotto l’attenta e scrupolosa guida del capostipite Luigi che fu sempre prezioso consigliere e attento supervisore di ogni azione, si era fortemente consolidata.

Prova ne è che tutti i diretti discendenti di Luigi e Giustina, oggi sono proprietari di un podere agricolo che conducono personalmente, esercitando nel contempo anche altre attività. 

Inoltre, i discendenti di terza e quarta generazione hanno acquisito una buona formazione tecnico culturale,  tanto che diversi di loro oggi sono laureati.

Chiacchierando e commentando le foto ci incamminammo verso la cucina dove la moglie di Dirceu, anche lei di origini italiane, era ai fornelli intenta a preparare il pranzo, e fummo attratti da una credenza e vetrina in stile contadino di primo ‘900 italiano, in bella mostra accostata a una parete, ma quello che più ci colpì, fu la presenza di un forno a legna molto caratteristico, tipico dello stato di Mina Gerais. La padrona di casa, visto il nostro interesse per tale forno, ci fece notare che nella casa oltre all’italianità, c’era anche qualcosa di Brasiliano.

 

 

Proseguendo la visita alla casa, entrammo in una stanza attigua alla cucina, dove Dirceu mi mostrò i cimeli di famiglia che furono di suo padre Giuseppe e prima ancora di suo nonno Luigi. 

Addirittura alcuni furono portati dall’Italia quando la famiglia emigrò. 

Tutti questi oggetti sono conservati come reliquie e formano un piccolo museo carico di ricordi che testimonia il passato di una vita laboriosa dura e sofferta.

 

Dopo il pranzo, a metà pomeriggio accompagnati da Walter e sua moglie Wilma, andammo a conoscere la famiglia di Erminio Spironello, il fratello minore di Dirceu, che abitava in un podere poco lontano. 

Erminio e i suoi famigliari, pur sorpresi e stupiti per la nostra inaspettata visita, ci accolsero con grande calore e simpatia, entusiasti di incontrare parenti italiani fino ad allora sconosciuti. 

 


Fummo circondati da manifestazioni di rispettoso affetto , incalzati di domande sulla tanto amata quanto sconosciuta Italia, mai dimenticata e sempre considerata come loro patria d’origine per  legittima eredità ricevuta dai loro avi.

Nel corso della visita a Erminio si verificò un fatto curioso e simpatico, uno dei suoi figli disse: “ ma siamo sicuri che siano veramente parenti legittimi, non sarà come quel Cesare Spironello di Padova che fu invitato in occasione della festa per il centenario dell’emigrazione, salvo scoprire poi che non aveva alcun legame di parentela con la nostra famiglia” ? 

Al che Walter scoppiò a ridere, affermando trattasi di veri parenti accertati e documentati .

Da quell’episodio ebbi la conferma di quanto altri Spironello mi raccontarono, e cioè: “ che in occasione della festa del centenario dell’emigrazione di nonno Luigi, fu invitata una persona rintracciata nella città di Padova di cognome Spironello, rivelatasi poi priva di ogni legame parentale con la loro famiglia.

Terminata la visita a Erminio, ritornammo in Hotel e concordammo con Walter e Wilma di ritrovarci l’indomani tutti insieme a pranzo, per poi andare a conoscere  Marcial , l’altro fratello di Dirceu.

                                          VISITA  A  MARCIAL  SPIRONELLO                                                                                                                               

Come da programma, nel tardo pomeriggio del giorno seguente, dopo aver pranzato andammo a conoscere Marcial e la sua Famiglia. 

Marcial abita in un quartiere residenziale di Piracicaba a cinque sei chilometri di distanza dalla casa di Walter. 

Arrivammo nel bel mezzo di una festa di compleanno . Al nostro arrivo, peraltro già annunciato, ci accolsero con grande calore e simpatia e ci invitarono a  banchettare con loro. 

In detta circostanza, su richiesta cantai alcune canzoni italiane che dedicai alla festeggiata, la quale si emozionò a tal punto da trattenere a stento le lacrime.    

L’attenzione la stima la simpatia e la cordiale ospitalità manifestateci, ci riempirono di immensa gioia, rendendoci oltremodo felici, compensando largamente la delusione provata all’incontro con altri Spironello al nostro arrivo a Piracicaba . 

La mattina seguente, era di domenica, lasciammo Piracicaba e partimmo alla volta dell’aeroporto di San Paolo per fare ritorno in Italia.

Non dimenticherò mai quel viaggio,  fu un inferno. 

Una cattiva digestione e le turbolenze subito dopo il decollo mi provocarono conati di vomito che in nessun modo riuscii a placare, tanto che continuarono fino all’arrivo a Madrid, dove finalmente, grazie all’intervento del medico dell’aeroporto il vomito cessò. 

Dopo quella brutta avventura e quel tour de force, da Madrid ci imbarcammo per  l’Italia e finalmente arrivammo a casa . Ed, è proprio il caso di dire: “ Tutto e bene, quel che finisce bene “ 

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Ero a casa e nonostante sapessi di dover lavorare ancora molto per completare la ricerca, ero felice e contento, molto soddisfatto per il notevole passo avanti fatto con le ultime scoperte.  

E’ vero ! Avevo fotto molte e importanti scoperte, ma nonostante ciò non ero completamente appagato, mancavano ancora le notizie fondamentali per chiudere le storie delle tre coppie : Isidoro Zocchio - Luigia Spironello; Francesco  Scutaro -  Fausta Spironello;  Giovanni  Guerra Russo - Eugenia Spironello. 

Inoltre, desideravo arricchire di ulteriori particolari tutti gli altri personaggi appartenenti alla storia della famiglia di nonna Antonia Maria.

Per cui, dopo un periodo di riposo, ricominciai con rinnovata lena il lavoro di ricerca. .

Nel frattempo dal  Museo “ Pro Memoria “ di San Carlos arrivò l’articolo di giornale pubblicato dal Signor Djalma Nery

                                                ARTICOLO Di  DJALMA NERY

 

 

 

 SUCCESSIVAMENTE  ARRIVO’ ANCHE L’ARTICOLO  PUBBLICATO  DA  JOSE’  AUGUSTO  PEREIRA ;  ARTICOLO DI JOSE’ AUGUSTO PEREIRA , CONOSCIUTO COME DON MINEIRO   

 

 


 

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EXTRATIME by Sergio Sottovia/ In cover onoriamo Luisa Spironello, protagonista speciale in questa puntata dedicata al Capitolo DODICESIMO.

Dal quale pubblichiamo inserite in sequenza tutte le stesse immagini proposte dall’AUTORE, negli stessi ‘punti’ del testo pubblicato direttamente nel Libro “Alla ricerca dell’altra metà delle mie radici ”, che , ancora una volta , sottolineiamo essere prototipo di Memoria e Futuro dedicata alla Emigrazione di tanti Veneti in SudAmerica e nel Mondo.

Peraltro sono immagini che non hanno bisogno di specifiche didascalie visto che le stesse sono indicate a corredo delle foto proposte.

Fermo restando , che come sempre pubblicato finora anche nelle precedenti puntate, i Nostri Lettori , cliccando su ogni specifica immagine , la ritroveranno anche a ...massima risoluzione come anche da didascalie segnalate direttamente in calce ad ogni ‘file’  specifico.

 

 

Angelo Dall’Aglio

www.polesinesport.it