Antonio Gallerani medico-scrittore a Castelmassa/ Quante storie e Personaggi nel libro “Novecento Piccolo”


29/11/2023

Col dottor Gallerani ci eravamo visti alla Biblioteca Ariostea e nel post presentazione a Ferrara del libro-fotografico di Germano Sprocatti con testi di Franco Rizzi.

E Gallerani che aveva vissuto la sua vita professionale tra Castelmassa – Ferrara – Castelmassa e dintorni, ci aveva anticipato la prossima pubblicazione su Storie e Personaggi incontrati nel suo lungo periodo di medico in un territorio che da sempre è ‘enclave’ interregionale come l’Altopolesine.

Adesso che proprio a Castelmassa è stato ‘presentata’ la sua opera prima, appunto il libro dal titolo “Novecento Piccolo”, adesso ...ve lo spiega l’amico Franco Rizzi, con questo reportage post partecipazione all’Evento avvenuto nelle Biblioteca Comunale di Castelmassa, con lo stesso medico-scrittore Antonio Gallerani protagonista.

Tra l’altro tra i suoi ...pazienti di ieri e di oggi, quasi a ritrovarsi tra i Personaggi e le Storie che invece sono ‘prototipo’ di un mondo che hanno ben raccontato  sia Antonio Fogazzaro scrittore ( Piccolo Mondo Antico) che Bernardo Bortolucci regista ( nel film - saga Novecento) e che il medico-scrittore Gallerani ha visto e raccontato da vicino nel suo libro “Novecento Piccolo”, ma prototipo di una realtà non solo altopolesana.

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 29.11.2023)/ CASTELMASSA: ANTONIO GALLERANI, UN GRANDE MEDICO RIVELATOSI OTTIMO SCRITTORE CON LA SUA OPERA PRIMA “NOVECENTO PICCOLO” 

Antonio Gallerani (FOTO ALLEGATA: AL CENTRO DEL TAVOLO RELATORIALE) è nato nel 1952 a Castelmassa, un paese della riva veneta del Po ma emiliano da sempre nel sentire comune. Dopo la maturità classica s’è laureato nel 1977 in medicina e chirurgia nell’ateneo ferrarese e la vita professionale s’è dipanata sempre a Castelmassa come medico di medicina generale, distinguendosi brillantemente per professionalità e calore umano, un binomio inscindibile sempre più raro oggi nella specifica categoria, a detta generale.

 

Nel tardo pomeriggio di domenica 26 novembre scorso in una sala consiliare da tutto esaurito (FOTO ALLEGATA) ha presentato, da recente pensionato e a sorpresa, la sua prima fatica letteraria, Novecento piccolo, AltroMondo Editore 1923, pp. 280. Le poche copie a disposizione sono state vendute in un battibaleno, mentre è iniziata bene la vendita online. Tanta gente, in particolare alcune generazioni di suoi pazienti, molti dei quali lo considerano tuttora praticamente il loro vero professionista di medicina generale.

Il neoscrittore ha dedicato la sua opera prima (vergata in uno stile accessibile e, allo stesso tempo, robusto) a “Giulia e Claudio, Emma, Marta e Samuel”, confidando che “il piacere nel ricordare e l’amore per la memoria siano sempre presenti”, sottintendendo pure l’importanza della vera lettura nella tirannia odierna dei social.

L’iniziativa è stata voluta dalla biblioteca Fornasari che da qui a marzo ha preparato, sempre di domenica pomeriggio, una serie di 7 incontri con l’autore e il dottor Gallerani è stato il primo (detta serie, giunta alla 2aedizione, ha come espressiva etichetta Incontriamoci in biblioteca), come ha sottolineato il presidente della Fornasari Federico Ragazzi. Le autorità locali intervenute: don Stefano Marcomini, il sindaco Luigi Petrella con l’assessora alla cultura Alessandra Carta.

Il dottor Antonio Gallerani al tavolo dei relatori ha avuto due amici e colleghi, pure essi scrittori: Marco Bottoni (medico in attività ancora per poco) come moderatore e proverbiale galvanizzatore dell’evento e Pierluigi Raineri (pensionato). Hanno letto alcuni brani di Novecento piccolo Giulia Gallerani (figlia di Antonio) e Carlo Alberto Ferrari, un virtuoso della lettura in pubblico.

A quanto emerso dal bel seminario narrativo massese (autore; relatori; dialettica con il pubblico…) “Novecento piccolo abbraccia, rispecchiandone mentalità e cambiamenti, tutto l’arco del secolo scorso, attraverso storie raccolte da confidenze di persone comuni (n.d.r.: specie i pazienti del medico massese in un quarantennio) e da testimonianze familiari (n.d.r.: la genealogia familiare dei Gallerani), a volte corredate e arricchite dalla fantasia dell’autore. I protagonisti di questi racconti (n.d.r.: una cinquantina nella loro asciuttezza, distinti in tre corposi capitoli) hanno vissuto la loro piccola ma vivace esperienza di vita incrociando in modo occasionale e spesso inconsapevole, da semplici spettatori o comparse, anche la grande Storia, coinvolti o invischiati nel suo accadere. Sono l’espressione umane di quegli anni, un condensato di vita di persone comuni: rappresentando un Novecento piccolo”.

Partiamo dallo stile, così semplice ma allo stesso tempo sostanzioso. Dalla platea è stato chiesto “ma come mai scrivi così bene?” La risposta senza enfasi: “Fin da piccolo ho sempre amato l’italiano e la storia e alle medie un mio docente, il prof. sermidese Graziano Negri, mi ha insegnato a scrivere, un vero maestro! Inoltre la professione medica m’ha obbligato ad essere analitico specie nella stesura di ricette ed impegnative…”.

 

Nei lunghi decenni ambulatoriali Gallerani ha sentito e vissuto molte vicende, alcune fermandole su brogliacci a futura memoria a mo’ d’appunti. Andato in pensione s’è messo a scrivere sul serio, un riflesso condizionato ed ecco quasi miracoloso Novecento piccolo!

Fra i tanti personaggi narrati, protagonisti o comparse, c’è un certo dottor Govoni, un Antonio Gallerani travisato, che vive e narra piccole storie inserite in quella grande dal 1900 al 2000 circa. 

Troppo lungo qui purtroppo analizzare, compiutamente o parzialmente i tanti racconti, accontentiamoci allora di avvicinarci un attimo al dottor Govoni-Gallerani alle prime esperienze professionali nell’episodio Turno di notte (pp. 185-191).

Piccolo ospedale zonale, guardia medica (adesso burocraticamente chiamasi servizio di continuità assistenziale) natalizia e Govoni-Gallerani entra in reparto per il turno notturno, l’indomani sarebbe stato S. Stefano. Malgrado fosse finito l’orario di visita dei familiari, gli stessi indugiavano nelle camerate a salutare, a incoraggiare, a festeggiare gl’infermi, “contenti di trasmettere ai malati notizie e sensazioni di quel giorno così particolare, così unico (n.d.r.: il Natale)”.

Govoni quella notte sarebbe stato il responsabile ospedaliero coadiuvato da un paio di infermieri per due reparti e una piccola ostetricia. “Improvvisamente il quieto, sereno brusìo dei degenti fu interrotto, come zittito da urla selvagge accompagnate da rimbombi metallici. Govoni-Gallerani, più stupito che spaventato, uscì nel corridoio appena in tempo per assistere al brusco, subitaneo rinchiudersi di tutte le porte delle camerate. Le urla continuavano a rompere un silenzio quasi tombale…”.

 

Govoni-Gallerani era alle prime armi, pagato a gettone ma voleva fare bene il suo dovere e corse in camerata dove un giovane trentenne, perso il senno, faceva il pugile contro l’armadietto personale. Govoni-Gallerani cercò di calmare il forsennato (Sante il nome di fantasia), il quale aveva dato qui in smanie. Si sentiva prigioniero, voleva tornare a casa per uccidere papà. Allora non c’era l’odierno Tso, e Govoni-Gallerani cercò di parlare con Sante per calmarlo. “Non aveva mostrato paura il dottore e neanche si era messo in sfida”. Nel contempo Sante era stato siringato tranquillamente in virtù di un neurolettico.

Allertati, erano intervenuti i carabinieri della locale caserma, “il vecchio maresciallo comandante la piccola stazione del paese e un appuntato”.

Ormai Sante era stanco e i carabinieri decisi ad arrestarlo, così rinunciò alla ribellione, ciò per merito di Govoni-Gallerani che gli aveva detto amichevolmente: “Sante torna a letto, passerò la notte nella tua stanza. Se tu avessi bisogno, mi puoi chiamare. Ancora un poco e si riaddormentò”.

Govoni-Gallerani passò la notte in stanza con Sante e l’autore così conclude il breve ma intenso esempio di vita. “Fu il familiare brusìo della ripresa delle mansioni, al cambio di turno di infermieri e inservienti e la prima pallida luce invernale a risvegliarlo. Sante dormiva pesantemente, almeno così sembrava. In silenzio Govoni-Gallerani si alzò dal letto, calzò le scarpe e con discrezione uscì dalla camera. Il suo turno di notte era finito”.

 

EXTRATIME by SS/ In cover il dottor Antonio Gallerani mentre presenta il suo libro “Novecento Piccolo” in Biblioteca a  Castelmassa.

Da dove lo riproponiamo nel suo storico ruolo di medico, nel suo studio a Castelmassa, e poi in Municipio a Castelmassa, quando, andato in pensione ‘ gli è stato assegnato il “Sigillo d’Onore della Città” ad agosto 2020, presente il sindaco Luigi Petrella e tutto il Consiglio comunale.

A seguire ecco il dottor Gallerani , primo a sx insieme a tutti i suoi amici altopolesani nella foto di gruppo nella Biblioteca Ariostea a Ferrara , (primo a dx il sottoscritto Sergio Sottovia) in occasione della presentazione del noto libro  di Germano Sprocatti e Franco Rizzi, entrambi in foto come l’architetto Natale Calesella. 

Quindi, ritorniamo a questi giorni in Biblioteca  a Castelmassa, proponendovi la platea dei presenti, particolarmente interessati, perché ...si sono ritrovati in tante Storie e Personaggi del Libro del dottor Gallerani.

Mentre dulcis in fundo proponiamo il ‘tavolo dei relatori’ col medico-scrittore Antonio Gallerani in trio tra Marco Bottoni ( sx, scrittore e... artista già raccontato su questo sito anche come Signor G) e Pierluigi Ranieri ( a dx, pensionato)  

 

Franco Rizzi & Sergio Sottovia

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