Badia Polesine era “Porto internazionale sull’Adige”, dal ‘500 funzionale al sistema mercantile della Serenissima e degli Estensi, coinvolgeva Ferrara, Mantova, Verona e Venezia/ Perciò nello ‘stemma’ le Tre Torri ‘daziali’ sull’Adige


Ricordate le Città stato, i Ducati che hanno caratterizzato la Storia Italiana e della Chiesa, quando i fiumi erano la location ideali dove si ‘allargavano’ le città più importanti, perché i fiumi erano le più importanti vie di comunicazioni commerciali e mercantili?

Vale per Roma sul Tevere, come Firenze sull’Arno, come Torino sul Po, come Verona sull’Adige e tutte le ‘cittadine’ che sui massimi fiumi italiani si son sviluppate luingo il percorso fino al Mare.

E allora , il reportage trasmessoci da Franco Rizzi, cantastorie dell’enclave altopolesano, che ci parla della storia del “Porto sull’Adige” come importante ‘porto internazionale’ del 1500, merita uno speciale focus visto che all’epoca le ‘nazioni’ interessate erano  le Città Stato capitali dei rispettivi Ducati, perché Badia Polesine interagiva in modo ‘internazionale’ con Ferrara, Mantova, Verona e Venezia.

Se poi pensiamo che Badia Polesine affonda le sue radici nella ...Abbazia della Vangadizza nell’epoca delle contemporanee Abbazie estremamente importanti oltre che religiosamente anche dal punto di vista giuridico e socio-economicamente, e che addirittura il suo stemma comunale fa riferimento alle “Tre Torri Marchesane” che sull’Adige “controllavano i traffici e in cui si riscuotevano i dazi da chi attraversava l’Adige nei due sensi” , beh allora ...eccoci ad onorare il suo “Porto Internazionale sull’Adige.

Per questo,, prima di proporvi il reportage completo trasmessoci da Franco Rizzi, vogliamo sottolineare in prologo il legame storico di Badia col suo fiume Adige e col suo Adigetto, partendo dal citare quel Borgo San Nicolò” che ha fatto da ‘cerchio nell’acqua’ attorno al quale si è ampliato e attualizzato l’odierna città di Badia Polesine.

Basta leggere questa significativa sottolineatura citata direttamente sul sito del Comune di Badia Polesine che parla così del Borgo San Nicolò:<< Il borgo, già nel Duecento era protetto da una fossa che circondava "La terra di Badia" e l'accesso alla città era consentito da tre porte (ponti elevatoi in legno) : la porta de soto che collegava il centro con la contrada San Francesco o Cao de Vila , oggi via Roma, la porta de mezo che collegava il centro della città con Francavilla sulla riva destra dell'Adigetto e infine la porta de sora attraverso la quale si accedeva al borgo San Nicolò o Pizzon, borgo sorto a ridosso del fiume e scomparso con i bombardamenti dell'aprile 1945 mirati alla distruzione del ponte stabile sull'Adige.>>

A questo punto , anche per non ripetere le cose che abbiamo già segnalato nella precedente puntata dedicata a Badia Polesine all’epoca delle “Peste Nera”,  e con riferimento anche a quanto citato da Franco Rizzi, vi proponiamo due specifiche Appendici Flash story , perché riferite a quanto pubblicato e raccontato da Achille Olivieri,  Professore Universitario di Storia... , sia in diversi Libri che nello speciale Convegno di Studi avvenuto a Rovigo nl 1988 alla Accademia dei Concordi.

Fermo restando che vi rimandiamo in calce al nostro tradizionale Extratime per ulteriori nostri commenti a completamento anche della fotogallery e relative immagini.

 

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, 06.02.2023)/ BADIA POLESINE: IL PORTO SULL'ADIGE INTERNAZIONALE SULL'ADIGE IN ETA' MODERNA.

BADIA POLESINE: IL PORTO VENEZIANO SULL’ADIGE NEL ‘600-‘700

L’immaginario collettivo rappresentò per secoli l’Adige e il Po come potenziali nemici: le frequenti, secolari inondazioni condizionarono, specie in età moderna, il destino umano del veneziano Polesine di Rovigo, ciò tramite sconvolgimenti socio-economici, istituzionali e lutti familiari. L’uomo, inteso come singolo e come gruppo organizzato, si è sempre rapportato alle acque in senso negativo, un nemico da affrontare decisamente, da temere sempre, da dominare, da imbrigliare con la regolazione idraulica.

Accanto a questa sensibilità funesta riscontriamo rappresentazioni più benefiche, ottimistiche, costruttive e dipendenti dalle molteplici utilizzazioni dell’acqua. “Un nuovo atteggiamento, più aperto e propositivo, spiana la strada ad un approccio certo sistematico e globale alle problematiche fluviali veneto-emiliane. Le vie d’acqua creano lavoro e ricchezza ai singoli e al corpo sociale. La cultura mercantile veneta dopo il 1560 elabora il fantastico dello spazio urbano come commodo e utile. Le passeggiate sulle mura, la diffusione degli orti, dei viali e dei giardini simboleggia la natura che penetra nella città moderna”, per dirla con Achille Olivieri. 

La prospettiva dell’utilità legata all’Adige e al Po si amplia, se la si considera inserita nel sistema socio-economico della Serenissima e degli Estensi (Transpadana Ferrarese); in tal senso l’Adige e il Po nel ‘500 sono funzionali all’ideologia mercantile della comodità creatrice di abbondanza.

Badia Polesine, porto dell’Adige (FOTO ALLEGATA), s’innerva in questo immaginario urbano che coinvolge Ferrara, Mantova, Verona e Venezia; pure Badia è un centro moderno capace di produrre ricchezza, scambi, circolazione di uomini e di culture, dibattiti di intellettuali. Il Po e l’Adige raffigurano uno spazio-movimento, un punto nodale di circuitazione e di ricchezza, teatro del viaggio moderno, foriero di imprese meravigliose in cui misurare la capacità di rischio e d’immaginazione. Utilità e commodità dell’Adige e del Po sono anche in relazione pure al movimento, all’irrigazione dei campi, alla bonifica di terre palustri, alla regolazione delle acque irrigue.

 

 

Per tutta l’età moderna il commercio altopolesano, dipendente in toto dalla rete fluviale, è inserito nei più ampi orizzonti internazionali verso i porti di Venezia e Chioggia, oppure in direzione del Tirolo e della Lombardia. Specie l’Adige, linea di comunicazione, o idrovia, tra il mare e la media Pianura Padana, conserva sempre grande animazione di traffici. Lungo l’Adigetto, il canale Polesella e il Po molti carichi scendono da Verona e da Badia Polesine sino alle piazze di Ferrara e di Bologna. Un traffico ascendente e discendente di derrate alimentari e di materie   prime, imbarcate su chiatte o burchi, solca giornalmente il complesso reticolo di canali e fiumi polesani. Tanti bovai e animali per il traino si spostano lungo l’alzaia onde discendere o risalire la corrente, ciò insieme con traghettatori, mercanti, doganieri, appaltatori, dazieri, facchini, mugnai, barcaioli, spedizionieri, pescatori, militari, nobili, religiosi, borghesi, burocrati, intellettuali.

Il porto atesino di Badia Polesine, assai importante e animato, impone al traffico fluviale dazi molto articolati nel segno di S. Marco. Il podestà di Rovigo annetteva vincolo giuridico alla “tariffa del dazio grande di tutto il Polesine, e Porto della terra dell’Abbazia.”, in collaborazione con lo “Scontro della Mag. Fiscal Camera”. La materia dipendeva dai “Cinque Savij sopra la Mercantia” che, il 12 agosto 1587, avevano monetizzato il tariffario “compresi tutti li Aggionti Vecchi, Grosso a Oro per Ducato”.

Un traffico intenso di “burchieri, overo Conduttori d’ogni sorte di Robbe, che si conducono da Venezia a Verona e da Verona a Venezia per l’Adige al dazio della Badia”. Grande la varietà delle mercanzie, come testimonia il seguente sommario: “de’ gl’animali bovini, porcini freschi, e salati, castroni, capre, formaglio fresco, e secco, frutti d’ogni sorte, agnelli, ovi, aglio, cipole, capponi, galline, anarre, polastre…  del pescar, delle pietre lavorate, legname, ferina, pan cotto, spelta, vena, segalla, semenza di lino, legumi, vino di piano, e di monte, anfore di malvasia, tribian, ribula, moscatello, Romania, vin di Candia…  seda, lavorier di seda, oro fillato, panni d’oro, d’argento, gioie, mergarite e merzarie… panni di lana, di tella, di lino, libri, corami e pelli… oglio, formaggio grasso, lana, bombaso, cera, spezie, verzin d’ogni sorte”.

PRIMA APPENDICE FLASH ( by www.aracneeditrice.it) / ACHILLE OLIVIERI – BIOGRAFIA – PROFESSORE E SCRITTORE SULLA STORIA  DELLA ...PIANURA PADANA TRA PO E ADIGE ... ANCHE CON RIFERIMENTO A BADIA POLESINE E AD UN CONVEGNO DI STUDI DEL 1988 ALLA ACCADEMIA DEI CONCORDI A ROVIGO 

Achille Olivieri è professore ordinario di Storia della storiografia moderna e di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova. Le sue ricerche spaziano dalle eresie cinquecentesche ai problemi di metodologia relativi alle funzioni dell’immaginario nelle società e nelle culture religiose. Fra i suoi libri si segnalano: La Riforma in Italia. Strutture e simboli, classi e poteri (Milano, 1978); Immaginario e gerarchie sociali nella cultura del Cinquecento (Verona, 1986); Riforma ed eresia a Vicenza nel Cinquecento (Roma, 1992); Erodoto nel Rinascimento. L’umano e la storia (Roma, 2003); Esperienza e “civiltà” a Venezia nel Cinquecento. L’intellettuale e la città (Milano, 2004); All’interno delle “Culture-mondo” di Venezia nel Settecento (2009). Fra le ricerche di metodologia: Immagini dell’uomo e nascita della storia nel Rinascimento (Milano, 2000) e Il laboratorio di Jules Michelet (Milano, 2001).

 

SECONDA APPENDICE FLASH – STORY ( by www.sbadige.com ( Studio Bibliografico Adige) CONVEGNO DI STUDI ALLA ACCADEMIA DEI CONCORDI DI ROVIGO E PUBBLICAZIONE LIBRO DI OLIVIERI ACHILLE E CAZZOLA FRANCO ( Rapporti . Polesine e cultura padana) 

( TITOLO DEL LIBRO ( 490 pag)  :<< Uomini, terra e acque: politica e cultura idraulica nel Polesine tra Quattrocento e Seicento: atti del XIV Convegno di Studi Storici, Rovigo, 19-20 novembre 1988. OLIVIERI, Achille - CAZZOLA, Franco >> ) .

PRESENTAZIONE di Achille Olivieri Sezione Prima – Il sistema idraulico polesano tra ‘400 e ‘600. Congiuntura, politiche territoriali, famiglie e classi sociali A. OLIVIERI, Introduzione F. CAZZOLA, Terra e bonifiche nel Delta padano (secoli XV-XVIII) A. VEGGIANI, Fluttuazioni climatiche e difesa del suolo nella pianura padana orientale tra i sec. XIV e XVII) R. PERETTO, Idrografia e ambiente del Polesine in età medievale, in rapporto alle attuali conoscenze archeologiche A. FRANCESCHINI, I sostegni rossettiani di Polesella E. MORO, Le ripercussioni sul Polesine dell’inadeguata regolamentazione dell’Adige nel periodo tra il Quattrocento e il Seicento M. ZAMBON, Crisi dell’assetto territoriale deltizio alla fine del ‘500 Sezione Seconda – Terre e bonifiche. I Consorzi, gli investimenti ferraresi e veneti F. SENECA, Introduzione S. MALAVASI, La famiglia Bonardo nel quadro delle bonifiche polesane B. RIGOBELLO, Consorzi e Retratti nel Polesine in età estense e veneziana M. COSTANTINI, Il Retratto di Santa Giustina P. GRIGUOLO, Ipotesi per una interpretazione culturale delle bonifiche M. STEFANI MANTOVANELLI, Esempi di bonifiche in agro Veneto (veronese-polesano) D. TEBALDI, Dalla bonifica del Polesine di S. Giovanni alla bonifica dell’Alto Polesine A. SCALON, Interventi di bonifica nel dominio della Serenissima, con riferimento al territorio trevigiano M. FASSINA, Aspetti economici e sociali di una grande azienda agricola polesana nel corso del XVIII secolo Sezione Terza – Ingegneri, tecniche e mestieri delle acque P. PEDROCCO, Sulle tecniche di navigazione fluviale L. RONCAI, La figura dell’ingegnere Giovan Battista Barattieri ed i pareri su problemi della immissione delle acque del Reno in Po C. BOCCATO, Fiumi e difese idrauliche in Polesine attraverso le relazioni dei Rettori veneziani L. CONTEGIACOMO, I mulini natanti dell’Adige e Canalbianco e le correzioni d’estimo del 1575 A. LODO, Testimonianze e considerazioni sui mestieri delle acque L. LUGARESI, La bonificazione Bentivoglio nella Traspadana ferrarese nei secc. XVII e XVIII: gli effetti G. SAVIOLI, Carte della casa Estense-Mosti relative alla bonificazione di Zelo. La nuova via del sale degli impresari veneziani e il progetto Bordoni sul taglio del Tartaro nel 1713 Sezione Quarta – Demografìa, società e mentalità collettiva BORELLI, Alvise Cornaro e il problema agrario delle bonifiche G.BENZONI, A proposito di acque: accostamenti possibili G.FASULO, Per una storia della famiglia a Rovigo: matrimoni e figli illegittimi nei registri parrocchiali del Duomo nella prima metà del ‘600 E. PlANEZZOLA, Il simbolismo dell’acqua: un aspetto del meraviglioso in Cesare Lippi A. OLIVIERI, Gli esperimenti dell’acqua: linfluenza di Leonardo e Archimede nell ’opera di Giovanni Maria Bonardo.

EXTRATIME by SS/ In cover lo Stemma del Comune di Badia Polesine perché significativamente rappresentativo del rapporto tra Badia Polesine e il fiume Adige, di cui appunto è stato proprio Porto “Internazionale”, come altre città ampliatesi lungo il corso dell’Adige , compreso la veronese Legnago dove il toponimo “Porto di Legnago” è automaticamente esplicativo.

Anche per questo in apertura di fotogallery vi propongo la mappa con la fotina ‘Porto’ trasmessaci by F.R. , in versione panoramica con Badia Polesine significativamente ancora importante tra Adige e PO , ma come punti cardinali ( una volta erano anche ...religiosi) , Mantova, Verona, Venezia e Ferrara.

E a seguire la foto della Abbazia della Vangadizza, perché ha fatto la storia di Badia Polesine, tant’è che anche nel recente video promozionale della Città appare nella copertina del DVD, in copertina, mentre per parte nostra vi abbiamo proposto anche la copertina del citato libro di Achille Olivieri scritto insieme a Franco Cazzola e dal titolo “ Uomini, Terra e Acqua” con significativo sottotitolo “ Politica e Cultura Idraulica nel Polesine tra ‘400 e ‘600”.

 

Franco Rizzi & Sergio Sottovia

www.polesinesport.it