Ballarin Aldo 'Grande' tra Chioggia, Adriese, Rovigo e GRANDE TORO


05/03/2010

Può essere considerato, Aldo Ballarin, un rodigino d'adozione. Infatti ha compiuto i suoi studi all' Istituto Tecnico di Rovigo, iniziando da calciatore nell'Adriese. Un approccio particolare, l'Aldo chioggiotto si fa notare giocando negli allenamenti, finché i dirigenti Levi e Bettinazzi lo provano e lo tesserano.
E' bravo, perciò il terzino Ballarin (classe 1921) é ingaggiato dal Rovigo 1939-40, dove l'allenatore é Bottacini e giocherà , in serie C, una decina di partite. La storia racconta anche di una sua clamorosa esclusione dalla formazione titolare per indisciplina. Ma nel 1940-41 il terzino Aldo Ballarin é difensore inamovibile: 26 presenze e segna due gol. Gli frutta il trasferimento alla Triestina dove giocherà fino al 1944. Era il tempo della Seconda Guerra mondiale, quindi una stagione al Venezia, poi Aldo viene acquistato dal Torino, farà coppia con Maroso. L'11 novembre 1945 Ballarin esordisce in Nazionale. Ma é l'Italia sconfitta dalla guerra, é ancora etichettata come fascista, così l'Europa e la Fifa la escludono dalle competizioni. Per questo Ballarin e la Nazionale giocano solo amichevoli. E' così con la neutrale Svizzera, un carosello di gol fino al 4-4 finale. Ballarin giocherà 9 partite : contro l'Ungheria, con i "maestri" inglesi, col Portogallo e l'ultima contro la Spagna, un mese prima di Superga. Una tragedia che affonda le sue radici nel match Italia - Portogallo, giocata il 27 febbraio 1949. Quel giorno lo strapotere degli azzurri trionfò per 4 a 1. Ma quella partita cambiò il destino del Grande Toro. Perché? Al termine del match il capitano portoghese Ferreira chiese al suo amico Valentino Mazzola di onorare il suo "addio" al calcio con un'amichevole tra Benfica e Torino. Ferruccio Novo il presidente del Toro era contrario perché non voleva rischiare lo scudetto. Mazzola però vuole accontentare l'amico Ferreira e strappa al presidente Novo la promessa che se i granata non perdono a San Siro contro l'Inter la spedizione in Portogallo si farà. Successe che a Milano finì 0-0 e il Torino divenne virtualmente campione d'Italia per la quinta volta consecutiva.
Così il Torino va a Lisbona, dove sarà battuto 1-0, ma sarà anche l'ultima trasferta.
Nel ritorno in aereo, il 4 maggio 1949, succede la tragedia. Non ci sarà più il Grande Toro, quello che era quasi la nazionale, visto che nell'incontro Italia-Ungheria del 11 maggio 1947 erano ben 10 su 11 i giocatori "granata" in campo con la maglia azzurra.
Quel giorno il destino.... Il pilota decide di cambiare rotta, non più atterraggio all'aeroporto milanese della Malpensa ma quello torinese di Caselle. Quel giorno, alle cinque del pomeriggio la scarsa visibilità causa la tragedia: l'aereo si schianta a Superga. Toccherà a Vittorio Pozzo, già CT del Torino, due volte campione del mondo, 1934 e 1938, con la Nazionale, il riconoscimento più amaro, attraverso un anello, una penna, una cravatta, un oggetto personale identificativo che lui , Pozzo, poteva conoscere.
E quel giorno il primo identificato é proprio Aldo Ballarin, ha ancora indosso la maglia numero 3. E su quell'aereo , morì anche suo fratello Dino, riserva di Bacigalupo.
La statistica registra, per Aldo Ballarin, 205 presenze e 4 gol in serie A, 4 scudetti, 9 presenze in Nazionale.
La storia, la vita, la leggenda del Grande Toro lascia un vuoto immenso.
Nel Polesine la scomparsa suscita profondo cordoglio. A Rovigo, a partire dal 1951/52 e per un decennio, la squadra militante nel campionato di Prima Categoria, prenderà il nome di "Ballarin Rovigo". A Crespino il campo é intitolato ai Fratelli Ballarin, come a Chioggia.
E da quel 4 maggio 1949, sul cielo di Superga, il Grande Toro e Aldo Ballarin, polesano d'adozione,sono passati dalla storia alla leggenda.

 

01.12.2004

Sergio Sottovia

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