”Beata” Maria Bolognesi by suo Diario story e omelie di padre Tito Sartori (PARTE PRIMA)/ Il ‘fidanzamento mistico’ con Gesù; tra miseria e possessione satanica, ‘visioni’ e profezie sulla fine della Guerra, da Serva di Dio e dei poveri


Quando una ventina di anni fa c’era già chi stampava ‘santini’ con l’immagine di Maria Bolognesi e sul retro c'era una ‘preghiera’, il sottoscritto ne raccolse uno in una cittadina veneta di montagna.
Quando Giuseppe Rossi, da San Cassiano , diversi anni fa, dopo la ‘beatificazione’ di Maria Bolognesi, mi telefonò e mi chiese di incontrami, aveva già incontrato Amedeo Balzan , crespinese nato all’Arzeron ( tra Selva e San Cassiano) e ‘scultore di Cristi’ in legno  terracotta.
Perché Rossi aveva voluto incontrare Amedeo peraltro tre volte pellegrino a piedi fino a Roma , portando una ‘croce’ del Cristo?
Ecco cosa racconta a proposito Giuseppe Rossi nel testo-reportage che mi ha fatto consegnare da I.F. alcuni giorni dopo quell’incontro: << Quel giorno ero andato a trovarlo per chiedergli un giudizio sulla sua coetanea e compaesana MARIA BOLOGNESI>>.
Cosa chiese Giuseppe Rossi e come?.
Ecco tutto il testo successivo, in stringata sintesi di domande e risposte snocciolate da Benigno, con relativa conclusione di Giuseppe al quale ho telefonato e poi incontrato a Rovigo perché mi sollecitava a scrivere una story della quale -ho risposto – non potevo avere le necessarie qualità e competenze sia religiose che personali.
<< Quel giorno gli ho rivolto ( ndr, a Benigno ovviamente) , le solite domande che avevo fatto anche ad altri, quelli in particolare che la chiamavano la “battisguazza” quasi per disprezzo:
Odiava qualcuno?
Faceva del male?
Criticava il prossimo?
Insegnava il male?
Praticava il male?
Le sue stravaganze in cosa consistevano?

SUA RIFLESSIONE ( di Benigno Balzan, ovviamente) : Non sparlava, non faceva male a nessuno, pregava Dio e la Madonna, con fervore insegnava il bene ai bambini; le sue ossessioni… anche Padre Pio e tanti altri santi, sono stati tentati, MA HANNO VINTO!. >>
Tutto questo nel libretto datato Rovigo 24.09.2016 , con testo di sole 7 pagine prevalentemente dedicate alla Benigno Balzan Story, e con le seguenti CONCLUSIONI…
<< Quel giorno i nostri appunti ( ndr ‘nostri’ perché Giuseppe Rossi a quell’incontro ci andò insieme a Giuseppe Rizzo storico giornalista polesano) sono rimasti sulla carta, più delle sue opere ci rivelò la sua anima e alle domande banali di noi picccoli uomini , lui ha risposto illustrandoci la sua vita.
“La libertà e l’amore in Dio non si possono barattare.
Sono stato pellegrino a Roma e da Padre Pio.
Dio non si vende, si dona.
Scusami Signore, ma ti devo far male.
Anche Padre Pio e tanti santi sono stati tentati, ma hanno vinto.”

Queste parole riassumono la saggezza e la grandezza di un UOMO.
Grazie Benigno per la coerenza, per le tue opere e per il tuo esempio di vita.

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ECCO, PREMESSO QUANTO SOPRA, e il fatto che basta chiedere a Google con le previste ‘parole chiave’ e per la Amedeo Balzan story vi rimanderà direttamente qui su www.polesinesport.it alle pagine interessate (frutto di una serie di incontri del sottoscritto con il citato ‘Benigno, scultore di tanti Cristo’) ho deciso di completare la Beata Maria Bolognesi story, passando da …uno a tre, in trilogia con queste due ‘parti’ che potrei definire… cantate sulla musica delle “Omelie” di padre Tito Maria Sartori.
Il frate ‘postulatore’ della Causa di Beatificazione di Maria Bolognesi che ha raccolto e pubblicato nel libro “La povertà terreno d’incontro della Beata Maria Bolognesi con Gesù” le sue “Trenta Omelie” in sintonia con le quali nella varie chiese del Polesine ha raccontato fatti e aneddoti importanti della vita di Maria, estrapolando altresì diversi ‘scritti’ dal Diario della stessa Maria Bolognesi.
A questo punto partiamo dalla stessa ‘presentazione’ di padre Tito Sartori perché ‘caratterizzano’ la speciale struttura del libro, segnalando che le prime 6 omelie sono precedenti all’inizio della citata causa di beatificazione.
Per parte nostra abbiamo ‘caratterizzato’ questa nostra PRIMA PARTE by padre Tito Sartori ( Omelie da 1 a 15) estrapolando i dati ‘reali’ e le parti del Diario più significative, anche per dare un ‘percorso’ cronologico e biografico alla vita stessa della Beata Maria Bolognesi,
Fermo restando che questa nostra Prima Parte della Beata Maria Bolognesi potremmo definirla “Il fidanzamento mistico con Gesù” mentre la successiva  la definiremo “Il Matrimonio mistico con Gesù”, su tutto resta una costante: la preghiera e l’impegno cristiano e sociale di Maria di cui vi daremo conto appunto nell'ultima puntata di questa "Beata Maria Bolognesi trilogia” anche con alcune lettere post beatificazione e rese pubbliche da chi l’ha conosciuta e la ringrazia ancora oggi.
Per la sua mistica povertà e preghiera pro Sacerdoti e pro Chiesa , con la Beata Maria in ‘unicum’ con Gesù e il Signore, come certificato anche dai ‘dialoghi’ raccontati nel suo Diario, con riferimenti alle stesse visioni e profezie ormai note e che la Beata Maria ha ‘vissuto’ da Serva di Maria tra tante sofferenze fisiche da lei ‘donate’ a Gesù per alleviare quella dei Sacerdoti, della Chiesa e dell'Uomo povero anche di spirito.

 

 

 

 

 

ANTEPRIMA FLASH STORY ( “Introduzione” by libro di Tito Maria Sartori, Editrice VELAR, giugno 2017) / LA POVERTA’ TERRENO DI INCONTRO DELLA BEATA MARIA BOLOGNESI CON GESU’
INTRODUZIONE/ Le trenta omelie che compongono il presente libro abbisognano di una chiarificazione iniziale. Esse sono finalizzate a far conoscere la Beata Maria Bolognesi non nella struttura specifica di un’opera a ciò dedicata, ma come flash che inquadrano velocemente la figura oggetto di tale interesse.

Come mai questa scelta? Perché la causa di beatificazione della Bolognesi è sorta in un momento storico, il 1992, nel quale accanto a delle persone entusiaste ve n’erano altre di sentimenti opposti. Addirittura, nel suo paese, Crespino (RO), quest’ultime persone erano state testimoni delle stranezze compiute da Maria durante il periodo della possessione demoniaca che si estese dal 21 giugno 1940 alla fine di gennaio del 1942.
Tali persone nemmeno tolleravano che si potesse immaginare una simile prospettiva. Se ne trova un cenno nelle parole con le quali l’arciprete di Crespino, Monsignor Mario Qualdi, il 20 marzo 1992 mi introdusse a parlare della Bolognesi nella chiesa parrocchiale. Lo si può constatare leggendo l’omelia n.6 intitolata “Maria rifiutata nel suo paese”.
Ho accennato al 1992. La prima omelia è datata 31 gennaio 1990, quando nessuno allora poteva assicurare che detta causa sarebbe davvero iniziata. Infatti la causa ebbe inizio il 21 ottobre 1992. Pertanto le prime sei omelie furono pronunciate prima dell’inizio della causa stessa.
Si tenga altresì presente che la perizia mistica, molto favorevole, sui fenomeni estatici della Beata Maria Bolognesi, compiuta dal padre passionista Innocenzo M. Cavaglià, consultore della Congregazione delle Cause dei Santi, è datata 27 febbraio 1992 e anticipa le ultime 26 omelie.
Detto particolare spiega altresì la natura delle omelie citate, indirizzate a far conoscere la santità della Bolognesi in un ambiente piuttosto ostico.
Furono infatti due le motivazioni all’origine di tale ostilità. La prima risale al fenomeno della possessione demoniaca suddetta. La seconda è connessa con il processo che i Carabinieri di Crespino le intentarono per simulazione di reato originata dalla aggressione subita dalla Bolognesi ad opera di tre individui non identificati.
Tale brutale aggressione accadde al tramonto del 5 marzo 1948 in aperta campagna.
Il processo penale, che contro di lei seguì, fu celebrato il 25 ottobre di quell’anno e si concluse con sentenza assolutoria per non aver commesso il fatto.
La sentenza scritta venne depositata, come di norma, l’8 novembre 1948 presso la Cancelleria del Tribunale dal Pretore dottor Antonio Buono.
Introvabile per decenni, fu rintracciata nell’Archivio di Stato dalla signora Lucia De Giuli che, lavorando presso detto tribunale, ne conosceva la prassi. Il ritrovamento avvenne il 29 maggio 2003 per la sentenza; il successivo 4 giugno per la rimanente documentazione.
Nel frattempo solo coloro che furono presenti alla conclusione dibattimentale conobbero la sentenza verbale del Pretore; tutti gli altri ne furono esclusi.  Dai giornali si appresero soprattutto le accuse, poi risultate false. Nel frattempo i quotidiani fecero gran scalpore mettendo in rilievo le caratteristiche negative della imputata risalenti in parte alla possessione demoniaca, in parte al disprezzo che la Bolognesi aveva accumulato su di sé per le mormorazioni e le calunnie circolanti a San Cassiano, dove era qualificata oltre che visionaria, anche isterica per l’abito di stile monacale indossato.
Queste qualifiche, apparse nei quotidiani in occasione del processo penale, segnarono la vita di Maria Bolognesi per il resto della sua esistenza, particolarmente tra il clero; di qui anche la ostilità acquisita non solo a San Cassiano, frazione e curazia di Crespino (RO), ma anche, successivamente, nella città di Rovigo dove, a partire dal 1950, la Beata trascorse praticamente il resto della sua vita fino al 30 gennaio 1980, giorno dell’improvviso suo decesso.
Le prime quattro omelie furono tenute durante la celebrazione della Santa Messa celebrata nella parrocchia dei santi Francesco e Giustina, parrocchia frequentata dalla Beata per circa un ventennio (1953-1971); e nel Tempio cittadino Beata Vergine del Soccorso, detta “La Rotonda”, santuario della città, di cui era rettore don Daniele Peretto , vice postulatore della causa.
La quinta omelia fu pronunciata nella città di Oderzo (TV) dove negli anni immediatamente seguenti il decesso della Beata, ebbe vita il Centro Studi Maria Bolognesi per iniziativa di alcune persone, che di lei avevano avuto adeguata conoscenza e se ne erano fatte attive promotrici.
La sesta, la più breve delle trenta, fu proclamata nella chiesa parrocchiale di Crespino, per la cordiale disponibilità del parroco Monsignor Mario Qualdi.
Negli anni 1993-1996, a processo della causa di beatificazione iniziato, presiedetti solo quattro celebrazioni, dopo di che mi astenni dalla presidenza liturgica fino al 2003.
L’ultima sessione del processo informativo diocesano avvenne l’8 luglio 2000; la documentazione processuale fu consegnata alla Congregazione delle Cause dei Santi l’11 luglio successivo.
La validità dell’Inchiesta diocesana ottenne il riconoscimento da parte della Congregazione delle Cause dei Santi, il 25 maggio 2001. Con la successiva consegna, avvenuta il 20 settembre 2003, dei “ documenta extraprocessualia”, richiesti dal Relatore della Causa, fu possibile avviare la preparazione specifica della dimostrazione dell’esercizio eroico delle virtù da parte di Maria Bolognesi.
Le ultime 20 omelie furono da me tenute negli anni 2003-2010. Oltre alle chiese summenzionate, le celebrazioni ebbero altresì luogo nel santuario della Beata Vergine del Pilastrello di Lendinara ( RO), dove ogni anno la Bolognesi si recava per la giornata degli ammalati; nella chiesa di San Sebastiano di Bosaro , paese natale della Beata e nella quale oggi riposa la salma di lei; nella cattedrale Santi Pietro e Paolo di Adria (RO) ; nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo apostolo di Rovigo.
Alla luce della diversità dei luoghi e delle rispettive chiese è possibile comprendere il motivo della presenza di alcune ripetizioni reperibili nelle omelie stesse, data la diversità dell’uditorio e delle occasioni delle stesse celebrazioni.
Oltre ai dati biografici finalizzati a far conoscere la vita della Beata Maria Bolognesi, sono poste in rilievo le caratteristiche di fondo della sua spiritualità evidenziata nella pratica delle virtù teologali, fede speranza carità.
La singolarità della vita della Beata Maria Bolognesi emerge per il suo essere vissuta in una eccezionale povertà materiale e spirituale con il conseguente distacco perfino da sé stessa, vissuta senza un proprio futuro personale, dislocata dal 1924 al 1980 in ben cinque famiglie diverse: i Samiolo, i Bolognesi, i Piva, i Guerrato, i Mantovani.

Le trenta omelie si soffermano su tale diversità e sulla costante e ferma decisione della Bolognesi di essere sempre e solo di Gesù. In tal ferma decisione sono da leggersi le esperienze spirituali che ne contrassegnarono l’esistenza, dal fidanzamento mistico del 1942 alle nozze mistiche del 1955.
Le omelie sono da interpretarsi – come detto all’inizio - piuttosto come dei flash, tanto si presenta complessa e straordinaria la vicenda umana e spirituale della Beata Maria Bolognesi.

 

 

 

ECCO DAL LIBRO DI TITO M. SARTORI TUTTI I TITOLI DELLE 30 OMELIE , CON RELATIVE DATE, CHIESE E SPECIFICI RIFERIMENTI GEOFRAFICI & MISTICI  ALLA BEATA MARIA BOLOGNESI ( PRIMA PARTE “OMELIE DA 1 a 15”)

01_ Sintesi Biografiche della Beata ( 30.01.1990) / Chiesa dei Santi Francesco e Giustina ( Rovigo); / Per non ripetere quanto già proposto nella precedente “Beata Maria Bolognesi story – Prima Parte” , estrapoliamo soltanto alcuni dati significativi da questa “Sintesi Biografica” proponendoli in sequenza, soprattutto per caratterizzare la sua vita, il suo habitat anche socio economico con relative date anche ‘mistiche’ di riferimento .
Così emerge che Maria è nata a Bosaro il 21 ottobre 1924 da Giuseppa Samiolo, madre nubile, e che il padre era uno dei 10 figli che un’altra madre, non sposata, aveva messo al mondo. Fratelli che quindi non si conoscevano e che si conosceranno soltanto nel 1969, quando Maria rintraccerà a Milano il suo padre naturale.
Poi mamma Giuseppa nel febbraio 1930 sposerà Giuseppe Bolognesi che darà il proprio nome alla figlia adottiva. Per la cronaca Giuseppa Samiolo con Giuseppe Bolognesi , abitante a Crespino, darà alla luce altri 12 figli, dei quali 5 moriranno in tenera età.
A questo punto a Crespino la giovane Maria frequenterà la scuola elementare, nell’indigenza più assoluta, e soltanto da ottobre a febbraio, perché da marzo doveva lavorare nei campi. E fu così che per 3 anni frequentò sempre la prima elementare e fu promossa poi in seconda soltanto per merito di anzianità.
Poi dal 1940 fino a gennaio 1942, Maria sarà colpita da una strana malattia, con possessioni diaboliche intervallate da momenti nei quali si abbandonava totalmente a Dio. Di questo la giovane Maria non ne parlerà molto sul suo ‘Diario’ , ma ne racconterà di più la sua amica del cuore ( più vecchia di lei) in un  analogo ‘Diario’  in cui si raccontano i tentativi di intervento sia del papà Giuseppe che di altri uomini, fino al fatto che Maria fu legata ad una sedia e fu benedetta da don Sante Magro , il curato di San Cassiano.
Fin quando nel gennaio 1942 Maria andrà in bicicletta da San Cassiano a Crespino e parlerà con il cappellano don Bassiano Paiato;  solo allora riuscirà ad andare in chiesa ( testi oculare raccontano che in precedenza la veste di Maria veniva ‘tirata indietro’ , bloccandola). Così Maria si confessa e dopo 3 giorni sarà liberata da quella possessione diabolica chiamata ‘ strana malattia’.
E poi il 1 aprile 1942 per la prima volta Gesù appare a Maria, e lei nel suo diario parla di sogno e parlerà di sogno anche in tutte le 1880 pagine del suo diario, senza mai dire ‘estasi’.
Gesù le parla e Maria gli chiede una grazia e poi gli chiese “ Come faccio io a sapere che sei Gesù? Che prova mi dai? “
E Maria si ritrova al dito un anello con cinque rubini’ che …è stato visto da CHI la assisterà anche durante le stimmate e la perdita di sangue…
Qui padre Tito Sartori non cita la persona che però …è nota a tutti e corrisponde al nome di Zoe Mantovani, e sarà citata nelle ultime ‘omelie’ a beatificazione avvenuta.
In questa omelia poi padre Tito Sartori legge le parti del Diario di Maria che raccontano la ‘profezia’ rivelata da Gesù a Maria: la fine della Guerra Mondiale già raccontata, con tanto di date precise, invitando Maria a leggerle il 1 maggio 1945 ai coniugi Piva e don Bassiano Paiato ( suo confessore) ancora prima quindi che si verificassero realmente i fatti previsti.
Poi la storia racconta di Maria Bolognesi vissuta in tre famiglie: dal 1946 al 1951 nella famiglia Piva, dal 1951 al 1955 nella famiglia Guerrato, dal 1955 al 1980 presso la famiglia Mantovani
Nel suo Diario comunque Maria si definiva ‘pitocca’ e diceva a Gesù :<< Gesù, io sono il tuo ‘cencio’, fai del mio corpo quello che vuoi>>.
Nell’omelia padre Tito Sartori racconta anche di don Sante Magro , che l’aveva definita in modo malevolo, morente il 13 luglio 1955 nelle braccia di Maria, chiedendole di assistere ai suoi funerali.
 
02_ La preghiera in Maria Bolognesi ( 21 ottobre 1990) / Tempio Beata Vergine del Soccorso – “La Rotonda” – Rovigo;
In questa Omelia, parlando della umiltà e della povertà di Maria Bolognesi, il padre Tito Sartori racconta di Maria che andava a scuola a Crespino anche senza mangiare da tre giorni; e non come gli altri bambini con lo zaino pieno, ma anche senza penna, né quaderno né abbecedario. Poi padre Tito parla dei dialoghi di Maria con Gesù, di quando Maria chiede le ‘grazie’ per la gente povera e bisognosa, e di quando Gesù gli dà le stimmate. Come quando Maria scrive nel suo Diario chiedendo la grazia per una bambina morente:<< Ti offro un anno di letto, ma quella bambina tu non devi toglierla ai suoi genitori>>.
E quella bambina guarì e oggi è una insegnante.

 

 

 

 

03_ Dialogo con Gesù  ( 30 gennaio 1991) / Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo.
In questa Omelia si parla di Maria nata nel 1924 e dei suoi ‘Dialoghi’ con Gesù fino al 1938.
Con i primi 5 anni che ebbero una importanza fondamentale per lo sviluppo spirituale di Maria ( è un principio questo sostenuto anche dagli psicanalisti).
Con tutte le note negative che derivano dalla situazione familiare e che ormai ben conosciamo; come mamma nubile. Tant’è che nel suo Diario la piccola Maria scrive che i bambini si rifiutavano di giocare con lei perché era figlia di N.N. e papà che rifiuta di sposarla, e conseguente emarginazione da parte della società in quanto mamma madre.
Ma anche con diverse note positive, prima tra tutte nonna Cesira, con tutti i suoi valori e perché la porterà presto in chiesa, insegnandole le preghiere e …come parlare a Gesù, leggendo la bellezza e i doni della natura.
E un giorno , in campagna nel 1929, la piccola Maria vedendo la luminosità del sole, cade in ginocchio e si consacrò a Dio.
Quando poi nel 1930 mamma Giuseppa si sposò ed entrò nella famiglia Bolognesi, scattò nel padre una gelosia e la situazione di povertà aggravò ancor più la situazione. Tant’è che Maria nel suo Diario scriverà:<< Tutte le sere mio padre picchia mia madre. Io sento quelle botte risuonare dentro di me. E’ come se le prendessi io.>>  
E poi ancora:<< Io vado a scuola ma la mia mente è a casa. Forse mio padre sta picchiando mia madre e non capisco niente di quello che dice la maestra>>.
Altra situazione negativa: l’umiliazione e la cattiveria dei compagni di scuola che, quando la maestra si assentava, scrivevano il suo nome sulla lavagna e costringevano Maria a tener le mani in alto per penitenza. Di cosa? Della sua povertà e fuori della scuola le tiravano anche i sassi. Tutto finché nel 1932 ha il coraggio di dirlo alla maestra e le angherie dei suoi compagni finiscono lì.
Poi in quel 1932 quando la mamma è morente, Maria si rivolge così al Signore:<< Gesù, mamma è tanto malata. Io sono piccola, poi c’è mia sorella Teresina e papà. Tu Gesù puoi guarire mamma, vero? Tu sei tanto bravo; hai risuscitato i morti, aiuta anche la mamma. Grazie Gesù. Aspetto la guarigione sai, me la devi dare, vero? Io sarò sempre buona in cambio, te lo prometto>>.
E dopo la guarigione della mamma, arriva il 21 maggio 1932 giorno della prima Confessione e Maria piange recitando l’atto di dolore; quindi il 22 maggio è il giorno della sua prima Comunione col vestito bianco pagato con due colombini, mentre due galline erano state date al medico che aveva curato sua mamma.
Scrive Maria:<< Non avevamo più niente a casa. Feci dei chilometri, ero la più povera. Avevo il cuore pieno di gioia>> .

E a Gesù durante la Comunione? << Chiesi tante grazie, di amare tutti anche i nemici>>.
Aveva 8 anni e quando tornò a casa non c’era niente, solo digiuno con sola acqua.
Però fece una corsa nell’orto a dare un bacetto a nonno Luigi, dicendogli :<< Nonno, nonno, ho Gesù nel cuore>>.  E quando il nonno gli disse “Mariolina, questo bel giorno non te lo dimenticherai mai. Neppure un piattino di minestra per te”, la piccola Maria gli rispose :<< Nonno, la minestra non c’è per nessuno , ma ho Gesù nel mio cuore e sono felice>>.
Anche per questo padre Tito Sartori ha concluso così la sua Omelia:<< Dove c’è umiltà c’è misericordia, c’è comprensione, c’è pace, c’è pazienza, c’è mitezza, c’è perdono. Dove c’è questa umiltà profonda c’è Gesù, e se c’è Gesù, c’è il desiderio di fare la sua volontà, e fare la volontà di Gesù significa raggiungere la realtà dell’amore, vivere nell’amore, donare amore. Questo ha fatto Maria, facciamolo anche noi>>.

 

 

 

04_ Le esperienze soprannaturali ( 30 gennaio 1992) / Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
Anche in questa omelia padre Tito Sartori sviluppa ricordi biografici su Maria , suddividendo il suo viaggio in cinque tappe, alcune peraltro già sviluppate adeguatamente.
Così detto che la seconda tappa va dal 1930 al 1940, quindi la terza dal 1940 al 1950 ricordiamo subito la sua ‘possessione diabolica’ iniziata il 21 giugno 1940 e terminata a  fine gennaio 1942, perché grande prova di purificazione.
Con la prima fase in cui il corpo di Maria diventa strumento di Satana, perché bestemmia, sputa sulla Madonna, dimostra orrore fisico per tutte le immagini sacre e fugge dai sacerdoti. Con Satana che le blocca le vesti sul ponte che immette alla chiesa di San Cassiano, mentre le amiche indietreggiano spaventate gridando.
Poi la ‘possessione’ si attenua grazie alla benedizione del Vescovo e poi con i tre giorni di sofferenza, nei quali Maria viene liberata.
Periodo difficile visto che il già citato curato di San Cassiano la insulterà perfino dal pulpito della chiesa, chiedendogli però perdono sul letto di morte.
Intanto nel secondo quinquennio, cioè fino al 1950, Maria accoglie e assiste i bambini anche con ripetizioni scolastiche , nella stanza che le viene messa a disposizione dalla famiglia Piva, dove Maria d’accordo coi suoi genitori ha trovato accoglienza dal 1946.
Quando poi Maria , essendo molto ammalata, si trasferisce dal 1951 a Rovigo in casa della famiglia Guerrato, anche con andirivieni temporanei a Padova per le sue cure presso i parenti della signora Wanda Guerrato che purtroppo muore nel 1955.
A questo punto quindi Maria viene ospitata. sempre a Rovigo e fino al 1970, dalla famiglia Mantovani allargando peraltro sempre più il suo apostolato sociale.
Tant’è che nel 1970  grazie ad un eccezionale apporto dei suoi benefattori, Maria Bolognesi costruirà la ormai nota ‘Casa’ in Via Giovanni Tasso 49, per dare accoglienza alle persone appena dimesse dall’ospedale.
Però Maria intanto nel dicembre 1971 avrà il suo primo infarto e i suoi ultimi 10 anni saranno di estrema sofferenza fino alla morte datata 30 gennaio 1980.
Ma è anche un decennio particolarmente mistico, per Maria Bolognesi sempre in ‘dialogo’ con Gesù col quale è sempre più ‘insieme’ immolata al sacrificio fino alla sofferenza col sangue, mentre la sua ‘Casa’ soccorre comunque tani bisognosi, gli stessi che si rivolgono a Maria anche per avere consigli spirituali.
E dopo aver citato brani del Diario, padre Tito Sartori conclude così questa Omelia:<< Ho voluto dare risalto a questa conclusione... anche perché stimmate. sudore di sangue, due anelli avuti da Cristo sono piccoli dettagli di fronte al grande amore a Dio e al grande amore ai fratelli che arricchì e infiammò quest’anima e al Signore chiediamo che ad esempio di Maria, simile carità infiammi anche i nostri cuori.

05_ Annuncio della Causa di Beatificazione ( 08 marzo 1992 ) / Chiesa Arcipretale – Oderzo
Qui viene innanzitutto spiegato perché il “Centro Studi Maria Bolognesi “ è nato ad Oderzo ben 9 anni prima, grazie anche al ‘profilo’ scritto da Monsignor Aldo Balduin.

E poiché l’omelia di padre Tito Sartori avviene nella chiesa di Oderzo, dove è parroco Monsignor Paride Artico, ecco che diventa naturale il suo excursus iniziale sulla sua vita religiosa spiegata subito così:<< A Vicenza ho frequentato le cinque classi elementari alle scuole dei Padri Giuseppini ed il direttore di quelle scuole veniva da Oderzo ( ndr , era don Remigio Burello)”
Segnalando padre Tito Sartori, postulatore di ben 17 cause di santi , che proprio quella per Maria Bolognesi è la causa più simpatica, perché la più completa.
Di questa Omelia, per non ripetermi, cito soprattutto il seguente passo tratto dal Diario di Mario che, riguardo alle tentazioni riferisce così il suo speciale contatto con Gesù :<<  Gesù, perché sono così tentata da Satana?. Gesù le dirà:”Tu sei forte, tu sei forte, tu vivi per me, tu sii mia” . E Maria risponde:” Ma tu sei il mio sposo, io ti amo, io sono tutta per te” . Con Gesù che conclude:” Maria, continua così, non preoccuparti”.
Per una omelia che padre Tito conclude così con questa segnalazione:<< …tutto ciò che precede l’inizio della Causa è stato compiuto. L’ultimo atto è avvenuto pochi giorni fa, quando la Congregazione per le Cause dei Santi ha dato il suo nulla osta al Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, perché si possa iniziare. Tra non molto perciò questa Causa avrà il suo ufficiale inizio>>.

 
06_ La Bolognesi rifiutata al suo paese ( 29 marzo 1992) / Chiesa Arcipretale di Crespino
Significativa anche per la seguente INTRODUZIONE di Monsignor Mario Qualdi alla “Omelia” ( la sesta sottoindicata) di padre Tito Maria Sartori a Crespino ( marzo 1992) :<< La liturgia ci porta alla quarta Domenica di Quaresima, Pasqua è vicina e tutti noi seguiamo Gesù sulla via del Calvario (…) . Vogliamo dare un taglio liturgico tutto speciale a questa Domenica. C’è qui tra noi Padre Tito Sartori, il quale, guidandoci anche sulla liturgia di questa domenica che ci presenta il figliol prodigo – ecco, la nostalgia del Padre, il figlio prodigo che va, si perde nei meandri del male e poi ritorna, fa penitenza – come ripeto, Padre Tito vuole trattare un aspetto di questa liturgia , l’aspetto penitenziale , che è di base alla preparazione della Santa Pasqua, nel ricordo di una nostra concittadina, Maria Bolognesi, la cui figura tra noi è sempre un po' discussa, ma se noi la guardiamo sotto questo aspetto sarà ancora di grande aiuto per ciascuno di noi, per una preparazione più cristiana, più profonda, cosciente della Santa Pasqua>>.
Quindi padre Tito Sartori nell’omelia ha ricordato che Maria veniva a confessarsi da don Bassiano Paiato e che dopo la sua ‘comunicazione’ è stata totalmente liberata dalla possessione satanica.
Poi Maria a Crespino accompagnava i bambini del suo doposcuola a San Cassiano, facendo tutti quei chilometri a piedi per adorare il Santissimo.
Infine padre Tito ha ricordato che nel maggio 1945 la stessa Maria accompagnò nella chiesa di Crespino ( al posto di sua mamma) proprio suo fratello Antonio nel giorno della sua Comunione.

PS: Sul fatto che l’omelia sia praticamente la più corta, e che agli occhi dei crespinesi Maria Bolognesi fosse “una figura un po' discussa", ciò era suffragato da un ‘immaginario collettivo’ alimentato purtroppo da quel suo periodo particolare. Tant’è che ritengo vada ricondotto alle ‘apparenze’ di quel periodo ‘crespinese’ in cui la stessa Maria era quella della ‘possessione diabolica’, ma anche la Maria sottoposta a giudizio in tribunale quando venne accusata di aver ‘inventato’ la già citata aggressione subita (poi ovviamente fu assolta), oltre che la Maria che a San Cassiano di Crespino lo stesso don Magro la stigmatizzò anche dal pulpito della chiesa. Dico questo anche perché tale considerazione superficiale sulla Maria Bolognesi mi è stata riferita da qualche crespinese anche direttamente.

 

 

 

07_ Maria Bolognesi parla a Gesù ( 30 gennaio 1993) /  Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
Questa è la prima omelia dopo l’inizio della Causa di Beatificazione e sviluppa soprattutto riferimenti mistici, citando lunghi ‘scritti’ del Diario di Maria Bolognesi in colloquio con Gesù, cui chiede aiuto per gli altri e anche per la Chiesa e i sacerdoti, offrendo le sue sofferenze per ottenere le grazie necessarie.
Con riferimenti al periodo di Maria a Rovigo, prima in famiglia Guerrato e poi in famiglia Mantovani.
08_ Prediletta da Dio (21 ottobre 1993 ) / Tempio Beata Vergine del Soccorso – “La Rotonda” – Rovigo;
La omelia non fa particolari citazioni al Diario di Maria Bolognesi, ma sviluppa l’importanza del silenzio nella preghiera umile nella incessante volontà di Dio divenuta la volontà di chi prega.
E con riferimento a Maria Bolognesi frate Tito sviluppa questa considerazione completa:<< Gesù la voleva felice? Era felice; la voleva ammalata? Era ammalata; la voleva disprezzata, era disprezzata: lei accettava tutto, non si ribellava. Gesù la voleva ridotta all’impotenza? Accetta di essere impotente. Maria Bolognesi è vissuta nella solitudine, nell’abbandono, talvolta nell’incomprensione, come Gesù nell’Orto; anche questo la Bolognesi accettò>>.
09_ Il nostro rapporto con Gesù ( 29 gennaio 1994) /  Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
In questa omelia padre Tito Sartori ha fatto due considerazioni specifiche , la prima analizzando il ‘dialogo con Gesù’ in quello che ha definito “rapporto ordinario , dalla nascita al 1 aprile 1942”; nel quale Maria nei suoi primi 18 anni di vita spiega anche nel suo Diario il rapporto di amore e intimità , parlando al Signore come noi parliamo ad un amico, parlando e raccontando tutto a Gesù, sulla sua vita amara sia in famiglia che nella scuola.
Nella seconda parte della omelia padre Tito Sartori sviluppa le sue considerazioni sul “Rapporto Straordinario” di Maria ( dal 1 aprile 1942 alla morte) con Gesù, spiegando innanzitutto il suo “ fidanzamento mistico” e poi quello che definisce “Il matrimonio mistico”.
Riportando anche alcuni significativi fatti dalla stessa Maria raccontati nel suo Diario, partendo da quel primo aprile 1942 quando Gesù le appare per la prima volta e lei incredula gli domanda:<< Che cosa vuoi da me?” . Con Gesù che risponde: “Da te voglio amore, preghiera; ti chiedo amore, preghiera, penitenza”. E quando Maria ribatte “Gesù, guarda che io non so pregare, perché io non so nulla” , allora LUI le replica “ Proprio per questo poso lo sguardo su di te, perché sei un nulla!”.
Quando poi Maria gli dice “ Ma Gesù, come faccio a sapere che tu sei veramente il Signore?” , allora Gesù risponde “ Dammi la tua mano, dammi il tuo dito” e le infila un anello con cinque rubini  , dicendole queste parole: << Cinque sono le mie piaghe e cinque sono questi rubini. Questo anello lo riprenderò ” .
Per la cronaca e per la storia e per la …santità di Maria Bolognesi poi padre Tito spiega che Gesù quell’anello se lo riprenderà 13 anni dopo ( aprile 1955) e che l’8 aprile 1955 darà a Maria ( in visita a San Giovanni Rotondo) un altro anello d’oro massiccio, con impresso il volto dell’Ecce Homo che Maria porterà per sempre.
Profetiche anche le altre parole dette da Gesù e scritte così da Maria nel suo Diario:<< Tu dovrai soffrire, io ho bisogno del tuo patire; cinque sono le mie piaghe e cinque sono questi rubini: tu imiterai la mia sofferenza, sarai perseguitata, sarai cacciata anche dal confessionale e buttata fuori dalla chiesa”.
Un fidanzamento mistico ( cioè quando due si scambiano qualcosa di sé) certificato anche da queste parole di Maria al Signore:<< Io ti amo Gesù, voglio soffrire con Te, Ti offro i miei patimenti, perché tu possa dare il tuo amore alle anime e le possa salvare>>.
Poi padre Tito Sartori parla del “Matrimonio mistico” ( cioè quando gli sposi si scambiano invece le persone)  partendo da quel giorno 8 aprile 1955 quando le regala il ‘secondo anello’ e la sua anima diventa un tutt’uno con Gesù.
Insomma , le nozze mistiche’ con Maria che chiede spiegazioni così a Gesù:<< Come mai , Gesù, questo anellone, non è mica quello di prima?” E LUI risponde:<< Le cinque piaghe sono state incise sul tuo corpo ( le cinque piaghe erano le stimmate) , dovrai ancora soffrire>>.
E Maria la sposa replica subito così:<< Gesù quando vuoi e come vuoi, se per il bene di tutti noi fosse necessaria la mia vita, ben volentieri>>.
D’altra parte una frase abituale di Maria era:” Io sono niente, sono uno strofinaccio, Gesù fai quello che vuoi di me”.


Questo era il ‘parlare’ di Maria con Gesù, e ho voluto raccontarlo con le sue stesse parole citate nel suo Diario, perché…non posso essere io , tra l’altro crespinese, a ‘certificare’ le parole di una Beata come Maria Bolognesi in ‘tutt’uno’ col Signore “ Ecce Homo”.
Fermo restando che nel finale della sua omelia – come ha spiegato padre Tito Sartori - le parole-insegnamento della Beata Maria Bolognesi ci sollecitano a rapportarci con Gesù in base ai seguenti quattro requisiti: Primo, la coscienza della propria nullità; secondo, parlare con Gesù; terzo, la penitenza; quarto requisito la pace dell’anima (essenza della spiritualità, essenza dell’amore!).


10 _   Fede quale pieno abbandono nel Signore (25 aprile 1996) / Santuario Beata Vergine del Pilastrello – Lendinara
Stavolta nella sua omelia, padre Tito Sartori, non riporta alcuno ‘scritto’ dal Diario di Maria Bolognesi, ma si aggancia ad alcune considerazioni filosofiche  ( ad esempio cita Simone Weil ) per fare focus sulla “Fede quale abbandono del Signore” e citando la Vergine Maria sotto la Croce”.
Per concludere però in questo modo la sua omelia:” Così fece anche Maria Bolognesi (siamo venuti qui anche per lei ). Se guardiamo alla sua storia, ella fece tutto questo: è stata sempre umile. E il Signore le ha stampato nel corpo, anche nel corpo, i segni del dolore, la sua ricchezza divina, i segni della Passione: le stimmate. L’ha segnata nel corpo, perché tutta la sua vita fu offerta a Gesù, vittima anche lei, col Signore e per il Signore: un grande insegnamento! “.

 

 

 

11_  Conoscenza effetto dell’amore ( 25 aprile 2003 ) /  Santuario Beata Vergine del Pilastrello – Lendinara
Si parte dal concetto religioso che “Per conoscere il Signore, bisogna amarlo”.
E su questa falsariga che padre Tito Sartori, introduce il discorso di Maria Bolognesi , svelando peraltro quanto segue ( riporto le sue parole ) :  “Per tanti anni, come sapete, mi sono rifiutato di presiedere le Messe celebrate in suo suffragio, perché ricevetti indirettamente delle osservazioni sul modo con il quale presentavo la Bolognesi.”

Poi ha suddiviso la vita in queste tre parte. La prima parte dalla nascita al 2 aprile 1942, è la fase della preparazione e dei segni divini di predilizione.
La seconda fase che si protrae fino al 10 luglio 1967 , una fase in cui avviene l’incredibile, che peraltro Maria annota puntualmente sul suo diario.
La terza fase, è la così detta fase della maturazione, in cui Maria non annota più sul suo Diario, per cui gli avvenimenti che si susseguono vengono conosciuti sia per le testimonianze che per le intuizioni in virtù della conoscenza del periodo precedente.
E allora vale la pena di riportare tout court che il giorno della sua Prima Comunione , Maria a soli 8 anni, scrisse:<< Gesù dammi la grazia di perdonare i miei nemici >>.
E quando nel diario si parla degli interrogatori cui la sottoponeva don Sante Magro, un giorno Gesù le disse:<< Maria, tu vuoi bene a don Sante?” – Certo, rispose Maria. E Gesù ancora:<< Ma gli vuoi proprio bene’>>-. E Maria che era stata calunniata, insultata e accusata di cose ignominiose anche durante la messa, rispose:<< Gesù, quello che mi ha fatto, come fossero carezze>>. Poi don Sante il nemico acerrimo diventa agnello dolcissimo anche con Maria in punto di morte.


Per quanto riguarda la seconda fase, padre Tito Sartori ha spiegato che “ Chiunque legga il diario rimane sorpreso, E cita date e fatti che in qualche modo abbiamo già raccontato, come la ‘profezia’ di Gesù su date e modi relativi alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
E come – racconta sempre padre Tito Sartori – “ Quando direttore spirituale  era don Bassiano Paiato, 74enne, peraltro una buonissima persona, Gesù in un primo tempo lo lascia fare, finché questi si comporta bene, ma quando comincia in qualche modo a derogare dalle linee di fondo della segretezza, del riserbo, del nascondimento, allora interviene Lui e dice a Maria come deve comportarsi.
Così come padre spirituale di Maria subentra Monsignor Rodolfo Barbieri , dal 1956 al 1964 subentrerà Monsignor Marega, che peraltro  da ottobre 1957 a giugno 1958 le dice :<< Maria, a quel personaggio che ti appare, tu devi dire che se ne vada, che ti lasci in pace e non ti faccia soffrire>>.
Al che Maria lo segnala anche a Gesù che le dice :” Tu, Maria devi obbedire al tuo direttore spirituale, lui sa che io sono Dio e faccio quello che voglio, però tu devi obbedire al tuo direttore spirituale”:
Poi però Monsignor Marega, attraverso la prova dell’umiltà e dell’obbedienza di Maria, si convince che quel personaggio che le appare è proprio Gesù.
Con riferimento ai successivi direttori spirituali, poi frate Tito spiegò così:<< Deceduto Monsignor Marega, subentra Monsignor Aldo Balduin. Di lui mio fratello, Monsignor Sartori, Vescovo di Rovigo, mi disse, successivamente alla scomparsa del Balduin, che quest’ultimo era ritenuto da lui il prete più santo dei sacerdoti presenti in diocesi>>.
E sulla Beata Maria Bolognesi ha concluso così la sua omelia:<< …la vita della Bolognesi si va evolvendo, ma c’è sempre un attore invisibile che conduce le cose con la sapienza eterna del Dio dell’amore. Questo è lo spettacolo della vita della Bolognesi. E su questo chiudo, perché se dovessi guardare il mio cuore, parlerei un giorno>>.

 

 

 

12_ Morire a se stessi ( 30 gennaio 2004 ) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
Parte dall’alto, padre Tito Sartori , e scrive così tra domande e risposte teologiche: << Ebbene, cos’è il seme che cade sulla terra? Cos’è il regno di Dio? Il regno di Dio è la persona di Gesù, è Gesù il regno di Dio, che noi nel Battesimo accogliamo, siamo noi la terra che accoglie il seme”.  
Ecco cosa significa “Morire a se stessi” , e… anche Maria Bolognesi ha sviluppato questa profonda unità con Gesù, come risulta anche dalle lettere mandatele (nel 1967) da chi aveva avuto occasione di ‘conoscerla’ ( nel 1961, a Rovigo, insieme a Zoe Mantovani).
Insomma, anche la Beata Maria Bolognesi è morta a sé stessa per dare spazio a Gesù.
Come dimostrano anche alcuni brani del Diario di Maria, compreso quelli della lettera che il 15 ottobre 1969 scrisse a Milano al suo padre naturale, nel ricordo di tanta miseria, ma ringraziando comunque la Divina Provvidenza e la Misericordia di Gesù col quale aveva un rapporto speciale. Anche per questo scrisse così di quanto lo pregava :<< Io spesso vado a trovare il Tabernacolo, guardo Lui e Lui guarda me, Gli parlo di tutti, Lui mi ascolta, mi attende per farGli queste suppliche>>.
E anche di altre lettere di Maria ha parlato padre Tito Sartori, come quella datata 25 febbraio 1969 ad amici in Toscana in cui scrisse così: << Devi sapere che Gesù, come uomo ha patito quando era nella terra e continua a patire spiritualmente per i nostri peccati. Per un mondo tanto cattivo è un continuo patire. Per noi è difficile capire fino in fondo. Ne ho di quelle ingossate ( inghiottite) io, che non sono capace a drizzarmi un po' >>.
13_  Il sacerdozio nel pensiero della Beata Bolognesi ( 1 maggio 2004) / Tempio Beata Vergine del Soccorso – “La Rotonda” – Rovigo;
Si parla dei vari ‘direttori spirituali’ che hanno accompagnato la vita religiosa di Maria Bolognesi e in particolare di Monsignor Adelino Malerba che – scrive frate Tito Sartori – “diagnosticò con rigore e severità la presenza di Dio, di Cristo, nel personaggio delle apparizioni mistiche. Per quasi un anno intero, dal settembre 1957 al 27 giugno 1958” .
Poi padre Tito parla anche degli altri che hanno continuato a seguire Maria, come padre Romualdo Soave e poi Monsignor Aldo Balduin.
E che cosa dice Gesù a Maria Bolognesi a proposito dei sacerdoti Ecco ciò che scrive Maria nel suo Diario quando il 14 febbraio 1958 le rivolse queste parole:<< Ti raccomando il santo Rosario, e prega, prega tanto per i sacerdoti, perché si facciano santi e il mio cuore non resiste più per le tante miserie ed ingratitudini, anche la Madre di tutti piange e non ci regge più il Cuore per tanti figli ingrati>>.
E al riguardo delle preghiere di Maria Bolognesi per i sacerdoti, ecco con riferimento alle visioni con Gesù cosa scrive:<< Gesù, basta una goccia del tuo sangue per riparare tutti i mali degli uomini, perché vuoi infliggere questi castighi? >>.
E poi con riferimento alla Madre di Gesù:<< Oh Gesù, oh Madonnina, ancora una goccia del vostro sangue basterebbe per mondare le nostre colpe>>.
Poi padre Tito parla della possessione demoniaca, dicendo in particolare che quella successa a Maria Bolognesi, indemoniata da giugno 1940 a gennaio 1942, è stata permessa da Dio per un’anima chiamata ad altissime vette di santità.
Una possessione demoniaca quindi temporanea, in funzione però di una possessione divina, anche attraverso le parole assolutorie del ministero del Riconciliazione o quelle consacratorie della Eucarestia.
 E a proposito delle preghiere di Maria Bolognesi per i sacerdoti e per la Chiesa, ecco una richiesta particolare fatta da Maria a Gesù il 15 aprile 1949 con queste parole: << Gesù, tu puoi farmi un regalo?”  “ Maria cosa vuoi?. << Gesù, tu puoi tutto, per il bene delle anime hai dato tutto il tuo sangue, io così piccola e incapace, per il bene del buon Cardinale Mindszenty, ti dono tutto il mio corpo, perché tu lo abbia a flagellare come vuoi, usalo pure come un cencio, ma salva il Cardinale>>.
Il Signore risponde:” Maria, prega tanto”. Allora la Bolognesi insiste:<< Tu, Gesù, non mi puoi negare questo, mi hai sempre detto che la vittoria è dei forti>>.
E Gesù ancora:” Maria, sì, è vero, don Mindszenty ha la forza della fede cristiana, verrà la vittoria, ma c’è tempo ancora>>.
Sta di fatto che la storia racconta ...ciò che avvenne definitivamente 22 anni dopo , quando ci fu la definitiva liberazione del Cardinale nel 1971 per l’intervento di Papa Paolo VI.

 

 

 

 

14_ Assolta per non aver commesso il fatto ( 21 ottobre 2004) / Tempio Beata Vergine del Soccorso – “La Rotonda” – Rovigo;
In questa omelia  padre Tito Sartori non va  a braccio, ma con riferimento a quanto accadde a Maria Bolognesi, legge la sentenza del magistrato dottor Antonio Buono emessa il 25 ottobre 1948, spiegando che tutti i documenti sono stati comunque ritrovati presso l’Archivio di Stato e presso la Cancelleria del Tribunale, dove si conservano le sentenze emanate. "Tali documenti furono rinvenuti rispettivamente in data 4 giugno e 29 maggio 2003".
Una sentenza di assoluzione , frutto di dibattimento e testimonianze sui fatti accaduti  a Crespino, quando il 5 marzo 1948 mentre andava alla chiesa parrocchiale per sentire la predica quaresimale, Maria fu aggredita da 3 individui mascherati , colpita con un pugno alla tempia e trascinata dietro dei cespugli.
Un fatto che la stessa Maria ha raccontato con dovizia di particolari anche nel suo Diario, ma in Tribunale fu costretta ad andarci perché accusata di autolesionismo.
E la sentenza di assoluzione cita i verbali dei Carabinieri di Crespino, gli accertamenti medici del dottor Patergnani (anche il sottoscritto si ricorda del medico che andava in motocicletta), nonché le dichiarazioni e le testimonianze di alcuni testi (citata Bassani Angelina , due sacerdoti e anche Barban Angelina padrona di casa della Bolognesi).
Infine, nell’omelia, padre Tito Sartori ha concluso considerando che “la triste vicenda giudiziaria produsse nella Bolognesi una maggiore spinta a perdonare  e a pregare anche per coloro che l’avevano umiliata, certa che donando al Signore il proprio patire, avrebbe ottenuto da Lui di poter spalancare nel cuore dei fratelli, orizzonti di grazia e di amore divino , come di fatto poi accadrà “.

15_ Famiglia divina e famiglia umana ( 26 dicembre 2004 ) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro

In questa omelia a Bosaro, padre Tito Sartori , parte ragionando sulla “Famiglia di Dio” parlando della preghiera come modo di allontanare da noi le seduzioni del mondo, giusto per passare poi a parlare di Maria Bolognesi e della “Famiglia Umana”.
Quello in cui Gesù è uno , il microcosmo; l’umanità è il macrocosmo. E in virtù del Battesimo siamo uniti in Gesù ; l’Uno, e partecipiamo, tutti , della pienezza divina presente in Lui.
Con riferimento alla ‘famiglia umana’ di Maria Bolognesi, non è il caso di ripetere quanto già abbiamo precedentemente segnalato, con tutte le relative problematiche in casa Samiolo, Bolognesi, Piva, Guerrato, Mantovani. In particolare a quest’ultimo passaggio , padre Tito ha letto una lunga lettera-testimonianza datata maggio 1980, in cui Gino Mantovani concludeva così:<< …Quanto bene ha fatto e quanta bontà ha seminato nella sua piuttosto breve permanenza fra noi. Quale grande lezione di sacrificio e di amore a Gesù è stata la sua vita! >>.

 

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover la Beata Maria Bolognesi in kit col Municipio di Bosaro, il suo paese natale.
Quindi in apertura di fotogallery onoriamo padre Tito Maria Sartori, il postulatore della Causa di Beatificazione di Maria Bolognesi, in foto assieme a Marco Ferrari il bambino miracolato.
A seguire due immagini che mostrano la dedizione di Maria Bolognesi nei confronti dei bambini, nel suo periodo di vita tra Crespino ( casa famiglia Bolognesi) e San Cassiano ( casa famiglia Piva) sia per accudirli che per educarli , anche con gli insegnamenti nel doposcuola.
Quindi, passando al periodo di Maria Bolognesi a Rovigo (prima in famiglia Guerrato e poi in famiglia Mantovani), eccola dapprima insieme a Zoe Mantovani e a due colombini, poi intenta a dipingere e completare un ritratto familiare (vedi signora sullo sfondo), infine in trio con due suoi allievi musicali mentre suonano il piffero.
E sempre con riferimento a Rovigo e anche alla visita che il sottoscritto ha fatto ad inizio di quest’anno, ecco la statua della Madonnina nel cortile di casa, quindi il presepe che ho fotografato insieme ai tanti libri (in flash il citato libro scritto da padre Tito Sartori) che raccontano la Beata Maria Bolognesi, vita morte e miracoli.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it