”Beata” Maria Bolognesi by suo Diario story e omelie di padre Tito Sartori (PARTE TERZA)/ Una vita in miseria, ma con Fede, Speranza, Carità… fino a soffrire con Gesù, per lo sviluppo del Regno di Dio; poi… Tre Lettere scritte dai suoi devoti


Finalmente dopo la sua Story, completiamo anche il trittico dedicato alla Beata Maria Bolognesi viaggiando insieme alle ‘Omelie’ di Padre Tito Maria Sartori, che in questa terza e ultima puntata vanno dalla numero 24 al numero trenta…e lode per la Serva di Dio, già tanto venerata dai suoi devoti.
Anche per questo sono importanti i seguenti i riferimenti biblici che peraltro riportiamo nei sottostanti nostri approfondimenti religiosamente titolati così: Quanto sia difficile credere, La parola di Dio, Sviluppo del Regno di Dio, Spirito di preghiera nel lavoro, Pace nelle famiglie e nel cuore di ciascuno.
Tanto più che Padre Tito Sartori è stato il postulatore della causa di Beatificazione di Maria Bolognesi , forte di tutto il suo curriculum ecclesiastico che riteniamo giusto perciò proporvi in calce nella sua specifica Appendice Flash Biografia Story, mentre in questa puntata vi proponiamo in prologo una speciale “Lettera ai Mass Media” che Carlo Folchini ( che ben conosco perché crespinese dello stesso Borgo Aguiaro in cui è nato il sottoscritto).
Anche perché questa Lettera by Folchini, che ha conosciuto direttamente fin da giovane Maria Bolognini , ha valore particolare anche per le considerazioni ‘religiose’ della biografia di Maria , compreso la segnalazione di un ‘miracolo’ che abbiamo già citato (e documentato con relativa foto insieme a Padre Tito Sartori).

Insomma, in questa terza e ultima puntata agganciata alle omelie di Padre Tito Sartori, abbiamo voluto darvi ‘altre’ informazioni sulla Beata Maria Bolognini, partendo dalle ‘confidenze’ raccontate dalla sua amica Zoe Mantovani proprio il giorno prima della Beatificazione ufficiale celebrata a Rovigo nella Chiesa della Rotonda ( vedi fotogallery).

 

 

Tra l’altro Zoe Mantovani, anche nel periodo della citata Beatificazione (settembre 2013) abitava all’età di 96 anni al piano superiore della “Casa della Beata Maria Bolognini” dove il sottoscritto ad inizio di gennaio 2020 è andato a visitare sia il presepe che l’oratorio, incontrando anche Giuseppina Giacomini, l’altra amica della Beata con la quale ha condiviso anche l’ultimo periodo della malattia di Maria Bolognesi.

Una beatificazione che  ha reso onore anche alla ‘condivisione’ di Zoe Mantovani e di quanti da 28 anni a Rovigo ma anche a Bosaro , avevano cercato di ‘informare il mondo’ su vita e opere della Beata , anche se la stessa Giacomini ( presidente del Centro dedicato a Maria) ha ricordato come Maria Bolognesi fosse talvolta considerata eccentrica ma anche …matta. Spiegando così :” Peraltro era un pregiudizio derivato dal modo di vestire di Maria, sempre con quel suo abito lungo e nero, un vestito ricevuto in sogno da Gesù”.
Con riferimento a Zoe Mantovani , al di là di come abbia raccontato il suo primo incontro con Maria ( davanti al Duomo di Rovigo e poi in una bottega, prima di ospitarla a casa Mantovani visto che era tanto malata…) ci piace raccontare un altro fatto speciale.
Sentite cosa disse Zoe alla vigilia della Beatificazione di Maria:<<…Quella volta vidi l’anello dello “sposalizio” con il Signore, un gioiello d’oro con l’effigie di Gesù, che piombò nella stanza dal nulla durante la notte per infilarsi al dito di Maria. Ricordo che Maria piangeva e si appoggiò alla mia spalla dicendo “Il Signore non mi vuole più, perché ho fatto tanto male”.

 

 

 

E quando Zoe cercava di consolarla dicendole “Che male vuoi aver fatto, Maria, se sei così malata, con la febbre altissima e con tanta debolezza addosso?. Cerca di dormire”.
Poi in una intervista dell’epoca la Zoe rilasciata a Ketty Areddia su La Voce di Rovigo spiegò ancora così quello straordinario evento:” In quel momento sia io che mia madre abbiamo visto scendere dall’alto della stanza l’anello, Maria era finalmente sorridente, era in estasi, stava parlando con il Signore. Gesù le stava restituendo l’anello, lei piangeva perché lo aveva perso. Finalmente si rasserenò e tornò a dormire”.
Un anello che vi proponiamo in fotogallery e che alla morte di Maria la sua amica Zoe (ma praticamente hanno vissuto come sorelle) ha sempre tenuto religiosamente al dito.

Detto questo ricordiamo che Giuseppina Marcomini ci teneva a sottolineare che fin da quando aveva solo 10 anni aveva deciso , dopo l’incontro con la mistica Maria , che “sarebbe stata la sua santa. E che la chiamava spesso per raccontarle i suoi dolori e i problemi di famiglia e … mentre lei si sentiva sollevata dalle ansie e riacquistava le forze, invece la voce di Maria diventava più debole, perché si caricava Lei di tutti i mali”.
A questo punto partiamo dal prologo “Lettera by C.F. ai Mass Media”  , con a seguire tutto il nostro completo reportage sulle ultime ‘omelie’ di Padre Tito Sartori ( dal n.24 all’ultima n.30)  proponendo a seguire in calce un’altra Appendice datata 2020 (  frutto di una mia recente visita )  e  in cui vi esponiamo una speciale ‘Richiesta’ alla Beata Maria Bolognesi scritta sul “Quaderno dei devoti” presente nella Chiesa di San Sebastiano a Bosaro, a fianco del sepolcro della Beata Maria.

 

 

 

PROLOGO ( by Lettera di Carlo Folchini ai Mass Media , settembre 2013)/ BEATA MARIA BOLOGNESI, LA SUA BIOGRAFIA, LA SUA STORIA, I SUOI MIRACOLI

Rovigo - Sabato 7 settembre 2013 in piazza della Rotonda, è stata proclamata beata una polesana: Maria Bolognesi. La prima polesana a raggiungere un tale traguardo nella Chiesa. Non che la Chiesa nel Polesine sia povera di persone sante, anzi migliaia sono i santi sconosciuti, quelli che come il discepolo prediletto non hanno un nome, ma sono semplicemente “Quelli che Gesù ama”.
Potrei fare un elenco meraviglioso di santi polesani – tra poco anche altri nomi si aggiungeranno a questa nostra prima concittadina elevata agli onori degli altari -.
Ma oggi parliamo di Maria Bolognesi. Immediatamente ci vengono in mente tutte le nostre donne di casa, quelle che tra i lavori dei campi e i lavori domestici hanno speso la vita nella più insignificante quotidianità, riscattata però da un amore grande e generoso e da una fedeltà adamantina ai grandi valori cristiani. Una di queste è stata Maria Bolognesi da Bosaro dove è nata nel 1924, a S. Cassiano e Crespino dove ha trascorso gli anni della giovinezza, Rovigo dove ha manifestato nella maturità della sua donazione i doni di cui Dio le faceva grazia. Qui è morta il 30 gennaio 1980.

La famiglia di provenienza era una famiglia poverissima, qui si pativa veramente la fame, il freddo, l’ignoranza, la fatica del lavoro dei campi senza poesia e senza remissioni. Frequentò in quattro anni le prime due classi elementari, senza mai portare a termine l’anno scolastico. I suoi compagni notavano questa bambina senza libri, senza quaderni, senza penne.

 

 

 

“A febbraio - scrive Maria nei suoi Diari - dovevo andare a raccogliere la legna, a marzo a preparare la terra per la semina del nuovo raccolto, e così il mio anno scolastico era finito”. Rimase pressoché analfabeta. Alle gravi difficoltà economiche si aggiunse anche la prova dell’intelligenza e dello spirito. Giovinetta di circa 17-18 anni fu vittima, a quanto si dice, di una possessione diabolica. Sembrava una pazza a zonzo per la campagna in preda alla follia, davanti alla porta di una chiesa si sentiva respingere da una forza misteriosa e sovrumana. Una pagina oscura della sua vita, che minò la sua credibilità procurandole l’ostracismo delle famiglie buone. Per i suoi padri spirituali fu la notte dello spirito cui i mistici spesso sono immersi. Fu allora che cominciò ad indossare una veste scura e lunga fino alle caviglie che le procurava in più il dileggio dei benpensanti e dei giovinastri, che ridevano di lei e se la mostravano a dito. Fu una di quelle sere del marzo 1948 che Maria subì un’aggressione da parte di alcuni balordi che la legarono, la imbavagliarono, la percossero e la lasciarono così, per dileggio, mezzo morta sulla strada delle campagne di San Cassiano. A fatica riuscì a portarsi a casa dei signori Piva presso cui era ospite e che denunciarono subito il fatto e prestarono le cure del caso.

“Maria entrò in casa nostra come una figlia perché aveva bisogno di aiuto, di assistenza fisica e morale, dato che in paese non era ben vista neppure dal parroco”.
I parroci di allora erano: a Crespino monsignor Armando Tenani e a San Cassiano don Sante Magro. Però in mezzo a questo disagio anche spirituale chi le si avvicinò con trepidazione di padre spirituale fu don Bassiano Paiato.
Don Bassiano era un prete alla buona, amante della conversazione, della compagnia e della tavola e del buon vino. Alloggiava in quel di Crespino e sopravviveva andando in giro per le famiglie che lo ospitavano volentieri, i preti del circondario non lo vedevano di buon occhio perché sparlava di loro.

 

 

 

E fu proprio lui a scoprire quest’anima bella a indirizzarla, a darle fiducia e le fece scrivere giorno dopo giorno una specie di diario per raccontare le cose straordinarie che le succedevano. L’ultimo suo padre spirituale, già ormai a Rovigo, sarà don Aldo Balduin, che alla morte di lei ne scrisse l’elogio e ne propose la santità. Dopo le traversie che ho raccontato, questa vita scorrerà fino alla fine senza nessuna apparenza straordinaria, salvo le malattie che la perseguiteranno fino alla morte.

Maria sarà ospite di varie famiglie dai Piva ai Guerrato, ai Mantovani, presso cui esercitava servizio e carità. Alla fine tentò un progetto di ospitalità per i più poveri di lei, ma il cuore non glielo permise. Però se l’apparenza è la normalità, la sua vita fu ricca dei Doni dello Spirito. Era analfabeta, ma riuscì a scrivere e a fare la maestra d’asilo per i più poveri dei poveri e questo su ispirazione di visioni che lei chiamava sogni.
A tale proposito la visione le aveva detto “Col tempo farai la maestra ai bambini di campagna, ti costerà molto, ma farai molto bene”.
“Gesù – rispondeva Maria – non è possibile che io faccia scuola, non so nulla”. Eppure insegnerà ai bambini, scriverà i suoi diari e dipingerà, e i suoi quadri sono di una bellezza delicata e colorata, una bellezza sognante. Non era una musona, come potrebbe indurre a pensare la sua vita così tormentata. Era invece allegra e si divertiva a imitare i personaggi che facevano ridere i bambini. Quando era bambina, i bambini, suoi coetanei, la escludevano dai loro giochi perché era figlia di NN e lei racconta. “Da sola andavo nell’orto della nonna per vedere se potevo prendere qualche farfallina. Oh se Gesù avesse messo anche a me le alette, quando i bambini non mi vogliono, io volerei…”.

 

 

 

Ebbe doni mistici che solo i padri spirituali conoscevano. Il Signore le offrì una volta un anello di fidanzamento con cinque rubini, che poi furono le stigmate che il Signore aveva impresso nel suo corpo e che la univano alla passione di Cristo anche con sudore di sangue. E’ vero, santi non ci si fa – è proprio inutile sforzarsi! – santi si è fatti da Chi è Santo. Questo avviene nello stupore del gratuito. Anche un bicchier d’acqua dato per amore non “perderà la sua ricompensa”. E la gratuità la può dare chi può vantarsi di non avere nulla di proprio da dare, come Maria che col Signore si definiva una “Pitoca” che certamente deriva dal greco delle beatitudini “Makarioi oi ptokoi”, Beati i poveri. Morì il 30 gennaio 1980. I santi veri sono in pace, non sembrano neanche santi, tanto sono comuni. E’ un tesoro nascosto, non si vede. Le cose importanti non si vedono che col cuore, dice il piccolo principe. E un giorno tra le pagine di questa storia che abbiamo narrato è caduta inattesa la narrazione di un miracolo. Ma questa è un’altra storia anche se ha accelerato la proclamazione della santità di Maria Bolognesi.

 

 

 

IL MIRACOLO
Il 23 settembre 2004 il vescovo di Padova avviava il processo di verifica sul fatto prodigioso accaduto nel 1994 per intercessione di una signorina vestita di nero, nata a Bosaro nel 1924. Il fatto prodigioso è la guarigione di un bambino di due anni e mezzo avvenuta nel 1994 nel padovano. I medici avevano diagnosticato al bambino la sindrome di Lyell, una malattia che provoca gli effetti delle gravi ustioni sul corpo. Il bambino aveva il corpo coperto per il 90% da piaghe. Un pomeriggio ebbe un arresto cardiaco. La nonna trovò, sfogliando un libretto di preghiere, mentre si recava in ospedale, un’immagine di Maria Bolognesi, la signorina vestita di nero, proprio quella figura che aveva sognato nella notte e pensò che poteva essere lei il messaggio del cielo alle sue preghiere. Il bambino quel giorno aveva subito tre arresti cardiaci. Si riprese. La sindrome cominciò a regredire e le conseguenze dei prolungati massaggi cardiaci si risolsero. Il bambino non ebbe danni cerebrali, lasciando stupito il primario di cardiologia. Ventisei giorni d’ospedale e il bambino tornò a casa guarito.

 

 

 

ECCO DAL LIBRO DI TITO M. SARTORI TUTTI I TITOLI DELLE OMELIE, CON RELATIVE DATE, CHIESE E SPECIFICI RIFERIMENTI GEOFRAFICI & MISTICI ALLA BEATA MARIA BOLOGNESI (TERZA PARTE “OMELIE DA 24 a 30”)

(Come nella precedente puntata, il  fatto che di queste ‘Omelie’ , seppur in tempi successivi , siano state declamate prevalentemente nella Chiesa di San Francesco e Santa Giustina a Rovigo e nella Chiesa di San Sebastiano a Bosano, fa pensare a minor numero di ‘ripetizioni’ storiche sulla Beata Maria Bolognesi .
Mentre gli stessi approfondimenti spirituali assumono uno sviluppo integrativo ed evolutivo step by step, con riferimento sia ai ‘Diari’ che alle ‘testimonianze’ di cui è venuto a conoscenza Padre Tito Sartori, postulatore della stessa ‘causa di beatificazione’.
Fermo restando l’aggiunta anche di qualche ‘conoscenza diretta’ citata dal sottoscritto, perché frutto di qualche segnalazione storica pervenutami da chi ha ‘incrociato’ Maria Bolognesi e famiglie successive nel suo ‘vivere quotidiano’ fatto di tantissima miseria.ma anche di tantissimo misticismo con Gesù per il bene dei poveri anche di spirito e della nota trilogia “Fede, Speranza, Carità”) .

 

 


 

ECCO “OMELIE E COMMENTI” DAL NUMEREO 24 AL 30 E…LODE A MARIA BOLOGNESI E AL SIGNORE “PADRE, FIGLIO, SPIRITO SANTO” .
24_ Quanto sia difficile credere ( 20 ottobre 2007 ) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
La fede in Cristo è la ‘fede che salva’. Questa considerazione di Padre Tito Sartori , nella omelia nella chiesa di Bosaro, lo porta a spiegare perché dopo aver letto le oltre 4300 pagine della “Positio super virtutibus” ha abbracciato la “causa di beatificazione” di Maria Bolognesi sottolineando “ho abbracciato questa causa e non ho più guardato in faccia a nessuno”.
E con riferimento alla domanda “ Per Maria Bolognesi qual’era la verità d Gesù? “ lo stesso Padre Tito sottolinea :<< Quando lesi il diario di Maria Bolognesi del 12 febbraio 1944, dedussi che il Personaggio della visione non poteva essere che Dio. Aggiungo anzi un’altra conclusione: quel Diario dice che Dio esiste>>.
Una volta chiusa l’istruttoria processuale presso il Tribunale ecclesiastico della Diocesi di Adria-Rovigo ( era 8 luglio 2000) , allora Padre Tito si è “sentito libero di notificare al Centro Studi Maria Bolognesi che era disponibile a presiedere alle Messe nelle date anniversario della nascita e della sua morte, perché riteneva suo dovere far conoscere in maniera più approfondita la Serva di Dio”, parlando anche delle visioni estatiche di Maria e dei suoi fatti mistici.
E così Padre Tito ricorda quando quel 12 febbraio 1944, Gesù apparve a Maria che gli chiedeva le date della fine della guerra e…le date scritte da Maria sul suo Diario furono confermate dagli eventi bellici, come segnalato da Maria stessa second la volontà di Gesù che troviamo scritte così sul Diario :” Tu leggerai questo foglio, lo leggerai il primo maggio davanti ai Piva e al tuo confessore don Bassiano Paiato”.
Ma per Maria la trasposizione della fede in Gesù doveva avvenire nelle azioni che si compiono. Come dimostra questo suo ‘scritto’ nel Diario in data 7 ottobre 1960 :<< Piuttosto che io abbia a trattare male un povero, Gesù mi faccia morire, perché nel povero c’è Dio>>.-

 

 

 

25 – La parola di Dio ( 30 gennaio 2008 ) / Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
La parabola del seminatore e …La parola di Dio.
In questa omelia Padre Tito Sartori sottolinea le quattro categorie simboleggiate attraverso le immagini della strada, delle pietre, delle spine, del terreno buono,
Sviluppando il tutto illustrando due argomenti: il primo che riguarda l’accoglienza della Parola sotto i sopracitati simboli, il secondo soffermandosi sulle caratteristiche del seme abbondantemente sparso sul terreno.
Però con riferimento a Maria Bolognesi -terreno buono – si sofferma solo su questo argomento, illustrando l’atteggiamento di fondo che caratterizzò la vita di Maria Bolognesi e che Padre Tito ha agganciato alla preghiera da Lei inserita nella visione mistica del venerdì santo del 20 aprile 1963 quando scrisse:<< Gesù, fa che sappia cercare solo te attraverso tutte le ombre di questa vita>>.
Poi Padre Tito spiega Maria Bolognesi in TRE specifici focus: Quadro di Vita Quotidiana; La Parola di Dio è spada dello spirito; La Parola di Dio è seme.
E noi estrapoliamo a tale proposito alcuni significativi ‘scritti’ di Maria Bolognesi sui suoi Diari. Come quando in una sua Lettera del 1976 scrisse ad una famiglia di Pellestrina così:<< C’è un caos d tutti i rami… Quante disgrazie, quante miserie… quanta gente ribelle, da tremare. Ma cosa vogliono? Arrivano bollette di luce con supplemento, bollette di acqua, di luce gas, telefono, ma chi può andare avanti così?  Sono cose impossibili. Se gli impiegati statali, onorevoli, tutti i ministri avessero le buste paga di appena il necessario, quanto meno camorra; i milioni li passano di mano così, come noi le 10 mila lire, che ci sembrano balsamo. Oh, se pregassimo di più, cominciando dai sacerdoti, dalle suore, sarei certa che la vita sarebbe più riposante>>:
Poi con riferimento a “La Parola di Dio è spada dello Spirito” Padre Tito Sartori cita questo testo di una Lettera di Maria alla stessa famiglia, stavolta datata 2 gennaio 1978: << Signore, il Pastore sei tu, le pecorelle sono tue. Io ti offro il cuore, le mie mani, tutta me stessa; sono il tuo piccolo cencio, usami come vuoi tu e io sarò pronta>>.

Infine con riferimento a “La Parola di Dio è il seme” Padre Tito nell’omelia conclude così rivolto ai fedeli:<< Miei cari, l’insegnamento che apprendiamo dal Vangelo e dalla vita della Maria Bolognesi spalanchi la nostra anima alla fiducia. …la vita è complessa, ma se si ha fede, se si spera nel Signore, se si è animati dalla carità, tutto può concorrere a soluzioni impensabili>>.
Concludendo così Padre Tito: << Le tre virtù teologali … asse portante della vita spirituale: fede, speranza, carità; Dio che è Amore e Luce, sarà sempre con noi.

 

 

 

26_ Soffrire con Gesù ( 26 dicembre 2008 ) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
E’ un tema che nella omelia Padre Tito applica così alla vita di Maria Bolognesi, riguardo al soffrire con Gesù e per amore di Lui: << Per evitare fraintendimenti, sottolineo ancora una volta che la santità della Bolognesi non consiste ne dono delle apparizioni del Signore protratte per decenni. Non è qui la santità ella Bolognesi, la cui condotta deve valutarsi in relazione alla sua disponibilità ad accettare sempre e comunque la volontà di Dio…. Mi sono sempre chiesto come fosse possibile che una bambina di soli nove anni, potesse consacrarsi al Signore, quando intorno a lei imperava la disperazione>>.
Invece dal Diario di Maria Bolognesi riportiamo datato 8 gennaio 1960 questo breve stralcio di testo:<< Alle ore 15 mi ritirai. Ecco, tra una immensa ed abbagliante luce Gesù mi parla triste, triste. “Maria, tu hai la febbre e ti so stanca e nonostante la tua stanchezza, ti chiedo ancora dolori”. “ Gesù,  che importa se chiedi. A Gesù si deve dire sempre di sì e le sofferenze saranno sempre piccole” >>. Poi ancora dallo stesso testo riportiamo …” Maria… tanti tanti sono i peccati di tutta l’umanità e poche sono le anime che cercano di riparare. Maria, Maria, prega molto per il ministero sacerdotale… e qui verranno dei castighi se non si farà penitenza… Maria… ancora ti chiedo preghiere e penitenza, passerai giorni di tanti dolori… “ E Maria rispose “ Gesù, sono qui per fare la Tua volontà e non la mia, trafiggi pure il mio cuore per il bene dei miei fratelli”.

27_ Sviluppo del Regno di Dio ( 30 gennaio 2009 ) / Chiesa dei Santi Francesco e Giustina -Rovigo
IL Regno di Dio è l’unione dell’anima nostra con Gesù fino a formare un tutt’uno con lui “Non c’è più Giudeo né Greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” ( Gal 3,28).
Una unione col Signore radicata nella grazia battesimale che infonde nella nostra anima le tre virtù teologale: fede, speranza, carità.
Da lì nasce lo sviluppo del Regno di Dio , nell’omelia di Padre Tito Sartori, per una cresciuta che non prescinde da prove, da momenti difficili, come malattie dispiaceri, morte di persone care …  
Come è successo abbondantemente a Maria Bolognesi, che nel suo Diario in data 1 giugno 1958 invoca così il Signore:<< Gesù accresci sempre più la mia fede, perché non cerchi latro che te per tutta la vita. IL mio amore sia sempre più ardente, e mi abbandono completamente alla tua santa volontà: per te vivere, per te morire>>.

 

 

 

28_ Accorgersi dei poveri e aiutarli ( 21 ottobre 2009 ) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
Il brano evangelico invita tutti a riflettere: ciascuno di noi è invitato ad essere un buon amministratore dei doni che Dio ha dato.
Ma peer fare il ‘buon amministratore’ non significa soltanto avere tanta fede, quanto piuttosto ‘vivere di fede’.
Partendo da questi concetti, Padre Tito nella sua omelia porta ad esempio Maria Bolognesi citando quanto da lei scritto nel suo Diario la domenica 10 gennaio 1965, dopo che era andata a confessarsi da don Aldo Balduin nella chiesa di San Francesco a Rovigo :<< A San Francesco ho trovato una bambina malvestita, un vestitino e un cappotto leggeri. La portai a casa, le misi un bel cappotto, scarpe, calze, cappellino. Sembrava un’altra bambina. Le disi: quando ho qualcosa, ti chiamerò ancora. Le ho dato un vestitino  e due grembiulini quasi nuovi per andare a scuola>>.
Ecco – sottolinea Padre Tito - nella bambina povera Maria Bolognesi ha incontrato Gesù, perché Dio si cela nell’avvenimento ordinario.
Come in una altra occasione quando, sempre di seguito nel suo Diario , la stessa Maria ha scritto:<< Quando posso fare del bene, lo faccio con piacere, e sento dolore per questi poveretti. Ho spedito due camice nuove a una ammalata che da 34 anni è inferma in un letto. Quanti dolori nella vita! Quante sofferenze! >>
Parole come un programma, quello del buon amministratore, felice di farlo come ha fatto Maria Bolognesi nella sua vita pur misera, perché anche nel vangelo secondo Matteo lo stesso Gesù ha spiegato così il significato di bontà:” Quando l’avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me”.

 

 

 

29_ Spirito di preghiera nel lavoro ( 1 maggio 2009 ) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
Nel giorno del primo maggio, Festa del Lavoro, l’omelia di Padre Tito Sartori nella chiesa di Bosaro, praticamente la casa natale di Maria Bolognesi, si aggancia ai tanti lavori affrontati da Maria per rimediare alle necessità della sua famiglia anche in periodo di Guerra ( pescatrice, muratore, impagliatrice di sedie, falegname, sarta, e vari tipi di lavoro in campagna).
Lavoro di cui Maria parla anche nei suo Diario in data 12 marzo 1944 quando abitava nella colonia agricola in centro a Crespino e quando scrive:<< I lavori di campagna cominciano. Quest’anno abbiamo 7km per andare al lavoro e 7km per ritornare. Almeno per la strada pregherò tanto. A scuola ci va Tonino, Luigino , e Marino, io con la sorella (Teresina) e la bambina della Signora Piva ( Clelia) , vado nei campi, la mamma a casa con il piccino ( Achille).
Atteggiamento laborioso e raccolto che troviamo in Mari, raccontato in precedenza anche da una sua amica negli anni 1938-40 oppure raccontati poi nel Diario stesso di Maria Bolognesi in data 19 febbraio 1952 , quando nei dialoghi con Ferdinando Piva e nel post Alluvione scrive così la sua risposta:<< Ferdinando, anche gli uccelli vivono, Gesù pensa Lui a dare la stagione favorevole, vedrai che l’acqua non ha danneggiato come l’uomo vede. Si farà raccolto come sempre>>.
E così accadrà…perché Maria Bolognesi trova nel lavoro il suo significato più profondo e spirituale, come quando in una lettera datata 7 ottobre 1968 scrive così:<< Meglio lavorare sempre nella vita. Il tempo in ozio è il padrone dei vizi. Avere la coscienza a posto, non ti pare nulla?  C’è tutto, sai, quando siamo vicini a Gesù>>.

 

 

 

30_ Pace nelle famiglie e nel cuore di ciascuno ( 30 gennaio 2010) / Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano martire – Bosaro
Questa è l’ultima delle trenta omelie, ed è stata declamata ancora nella chiesa di Bosaro, augurando per il nuovo anno “Pace nelle famiglie e nel cuore di ciascuno”.
Tuttavia – spiega Padre Tito – il Signore aggiunge un particolare importante:<< Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14, 27)
Non è un sottile sofisma, ma tale differenza costituisce la ragione di fondo nell’Incarnazione stessa.
E tra le righe del Diario di Maria Bolognesi ecco che Padre Pio trova le risposte.
Così per la “Pace nelle famiglie” si prende spunto dal testo scritto da Maria Bolognesi nell’aprile 1942 quando, assecondando l’ordine ricevuto da don Bassiano Paiato ha sintetizzato così brevemente tutto l’arco di tempo 1938-40:<< Mi sembra un sogno, papà non dà più dispiaceri a mamma, si lavora nel silenzio e nella pace. Mettendo a posto un po' di legna con la mamma, si parlava sul passato della nostra famiglia, della nostra povertà, abbiamo ricordato i nostri cari morti e di tutte le battaglie della nostra famiglia, ora si respira un po' >>.
Con riferimento invece alla “Pace nel cuore di ciascuno” ecco che Padre Tito Sartori si affida in modo esemplare e concettuale a questo testo tratto d una lettera datata 22 ottobre 1975 scritta così dalla Beata Maria Bolognesi: << Ieri, ( 21 ottobre, 51° genetliaco) ho passato una giornata così così, mi spiace a vedere gente sofferenti senza colpe, d’altra parte le gioie per me sono poche, ma devono ancora nascere, anche domani, ho una giornata assai dura d’intrighi, ma non posso pensare a me sola, una mano ai bisognosi si deve sempre darla, specie quando in questi manca la pace, è brutta, sapete, che manchi la tranquillità, io preferisco la poca salute, ma la pace nell’animo>>.

 

 

 

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NOTA BIOGRAFICA DELL’AUTORE – PADRE “TITO MARIA SARTORI”
Tito Sartori, nato a Vicenza nel 1930, entrò postulante nell’Ordine dei Servi di Maria nell’ottobre del 1942. Compiuti gli studi ginnasiali a Follna ( TV) , trascorse a Isola Vicentina (VI) l’anno di noviziato 19457-48; per il triennio di Liceo Classico, si trasferì a Udine; a Vicenza compì il primo anno di Teologi (1951-52) e a Roma, presso la Facoltà Teologica Marinum, il triennio successivo. Ordinato sacerdote nel 1955, nel quadriennio 1955-59 proseguì a Roma gli studi alla Facoltà Utriusque Juris dell’Università Pontificia di San Giovanni in Laterano, conseguendo la laurea in Diritto Canonico. Negli anni 1958-1967 insegnò filosofia del diritto e diritto canonico allo Studio Teologico dell’Ordine a Vicenza.  Negli anni 1981-84 completò gli studi presso la Rota Romana, conseguendo cinque decreti di beatificazione, due decreti di riconoscimento dell’esercizio eroico delle virtù, avviando altresì tre cause di canonizzazione di religiosi dell’Ordine dei Servi di Maria.
Ottuagenario, si ritirò, e tuttora risiede, presso il santuario di S. Maria di Monte Berico, a Vicenza.
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APPENDICE FLASH STORY ( Dal “Quaderno dei Devoti della Beata Maria Bolognesi” messo in Chiesa a Bosaro a disposizione dei suoi devoti per lasciare un ‘pensiero’ alla Beata) / LETTERA DI GIOVANNA CHE CHIEDE AIUTO A BEATA MARIA BOLOGNESI  
( Altre due Lettere sono proposte direttamente in fotogallery)

 

 

 

LETTERA ALLA BEATA / ( 13.02.2020) / LA LETTERA DI GIOVANNA….RICHIESTA DI INTERCESSIONE PER LA SORELLA MALATA
<< Eccomi ancora qui, dopo alcuni mesi da quel terribile evento.
Nulla è andato come speravo, ma io non demordo, non abbandono la speranza che la mia Emanuela guarisca!
Tutto è andato nel peggiore dei modi e, fra alcuni giorni, qualche settimana, altri esami “diranno” se il terribile “intruso” retrocede.
O almeno si ferma, così da permettere un nuovo intervento. Altrimenti  si andrà avanti, finché lei ce la farà, finché i medici lo riterranno finché il destino deciderà per tutti noi.  
Maria, io ti ho sempre sentita molto vicina e ti chiedo di pregare ancora molto, più che puoi, quando vuoi, per la mia sorellina.
Senza di lei io morirei, certo… non il mio corpo, ma se ne andrebbe, con lei, tutta la parte migliore di me. E poi sarebbe un sopravvivere.
Per lei, per suo marito che la adora, che si sta distruggendo rifiutando ogni aiuto, per i suoi figli, per nostra madre, che non sa nulla. Capirai, ha 86 anni ! Ne morirebbe…
Per me, anche se so che non merito nulla , nemmeno la minima attenzione da Voi che siete in cielo, per tutti no, prega per la sua guarigione.
Un’altra preghiera per la nostra amata mamma e tutto il suo carico di vita…chiedi a Dio di non togliermela proprio ora. Almeno ho lei, vicina in questo momento anche se ignara di quanto sta accadendo.
Una preghiera per gli ultimi di questo mondo.
Un saluto, un abbraccio, un bacio al mio papà, lassù da 29 lunghi anni.
Un saluto a tutti i miei parenti e amici morti. A Silvia e ad Alessia.
 Confortami, tua Giovanna.>>   

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover la Beata Maria Bolognesi by quadro con didascalia incorporata, esposto nella chiesa San Sebastiano di Bosaro, orgoglio anche degli abitanti partendo da Oscar Tosini storico sindaco che ha 'sempre creduto' nella beatificazione di Maria.
Quindi in premessa alla fotogallery, voglio ricordare che anche stamattina ho parlato coi crespinesi già citati A.F. e B.C. , i quali mi hanno segnalato le abitazioni crespinesi della famiglia Bolognesi ; perché prima abitava alla ‘colonia agricola’ in centro a Crespino (nel luogo dove poi sono state costruite le attuali Scuole) , poi al ‘Conclon’ e dopo alle Cavazze, in miseria in una casa fatiscente a lato della stalla.
Anche per questo, in apertura di fotogallery voglio proporvi la storica foto di Maria Bolognesi insieme a tutta la famiglia Ferdinando Piva, con a seguire ancora Maria Bolognesi vestita alla stessa maniera e insieme ad un suo ‘piccolo allievo’ che accudiva/ insegnava alle ‘Cavazze’ di San Cassiano.
Seguendo Maria Bolognesi approdata in casa Mantovani a Rovigo, eccolo insieme a Zoe e tutta la famiglia rodigina, appena dopo l’Alluvione .

 

 

 

 

Anche per questo ecco il noto pensiero ‘caratterizzante’ di Maria Bolognesi datato ottobre 1952 e ‘riprodotto’ nella lapide/monumento in piazza a Bosaro.
A seguire ecco Maria che ha imparato la musica da Zoe Mantovani e perciò…eccolo mentre suona la chitarra.
Un rapporto da vere sorelle, quello con Zoe, che perciò vi proponiamo mentre nella “Casa della Beata Maria Bolognesi” non la dimentica mai, pensando anche ai ‘presepi’ che facevano con Maria.


Per la cronaca e per la storia Zoe Mantovani è morta mercoledì mattina 4 ottobre 2017 e prima dei funerali la sua salma è stata esposta proprio al "Centro Maria Bolognesi" in Via Tasso , 49 , dove Luciano Favaron il presidente del 'Centro' ha invitato "tutti ad onorare una donna la cui vita accanto ad una Beata non può essere che quella di due donne laiche nel cammino verso la santità".

Un discorso che vale anche per Giuseppina Giacomini che , insieme all’amica Zoe Mantovani, proponiamo a fianco del quadro della Beata Maria Bolognesi.

 

 

 

 

Contente anche durante il cerimoniale della Beatificazione datata settembre 2013 da cui vi proponiamo una serie di immagini che parlano da sole, visto i volti noti, anche del cardinale Angelo Amato, presente sia sull’altare della Rotonda che nella Casa della Beata Maria Bolognesi , insieme a Zoe Mantovani e Giuseppina Giacomini presidente del ‘centro’.
Immagini che parlano da sole, come il ‘bronzo’ di Maria Bolognesi che ho fotografato con relativo sigillo/lettera “Medaglia di San Benedetto” ecclesiasticamente celebrativa.
Come ho fotografato anche la ampia gamma di libri che hanno raccontato la storia della Beata Maria Bolognini, tra cui in bella evidenza sotto lo sguardo di Giuseppina Marcomini anche quello di Padre Tito Maria Sartori, che abbiamo voluto altresì onorare viaggiando insieme alle sue ‘significative omelie’.

 

 

 

 

Nella “Casa della Maria Bolognesi” dove la ‘cappella e l’altare’ , come pure i presepi che vi propongo, ricorda la fede e al bontà della Beata Maria verso i poveri e i bisognosi.
Un affetto e una devozione ricambiata, come dimostrano anche le immagini finali relative al “Quaderno dei Devoti” presso il suo Sepolcro in chiesa a Bosaro e che, vedi le due lettere datate 2020 proposte in foto, testimoniano la ‘santità della Beata Maria Bolognini, visto con quanta devozione le vengono sottoposte alcune speciali preghiere di aiuto, di protezione, di intercessione al Signore in modo particolare.


Sergio Sottovia
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