”Beata” Maria Bolognesi dal 1924 al 1950 tra Bosaro e Crespino, poi a Rovigo fino al 1980 in povertà ma in amore mistico e ‘parlando’ con Gesù da cui riceve ‘anello e stimmate’/ Pregando DIO con fede, speranza, carità, pro Chiesa & Mondo


Per parlare della vita della Beata Maria Bolognesi voglio farlo in tre puntate: nella prima con particolare riferimento all’aspetto biografico dove l’elemento miseria-povertà è l’habitat più naturale in cui la stessa Maria ha sofferto e vissuto.
Un habitat che peraltro il sottoscritto conosce abbastanza bene per vita familiare e per segnalazioni direttamente ricevute proprio sulla vita quotidiana di Maria Bolognesi, soprattutto nel suo periodo di vita tra Bosano (dove è nata il 21 ottobre 1924) e San Cassiano e Crespino (dove è rimasta dal 1930 all’ottobre del 1950), ma anche per il suo successivo periodo a Rovigo fino alla morte avvenuta il 30 gennaio 1980.
Invece nella seconda e terza parte, soprattutto dopo che ho appena letto il libro “La povertà terreno d’incontro della Beata Maria Bolognesi con Gesù”, scritto dal ‘postulatore’ Padre Tito Maria Sartori, vi parleremo in particolare della Beata Maria Bolognesi sottolineandone l’aspetto mistico combinato anche coi fatti reali.
Grazie anche alla lettura delle “Trenta Omelie” sviluppate dallo stesso Padre Tito Sartori in tante chiese del Polesine, dove ha raccontato la vita della Beata Maria Bolognesi agganciandosi peraltro a quanto scritto dalla stessa “Beata” nel suo Diario quotidiano, compresi i dialoghi con Gesù che gli è apparso in ’visione’ costantemente soprattutto nel suo periodo del suo impegno, passione e sofferenza a Rovigo.

 

 

 

A questo punto, detto che della Beata Maria Bolognesi ne ha parlato anche Don Mario Qualdi nel libro “Crespino pagine di Storia “ e anche il sottoscritto nel libro pubblicato un mese fa dal titolo “ Crespino- Scuola Materna Papa Pio XII – 100 anni al Servizio della Comunità – 1920-2020 “, voglio ricordare in questa occasione , anche con riferimento a una mia devota-visita fatta a gennaio di quest’anno alla abitazione di Maria Bolognesi a Rovigo, che la sottostante “Biografia della Beata Maria Bolognesi” è ‘particolarmente autorevole’ anche perché estrapolata dal Libretto-Novena, pubblicato come da ‘licenza ‘ vescovile datata luglio 2018.

Peraltro in prologo alla stessa Biografia e sempre estrapolato dallo stesso Libretto-Novena, voglio ricordare, per la cronaca e per la storia, questo breve focus riguardo alla ‘ufficializzazione’ della citata sua Beatificazione.

 

 

 

<< La beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Bolognesi ha avuto luogo a Rovigo , all’aperto, in Piazza XX Settembre , il 7 settembre 2013.
La celebrazione è stata presieduta da S.Em. il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Il giorno dopo, domenica 8 settembre, come prevede la Regola, è stata celebrata la Santa Messa di ringraziamento, all’interno del Tempio cittadino “La Rotonda” , antistante Piazza XX Settembre.
 Data l’assenza del Vescovo Diocesano S.E. Monsignor Lucio de Franceschi, il Vescovo Emerito della Diocesi di Ferrara e Comacchio – S. E. Monsignor Paolo Rabitti – ha accolto l’invito di presiedere la Santa Eucarestia.
All’interno del Tempio, c’è stato anche l’amabile incontro del Prelato con Zoe Mantovani, la fedele custode della vita interiore della Beata, con la quale ha condiviso 25 anni di vita in comune.>>.

 

 

 

Peraltro con riferimento alla genesi della ‘valutazione ecclesiastica’ pro Beatificazione è significativo il fatto che già nella sua prima ‘Omelia’ di padre Tito Maria Sartori, autore del libro sulla Beata Maria Bolognesi” , praticamente in avvio della sua “Sintesi biografica della Beata” abbia scritto così :<< Quando il 24 dicembre 1989, vale a dire poco più di un mese fa, Zoe Mantovani venne a Monte Berico , dove ero a confessare la vigilia di Natale, e mi consegnò quanto Maria aveva scritto , vedendo quei voluminosi plichi, non pensavo certamente di riuscire , in quindici giorni, a leggere di Maria 1880 pagine di diario e 307 pagine di corrispondenza, entrambe dattiloscritte, per un totale di 2000 pagine…>>.

Fatti speciali di una esegesi che, con riferimento all’habitat, anche il sottoscritto era venuto a conoscenza, visto che me ne aveva accennato con orgoglio bosarese proprio Oscar Tosini, già sindaco di Bosaro e vice presidente allora della Provincia di Rovigo, epoca in cui il sottoscritto insieme a R.R. di Polesella stava ‘memorizzando’ le storie sportive della mia trilogia libraria “Polesine Gol – Campioni & Signori”.

 

 

 

Discorsi… terra terra, mentre per quanto riguarda lo speciale “Amore Mistico” tra Gesù e Maria Bolognesi, a dimostrazione della stessa santità della Beata, voglio riportarvi quanto ‘preannunciato’ da Gesù alla stessa Maria il 12 febbraio 1944 ‘dettando’ alla Bolognesi le date di ciò che sarebbe accaduto a Crespino e nel Mondo nei giorni 22-26 aprile 1945, e da Maria scritto così con inchiostro rosso nel foglio conservato intatto al Centro Studi Bolognesi:<< Il primo maggio ’45 tu leggerai al tuo direttore spirituale , don Bassiano Paiato, e ai Piva , le date della fine della guerra che ti ho dettato. La guerra terminerà il giorno dopo la Madonna di Pompei, 9 maggio, però il Giappone resisterà ancora un po'”.
Per la cronaca e per la storia Maria Bolognesi lesse ‘questo foglietto’ in data 1 maggio 1945 davanti ai Piva e a Don Bassiano, mentre per quanto riguarda il Giappone…resistette fino all’otto agosto 1945.
A questo punto, tout court, con tutta la sua autorevolezza, il PROFILO BIOGRAFICO della Beata Maria Bolognesi, così come pubblicato nel libretto “Novena a Gesù Crocifisso ed Eucaristico per intercessione della Beata Maria Bolognesi “ e come da ‘DECRETO’ datato 9 luglio 2018 da parte di Pierangelo Pavanello, Vescovo di Adria e Rovigo.
Anche perché spiega che la citata NOVENA è stata autorizzata “ vista la richiesta del M.R.P. Tito Sartori” con allegato testo esaminato , a norma dei canoni 826 & 3 e (39 & 2 del Codice di Diritto canonico.

 

 

 

PROFILO BIOGRAFICO DELLA BEATA MARIA BOLOGNESI (PRIMA PARTE)
(Nata a Bosaro 21 ottobre 1924, morta a Rovigo 30 gennaio 1980) /
La Beata Maria Bolognesi nacque il 21 ottobre 1924 a Bosaro (RO) da Giuseppa Samiolo, madre nubile. Il padre naturale, Amedeo Gozzati, si rifiutò di riconoscere al figlia.
Nel febbraio 1930 la Samiolo sposò un bracciante agricolo, Giuseppe Bolognesi, che ne adottò la figlia: da quel giorno la piccola assunse il cognome del padre adottivo e si chiamò Maria Bolognesi.
Visse l’infanzia e al fanciullezza in uno stato di estrema povertà. La nascita di altri sette fratelli comportò un aggravio delle già precarie condizioni economiche della famiglia e, insieme alla miseria, sopraggiunsero anche le malattie che segnarono pesantemente tutta la vita della Beata: la tubercolosi, il reumatismo articolare, l’elmintaisi, la brucellosi; grazie alla sua robusta costituzione fisica, le malattie non dettero luogo a quadri sintomatologici conclamati e quindi vennero diagnosticate e curate molto tardivamente, quando ormai le loro conseguenze erano diffuse a tutto l’organismo.
Maria, per aiutare la famiglia, affrontò fin da bambina il lavoro dei campi e, per questa ragione, non poté frequentare regolarmente la scuola: terminò a malapena la prima elementare e frequentò per qualche mese la seconda.

 

 

 

Il rapporto tra Giuseppa Samiolo e il marito fu sempre estremamente conflittuale e il clima domestico ne risentì pesantemente; Maria soffrì molto per quella situazione e fece sempre il possibile per mantenere la pace in famiglia. In mezzo a tanta desolazione, unico vero riferimento affettivo e morale fu la nonna materna, Cesira Cometto, che, con la sua fede semplice e concreta, le trasmise i grandi valori religiosi e morali della sua vita: l’amore per Gesù, per il prossimo, per la natura.
In Maria nacque una straordinaria confidenza verso Gesù, confidenza che sarà il centro di gravitazione di tutta la sua spiritualità e fin dall’infanzia decise di consacrare la sua vita al “suo” Gesù.

Ancora adolescente, Maria comprese l’importanza del legame con la Chiesa e, per questa ragion, si affidò pienamente a un direttore spirituale; volendo vivere una sempre più perfetta conformazione alla volontà di Dio nell’esercizio dell’ubbidienza, domandò poi che il direttore spirituale le fosse indicato dal Vescovo.

A partire dai primi anni Quaranta, la Beata ebbe una singolare serie di esperienze mistiche che la spinsero ad una donazione sempre più incondizionata al servizio dei bambini, dei più poveri, degli ammalati e degli abbandonati. Dal 1943, in accordo col suo direttore spirituale, quale segno della sua personale consacrazione, indossò sempre un abito nero che le attirò infinite critiche e ostilità.

 

 


Profondamente legata al Cristo sofferente, Maria intuì che Gesù la invitava costantemente al sacrificio, alla preghiera e alla penitenza per il bene della Chiesa; ebbe una singolare comunione con la Sua Passione, della quale ebbe nitida visione per tutta la vita e, a partire dal 1944, ne portò misticamente i segni.
Il frutto della visione del Christus Patiens si tradusse nel riconoscimento immediato della presenza del Cristo nei mille volti della sofferenza umana che lei cercò di servire con amore e dedizione totale fino all’ultimo giorno della sua vita divenendo per tutti sorella e madre affettuosa.
Nel 1946, la Beata lasciò la casa paterna per trasferirsi a San Cassiano (RO) nell’abitazione dei signori Piva, i fittavoli alle cui dipendenze erano i suoi genitori. Lì poté iniziare ad accogliere una piccola schiera di bimbi a lei affidati dalle mamme impegnate nel duro lavoro ei campi. Maria, pur non avendo fatto studio alcuno, riuscì tuttavia ad intrattenere amabilmente la scolaresca, a trasmettere un erto metodo di ragionamento e anche a seguire il percorso scolastico dei più grandicelli.

Per il Natale 1946, la Beata costruì un grande presepe in cui espresse tutta la sua devozione per il Dio Bambino e da allora, fino alla fine della sua vita, riuscì a costruire ogni anno il presepe che divenne meta di molte visite e fonte di generose offerte per i poveri.
Nonostante l’encomiabile iniziativa della “scuola”, per la maggior parte degli abitanti di San Cassiano, la diversità di Maria risultò molto problematica fino ad indurre le persone a vere e proprie vessazioni e minacce.

 

 

 

A questo punto merita un accenno la situazione politica italiana del primo dopoguerra.
La guerra di liberazione aveva tenuto assieme culture assai differenti, ma la riconquistata autonomia poneva in luce la grande contrapposizione tra filo-sovietici e filo-americani. Nel 1947, Alcide De Gasperi aveva dato vita ad un governo di centro-destra escludendo così comunisti e socialisti; ciò significava la fine dei governi di unità nazionale. Lo spetto di una guerra civile si fece assai concreto e anche la Santa Sede scese in campo: nel febbraio 1948 venne affidato a Luigi Gedda, vice presidente dell’Azione Cattolica, l’incarico di costituire i Comitati Civici con il preciso compito di compattare il disomogeneo elettorato cattolico attorno alla Democrazia Cristiana. Con l’approssimarsi delle elezioni politiche del 1948, il clima paesano si infuocò e la sera del 5 marzo 1948 la Beata, che non aveva mai nascosto il suo appoggio al “Partito della fede” , subì anche una brutale aggressione e – non essendo stata creduta – dovette persino affrontare un processo per autolesionismo-simulazione di reato; il magistrato tuttavia, non cedette alla tentazione di un processo sommario e assolse pienamente la Beata per non aver commesso il fatto.
Maria Bolognesi comprese sempre più profondamente che il Signore le chiedeva di farsi carico dei bisogni altrui, quasi di prendere su di sé il peso di ogni creatura in pena che ricorreva a lei e, nel 1949, decise di offrirsi vittima per il bene dei fratelli e in particolare per la santificazione dei sacerdoti. E fu presa in parola. A quell’offerta farà seguito, negli anni a venire, con cadenza quasi rituale, una serie infinita di sofferenze fisiche, psichiche e morali che trasformeranno la vita della Beata in una sorta di “liturgia della sofferenza”.

 

 

 

 PROFILO BIOGRAFICO DELLA BEATA MARIA BOLOGNESI (SECONDA PARTE)
(Nata a Bosaro 21 ottobre 1924, morta a Rovigo 30 gennaio 1980) /
Fortificata dalle tante grazie straordinarie derivate dalla sua unione sponsale col Cristo, colse l’importanza del “momento presente” e sempre incoraggiò tutti, in particolar modo il clero sa vivere con la massima intensità il rapporto con Dio nel proprio “oggi”.
La sua prontezza ad accogliere la volontà di Dio si tradusse anche in una costante preparazione, alla morte: “Sia pronta ogni ora, eccomi Gesù, sono pronta sempre quando mi vuoi”.
Nel 1952, a causa delle sue condizioni di salute, Maria dovette cessare il suo apostolato tra i bambini e venne accolta dalla più agiata famiglia Guerrato di Rovigo, che le offrì maggiori possibilità di curarsi e lì rimase fino al 1955; dopo la morte improvvisa di Wanda Guerrato, Maria fu accolta in un’altra famiglia, quella dei signori Matassi Novella Mantovani e lì rimase per undici anni.
In quegli anni, vari amici si resero disponibili ad affiancare la Beata nelle sue opere di misericordia diventando suoi fidati collaboratori.
La sua azione benefica si estese su molti fronti: visite ai malati, assistenza notturna ospedaliera, specialmente per i ricoverati in sanatorio, raccolta di denaro e di generi di prima necessità per tante famiglie povere, accoglienza di orfani a cui trovò buone sistemazioni presso famiglie generose o Istituti.

 

 

 

Non meno intenso fu l’esercizio di opere di misericordia spirituale: grazie alla sua granitica fede e a una speciale forza di consolazione che emanava la sua persona, poté infondere serenità e fiducia nella misericordia di Dio a tanti fratelli tormentati da gravi problemi morali, a malati incurabili, a moribondi.
Benché l’azione caritativa di Maria fosse estesa a tutti i generi di povertà, ella avvertì un pressante impegno soprattutto verso il clero, per il quale offrì a Dio la sua incessante preghiera e le sue sofferenze.
Dal 1966 al 1971, insieme a Zoe Mantovani e a Rita Bassan (donna carica di problemi che da lungo tempo era ospitata in casa Mantovani) alloggiò – sempre nel capoluogo polesano – in una piccola mansarda; nel 1968 iniziò anche una intensa attività pittorica che le consentì di raccogliere offerte per i bisognosi.
Nonostante le tante malattie sempre più invalidanti, Maria svolse ugualmente il suo apostolato dal Nord al Centro e al Sud Italia, senza lasciarsi sopraffare dalle precarie condizioni fisiche.
Nel novembre del 1969, con il provvidenziale aiuto di generosi benefattori, la Beata dette avvio al progetto che da molti anni aveva in cuore: la costruzione di un convalescenziario per i suoi assistiti in Via Giovanni Tasso. La realizzazione di quest’opera comportò per Maria, fin dall’inizio, ogni sorta di difficoltà, incluso un contenzioso con l’impresa costruttrice che dovette essere affrontato per vie legali.

 

 

 

Nel luglio 1971, la Beata poté finalmente trasferirsi nella nuova casa, insieme a Zoe Mantovani e a Rita Bassan. La sua attività dovette tuttavia ridursi progressivamente per l’ingravescenza delle tante malattie da cui era affetta, specialmente la cardiopatia reumatica che, proprio nel 1971, esitò in un grave infarto.  Ne seguirono altri di infermità che ella seppe vivere con generosità e letizia, nonostante le tante incomprensioni e ostilità.
Man mano che le forze della Beata diminuivano, gli amici seppero mantenere la rete caritativa di cui ella era stata artefice.
Il 19 giugno 1979 Maria dovette presentarsi in Questura per una denuncia fattale dai parenti senza scrupolo di Rita Bassan - che era stata assistita per anni -. Essi sporsero denuncia contro Maria per sfruttamento, pretendendo la terza parte della casa. Il Questore, accertata agevolmente l’illegalità della richiesta e dell’atto compiuto, invitò la “parte lesa” a ritirare immediatamente la denuncia, per non dover procedere ulteriormente contro di loro per millantato credito e possibile contro-denuncia per danni morali.
In quell’occasione, la Beata ebbe un repentino aggravamento della situazione cardiaca e, dopo mesi di gravi sofferenze, alle 2,30 del 30 gennaio 1980 concluse il suo cammino terreno.
I funerali ebbero luogo venerdì 1° febbraio tra il compianto degli amici che, riconoscendone la fama di santità, parteciparono numerosi alle sue esequie.

 

 

 

APPENDICE FLASH – STORY / Non ci sono nella vita della Bolognesi soltanto sofferenze reali collegate all’offerta di sé al Signore; ci sono anche, e giornalmente, i patimenti affrontati per aiutare, lei povera, praticamente mendicante, coloro che abbisognavano di aiuti materiali per sopravvivere o di aiuti spirituali per superare disperazione, affanno, ingiustizie, umiliazioni, infermità temporanee o croniche. Lei non si risparmiava mai. Era sempre sulla breccia, con una calma interiore e una pace profusa in parole dolcissime che lenivano l’animo esacerbato o senza fede di chi l’ascoltava. Sembrava talvolta un angelo atterrato improvvisamente tra gli uomini.
Si capisce allora perché le persone di ogni ceto sociale la cercassero in continuazione. Sentivano in lei una presenza che altri non riuscivano a percepire. Lei invece la manifestava sotto le vesti della semplicità e dell’umiltà, e con la forza delle armi più disarmanti: il perdono e l’amore.
La recita del piccolo libretto della Novena svelerà questo segreto itinerario di un cuore che in Dio ha trovato la pace più profonda dell’anima, sia quando le vicende si svolsero tranquille, sia quando imperversò la persecuzione o si fecero avanti incomprensione e derisione, perfino da parte del clero. Il suo amore era Gesù, lo Sposo dell’anima sua, che le illuminava il cammino interiore con la forza e la luce dello Spirito di Dio.     
Negli ultimi 25 anni di vita le fu sempre accanto Zoe Mantovani, spentasi centenaria il 4 ottobre 2017, teste oculare di una vita straordinaria vissuta dalla Bolognesi nel silenzio e coronata, per la Mantovani, dalla beatificazione dell’Amica celebrata a Rovigo il 7 settembre 2013.

 

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover la “Beata” Maria Bolognesi…
Quindi con riferimento anche all’habitat territoriale Bosaro – Crespino – Rovigo, in apertura di fotogallery partiamo con l’immagine di Maria Bolognesi appena nata in braccio a mamma Samiolo e in kit con una amica ragazzina.
A seguire con riferimento al suo habitat infantile proponiamo la chiesa di San Sebastiano a Bosaro ( fotografata alcuni giorni fa) con relativa piazza e manifesti dedicati a Beata Maria Bolognesi.
Quindi passiamo a Crespino, la seconda tappa della vita della Beata Maria Bolognesi, proponendovi Piazza Fetonte con sfondo la Chiesa Parrocchiale dove Maria andava a pregare prima di andare all’Asilo.
E vi proponiamo altresì l’altare con relativo ‘Tabernacolo’, verso il quale la giovane Maria parlava con Gesù anche stando in silenzio.

Certo potrei proporvi le foto dei vari parroci coi quali Maria è entrata in contatto , sia per la Comunione che per altri riti familiari, ma dopo avervi proposto da Crespino  e datato 1934  il gruppo giovanile della Azione Cattolica , ci basta proporvi la foto-gruppo dei bambini dell’Asilo con Don Secondo Porta perché relativa a quel periodo e perché l’abbiamo messa in cover come sfondo del citato libro story sulla Scuola Materna di Crespino.

 

 

 

 

E poiché dopo Crespino c’è stato San Cassiano, eccovi la relativa chiesa dedicata appunto ai santi Cassiano e Ippolito, e che ho fotografato dall’esterno.
Con riferimento invece al successivo periodo di Maria Bolognesi vissuto a Rovigo, la onoriamo assistita dall’amica Zoe Mantovani, proponendovi altresì la “Casa della Beata Maria Bolognesi” che ho fotografato quest’anno dall’esterno prima di visitare all’interno anche il tradizionale presepe (era anche la ‘passione’ di Maria).
Infine con riferimento alla ‘Beatificazione’ di Maria Bolognesi, dopo avervi proposta addobbata di fiori la sua tomba nella chiesa di Bosaro, certifichiamo la beatificazione avvenuta a Rovigo come da relativo manifesto e ‘presenze speciali religiose' già sopracitate, oltre a Zoe Mantovani e a Giuseppina Giacomini di cui vi proporrò nella prossima puntata la specifica foto scattata quest’anno a gennaio.

Sergio Sottovia
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