Biasiolo Fabrizio, in panchina col Vicenza vs la Juve di Zoff, Bettega, Capello. E da mister? Oltre 500 partite e...


17/04/2011

Playmaker e mister globetrotter. Nel suo curriculum di calciatore anche Gavellese, Rovigo giovanili, Badia, Bottrighe, Fulgor Crespino. E dopo mister esordiente giocatore-allenatore a Bottrighe, diventa globetrotter da ‘base Crespino’ a Guarda Veneta, Villanovese, Polesella, e diverse andata/ritorno tra Bottrighe e Crespino, con intermezzo ‘stage’ col ds Piero Cavallari nell’Arianese del presidente Sergio Cattin in Eccellenza e in Prima categoria, per completare tra Bottrighe e Crespino il sul lungo viaggio sportivo fatto di oltre 500 domeniche in oltre 20 di calcio dilettantistico.

Nella sequenza di questa rubrica toccherebbe alla Fabrizio Biasiolo Story datata 20.4.2006. Invece per la serie “lascia o raddoppia” ho deciso di sostituirla con questa “Story” pubblicata in data 2009. aggiungo soltanto che a fine stagione quel Bottrighe di Biasiolo centrò i play off e che adesso in questo campionato 2010-09 con mister Nasti ha ‘altrettanto’ centrato i play off, mentre Biasiolo è in stand by ‘accontentandosi’ di allenare in relax i portieri della Fulgor Crespino della troika Guidorzi-Napoli-Fabbri , che con Tobia Crivellari tra i pali ha già centrato anzitempo la salvezza.
ECCO LA “FABRIZIO BIASIOLO STORY” IL BABY CHE NEL 1975 ERA “NEL MATCH” COL VICENZA VS LA JUVE DI ZOFF, CAPELLO, BETTEGA ETC.

<< Peso 63 chilogrammi, altezza 1 metro e 79 centimetri. Fabrizio Biasiolo era così quando nella stagione 74/75 era al Vicenza di Giussy Farina. Biasiolo è nato nel 1955 e ha fatto le giovanili al Crespino, paese natale, e a Gavello allievi CSI. Delle sue qualità se ne accorse il Rovigo dell'avvocato Mario Mantero che gli fece fare gli Allievi allenati da Carlo Spolaore, che poi subentrò in prima squadra a Romolo Camuffo, in Serie D.  Nel 72/73 al Rovigo diventa presidente il comm. Angelo Ferrari e l'allenatore è Albano Vicariotto
che lancia Biasiolo, per 6 partite, in prima squadra. A quell'epoca tra Rovigo e Vicenza c’erano rapporti di interscambio. Così Rovigo fu il trampolino di lancio per  Biasiolo che nel 74/75 è al Vicenza, dove gioca nella Primavera, però con pochi allenamenti
perché la scuola lo impegna anche il pomeriggio. Allora non era certo il professionismo di oggi. E Fabrizio si diploma giocando, in quel Lanerossi Vicenza, di mercoledì con l'Under 23 e la domenica con la Primavera, per due anni importanti. Tanto che per Fabrizio arriva anche il palcoscenico della Serie A, quando a Vicenza arriva la Juventus, con Zoff, Gentile, Longobucco, Morini, Scirea, Lamiani, Causio, Anastasi,Capello, Bettega.
Biasiolo è convocato  in prima squadra e va in panchina, contro la Juventus.

Era considerato giocatore di qualità tecniche, giocava da libero e da centrocampista, per questo poteva servire alla bisogna tattica. Quella partita ( era il 26 gennaio 1975)   l'ascoltai alla radio in macchina, e sullo 0 a 0 avvenne il secondo e ultimo cambio per il Vicenza; cioè l’entrata dell’esperto Berti che peraltro – mi confiderà Fabrizio – non era ‘bramoso’ di entrare.
Ma Puricelli mister del Vicenza aveva già fatto esordire dall'inizio il giovane Stivanello e preferì non ‘lanciare’ Biasiolo; purtroppo questo non servì a bloccare la Juve che poi vinse 2-1( gol juventini di Bettega e Capello).
Dieci giorni dopo per Fabrizio  arriva  la sfortuna: un infortunio al ginocchio e i conseguenti tempi lunghi  per la guarigione. Per di più ci fu il militare, neppure alla compagnia atleti perché il Vicenza di giocatori ne aveva già mandati tre ed era il massimo permesso ad ogni società. Così Biasiolo fece il militare nell’aeronautica, nella VAM a Zelo, mentre  il Vicenza alle prese con problemi organizzativi  non iscrisse neppure la seconda squadra ai campionati nazionali. Nel periodo del militare Fabrizio potrebbe  giocare col Legnago allora allenato da Saul Malatrasi, ma il tesseramento non è possibile perché fuori distretto.
Come dire che per Biasiolo è venuta meno la possibilità di giocarsi  per intero le sue carte, nel periodo clou della sua attività di calciatore.
Intanto a Rovigo è ancora il periodo del presidente Ferrari, in Promozione dopo che il matrimonio col Vicenza si é interrotto. A quei tempi il presidente del Rovigo, Ferrari aveva anche mano nella gestione del Badia, pure in Promozione. Così Fabrizio Biasiolo , con l’aggiunta di promesse di lavoro, approda al Badia dove Vigna che l'anno prima aveva allenato il Rovigo, non riuscirà a salvare la squadra altopolesana dalla retrocessione.

Campionato 77/78 con Biasiolo che a Badia ritrova anche Giuriola e Pianta, altri due ex rodigini. Ma prima che la stagione finisca Fabrizio sposa la sua Paola e per lavoro si trasferisce nel bolognese.
E’ il tempo in cui la vita reclama la sua centralità e per Biasiolo si registra un anno di inattività calcistica. Poi la ‘football sirena’ e la ‘saudade crespinese’ produce la combinazione lavoro-calcio e Fabrizio rientra in Polesine, precisamente nel novembre 1979 in Prima categoria nel Bottrighe del presidente Gino Navicella e del gran segretario Carlo Bonafè. Da segnalare che i ‘primi contati’ contatti col Vicenza, proprietario del Biasiolo – cartellino, li fa dall’esterno Piero Cavallari il grande tessitore del calcio polesano di quei tempi. Purtroppo fu retrocessione per quel Bottrighe 79/80 mentre vinse il Bagnoli, mentre fu quinta l'Arianese  di Costante Mantoan che pur promossa aveva rinunciato alla Promozione, favorendo così il ripescaggio del Rovigo.

Gli allenatori di quel periodo yo-yo a Bottrighe sono stati Cassetta e poi Rubinato. Biasiolo resta a Bottrighe che intanto nell'81/82 è  risalito in Prima, da dove retrocede subito. Comunque Fabrizio resterà a Bottrighe anche  in Seconda categoria e dopo Rubinato farà il giocatore-allenatore. Sempre in questa veste Biasiolo rientra alle origini e con la Fulgor Crespino 87/88 farà una Terza categoria da ‘cavalcata trionfale’, cioè zero sconfitte e gran salto storico in Seconda categoria. Era la Fulgor anche dei dirigenti Guidorzi e Benito Crepaldi, era la Fulgor che aveva il cuore crespinese in campo, dai fratelli Crepaldi ai Prearo, Cestari e Andreotti, e che l’anno dopo si completerà con l’arrivo di Tullio Miari. Categoria difficile e nuova, la Seconda, e Biasiolo non  fa il miracolo salvezza.
Però la società del presidente Francesco Zambelli, pur dopo una retrocessione amara, gli rinnova la fiducia e lui la ripaga riconquistando subito, nella stagione 89/90, la Seconda categoria. 

Fabrizio Biasiolo però, pur vincente, decide di  mettersi a riposo, magari aspira a qualcosa di più, a qualche squadra più blasonata, però il suo lavoro alle Poste e i relativi turni sono sempre lì a ridimensionarne il suo curriculum di allenatore. Sarà per questo che Fabrizio si accontenta, ma alla seconda partita di campionato rientra nella Fulgor che ha già esonerato mister Santato, fautore del gioco a zona e punito dai risultati.
Chiamato dall’amico presidente Giorgio Carletti e dai dirigenti Giovanni Pasquin e Luigi Pavani, a partire da questa stagione 90/91 Biasiolo farà solo l'allenatore portandosi dietro ‘due crucci’ come giocatore.
Il primo è quello di non essere andato a provare alla Juve come da sollecito fatto dall'osservatore juventino al Rovigo. Si trattava certamente della squadra Primavera, ma una volta usciti dalla Primavera c'erano diverse squadre satelliti juventine anche di Serie C in cui i giocatori venivano mandati a farsi le ossa. Tutte condizioni che al Vicenza non sono mai state attuate.
Secondo cruccio, alla Juve a detta di quell'osservatore si sarebbe posto rimedio al suo disequilibrio peso - altezza, rinforzando la muscolatura.
Sono i chissà della vita, come quello di non aver cercato fortemente di diventare giocatore professionista, magari rinunciando a quella scuola di perito che nei pomeriggi di Vicenza gli faceva fare solo un allenamento la settimana, ovviamente troppo poco se guardiamo che al giorno d'oggi se ne fanno due-tre in Prima categoria.

Tutte cose che poi  Biasiolo toccherà con mano, visto che nel suo ventennio da allenatore saranno più di 500 le domeniche nelle quali lui ‘sgambetterà’ dalla panchina..
Tornando agli anni novanta, va detto che , dopo la Fulgor – salvezza del 90/91, Fabrizio nel 91/92 é andato ad allenare l'Arianese, arrivando terzo in Seconda categoria. Poi l'approdo a Guarda Veneta 92/93, l'unico anno in cui questa società é rimasta in Prima categoria: quell'anno é infatti retrocessa. Ma Biasiolo ha fatto un buon lavoro e per questo lo chiama la Villanovese, sempre in Prima categoria. E nel 93/94 a Villanova del Ghebbo sarà una stagione da ‘linea verde’..
Spiega Biasiolo:” Una annata in cui furono lanciati tanti giovani , tra i quali anche i 15enni Cavazzana e Donegà” .
Una buona stagione, quindi la prima di Biasiolo alla Villanovese, soprattutto in prospettiva. Ovviamente era difficile coniugare linea verde e risultati, così anche per questo, durante la stagione successiva, per Biasiolo arrivò l’esonero  e col subentrato mister Trivellin la Villanovese 94/95 , anche grazie ad alcuni rinforzi, conquistò una salvezza decorosa.

Fermo restando che Fabrizio deve fare i conti con la difficoltà di coniugare lavoro e allenamenti, comunque Biasiolo nel 95/96 viene chiamato da Romeo Fortini al Polesella in Seconda categoria. Però per una stagione che come la classifica sarà una incompiuta e Fabrizio dà le dimissioni. Quindi sta fermo nella stagione 96/97, per poi riprendere col Bottrighe del presidente Luciano Fantinati dove Moschini, Borella e Gregnanin sono punti di riferimento dirigenziale. E sarà un binomio che durerà due anni, quello di Biasiolo in Seconda categoria a Bottrighe, un ritorno tra gente che ne ha già apprezzato le qualità di un personaggio che crede innanzitutto nel lavoro ‘dentro il campo’. Un binomio che frutta per il Bottrighe due salvezze tranquille in due campionati da centro classifica.
Tutto questo serve a Biasiolo per chiudere il suo Terzo Millennio con 33 anni di calcio vissuto con passione, ma anche con qualche rammarico e qualche rimpianto.
Anche per questo mister Biasiolo, classe 1955, non può certo andare in pensione ‘calcisticamente’.

Poi per Biasiolo il palmares registra ( subentrando a Franco Franzoso) il travolgente salto in Prima categoria con la Fulgor 2001-02 del ds Napoli e dello storico ‘maestro’ Rossi . Un salto storico per la Fulgor del presidente Gian Mario Rizzi che sempre con mister Biasiolo in panchina centra nella Prima categoria 2002-03 l’obiettivo salvezza. Una specie di profeta in patria, cioè a Crespino, se consideriamo che mister Biasiolo con la Fulgor ha centrato tutti e due gli storici salti di categoria, cioè dalla Terza alla Seconda e dalla Seconda alla Prima categoria.
Purtroppo la Fulgor 2003/04 balbetta sul piano dei risultati , così in quel suo difficile viaggio stagionale mister Biasiolo si ferma a metà percorso ( gli subentra Miari).

Fa parte del gioco, come stare a riposo per un’altra stagione. Giusto finché lo chiama per farlo ripartire l’evergreen Piero Cavallari, chiamando Biasiolo all’Arianese 2005-06 ridimensionata e tutta baby in Eccellenza, sapendo che la …mano di Cavallari conta e che la retrocessione era assicurata. Tra i se e i ma di chi si domanda il perché, Fabrizio Biasiolo, pur avendo vinto solo una partita, si è comunque guadagnato la stima autonoma dell’ambiente rossonero. E scusate se è poco, per il mister di un’Arianese dai record tutti negativi.

Salvo quell’unica vittoria in campionato che per quell’Arianese è stato come …vincere lo scudetto, in una stagione in cui arrivare alla fine era già un successo. Ecco perché mister Biasiolo si è meritato la conferma per allenare , stavolta senza il Cavallari - paravento, l’Arianese del presidente Sergio Cattin anche nella Prima categoria 2006-07. Ed è arrivata  una salvezza difficile, ma centrata senza passare attraverso i play out.
Si aspettava la riconferma, Fabrizio, invece ad Ariano è arrivato l’esordiente Paolo Monini, mentre lui , il guerriero della salvezza, è rimasto a riposo.

Ci ha pensato però il ds Beppe Rizzi a farlo rientrare sui prati verdi, chiamandolo al suo Pontecchio 2008-09, a cercare una improbabile salvezza in Seconda categoria. Invece l’impresa è rimasta una incompiuta mentre è arrivato l’esonero di Biasiolo in corso d’opera e, alla fine, comunque la retrocessione del Pontecchio.

Adesso, da questa stagione 2009-10 Biasiolo ci riprova in Seconda categoria col Bottrighe del neo presidente Nicola Gennari , chiamato peraltro dal tandem Moschini – Borella sempre decisionale dentro quello staff dirigenziale. Senza avere l’obbligo di vincere, ma per un campionato che si prospetta a ridosso del podio , visto che quasi al termine del girone d’andata il Bottrighe di Biasiolo viaggia competitivo in zona play off capitalizzando al meglio i gol di Stefano Giovannini figlio d’arte.

EXTRATIME/ La cover è per il biancorosso Fabrizio Biasiolo del Lanerossi Vicenza.
Da dove ripartiamo in fotogallery proponendo Biasiolo, quarto da sx in piedi, nella squadra ’Primavera’ del Vicenza 1974. A seguire , nel rispetto cronologico del suo viaggio, ecco Fabrizio Biasiolo, sempre quarto da sx in piedi, nel Bottrighe 1980-81 di mister Rubinato e del gran segretario Carlo Bonafè. E poi ancora da winner come capitano-allenatore della Fulgor Crespino 1987 del presidente Zambelli. A certificazione di Biasiolo allenatore globetrotter polesano lo proponiamo nel Guarda Veneta 1991 (squadra giallorossa) e con la Villanovese 1992-93 versione foto-bianconera. A seguire la foto del suo rientro da mister (è tra i dirigenti Pavani e Pasquin) nella Fulgor Crespino 1990 del presidente Carletti (primo a sx) con Bruno Zacconella portiere titolare.
Per quanto riguarda il Biasiolo del Terzo Millennio, eccolo in foto da mister di nuovo vincente con la giallorossa Fulgor Crespino 2001-02 targata Femi-Cz col ds Napoli e presidente Rizzi.
In pre-chiusura la ‘certificazione stage’ di Biasiolo in casa Arianese baby, vale a dire in foto poster al centro col ‘navigato’ ds Cavallari e col neo presidente Cattin nel campionato di Eccellenza  2005-06, e poi ( primo a dx) con i rossoneri nel successivo campionato di Prima categoria 2006-07.
Infine, a completamento della fotogallery e del suo viaggiare, ecco Fabrizio Biasiolo mister dei gialloblu CMP Bottrighe River Team 2009-10 del presidente Gennari e dello storico tandem Moschini-Borella.

 

Per la cronaca e per la storia, quel match Lanerossi Vicenza - Juventus era la 15esima giornata del calendario e si disputò il 26 genniao 1975.
E questi erano i tabellini ufficiali:
L.R.VICENZA - JUVENTUS 1-2 ( 0-1)
Reti: 41' Bettega, 53' Capello, 72' Savoldi II°
L.R.VICENZA: Bardin,Gorin II, Longoni, Bernardis, Ferrante, Berni, De Petri, Savoldi II, Sormani (24' Berti), Stivanello, Galuppi. (12° Ciaschini, 14° Biasiolo F.). All. Puricelli
JUVENTUS: Zoff, Gentile, Longobucco, Furino, Morini F., Scirea, Damiani, Causio, Anastasi, Capello, Bettega (12° Piloni, 13° Altafini, 14° Viola). All. Parola.
Arbitro: Menegali di Roma 
Ma perché non ha giocato Fabrizio (il baby che perciò mostriamo secondo da dx col drappo, nella sfilata ‘Primavera’ prima del prestigioso Torneo Caligaris)? Semplicemente perché quando Puricelli ha dovuto sostituire Sormani il match era sullo 0-0 e per il Vicenza contro la Juve era meglio ‘coprirsi’ con Berti che giocarsela alla pari affidandosi al più tattico Fabrizio Biasiolo. E poi perché allora le sostituzioni erano ‘una soltanto’.



Sergio Sottovia
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