Boris Padovan tra Antartide e Australia. Rubens Noviello tra Saharawi e “La corsa verso il mare”. Maratoneti!


30/12/2011

Ares, le ali sotto i piedi. Fetonte, la caduta nell’Eridano. Pensieri s…pizzicati e terreni da ‘vola colomba bianca vola’. Anzi, da Guernica/Picasso pensieri profondi di pace, solidarietà e dintorni.
Viaggio intorno all’uomo, direbbe Sergio Zavoli.
Viaggio intorno al mondo quello di Boris Padovan. Un maratoneta della vita che dopo essere stato in Antartide ha regalato il suo cuore e la sua mente agli Amici di Crespino, accettando l’invito della Marinella Barbieri ‘presidente del Comitato Biblioteca’ nonché moglie di Lamberto Balzan, amico per la pelle ( anzi per la caccia e per la pesca) di Giancarlo , guarda caso il papà di Boris Padovan.
Una serata che non ho mai raccontato, anche se per una sera , cioè quella sera, Crespino era diventata ‘l’ombelico del mondo’ . Pensate Boris Padovan, uno dei 13 italiani che avevano appena fatto il Winter Over in Antartide si raccontava ‘da pari a pari’ ( si fa per dire) coi suoi ‘concittadini di papà’.

 

 

Emozioni in viva voce, colonna musicale il suo computer e le immagini dell’Antartide proiettate sullo schermo, in una sala ‘piena’ i amici e familiari.
Con Boris a spiegare la grande scienza con quelle parole semplici che sapeva usare  Papa Giovanni  quando parlava ai …bambini.
Quella sera di febbraio di quest’anno, probabilmente qualche crespinese / padovano ha ‘fatto una carezza ai propri bambini’ e …avrà detto una parola buona.
Poi , ancora una volta, Boris sarebbe …’partito per l’Oriente, elefanti in carovana verso il mare e l’avventura’.
Stavolta toccava all’Australia, precisamente a Perth, perché in fin dei conti – l’ho detto anche a suo papà Giancarlo – ‘la scienza è la sua missione’ , praticamente Boris sarà sempre ‘religiosamente’ in viaggio intorno all’uomo e …dentro sé stesso.

 

 

Ma non voglio dilungarmi a dirvi dove si trova e cosa fa Boris in Australia.
Piuttosto voglio mostrarvi Boris Padovan ‘visto’ da chi condivide la sua passione di maratoneta, cioè Rubens Noviello by www.marciapadova.it.
E lo faccio non solo perché sono stato un mero esecutore delle segnalazioni fattemi da papà Giancarlo ( non fosse altro perché anche noi abbiamo fatto assieme un viaggio ‘para-religioso’ a piedi da Crespino alla Madonna di Monte Berico a Vicenza), ma perché il maratoneta Rubens Noviello è un altro ‘personaggio speciale’ da segnalare.

 

 

Perciò mi fermo qui e vi propongo in premessa la mail by papà Giancarlo, a seguire in sequenza kit la Flash News della Boris Padovan -serata Made in Crespino, quindi la ‘promozione’  del libro “La Corsa verso il mare” di Roberto Rubens Noviello ed infine la intervista ‘da maratoneta Rubens a maratoneta Boris’ fatto su www.marciapadova.it al crespinese/padovano Boris Padovan e al suo Winter Over in Antartide .
Detto che stavolta in fotogallery metterò poche immagini relative all’Antartide perché… già messe in precedenza in altre nostre rubriche, voglio onorare in contemporanea sia il Boris della citata serata Made in Crespino (con le foto immagini in Biblioteca) che ‘il cuore e la passione’ di Rubens Noviello sia come scrittore che come maratoneta nella sua ‘straordinaria partecipazione/metamorfosi’ legata al libro della sua vita “La corsa verso il mare”  insieme ai Saharawi e …alle altre sue iniziative umanitarie



PREMESSA NEWS ( mail by Giancarlo Padovan) / SEGNALAZIONE INTERVISTA BY RUBENS NOVIELLO A BORIS PADOVAN
<<Ciao Sergio, alcuni giorni fa, Boris ci ha segnalato un bel articolo, frutto di una intervista, che parla di lui e delle sue esperienze di vita. Questo articolo è stato scritto da un certo Rubens Noviello di Padova, maratoneta anche lui e giornalista con qualche pubblicazione di libri  come ad es. “La corsa verso il mare” e promotore anche di iniziative umanitarie a favore di una tribù africana…
L’articolo che riguarda Boris lo ha pubblicato sul sito www.marciapadova.it di alcuni giorni fa.
Una volta entrato nel sito clicca su “Storie di podisti” e poi su Boris ed esce l’articolo le cui foto ben conosciamo ma il cui contenuto ci conferma la sua tenacia e la sua determinazione non solo nella corsa ma in tanti momenti della sua vita.
Tutto questo per dividere con te la mia emozione nel vedere come altre persone
che lo hanno conosciuto scrivano di lui cose belle come le hai scritte tu.
So che sta scrivendo l’ultimo capitolo della sua avventura in Antartide che potremo leggere fra qualche tempo, e ti scrivo sotto anche il sito per intero dell’intervista.
Un salutone, / Giancarlo>>.

 

 

 

PRIMA FLASH NEWS(by SS)/ BORIS PADOVAN A CRESPINO RACCONTA IL SUO “WINTER OVER” IN ANTARTIDE

<<Sintetica la presentazione di Marinella Barbieri (presidente Comitato Biblioteca) che ha ringraziato Boris per aver aderito ‘affettuosamente’ all’invito di raccontare a Crespino la sua esperienza in Antartide.
Orgogliosa istituzionalmente anche Ariella Marzolla vice sindaco, che ha ringraziato Boris Padovan sottolineandone le sue qualità di “Personaggio speciale” sia dal punto di vista scientifico che della sensibilità nei confronti del suo “paese di origine”.
Anche Boris si è detto felice di aver aderito all’invito ricevuto dai suoi amici crespinesi, anche perché in parallelo analogo invito gli era stato fatto da Don Graziano.
Poi sistemato computer , proiettore e schermo gigante, lo stesso Boris si è ‘raccontato’ nel suo viaggio in Antartide. Un viaggio ‘a braccetto con sé stesso’ con le sue emozioni, con la sua professionalità scientifica.
Straordinarie le immagini alle sue spalle, tra neve e ghiacci dell’Antartide; altrettanto straordinario e al tempo stesso ‘semplice’ il racconto di Boris, tappa per tappa, fin dalla partenza  Quasi una anticipazione del suo libro sul suo “Winter Over 2010”.
Più di due ore il racconto di Boris. Partendo da… un anno prima, per un ‘viaggio’ nato per caso, in casa Enea/Cnr/Ministro Ricerca e Istruzione.
Così Boris ha parlato di quella che è stata la VI^ spedizione italiana in Antartide, ha citato l’Istituto Statale di Vulcanologia, la Base “ Mario Zucchelli” e Base Concordia.
Il suo viaggio aereo baipassando Karachi, Singapore, Sidney e Nuova Zelanda.

Il suo viaggio di due settimane. Dopo aver peraltro raccontato sinteticamente la storia dei precedenti viaggi in Antartide. Citando nel 1911/12 le contemporanee spedizioni del norvegese Amudsen e dell’inglese Scott ( tragica fine per quei morti a soli 11 miglia dal campo base).
Citata altresì la spedizione di Shackleton e della nave Endurance nel 1914 ( un fallimento causa pack lungo la costa) Boris Padovan ha poi raccontato delle spedizioni riprese negli anni ’50, citando altresì il Trattato Antartico del 1959 fino ad arrivare alle 85/90 BASI che attraverso la ricerca, laboratori e studi serve e servirà a ‘migliorare’ la salute di tutto il pianeta.
Passando dal generale al particolare, poi Boris Padovan ha raccontato il suo viaggio di avvicinamento all’Antartide, e poi la sua vita, dal punto di vista scientifico e umano, là a Concordia Base. La vita dei 13 che hanno completato il Winter Over 2010.
Citando luoghi scientificamente noti come  Terranova Bay, Base Mario Zucchelli, dome Charlie, Dumont Duville, la nave Italica ex Urss lunga 130 metri, ( però non è un rompighiaccio anche se di 6000 cv) .
Boris ha poi parlato di Acque polari, la vista delle prime formazioni di ghiaccio, di temperature impensabili per noi, delle 5 ore di volo da Base Zucchelli a Base Concordia, di quella che in Antartide viene chiamata ‘traversa’ , dei cingoli, delle persone, dei mezzi meccanici, delle temperature a -30 e -40 gradi.
Ma anche del ‘cielo azzurro dell’Antartide’ , del suo lavoro di informatico e della sala radio.
Dei suoi compagni, dei ‘carboni attivi’, dei C130 americani, dei due medici, dell’infermeria. Dei collegamenti elettrici, della cucina e dei pasti. Di Lorenzo da Trento e della dottoressa Rosa, del telescopio e della Festa di metà inverno che là in Antartide ‘significa’ 21 giugno. Della posizione esatta di Base Concordia, dei pinguini, e… del viaggio di ritorno e della nave Astrolav.
Certo a guardare lo schermo ‘pareva un film’ se non un documentario dagli effetti speciali. Un film straordinario che indegnamente il sottoscritto vi ha sintetizzato tra schegge e blob.
Ma che per fortuna degli amici e dei familiari presenti nell’auditorium, comunque “Quello era e resterà l’Antartide di Boris Padovan”, anche perchè proprio Boris era lì in sala a Crespino a testimoniare la sua vita tra Concordia Base e Fetonte City.>>

 

 

SECONDA NEWS/ IL LIBRO “LA CORSA VERSO IL MARE” (presented by Roberto Rubens Noviello)

<<Il libro costa 15 euro (prezzo di copertina 16). E’ stato particolarmente difficile trovare un editore che mi permettesse di avere un margine di guadagno da destinare ai Saharawi ma alla fine ci sono riuscito. Ho dovuto curarmi personalmente l’editing (grazie all’aiuto di amici che abbraccio virtualmente anche ora) ed arrangiarmi per la distribuzione. Cosi’ facendo per ogni libro riusciro’ ad incamerare dei soldi che consegnero’ personalmente a Omar. (e che come ho fatto l’anno scorso documentero’ con foto e filmati).
 
La presentazione ufficiale e’ fissata per Venerdi’ 10 settembre 2010 presso la biblioteca comunale in via Aldo Moro a Ponte San Nicolo’(PD).
 Il libro e’ prenotabile sin da ora. Basta che mi contattiate via email:  rubens_68@libero.it o via cellulare (3478160328) e da settembre ve lo consegnero’ di persona. Nel caso lo voleste a casa ve lo spediro’ con una piccolissima aggiunta di spese di spedizione.

 

 

 
Venduto direttamente da me (con dedica… ) permette di destinare una percentuale piu’ alta di guadagno.
 Acquistato invece via internet al sito http://www.unipress.it (da settembre) oppure nella libreria di Via Venezia 4/a a Padova (sempre da settembre)  la percentuale cala (devo pagare il libraio e l’editore).
 
Che dire? Chi mi conosce bene di voi sa che io direi “le maratone vanno corse fino alla fine”. La mia corsa coi Saharawi e’ iniziata nel deserto e sta proseguendo con cio’ che mi sono prefisso di portare avanti.
 Pubblicare il libro è stata una tappa. Venderlo e’ la prossima.
 In questa tappa ho bisogno del vostro aiuto.
Rubens. >>



TERZA NEWS (by www.marciapadova.it) / UN MARATONETA IN ANTARTIDE/ BORIS PADOVAN INTERVISTATO DA ROBERTO RUBENS NOVIELLO

<< Boris è l’immagine della leggerezza: jeans e scarpe da runner.
Me lo ricordo così pensando a quando ci si incrociava nei corridoi dell’azienda per la quale lavoravamo. Zainetto in spalla e passo felpato, veloce e determinato. Un metro e settanta compresa la faccia con un barbone da intellettuale e due occhi ai quali non sfugge nulla.
Boris è un maratoneta. Gente veloce. Molto veloce. La sua leggerezza la ritrovo in pista mentre infila giri su giri. Ritmi alti che spio mentre i miei ragazzini si cimentano coi salti. Mi sfreccia accanto e sputa sangue sul tartan. Passo felpato.
Incroci su incroci.
 Boris è un astronomo con un pezzo di carta appiccicato in camera da letto a Padova: dottorato in scienze spaziali. Un pezzo di carta che riempie d’orgoglio solo ad avvicinarsi. Non Boris però. Per lui quello non è altro che un trampolino di lancio, l’innesco per scardinare la voglia di affrontare la vita col petto in avanti.

 

 

 

“Sono un maratoneta”. Me lo ripeterà tre volte nel corso del tempo che mi dedica. Lo fa, quando parla di difficoltà da affrontare. “La vita è una maratona, molto più lunga. Ti pone davanti ostacoli e problemi. Bisogna correrci dentro a testa alta. La vita è un susseguirsi d’obiettivi che ci si pone e assomiglia molto alla faticosa corsa nella quale ad ogni chilometro segnalato ti sproni a superare quello successivo”.
Le esperienze professionali ti hanno portato in giro per il mondo. Il Boris podista che dice?
Nelle valigie le scarpe da corsa le sistemo accanto alle aspettative, alle paure di tutto ciò che mi appresto a vivere.
Cos’è la paura?
“Le paure concrete si riescono a dominare abbastanza bene per fortuna. La vera paura che ho è quella dell’ignoto. Io la chiamo Paura della Paura. Ciò che ci spaventa è l’idea di perdere il controllo sul nostro futuro, pur sapendo bene che di controllo non ne abbiamo poi mica tanto.”
Per vincere le paure bisogna avere coraggio.
“Il vero coraggio per me è scegliere senza avere rimpianti. Fatta la scelta non si torna indietro.”

 

 

Come porti in giro la tua corsa?
La corsa mi ha sempre aiutato a scoprire i luoghi ed è il primo mezzo per conoscere persone e farmi nuovi amici laddove non conosco nessuno. Mi permette di condividere a prescindere che io mi trovi in Italia, in Texas o in Australia.  Così imparo che a Perth alle sei del mattino centinaia di persone, prima di recarsi in ufficio, si ritrovano ai piedi delle colline e corrono e sudano assieme; imparo che nel nuovo mondo le gare competitive sono organizzate peggio di una qualsiasi nostra marcia domenicale pur catalizzando migliaia di iscritti e che si può disimballare le gambe alle cinque del mattino in una qualsiasi palestra aperta già dall’alba.
 Correndo scambio pareri tecnici con gente del mondo e di etnie incredibilmente differenti: irlandesi con accenti incomprensibili coi quali discuto di ripetute; australiani ai quali dispenso consigli parlando di percorsi con fondi alternativi al solito asfalto dove la quasi totalità degli indigeni è abituata a spaccarsi le articolazioni. La corsa permette anche di aggredire stereotipi che abbiamo in testa: e così sorrido a pensare al mio amico indiano che mi suda accanto con l’iphone di ultima generazione noi che immaginiamo gli questi asiatici con le pantofole e molti tappeti attorno.
Tu sei stato uno dei pochi italiani che hanno avuto la possibilità di partecipare ad una missione scientifica alla base Concordia. Ce ne parli?
Avevo un sogno chiuso in due parole: Winter Over. Un progetto italiano pieno zeppo di esperimenti e studi: radiometri che studiavano i ghiacci dall’alto, osservazioni del contenuto dell’ozono e comprensione dei campi elettrici della Terra, sviluppo del telescopio infrarosso Irait. Il progetto al solo pensiero mi stringeva il cuore perchè prevedeva un viaggio: Antartide”.

 

 

 Io non capisco molto di quello che dice ma Boris lo ascolto a bocca aperta.
“Superai i test psico fisico-attitudinali, le perizie psichiatriche e l’addestramento sull’Appennino tosco-emiliano e poi su un ghiacciaio del versante italiano del Monte Bianco. Alla fine mi arrivò la telefonata: - sei del Team assieme ad altri cinque italiani, sei francesi e un ceco! – Il mio primo pensiero volò a mio nonno che da un mese non era più in salute e il pensiero che quella poteva essere l'ultima volta che lo vedevo era molto forte in me. Volevo raccontarlo a lui e così quella sera non parlammo della vita di campagna di cinquant’ anni fa. Quella sera raccontai io del lavoro che avevo appena ottenuto al polo sud e gli lasciai un calendario con un po' di foto, mi mostrai in tutta la mia gioia e felicità, forse anche di più di quelle che provavo in quel momento. Ma la felicità di un nipote è decuplicata in quella di un nonno e così non volli trasmettere nessuno dei miei dubbi e delle mie paure. Il nonno riusciva anche a ridere, è una cosa che mi colpì molto.”
Hai smesso di correre in Antartide?
“Macchè! Correre al polo sud però è pazzesco. I ritmi naturalmente erano assolutamente diversi: ventidue - ventiquattro km a settimana contro il centinaio che macinavo in pianura padana. Correvo solo e dentro una stanzetta. Fuori una temperatura media di -55 gradi con punte di -84.7 e con pressione atmosferica che corrispondeva, da noi, ad un’altezza di 4000 metri. Il tapis roulant era spietato e mi costringeva a bere ogni tre minuti.”

 

 

Cosa insegna restare un anno in Antartide ?
 “Il polo sud regala immagini uniche. Siamo stati tre mesi senza la luce del sole e ricordo nitidamente l’emozione che provai a vedere fuori dai finestroni, mentre correvo sul tapis roulant, l’aurora a mezzogiorno e i pianeti a portata di mano. Ancora oggi chiudo gli occhi e vedo un tramonto in cui scompare il sole e al suo posto appare una colonna verticale di luce arancione che da un punto indefinito arriva a metà cielo. E ancora vedo la via lattea appena al di sopra della linea dell’orizzonte. Questo significa toccare le stelle con le mani. Accarezzarle. Stelle con nomi diversi rispetto a quelle che si ammirano nel mezzo del Sahara, ma stesse identiche sensazioni”.

Porcocane Boris, mi fai emozionare. Cos’è la corsa per te?
“La corsa per me è una forma di meditazione.  Quando corro mi estraneo dal tempo e dallo spazio. L’armonia che ritrovo in un’ora con le scarpe ai piedi ha lo stesso peso sia che io corra tra il caos di Austin, i cavalli del Polesine o i canguri australiani. Le mie ansie scompaiono.”
Boris e io ci salutiamo. Rileggo gli appunti. Ci leggo una favola. La favola di un astronomo orgoglioso di essere maratoneta.
Questo ragazzo è un concentrato di energia e neuroni che viaggiano a mille chilometri orari.
Leggeri.
Come la sua corsa.>>

 



EXTRATIME by SS/ La cover è ‘ghiaccio-bollente’ per il tandem Boris/Antartide & Rubens/Sahara. Quindi nella prima parte della fotogallery ecco Boris Padovan relatore ‘extratime’ a Crespino. In singolo, quindi in trio al tavolo dei relatori con la vicesindaco Ariella Marzolla e Marinella Barbieri presidente del Comitato Biblioteca con alle loro spalle il video “Spedizione in Antartide 2009-2010”. Una storia da raccontare come hanno fatto Boris & Company nel successivo video in collegamento da Concordia Base col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il ministro Gelmini al suo fianco. Ritornando alla serata Made in Crespino ( la terra di nonno Cesare) ecco Boris in tandem con Guido Ronconi il deus ex machina Museo delel Acque che poi ritroviamo in trio con Boris e suo papà Giancarlo.
Per una serata dal taglio familiare anche per Boris visto la presenza in sala di Lamberto Balzan ( coi baffi e con l’amico Giancarlo alle sue spalle) nonché , come da foto successiva, nonna Rina e sorella Micol in prima fila.
A ricordo della serata crespinese ecco infine le istituzionali Barbieri e Marzolla omaggiare Boris Padovan con una litografia del pittore Alberto Cristini.
Passando ad onorare Rubens Noviello ecco la cover del suo libro “La corsa verso il mare”, una ‘corsa’ che vede poi lo stesso Rubens maratoneta nel sole sulla sabbia del Sahara e poi tra i bambini dell’Africa ai quali sta ‘dedicando’ altre iniziative.
Da maratoneta e da relatore, come per altre sensibilizzazioni sportive cui partecipa lo stesso Rubens Noviello (eccolo da relatore all’incontro “Calciatleta”) nel suo habitat padovano.
Dulcis in fundo due immagini amichevoli di ‘friend’ Boris Padovan dall’Antartide, dove a pensato alla sua Padova e alla sua Crespino e da dove ci ha mandato un CIAO ‘ghiacciato & grande …così” sullo sfondo di Concordia Base.

 

   
Sergio Sottovia
www.polesinesport.it