”BRIOCHE”, il libro di racconti by Enzo Fuso, da Ramedello ballando sul Mondo/ SECONDA PARTE: LA VITA; vecchi e nuovi mestieri, cinema Valdentro, sacro e profano, Mago Herrera, Fernando e...Del Piero


Ecco, la GUERRA che Enzo Fuso ha raccontato a modo suo nella prima parte del suo libro “BRIOCHE” è già finita, così adesso vi proponiamo in sequenza la Seconda parte del suo libro , che l’Autore ‘cataloga’ sotto il titolo di “LA VITA”, con racconti di kafkiana memorai spesso in diretta e in prima persona, compreso il racconto del ...cane Arno.

Così in questa nostra Seconda Puntata , l’Autore ci racconta la evoluzione della gente in ripartenza come in tutta Italia, abbandonando nuovi mestieri per ripartite con nuove attività più adatte alla ‘ricostruzione’ e alle novità socio-economiche che stanno cambiando il ‘vivere’ quotidiano, sia in famiglia che nelle Comunità di riferimento, anche se la civiltà contadina tra Ramedello & Dintorni è sempre più contaminata dalle nuove scoperte ed invenzioni, applicate al mondo del lavoro e anche al tempo libero.

Praticamente tra ‘sacro e profano’ dove i punti di riferimento locali si ‘incastrano’ col le tante realtà nuove della società italiana, con la televisione che sta cambiando anche il ‘vivere’ familiare di un habitat che sa camminare sempre più on the road con le proprie ‘gambe’.

Tanto più che ormai l’habitat familiare ad Enzo Fuso, sostanzialmente il Distretto delle Scarpe, è sempre più da ‘esportazione’  in considerazione anche delle migliorate condizioni socio-economiche familiari nel territorio dove...anche i Personaggi del libro “Brioche”, in questa Seconda Parte dedicata alla VITA, si raccontano diversamente.

E che noi vi proponiamo qui di seguito, in versione ‘promozionale’ come da ...incipit dedicato dallo stesso Autore ad ogni suo Personaggio raccontato nel Libro, che vale la pena di acquistare.

Giusto per capire meglio tutta la realtà della VITA , quella raccontata tra ...” vecchi e nuovi mestieri, cinema Valdentro, sacro e profano, Mago Herrera, Fernando e...Del Piero”, come da noi sinteticamente anticipato nel titolo, sempre riferito all’habitat Ramedello & Dintorni , per la serie ‘prototipo’ italiano post guerra, ...ballando sul Mondo nuovo.

MAIN NEWS ( di Sergio Sottovia) / LA “STRUTTURA” DEL LIBRO “ BRIOCHE” , SCRITTO DA ENZO FUSO : CAPITOLO PER CAPITOLO

RIEPILOGO PRIMA PUNTATA/ ( ovviamente già pubblicata ieri) 

Prefazione di Aurora Gardin ( pag. 7 )/;  

PRIMA PARTE / LA GUERRA/

LA REPUBBLICA ROSSA ( pag 13)/ LA “BANCA DEL PRETE” ( Pag. 25)/  LA VITA PERDUTA O LA CASA CON IL MURO ( pag.35) / 8 SETTEMBRE ’43 ( pag 41) / ANNA ( pag. 51)/ L’ORO DI MANTOVA / CAPITOLO UNO ( pag 59) / L’ORO DI MANTOVA / CAPITOLO DUE ( pag 65) / L’ORO DI MANTOVA / CAPITOLO TRE ( pag 68) / L’ULTIMO CHANCONNIER ( pag. 73) / I DUE AMICI ( pag.79) / 

 

ECCO STRUTTURA DI QUESTA “SECONDA PUNTATA” 

PARTE SECONDA / LA VITA  ( che ‘ovviamente’ pubblichiamo in questa puntata) 

VANDA ( pag 87) ; / Questo onore Vanda non se l’aspettava davvero: avrebbe letto un passo del Vangelo alla presenza del Vescovo che era in visita alla casa di riposo.

Come sempre una visita assai discreta, quasi privato, visto che il prelato in occasione di queste visite si faceva accompagnare solo dal suo segretario. 

La sua amicizia con la Madre Superiora, originaria della sua terra, la Marca Trevigiana, gli dava l’occasione per recarsi a Fratta Polesine. 

La Madre Superiore aveva fatto chiamare la Vanda per comunicarle la notizia e lei quasi non ci credeva perché di solito era la Gianna a leggere qualche brano dell’Antico Testamento o le lettere degli Apostoli. Lei invece avrebbe letto un passo del Vangelo  perché il Vescovo, per una volta, avrebbe soltanto assistito alla Messa.

 

L’ULTIMO STRACCIVENDOLO ( pag. 91); / I carabinieri lo avevano fermato sulla strada che porta a Fratta Polesine, in prossimità del cimitero.

Vedendo il suo traballante carretto pieno di cianfrusaglie, si erano incuriositi e gli avevano chiesto dove stava andando. “Porto a casa questa roba – fu la risposta di G’anin ( Giannino)  - perché domani arriva il camion che se la porta via”.

“ Ma lo sa che la raccolta del ferro vecchio è ormai regolamentata? – gli fece presente uno dei militi – Ora ci vuole un permesso per trasportare questa roba e soprattutto bisogna sapere dove viene portata , se in qualche centro di raccolta . oppure in una discarica non autorizzata”.

G’anin lo ascoltò distratto, lui non sapeva nemmeno leggere e scrivere, figurarsi se poteva avere qualcosa di scritto, tanto meno un permesso. Bofonchiò qualcosa, poi riprese in mano il manubrio della bicicletta che fungeva da traino al carrettino e sui incamminò sulla strada verso Villanova del Ghebbo, senza quasi più curarsi dei carabinieri.

Il più giovane di due, indispettito, accennò ad uno stop con la mano...

 

IL REDENTORE ( pag.95); / A Ramedello, all’altezza delle scuole elementari, ormai chiuse da tempo , sull’altra parte della strada c’è un piazzale per le auto, un piccolo parco recintato con all’interno una cappella dedicata al Cristo Redentore. Ogni anno, il 17 luglio , il parroco della chiesa San Michele Arcangelo di Villanova del Ghebbo, viene a celebrare una messa in onore del Redentore. Una ricorrenza festeggiata anche a Venezia con tanto di fuochi artificiali. Anche a Ramedello in qualche occasione co sono stati i botti. La statua che si onora è una testa del Redentore che Bepi, l’imbianchino, aveva ritrovato fra i calcinacci del capitello che c’era sull’angolo, proprio all’ingresso della via.

...OMISSIS... / La usavano nei mesi di maggio in occasione del fioretto, , quando tutta la via si radunava davanti al cancelletto della chiesetta per recitare il rosario.

Era l’occasione giusta per le ragazze di trovare il “moroso”, in quanto a quei tempi erano davvero poche le occasioni per incontrarsi.

 

LA TOMBOLA DEL MORO GAZA ( pag. 101 ); / “Numerooo”, diceva con forza il Moro Gaza dal palco allestito nella piazzetta Valdentro in occasione della fiera. C’erano da estrarre i numeri della tombola e da molti anni Giorgio Borin, al secolo il “Moro Gaza”, l’aveva trasformata in uno spettacolo nello spettacolo! 

...OMISSIS... / “Cosa aspettate adesso – diceva provocando i giocatori che aspettavano con ansia il numero giusto per fare quaderna,  cinquina o tombola – Volete la “mustega” ( roditore del delta) , il cinquantadue, oppure il diavolo, il sessantasei?”

La tombola era il clou della sagra di San Michele Arcangelo che cade il 29 di settembre e se riuscivi per primo a completare la cartella con i 15 numeri, ti portavi a casa qualcosa come un milione e mezzo di lire, tanto da poterci comperare una macchina.

 

LEO, IL BARBIERE DI STRADA ( pag. 107) ; / Questa è la storia di Leo , il barbiere di strada. Era di Lendinara e viveva vicino a Villa Malmignati, dentro un piccolo appartamento ricavato da una soffitta della casa, che un tempo era riservato alla servitù, assieme alla moglie Marta , che, per aiutare il magro bilancio famigliare, riparava le calze di nylon, una novità che gli Alleati avevano portato dall’America e che nel Dopoguerra è stato il sogno di ogni donna che voleva distinguersi. Lui era un bravo ritrattista e cn la matita ci sapeva fare, ma purtroppo in quel tempo non c’era tempo per pensare ai ritratti perché tutti erano i corsa per stare meglio e per dare una decisa spallata a quella povertà che improvvisamente cominciava a pesare più del dovuto.

...OMISSIS..../  Ma per  vivere qualcosa si doveva pur fare, visto che a nessuno interessavano i suoi ritratti e anche se piacevano molto, non c’era tempo per pensare a queste frivolezze.

Così Leo un giorno fece fruttare l’esperienza come garzone di bottega nella barbieria che c’era fino a pochi anni fa vicino al ponte di piazza Risorgimento a Lendinara. Prese quindi la bicicletta da uomo con il portabagagli a molla, ci fissò saldamente una valigetta di cartone lucido piena di prodotti da toilette e si avviò sulla strada che da Lendinara porta a Villanova del Ghebbo.

 

LA MADONNA DELLA FORNACE ( pag. 113); / A Villanova del Ghebbo, sulla strada che porta alla Provinciale 88, c’è una chiesetta dedicata al nome di Maria che ricorda lo stile romanico e la cui facciata è impreziosita da alcuni fregi barocchi, è una bella chiesetta che Don Giovanni, il parroco della Comunità di San Michele, negli anni novanta, ha fatto restaurare grazie all’aiuto di tutti gli abitanti della via.

....OMISSIS.... / Ogni anno, alla fine di maggio, il mese dedicato alla Madonna, l’immagine viene portata in processione e non è nemmeno raro il caso di sposi che vogliono celebrare il loro matrimonio dentro la chiesetta.

Si racconta che un ricco proprietario terriero u giorno del febbraio dell’anno 1893, stava nervosamente passeggiando sul sentiero che dalla sua casa portava alla fornace e al paese.... 

 

NOTTI MAGICHE ( pag. 121); / Era l’ultima partita ed i ragazzi di Fernando ( NDR: noi qui su www.polesinesport.it abbiamo già raccontato la Fernando Guaraldo Storytelling, vittorioso del Torneo di Este con la Villanovese...) se la sarebbero giocata con il Padova di Del Piero, questo ragazzino di 13 anni che la Juventus aveva appena acquistato pe quattro miliardi.

Possibile che un giocatore così giovane potesse già valere una montagna di soldi? Dopotutto, dicevano, non era più sviluppato dei suoi coetanei e crescendo poteva perdere molte delle sue qualità. Era piccolo e gracile, ma la palla la toccava divinamente e le faceva fare quello che voleva. Tirargliela via dai piedi era impossibile. Bisognava metterlo giù.

Fernando non sapeva ancora se in campo ci sarebbe stato anche lui. Sperava e non sperava che ci fosse. Vincere con lui sarebbe stato tutta un’altra cosa. Tuttavia , anche senza Del Piero, i biancoscudati della Città del santo erano pur sempre i rappresentanti di una squadra che gioca in Serie C. La Villanovese invece giocava in Prima categoria, un abisso.

Eppure la squadra neroverde era finalista contro il Padova nel trofeo “Città di Este”  riservato ai Giovanissimi, con otto squadre divise in due gironi da quattro...

 

DON CICLAMINO ( pag. 127); / Bepi, come lo chiamavano tutti, era alla fine della sua vita e la prostata che lo aveva messo a letto, stava per mandarlo all’altro mondo. Era questo il suo modo di esprimersi , quasi per esorcizzare la paura della morte ormai vicina.

Era stato per tanti anni campanaro nella chiesa di San Tommaso , .... OMISSIS... 

La chiesa di San Tommaso si trovava proprio a metà strada tra questi due paesi ( ndr: l’Autore aveva parlato di Fratta Polesine e San Bellino) e serviva una comunità di poveri braccianti.

...OMISSIS... / Ma torniamo da Bepi, che era il sagrestano di Don Ciclamino, un ragazzo di venticinque anni che aveva preso i voti e che dopo un paio di anni trascorsi a seguire i giovani nelle parrocchie di San Bellino e Fratta Polesine, era stato spedito in questa sperduta località per far posto ad altri.

 

IL PRINCIPE ( pag. 135) / Lo chiamavano “Il Principe” e lui sorrideva perché era convinto che fosse un titolo che gli spettava di diritto. Arturo, questo il suo nome, faceva il fruttivendolo ed abitava a Costa.

....OMISSIS.../ In un giorno di follia aveva preso il treno ed era andato al Casinò di Venezia per giocare alla roulette. Diceva che almeno una volta nella vita bisogna fare una pazzia. Era di sabato e quel giorno al mercato aveva incassato quasi 40 mila lire, una cifra esagerata per quei tempi quando la paga di un operaio non superava le cento lire al giorno.

...OMISSIS... / Quasi senza saperlo mise tutta la vincita appena ottenuta sul suo numero preferito. Incredibile: doo aver girovagato un po' tra l’8 e il 6, la pallina si posò proprio sul 7.

Arturo vinse un mucchio di soldi. Cercò la donna che gli aveva suggerito la puntata, ma lei non c’era più. Fu bravo ad andarsene quasi subito e con tutti quei soldi, una volta giunta a casa, si comprò...

 

RENZO IL BARISTA ( pag. 141); / Questa è la storia di Renzo i barista, che aveva il bar in via Valdentro a Villanova del Ghebbo ed era un grande tifoso dell’Inter Erano gli anni d’oro della squadra nerazurra, con Helenio Herrera che portava Picchi e i suoi compagni a vincere dappertutto.

...OMISSIS..../ Quando l’Inter vinceva, e succedeva spesso, era una festa e la birra scorreva a fiumi senza sapere chi l’avrebbe poi pagata.

Ma Renzo aveva un metodo tutto suo per sapere chi pagava e chi no.

Quando uno si presentava nel suo bar per la prima volata , cosa che non succedeva spesso perché quasi tutti erano avventori abituali, sbagliava volutamente a dargli il resto...

 

SESTIGLIO , O LA CASA GRANDE( pag. 149); / Si chiamava Sestiglio e lui non aveva mai capito perché suo padre gli avesse dato quel nome. Forse lo aveva semplicemente letto da qualche parte e gli era rimasto impresso. Sestiglio, però, un dubbio ce l’aveva ed era quello di credere che suo padre Antonio l’avesse chiamato così per la sua grande passione per le carte, ed in special modo per il quartiglio, tanto per lui sestiglio o quartiglio per lui erano la stesa cosa.

Il quartiglio è un gioco misto tresette e briscola che suo padre giocava spesso all’osteria della “Melia” ( dell’Amelia, per tutti la Melia) e tanto bravo da essere considerato un ottimo giocatore.

...OMISSIS... / Sestiglio aveva più di cinquant’anni, suo padre era morto da tre e così era rimasto solo nella grande casa che lui e il padre Antonio avevano ereditato da uno zio che viveva in Australia.

 

TEATRO CINEMA “VALDENTRO” ( pag. 155) /  se passate da via Valdentro a Villanova del Ghebbo, notereste, con un po' d’attenzione, un piccolo cancello di ferro, ormai arrugginito dal tempo, stretto tra un negozio, opra chiuso, ed una casa che una volta è stta pollaio ed anche scuola elementare.

....OMISSIS/ ... Non c’è mai nessuno. Non c’è Rossi, il piccolo uomo di Ferrara che aveva in gestione il teatro e che dalla fine della Guerra aveva permesso ai villanovesi di andare al cinema senza muoversi dal paese. Erano i tempi d’oro per il Grande Schermo che anche in un paese piccolo ( duemila abitanti come Villanova del Ghebbo) poteva in alcuni casi avere due sale di proiezione. Tutti andavano al cinema...

...OMISSIS... / Non si riprese più. C’era Mike Bongiorno che aveva cominciato il suo “Lascia o raddoppia” e la televisione stava lentamente rubando spettatori al cinema.

Pi arrivarono le sale dui lusso, le multisale, ma già allora Ciclamino aveva capito che per il cinema di paese era finita. Così , dopo aver aspettato invano la riscossa del suo Teatro Cinema “Valdentro” , decise di chiudere.

 

GINO “ EL TANARO” ( pag. 163); / Lo chiamavano Gino “el Tanaro”  e la sua specialità era quella di stanare le anguille, le bisate che nella stagione fredda andavano a nascondersi dentro la melma dei fossi , al riparo sotto le rive dove rimanevano fino all’arrivo della primavera.

Gino entrava nel fosso coni suoi “Superga” che arrivavano alle cosce  e con un movimento a falce “tanare”, riusciva con il braccio ad individuarle e tirarle fuori da dentro il fango. Per sapere se c’erano , Gino lo capiva da come l’acqua si muoveva in superficie,: una bollicine invisibile o un movimento ondulatorio, c’era qualcosa.  

....OMISSIS.../ L’altra sua specialità erano le rane. Aveva una tattica tutta sua per catturarle: si metteva a carponi sulla riva e cercava nell’oscurità –(  a rane si va solo di sera) – di localizzarle dentro il fosso. Allora prendeva una piccola torcia a pile e la puntava sulla rana.

 

ARNO, NON SO PERCHE’  ( pag. 169 ): / Io sono un cane. Mi chiamano Arno. Non so perché. Sono un bastardino nato da u incrocio fra un lupo ed una volpina  sono un bel cane. Ho il muso rosa e il pelo bianco molto folto che quando mi fanno il bagno ne esco che sembro una palla. ..

OMISSIS .../ Il mio padrone si chiama Francesco. E’ un po' strano, sempre indaffarato al massimo perc ose che a me sembrano di poca importanza. Lavora e fa l’ambulante vendendo le scarpe che produce. Alla domenica va la mercato di Solesino, dove , come precario, contende un posto ai cinesi che ormai comandano anche questa piazza.

La domenica di un anno fa mi ha visto legato ad una ringhiera e si è commosso. Veramente non stavo così male; mi avevano legato lì gli amici della Protezione animali che mi avevano portato al mercato perché trovassi un padrone. In realtà era il padrone che doveva trovare me! Io ero legato alla ringhiera, non potevo mica fare altro!

PER UNA PILLOLA IN PIU’  ( pag 175 ); / Il dottore era stato categorico: ”Non se ne parla nemmeno. Con quella pancia e la pressione che non vuol saperne di scendere , due pastiglie al giorno sono addirittura poco. Penso che tra un anno, o due, ci sarà anche bisogno del cerotto. Quindi, caro il mio atleta, forza con le gambe e piatto a tavola. Ne riparleremo tra sei mesi o tra un anno se veramente sei intenzionato a fare qualcosa per la tua pressione.”

... OMISSIS... / ... Alla fine mi sono deciso: farò dello sport. Quale non so. Quando si è “anta” non si ha molta scelta... ( NDR: alla fine acquisterà una bicicletta , una vecchia “Bianchi”, mentre la moglie andrà in palestra e lui... sarà geloso) 

...OMISSIS.../ Alla fine ho fatto così. Mia moglie continua ad andare in palestra e io sono calato di altri due chili. Tra poco sono pronto per ritornare dal medico. Dalla vita non si può avere tutto.

 

PROSSIMA PUNTATA / PARTE TERZA / L’AMORE / GLI SPOSI ( pag. 185); ARRIGO  ( pag. 191) ; FRANCO ( pag. 203) ; ROBERTA ( pag.211 ); GABRIELE ( pag. 219) ; IL PONTE DEA FEMENA MORTA  ( pag. 227 ); ESTATE ( pag. 235 ); RICCARDO  ( pag. 239 ); IL VECCHIO E IL FIUME  ( pag. 243); LA RAGAZZA DELLE TEGOLINE ( pag. 255 ); VIGILIA DI NATALE ( pag. 263 ); L’ODORE DEL MARE ( pag. 267 ).

 

APPENDICE /// IL CAPPELLINO ROSSO ( pag. 273 ) ; RICCIOLI NERI ( pag . 275 9 ; IL FIORE AZZURRO  ( pag. 277 ).

 

 EXTRATIME by SS/ In cover Enzo Fuso in posa con ... sé stesso, pronto per essere giornalisticamente operativo, come lo è in foto nel suo habitat  durante uno dei suoi tanti giorni di mercato settimanale, tra ...missione professionale e missione reporter-scrittore.

 

Sergio Sottovia

www.polesinesport.it