Castelmassa: la storia della Parrocchiale di S.to Stefano, certificata 1300, rifatta nel ‘500 e dal 1674 Arcipretale


14/02/2024  

La lunga storia di una Chiesa come quella Parrocchiale di Santo Stefano a Castelmassa, significa’ l’evoluzione storica di tutta una Comunità perché, tra memoria e futuro è sempre in viaggio l’andamento socio-economico.

Per questo è particolarmente significativo l’excursus storico che vi proponiamo tout court perché ce lo propone il professore Franco Rizzi , per noi e per tanti sempre più il cantastorie dell’enclave Altopolesine.

Per parte nostra, avendovi già raccontato tante altre storie della Città di Castelmassa e dell’Altopolesine, aggiungiamo soltanto che in una storica Guida Turistica e Culturale datata dicembre 1991 e titolata “Rovigo e la sua Provincia” viene sollecitata così la visita interna della citata Parrocchiale di Santo Stefano: << L’interno  atre navate contiene di rilevante oltre il coro e la sacrestia, un medaglione ottocentesco dello scultore palermitano Mario Rutelli, raffigurante la Madonna, una tela attribuita al Guercino che rappresenta S. Francesco, un’Annunciazione della Vergine di scuola ferrarese, una Madonna con Santi attribuita a Paris Bordone e inoltre un Santo Stefano e un Sant’Antonio Abate di autore ignoto.>> .

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 13.02.2024)/ CASTELMASSA: LA PARROCCHIALE DI S. STEFANO, RIFERIMENTO DEVOZIONALE PLURISECOLARE

Notizie certe del tempio locale risalgono all’anno 1300, quando è attestata la chiesa di S. Stefano di Massa Superiore, già allora patrono parrocchiale. Si dipende in temporale e in spirituale da Ferrara e ciò sino al 1815.

Nella visita pastorale del Beato Giovanni Tavelli (15 aprile 1434) si parla di una chiesa “provveduta delle suppellettili necessarie per le celebrazioni liturgiche: poche e povere cose”.

Nella visita successiva (1449) il vescovo Dal Legname attesta che “il campanile sta cedendo, la chiesa e la sagrestia sono in rovina”.

Tra i 1591 e il 1602 il vescovo Giovanni Fontana fece a Massa Superiore ben quattro visite pastorali. La parrocchiale fu rifatta, un grosso traguardo per la comunità locale assommante ad oltre 600 anime: unica navata, presbiterio con altar maggiore e coro, due altari laterali, un battistero dignitoso, attorno il cimitero.

La Bonificazione Bentivoglio fece decollare a livello socio-economico tutta l’allora Transpadana Ferrarese e l’odierna Castelmassa nel 1674 arrivò ad oltre 4.000 abitanti (comprendendo i nuclei abitati di Castelnovo e di Marola), più di quelli attuali. Da ciò l’esigenza di un nuovo tempio.

Il cardinale Cerri in visita pastorale rimase ammirato dalla nuova chiesa, “più lunga e più larga della precedente e un campanile nuovo di cui loda la grandezza e la bellezza. Distribuisce con altri sacerdoti 2.500 comunioni e assiste alla festa della dottrina cristiana cui presenziano 400 fanciulli”.

Dal 1658 arciprete titolare è don Alfonso Giro, lo sarà per 53 anni, un’autentica istituzione. Fu lui a costruire dalle fondamenta la chiesa attuale (FOTO ALLEGATE), su progetto del ferrarese Giobatta Barbieri. V’innalzò accanto uno svettante campanile e una canonica adeguata. Dotò la parrocchia di un organo nuovo, di una sagrestia dignitosa, insieme a un funzionale coro. L’elenco delle opere d’arte è prestigioso: tele e altro del 16°, 17°, 18° e 19° secolo. Difficili le attribuzioni: si va dalla scuola veneta a quella ferrarese e bolognese. Le opere più preziose furono saccheggiate e portate in Francia da Napoleone.

La parrocchiale attuale è quella secentesca di don Giro con la facciata addolcita e ingentilita attorno al 1920 dall’architetto Brenno del Giudice. L’interno ha un’armonia di otto altari di eccellente fattura: l’altar maggiore e quello della Madonna sono assai pregevoli.



EXTRATIME by SS/ In cover e nella fotogallery la chiesa di Santo Stefano a Castelmassa, così come trasmessaci da F.R. autore della sua lunga storia, dalle origini all’attuale parrocchiale, fermo restando che la stessa chiesa è stata pubblicata in copertina nel primo libro della ‘saga’ raccontata dallo scrittore Giovannino Guareschi e dedicata a “ Peppone e don Camillo”.

 

Franco Rizzi & Sergio Sottovia

www.polesinesport.it