Celestino Celio, dal Badia ‘bellico’’ al Grande Padova di ‘paron’ Rocco. Poi Campione & Signore tra Genoa, Milan targato “Gre-No-Li”, Roma, Inter; quindi Catania, Salernitana e ancora “Casa Padova”/ E da mister Rovigo, Trento, San Donà


In questa nostra “Universalità Popolare” dedicata ai Personaggi targati News Magazine prima della pubblicazione trilogia libraria “Polesine Gol- Campioni & Signori” la Celio Story ha avuto una sua gestazione dl tutto particolare. Che merita di essere citata anche perché i suoi ‘effetti’ amarcord si sono riproposti anche quest’anno in una speciale serata a Porto Viro.
Diciamo subito che gli ‘incroci familiari’ tra Celestino Celio e …i Figli di Fetonte City ne hanno caratterizzato l’interesse particolare.
Così, fin dai tempi del mio periodo di militare quando Celestino Celio allenava il Trento, per il sottoscritto classe 1946 ( come Sandro Zamboni ( special player crespinese che giocava proprio nel Trento di mr Celio) è cominciato il ‘viaggio a ritroso’ intorno al Celestino “Campione & Signore” poi raccontato in Libro Story.

E poi , con riferimento al recente amarcord a Porto Viro, ci sono nuovo ‘ricordi’ relativi al Celio giocatore nel Grande Padova di Paron Rocco e protagonista “Nella fossa dei Leoni” , vale a dire quel mitico Stadio Appiani che nel Libro scritto da Pino Lazzaro si è meritato questa citazione nel sottotitolo “Lo stadio dell’Appiani nei ricordi di tanti ex calciatori bianco scudati”.
Detto che Pino Lazzaro ha giocato nel Grande Contarina, nel Grande Monselice e nel Padova ‘più piccolo’ rispetto a quello di Celestino Celio,  va altresì ricordato che ‘è di casa a Contarina’ avendo giocato con Luca Gotti, Gino Bovolenta, Silvano Cester e tanti altri che ( basta chiedere a Google e vi rimanda alle pagine interessate…) troverete ‘protagonisti’ in tante rubriche proprio qui su www.polesinesport.it .

Dove peraltro abbiamo anche raccontato la “presentazione” del più recente libro di Pino Lazzaro dal titolo “Di Angolo in Angolo”, dove vengono ‘dipinte’ le caratteristiche di tanti Personaggi del Pianeta Calcio .
Compreso alcuni flash su Celestino Celio, che purtroppo ci ha lasciato a fine gennaio 2008 nella casa di cura di Fossalta di Portogruaro dove era ricoverato , a due passi da San Donà.
Un “Campione & Signore” che ho voluto incontrare direttamente a casa sua a San Donà, che ho raccontato poi come da Main News stile News magazine, ma che poi anche dopo il mio Libro Story “Polesine Gol” ( trilogia) ho di nuovo incontrato a Rovigo nella Festa del Coni Rovigo targato Beppe Osti per “Quelli della Serie A” che …vedi flash e didascalia in sottotante Extratime.

A questo punto eccovi il Celestino Celio protagonista nel Grande Padova tra i ‘biancoscudati’ ( ma Lui li chiamava bianco-sudati) , ma anche protagonista nei più blasonati Club Italiani, dove il grande pubblico era di palato fino.
Come a Milano col Milan e con l’Inter, ma anche Genoa e Roma , dove Celestino giocava da papa’ ( oggi lo chiamerebbero ‘piedi buoni’) , fermo restando che Padova ( da punto di vista calcistico) e il Polesine ( dal punto di vista degli affetti familiari) sono sempre rimasti ‘protagonisti’nel suo cuore di …figlio tra Adige e Po , oltre che di marito e di mister.

MAIN NEWS / SETTIMO PERSONAGGIO STORY – FORMAT NEWS MAGAZINE : CELESTINO CELIO: DAL BADIA “BELLICO” AL PADOVA DI PARON ROCCO , POI NEL GRANDE CALCIO TRA GENOA, QUINDI NEL MILAN “GRE-NO-LI” , POI ROMA , INTER. DOPO CATANIA E SALERNO RITORNA A “CASA PADOVA” / E DA MISTER ALLENA ROVIGO, TRENTO, SAN DONA’ IN TOUR TRIVENETO (Sergio Sottovia, 19.01.2005)
CELIO CELESTINO/ Fa parte dell'epopea del calcio , Celestino Celio, nato a San Martino di Venezze il 24 maggio 1925. Quella a cavallo della Seconda Guerra Mondiale.
Ha girovagato fin da piccolo, Celio: dalla terza elementare alla seconda ginnasio al Collegio Filippini, a Paderno del Grappa dove c'era un campo di calcio.
Poi al Collegio Aeronautico di Forlì. Doveva andare a Caserta, ma gli americani sbarcarono ad Anzio e Celestino tornò a casa, a Badia...

Ma il suo destino era il Grande Calcio. Come?  Suo papà Fortunato aveva un calzaturificio e la passione per il calcio. Così Celestino detto Ucio ( diminutivo di Ercole, secondo nome), quello che giocava sull'argine dell'Adige con i soldati della contraerea del Genio Portieri, si diverte col Badia vincendo.
Ricorda Celestino:<<La finale del campionato la giocammo proprio all'Appiani, contro una formazione veneziana: vincemmo 3 a 0 e io feci due gol. Finita la partita, dopo 10 minuti mi dicono che mi hanno venduto al Padova!>>

Il segno del destino, come l'esordio, che Celestino ha recentemente svelato ai cronisti della Città del Santo:<< La prima partita non la dovevo giocare, l'allenatore mi aveva detto di andare con le riserve, ma Polo non si era accordato con la società. Lui non gioca e fanno giocare me: vinciamo contro il Forlì e faccio gol.>>
Poi il Padova e Celestino Celio hanno viaggiato assieme per cinque stagioni: 46-47 (B), 47-48 (B), 48-49 (A), 49-50(A) e 50-51 (A). Campionati alla grande, all'Appiani, la cosi detta "fossa dei leoni".

Allora la Serie B era divisa in tre gironi, la guerra aveva lasciato ferite dolorose nelle città e le squadre furono divise per vicinanza geografica; anche questo serviva per risparmiare qualche lira. Però la Serie A, con 54 formazioni in lotta e solo tre posti per entrare nell'élite, era dura davvero, come vincere una lotteria.
Con Celio, dopo 14 anni il Padova tornò in serie A e con cinque punti di vantaggio. Per Celio l'esordio in serie A ci fu il 19 settembre 1948, contro il Genoa. Quell'anno saltò solo due partite, segnò cinque gol, ma quasi tutto il bottino di reti di Adcock e Vitale, 35 gol in due, lo aveva inventato lui. Due furono i cicli fortunati del Padova: uno di Celio e uno di Rocco. Non è un caso se il Padova retrocesse ancora in B, dopo tre anni, non appena Celio fu ceduto al Genoa.

Erano ancora tempi semplici, a Padova con i bianco-scudati, con Celio che faceva riscaldamento al Menti prima di entrare all'Appiani per quella maglia che Celio ha sempre chiamato maglia bianco-sudata. Come quando, il Padova & Celestino,  incerottato e con sette punti in testa dalla domenica precedente, bloccarono sul 4-4 il Grande Torino. Era il 20 febbraio 1949 e quel Padova, oltre a Celio, schierò Luisetto, Quadri, Arrighini, Celio, Maté, Sforzin, Stellini, Fiore, Zanon, Rolle, Vitali.

<<Non sono mai stato un professionista del calcio, a me bastava vivere alla giornata. Ero libero, non pensavo assolutamente al domani, ai contratti...>>
Celestino regalò al Padova 197 partite, 16 gol, mille magie, quando lo volle il Genoa in serie B.  Ma fece una promessa: <<Ritornerò...>>.
Poi il suo piede morbido ha catapultato Celio nelle più grandi squadre italiane.
Dopo Genoa il Milan del trio Gre-No-Li e come compagni di squadra Maldini e Buffon, gioca quasi tutte le partite. Peccato, un anno di pazienza e lo scudetto sarebbe stato suo. Sarà la forza del nome, Celestino, ma Celio il 'girovago' Celio passa dal diavolo, all'acquasanta, cioè  Roma , la terra dei papi.

Sembra incredibile, ma con lui sul trono i giallorossi ritornano grandi.
Con Celestino a lanciare, Amadei e Galli trovano le vie del Signore che portano ai gol.
E la Roma è seconda, Juve e Inter staccate di 4 e 5 punti, la Lazio addirittura a 11, solo il  Milan é troppo forte. E' il 1954 e per Celio, oltre alle 2 presenze in Nazionale B, c'é anche la Nazionale A: una maglia azzurra che sarà la prima e l'unica, proprio a Roma contro l'Argentina, fatta fuori per 2-0.
Peccato che la partita per Celestino duri appena 20 minuti: toccato duro da Gutierrez lascia il campo, Boniperti e Schiaffino lo accarezzano, e non ci sarà più un'altra occasione.

Ma per Celio, campione con la valigia, c'é ancora un treno che parte.
Ritorna a Milano, ma all'Inter, per una stagione troppo pesante per Celestino che ha 30 anni. Riparte il treno- Celio: un anno a Catania, uno a Salerno, addirittura in serie C. Lascerà un segno profondo, ma c'è un'antica promessa da mantenere: <<Ritornerò a Padova...>>.
Così ha parlato col segretario Gobbo, gli sarebbe piaciuto tornare.
<<C'era lì Lovato, ha voluto sapere cosa voleva la Salernitana per liberarmi. Gli dissi: un milione, e ricordo come lui tirò fuori il libretto e mi firmò l' assegno che dovevo portare a Salerno. E' così che nel 1958 sono tornato a Padova>>.

E sarà il Padova storico di paron Nereo Rocco.
E Celio cambia pelle, in famiglia e col professionismo:<<Ho cominciato a pensare anche al rapporto economico a Padova, da quando, nel '58, camminando per Rovigo ho visto quella che ho deciso diventasse mia moglie>>. Se prima era il Celio che a Roma vedevano a Cinecittà , adesso era calcio-famiglia.
E come centrocampista? Celestino ricorda gli inizi:<< Prima del pallone guardavo il gioco, sapevo giocare di prima. Non ero un innamorato della palla>> Gli ricordo: col Padova a Sant'Elena contro il Venezia fu vittoria "storica", l'8 a 0!>>. E Celestino:<<Altri fecero 9-1, ma mai 8-0, resta un record. Sul 7 a 0, ero davanti alla porta, potevo far gol, ma l'ho passata a Prunecchi che ha messo dentro il suo quarto gol>>.

E dell'Appiani il nostro Celio ha sempre detto che" Era la nostra forza, ci dava una carica tremenda>>
Anche per questo durò a lungo anche la 'seconda volta' di Celestino Celio al Padova: vale a dire 57-58 (A), 58-59 (A), 59-60(A), 60-61 (A), e 61-62 (A). Complessivamente sono 261 le sue presenze in biancoscudato.Con la ciliegina sulla torta il terzo posto nel 1957-58, miglior piazzamento di sempre per i biancoscudati. Era un Padova da leggenda, quello dei "poareti" di provincia per i quali paron Rocco inventò il catenaccio. Con Celio un gruppo di duri: Pin, Blason, Scagnellato, dei Moro, Azzini, Mari, ma anche Hamrin, Brighenti, Mariani.

Allora mangiavano in trattoria da Cavalca e poi andavano a piedi all'Appiani. Quando poi Rocco passò alla gloria col Milan di Rivera, il nostro Celestino ( che ha tenuto a ricordarmi che è 'milanista') decise che a 36 anni era l'ora di smettere (abitava a Rovigo e andava a Padova su e giù in treno). Ma... Era il 1961. Se lo ricorda bene Alvino Minardi, allora pilastro biancazzurro, che mi mostra la foto del Rovigo in Prima categoria 1960-61. C'é proprio Celio allenatore, anche se gioca ancora nel Padova in serie A: é subentrato a Giorgio Bolognesi. Positivo quel Rovigo di Celio che malgrado il filotto finale di 5 vittorie é secondo a 2 punti dall'Este che sale in D. Poi tre anni a Trento, con una stagione vincente, avendo in squadra anche il nipote polesano Sandro Zamboni.

E così l'altra settimana, prendendo il "calciocafe” in Casa-Celio a San Donà di Piave, per la serie 'il mondo é piccolo', l'Anna, moglie di Celestino e madre di Andrea e due ragazze, fa domande sul comune ‘nostro’ paese natio e sull'avvocato Mantero. Eh. Sì, perché Celestino Celio fu chiamato proprio dal presidente Mantero ad allenare il Rovigo 64-65,in Prima categoria: stavolta sarà centroclassifica, unica chicca il Celio anche in veste di giocatore, una sola partita e un gol.
Poi Celestino é ritornato per 3 anni a Trento e nel 69/70 al San Donà, una stagione poi riposo totale...tornando globetrotter commerciale (andava anche a Parigi -spiega l'Anna- per la ditta del suo presidente).

Perciò a San Donà di Piave, il 'papa' Celestino Celio ha messo radici definitive. L'ultima capatina sportiva in Polesine, Celio l'ha fatta al suo paese natio, nel 2000, per il trentennale del S. Martino del presidente Sattin.  Ma per capire com'era sul campo - spiega  Massimo Maria Veronese nel libro di Claudio Vallarini "Il Pallone e la Memoria - basta credere all'ungherese Guglielmo Wilhelm, l'allenatore che  cercava un talento da affiancare nel suo Padova ai due stranieri, l'inglese Adcock e lo jugoslavo Arangelovich. Lo avevano convinto ad andare a vedere un certo Celio Celestino a Badia e l'ungherese lo definì così:<<Celestino un corno! Quello lì é il demonio...>>. Non a caso l'anno dopo, per la promozione in serie A, a Padova festeggiarono Celestino e Sant'Antonio.

EXTRATIME by SS/ La cover è per Celio Celestino premiato da Italo Cucci nel 2006 durante al Festa dei Campioni Polesani organizzata dal Coni Rovigo del presidente Beppe Osti( sullo sfondo col sottoscritto).
Poi per quanto riguarda la fotogallery partiamo dalla Carriera di Celestino come da scheda wikipedia in kit con due significative foto di Celio giocatore in Serie A..
Una lunga carriera che documentiamo partendo da Celestino Celio accosciato col pallone tra le mani nel Padova 1947 e poi in piedi nel Padova 1948 come da flash pubblicato anche “Nella fossa dei leoni”, il citato libro di Pino Lazzaro.

Dove peraltro si racconta anche di Celestino Celio in versione ‘cuore biancoscudato’ , anzi … Bianco-Sudati, come definiva Lui quei giocatori del Grande Padova di Paron Rocco, che “davano l’anima per quella maglia”, soprattutto quando erano “Nella fossa dei leoni”, alias il mitico stadio Appiano dove dal campo i giocatori il ‘respiro’ dei loro tifosi, per la serie “uno per tutti – tutti per uno” . Ricordi speciali ? Era l’epoca del Grande Torino, ma all’Appinaio pareggiò 4-4. Era l’epoca del Paron Rocco , del matrimonio di Celestino Celio con una ‘Figlia di Fetonte City’ , dopo che , usciti dalla Grande Guerra c’era Cinecittà, c’era il Leon Bianco, c’erano le ‘donnine’ a Venezia. 

Tante confidenze e situazioni difficili di una Italia che stava ‘risorgendo’ e che Celio ha raccontato così anche a Pino Lazzaro:<< Si usciva dalla guerra, s’andava in trasferta con i pullman e ricordo bene quante volte dovevamo fare dei giri lunghi  perché non si poteva passare, tanti e tanti ponti erano distrutti. Io comunque sono stato fortunato, mangiavo pane bianco anche durante la guerra , ma per altri miei compagni non è stato così, ricordo Sforzin. Loro sì hanno sofferto la fame e mi hanno insegnato cos’era la fame, la necessità di dover vincere anche per le esigenze dei tuoi compagni”.

Anche per questo proponiamo Celestino sempre in “Casa Padova” , mentre parla col presidente Conte, poi in palleggio nel match tra Biancoscudati vs Milan, quindi mentre gioca a carte coi compagni “Da Cavalca” ( 26 dicembre 1949 , come da didascalia incorporata).
Restando in scia i globetrotter Celio nel Grande Calcio Italiano ecco Celestino ( in piedi al centro) nella foto team coi ‘grifoni’ del Genoa 1951-2.
Quindi la certificazione di Celio nel Milan 1952-53 come d “Rosa Giocatori” in kit foto coi rossoneri. A seguire un poker di immagini relative a Celestino nella Roma , la prima relativa al campionato 1953/54 le altre due ( sempre col pallone tra le mani) nel campionato di Serie A 1954/55. La stagione nella quale peraltro ( vedi flash) Celestino Celio ‘giallorosso’ segnò nel derby contro la Lazio.

A questo punto, dopo la certificazione di Celio in casa Inter ( vedi Rosa Giocatori in kit con la foto dei nerazzurri), il polesano Celestino da S. Martino di Venezze ritorna  casa Padova, perciò eccoli prima coi bianco scudati in flash ‘bianco e poco nero’ e poi in poster col Padova di Paron Rocco datato 1958 e poi 1959/60 in team Top 11.
Concluso questo ‘girotondo intorno a Celio in Serie A ( perciò eccolo in kit tandem formato ‘figurine’) , ripartiamo da Celestino allenatore ( primo a dx) nel Rovigo di capitan Francesco Palmarin ( altro da San Martino di Venezze e mio compagno di squadra ‘aziendale negli anni Settanta-Ottanta a Padova)
Una location , San Martino di Venezze, dove peraltro Celestino Celio è stato premiato (perciò eccolo tra Ignazio Sattin presidente della locale società e il sindaco Barison e Clelio Mazzo primo a sx) ) . Tutto questo nel giorno della Gesta per i 30 anni della società calcistica San Martino festeggiata anche con una sfida tra Vecchie Glorie locali e il team delle Vecchie Glorie Padova tra i quali (vedi foto poster)  ha giocato anche il mitico Djalma Santos , difensore brasiliano Campione del Mondo in team col grande Pelè.

Infine , con riferimento alla partecipazione di Celestino alla Festa Coni 2006 dedicata ai “Campioni Polesani” ecco Celio mentre riceve dal sottoscritto la sua Bozza Story  oltre al saluto da parte di Beppe Osti promotore dell’Evento ( già raccontato qui su www.polesinesport.it) che ‘dulcis in fundo ‘ documentiamo col flash poster in cui Celestino Celio è al fianco di Saul Malatrasi.
Altra guest star come peraltro Paramatti, Albiero, Bonafè, Crepaldi, Pomaro e alcuni noti arbitri a fianco di Italo Cucci superospite.
Davvero per il sottoscritto è stato emozionante vedere insieme tutti quei “Campioni & Signori” , compreso appunto Celestino che …giocava da Papa.
Davvero una sorpresa nella sorpresa, anche perché il sottoscritto è stato invitato ‘solo pochi giorni prima’ da Beppe Osti – Coni Rovigo , giusto per sostituire nientepopodimeno che Josè Altafini impegnato come ‘cronista per Sky’ da Madrid.

E la consegna , da parte mia della loro Story ad ognuno di quei “Campioni & Signori” , è stata altresì una sorpresa per tutti, ma non per il sottoscritto Sergio Sottovia che stava già perfezionando il primo libro “Polesine Gol” poi diventato sorprendente trilogia per il sottoscritto, come questo sito che proprio ‘adesso’ ha superato gli oltre 440/MILA contatti e le oltre 710/MILA pagine viste. Tutto questo ( vedi ‘last crop certificativo’ ) senza speciali sollecitazioni by facebook e twitter che potrebbero ‘snaturare’ la voglia di questo sito dedicato soprattutto  Personaggi Story ed Eventi Story che invece hanno bisogno di tranquillità e di approfondimento per essere …rock lento al servizio dello Sport e dei suoi valori fondanti tra fair play e regole da rispettare.

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it