Cesare Zancanaro “Gran Portiere” nel Padova e nell’Alba Roma vice-campione d’Italia 1924-25 vs Bologna, poi Dolo, Parma/ E poi Rovigo a ‘tuttocampo’ tra calcio, pattinaggio, hockey, rugby e “Maestro-Artista-Scultore”


La sua storia da calciatore, anzi da Gran Portiere dell’Alba Roma vice-campione d’Italia 1924-25 vs Bologna di Fulvio Bernardini , ve l’abbiamo già raccontata anche tra Rovigo & Made in Polesien anche come allenatore, sia di Calcio che di pattinaggio. Ma non vi avevamo raccontato …quel che meritava l’artista-scultore Cesare Zancanaro. E allora , visto che ci ha scritto Massimo Izzi , collaboratore dell’Archivio Storico dell’AS Roma diretto da Gabriele D’Urbano, ecco sostanzialmente come ‘risposta’ e come completamento del Personaggio-Story Cesare Zancanaro portiere –artista di ‘spessore’, vi proponiamo a completamento sia sportivo che artistico, il seguente reportage con la restante parte della fotogallery in nostro possesso.
Per onorare appunto Cesare Zancanaro riportando ‘alcune note originali’ conseguenti allo storico incontro con sua figlia Marilisa e il professor Bergamo , incontro sollecitato dall’amico Massimo Cattozzo ‘gancio’ di quella intervista-story a Rovigo.
A seguire quindi questo nostro ulteriore ‘focus’ sul Zancanaro giocatore-artista vi proponiamo altresì quanto scrive wikipedia a riguardo di Cesare calciatore e artista.
Ma , considerato che anche per quanto riguarda Cesare Zancanaro ‘artista’ siamo in possesso di ulteriori ‘informazioni specifiche’. Cogliamo l’occasione per onorarlo anche dal punto di vista ‘artistico’ proponendovi a completamento , by “Catalogo delle opere di Cesare Zancanaro” pubblicato dalla Fondazione della cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nel 1999,  tutto quanto hanno scritto di Lui “esperti e critici d’arte” in occasione della sua Mostra proposta a Rovigo ( a Palazzo Roncale , dal 23 ottobre al 24 dicembre 1999) .

 

 

FLASH FOCUS “CESARE ZANCANARO ( di Sergio Sottovia, by Personaggio Story-Originale )/  …QUELLO CHE NON VI ABBIAMO GIA’ DETTO NELLA PRECEDENTE STORY GIA’ PUBBLICATA ( Vedi rubrica “Campionato io ti amarcord, sempre qui su www.polesinesport.it) /
PERCIO’ VI PROPONIAMO “INTERAMENTE” TUTTA LA PRIMA PARTE , MENTRE  SCRIVIAMO “OMISSIS” PER LA PARTE CENTRALE ( sostanzialmente ientica) , PROPONENDOVI  ANCORA “ITERAMENTE” LA PARTE FINALE DELLA STORICA INTERVISTA A SUA FIGLIA MARILISA…

….PARTE INIZIALE “ORIGINALE” ……/ <<All'amico Cesare Zancanaro. A ricordo di una grande partita. Fulvio, Roma Novembre 1959 >>. Ma di quale partita parlava Fulvio Bernardini, nel suo libro "10 anni con la Nazionale" edito dalla Gismondi nel 1946? Parlava di un match amichevole disputato a Roma, contro la Jugoslavia sul terreno della Rondinella. La Jugoslavia dell'incontenibile Bencic veniva dal 3-1 vittorioso a Napoli contro una squadra dell'Italia del Sud composta da sette romani e quattro napoletani.

 

 

Fulvio Bernardini veniva dall'aver giocato con la nostra Nazionale a Budapest e arrivò a Roma per riposarsi. Invece non se la sentì di dire di no ad Alberto Cinti, due parole appena fuori della stazione, giusto il tempo di andare a casa, mangiare un boccone e volare alla Rondinella <insieme a Baccani, in una scassatissima macchina di piazza, come si usava allora indicare un taxi>>. Troppo forti gli Jugoslavi in vantaggio alla fine del primo tempo 1 - 0. Nella ripresa Cinti aveva messo dentro Lo Prete e Ziroli dell'Alba al posto di Battilana (Audace) e Rosso (Lazio). Ma la musica non cambiò e Fulvio scrive :<< Il gatto scherza col topo. Poi due formidabili tiri del solito Bencic ed era <Zero a tre dopo cinquanta minuti...ridicolizzati dalla troppo grande superiorità degli avversari>. Fu a quel punto che << Cinti sostituì il portiere della Lazio con Zancanaro dell<Alba> e ordinò lo scambio tra me e Degni, che giocava centro-avanti. E avvenne l'incredibile!>>. Quale ? Scrive Bernardini:<< La partita si concluse con il nostro successo per sette a tre; oltre le mie due reti ne furono segnate quattro da Ziroli e una da Lo Prete. Per chi non é in grado di ricordare voglio riportare la formazione romana di quel risultato clamoroso: Nicolini ( Zancanaro); Mattei, Corbyons; Nesi, Ferraris IV, Berti I, Battilana ( Lo Prete), Bianchi A., Degni, Bernardini,Rosso (Ziroli). Il risultato fece epoca anche nell'Italia settentrionale, dove cominciarono a pensare che anche più a sud di Bologna c'era qualcuno che sapeva tirare quattro calci>>.

 

 

Fu probabilmente quella partita , disputata l'11 novembre 1925, la <gemma> di Cesare Zancanaro, sportivo a tutto tondo che da giovane a Padova aveva fatto di tutto e di più in fatto di discipline sportive praticate.
Era studente al Selvatico quando lo troviamo calciatore nelle giovanili biancoscudate e nelle foto assieme ai Zen e Marcolongo, ma anche nel pattinaggio a rotelle,nell'hockey e anche pugile (campione studentesco dei welter). Intanto nel Nord Italia il calcio aveva preso ...piede. E il Padova giocava in serie A, Lega Nord, due gironi nel 1921-22. Nella stagione successiva il Padova é nel girone C  e dopo lo spareggio con l'Alessandria si qualificò al girone finale della Lega Nord. Per Cesare Zancanaro biancoscudato ci fu la soddisfazione di aver disputato una partita, mentre Fantoni fu 17 volte portiere e Paglianti 9. Era l'epoca di mister Burgess. Era l'anno dei difensori Fayenz, Modulo, Fagiuoli, Girani, Danieli, Barzan, Doni, Francesconi. Era l'anno degli attaccanti Monti , Busini, Monti II, Busini III, Pastore, Favaron. Quell'unica volta di Cesare Zancanaro portiere biancoscudato fu l'8-7-1923 (Pro Vercelli - Padova 3-0), mentre i tre fratelli Monti (Alessandro, Giovanni e Feliciano, da Fratta Polesine) misero radici profonde nella storia del Padova.  Prima del match spareggio con l'Alessandria il Commissario Sportivo della Prima Squadra del Padova scriveva così a Cesare Zancanaro e agli altri giuocatori:" ...Animo dunque! Così uniti l'ala della vittoria sarà ancora nostra".

 

 

Purtroppo per il Padova quell'anno fu campione d'Italia la Pro Vercelli.
Poi la storia calcistica di Cesare Zancanaro si sposta a Roma e viaggia alla grande assieme alla società <Alba>, la futura Roma.
Nella stagione 1923-24 l'Alba fu campione centro meridionale e finalista contro l'A.C. Bologna.
Nella stagione 24-25 Cesare Zancanaro era portiere ancora campione centro-meridionale e finalista per il titolo assoluto contro la "Juventus".
Ormai era in auge Cesare , con l'Alba, ma anche tanto da meritarsi nella stagione 1924-25 la soddisfazione di essere componente della rappresentativa <Laziale> contro quella Toscana, poi contro quella di Malta, poi contro la Jugoslavia nel match leggenda con Fulvio Bernardini. Quell'anno Zancanaro fu anche nella rappresentativa <Romana> contro la Juventus campione d'Italia.
Nella stagione successiva 25-26 l'Alba e Zancanaro furono protagonisti di uno storico derby con la Lazio di Fulvio Bernardini finito 2-2.

 

 

Sta cambiando il vento in Italia e Cesare Zancanaro, che rientra nel Veneto, é anche protagonista in altri sport. In particolare a Padova nel 26-27 é allenatore della squadra di hockey a rotelle, campione assoluto d'Italia e delegato della F.I.H.P. a rappresentare l'Italia ai campionati europei in Svizzera. E' arbitro e giudice nazionale. E' massaggiatore-allenatore di Attilio Callegari, campione d'Italia dei 50km di marcia e recordman mondiale dei 20 km. Nel 28-29 Cesare Zancanaro si classifica secondo al campionato nazionale Dopolavoro, a Palermo, nei 10 km di pattinaggio a rotelle su strada. 
Ma la passione per il calcio é una sirena troppo forte. E lui Cesare Zancanaro nella stagione 1929-30 è il portiere del Dolo( nella cittadina insegnava disegno), partecipante al campionato di Prima Divisione.
In quel girone D fu grande battaglia col Vicenza, mentre le altre squadre erano Audace, S.Marco Venezia, San Marco Trieste, Bassano, Mezzomo, Schio, Valdagno, Rovereto, Mestrina. E il Dolo che battè il Venezia schierava: Zancanaro, Rizzi I°, Falconaro, Scanferlin, Piasentin, Novello, Conte, Rizzi 3°, Vulcano, Paccagnella, Di Bello.

 

 

Una ripartenza che serve a rilanciare il <sempreverde Zancanaro. Ci sono contatti e richieste dalla Cremonese, ma Cesare Zancanaro é nelle file dell'U.S.Parma dalla stagione 31-32, giocando alcuni campionati in serie B.
Ma il Parma era debole e lo dimostra il fatto che il 3.4.1932 ( partita disputata a Vicenza su richiesta del Parma per fare buon incasso) perse 1 - 7 dal Padova di Frossi e Perazzolo. Un Padova troppo forte che ritornò in serie A, mentre il Parma troppo debole retrocesse in C, malgrado le cronache di allora parlassero di < Cesare Zancanaro ha strappato gli applausi. Il suo stile, la posizione impeccabile e l'elasticità del suo gioco concorrono ad enumerarlo fra i migliori portieri della nostra divisione>.
Ecco la formazione di quel Parma: Zancanaro in porta, quindi Negroni, Ghiretti, Pellegrini, Giuberti, Colombini, Richi, Ponticelli, Maccanelli, Ponzi e Paini. 
A questo punto l'attività di Cesare é interrotta dagli eventi bellici: lui Zancanaro é volontario in Africa Orientale Italiana.

 

 

POI PERO’ CESARE ZANCANARO DIVENTA “POLESANO” A TUTTI GLI EFFETTI/ Infatti l'insegnamento lo porta a Rovigo , dove l'incontro casuale con Attilio Fasolo diventa per Cesare stimolo per rilanciare calcio e pattinaggio, nell'epoca di Davide Lanzoni al rugby. Particolare curioso: contemporaneamente al calcio Cesare faceva il preparatore atletico del rugby. Altro particolare curioso: nella squadra di calcio allenata da Cesare giocava anche Maci Battaglini, che passò al rugby per essere campionissimo.
Peraltro Zancanaro, dal 1936 al 1940, é direttore tecnico sportivo della Sezione Pattinaggio Comando Federale a Rovigo.
Era l'epoca del fascio e per Cesare, nel XVII° anno dell'era fascista,  ci furono i ringraziamenti scritti per la sua <attiva e intelligente collaborazione a favore del campionato Triveneto di pattinaggio>. Un ricordo caro a Cesare come il <santino> in morte di Giovanni Monti, nato a Fratta Polesine e suo compagno nel Padova, pilota morto nel 1931 nelle acque del Garda. Ama anche gli sport della montagna, Cesare, tanto che nel 1938-39 rilsulta 4° assoluto nella gara di fondo a squadre, gare dopolavoristiche di sci, a Dobbiaco. E nel frattempo é allenatore di Antonio Grigolato - campione italiano degli universitari di corsa su strada con pattini a rotelle, km 5 e km 10.

 

 

Cesare é un attivista in tutti i sensi. Ormai ha smesso di giocare e fa l'allenatore. Il Partito Nazionale Fascista gli conferisce incarichi sportivi. Nel 1938-39 della squadra dell'ex Comando Federale Gil (Gioventù Italiana del Littorio) di Rovigo, vincente il campionato Provinciale della S.P.
L'anno dopo é allenatore della squadra degli Universitari di Rovigo, partecipante al campionato nazionale.
Di nuovo gli eventi bellici ( dal 1940 al 1944) bloccano l'attività sportiva di Cesare Zancanaro : lui é ancora volontario e va a combattere in Grecia nella Seconda Guerra Mondiale.
Ma la famiglia ha ormai piantato radici a Rovigo, dove sposa nel 1940 Vittoria Cavallini e dove nasce nel 1941 la figlia Marilisa. Lui Zancanaro lavora ai Luoghi Pii a San Bortolo.
Il dopo guerra lo vede allenatore della squadra U.S. Carloforte, stagione 1944-45, a disputare il campionato assoluto dell'Isola.

 

 

Nel 45-46 rientra in Polesine per allenare la Pro Rovigo. E' l'anno della ristrutturazione dei campionati, il Rovigo é ammesso alla serie C Interregionale. E' un campionato di assestamento, ma anche con qualche soddisfazione, come la vittoria per 4-0 sul Marzotto Valdagno.
Nel suo curriculum trasmesso alla Figc Roma Cesare segnala anche la sua funzione di allenatore in seno prima all'Us Adriese e poi all'Us Po di Taglio di Po , iscritte al campionato veneto di Prima Divisione.

…OMISSISS ….

….PARTE FINALE “ORIGINALE” …./ Per una interpretazione autentica della figura artistica di Cesare Zancanaro preferiamo affidarci al pensiero della figlia Marilisa.
Ecco la sua sintesi:<< Per più di 40 anni papà ha affiancato la sua attività artistica all'insegnamento; é stato infatti fautore di una importante esperienza didattica poiché gli studenti hanno seguito le sue ricerche e appreso da vicino l'arte del ferro battuto e dello sbalzo frequentando liberamente la sua officina.

 

 

 

Sue mostre personali negli anni sono state allestite a Rovigo, Venezia, Padova, Milano, Cortina, Bologna, Ravenna, Venezia, Riva del Garda, Firenze, Pisa, Taranto, Brescia, Cosenza. E' stato insignito di diversi premi, come il I° Premio alla Biennale di Rovigo nel 1962, il I° Premio alla Biennale Triveneta di Padova nel 1963 e la Rosa d'oro di Riva del garda nel 1973. Alcune sue opere pubbliche sono visibili alla Chiesa della Rotonda a Rovigo ( lampada della Pace del 1988) e allo stadio di rugby di Rovigo dove é stato posizionato il monumento dedicato a <Maci Battaglini> del 1971 >>.
In definitiva una personalità forte, Cesare Zancanaro, insegnante, artista, atleta polivalente, portiere e allenatore, é scomparso a Rovigo il 12.12.1989, ma é rimasto nei cuori di tanti giocatori biancazzurri, pur avendoli fatti <soffrire> pretendendo molto negli allenamenti.

 

 

SCHEDA FLASH - BIOGRAFIA DI CESARE ZANCANARO ( by wikipedia) / NOTE SUL PERSONAGGIO SPORTIVO E ARTISTA-SCULTORE
Zancanaro inizia a frequentare l'Istituto d'arte "Pietro Selvatico" di Padova, frequentato successivamente anche dal fratello minore Antonio "Tono" Zancanaro[1], dove si specializza in scultura plastica e lavorazione dei metalli, ferro, rame ed argento. Finito gli studi superiori conseguì il diploma accademico nel corso di scultura a Venezia.
Negli anni venti è a Rovigo dove insegna inizialmente nella scuola di avviamento professionale affiancando la sua attività artistica. In seguito, dal 1929, entra a far parte del corpo docente dell'Istituto Tecnico Industriale. Nel periodo di insegnamento permette ai suoi studenti di frequentare liberamente il suo laboratorio per affinare praticamente l'insegnamento sulle tecniche del ferro battuto e dello sbalzo.
Tra le sue opere più rappresentative vi è il monumento posto nel parco dello Stadio Mario Battaglini, impianto sportivo comunale utilizzato dalla società Rugby Rovigo Delta.
Morì a Rovigo il 12 dicembre 1989,a meno di un mese dal suo ottantaseiesimo compleanno.

 

 

SPORT
A conferma della poliedricità di Zancanaro, l'affetto che provava nei confronti del mondo dello sport non ebbe un riscontro nella sola attività artistica ma anche nella partecipazione diretta dell'attività sportiva. Nella sua vita ricoprì infatti i ruoli di calciatore portiere, allenatore, preparatore atletico di una squadra di calcio per passare, successivamente al pattinaggio a rotelle e, per finire, entrando a far parte dello staff del Rugby Rovigo.[1] Lo sviluppo dello skating rodigino deve a Zancanaro il progetto della pista, ora smantellata, collocata nel polo sportivo cittadino accanto allo Stadio Battaglini ed al campo di atletica.

OPERE
L'attività artistica di Zancanaro fu poliedrica, testimoniata dalle numerose lapidi e monumenti, sia a tema religioso che legati al mondo dello sport, posizionati essenzialmente in territorio polesano ma presenti sia in varie località italiane che all'estero. Nel capoluogo polesano sono presenti le sue ultime opere significative, oltre al monumento dedicato al rugbista ed allenatore Mario Battaglini, ovvero la lampada della pace collocata nel Tempio della Beata Vergine del Soccorso (detto "la Rotonda") ed una coppia di candelabri che fanno parte dell'arredamento sacro della Chiesa dei Santi Francesco e Giustina.[1]

 

 

MAIN NEWS / (a cura di Enzo Di Martino , dal catalogo della Mostra by Fondazione Cassa Risparmio di Padova e Rovigo, ottobre-dicembre 1999)/ CESARE ZANCANARO – LA SCULTURA RITROVATA
PREMESSA BY FONDAZIONE CASSA RISPARMIO PADOVA E ROVIGO/ Figura singolare e perfino anomala nel panorama dell’arte italiana di questo secolo, artista plastico di grandi qualità, docente appassionato e creatore di grandi gioielli, Cesare Zancanaro è stato certamente un uomo esuberante e generoso che ha avuto bisogno di molti terreni espressivi per manifestare pienamente la sua ricca e complessa personalità, non ultimo quello dello sport che ha praticato o diretto ad alti livelli in più discipline ( calcio, hockey, pattinaggio e rugby) e che riteneva fondatamente una vera e propria “scuola di vita” .
Particolarmente interessante appare anche il suo atteggiamento nei confronti del così detto “sistema dell’arte” alle cui regole non scritte non ha mai voluto sottostare , percorrendo una via solitaria che raramente lo ha condotto all’interno del circuito ufficiale del mercato e della critica dell’arte , pur avendo piena consapevolezza delle grandi “lezioni storiche” e vantando testimonianze di grande spessore riflessivo sul suo lavoro.

 

 

Indifferente ad una omologazione che egli avvertiva riduttiva per la sua personalità dalle molte facce, Zancanaro ha avuto nei confronti del così detto successo un atteggiamento simile a quello che si può tenere nei confronti di “una bella donna che proprio per questo non deve mai essere corteggiata”.
Significativa appare a questo proposito la noncuranza dimostrata nella datazione delle sue opere, quasi a voler rifiutare , lui ancora in vita , una “storicizzazione” che egli invece preferiva vivere nella contemporaneità.
Lasciandoci per tate via una “eredità” di opere che tuttora disvelano, a distanza di anni , una sorprendente energia immaginativa e con le quali ancora oggi, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, siamo obbligati a “fare i conti”.
Il rapporto di Zancanaro con la creatività plastica è pienamente all’interno della contemporaneità, in un tempo nel quale l’arte – perduta la sua centralità stoica, quando cioè essa “celebrava” i grandi eventi storici e dava sembianze credibili ai loro protagonisti “ adornando” le chiese, le piazze e i palazzi – si rivolge invece al suo interno di un evento formale emotivamente coinvolgente.
In questo senso Zancanaro ha certamente avvertito che al scultura oggi è un linguaggio “potente” dell’arte, in grado di confrontarsi e di interagire con le straordinarie architetture dei grandi agglomerati urbani.
Ha cioè capito che l’unica forma d’arte capace di comunicare messaggi estetici e simbolici alle masse di persone distratte ed affannate che si spostano quotidianamente nei “down town” delle metropoli, è la cultura.

 

 

CESARE ZANCANARO ( Presentazione ‘critica’ di Enzo De Martino ) / LA SCULTURA RITROVATA
La sua opera plastica non è infatti mai concepita  come una operazione “ a togliere” per disvelare le “forme già contenute all’interno della materia” – come viene detto nella classicità di tale linguaggio – ma pare piuttosto tendere ad un “accumulo” di elementi per pervenire al conseguimento di una “monumentalità” che risulta infatti evidente anche nei suoi lavori di piccole dimensioni.
Quasi tutte le sue sculture, peraltro, “tendono verso l’alto” e mentre opere come “Fuga nel cosmo” esprimono in questo senso  un forte sentimento di spiritualità, altre, come “Visione su marte” , racchiudono nell’accumulo di elementi coraggiosamente congiunti in una struttura anch’essa ascensionale, una concezione drammatica ed inquietante dell’inconosciuto che ha assillato in ogni tempo ed in ogni luogo l’anima dell’uomo.
Un tema, quello del mistero e del “non conosciuto” , che deve avere molto affascinato la fantasia di Cesare Zancanaro, che appare in questo senso una sorta di “esploratore” di realtà “altre” , di mondi mai visti prima, o perché scomparsi o perché inesplorati. Esiste una sua opera straordinaria a questo proposito, peraltro una delle poche sviluppate orizzontalmente – dal titolo “Dialogo marziano” – che appare ai nostri occhi come la visione di una catastrofe naturale vista dall’alto e che fa venire in mente le molte “ricostruzioni” che nel tempo gli artisti hanno fatto, naturalmente con la sola fantasia , dell’incendio della mitica Biblioteca di Alessandria.

 

 

Avvertendo però a questo punto che le sculture di Zancanaro contengono con tutta evidenza messaggi che vanno ben al di là – pur non ignorandola – della semplice questione plastica e formale, in una strategia espressiva che non dichiara mai compiutamente il senso dell’opera di Zancanaro, .configurano a ben vedere sorte di “cattedrali” fantastiche dense di un misterioso sentimento di religiosità.
Appare estremamente importante, e significativo, a questo punto, notare che per esprimere intenzioni siffatte Cesare Zancanaro si sia servito di due elementi primordiali come il rude ferro e l’inafferrabile fuoco.
Le sue sono infatti intenzioni “antistatuarie”, le stesse che Arturo Martini aveva enunciato  nel 1946 con il suo celebre libretto “Scultura lingua morta” e che Zancanaro certamente conosce e fa proprie, perché sa che l’opera plastica nel nostro tempo ha perduto per sempre la sua funzione metaforica e rappresentativa.
Il ferro ed il fuoco diventano allora nelle sue mani , in una sorta di processo alchemico, elementi “nobili” come il bronzo e la fusione, ed accentuano anzi la visione drammatica che l’artista aveva delle dilaceranti e disperanti condizioni esistenziali dell’uomo. La maturità e la consapevolezza con le quali Zancanaro vive questa avventura espressiva è del resto evidente se non si riflette nel rapporto che le sue opere di sculture stabiliscono con lo spazio.
Abbiamo già accennato alla severa e solenne monumentalità del suo lavoro, anche  quando essa si manifesta nelle piccole dimensioni.

 

 

Ed è questo un fatto che certamente ha a che fare con la concezione dello spazio – sia quello di un interno che quello urbano o naturale – che l’artista aveva e che occupa con l sua opera armoniosamente e senza alcuna violenza percettiva.
In questo senso Zancanaro mette in atto un vero e proprio processo di “de-materializzazione” ed il ferro perde la rudezza e la primitività per assumere infine una diversa valenza formale, estremamente lieve e perfino raffinata.
Progetto ed utopia, rigore e sentimento, convivono allora nell’opera dello scultore rodigino, in un equilibrio certamente precario ma proprio perciò carico di sensibilità e, come è stato già detto, perfino di religiosità e spiritualità.

 

 

I disastri del così detto “umanesimo borghese” con i quali facciamo i conti tutti i giorni nelle nostre invisibili “nuove città”, ci ha costretti a riconsiderare il rapporto con ciò  che chiamiamo “arte”, con la sua funzione sociale, ed anche con la percezione simbolica degli spazi urbani.
E’ in siffatto contesto culturale che oggi può utilmente essere fatto un discorso sulla “nuova scultura” che ha necessariamente rinunciato all’evidenza della figurazione e della “rappresentazione”. Senza tuttavia abdicare alla sua espressività simbolica , essendo oggi priva di ogni malcelata ed inutile retorica ( il principe e il potere, la guerra ed i caduti, ad esempio) e carica invece di più evidenti valenze formali.

 

 

Il ruolo della scultura del nostro tempo, come è evidente nell’opera di Cesare Zancanaro, è dunque solo quella di materializzare, di mettere in scena si potrebbe dire, un nuovo  e prima di allora inesistente evento plastico. Ciò, naturalmente,  modifica e pone perfino in discussione le nostre esperienze riflessive e contemplative, obbligandoci, come accade dinanzi alle sue sculture, ad un rapporto che ha a che fare solo con la poesia immaginativa dell’artista.

 

 

NOTA/ La datazione delle sculture di Cesare Zancanaro risulta estremamente difficile perché lo stesso artista – nomade e disinibito nella sua ricerca formale – non la riteneva importante ed ha lasciato poche indicazioni precise al riguardo.
Le datazioni riportate in catalogo sono state attribuite tenendo conto , da un lato delle rare riproduzioni sulla stampa e nei cataloghi di mostre , dall’altro di talune “presunte” coerenze stilistiche leggibili nella sua opera plastica.

 

 

Le dimensioni delle opere sono indicate in centimetri , larghezza per altezza per profondità.
VARIE/ Cesare Zancanaro è stato anche un grande personaggio sportivo: negli anni ’20 giocatore di calcio, nel ruolo di portiere , in squadre di serie A come il Padova, l’Alba, il Parma e successivamente giocatore  ed allenatore nel Padova Hockey.
Negli anni ’30 ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico del Gruppo di pattinaggio a rotelle di Rovigo, riconfermato nell’incarico , per i successi riportati, anche dopo la caduta del regime fascista. E’ stato infine membro del consiglio direttivo di Rugby Rovigo.

 

 

SELEZIONE CRITICA ( Vi propongo solo le “Due” a firma di Angelo Prudenziato e di Tono Zancanaro , due rodigini che ho conosciuto direttamente-indirettamente, mentre nel “catalogo” ci sono anche quelle a firma di Edoardo Chendi, Vittorio Milan, Mario Lepore, Pietro Casellato, Umbro Apollonio, Gastone Breddo, Giuseppe Maria Pilo, Flaminio De Poli, Alberto Broglio, Giancarlo Josimi, Manlio Alzetta, Domenico Cara, Francesco Loperfido, Gianluigi Ceruti, Liz Sbarra, Arnaldo Milani, Roberto Rizzo, Giancarlo Volpato).

 

 

PERCIO’ ECCO…
CESARE ZANCANARO ”VISTO”  BY ANGELO PRUDENZIATO : <<Basta osservare le pregevoli opere di cesello, sbalzo e ferro battuto esposte nella sua personale presso il salone della Camera di Commercio di Rovigo, che testimoniano l’opera progressiva del maestro e rappresentano un’ansia di perfezione, che è tutt’uno con la serietà dell’impegno e con l’esercizio quotidiano del lavoro, una ferma volontà di cimentarsi nelle prove difficili senza eludere mai i problemi. Sono doti non comuni agli artisti , e perciò lo Zancanaro lo possiamo definire Maestro dei metalli perché incide , sbalza il rame, l’argento e l’oro e modella il ferro con la stessa facilità dello scultore che plasma la creta.>>

 

 

CESARE ZANCANARO ”VISTO”  BY TONO ZANCANARO: << Educatore e maestro, nella scuola come nello sport, dopo essere stato attivissimo atleta.
E tuttavia, per quanto singolare sia la figura di educatore sportiva, di ben altra qualità e statura è la sua figura di maestro del ferro, di artista che nel ferro e in altri metalli , il rame soprattutto, ha saputo esprimere la parte più forte ed originale della sua personalità.
Ed è tanto più singolare l’amore che Zancanaro ha per la sua arte se consideriamo l’aria da “finimondo”, l’aria da “portentose problematiche” di cui il “mercato” attuale dell’Arte d’avanguardia – ha riempito di sé, fino al ridicolo, tutta la nostra esistenza.>> 

 

 

EXTRATIME by SS/ La cover è per Cesare Zancanaro portiere dell’Alba Roma in uscita ( vs Borgato) durante la finale per il titoto italiano vs il Bologna di Bernardini.
Poi per quanto riguarda la fotogallery, ecco innanzitutto le ‘altre foto sportive’ a completamento.

Partendo da Cesare Zancanaro portiere del Padova in maglia chiara per riproporre’ quindi una serie di immagini targate “Alba Roma”.
Da quella storica nella quale Cesare Zancanaro non era ancora stato individuato’ (ma che noi conoscevamo bene per le sue ‘amate ginocchiere’) alle immagini sempre dei campionati targate Alba Roma con le ‘sue’ speciali didascalie autografate sulle foto stesso e che quindi non ‘ripetiamo’.
Poi passiamo alle foto targate Rovigo e che mostrano sia lo stadio Tre Martiri che Cesare Zancanaro protagonista prima come portiere ( fino all’ingresso in campo, tra tanta folla) e poi come allenatore. Vedi la sua squadra “Propaganda” ( di profilo e in piedi) , vedi Cessare prima ‘signore con gli occhiali’ e poi ‘signore col cappotto’ insieme al Rovigo dei Roccato & Cattozzo anche in Top Five con mister Vaniscek.
Con riferimento a Cesare Zancanaro al Corso allenatori di Firenze ( agosto 1950) con dedica incorporata firmata da Giovanni Ferrari , il CT dell’Italia insegnate in quel ‘corso’.

 

 

 

 

Quindi , a certificazione di Cesare Zancanaro interdisciplinare, eccolo ‘allenatore’ di baby roller dove è stato ‘precursore’ a Rovigo trasmutando tanta passione anche a sua figlia Marilisa.
A questo punto ecco onorato anche Cesare Zancanaro ‘artista-scultore’ mostrando sette immagini ( vedi didascalie nei file) scelte da quella Mostra a Rovigo, con sculture che ho peraltro poi fotografato personalmente anche nei locale della ‘banca’ collegata alla ‘Fondazione’ che ha promosso quella Mostra.
A completamento della fotogallery vi proponiamo lo stesso baby che era in foto con Cesare Zancanaro perché , grazie al Maestro Cesare’ , ne ha fatto davvero tanta di strada il Pattinaggio a Rovigo, tant’è che lo Skating Club Rovigo ha festeggiato recentemente i suoi “50 anni di Storia” … facendomi emozionare anche nella rivisitazione by Dvd odierna.

 

Sergio Sottovia
www.polesinesport.it