Chiara Bassi difensore winner dal Calcio a 11 del Salara coi fratelli Tredesini al Granzette calcio a 5 in rosa con mr Paron e pres Verza/ Dove LEI, coach del ‘dream team’ e in staff tecnico con 5 persone, è superleader in Serie A2…


Nella vita c’è lockdown e …lockup. Nel mondo degli acronimi, ci sono tanti termini e neologismi, ma la resilienza siamo noi. Come singoli e come squadra, dove per arrivare ai toni alti bisogna comunque partire dai … Bassi, per raggiungere i propri sogni.
Quelli che ha già realizzato Chiara Bassi, mister del Granzette Calcio a 5 femminile e superleader in A2, anche se Covid 19 ci ha messo lo zampino ‘fermando’ il campionato, cristallizzando tutti i numeri che certificano lo strapotere del Granzette gestione prs Alfredo Verza, con Chiara-mente Bassi a capo di uno staff tecnico formato da 5 persone: un vice allenatore, due preparatori dei portieri, un team manager ed un fisioterapista.
Una storia che ho visto nascere da lontano, fin da quando Chiara Bassi era già una storia in escalation come arcigna player difensiva nel Calcio a 11 femminile partendo dal Salara dei fratelli Tredesini.
Una storia perfezionatasi nel Terzo Millennio ancor più in escalation con Chiara Bassi prima player e poi coach della squadra del ‘piccolo grande’ Granzette calcio a 5 del presidente Verza superleader di questi tempi addirittura in Serie A2 e …promoter di un sogno svanito soltanto all’apparenza.

Insomma la Chiara Bassi Story va ricollocata nella bacheca con la scritta “Straordinaria” per i successi maturati e maturandi, dove ci piace mettere sempre sia la realtà di quelli realizzati che l’esperienza onirica dei sogni vissuti , più che per il rammarico di quelli sfumati  stile …Dorando Pietri a Londra 1908 a due passi dal traguardo olimpico.
Perciò è straordinario tutto quello che è ‘relativo’ alla Chiara Bassi story, una Lady che per fortuna onoriamo qui su questo sito grazie al consueto reportage by heart e mind di friend Raffaello Franco.
Ho messo relativo , senza scomodare Albert Einstein, ma sulla base delle esperienze maturate insieme a tanti Personaggi story e alle loro vite sportive.

 

Ne ho parlato tante volte , coi Personaggi Story che incontro da una vita, compreso Michele Paramatti da Salara che una settimana fa ho ‘contattato’ per un pensiero da dedicare alla scomparsa di quel Luciano Cazzanti da Ferrara che in casa Spal per Lui è stato un secondo padre, quasi quanto papà Lucio da Salara
Insomma, sarà perché sono diventato vecchio, sta di fatto che mi ritrovo sempre più spesso a ‘rivalutare’ quanto avuto …dagli altri, anche quando parliamo di ‘incompiute’.

 

 
Così una settimana fa ho proprio detto ad un giocatore che ha fatto tutta la trafila in Serie A, dai Giovanissimi fino alla squadra ‘Primavera  tra Milano e Firenze, di …godersi quel periodo , perché quel sogno vissuto da giovane l’ha vissuto alla grande, dentro un sogno che tanti altri ragazzi  non hanno mai potuto ‘coltivare’ giorno per giorno.
Adesso c’è il ‘doman’ e non c’è …certezza, ma quei sogni sono un patrimonio di umanità .
Perché gli resta sempre ‘dentro’ quella meglio gioventù, quella che non ha età e che ci vede ‘esordire’ ogni giorni in un nuovo ruolo e in nuove situazioni.

Detto questo, ecco allora la Chiara Bassi Big Story cantata da Raffaello Franco , che il suo sogno irlandese lo sta vivendo sempre alla grande, sia che sia quadrifoglio che …trifoglio da non considerare mai incompiuto, anche se fosse vero, perché così è la vita.

Volete una conferma, tra sogno  e realtà ? Basta leggere dentro le righe di questo prologo mail trasmessoci da R.F. che recita : “ Ciao Sergio, ti invio la story di Chiara Bassi, mister del Granzette Calcio a 5 Femminile che prima dello scoppio della pandemia stava dominando il Girone A del Campionato di Serie A2. Tra l'altro, come saprai, Chiara è anche una nostra collega e da gennaio è entrata nella "mia squadra" a Fiesso Umbertiano e questo per me è un plus perché i grandi sportivi sono resilienti e sanno fare squadra, anche fuori dal campo. Grazie, un caro saluto>>.

Insomma, parafrasando Endrigo , “...sopra le nuvole c’è il sereno ma il nostro amore ( per lo sport) non appartiene al cielo”; fermo restando che …ci sarà sempre qualcuno che pagherà per due.
Anche per questo la Storia di Chiara Bassi, come della polesana Francesca Avanzo che ha sfondato un ‘muro di pregiudizi’ nel calcio d’antan, è straordinaria altrettanto quanto …quella delle azzurre Italia protagoniste recentemente ai Campionati del Mondo.

 

MAIN NEWS ( di Raffaello Franco, mail 24.05.2020) / CHIARA BASSI STORY: Da player nel Salara Calcio a 11 a coach del Granzette Calcio a 5 in escalation fino alla Serie A…
(fino al Sogno svanito …o rimandato? )

Una ragazza, il suo pallone e il sogno di diventare una calciatrice inseguito fin da quando era una bambina di un piccolo borgo veneto. Una straordinaria passione e nel cassetto un sogno di difficile realizzazione in quel Polesine dalla visione "talebana" e dal pensiero arcaico spesso, ancora oggi, legato all'archetipo che certi sport di squadra sono e devono restare sport da maschi!
Gli esempi certo non mancano e recentemente, come ben sapete, mi son trovato pure io a subire gli effetti di questa concezione anacronistica, mio malgrado incolpevolmente coinvolto nella vergognosa fine di quello che era nato come un mirabile progetto, un programma ben pensato e che aveva visto un più che lusinghiero numero di appassionate ragazze impegnarsi nel rilancio del rugby femminile in quella che, almeno sulla carta, dovrebbe essere la "città in mischia" per antonomasia, quella Rovigo rossoblu che nella realtà dei fatti di "città in mischia", da un po' di tempo a questa parte, non ha proprio più nulla o quasi.
Si certo, in Polesine è un sogno non facile da realizzare per una ragazza ma non impossibile se alla base ci sono passione e determinazione come ha dimostrato la salarese Chiara Bassi, una giovane che ha saputo comunque, nonostante le tante difficoltà, coltivare il suo disegno onirico portandolo a livelli inimmaginabili fino a qualche tempo fa. Fisico minuto, veloce e dotata di una forza straordinaria che si riflette soprattutto nel carattere volitivo e determinato.
Figlia di una terra legatissima al calcio, grazie anche a quel background da football d'alto livello regalato dalle imprese compiute da personaggi del calibro del suo compaesano ed ex juventino Michele Paramatti (che in carriera vestì anche le casacche di Spal, Bologna e Reggiana, n.d.A.) e dal campionissimo Saul Malatrasi, ex Milan ed Inter negli anni d'oro, originario di Calto paese che dista ad un tiro di schioppo da Salara.

Dall'epoca dell'epopea delle ragazze del Dick Kerr’s Ladies Football Club, delle quali ho raccontato le gesta anche nel mio e-book "Alle origini del football: la mia teoria dei giochi" ad oggi, indubbiamente di strada ne è stata fatta ed il calcio femminile attira sempre più praticanti ed appassionati, ma ai tempi dei suoi esordi con la maglia del G.S. Salara, il calcio "in rosa" in Italia non godeva certo del credito che vanta oggi grazie soprattutto ai successi ottenuti, la scorsa estate, dalle azzurre di Milena Bertolini ai Mondiali francesi. Dopo tutto la Federazione Italiana di Calcio Femminile nacque solo nel 1968, anno nel quale si disputò anche il primo campionato ufficiale.  Gli anni successivi, come accade in tutte le cose italiane, furono anni caratterizzati da un'intricatissima storia fatta di scismi e fusioni di sigle federali, situazioni che fecero perdere tempo prezioso a tutto il movimento mentre il resto d'Europa, soprattutto quella del Nord, correva. Non c'è nulla da fare: da noi funziona e funzionerà sempre così! Finalmente nel 1986, il calcio italiano declinato al femminile entrò nell'orbita della FIGC ma questo non portò comunque gli immediati benefici che il movimento avrebbe meritato.

E in Polesine? Nel territorio stretto tra Adige e Po qualcosa iniziò a muoversi già alla fine degli anni '60 del secolo scorso, come ci racconta quel cantastorie dello sport polesano che risponde al nome di Sergio Sottovia nel suo articolo pubblicato sul sito PolesineSport.it nel quale si riportano le ricerche storiche effettuate dal prof. Paolo Aguzzoni grazie anche ai contributi portati da Nicola Diana, che fu  il primo allenatore della squadra femminile di Badia Polesine che nel marzo del 1971 debuttò ufficialmente, in un "Comunale" gremito, affrontando le già affermate calciatrici del Mardimago che s'imposero con il risultato di 8 a 0. Il movimento femminile polesano partì infatti proprio dalla frazione rodigina e proseguì per qualche anno fino alla chiusura di quella pioneristica esperienza. Anche l'esperienza badiese purtroppo non durò a lungo. Si trattava di progetti straordinari sostenuti da persone ricche di idee e di passione, ma che non potevano certo contare sul sostegno di club strutturati. Queste iniziative infatti avrebbero avuto bisogno di ben altro sostegno per crescere, svilupparsi e risultare durature nel tempo. Avrebbero necessitato di Società solide disposte ad investire con forza e serietà nei settori femminili, merce ahimè rarissima alle nostre latitudini dove nemmeno nessuna delle tante, troppe gestioni che hanno preso in mano le sorti della squadra del capoluogo hanno mai pensato di strutturare un progetto che coinvolgesse le ragazze.

Fortunatamente la storia ci ha sempre regalato mirabili esperienze; esperienze, se vogliamo, un po’ folli nello stile di un "uomo solo al comando" ma comunque coronate da successi molto spesso inattesi come quelle portate dai fratelli Tredesini che ebbero l'ambizione ed il coraggio di mettere a terra la loro pazza idea fondando una squadra di calcio femminile a Salara. Si proprio li, in un Comune di 1200 anime incuneato al vertice di quel triangolo segnato dal confine del grande fiume Po tra Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, sembrava una cosa impossibile avere delle ragazze organizzate in una squadra di pallone.
E invece, quando alla base di un progetto ci sono volontà, passione e serietà, tutto diventa non solo possibile ma anche bellissimo ed ipoteca la realizzazione di un sogno che ha un qualcosa di straordinario! E in quel sogno si tuffò a capofitto la nostra Chiara Bassi che già qualche anno prima aveva iniziato a dare i primi calci, come fanno oggi molte bambine, giocando con le squadre maschili del Salara. All'età di 14 anni tornò così, con entusiasmo, nel suo paese per dare il proprio contributo alla causa del nuovo ambizioso progetto salarese di calcio in rosa, dopo aver militato tra le fila della femminile del Menà di Castagnaro cha all'epoca aveva una squadra iscritta al campionato di Serie C ed una a quello Under 14 e lei già pronta per giocare su entrambi i fronti facendo la spola tra una categoria e l’altra.
A Menà ebbe la possibilità di muovere i primi passi in un contesto di campionato competitivo vivendo finalmente anche tutte quelle "dinamiche di e da spogliatoio"; dinamiche importantissime che cementano lo spirito di squadra e che, prima di allora, non aveva mai potuto vivere a pieno in quanto, essendo l’unica femmina della squadra, era costretta a cambiarsi nello spogliatoio degli arbitri. Il ritorno a Salara la riportò con la mente indietro nel tempo e le fece ricordare che, dopo tutto, le sue partite migliori le aveva già giocate nel giardino di casa quando era ancora molto piccola e tutta sola passava ore ed ore a giocare animata esclusivamente dal suo particolarissimo approccio al calcio, in totale controtendenza con quello adottato da qualsiasi piccolo calciatore, che era quello di non simulare un Eurogol, di non esultare provando e riprovando una rovesciata. No, nulla di tutto questo! La piccola Chiara i gol adorava evitarli. Di realizzarli non le importava proprio un bel nulla! A lei piaceva tantissimo fingersi un difensore, uno di quei difensori arcigni che non permettono a nessuno dei tanti immaginari attaccanti avversari lanciati a rete di avvicinarsi alla porta. Uno di quelli tosti insomma, “cagnacci” che ti marcano fin negli spogliatoi e che non lasciano passare nemmeno uno spillo che tanto, se anche qualcuno fosse riuscito a saltare la sua asfissiante marcatura, l'avrebbe comunque trovata pronta a salvare la sua porta immaginaria fermando il pallone sulla linea, spazzandolo via verso l'infinito. Si, proprio così. Nella sua fantasia di bambina tutto questo, per lei, era il gol più bello da realizzare! Al G.S. Salara arrivò il suo momento, il momento di vivere la sua prima vera e propria esperienza calcistica, un'esperienza che per più di 10 anni la vide vestire i colori biancoazzurri. Questa squadra diventò la sua seconda famiglia, la sua crescita personale ed anche quella sportiva erano legate a quel rettangolo verde sotto casa. Se le chiedete di quel periodo, ancora oggi le si illuminano gli occhi e con grande modestia vi racconterà che da calciatrice non potrà certo dirvi di aver vinto tanto ma che comunque il divertimento ed il percorso di crescita, come atleta e persona, fatto ai tempi del Salara “Ladies” sono stati molto più importanti di qualsiasi vittoria. Tutto qua.

Ovviamente anche a Salara giocava in difesa nel ruolo di libero, il classico libero di un calcio d’altri tempi e giocava sempre e solo con il numero 8 sulle spalle. Quando la numerazione delle maglie era ancora quella tradizionale, era il 6 il numero destinato a quel ruolo ma per Chiara l'8 ha sempre avuto un significato particolare e diventò il suo numero come accadde anche ad un certo  Johan Cruijff che all'epoca nella quale i titolari scendevano ancora in campo con i numeri che andavano dall'1 all'11 lui, il grande Johan, entrava con il 14 facendone il suo sigillo inconfondibile per tutta la carriera.
Per Chiara quelli con la femminile del G.S. Salara furono grandi stagioni, coronate da tanti successi e giocate al fianco di atlete dotate di ottime doti tecniche e di straordinarie qualità umane, certo delle persone eccezionali. Ebbe la fortuna di crescere vedendo concretamente cosa significhino il sacrificio, la forza di volontà, la fatica, la gioia condivisa, le immancabili litigate ed i sempre, tanti, troppi problemi che parevano insormontabili e che andavano risolti con soluzioni trovate assieme, tutto ciò insomma che serve per costruire una vera squadra, una squadra che si prepara a vincere. Con la giusta miscelazione di tutti questi ingredienti è quasi impossibile non avere successo. Infatti la nostra Bassi riuscì a conquistare un campionato di Serie D ed una supercoppa Veneto e sai con quale soddisfazione farlo con al braccio la fascia di capitano della squadra del suo paese? E il tutto alla faccia della locuzione latina nemo propheta in patria!

Ad un certo punto sentì comunque che era giunto il momento di cambiare, era giusto per lei ed anche per il Salara. Il boom del calcio a 5 femminile era ormai scoppiato e lei aveva bisogno di nuovi stimoli, la necessità di vivere nuove emozioni e Granzette era il lido giusto dove approdare per lanciarsi in una nuova avventura. Da calciatrice esperta ben presto capì l'enorme differenza tra i due sport, la differenza che c'è tra l’avere spazio e non averlo, del giocare sviluppando anche una mente pensante. Grazie ad Andrea Paron, il mister di quegli anni, letteralmente s'innamorò del calcio a 5. Nel 2013 iniziò anche a gettare le basi della sua seconda vita sportiva iniziando ad allenare la squadra Juniores e continuando, contemporaneamente, a giocare con la prima squadra.
Sei anni fa poi la svolta quasi inaspettata ma che comunque sapeva che prima o poi sarebbe arrivata. Le dimissioni di mister Antonio Bellon costrinsero i dirigenti della Polisportiva Granzette a fare una scommessa puntando sul suo nome e lei, da combattente qual è sempre stata, raccolse la sfida con entusiasmo e prese in mano la squadra trovandosi così ad allenare le stesse ragazze che, fino al giorno prima, erano le sue compagne di squadra nonché le sue carissime amiche.
Anche in questa particolare situazione seppe comunque dimostrare tutto il suo temperamento. Per molti queste situazioni potrebbero rappresentare un problema. Per Chiara invece, queste sono da considerarsi delle opportunità, opportunità da costruirsi basandosi sulla fiducia, sul rispetto reciproco e soprattutto sulle persone. Non è una abituata a fare sconti mister Bassi. Le sue atlete lavorano sodo e sa metterle sempre sotto pressione non lasciandole respirare nemmeno per un secondo.
In palestra è una sergente di ferro, una sorta di Hartman in gonnella della serie "io sono un duro però sono giusto"  e di conseguenza è molto esigente con se stessa e con le sue atlete ed è per questo motivo che sa garantire e pretendere il massimo rispetto da tutte, perché tratta tutte alla stessa maniera e come se fossero tante CR7.
Nella sua filosofia il futsal deve venire prima di tutto, ma sa anche dare alle sue ragazze la possibilità e la responsabilità di esprimersi come persone. E’ una insomma che ha le idee ben chiare in testa e che oggi si trova a capo di uno staff tecnico formato da 5 persone: un vice allenatore, due preparatori dei portieri, un team manager ed un fisioterapista.
A Granzette ha saputo costruire una grande famiglia gettando le basi per promuovere il calcio a 5 in tutta la provincia di Rovigo e se adesso la squadra è quella che è, molto è dovuto al fatto che negli ultimi anni tutti hanno lavorato come se fossero il Real Madrid. Nulla arriva mai per caso.
Se oggi il Granzette gioca in serie A2, se le ragazze della squadra volano in aereo per andare in trasferta fino in Sardegna, se il nome della città di Rovigo viene portato in giro per l’Italia è grazie alla squadra di Chiara Bassi.
Anche da allenatrice il suo pallino è rimasto quello della difesa:<<Esulto – ripete spesso - per un gol non preso molto di più che per un gol fatto! Sapete perché? Perché i campionati li vince sempre la squadra dotata della miglior difesa più che quella che può vantare il miglior attacco>> e questo certo è già un ottimo punto di partenza, ma nulla sarebbe davvero com’è se in passato non si fosse costruito qualcosa di grande, qualcosa che già in principio era “da Serie A”.
Tanti di questi meriti vanno riconosciuti infatti anche al presidente Alfredo Verza, un uomo di spessore che ogni anno regala alle sue ragazze la possibilità di fare sport, di farlo fatto bene e facendole anche divertire e, perché no, grazie alle loro imprese di far divertire anche il numeroso pubblico che, nelle partite casalinghe, le segue ogni domenica con entusiasmo. Un presidente che era pronto a fare un ulteriore sacrificio se non fosse arrivata la mazzata dalla stramaledetta pandemia da Covid-19 che ha stravolto il mondo. Fino al giorno del lockdown, le ragazze del Granzette stavano dominando il loro girone grazie alle 12 vittorie, ai 2 pareggi ed all’unica sconfitta di misura subita in casa per mano dell’Audace Verona che occupa la seconda piazza della classifica e che comunque è staccata di ben 4 lunghezze dalle neroarancio, per non parlare poi del distacco siderale inflitto al Città di Thiene che, con i 29 punti racimolati nei 15 match disputati, è in terza posizione staccato addirittura di 9 punti in classifica. I 71 gol realizzati e, soprattutto, i soli 24 subiti sono li a testimoniare che si, quest’anno, sarebbe stato il loro anno, quello della definitiva consacrazione di una squadra che fino a qualche stagione fa era considerata quasi alla stregua di una squadra materasso e che oggi invece è entrata di diritto nel gotha del futsal femminile nazionale senza peraltro stravolgere quello che era ed è ancora la filosofia che sta alla base del progetto, ossia quello di ottenere risultati straordinari facendo crescere una rosa di atlete formatesi in casa, una rosa che quest’anno aveva visto pure l’innesto dell’ex nazionale spagnola Sara Iturriaga Perez giunta in Polesine, forte delle esperienze vissute nella massima serie iberica ed in quella italiana, per dare ordine, qualità e sostanza ai piani di gioco della Bassi. Gli elementi per fare il grande salto insomma c’erano tutti. Nel momento in cui scrivo questa storia, non si sa ancora bene come andrà a finire questa stagione interrotta bruscamente a metà dello scorso febbraio dopo la disputa della quindicesima giornata. Qualche giorno fa il consiglio Federale della FIGC ha sancito ufficialmente la chiusura dei campionati dilettantistici di calcio e futsall, nazionali e regionali, sia maschili che femminili, demandando agli organi competenti della Lega Nazionale Dilettanti di prendere eventuali decisioni in merito a promozioni e retrocessioni, decisioni che comunque dovranno ottenere il benestare definitivo della FIGC. Comunque andrà a finire, resta il fatto che il sogno di Chiara Bassi è svanito. Di un’eventuale, quanto forse improbabile, promozione a tavolino non sa proprio che farsene. Il suo fine infatti era quello di ottenere sul campo una promozione nella massima serie nazionale che, viste le premesse, poteva benissimo essere realizzato. Ma se abbiamo imparato a conoscere la protagonista di questa nostra storia, siamo certi che anche in questo caso lei non si arrenderà e continuerà a sfoderare tutta la sua grinta per correre, ancora una volta, in difesa della “sua porta”. Ci vuole ben altro di un fottuto Coronavirus venuto dalla Cina per abbattere mister Bassi e cancellare i suoi sogni di ragazza col pallone.

PRIMA APPENDICE STORY ( di Franco Rizzi, by Il Resto del Carlino 21.01.2003) / CALCIO FEMMINILE : ERIDANO VERSIONE ROSA/ GIOCA IN SERIE D L’UNICO CLUB POLESANA/ (L'Eridano rosa gioca le partite interne al comunale di Salara).
E' ripreso domenica, dopo la sosta natalizia, il campoionato di serie D femminile che vede impegnata anche la formazione dell'Eridano, unica rappresentante polesana.
Germano Tredesini (responsabile assieme al fratello Luciano della sezione femminile dell'Ac Eridano), ispiratore dell'unico team femminile polesano, l'Eridano Montaggi Tito appunto, traccia un breve consuntivo della prima fase di campionato. <Nelle prime 12 partite - rileva Tredesini - abbiamo ottenuto 6 vittorie, 1 pareggio e 5 sconfitte per 35 reti fatte e 30 subite; 19 punti, +3 rispetto alla stagione 2001-2002. Un buon sesto posto su 15 compagini e programmi societari finora rispettati. Da tre anni militiamo in serie D, avendo iniziato l'attività quattro anni fa con l'Uisp di Ferrara; l'allenatore é  Luca Galvani di Calto, un esordiente per noi, che ha a disposizione una rosa di 18 giocatrici; in più abbiamo l'Under 14 che partecipa al campionato regionale. Nella prima squadra militano ragazze polesane ( alcun di Porto Tolle ) e della mantovana Sermide.
La compagine divisa per ruolo:Portieri: Roveri e Raouadi. Difensori: le sorelle Bertazza S. e Bertazza D., Zanon, Bassi, Steffenel. Centrocampisti: Finotti, Ben El Bachar, Busato, Renesto, Zerbini. Punte: Carretta, Costa, Fucarino, Bertarello, Buzzola.
<< Nel periodo natalizio e anche dopo - continua Tredesini - gli allenamenti sono sempre stati regolari, continuando il lavoro programmato, collaudando gli schemi di gioco basati sul 4-4-2. Un team solido e concreto, ragazze affiatate e puntuali in tutto; non mollano mai sino alla fine di ogni match, denotando grosse doti agonistiche. Punto di forza l'attacco col bomber Carretta, già a 17 centri, avendo un buon supporto a centrocampo specie con Finotti, Busato e Ben El Bachar. Vogliamo fare un buon girone di ritorno e per ora le compagini più accreditate sono la Stella Polare (Sona), la Trissinese, il San Martino Buon Albergo e l'Hellas Oppeano. Puntiamo ad inserire le nostre giovani in prima squadra gradualmente, volendo dare un futuro certo al nostro movimento. Purtroppo - conclude con un pizzico di amarezza il dirigente eridanese - ci manca un concreto sostegno dalla Figc, pur essendo l'unico club polesano di calcio femminile>.



EXTRATIME by SS / In cover…

 

 


In fotogallery  

 

ecco tutti i nomi della rosa del Dream Team...

 

...last flash team é dedicato al Granzette Calcio a 5 stagione 2019/20 leader in A2 con in piedi da sx Camilla Cappelletto, Rossana Omietti, Anna Elisa Costa, Emma Mantovani, Beatrice Ardondi, Giulia Gresele (black dressed); in prima fila da sx Viviana Ansaloni, Ilaria Grandi, Ilaria Andreasi, Alice Vannini, Alessia Longato, Michele Zanetti, Sara Sinigaglia mentre la spagnola Sara Iturriaga è miss smile davanti a tutte.

Infine , dulcis in fundo e controcover, Chiara Bassi in kit tandem da mister Granzette Calcio a 5 , tra relax e indicazioni tattiche da bordocampo, giusto per essere leader in A2 , guardando oltre , da coach regina di un campionato che nessun Covid-19 potrà mai cancellare dalla Storia, insieme a tutti i sopracitati nomi delle Verza's girls da mandare a memoria perchè da players fanno parte di ...tutto il rosa della vita.

 

 

Raffaello Franco & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it