Christian Toffano, in BICI da Fiesso & Mantova sulla “Via Claudia Augusta” fino al Brennero/Alziamo La Testa


15/09/2016

E’ proprio vero che la bici ti fa pensare; solo che in bici ci vanno in pochi e Chi ci comanda ha tanti benefit che la bici …non ha alcun interesse a usarla. Ecco allora che il grido di dolore finale “Alziamo La Testa” , urlato da spiderman Christian Toffano e trasformato in acronimo stile ‘amerikano’ si trasforma subito in A.L.T. per esigenze di sintesi e perché spesso in Italia come nel Mondociclando ci si ferma tutti davanti all’Alt.
Altro che sogno americano! Per fortuna che spiderman Christian Toffano non si fermerà mai all’A.L.T. e così eccovi il suo reportage trasmessoci , anche perché, al di là di tutto, nel fuori onda di presentazione ha concluso con tanta determinazione , come solo i veri Alfieri possono fare , scrivendo il suo VSV così:<< Ti spedisco anche qualche foto. Ciao e Avanti tutta.. sempre. / Spiderman>>.
Eh sì, Spiderman , noi lo ricordiamo bene su questo sito www.polesinesport.it perché nella nostra rubrica “ Campioni & Signori” abbiamo già raccontato tante Story targate Mondociclando seguendo la coppia ciclistica sempre in tour e che …vale la pena di rileggere.
Tnato più che stavolta il tragitto è sttato “Da Fiesso UMbertiano a Mantona e poi per la Via Claudia Augusta fino al Brennero”, con tanto percorso a fianco dell’Adige, lo steso che faceva anche il sottoscritto ogni fine settimana quando nei primi anni Settanta andavo ‘per panifici’  a proporre la farina come Rappresentante di un noto molino veronese, appunto fino ad Arco e Mori e …Val Lagarina dove i fornai il pane lo facevano ‘fresco’ anche il ‘sabato per la domenica’.
Insomma, si riparte in bici con Spiderman e … Alziamo la testa, ascoltando le sue Bici-Emotions introspettive quel tanto che ti aiutano a pensare alle Persone, oltre il paesaggio visto on the road.
Come ben scrive Spiderman che ricordo bene come “Ex portiere degli Amatori Granze” , mentre ha recentemente concluso questo “piccolo viaggio” in bicicletta “ come ogni tanto fa.
E che in questa occasione trova certificazione nelle tre/quattro immagini by fotogallery trasmessaci.

MAIN NEWS ( di Christian Toffano, mail 14.09.2016) / MONDOCICLANDO … DA FIESSO UMBERTIANO AL BRENNERO IN BICICLETTA

La bici è diventata una delle mie tante passioni. Mi da sempre un idea sconfinata di libertà , di avventura e di scoperta. Anche se  per ovvie ragioni legate a lavoro ed impegni di vita ordinari, sono costretto a limitare a poco più che di una o due ore le mie uscite, trovo sempre un momento di "paradiso" dove la mente libera da tutti i pensieri, viaggia insieme al corpo in armonia con ciò che mi circonda.
No, niente gare , niente tempi e medie da rispettare, quelle lasciamole agli agonisti del prosciutto ( il classico premio delle gare amatoriali).
Ostiglia era per me un posto remoto, paragonabile alle colonne d’ Ercole e associare la nebbia  a quelle zone d'Italia era praticamente cosa immediata. Ed invece quasi per caso o chi lo sa, nascondeva un segreto imparato strada facendo. Partenza da Fiesso Umbertiano con destinazione Brennero.
Brennero ? Fiesso? Ma perché ? Così ... stavolta si punta a nord senza un percorso preciso, senza mappe da seguire e con una sola certezza.. Il ritorno in ufficio Martedì 13 Settembre. Avevo sentito parlare di una pista ciclabile  che da Trento va verso l’ Austria e leggevo che la parte veneta era poco segnata e poco sfruttata. Macchisenefrega. In fondo un atlante ti salva sempre. È così una sera di noia mortale davanti alla TV, apro  alla pagina 55 e inizio a guardare la cartina.
L’occhio cade sul Po. L’ indice comincia a scorrere la pagina puntando dritto verso Mantova. Sembra che ci si possa arrivare risalendo il maestoso Fiume. È così è. Costeggiando il percorso denominato “Sinistra Po”  ad ogni colpo di pedale Mantova era sempre più vicina. Appare un simbolo strano su una tabella, di colore nero arancio ma l’entusiasmo dell’inizio unito alla velocità di crociera , passano sopra al dettaglio più interessante. Ostiglia... Prima sosta per un boccone. È qui che fermandomi ad osservare con attenzione , noto che quel simbolo non è l’indicazione di qualche coltura sperimentale, di qualche azienda agricola o di un discutibile punto di interesse. C’è scritto via Claudia Augusta. Il pensiero corre all’Impero Romano visto che con ogni  probabilità è un riferimento ad un antica via Romana.
Sarà la solita trovata pensavo è così lascio il mio telefono a riposare senza sbirciare tra le mille pagine di Google. In realtà più avanti, scoprirò che la via segnalata… partiva proprio da Ostiglia e attraversando l’Austria raggiungeva il Danubio, dal quale poi ci si poteva collegare alla Germania. Si riparte, Mantova è ancora lontana. Ad un certo punto saluto il Po e mi addentro nel parco del Mincio che con il suo canale artificiale segna la rotta con  affidabilità da GPS.
Mantova è raggiunta dopo 100 km. Niente male come primo giorno. La mattina seguente appena al di là della strada che da sul B&B dove ho riposato, inizia una pista ciclabile che costeggiando il Mincio ti porta a Peschiera del Garda o se vuoi anche a Verona. Sin dai primi km sono seguito da un signore anziano che a bordo della sua due ruote sportiva, se ne sta appena dietro. Io non ci faccio caso più di tanto. Seguo la strada è imposto la mia velocità che cercherò di tenere fino alla prima

SOSTA/ Dopo qualche  kilometro in concomitanza di un piccolo attraversamento, si affianca e saluta dicendo: "Buongiorno ...sei ben attrezzato vedo". Dopo alcune battute iniziamo a parlare come se ci conoscessimo da una vita. Mario ha 83 anni e ogni giorno fa ancora 50 km lungo la pista.  Ogni giorno con qualsiasi condizione atmosferica. Dice che il corpo va allenato così come la mente. Perciò di mattina in bicicletta e al pomeriggio di lettura. I nostri discorsi vagano dalla descrizione che Mario sfoggia sul territorio , ai tempi passati della guerra e della resistenza che lui ha vissuto durante l’ infanzia quando a scuola ti insegnavano a disinnescare le bombe. Dopo 25 km esatti  si congeda. Per lui è tempo di ritornare a casa come tutti i giorni. Al bivio di Valeggio sul Mincio, scelgo di girare verso Peschiera per evitare Verona. Di solito entrare ed uscire dalle grandi città ti fa perdere un sacco di tempo. Più in là si rivelerà una scelta non proprio azzeccata.
Peschiera è molto viva per essere un lunedì di inizio settembre. Per entrare la bici va portata a mano, vista la confusione e il divieto affisso. La sosta dura il tempo di un panino e qualche foto.
Quando  riparto cerco con lo sguardo le indicazioni per la pista ciclabile della Val d’ Adige ma non trovo da nessuna parte i segnali. Iniziò a girare fino a che non vedo un viale con il simbolo di pista ciclabile. Lo imbocco e si rivelerà un grosso errore. La pista si trasforma presto in un percorso ad ostacoli di tutti i camping della zona che hanno recintato i loro spazi quasi a ridosso del Lago di Garda.
Spesso devo scendere dalla bici perché  la sabbia non permette di pedalare. Rischi di cadere a terra poiché il peso delle borse , ti sbilancia e a nulla vale la potenza che scarichi sui pedali. Quindi meglio andare a spinta. Finalmente dopo un’ora appare una striscia di asfalto con un indicazione : Lazise. Da qui ritorno in sella e grazie ad un info raccolta sulla piazza da un altro ciclista, mi dirigo verso Cavaion Veronese dove passerò la seconda notte e da dove potrò riprendere la pista della Val d Adige. Il  mattino seguente bastano 3 km per ritrovare la strada maestra e il fiume mi farà compagnia per molti km. Sembra quasi di pedalare sull’acqua. A destra una parete di roccia e a sinistra il fiume. Io con la bici in mezzo , in totale sicurezza fornita da due alte e solide ringhiere di ferro e zero veicoli a motore. Poco più in là la strada inizia a presentare le prime asperità affrontate in scioltezza visti i pochi km percorsi fin qui. Brusche salite e altrettanto veloci discese finiscono quasi sempre per portarti dentro a qualche paesino che resiste in mezzo a questa immensa vallata. Tra un comune e l'altro il paesaggio inizia a cambiare. Le distese di granoturco che si perdono a vista d’occhio costeggiando l’Adige , lasciano spazio a vigneti, meleti e coltivazioni di ortaggi vari. Si passa in mezzo alle proprietà delle persone mentre i lavoratori stanno coltivando e vendemmiando l’ uva destinata alla produzione di Marzemino e Teroldego. È incredibile ... Pensavo che in Italia non fosse possibile una cosa del genere. Rovereto sarà la meta del giorno e il nostro alloggio è proprio sulla pista.

FANTASTICO/ Scambiamo qualche parola con il proprietario della casa che ci ospita. Dava per scontato che arrivassimo dal Brennero come il 99% dei ciclisti che si ferma qui. Quando gli spieghiamo che stiamo salendo... sorride ed esclama. : Bene , domani salita e vento contrario. E aveva ragione: il vento contrario sarà il nostro compagno poco simpatico.
Più avanziamo verso il Trentino e più capisci come con poche attenzioni puoi usare bene lo spazio per vivere meglio ed in sintonia con ciò che di più prezioso abbiamo: il nostro Pianeta. Sulla pista non solo turisti ma molti bambini che vanno a scuola a piedi e in tutta sicurezza. Persone di tutte le età che passeggiano con calma.
Spuntano anche i primi Bicigrill, vere e proprie aree di servizio per ciclisti dove puoi trovare cibo, bevande e assistenza per il tuo mezzo. Mi sono fermato in uno di questi punti di ristoro dove il titolare aveva piantato una asta con tantissime tabelle che indicavano le distanze di vari punti. Santiago de Compostela , Terra del Fuoco, Berlino , Roma etc.
Il vento durerà 77 km quel giorno e solo perché decidiamo di sostare ad Ora in un Garni dove l’ accoglienza è davvero calorosa e dove si nota che il cicloturismo è una realtà importante. Noto anche che l’Italiano è la seconda lingua... evidentemente 100 e più anni non hanno ancora cancellato il legame con l’impero austro ungarico.
Altra alba ed altra partenza dopo una ricchissima colazione. Mancano pochi km al Brennero... circa 100 ma preferisco spezzare la distanza e lasciare la Salitona di 40 km tutti in un unica giornata. Di lì a poco si rivelerà la scelta più azzeccata per permettere anche a chi è con me di divertirsi e conservare un ricordo bello di questa esperienza che vada al di là della fatica. La strada è sempre in costante pendenza positiva di 1-2% con frequenti strappi al 10-12% quando la pista viene fatta deviare dalla vena che segue a tratti l’autostrada del Brennero e a tratti la ferrovia. Il peso della bici e delle borse ( con attrezzatura e vestiario per due ) impegnano il mio motore ma l’esperienza dei viaggi passati unita agli allenamenti e alla tenacia rendono questa parte del tragitto il classico pane per i miei denti.
Attraverso Bolzano, città che testimonia come sia possibile vivere meglio e dove per spostarsi con una bicicletta oltre che non inquinare, velocizza i tempi per raggiungere i luoghi di lavoro o di destinazioni quando si parla di CITTA'. 
Ci fermiamo a Mezzaselva che dista  45 km dal confine. L’Austria è ad un passo. L’ultimo giorno è di quelli tosti. Sarà solo ed esclusivamente salita impegnativa con strappi anche al 20% dove mettere il rapportino diventa un obbligo. 
Vipiteno è tappa di sosta intermedia obbligata, un po' perché le salite ti danno un tregua ma soprattutto per la bellezza è l’incanto che offre l’ ingresso alla via principale.  Dopo la seconda colazione ripartiamo per l’ultimissimo pezzo di strada ..  Ultime fatiche e poi ... Brennero. Una Foto sotto il cartello Italia, un saluto a quello con scritto Osterreich e poi prendiamo il treno per Verona. Si torna a casa. A Verona ci rendiamo subito conto di essere tornati in Italia, in quell’Italia dove una più attenta programmazione ed un utilizzo delle risorse pubbliche maggiormente rivolto a sostenere la qualità della vita, renderebbe le cose molto più semplici.
Tornare da Verona a Rovigo in treno con la bicicletta è un impresa quasi impossibile. Trenitalia per la tratta Verona - Rovigo non effettua il trasporto. Siamo quindi costretti ad allungare il ritorno via PADOVA per poi cambiare con un Regionale veloce che ferma a Ferrara.
Con l’aiuto di una gentilissima Signora di FS, riusciamo a trovare la combinazione giusta. Mentre Lei smanetta al suo PC per stampare i biglietti gli dico: “ e pensi che in Austria il trasporto della Bici in Treno è un MUST… ci arriveremo mai anche qui?”
Lei risponde sorridendo:” con le teste che ci sono in questo paese credo proprio di no.”
Le teste.. dice bene la Signora .Le teste di chi ci amministra ma anche dei cittadini perché le colpe non stanno mai tutta da una sola parte. Più che sognare il giorno in cui costruiremo una rete di piste ciclabili che permetta a chi abita nelle periferie di raggiungere il proprio posto di lavoro senza usare l’auto, aspetto il giorno in cui la gente abbia la voglia di utilizzare almeno quel poco che abbiamo. Dobbiamo andare al di la della politica del taglio del  nastro e lamentarci quando le opere pubbliche realizzate non sono usate prima ancora che non curate. Dobbiamo avere più voglia di una vita a ritmo umano. E in questo la Bicicletta ci può dare una grande mano. ALZIAMO LA TESTA.

EXTRATIME by SS/ In cover e in fortogallery le immagini proposte hanno praticamente la didascalia incorporata, nelle …indicazioni stradali , dalle piste ciclabili del LungAdige a Bolzano-Bozen fino al Brennero, come da certificazione tabellare by Bici-grill.

Christian Toffano & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it