Christian Toffano ‘Ragno-Portiere’ in ‘bici-santuario’ da Lisbona a Fatima a Santiago de Compostela con X-Lady


29/11/2017

Nel suo viaggio–tour in bici on the road Portogallo, l’amico Christian Toffano, il ‘Ragno-portiere’ da Granze in amarcord Luigi Masetti cicloturista, ci racconta a modo suo un’altra delle sue esperienze dinamiche, del suo modo di essere comunque  Polesano nel Mondo , nel senso di ‘emergente’ eternamente in viaggio ‘biciclettando’ tra terra e acque , stavolta fino al cielo di Giacomo da Compostela.
Praticamente il suo viaggio bio-logico nei “Tre Santuari” che l’hanno emotivamente coinvolto nel suo ‘pellegrinare in bici’ , stavolta sulle strade del Portogallo, dove biker Toffano ha portato… il Fausto-Christian stavolta con Dama Bianca e i suoi sogni dell’anima a metabolizzarsi sia metafisicamente che religiosamente nel trittico santuari Fatima, San Thiago e …la sua amata e inseparabile Bici.
Certo lui Christian, la sua bici l’ha smontata e rimontata con quella sua collaudata esperienza ‘chirurgica’ che solo gli amanti del Bici-Viaggiare possono patrimonializzare.
Insomma, parafrasando la metamorfosi di Kafka, il nostro Christian Toffano è tout court la sua ‘Bici’ ( o viceversa?).
E così, giusto per passare dal suo mondo WWF eccovi nel nostro www.polesinesport.it, tutte le ‘esperienze dinamiche’ fatte da Christian-Bici in Portogallo, step by step dal 18 al 26 settembre fino a Santiago de Compostela.
E poiché nessuno di noi è scettico del tutto, vale la pena di leggere il suo Bici-reportage visto anche la seguente premessa mail by e-terno Bici-Spider-Man :<<  Ciao Sergio sono Christian Toffano ... Il Ragno (amatori Granze)... Ti mando un breve racconto del mio ultimo viaggio in bici Da Lisbona a Santiago de Compostela passando per Fatima seguendo l’antico cammino Portoghese. Prox anno se... tengo botta ho in testa un viaggio importante. Ciao >>.

 

 

MAIN NEWS ( di Christian Toffano, mail 28.11.2017) / REPORTAGE BY CHRISTIAN TOFFANO ‘IN-DU-ISTA’ SUL SUO VIAGGIO ‘IN BICI’ ON THE ROAD IN PORTOGALLO DA LISBONA A FATIMA E SANTIAGO DE COMPOSTELA.
E’ una fredda mattina di metà settembre, la pioggia ( la prima dopo un estate rovente) ha deciso di bagnare la partenza da casa. Le biciclette sono smontate ed imballate, pronte per essere imbarcate sull’Aereo che da Venezia ci porterà a Lisbona, punto di partenza di una nuova avventura Che vedrà il suo epilogo a SANTIAGO DE COMPOSTELA.
All’aeroporto la gente osserva le enormi scatole che a fatica trasporto al check in per l’imbarco dei bagagli oversize. Destreggiarsi tra la folla è impresa ardita. Biglietto passeggeri ok, biglietto Biciclette ok. Si può decollare. Durante il volo ripasso mentalmente ogni singola vite delle bici cercando di immaginare tutte le operazioni per il montaggio. La mente a volte è una fabbrica di dubbi tanto che hai paura di aver scordato quella chiave fondamentale che avrai controllato mille volte di inserire prima di chiudere tutto… e finchè
non inizi a riassemblare i pezzi, non sei sicuro di aver portato con te. Le 3 ore e mezza che separano Venezia da Lisbona le passo così, tenendo le dita incrociate perchè il cambio e altri parti delicate dei nostri cavalli d’acciaio non si danneggino nel trasporto.
A LISBONA IL TEMPO E’ SERENO. Le operazioni di recupero valigie sono un pò più lente del previsto ma dopo circa un ora escono dal ritiro bagagli fuori misura le scatole con le Bici. Una è danneggiata. Calma… adesso ci vuole calma… non sarà niente. Continuo a ripetermi questo mantra quasi a scongiurare un inizio in salita.

 

 

 

È sabato sera… e se qualche pezzo va sostituito rischio di iniziare a pedalare con qualche giorno di ritardo.
Cerco un posto fuori dal caos per aprire le scatole e iniziare a ricomporre quello che sarà il mio unico mezzo di locomozione da qui ai prossimi dieci giorni. La gente curiosa si ferma a guardare…parlano tra di loro ma non capisco.. il portoghese non mi è proprio familiare. Organizzo lo spazio attorno riservando un posto sacro per le chiavi. Servono adesso.. ma serviranno (TUTTE) anche a viaggio concluso per smontare ancora la bici e rispedirla a casa. E’ tutto in ordine, non c’è niente di rotto. Dopo circa due ore possiamo partire ma ormai si è fatto tardi e cerchiamo di raggiungere un albergo per trascorrere la notte.
Il GIORNO SEGUENTE l’avventura entra nel vivo. La sveglia suona di buon ora perché i kilometri si macinano meglio di mattina. Colazione e poi via. Lisbona si rivela bella e invoglia ad una sosta da turista… ma l’obiettivo qui è diverso.
Le indicazioni del Cammino inizialmente richiamano più frequentemente la vicina
Fatima dove abbiamo deciso di passare più per curiosità che per altro. I primi kilometri sono pianeggianti e caratterizzati da due compagni inseparabili.. l ‘oceano e il vento, un vento che soffia laterale ma che non disturba la pedalata. Abbandonata Lisbona iniziamo a cogliere cos’è veramente il Portogallo. Si nota molta semplicità nelle persone che si incrociano, nelle case e alla prima sosta restiamo positivamente sorpresi per il costo della vita. Qui si spende notevolmente meno. Lungo il percorso iniziamo ad incontrare i primi pellegrini che a piedi con lo zaino in spalla, percorrono la nostra stessa strada. La prima sosta la facciamo in un paese di cui non ricordo il nome. Prendiamo una pizza in un piccolo ristorante gestito da un Toscano che abita li da 42 anni.

 

 

 

Ci racconta un pò della sua vita Italiana e Portoghese dandoci consigli di ogni tipo e congedandosi dicendo.. qui prima dell’arrivo dell’unione europea la gente faceva sempre festa anche se non aveva molto.. oggi hanno tolto anche quel poco che avevano e nessuno fa più festa.

Il pomeriggio del primo giorno scorre via veloce e dopo circa 80 km è tempo di fermarsi . Troviamo posto in un albergo per pellegrini ( albergue).
La camera è semplice e il bagno è ai limiti delle dimensioni umane… ma c’è tutto
quello che serve. Un letto, le coperte e l’elettricità; fine!! Sistemate le cose c’è da pensare alla cena che recuperiamo in un supermercato. Costo per due … euro 3,53. Incredibile. Il secondo giorno si inizia a fare sul serio… più in là si va e più diminuiscono i tratti facili e pianeggianti.

Arrivano le prime pendenze che qualche giorno dopo diventeranno molto impegnative se pur in presenza di colli alti non più di 300/400 mt.
Il Sud del Portogallo è questo… o almeno la parte che abbiamo percorso… Una collina dopo l’altra che non ti fa mai intravedere una fine della salita perché appena scendi ne hai subito un'altra da scavalcare. Inoltre si viaggia fuori strada tra sassi buche e sabbia rendendo difficilmente controllabile la bicicletta che a pieno carico sfiora i 42 kg totali. Attraverso un bosco dal terreno via via sempre più insidioso tanto che in una piccola discesa perdo il controllo della bici e cado rovinosamente a terra per fortuna senza conseguenze.
Qualche livido ma ci vuole altro per fermarmi . Fuori dal bosco il cammino prosegue su due binari del treno.

 

 

 

Penso che sia una linea dismessa visto che sia i pellegrini che la gente del posto utilizzano questa via con disinvoltura. Un attimo dopo di fronte a me appare una locomotiva che traina 2 vagoni. Arriva lenta, molto più lenta dei nostri treni merce, tanto che ad un passaggio a livello ( qui le sbarre non ci sono ) si ferma per controllare che nessuna auto attraversi.
La sosta a MINDE ha qualcosa di incredibile. È tardi.. Fatima ancora a 30 km e la guida segnala parecchia salita. Meglio fermarsi e recuperare energie. In questi viaggi uno degli
errori più comuni che si possono commettere è quello di farsi prendere facilmente dall’entusiasmo e bruciare tutte le energie psicofisiche subito. Qui però non ci sono albergue per pellegrini… e sulla strada fuori Minde, non ci sono posti utili per riposare. All’improvviso si apre un portone. Escono due anziani che ci guardano e si mettono a dire qualcosa tra di loro ( probabilmente ci scambiano per pazzi).
Mi butto e provo a chiedere se conoscono un posto dove si può dormire. La domanda rigorosamente in inglese.. qui non è consigliato parlare lo Spagnolo in quanto tra i due Stati c’è ancora parecchia ruggine per “scaramucce” di ex colonie e balle varie. L’inglese non funziona e allora ricorro ai metodi sempre validi… “me spiego a motti”. Funziona!!! Dopo due 3 telefonate il vecchio con il furgone mi dice di seguirlo. Ci porta in una casa privata che condivideremo con una coppia di francesi. La casa ha tutti i confort compresa la piscina coperta e riscaldata con pannelli solari. Costo del soggiorno: 25 euro.

 

 

TERZA MATTINA. Si sale per davvero. Dal primo metro iniziano strappi al 10/12 %. Le bici sembrano più pesanti oggi tanto che capisco subito che non sarà per niente facile.
Fatima dista 30 km ma viste le asperità del terreno ( in alcuni pezzi è impossibile pedalare tanto che si scende e si spinge) ci mettiamo quasi 4 ore.
Anche se arrivo da scettico, mi piace ricordare il senso di tranquillità che si respira quando si entra nel piazzale del santuario. Ci sono molte persone che fanno il loro tour…chi per fede, chi per curiosità chi senza un perché si trova li.
Oltre alla calma e alla tranquillità rimango colpito da una cosa particolare. Dall’inizio del piazzale parte un percorso rettilineo leggermente in discesa, che viene attraversato in ginocchio dalle persone.
Strisciano 3 volte in avanti e si fermano a ripetere qualcosa. Poi riprendono fino ad arrivare al santuario vero e proprio.
Chissà quante storie e quanti perché dietro quel gesto. Inizia a fare caldo… temperatura insolita per essere a fine settembre. Le salite si sono fatte sentire e dopo essere ripartiti e aver percorso altri 25 km, ci fermiamo a TOMAR visto che dopo quel paese per 50 km la guida segnala l’assenza di posti per pernottare. La cena è servita in camera…NO , nessun lusso. Mi preparo un piatto di pasta grazie al mio fornello da campeggio e alla bomboletta di gas che finalmente sono riuscito a trovare in un negozio. Inizio a testare anche questa
attrezzatura in vista di un nuovo viaggio che ho in mente per il 2018.

 

 

 

Il QUARTO GIORNO conferma le indicazioni della guida. Da Tomar percorro 50 km senza incontrare anima viva. Solo case diroccate con il cartello appeso VENDE SE ( VENDESI). Oggi proveremo ad arrivare a COIMBRA. Stiamo risalendo il Portogallo lentamente e dopo questo tratto di “deserto” iniziamo a vedere che il paese cambia. Notiamo sempre più vita e più attività commerciali se pur lontane dalle nostre realtà industriali. Il contorno sempre
più pieno e frizzante, aiuta a sentire meno lo sforzo. Arriva la prima vera crisi per la mia compagna che probabilmente non ha recuperato a pieno dai giorni precedenti… ma dalla sua ha la volontà di arrivare e l’esperienza della Maratoneta; un mix che le permette di superare l’ostacolo e arrivare a Coimbra ancora in forze. Coimbra mi resterà impressa per la sua vita ( città universitaria) e per i suoi colori. Anche questa una tappa da rivisitare come turista.
Il QUINTO GIORNO scorre veloce… come la strada che percorriamo. Un pò di pianura e qualche sali e scendi poco impegnativo condiscono la giornata che trova il suo senso quando ci fermiamo a dormire ad ALBERGARIA A VELHA. Qui si tocca il fondo in termini di sistemazione. Siamo noi due in un edificio vecchio in legno che il proprietario tiene ai limiti della decenza. Il Paese non offre nulla per cenare. C’è solo una pasticceria che prepara fantastiche paste e torte.

Qui nel Portogallo se c’è una cosa di cui si possono vantare per il mondo sono proprio le Pasticcerie che sono tutte fantastiche e le loro vetrine ti fanno cedere ogni volta alla tentazione.
Il mattino seguente ci svegliamo molto presto. Devo pulire le bici che dopo 5 giorni di pedalata tra sabbia terra e sporco che si raccoglie dalla strada, sono in condizioni pietose.

Prima di sistemare le borse, smonto le ruote e spruzzo quantità industriali di sgrassante tra i pignoni e poi sulla catena e sul deragliatore. Con uno straccio si passa dentro le fessure e si pulisce la catena. Una bella oliata alla catena e il tagliando è completato.

 

 

 


Bici pronte per un'altra tappa che dopo ben 1100 mt di dislivello ci farà arrivare a PORTO dove decidiamo per necessità di cercare un vero alloggio. Prendiamo una appartamento appena fuori dal centro storico. Dobbiamo riordinare tutte le cose, lavare i capi che riutilizziamo e vogliamo dormire su un letto con lenzuola, lasciando a riposo per una notte i sacchi a pelo.

Il SESTO GIORNO è l ultimo che passiamo in Portogallo. Da Porto arriviamo a BARCELOS, città famosa perché ha dato al Portogallo il suo simbolo: Il Gallo. Qui ci sono ovunque galli colorati disseminati sulle piazze. Leggo la versione inglese su una didascalia di un monumento che narra la storia della bellissima cittadina. In sostanza è una leggenda che racconta di un gallo resuscitato per provare l’innocenza di un pellegrino, accusato di furto ingiustamente da una dama che si era invaghita di lui ma che non era stata corrisposta.

Il SETTIMO GIORNO dopo 80 km arriva il momento di salutare il Portogallo per entrare in Spagna. Mancano ancora un pò di km per arrivare alla meta finale. Il meteo inizia a guastare le nostre giornate… Le temperature si abbassano e le nubi minacciano una perturbazione in arrivo. L’ingresso in Spagna non è dei più spettacolari.
TUI ( il nome del paese dove ci fermiamo) sembra un quartiere malfamato di Los Angeles.
Strutture fatiscenti e abbandonate. Una dormita veloce per ripartire agili e con vigore il giorno dopo.
Santiago è ormai ad un tiro di schioppo… siamo a circa 100 km visto che il meteo sta cambiando in fretta decidiamo di fare più strada possibile. Si pedala su strade Romane che sono giunte in ottimo stato fino ai giorni nostri. Hanno solo una particolarità. Le pietre con le quali sono costruite, ti fanno letteralmente ballare sul sellino con notevole dispendio di energie.

 

 

 

Sembra di essere alla Parigi Roubaix con una bici da 42 kg e tratti al 10% di salita. A mezzogiorno dopo la sosta inizia a piovere e per non rischiare l’osso del collo siamo costretti ad abbandonare il cammino. Dopo alcuni tentativi di restare sulla strada maestra, mi arrendo quando in un tratto di salita a causa del bagnato e del peso, mi scivola la ruota anteriore facendomi cadere a terra battendo gomiti e anca. Mi è andata bene anche stavolta.. ma meglio non sfidare troppo la sorte.
Al primo incrocio con la strada asfaltata, seguo le indicazioni per PONTEVEDRA, ultimo paese
di rilievo prima di Santiago de Compostela. E’ la scelta più ragionata. Piove a dirotto. Fa freddo ( 9 gradi) e siamo abbondantemente in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Inoltre le previsioni dicono che sarà una perturbazione veloce che ne precede una in arrivo il Mercoledì. Quindi visto che il giorno seguente ci sarà il Sole, preferisco raggiungere la meta in una giornata luminosa.

L’ULTIMA TAPPA E’ BELLISSIMA. La fatica non si sente e alla partenza siamo tranquilli ed entusiasti. Annusiamo il profumo della meta. I segnali del cammino ormai sono a due cifre ( - 45 / -32 ….) Gli strappi in salita ( numerosissimi nell’ultimo tratto) vogliono farci guadagnare la pagnotta ma ormai corpo, mente e bicicletta hanno deciso che OGGI SI ARRIVA.
L’ingresso a SANTIAGO è silenzioso. La mente ripercorre tutta la strada fatta in un attimo ed è in questi momenti che la meta “perde” un pò del suo significato. Il vero senso del
viaggio è il viaggiare stesso.. il continuo spostarsi.. la Fuga da quello che conosci oggi per vedere cosa ti riserva il domani. I miei viaggi nascono da qui… da ogni fine per un nuovo inizio.. per una nuova avventura.

 

 

 

EXTRATIME by SS/ In cover la esplosione di gioia di Christian Toffano al suo arrivo davanti al Santiago di Santiago e Compostela.
Al termine di un lungo viaggio ‘portoghese’ con partenza da Lisbona come certifica la mappa della Penisola Iberica , che vi proponiamo anche perché per arrivare al Santuario di Compostela è possibile arrivarci anche percorrendo il ‘Cammino Spagnolo’ come hanno fatto i due noti ‘rossoblu’ polesani già raccontati su questo sito e che vi proponiamo in tandem kit con la cartina geografica.
A questo punto ecco tutta una serie di eloquenti immagini del nostro amico ‘cicloturista’ Christian Toffano durante tutto il suo viaggio portoghese peraltro fatto insieme alla amica Lady Bici che vi proponiamo in last flash smile con sfondo facciata del Santuario de Compostela.

Una Story, quella di Christian Toffano sicuramente da promuovere in the world, qui su questo sito www.polesinesport.it che guarda caso proprio oggi, come da specifica 'certificazione' , ha superato 560_MILA contatti  e le oltre 900_MILA pagine viste, grazie a Personaggi speciali come il "Ragno-Portiere-Veneto' già di casa su questo sito.

 

 

 

Per quanto riguarda ‘Il cammino portoghese’ segnaliamo che  “è lungo circa 760 chilometri e parte da Ponte de Lima, in Portogallo, per arrivare a Santiago percorrendo il lungo litorale a picco sull’oceano. Una variante del percorso molto popolare, parte da Lisbona ed è lungo 630 km. Questo percorso passa per le cittadine portoghesi di Santarém, Coimbra, Porto e Pontevedra, tutte di singolare bellezza. Si arriva in Spagna attraversando il fiume Miño, il fiume più lungo della Galizia che dalla Spagna sfocia in Portogallo in un territorio verde e rigoglioso”.

 

Christian Toffano & Sergio Sottovia
www.polesinesport.it