Ciao Silvano Modena, gran maestro di Boxe & Vita by Pugilistica Rodigina/ Written by Raffaello Franco & Ring


20/06/2016

Icona della boxe rodigina, Silvano Modena è stato …il fiore dell’albero della vita per i ‘ragazzi coi guantoni’ e per Campioni come i col tricolore partendo da Marco Antilibano (superwelter novizi 1977) arrivando fino ad Antonio Brancalion ( medi seconda serie ad Ascoli 1995), mentre nel mezzo sono stati tricolori Alberto Castellacci, Cristian Bezzon, Giorgio Tzounos, oltre agli altri 3 di Antonio Brancalion nonché lo speciale tricolore di Carlo Brancalion ( welter dilettanti assoluti a Verbania 1994).
Per parte nostra ricordiamo quanto già scritto da Raffaello Franco sempre qui su www.polesinesport.it , sia sulle qualità umane del maestro Modena che come insegnante di boxe in una Pugilistica Rodigina protagonista a livello nazionale.
Anche per questo scomparsa di Silvano ‘maestro di vita’ ha lasciato un vuoto enorme sia nella famiglia ( lascia la moglie Antonia Mandruzzato, i figli Antonello e Antonella, le nipoti Valentina, Giulia e Giada) che cuore della gente di Rovigo e dintorni che oggi (ore 16 in chiesa a Borsea) lo accompagneranno nel suo ultimo viaggio in cielo dove è appena salito Muhammed Alì – Cassius Clay e dove ritroverà quel Maci Battaglini col quale da giovane rugbista ( pilone, 4 presenze in Serie A) proprio Silvano Modena aveva vinto lo scudetto 1962. Lui che poi sarà cameriere al Cristallo e che grazie ai grandi Nando Strozzi ed Enzo Correggioli , fin dagli anni 70 è stato il ‘maestro della boxe’ della Pugilistica Rodigina. Lui che da giovane a Granzette era soprannominato "Saffa" e come 'peso medio' tra i Dilettanti aveva disputato a Parma nel 1956 anche i Campionati italiani, prima di 'mettersi in un angolo' ma a bordo ring per ...migliorare la vita dei suoi ragazzi.

Perciò Silvano Modena , morto a 80 anni ma eterno maestro di boxe e di vita, si merita qui su www.polesinesport.it questa collocazione tra i “Polesani nel Mondo” , tanto più che possiamo onorarlo come “Personaggio Story” con questo ‘personalissimo ricordo’ scritto da Raffaello Franco che l’ha conosciuto da vicino e di cui vi proponiamo i seguenti “prologo e reportage” …con tutto il cuore.

PROLOGO MAIL ( di Raffaello Franco, mail 19.06.2016) / IL MAESTRO SILVANO MODENA VISTO DA VICINO…

<< Ciao Sergio, questa volta per il "condominio" di PolesineSport.it non ti mando qualcosa inerente alle attività della New Ascaro Rovigo asd ma un mio personalissimo ricordo di Silvano Modena che ieri ha lasciato questo mondo dopo una malattia che non gli ha lasciato scampo. E' inutile che ti venga a raccontare della valenza e dello spessore di questo personaggio che ha dato molto alla boxe ed allo sport Polesano visto che so che conoscevi molto bene. Un personaggio che in passato ho già raccontato, seppur indirettamente, sulle pagine del sito.
Questa volta però ho voluto raccontare il Maestro attraverso una serie di aneddoti vissuti dal sottoscritto. Non sono mai stato uno dei suoi pugili, forse quindi non sono il più adatto per tracciarne un profilo, ma questa grande persona mi ha sempre appassionato ed incuriosito ed è per questo che ho pensato di raccontare Silvano Modena anche dal mio punto di vista per completare il profilo di questo grande uomo di sport.
Ringraziandoti ti saluto cordialmente./ Raffaello Franco >>

 

MAIN NEWS ( di Raffaello Franco, mail 19.06.2016) / LA LEZIONE DI SILVANO MODENA, MAESTRO DI SPORT NELLA PALESTRA DELLA VITA

Chi mi conosce sa che ho fatto molti sport, dai più popolari a quelli più di nicchia. Ce n’è uno però che non ho mai praticato anche se è uno dei miei preferiti: la boxe. Non so spiegare il motivo del perché non mi sia mai avvicinato in modo agonistico alla Noble Art, forse un motivo vero e proprio non c’è. Eppure più volte, nel corso di questi miei primi 45 anni di vita, ho avuto modo di incontrare Silvano Modena, un grande personaggio della boxe polesana, una persona unica ed inimitabile che ieri, in un sabato d’inizio estate, ha deciso di lasciare questo mondo dopo una breve quanto terribile malattia.
Ricordo ancora la prima volta che incontrai il Maestro in quello che per una vita è stato il suo piccolo grande regno, la palestra della Pugilistica Rodigina in Viale Trieste a Rovigo. Una vera e propria fucina di talenti forgiati dalle sapienti mani del “sergente di ferro” Modena. I più anziani ricorderanno che, in Viale Trieste, dietro la palestra c’era una pista sulla quale si giocava l’hockey a rotelle. All’epoca ero uno sbarbatello che frequentava le scuole medie e che giocava nel settore giovanile dell’hockey Rovigo. Un giorno arrivai con largo anticipo sull’orario dell’allenamento. Ne approfittai allora per dare un’occhiata ai pugili in preparazione. Ricordo che tra loro c’era qualcuno, più o meno mio coetaneo, appartenente a quella generazione di boxeur che successivamente si coprì di gloria sui ring italiani ed anche su quelli internazionali, dando lustro alla città di Rovigo. Tutti lavoravano duro seguiti da questa icona della boxe polesana. Un po’ intimidito e con molto rispetto per quell’ambiente che trasudava storia, rimasi sulla soglia della porta ad osservare ed a respirare quell’inebriante fetore dato dal mix di vasellina e sudore tipico di ogni palestra di pugilato. Fin da allora mi piaceva seguire questa antichissima disciplina sportiva e mentre ero intento ad osservare il durissimo lavoro fisico di quei ragazzi non mi accorsi che Silvano Modena mi stava guardando e ad un certo punto, senza tante premesse com’era nel suo stile, mi disse:<<Perché non vieni a provare? Potrei tirar fuori un bel peso massimo con quel fisico che ti ritrovi!>> .
Restai un po’ spiazzato e ricordo ancora che riuscii a rispondere, ringraziando e declinando però l’offerta, solo con una battuta dicendo che non ci tenevo molto a rischiare di farmi rompere il naso già peraltro non bellissimo di suo. In realtà l’offerta del maestro Modena mi aveva molto lusingato, il mio percorso sportivo però era destinato a prendere altre strade.
Non c’è dubbio che Silvano Modena fosse un grande maestro di boxe, uno della vecchia scuola, uno da prendere come esempio tanto che anche lo scrittore Alessandro Baricco lo studiò come modello per costruire, in uno dei suoi più brillanti romanzi, il profilo del suo personaggio Mondini. Non molti sanno però che Modena si era costruito un’esperienza infinita anche nel trattamento e nella cura degli infortuni e fastidi sportivi. Per carità, nulla di scientifico certo, tutto molto “artigianale” grazie all’utilizzo di cose naturali, però tutto molto efficace e risolutivo, non c’è dubbio. Mio padre, che lo conosceva molto bene, fra una chiacchiera e l’altra sul liston di Piazza Vittorio, gli chiese un consiglio su come risolvere un problema ad una caviglia che mi tormentava e dal quale non sembravo guarire nonostante le terapie. All’epoca lanciavo il disco ed avevo la necessità di essere al 100% della forma per poter competere nei campionati regionali di atletica leggera. Il consiglio di Modena fu una serie di applicazioni con l’argilla e dopo poco infatti il dolore alla caviglia si risolse e potei tornare a gareggiare senza problemi.
Un altro mio ricordo legato al maestro Modena risale al 14 settembre del 2007. Ad Ariano Polesine Stefania Bianchini mise in palio il titolo mondiale dei Mosca WBC combattendo con la statunitense Eileen Olszewsky. La  sorprendente hawaiana ottenne un verdetto di pareggio che comunque permise alla Bianchini di mantenere la corona WBC. Quella sera ad Ariano nel Polesine a bordo ring si registrava la presenza di diversi personaggi importanti del pugilato nazionale e tutti, nessuno escluso, si fermavano a scambiare due parole con Silvano Modena. Tutti, nell’ambiente, conoscevano il maestro rodigino e tutti andavano a rendergli omaggio. Io e l’amico Alberto Olimpieri quella notte avemmo l’occasione di conoscere Giacobbe Fragomeni il pugile milanese, che l’anno sucessivo conquisterà la cintura WBC di campione del mondo nella categoria massimi-leggeri, giunto in Polesine per sostenere la concittadina e collega impegnata nella difesa della corona mondiale. Ricordo ancora quella lunga chiacchierata a quattro voci tra il sottoscritto, Alberto, Silvano Modena e Giacobbe Fragomeni. Un’alternanza di aneddoti, emozioni, esperienze diverse e la straordinaria simpatia del futuro campione del mondo conosciuto grazie al maestro Modena.
Questo mito dello sport rodigino mi incuriosiva sempre di più. Così quando iniziai la mia collaborazione con la rivista Area Sport, mi venne l’idea e la voglia di conoscerlo più da vicino e di vederlo all’opera nel suo ambiente naturale. Sono sempre stato convinto di una cosa. Per poter scrivere quanto meglio possibile di sport servono tre cose: conoscerlo, amarlo e provarlo in prima persona!  Volevo scrivere un servizio diverso sulla Pugilistica Rodigina e sul suo leader e per questo, nel 2010, chiesi al maestro Silvano Modena se mi avesse permesso di provare ad allenarmi con i suoi pugili!
Mi mancava solo l’ultimo ingrediente per poter scrivere un articolo diverso sulla Noble Art. Conosco la boxe, l’adoro ma non avevo mai frequentato una palestra di pugilato.  Gentilmente il maestro Modena, “vecchia” gloria del ring che in gioventù affrontò anche Nino Benvenuti, mi concesse questo onore.
Entrai così, per la prima volta da “protagonista”, nella storica palestra di Viale Trieste, luogo ricco di storia e leggenda che avevo respirato dentro quel piccolo e fatiscente locale di Viale Trieste molti anni prima. La prima cosa che mi colpì fu la passione che il maestro Silvano Modena ed il fido Bruno Cominato trasmettevano ai loro pugili in allenamento ed indirettamente al sottoscritto. Così decisi di provare sulla mia pelle cosa significasse allenarsi da boxeur e testare direttamente a quanti sacrifici “gratuiti” si sottoponga un pugile, per raccontarlo ai lettori di Area Sport e magari invogliare chi era alla ricerca di un’attività fisica sana e completa a cimentarsi in quest’affascinante disciplina sportiva. Per iniziare, il maestro Modena, mi diede l’ennesimo consiglio e mi invitò a procurarmi due cose, cose semplici ma necessarie per svolgere l’attività in palestra: le bende per proteggere le mani ed un paradenti. Questi sono gli unici accessori utili per iniziare l’attività pugilistica, anche per chi non frequenta la palestra con l’obbiettivo di combattere. Il paradenti infatti aiuta a respirare correttamente per il naso e non per la bocca come in genere si tende a fare sotto sforzo. Ero pronto per iniziare questa nuova straordinaria avventura. Alla “Pugilistica” il tempo viene scandito da un cronometro che ogni tre minuti emette un suono. Durante quei tre minuti (la durata di un round), devi impegnarti a fondo per svolgere l’esercizio che il “sergente di ferro” Modena ti ha assegnato. L’intervallo per respirare è di un minuto. Tutto funziona come sul ring. Corsa sul posto a ginocchia alte, corda, saltelli prima con un piede, poi con l’altro. Con due o tre serie, da tre minuti ciascuna ed a quel ritmo, vi assicuro che il riscaldamento è completo:<<Adesso prendi i guanti e vai con Bruno>> tuonò il Maestro.

Bruno Cominato, un’altra icona della boxe rodigina non so da quanto tempo al fianco del maestro Modena, mi aiutò a calzare i guantoni, una bella emozione! Era la prima volta che ne indossavo un paio. Per prima cosa Bruno, un altro “sergente di ferro” ma come il maestro Modena dotato di un cuore d’oro, mi impostò la guardia. Dopo di che mi invitò a saltellare. Poi mi insegnò a colpire il sacco di sinistro, poi di destro e poi ancora la combinazione destro sinistro, il montante ed il gancio. Era il primo giorno di frequenza della palestra e già avevo avuto l’occasione di provare la gamma completa dei principali colpi codificati dalla Noble Art. Incredibile! Durante gli esercizi Bruno era sempre molto attento alla postura del corpo e controllava minuziosamente ogni mio movimento di braccia e gambe. Dopo un paio di riprese col sacco ero già molto stanco ma anche molto soddisfatto e per la prima volta iniziai a rendermi conto quanto un pugile debba essere fisicamente preparato per poter affrontare un incontro. Io avevo appena “combattuto” qualche ripresa con un sacco inerte. Un pugile sul ring di fronte invece ha un avversario che risponde colpo su colpo, si sposta, schiva, saltella. Di fiato e di preparazione ce ne vogliono! Silvano Modena non ha mai mandato sul ring uno dei suoi ragazzi se prima non era certo che fosse pronto prima di tutto fisicamente e poi anche tecnicamente. Nemmeno i talenti più brillanti che sono transitati negli anni per la palestra di Viale Trieste sono stati esenti da questa ferrea regola. Dopo il “sacco” arrivò l’ora della ginnastica. Il sottoscritto e tutti i pugili presenti in palestra si disposero agli ordini di Silvano Modena per eseguire una miriade di esercizi a corpo libero, esercizi che interessano gambe e braccia, per finire poi con un’infinità di addominali. A confronto i round col “sacco” erano stati, almeno per il sottoscritto, una passeggiata.
Ma non era ancora finita! Si ricominciava! Chi al sacco, chi alla corda, chi allo speed bag, chi allo scalino “spezzagambe”, tutto sotto la formidabile supervisione di Silvano Modena a Bruno Cominato. Già lo sapevo ma sulla mia pelle capii che per formare un pugile ci vogliono mesi, forse anni. Le sapienti mani del maestro Modena, hanno plasmato nel tempo diversi talenti, ricordiamo tra gli ultimi i vari Castellacci, Brancalion e Ferracin, ma anche tanti altri che magari non hanno raggiunto gli stessi risultati ma che però hanno imparato a conquistare una cosa forse più importante di una cintura: hanno imparato a vivere.
Silvano Modena magari poteva sembrare un tipo burbero, duro e sempre imbronciato. Così era il suo personaggio, ma aveva un cuore straordinario e soprattutto era una persona giusta e corretta! Di certo non faceva sconti a nessuno, ti chiedeva il 100% ma ti ritornava il 150 e forse più! Nella sua vita ha costruito tanti pugili ma il suo pallino era quello di costruire uomini. Insegnava boxe ma il suo obiettivo vero era quello di insegnarti a vivere!  Dopo quell’esperienza per un certo periodo iniziai a frequentare la palestra, purtroppo ormai troppo vecchio per poter combattere comunque mi piaceva allenarmi e respirare quell’atmosfera che si vive nella storica palestra di viale Trieste.
Qualche mese fa, una mattina, trovai il maestro Modena al parcheggio dell’Ospedale di Rovigo. Mi fermai a fare le solite quattro chiacchiere e gli chiesi cosa mai ci facesse li. Mi disse che gli avevano trovato un “brutto male” ed era lì per le cure del caso. Mi disse comunque che sembrava che la cosa potesse essere risolvibile. Poi aggiunse che stava aspettando la nipote che l’avrebbe accompagnato alla terapia. La giovane infatti arrivò di lì a poco con un librone sotto il braccio. Il maestro Modena mi raccontò che la ragazza stava preparando un esame universitario e che era molto orgoglioso di questa nipote molto brava, diligente e studiosa.
Nei giorni successivi, dal mio ufficio che dà proprio sull’entrata principale dell’Ospedale di Rovigo, mi imbattei più volte a veder passare il maestro Modena. Il suo passo mi sembrava sempre più appesantito ed incerto. Anche il suo fiero sguardo mi sembrava sempre più spento. Purtroppo mi rendevo conto che la malattia lo stava consumando giorno dopo giorno.
Mi piace pensare che un po’ di sollievo l’abbia potuto trovare almeno con il ritorno a Rovigo, dopo 26 lunghi anni, dello scudetto vinto dalla Rugby Rovigo. Silvano Modena infatti, oltre che un ottimo pugile dilettante, era stato anche un rugbista ed aveva indossato la maglia rossoblu dei bersaglieri vincendo uno scudetto negli anni ‘60. Giocava nel ruolo di pilone. Non aveva collezionato moltissime presenze in prima squadra ma si dice che fosse un giocatore tosto, di quelli ostici da affrontare tanto che si racconta che un giorno un avversario si rifiutò di affrontarlo dopo che alla prima mischia aveva troppo sofferto contro quel pilone un po’ fuori dagli schemi.
Adesso il maestro Silvano Modena ha raggiunto i suoi vecchi compagni di tante battaglie. Giulio Rubello, Maci Battaglini e tutti gli amici, pugili e rugbisti, che si ritrovavano al bar Luce di Nando Strozzi che era covo e luogo di ritrovo di tutti i grandi sportivi che in passato diedero lustro alla città di Rovigo. Sono certo che l’avranno accolto come un fratello.
Ciao maestro Modena, riposa in pace!

EXTRATIME by SS/ In cover Silvano Modena maestro di boxe e di vita.
Anche per questo in fotogallery, a certificazione di sempre simpatici incontri in Piazza a Rovigo, ecco Modena in uno storico incontro , al centro tra Franco Frigato ( anima della Olimpica Skaters) e Nini Costantini ( calciatore Spal e Napoli) , assistiti da … Giuseppe Garibaldi - monumento
E a completamento , Silvano Modena a fianco del fido scudiero Bruno Cominato e di Raffaello Franco con la sua Pugilistica Rodigina e con Raffaello Franco ‘campione di barba e baffi’ nonché pugile e  writer…in piedi al centro della scena.

Raffaello Franco & Sergio Sottovia
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