Covid e Amara esperienza: “J’accuse” di una figlia ad una RSA dell’Altopolesine/ “Mia mamma è morta, ma nonostante il ‘green pass’ mi è stata negata la ‘vicinanza’ familiare"


La vita è una sola e va ‘vissuta sempre’ con sensibilità e umanità.
Lo diciamo da sempre e non è in contrasto col fatto che proprio ieri la Corte Costituzionale abbia bocciato il ‘quesito referendario’ sulla Eutanasia legale.
Di cui peraltro le motivazioni sulla ‘inammissibilità’ non ci sono ancora, ma l’Ufficio Comunicazione della Corte Costituzionale ha spiegato che << a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della  norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana in generale e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili>>.
Ma questo è un altro discorso, più generale ( perciò non l’abbiamo neppure citato nel titolo perché ‘non abbinabile’ al fatto che segnaliamo…) , anche se riguarda sempre  la necessità di far coincidere le esigenze del vivere quotidiano con le sensibilità che il ‘Sistema Stato’ dovrebbe avere verso i deboli , attraverso le leggi ‘nel rispetto delle quali’ devono attuarsi i comportamenti anche del personale sanitario.
Il che è particolarmente difficile, come lo é di questi tempo di pandemia Covid , nel quale il nostro principio base che “la vita amico è l’arte dell’incontro” non ha sempre trovato adeguata assonanza, come ci segnala appunto il seguente reportage trasmessoci da Franco Rizzi in cui peraltro spiega “ La presente pandemia è raccontata dai social "attraverso i turni e i sacrifici del personale medico, che applica dei protocolli e, se si è fortunati, anche buon senso civico e umanità”.
Una considerazione importante , quella trasmessaci da Franco Rizzi, il cantastorie dell’Altopolesine che ci segnala una ‘testimonianza’ che fa pensare, perché la vita è una sola e soprattutto nei momenti finali si vorrebbe tutti essere vicini ai nostri cari, chiedendo sensibilità e umanità anche in situazioni difficili, come lo è questo periodo di pandemia Covid anche a livello di gestione sanitarie nelle RSA.
E allora eccovi tout court, l’amara esperienza vissuta da una figlia che si è sentita privata del ‘diritto di vicinanza’ alla madre , già in situazione precaria visto che era già ricoverata in una RSA dell’Altopolesine dall’aprile del 2017, ma che dal febbraio 2020, causa pandemia Covid, ha dovuto fare i conti con tante nuove problematiche che hanno fatto per certi versi ‘irrigidire’ il sistema sanitario.

MAIN NEWS ( di Franco Rizzi, mail 11.02.2022)/ CASTELMASSA & COVID: NELLE RSA GLI ANZIANI MUOIONO SOLI; L'ACCUSA DI UNA FIGLIA
Esperienza  attualissima, propria di questa pandemia, il dolore familiare per la perdita della mamma  ospite "di una Rsa dell'Alto Polesine" Questa l'odierna testimonianza di una figlia,  che si è rivolta alla stampa locale onde accusare dette strutture sanitarie di mancanza di umanità.
La donna anziana era entrata in casa di riposo nell'aprile 2017 "per propria scelta e dal febbraio 2020 è stato un graduale irrigidirsi del sistema assistenziale. Nonostante il green pass non più un bacio, non più una carezza". Solo visite a debita distanza, seppur all'aperto, oppure attraverso pareti in materiale plastico, sotto la stretta sorveglianza del personale con "guanti usati per la fecondazione dei bovini". Unico contatto umano quello con gli operatori, solo qualcuno di "buona volontà, che ha cercato in tutti i modi di rendere digeribili decisioni" che, poi, "non sono mai apparse identiche fra le diverse strutture del territorio".
"Mia mamma il Covid non l'ha preso da me ma dal personale. Al di là del dolore provocato dall'impossibilità di ogni contatto, stordisce la mancanza di umanità e di rispetto per gli affetti". Ore e ore pomeridiane a telefonare senza avere risposte e, ottenuto finalmente un contatto, sentirsi rispondere papale papale "non abbiamo la sfera di cristallo, le condizioni di tua mamma possono peggiorare da un momento all'altro, non posso dirti quando morirà". Oppure "se non ti fidi di noi, puoi portarla da un'altra parte". Questa la risposta da dare durante un'emergenza? Solo qualche operatore ha dimostrato umanità. La signora anziana ha trascorso le sue ultime 24 ore tra un'ambulanza e un corridoio del pronto soccorso rodigino, in quanto "dopo le 12 a Trecenta non accettano più nessuno ed è durante il viaggio dopo una notte in astanteria che è mancata".
"Perché mi hanno chiamata a decesso constatato? Mentre era viva la si assisteva con i dispositivi di protezione. Una volta morta, il suo corpo in ospedale è stato chiuso dentro un sacco e portato in camera mortuaria, perché? Forse una tuta e una visiera sono sprecate, se utilizzate per rivestire un corpo che ha vissuto un'intera vita su questa terra? Finché un corpo è vivo, produce reddito per qualcuno ma, da morto, probabilmente, l'interesse nei suoi confronti svanisce. Perché negare a una madre anziana con il Covid l'affetto di una figlia, se la stessa si assume la responsabilità della vicinanza?". La direzione della struttura non ha espresso nessuna espressione ma là "mia mamma ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, pagando puntualmente quanto dovuto".
La presente pandemia è raccontata dai social "attraverso i turni e i sacrifici del personale medico, che applica dei protocolli e, se si è fortunati, anche buon senso civico e umanità". E le famiglie? Sono abbandonate a un dolore "arrabbiato", ad un'impotenza umiliante. Anziani che muoiono soli, circondati da persone bardate, "come quelli che vanno sulla luna, diceva mia mamma". Il governatore veneto Luca Zaia ha mandato alla figlia un telegramma condogliante, "che sembra una dichiarazione di scuse più che di vicinanza"

EXTRATIME by Sergio Sottovia/ Non pubblichiamo nessuna foto, neppure generica , perché non trasmessaci e perché riteniamo di non ‘personalizzare’ una sensibilità che avrebbe bisogno di autoanalisi più nelle nostre coscienze ‘civiche’ ( ah la famosa ‘Educazione Civica che non si insegna più nelle scuole…) piuttosto che sotto l’aspetto psicologico.

Franco Rizzi
www.polesinesport.it